Tommaso Occami. L’ennesima novella

L’ex sindaco ha detto di aver allontanato Parlangeli dalla Fondazione, quando ufficialmente il Provveditore si è dimesso (2 luglio 2011); sulle cause delle dimissioni attualmente vige il silenzio più assoluto. Meno male che il mandato degli eletti a Palazzo Sansedoni li rende indipendenti dalla politica che li ha nominati. Ma nel discorso fatto in serata, Ceccuzzi ha detto chiaramente di aver creduto nel 51% della Fondazione durante tutta la campagna elettorale 2011 e di averlo difeso strenuamente perché non sapeva dei debiti sottoscritti nel 2008 da banca e fondazione. Questo è uno stralcio dell’articolo apparso nel Cittadino on line a firma Red che ci piace commentare. Non solo la Fondazione non è autonoma politicamente come più volte ci ha sottolineato lo stesso Mancini. Scelto, quest’ultimo, da Ceccuzzi prima della sua designazione a candidato a sindaco da parte del PD in una riunione notturna in via Rosi alla presenza di Bezzini, Meloni, Cenni, Alberto Monaci e Alessandro Piccini. Ma lo stesso direttore generale Parlangeli dipende dalla politica. Quindi se tanto mi da tanto anche Viola e Profumo dipendono dalla politica; il famoso “distacco” dalle ingerenze dei partiti dalla Banca e dalla Fondazione. Nulla di nuovo basta soltanto che Ceccuzzi lo riconosca, come, involontariamente, ha fatto nell’intervista di sabato sera in Fortezza. Ma il bliz del 2 luglio portò alla nomina di Pieri a direttore generale. Il Pieri voluto dall’ex sindaco perchè così va il mondo e perchè gli aggradava. Pieri che non sappiamo bene cosa abbia fatto nel frattempo ma che, per contro, si è assegnato un bonus considerevole insieme a Di Cunto. Ha riorganizzato la Fondazione per aree, ben tre, a cui a messo tutti persone di fiducia del Di Cunto, che pure qualche responsabilità dovrebbe portare per le scelte del passato. I responsabili delle tre aree ovviamente hanno preso anch’essi il bonus. Francamente, vista la situazione della Fondazione, non comprendiamo perchè di questi premi, nessuno controlla, ma se tanto ci da tanto l’unico ha essere informato deve essere stato proprio il Ceccuzzi. Tesi, del resto, da lui stesso avvalorata per le sue ingerenze e perchè Pieri è un uomo dell’ex sindaco.

Ma vediamo l’altro passaggio, il verginello (Ceccuzzi) non sapeva nulla del debito contratto nel 2008 e per questo ha sostenuto la strenua difesa della Fondazione al 51% in campagna elettorale. Dimenticandosi che proprio sotto le elezioni del 2011 c’è stato un’altro aumento di capitale sul quale nulla ha detto a differenza di altri candidati a sindaco. In città alcune forze politiche già avevano sollevato una serie di critiche e di forti dubbi sull’operato della deputazione nominata dal comune e dalla provincia. Quelle stesse forze di minoranza che non votarono l’ordine del giorno della maggioranza contenete un giudizio positivo sulla acquisizione della banca Antonveneta fatto proprio anche dal PDL. Passaggio che è sfuggito all’intervistato dell’altra sera. Quindi non sapeva del debito contratto nel 2008 ignoranza di una notevole gravità anche perchè lo avevano riportato tutti i mezzi di comunicazione locali e nazionali, forse l’ex sindaco si era appisolato. Noi pensiamo che lo sapesse e tale conoscenza è di notevole colpevolezza. Ma se ignorava i passaggi più importanti che hanno determinato la crisi della Fondazione, con quali criteri ha provveduto alle nomine? Ha nominato politicamente, così semplicemente. Ha nominato avendo come punto di riferimento soltanto i rapporti interni al suo partito e la costruzione delle alleanze con all’obiettivo che si era prefissato, fare il sindaco. Su questo ha ingaggiato lo scontro con Cenni e Mariotti vincendolo grazie alla alleanza con gli uomini della ex margherita, come sopra abbiamo riportato. Trovandosi così di fatto la strada spianata per la candidatura. Quindi è ancora più colpevole  la responsabilità  perchè ha utilizzato un bene della collettività per fini non solo di parte ma personali ignorando la situazione nella quale si trovava la Fondazione. E con quale leggerezza ha ingannato i senesi sul 51%, non si è informato e tutti gli errori compiuti successivamente alla sua elezione. Dal 51 % al 36, dal 36 a non importa la percentuale di controllo, ma dove siamo al mercato? Come può una persona con queste superficialità e caratteristiche pensare ancora di fare il sindaco.

Ora si fanno le barriere fumogene, si cerca di intorpidire le acque, si utilizza il peggiore politichese ma il momento della verità ci sarà. Perchè i conti con la città dovranno essere fatti. E questa volta si faranno su un terreno diverso da quello che Ceccuzzi e il PD vorrebbero imporre. Perchè ci sono gli statuti e le leggi che lo consentono. E alla domanda perchè siamo arrivati a questo punto? Non ci potrà più essere la risposta: per colpa di una nomina non fatta e di un complotto. Non c’è più nulla da complottare, tutto è drammaticamente evidente e ha un nome crisi della Fondazione Monte dei Paschi e della sua Banca. In più se fosse vero che poche persone e una nomina non fatta hanno determinato tutto questo disastro cittadino allora si che dovrebbe essere premiato chi ha complottato perchè sarebbe troppo bravo, un angelo del male. Purtroppo la verità è un altra e si chiama PD nelle sue versioni, politiche e istituzionali e la responsabilità, con gli strumenti adeguati, verranno a galla e permetteranno di sottrarsi al gioco della vecchia politica che Ceccuzzi vorrebbe imporre.

T.O.