C’è il forte pericolo che Peppino Amato jr, Paolo Del Mese, Simone Labonia e Mario Del Mese, pur ristretti agli arresti domiciliari possano proseguire in illecite attività economiche e finanziarie di cui sono stati già protagonisti per la bancarotta fraudolenta del pastificio “Antonio Amato”. Per questo l’unica misura cautelare che possa arginare il pericolo di recidiva è il carcere. E’ in estrema sintesi la conclusione cui sono giunti i giudici del tribunale del Riesame di Salerno (presidente Massimo Palumbo, Giuliano Rulli e Pietro Indinnimeo) nel motivare l’accoglimento del ricorso proposto dal pm Vincenzo Senatore contro le decisioni assunte dal gip Dolores Zarone che spedì ai domiciliari i quattro indagati. Nelle 22 pagine del provvedimento depositato il 20 luglio scorso, emergono nuovi importanti dettagli a sostegno delle accuse della procura.
Ampio, inoltre, il capitolo dedicato all’ex parlamentare Paolo Del Mese, la cui condotta nell’ambito della bancarotta viene definita «tentacolare» dai giudici, «siccome è emerso che costui è ha cointeressenze sostanziali in società dalle quali riceve denaro, per finalità personali e senza alcuna giustificazione evidentemente spendendo la sua pregressa attività politica – sostengono i magistrati – per essere poi riposto in ben dieci conti correnti». Un «inserimento occulto nel tessuto economico imprenditoriale dell’indagato che non appare in alcun modo contenibile con gli arresti domiciliari». Il suo interrogatorio non ha per i giudici scalfito il quadro della pericolosità sociale (in quell’occasione, si legge, ha ricostruito i fatti «in modo fallace e scaltro»). Era, come è stato definitivo dagli indagati, un «autentico esattore di somme di denaro per il proprio fabbisogno personale e per le proprie attività, anche voluttuarie» e «del tutto indifferente allo stato e alla sorte economica altrui>>.
Ricordiamo che Paolo Del Mese nell’interrogatorio rilasciato ai magistrati ha dichiarato:”Vengo avvicinato dal cavaliere Amato nel 2006 e mi chiese di parlare e organizzai una cena a casa del cavaliere Amato in costiera. C’era tutta la famiglia Amato (anche Antonio che viaggia sulla barca di 20 metri e che sto pensando di querelare), Mussari, Ceccuzzi e il sindaco De Luca”.
Presentai Amato a Mussari, io non ho mai partecipato a una riunione tecnica per il famoso pool, ho sempre parlato con il presidente Mussari che era mio amico.”
Sempre Del Mese:”Poi Amato e Mussari si sono visti altrove, a Roma ma io non ci sono mai andato. Abbiamo fatto la cena perché Amato aveva in programma un progetto edilizio e che voleva aprire un discorso economico con il Monte dei Paschi”
Sempre Del Mese: “Ho presentato personalmente Anastasio ad Amato Jr. Ho inserito, tramite Ceccuzzi, Anastasio nella Consumit.”(Consum.i società del gruppo MPS)
L’esponente del PD Franco Ceccuzzi potrebbe spiegare i motivi della sua presenza lla cena di Salerno insieme all’ex presidente di MPS Giuseppe Mussari e come mai Del Mese afferma “Ho inserito, tramite Ceccuzzi, Anastasio nella Consumit.”
Dalle carte di Salerno emerge,cosi si evince, il ruolo di banca MPS:”A dimostrazione di tutto ciò ci sarebbe, tra l’altro, l’operazione con cui il 1 marzo del 2007 viene stipulato un atto di pegno e quietanza finale tra la Banca Monte dei Paschi di Siena e la Amato Re srl, relativo ad un finanziamento fondiario di 16 milioni di euro accordato, poi, il 29 dicembre 2006. Il Gip che riconosce come questo finanziamento sia stato accordato a condizione onerosissime per l’intera famiglia Amato, e pur dicendosi “non in grado di giudicare la valenza economica del progetto imprenditoriale, né quanto l’azienda fosse in grado di gestire autonomamente il suo business, né ancora quanto il piano finanziario ipotizzato potesse avere una fondata aspettativa di realizzo”, ritiene che sia “alquanto strano” che una banca abbia potuto finanziare per decine di milioni una società neo costituita, dotata di un capitale sociale di appena 10mila euro e con il solo impegno alla sottoscrizione di capitale in aumento da parte dei soci per 5 milioni di euro. In questa operazione avrebbe fatto da mediatore proprio l’ex parlamentare Paolo Del Mese, mettendo in contatto il Cavaliere Giuseppe Amato, capostipite della famiglia e della società, con il presidente dell’istituto di credito costando alla famiglia ingenti somme di denaro.”
La procura della repubblica di Salerno è competente perchè la sede del Pastificio Amato è a Salerno. Le altre procure competenti non hanno materiale per intervenire?
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http://www.youtube.com/watch?v=ZTbP9diFFso&feature=related
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_settembre_5/sea-perquisizioni-finanza-vendita%20-2111698801623.shtml
http://www.quisiena.corrierenazionale.it/politica/2012/09/05/news/38924-l-associazione-ora-siena-presenta-una-lettera-aperta-alla-citta