Chi meglio di lui ha rappresentato dentro e fuori le università il “modello tipo” del barone universitario? Solo lui e pochi baronetti concorrenti: il barone del “buon ritiro” di Stigliano. Volevano onorarlo e festeggiarlo con libri, fasti e applausi di sudditanza: alla fine più che in “onore” quei libri resteranno nel “Diritto” e nella “Storia” come una disonorevole conclusione di una stagione e l’emblema del dissesto di una delle più prestigiose università. Quei volumi in “onore” di Luigi Berlinguer sono la prova provata del modus operandi dei dissestatori di università e questi libri “abusivi” non saranno mai sugli scaffali di biblioteche: utilizzavano le finanze dell’università per autocelebrarsi e per celebrare come una rinnovata idea “del culto della personalità” i propri mentori. Praticamente si sono sputtanati oltre 270.000.000 di euro a forza si sommare “26.000 euro” a volta e praticando un sistematico disegno criminoso finalizzato a falsificare i bilanci e svuotare le casse dell’ateneo. Avete capito bene: “il medesimo disegno criminoso”. E qui apro una parentesi. L’ex procuratore di Siena Francesca Firrao, alla fine, pur traccheggiando, aveva addirittura chiesto sul dissesto misure restrittive della libertà personale. E ora non si sa più nulla. Non si capisce a tal proposito i motivi che frenano l’attività della magistratura senese in merito al dissesto universitario. Forse sono sotto organico? Forse, forse? Forse il personale è in vacanza a Stigliano? Con questo modo di operare la procura di Siena si sta assumendo la responsabilità di mandare in prescrizione e quindi lasciare impuniti i responsabili del dissesto, per parte dei quali sono scattate indagini già chiuse da parte di altre procure. Questo non è sostenibile e quindi invitiamo gli organi di informazione a tenere alta l’attenzione e nel contempo chiediamo alla Procura generale di Firenze di attivare “l’istituto dell’avocazione” e non esagero se reputo necessario l’invio degli ispettori ministeriali presso il tribunale di Siena. In tutta Italia le procure e i giudici stanno indagando e sanzionando coloro che hanno distrutto patrimonio pubblico e praticato azioni illegali: qui a Siena traccheggiano da tre anni e cosa ancor più grave nemmeno uno degli autori del dissesto ha varcato le porte di un’aula del tribunale di Siena. Speriamo di non dover dire dell’operato della magistratura senese quello che abbiamo scritto e che qui ripeto sui volumi in onore di Berlinguer: una stagione finita con il disonore. Il barone Luigi è stato membro del CSM (e a quel tempo aveva anche inaugurato l’anno giudiziario presso il tribunale di Siena) e rettore dell’università dissestata e da quando è scoppiata l’inchiesta, il barone Luigi, non ha mai detto una parola di condanna verso i dissestatori e non ha mai invocato l’intervento della magistratura per sanzionare i malfattori. E qui chiudo la parentesi.
Per concludere questa disonorevole storia di dissesti e libri in “onore” e di figli nominati banchieri (il riferimento è al pargolo di Luigi Berlinguer: Aldino, nominato dal PD, partito del padre, membro del cda della banca Antonveneta) mi ritorna nella mente una celebre citazione che consegno a futura memoria, soprattutto dei procuratori del tribunale di Siena: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza (Dante Alighieri)”.
Questa Domenica il mio editoriale voglio dedicarlo in ONORE di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due magistrati morti per mano di coloro che volevano e vogliono tenere la civiltà sotto il dominio dell’illegalità e dello strapotere criminale.
Buona Domenica
Maestro James