Abbiamo visto che una delle strategie messe in atto dalla premiata ditta Criccaboni & Fabbro è quella di cascare dal pero onde scaricare le responsabilità del disastro dell’Ateneo su chi li ha preceduti, come se loro non c’entrassero niente. Ma ecco che il comitato di redazione di Fratello Illuminato ha sguinzagliato il cane Paco (laureato a Oxford e fellow al Lincoln College) che, da esperto bibliografo ha ritrovato un articolo scritto da Riccaboni intitolato: “La misurazione delle performance di Ateneo. L’esperienza dell’Università degli studi di Siena”. Andiamo ad analizzare cosa ci dice il nostro Criccaboni in questo articolo, premesso che è stato, nell’ordine, il Presidente del Nucleo di Valutazione, nonché il Presidente del Centro di di servizi di Ateneo per la Valutazione e il Controllo (CRESCO), nonché per nove anni il prorettore con delega per la sede di Arezzo e, infine, dal 2006, preside della Facoltà di Economia e, di conseguenza, membro del Senato accademico. Come possa affermare che lui non ne sapeva niente senza sottintendere che tutte queste cariche le ha esercitate completamente a cazzo di cane, non valutando e non controllando una beneamata minchia è domanda che lasciamo ai lettori.
Che scriveva quindi il nostro Criccaboni, lisciandosi le piume come un fagiano? Intanto fa una panoramica di quanto accaduto in altri Paesi europei per arrivare poi alla successione di disposizioni legislative come la legge 168/89 o la 537/93 che, a detta sua, hanno previsto forme di controllo interno e una maggiore responsabilizzazione per l’utilizzo delle risorse cosa che avrebbe “obbligato i vari atenei a razionalizzare i propri costi”. Frase cui noi aggiungiamo: “salvo quello di Siena che, in mano ad un faraone di Pescia attorniato da valutatori dello stampo di Riccaboni non solo non ha razionalizzato, ma ha sputtanato qualcosa come 25-30 milioni l’anno in più di quelli che metteva in cascina, moltiplicando i pani e i pesci con buona pace degli organi di controllo che anzi hanno avallato e controfirmato questi atti di banditismo vero e proprio”. Passa poi a citare la 370/99 con la quale sono stati resi obbligatori i Nuclei di Valutazione (di quello senese, ricordiamolo ancora, il Criccaboni era PRESIDENTE). E quindi sono stati poi creati nuovi metodi di valutazione delle performance che – ancora parole sue – “hanno richiesto un notevole sforzo finanziario per l’Ateneo stesso e il coinvolgimento di un numero ingente di stakeholders” (in altre parole: ci abbiamo sputtanato un mare di soldi e, siccome non bastavano, li abbiamo chiesti anche ai privati in cambio – aggiungiamo noi – di non si sa bene cosa, ma ce lo possiamo immaginare). Fra tutte queste valutazioni (ex post diremmo assolutamente sballate e fallimentari) c’è anche una chicchina di tal fatta: un progetto di valutazione delle prestazioni del personale, dirigenziale e non. Ora ci chiediamo, a parte la facile ironia sulle prestazioni al suono delle casse Bose in radica che si svolgevano in direzione amministrativa, cosa per la quale c’è qualcuno in via Roma 56 che si ritrova per le mani merce di ennesima mano, che prestazioni ha valutato il Nucleo nonché il CRESCO? Perché fra personale dirigenziale e non sono spariti qualcosa come 270.000.000 di euro. Forse il Valutatore dei Valutatori Angelo Riccaboni ha qualcosa da dire a questo proposito? O forse il modello di valutazione era tarato su Renato Vallanzasca?
E giungiamo al 2006, anno di questa prestigiosa pubblicazione e anno in cui il Criccaboni diviene preside e quindi entra a pieno diritto negli organi di governo. Ma un valutatore ed economista come lui non si è accorto dei bilanci falsi, dei peculati, delle malversazioni, dell’alterazione delle scritture contabili, dei rimborsi gonfiati e così via? No? Non ne sa niente? E uno che per dieci anni ha fatto quello che ha fatto e per quattro è stato negli organi di governo può cadere dal pero? E il prorettore Frati che rilascia le dichiarazioni che rilascia sui giornali? E il dissestatore amministrativo maestro elementare e condannato per danno erariale? Non ne sanno niente?
COME SI PUO’ CADERE DAL PERO? Bene!!! Basta avere quello che si chiama animus dissestandi e quindi entrare a far parte a pieno titolo dei co- e post-dissestatori.
Alla prossima puntata.
Manuale del co- e post-dissestatore di ateneo. Terza puntata: cascare dal pero
Ottobre 3rd, 2011 — Note redazionali
La notte in cui tutti i gatti sono BIGI
Ottobre 3rd, 2011 — Note redazionali
Ci rifacciamo non soltanto ad una famosa metafora filosofica, ma anche alla celeberrima trasmissione di Zavoli (La notte della Repubblica), perché il fatto che all’ex direttore amministrativo dell’Università più dissestata del mondo ci sia la possibilità che venga erogata una cifra intorno ai 100.000 euro da un giudice del lavoro, dopo che è sotto indagine per essere stato uno dei capi dissestatori, nonché indagato per quanto ha combinato al SUM, ci leva il sonno. Sonno turbato dalle seguenti domande: ma la Magistratura è un organo dello Stato indipendente che deve proteggere i cittadini oppure potrebbe darsi che in qualche caso possa dar soddisfazione ad uno che è quantomeno sospettato di aver commesso una serie di reati contro il patrimonio pubblico? Parliamoci chiaro: PRIMA il Bigi ripristina il danno che ha fatto a ben due istituzioni universitarie e POI, se del caso, riceve quanto gli sarà eventualmente dovuto. A proposito: ma il Bigi non era tra quei 19 indagati per cui il Procuratore aveva chiesto addirittura l’arresto? Giusto che il GIP non l’abbia concesso (tanto più che ormai se volevano far sparire le prove ne hanno avuto tutto il tempo e certo non fuggono, visto che addirittura – come nel caso del Bigi – sono stati promossi), ma addirittura risarcirlo … E poi ancora: ma il Bigi non era quello che si inventò una cosa che non esiste in nessuna università italiana, cioè la prima fascia della dirigenza? E non ha riscosso da prima fascia? Bene: allora restituisca quello e poi si guarda. Ci auguriamo che i giudici sappiano da che parte stare: se al fianco dei dissestatori o al fianco dei cittadini e delle istituzioni lese da certi comportamenti.
Ad majora!
Società Robespierre di Cresti Lisa & C., Boldrini Maurizio, Cooprint e In.Fact srl: tutti insieme appassionatamente!!!
Ottobre 2nd, 2011 — Note redazionali
Fosse successo in una provincia amministrata dal partito di Berlusconi, il PD e il resto della sinistra, sarebbero scesi in piazza per denunciare tutti questi intrecci tra i soliti personaggi, società private e enti locali. Qui in provincia di Siena stanno tutti zitti: dal PD silenzio assoluto visto che sono loro ad amministrare, dal PDL silenzio assoluto visto che si fanno amministrare dal PD, ma soprattutto pesa il silenzio di chi dovrebbe controllare questi intrecci.
Andiamo per ordine.
1) La società Robespierre Sas di Lisa Cresti (portavoce del presidente della provincia Simone Bezzini) ha praticamente incarichi da quasi tutti i comuni della provincia e dalla stessa amministrazione provinciale e nel contempo lavora per il PD.
2) Boldrini Maurizio (ex responsabile dell’area comunicazione dell’università e docente presso Via Roma 56, tesserato PD) dichiara di lavorare (come lui scrive sulla sua bacheca facebook) presso la Cooprint Industria Grafica.
3) La società In.Fact srl è quella società che abusivamente e contro ogni legge esistente aveva dichiarato come “sede operativa” gli uffici universitari di Via Roma 56 (ma l’università ha presentato formale denuncia all’autorità giudiziaria per questo episodio indecente??? Ci risulta di no!). Tra i soci della In.Fact srl figurano il genero di Maurizio Boldrini e un altro docente di scienze della comunicazione (l’università ha provveduto ad effettuare le dovute verifiche su questo docente in merito alla posizione di socio in questa società e il rapporto di lavoro con la stessa università??? Ci risulta di no!)
4) La Cooprint è la cooperativa dove dichiara di lavorare il suocero del socio di IN.Fact srl ovvero Boldrini Maurizio e alla conferenza stampa di presentazione della Cooprint era presente l’assessore della giunta Bezzini ovvero Tiziano Scarpelli (abbiamo una foto in cui si nota la presenza di Scarpelli e Boldrini). Se poi visitate il sito della Cooprint in fondo alla Home page troverete questa dicitura “Copyright © COOPRINT – Dreamed, Imagined, and Built by In.Fact srl“.
Si dà il caso che siamo in possesso di un giornalino (fatto con soldi pubblici) di un Comune della provincia di Siena preparato dalla Robespierre Sas di Lisa Cresti (portavoce del presidente della provincia di Siena) e stampato dalla Cooprint (dove dichiara di lavorare Maurizio Boldrini e che era stata inaugurata dall’assessore della giunta Bezzini, Tiziano Scarpelli). Insomma i soliti nomi e i soliti intrecci tra società private che lavorano con i soldi pubblici. A questo punto chiediamo a chi dovere di verificare la solita posizione di Lisa Cresti portavoce del presidente della provincia e tutti i rapporti di appalto, incarichi e sponsorizzazioni tra gli enti locali della provincia di Siena e il sig. Boldrini o società dove lo stesso lavora o collabora. Senza farlo con intenzione ci tocca scrivere nuovamente che questo Boldrini Maurizio appare da tutte le parti.
Ultima osservazione: c’è un sacco di gente e tante piccole imprese che non sanno come arrivare alla fine del mese, ma non alla quarta settimana, neanche alla terza. E questi continuano allegramente a campare con i soldi della comunità. Sarà il caso di farli smettere?
Editoriale del Maestro James. Finisce con disonore la stagione del barone Luigi Berlinguer e non solo. Riflessioni di storia e sul funzionamento della magistratura senese
Ottobre 2nd, 2011 — Note redazionali
Chi meglio di lui ha rappresentato dentro e fuori le università il “modello tipo” del barone universitario? Solo lui e pochi baronetti concorrenti: il barone del “buon ritiro” di Stigliano. Volevano onorarlo e festeggiarlo con libri, fasti e applausi di sudditanza: alla fine più che in “onore” quei libri resteranno nel “Diritto” e nella “Storia” come una disonorevole conclusione di una stagione e l’emblema del dissesto di una delle più prestigiose università. Quei volumi in “onore” di Luigi Berlinguer sono la prova provata del modus operandi dei dissestatori di università e questi libri “abusivi” non saranno mai sugli scaffali di biblioteche: utilizzavano le finanze dell’università per autocelebrarsi e per celebrare come una rinnovata idea “del culto della personalità” i propri mentori. Praticamente si sono sputtanati oltre 270.000.000 di euro a forza si sommare “26.000 euro” a volta e praticando un sistematico disegno criminoso finalizzato a falsificare i bilanci e svuotare le casse dell’ateneo. Avete capito bene: “il medesimo disegno criminoso”. E qui apro una parentesi. L’ex procuratore di Siena Francesca Firrao, alla fine, pur traccheggiando, aveva addirittura chiesto sul dissesto misure restrittive della libertà personale. E ora non si sa più nulla. Non si capisce a tal proposito i motivi che frenano l’attività della magistratura senese in merito al dissesto universitario. Forse sono sotto organico? Forse, forse? Forse il personale è in vacanza a Stigliano? Con questo modo di operare la procura di Siena si sta assumendo la responsabilità di mandare in prescrizione e quindi lasciare impuniti i responsabili del dissesto, per parte dei quali sono scattate indagini già chiuse da parte di altre procure. Questo non è sostenibile e quindi invitiamo gli organi di informazione a tenere alta l’attenzione e nel contempo chiediamo alla Procura generale di Firenze di attivare “l’istituto dell’avocazione” e non esagero se reputo necessario l’invio degli ispettori ministeriali presso il tribunale di Siena. In tutta Italia le procure e i giudici stanno indagando e sanzionando coloro che hanno distrutto patrimonio pubblico e praticato azioni illegali: qui a Siena traccheggiano da tre anni e cosa ancor più grave nemmeno uno degli autori del dissesto ha varcato le porte di un’aula del tribunale di Siena. Speriamo di non dover dire dell’operato della magistratura senese quello che abbiamo scritto e che qui ripeto sui volumi in onore di Berlinguer: una stagione finita con il disonore. Il barone Luigi è stato membro del CSM (e a quel tempo aveva anche inaugurato l’anno giudiziario presso il tribunale di Siena) e rettore dell’università dissestata e da quando è scoppiata l’inchiesta, il barone Luigi, non ha mai detto una parola di condanna verso i dissestatori e non ha mai invocato l’intervento della magistratura per sanzionare i malfattori. E qui chiudo la parentesi.
Per concludere questa disonorevole storia di dissesti e libri in “onore” e di figli nominati banchieri (il riferimento è al pargolo di Luigi Berlinguer: Aldino, nominato dal PD, partito del padre, membro del cda della banca Antonveneta) mi ritorna nella mente una celebre citazione che consegno a futura memoria, soprattutto dei procuratori del tribunale di Siena: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza (Dante Alighieri)”.
Questa Domenica il mio editoriale voglio dedicarlo in ONORE di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due magistrati morti per mano di coloro che volevano e vogliono tenere la civiltà sotto il dominio dell’illegalità e dello strapotere criminale.
Buona Domenica
Maestro James
Guardate un po’ cosa combinano nella facoltà di medicina a Siena. I giornali e i Carabinieri perché non vanno a dare un’occhiata lì dentro?
Ottobre 1st, 2011 — Note redazionali
La Facoltà di Medicina di Siena continua a riservarci gradite sorprese, nonostante la presenza di un folto gruppo di docenti tosiani. La redazione di Fratello Illuminato, leggendo il comunicato delle associazioni sindacali della docenza universitaria, pubblicato dal “Corriere di Siena”, è rimasta colpita dalla seguente espressione: «Il rettore Riccaboni ha incontrato il 28 settembre i docenti di Medicina, ospite del Consiglio di Facoltà in seduta informale per mancanza del numero legale…». Seduta informale? Mancanza del numero legale? Un vero giornalista ci vede subito una notizia. Abbiamo indagato e di notizie ne abbiamo trovate due.
Prima notizia. I docenti di Medicina hanno dato un ceffone al rettore disertando la riunione, in segno di protesta per la sua scellerata politica di liquidazione della Medicina universitaria. Non era mai successo! Hanno fatto mancare il numero legale e ad ascoltare il magnifico sono rimasti quattro gatti, i tosiani, appunto.
Seconda notizia. Il numero legale, però, è mancato anche per un’altra ragione. Anzi, ci dicono che questa è la quarta volta che manca il numero legale su questo specifico tema. La Facoltà che dovrebbe deliberare sulla designazione del terzo membro di una Commissione per un concorso di ricercatore non riesce a raggiungere, su questo punto, il numero legale. Ecco, allora, per noi, l’altra gradita sorpresa! Per quattro volte i docenti di Medicina hanno chiaramente e inequivocabilmente manifestato la volontà di non assumersi la responsabilità di un provvedimento platealmente viziato di nepotismo e con una commissione addomesticata. Vediamo perché. Il professore Eugenio Bertelli è andato a trovare molti colleghi, sollecitandoli a presenziare al Consiglio di Facoltà. Nulla di male! Il problema, però, è che nel concorso partecipa la moglie di Bertelli e, inoltre, il posto di ricercatore è per Anatomia, la stessa materia del marito. Ancora nulla di male! Ci sono tanti figli e tante mogli e mariti. Ma, in questo caso, c’è anche l’ereditarietà. Si dà il caso che a ricoprire la cattedra di Anatomia a Siena c’è stato prima Ruggero, nonno di Eugenio, poi Luciano, padre di Eugenio, ora Eugenio e, infine, si aspetta la vincitrice del concorso di ricercatore, la moglie di Eugenio. Ma non è stato approvato il “codice etico” nel quale «è vietata ogni forma di nepotismo?» Certo! Ma, evidentemente, in questo caso si cercherà di non applicarlo. Staremo a vedere cosa farà Riccaboni. Intanto i tosiani, in Facoltà di Medicina, sono sempre presenti per sostenere l’ennesimo caso di nepotismo!
Comunicazione del CdR di Fratello Illuminato
Ottobre 1st, 2011 — Note redazionali
Il CdR di Fratello Illuminato, a seguito della sollecitazione del Sovrano Ordine di Sorveglianza del nostro blog, con voto unanime, si rende disponibile ad accogliere, senza censure, un intervento del signor Maurizio Boldrini, sempre che sia sua volontà intervenire. In altre parole il SOS (Sovrano Ordine di Sorveglianza) con, sede in Norvegia, acconsente al contradditorio. Questa una redazione democratica e non è sua intenzione danneggiare nessuno, fedele al principio del neminem laedere. L’interessato può inviare l’intervento all’indirizzo email shamael[at]mortemale.org.
Cogliamo l’occasione per solidarizzare con tutti gli altri blogger (italiani) che hanno la spada di Damocle del bavaglio in discussione in Parlamento. In Norvegia ancora sussiste una possibilità democratica, quindi siamo solidali ed eventualmente possiamo dare ospitalità (a nostra discrezione) ai blogger cui eventualmente dovesse essere tappata la bocca.
Due riflessioni sulla vicenda dei libri in onore di Luigi Berlinguer
Settembre 30th, 2011 — Note redazionali
Dalla vicenda che anche ieri è stata oggetto di un consiglio di amministrazione dell’università, per come si è svolta e come si sta svolgendo questi uffici inferiscono due riflessioni:
1) Riccaboni e Fabbro hanno portato in consiglio questa vicenda che è nota dal 2009 per otto dicansi otto mesi e non sono stati capaci di cavare un ragno dal buco. Significa che hanno buttato tempo ed energia per parare il culo ad un bel po’ di dissestatori stiglianesi e pseudo-stiglianesi e tosiani per otto mesi e NON CI SONO RIUSCITI finendo regolarmente contro il muro dei revisori dei conti e di qualche agguerrito consigliere che non ci sta a sputtanare soldi pubblici per parare le chiappe a Boldrini e – soprattutto – all’onorato, il garante dei garanti, il sospensore di Penati già autosospeso che – sia detto per inciso – in questa vicenda ci sta rimediando una figura di merda spaventosa anche per la ragione che segue. Visto questo la domanda è: questi due campioni di incapacità e inettitudine che dimostrano tutti i giorni e in particolar modo ieri non sono stati capaci (perché sono incapaci) di risolvere questa bazzecola. Come possono pretendere di risanare un buco da 260.000.000? Se fossero furbi (ma è evidente che non lo sono) con queste dimostrazioni e con la magistratura e la finanza alle calcagna mollerebbero prima di peggiorare la propria già penosa situazione.
2) Ma non poteva il Sultano di Stigliano, nonché garante, nonché musicologo di chiara fama frugarsi in tasca e dare a Boldrini i soldi da riportare? Non avrebbe messo un tappo ad un vaso che non contiene solo una merda, ma chissà quante altre? E se non lui e basta gli altri contributori ai due volumi? Hanno preferito lasciare nella merda il Boldrini, senza difenderlo per niente e demandando la sua difesa ai due campioni di dabbenaggine e inettitudine, piuttosto che tirar fuori quattro sozzi soldi. Che pidocchiosi! Questi, quelli che andavano al cinema all’aperto di Stigliano a vedere la scena del “pacchetto di affetti” piuttosto che tirar fuori di tasca qualche centinaio di euro ed evitare un aggravio ai contribuenti, hanno preferito lasciare solo quel poveretto. Disposti a tutto purché pagato con i soldi pubblici! Bella gente davvero!
A questo proposito questi uffici sono ad annunciare la prossima apertura di una nuova rubrica: Fratello Illuminato risponde ai lettori!!! New for You!!
Di questi uffici
Cesare Mori
Ricominciano i movimenti dei tosiani alla facoltà di Medicina
Settembre 30th, 2011 — Note redazionali
Non vergognandosi affatto per essere stati piccionati dalla Magistratura, la signora Anna Coluccia (con condanna del tribunale per un concorso) e il signor Walter Gioffré (piccionato per magheggi con soldi, rimborsi missioni et alia) ricominciano con le solite manovre per riprendersi in mano la facoltà di Medicina. Oggi lanciamo questa notizia: nei prossimi giorni ritorneremo a parlare dei due tosiani Coluccia e Gioffré. Nel frattempo la signora Coluccia potrebbe farsi pubblicare un articolo dall’amico di sempre Stefano Bisi, magari affrontando le dinamiche criminologiche di un dissesto di oltre 270.000.000 di euro nel quale lei, visto che insieme a Gioffré era in Consiglio di Amministrazione, qualcosa dovrà pure sapere. Aprite gli occhi e chiudete le porte (nonché mettetevi le mutande di lamiera) dentro la facoltà di Medicina.
Il dovere del giornalista e le bugie del Prorettore
Settembre 30th, 2011 — Note redazionali
Cara Gaia Tancredi, senza polemizzare oltremodo, ti invitiamo in primo luogo a leggerti per intero il decreto sul dissesto (inclusa la relazione tecnica allegata), poi la famosa lettera sulla liquidità che i due genii del non far niente Riccaboni e Fabbro avevano scritto pochi giorni fa (e che voi vi siete guardati bene dal pubblicare), invitando tutti a non spendere perché mancano le risorse. Infine ti invitiamo a pubblicare sul tuo giornale questo famoso piano di risanamento del Criccaboni.
Oggi avete riportato le bugie del Prorettore. Domani perché non pubblicate i dati reali e i documenti in cui si dimostra da parte dei vertici dell’Ateneo che la liquidità c’è?
In questo modo ottemperate al vero dovere del giornalista: informazione reale e non faziosa.
P.S. I dati valli a chiedere alla tua amica, che hai sponsorizzato in tutti modi facendole anche le interviste in ginocchio, Ines Fabbro (condannata dalla Corte dei conti) e, già che ci sei, anche all’altra amica della Fabbro, Jolanda Cei Semplici che ci risulta in contenzioso con l’AOUS di cui è stata Direttore.
P.P.S. Visto che siete tutte donne: SE NON ORA QUANDO (DIRE LA VERITA’)?
29 settembre: seduti in quel caffé pensavano alla Fondazione e alla Banca MPS
Settembre 29th, 2011 — Note redazionali
Quello che stiamo per raccontarvi si è svolto nella mattinata di oggi intorno alle ore 10:45 al’interno di un bar (o caffè) posizionato nella direttrice che da Siena conduce a San Rocco a Pilli (fraz. del comune di Sovicille, dove si trova anche la fraz. Stigliano). Ci sono tutti gli elementi per ricordare la celebre canzone “29 settembre” di Lucio Battisti: “Seduti in quel Caffè…” non pensavano a te, ma alla Banca e alla Fondazione..etc.
Questi quattro amici di vecchia data seduti al tavolino “esterno bar” accanto alla pianta (alta mt. 1,68) che separa il piazzale del bar dalla strada che conduce ad alcune ville stellari sono proprio sfigati. Chi c’era a prendere il cappuccino (e non il caffè macchiato o l’orzo in tazza grande o un succo d’ananas o un succo alla pera)? Il nostro corrispondente all’Avana (oggi in Val di Merse) il giornalista e professore Paco Pachese.
Precisiamo fin da subito che questi quattro “geni” non fanno parte degli enti nominanti la Fondazione e Banca MPS e quindi quanto stiamo per raccontare non viola i segreti dei palazzi autunnali delle nomine. Naturalmente i quattro sono conoscitori e frequentatori della politica e delle poltrone e nel loro chiacchierare riservato (mica tanto visto che il professore Pachese è riuscito ad ascoltare tutto) si sono fatti sfuggire delle futuribile proposte di nomine per la Banca e la Fondazione MPS. Se l’episodio non fosse successo di mattina e con del solo caffè e niente alcol potevamo pensare che i quattro nel dire certe cose erano ubriachi: invece erano sobri e forse quello che hanno detto in cuor loro lo ritengono plausibile e rispecchia le volontà del loro gruppo politico di riferimento.
Il coordinatore del tavolo indicando con il dito il cielo prospettava questo scenario di nomine.
“Per il consiglio di amministrazione della Banca si prospetta la nomina di Sandro Starnini al posto di Fabio Borghi e probabilmente al posto di Rabizzi la nomina di Luca Romani (area Rosy Bindi)”… colpo di tosse e poi ricomincia a parlare delle probabili nomine della Fondazione(giocano in anticipo???)…” per la sostituzione di Paola Rosignoli in Fondazione non sarebbe male far nominare Gabriella Piccinni (professoressa tosiana e accanita sponsor della vecchia area comunicazione gestita da Boldrini). In questo modo noi siamo garantiti e metterebbero in difficoltà politiche Laura Vigni (che non direbbe di no alla nomina visto che la Piccinni è stata una sua sostenitrice in campagna elettorale)”.
A un certo punto, così come raccontato da Paco, il vice coordinatore del tavolo se ne esce affermando che “un altro nome che riscuote successo per essere nominato in Fondazione sarebbe uno degli economisti del PD: Giulio (Guido??) Carli, attuale segretario del Pd di Siena. “Su questo nome però noi abbiamo qualche dubbio perché se non sbagliamo l’economista Carli è un dipendente della Provincia di Siena (e quindi lavorando presso un ente che nomina i membri della Fondazione MPS non può essere nominato). O forse non ci lavora più in provincia e quindi non si esclude la nomina di questo economista alla Fondazione MPS?
Con tanti problemi son tutti a rincorrere nomi e a studiare strategie e pensare alle nomine (“pensare” con i nomi che circolano è una parola grossa): ma a lavoro non ci vanno mai questi strateghi?
PS. Per l’occasione ascoltatevi la canzone di Lucio Battisti (omaggio della redazione di Fratello Illuminato)