Marzo 22nd, 2012 — Note redazionali
Con la moderazione e la lungimiranza che ci contraddistingue, siamo qui a proporre una soluzione per favorire un clima più composto e uno scenario di governance della banca equilibrato e stabile. A noi questo Alessandro Profumo non convince affatto e non ispira per niente simpatia e siamo stupiti del fatto che la sinistra sponsorizzi un personaggio implicato nell’inchiesta sulla mega frode fiscale come da link: http://www.lettera43.it/economia/macro/38532/brontos-profumo-di-galera.htm
Lo stupore aumenta quando apprendiamo che lo stesso Profumo è stato liquidato da Unicredit con ben 40 milioni di euro: uno schiaffo alla gente comune e soprattutto uno schiaffo ai lavoratori che rischiano licenziamenti e contratti di solidarietà. Sarebbe questa la discontinuità del PD senese e dei suoi alleati? Ma discontinuità da cosa? Siamo passati dalle vecchie nomine gestite a Siena alla lista dei 6 imposta da Roma dopo una riunione a Bologna. Fonti romane ci dicono che lo stesso sindaco Ceccuzzi negli ultimi giorni voleva un altro presidente, ma da Roma hanno imposto Profumo. Perché? L’ipotesi che circola soprattutto nella Roma papalina è che Profumo funga da traghettatore per la fusione tra MPS e BNL e di solito le tonache romane non sbagliano mai previsioni in materia di banche. Questa sarebbe la discontinuità che piace tanto al consigliere di opposizione Corradi? Sicuramente soddisfa molto l’UDC e infatti circola un’altra ipotesi , a Siena stavolta, ovvero che Corradi sia pronto ad entrare nell’UDC con la benedizione di Brandani ( il nome di Dringoli è condiviso da Brandani, Corradi e Rosy Bindi). Il rischio che si corre è quello di ritrovarsi subito dopo l’estate con un quadro instabile e ancor più difficoltoso per il rilancio della banca. Questo Profumo non è l’uomo giusto per il Monte. Noi abbiamo una proposta che sul piano formale e operativo non troverebbe ostacoli: ritirare il nome di Profumo oppure rinviare le nomine dopo l’udienza del tribunale fissata a maggio per lo stesso Profumo. Di nomi validi e senza inchieste sul groppone ce ne sono eccome. Perché i politici locali non si pongono questa domanda: come mai nessuna delle altre banche italiane ha optato per Profumo mentre Siena sì?
Marzo 22nd, 2012 — Note redazionali
Da Nemo Propheta riceviamo una sequenza fotografica che esalta la combattività e il senso di bene comune di alcuni Cittadini senesi in particolar modo del Prof. Raffaele Ascheri al secolo L’Eretico di Siena e contestualmente mette in evidenza la totale disfatta politica della CGIL senese, peraltro già affermata dai risultati disastrosi delle elezioni all’Università e dalla sparizione dei propri rappresentanti dal ponte di comando della Banca.
La cronistoria nelle didascalie sotto la galleria.
La testa del lunghissimo corteo, di ritorno da Piazza del Campo, raggiunge Piazza Salimbeni. I partecipanti, in verità molto arrabbiati, si attendono che qui ci si fermi per il preannunciato comizio finale.
Due rappresentanti sindacali occupano Piazza Salimbeni ancora vuota e con le Forze dell’Ordine ancora a lato del celebre portone, peraltro ancora aperto.
La situazione sfugge di mano ai ras sindacali: mentre la testa del corteo (“i pifferai magici?”) ha superato il Prof. Ascheri e si dirige verso Piazza Matteotti, il corteo si ferma all’altezza di Piazza Salimbeni. I manifestanti si chiedono perché andare oltre e non invadere Piazza Salimeni. Dopo poco, il cordone del servizio d’ordine sindacale (giubbetti gialli) viene superato e le persone iniziano a riempire la Piazza. La Polizia si schiera di fronte al porte della Banca che viene chiuso (?!?!?!).
Le barriere sono state superate: Piazza Salimbeni si riempe velocemente. Le Forze dell’Ordine si “arroccano” sugli scalini del portone.
Piazza Salimbeni è invasa. Le Forze dell’Ordine chiamano rinforzi. Da sottolineare la grande professionalità dimostrata dalla Forze dell’Ordine intervenute e la correttezza dei manifestanti. Tutto si è svolto con grande civiltà e senso civico.
Considerando il fuori programma, i ras sindacali si trovano costretti a dover fare buon viso a cattivo gioco: ritornando indietro dalla testa del corteo, che si era ormai allontanata verso Piazza Matteotti, prendono posizione sulla scalinata davanti al porte MPS
Immagine dolorosa che parla da sé ed inimmaginabile solo pochi anni addietro.
I ras si schierano sulla scalinata, conquistata loro malgrado. I visi non sono sereni, quasi imbarazzati. Non era forse stato previsto un comizio in Piazza Salimbeni, e allora perché questo imbarazzo?
Il Prof. Ascheri e Guggiari entrano in contatto e comincia un vivace scambio di opinioni. Guggiari, dopo poco, sembra non avere più argomenti per ribattere alle considerazioni del Prof.Ascheri. Gli serve un aiuto, che tra poco arriverà!
Nella foto n.27 si vede sullo sfondo un personaggio con gli occhiali scuri, un sodale di Guggiari. Prontamente si porta a difesa di Guggiari, fronteggiando il Prof. Ascheri ed altri che lo appoggiavano. Vista la malaparata, il personaggio improvvisa una paliesca “fogata” spintonando il Prof. e gli altri. E’ l’inizio di una baruffa che il Prof. Ascheri incassa signorilmente senza reagire.
La baruffa viene subito sedata dai presenti che si frappongono. Lo scopo della baruffa, quello di interrompere uno scambio di vedute imbarazzante per la parte del Guggiari, e’ raggiunto: le parti non si parlano piu’.
La baruffa viene subito sedata dai presenti che si frappongono. Lo scopo della baruffa, quello di interrompere uno scambio di vedute imbarazzante per la parte del Guggiari, e’ raggiunto: le parti non si parlano piu’.
Siparietto pubblicitario finale: felpe, vini e baba’!!
Nemo Propheta
Marzo 21st, 2012 — Note redazionali


Dal giovane Angelo, al secolo Criccaboni, al navigato tosiano Angelo Dringoli. Prima la parte comica: ieri, con il solito slancio megalomane, il Cricca si vantava di avere dure referenti nel nuovo cda della banca, Tania Groppi e l’amico dell’ex revisore dei conti Enzo Martinelli, il navigato Dringoli. Lasciamo perdere le scompostezze del Cricca, anche perché, per la banca crediamo non sia salutare l’avvento del criccabonesimo all’interno del cda. Basta e avanza il danno sistematico all’ateneo. Eravamo in piazza Tolomei, proprio ieri e ci stava raccontando queste comiche, il mitico Marcello, un ex democristiano che di ateneo e di politica non è secondo a nessuno. Mentre si conversava, a un certo punto,sempre Marcello, ci indica tre persone che passeggiavano e con sarcasmo bonario ci dice “guardate come passeggiano amichevolmente il figlio del Dringoli insieme al vice direttore di MPS Antonio Marino”. E sempre Marcello ci dice: lo sapevate, che il figlio del futuro membro del cda lavora nel gruppo MPS? E noi: no! Ora lo sappiamo e riteniamo che per la trasparenza, proprio per non tenere nascosta la nostra conversazione, anche i nostri lettori meritano di essere informati che la banca con la nomina del Dringoli probabilmente sarà in buone mani: figuriamoci, se non ci mette tutto l’impegno,nel gestire la banca dove lavora il figlio. Come ben sapete noi siamo sempre stati favorevoli ai ricongiungimenti familiari in ambito lavorativo (!?).
Poi ci siamo detti: pensa un po’, il Cricca che faceva le riunioni (anche in ateneo) con Marino e ora lo stesso Marino che passeggia con il figlio del professore riccaboniano Angelo Dringoli. E’ proprio piccolo il mondo. Ma non solo: anche un altro professore, il famoso Lorenzo Frediani (Astrea) al telefono chiedeva al Cricca di fissare un appuntamento sempre con Marino. E’ il caso di dirlo: tra i professori della facoltà di economia Antonio Marino riscuote un gran successo e tanta stima. Ma veniamo alle domande per il quasi neo membro del cda Angelo Dringoli.
1) Professore Dringoli quando lei era nel cda dell’ateneo ha mai contestato la gestione dei dissestatori?
2) In che rapporti era con l’allora capo dei sindaci revisori Enzo Martinelli?
3) Lei sa niente su come gestiva gli incassi dei parcheggi di San Francesco l’attuale abusivo Criccaboni che ai tempi degli incassi era preside della facoltà di economia?
4) Che opinione si è fatta della lettera abusiva scritta dai due luminari dell’inconcludenza Criccaboni e Fabbro con la quale favorivano l’altro professore di economia (in dipartimento con lei) Lorenzo Frediani?
Ora le domande sul Master GINTS
1) Ci siamo documentati e abbiamo scoperto che lei è tra i docenti che ha partecipato al master GINTS: si ricorda a quante edizioni ha partecipato, che ruoli ha avuto e quelli che ha oggi?
2) Lei si ricorda come venivano gestite e suddivise tra i docenti le risorse economiche del Master?
3) Per caso si ricorda se a qualche edizione del Master hanno partecipato contemporaneamente due docenti in stretti rapporti di parentela?
4) Durante la sua permanenza nel cda dell’ateneo ha mai votato delibere relative al Master GINTS?
5) Per caso il Master è in collaborazione tra la facoltà di economia e il gruppo MPS( a noi risulta di si)?
In base alla teoria di Scili, riteniamo inopportuna la nomina del professore Angelo Dringoli nel cda della banca. Cosi, una semplice opinione pacata e di buon senso.
P.S. Domani leggetevi la seconda puntata di Scili, sempre sul ruolo nel cda dell’ateneo del professore Angelo Dringoli. A proposito, noi scriviamo sempre con il supporto dei documenti.
Marzo 21st, 2012 — Note redazionali
Nella mitica scena del film “Totò sceicco”, Totò parlando di Omar il figlio dello sceicco canticchiava “guarda Omar quant’è bello spira tanto sentimento”. Anche il dissestatore Piero Tosi quando parlava del cacciatore di barbari Omar Calabrese canticchiava lo stesso motivetto. Noi invece lasciamo alla libera interpretazione dei nostri lettori di scoprire il tipo di sentimento che ispira Omar. Dopo la fuffa barzantiana di ieri, oggi il Corriere Fiorentino ci propone un’intervista sempre piena di fuffa, di uno degli intellettuali di punta della cricca universitaria senese e del SUM di Schiavone (che deve rendere allo Stato oltre 300.000 euro di danno erariale, così, per ricordarlo): il semiologo Omar Calabrese, colui che ha avuto il coraggio di accusare i barbari del furto del “mai esistito” tetto d’oro di San Galgano. E sempre Omar, insieme a un nutrito gruppo di dissestatori e filodissestatori, all’avvenuta scoperta del buco dell’università, ebbe il coraggio di scrivere “noi non siamo la banda del buco”. Effettivamente avevano ragione: non era un buco, ma un cratere!!!
Ci chiediamo con che coraggio “barbaro” questi intellettuali o paraintellettuali, ma forse è meglio dire paraculi, che hanno fatto carriera grazie alla politica e al sultano di Stigliano, continuino a proferire giudizi o commenti sulle vicende senesi; così come siamo stupiti dal fatto che un giornale serio come il Corriere della Sera (edizione fiorentina) continui ad ospitare personaggi come il Barzanti e oggi addirittura un’intervista al semiologo di Via Roma 56. Conosciamo bene i legami storici tra Barzanti, Omar e il responsabile del Corriere Fiorentino, Ermini, ma ci sembra un grosso scivolone ospitarli solo per via dell’amicizia. Come mai Ermini non chiede al Barzanti dell’alloggio senese di proprietà della Chigiana e di quanto pagava di affitto? Come mai Ermini non chiede al Barzanti chi gli aveva fatto il contratto per tenere un corso a Scienze della comunicazione a Siena? Come mai Ermini non chiede a Omar lumi sul tetto di San Galgano? Come mai Ermini non si fa spiegare da Omar la storia delle quasi 750 carriere dentro l’università di Siena avvenute dal 2000 al 2006 (ricercatore poi associato e poi ordinario) e se c’era la relativa copertura finanziaria? Come mai Ermini non chiede a Omar della gestione del SUM di Schiavone? Come mai Ermini non utilizza le pagine del Corriere Fiorentino per parlare del rettore abusivo e del dissesto pauroso? Forse Ermini non vuole sciupare i buoni rapporti (che noi conosciamo bene)con Criccaboni e company?
Ci risiamo con la propaganda di regime e con le solite supercazzole vendute come prodotto culturale. Quel “prodotto culturale” che in questi anni ha contribuito a mettere in ginocchio non solo Siena, ma buona parte della cultura universitarie italiana. Omar, Barzanti e altri cantori del sultanato di Stigliano (Ceccuzzi ha fatto un bel capolavoro politico resuscitando queste mummie) sono ancora convinti che la cosa pubblica sia il solito feudo dentro il quale hanno rovinato l’università e la città. Hanno preso in giro le persone con chiacchiere altisonanti e nel contempo facevano carriera e occupavano poltrone. Ma smettetela, ché siete ridicoli!!!
P.S. Sarà nostra premura informare la proprietà del Corriere della Sera del fatto che nell’edizione fiorentina continuano a ospitare personaggi legati alla pessima cricca universitaria del dissesto.
Marzo 21st, 2012 — Note redazionali
Il 20 marzo 2012 verrà ricordato come il giorno delle comiche finali all’interno del mondo sindacale senese. Già dal prossimo anno oltre a festeggiare il primo maggio il calendario delle feste registrerà i festeggiamenti del 20 marzo: giorno delle comiche sindacali. Il Guggiari, segretario provinciale della CGIL senese, ieri, ha messo le carte in tavola: ”Vade retro lavoratori perché io sono al fianco di Profumo e Viola”. Non è una nostra forzatura, ma la sintesi del comunicato stampa del successore del banchiere Claudio Vigni. Di fronte a cotanto disprezzo dei lavoratori che hanno manifestato, questi ultimi, dovrebbero presentarsi alla Lizza (non negli uffici dove dormono) è riportare le tessere del sindacato. Nello stesso istante in cui i sindacati del Monte dei Paschi comunicavano il nuovo sciopero previsto per il 2 aprile, il Guggiari, come un orologio svizzero, mandava ai giornali questo comunicato:
“Il complesso scenario che il nuovo board della Banca dovrà affrontare è bene che possa, almeno per la parte espressa dal territorio, farlo risultare operativo fin dalla sua formale elezione con il tempo necessario per prendere in mano la situazione.I curricula di coloro che sono stati individuati sembrano idonei a ricoprire il ruolo di amministratori e a farlo con sapienza e lungimiranza. Tuttavia, se sono certe le necessità di riattivare una buona redditività, di continuare a mantenere un profilo di banca commerciale al servizio delle famiglie e del sistema produttivo, così come, per altri aspetti, di mantenere un legame fondamentale con il territorio, ciò non potrà determinare uno scadimento ulteriore, ma una piena riconferma del sistema previgente, fino all’ultima seduta del CdA, di relazioni sindacali.”
Venerdì 16 marzo, Fabrizio Viola per il Guggiari era il contestato numero uno e l’artefice dell’attacco ai lavoratori; Martedì 20 marzo, sempre Viola, per il Guggiari sembra possedere “sapienza e lungimiranza”. Ma il dato vero delle dichiarazioni di Guggiari non sono queste incoerenze: Guggiari con il comunicato di ieri, ha, di fatto, preso le distanze dallo sciopero proclamato dai sindacati della banca, quasi a delegittimare la validità, il significato dello sciopero medesimo. Mentre i lavoratori contestano la dirigenza, il segretario provinciale della CGIL Guggiari si spertica con le lodi a Profumo e Viola. Questa di Guggiari non è solo scompostezza sindacale: Guggiari fedele al Ceccuzzi, con il comunicato di ieri ha rimarcato le distanze dalla corrente maggioritaria della FISAC CGIL. Una lotta interna al sindacato sulle spalle dei propri iscritti e del mondo del lavoro. La stessa manovra che il Guggiari già da tempo ha messo in atto sull’università: il nuovo gruppo dei cgillini universitari critica aspramente il Cricaboni mentre il Guggiari si incontra in separata sede con lo stesso Criccaboni e la Fabbro. Intendiamoci, Coppi della CISL e Santinami della UIL non sono da meno: si comportano più o meno come il Guggiari. A Roma la Camusso è da giorni che combatte per difendere i diritti dei lavoratori; qui a Siena Guggiari ha visto bene di svenderli per meri giochi politici. Giochi tanto sputtanati quanto inutili.
Marzo 21st, 2012 — Note redazionali




La redazione di Fratello Illuminato trova incredibile e stupefacente l’ennesimo spettacolo indecoroso offerto dal consiglio comunale di Siena, divenuto per l’ennesima volta un campo di battaglia espressione di quel groviglio affatto armonioso che piace tanto al Bisi. E mediante il quale non solo si mandano in rovina tutte le istituzioni della Città, ma non si è capaci di risolvere neanche uno dei problemi creati.
Ma la redazione di Fratello Illuminato si è stufata di assistere a questi spettacoli indegni, con mozioni che vengono rinviate sine die, con scontri fratricidi e con l’incapacità di tutti di svolgere anche la minima funzione politica. Sono mesi che vi stiamo dicendo che la partita politica sull’Università va chiusa per non assistere più alla distruzione dell’antico Studio senese e alla macellazione dei suoi dipendenti, soprattutto quelli più deboli. Ma la politica, che pure c’è coinvolta fino al collo – come dimostra la vicenda di David Chiti, o la presenza in consiglio di vari universitari o ex universitari – ha semplicemente messo in atto quella farsa del volantinaggio in occasione dell’inaugurazione e poi ha cercato di mettere a tacere il tutto.
Benissimo! Allora facciamo così: siccome noi non chiacchieriamo a vanvera e possiamo documentare tutto tempo una settimana cominceremo a fare i nomi e i cognomi di chi, politicamente, ha tramestato con i dissestatori. Chiariremo per esempio chi erano gli interlocutori di Walter Gioffré e del revisore Enzo Martinelli. Faremo luce su chi fossero i commensali di certe cene fuori porta Romana cui partecipava il barista abusivo David Chiti. E faremo luce anche sul perché, a fronte di pochissime possibilità di comando ad altro ente e di praticamente nessuna di mobilità, il presidente del consiglio comunale Alessandro Piccini, che evidentemente si presta ai giochetti per non parlare di università in consiglio, ha avuto la mobilità potendo levare le gambe da una situazione evidentemente scomoda. E chiariremo anche chi erano i gazzillori che si incontravano nel 2010 in Piazza San Francesco alle otto e mezzo col rettore abusivo Criccaboni.
E già che ci siamo, visto che tutti cercano di mettere il cappello su questa nomina di Dringoli, ribadiamo che ci sono delle domande cui sarebbe bene che rispondesse, lui o i suoi sponsors che evidentemente sono tanti e bipartisan: ma quando era consigliere di amministrazione dell’Università possiamo sapere che posizione ha presosulle questioni scottanti? Quando si sono fatte le stabilizzazioni lui come ha votato e che posizione ha avuto? Si è comportato da buon amministratore oppure no? Non ci sembra irrilevante visto che dovrà amministrare una banca di quelle dimensioni …
Apprendiamo che i lavoratori della Banca hanno deciso di andare nuovamente allo sciopero e ci chiediamo: ma gli universitari, tutti, docenti e non docenti, quando lo fanno un bello sciopero? Bloccategli tutto a questi buffoni che vi amministrano senza risolvere nulla e protestate contro questa classe politica che, dopo averci zuppato il biscotto per anni e anni, vi mena per il naso da quattro anni.
Vergogna!!!
Marzo 20th, 2012 — Note redazionali
Di certi parlamentari non ne senti mai parlare, ci sono e non ci sono, e all’improvviso spuntano come funghi, casualmente(?), quando in ballo ci sono poltrone da gestire e accordi da chiudere. Il maremmano Luca Sani, parlamentare del PD molto vicino a quel Riccardo Conti ex assessore regionale, aveva fatto una capatina al Tartarugone durante la campagna elettorale del Ceccuzzi; di lui si conoscono le dichiarazioni favorevoli alla TAV (alta velocità e grandi appalti) e sempre il maremmano è in prima linea per chiudere l’accordo in Toscana tra il PD e l’UDC di Brandani. Oggi il pro-TAV ha tuonato contro l’alleato Evangelisti (IDV) reo di aver criticato (giustamente e finalmente) la proposta di nomina di Alessandro Profumo alla presidenza di MPS. Strani questi parlamentare del PD: in parlamento chiedono misure dure contro l’evasione fiscale e poi lavorano come formichine per nominare alla guida della banca MPS un personaggio sotto inchiesta per frode fiscale. Ma si sa, le poltrone sono più appetitose della coerenza politica. Quando i compagni (di scuola) erano schierati a tirare merda su Craxi sembravano i paladini della moralità e della legalità; oggi che le numerose inchieste coinvolgono gli ex compagni (sempre di scuola) si appellano a una strana teoria del “fino alle conclusione delle indagine e dei processi i nostri uomini restano ai loro posti”. Figuriamoci se questi neomelodici della politica si ponevano il problema dell’inchiesta che coinvolge Profumo. Al governo non c’è più Berlusconi quindi la politica con cui invocavano le dimissioni degli indagati non rientra nella nuova linea del PD. Si diceva del maremmano Luca Sani: grande sponsor di Profumo e tessitore degli accordi con l’UDC. I primi effetti di questa tessitura, tra non molto, si avranno anche a Siena; in questi giorni hanno già fissato un incontro politico il segretario del PD senese Giulio Carli e il consigliere comunale dell’UDC Sandro Senni. E non si esclude,oltre al Senni, l’ingresso in maggioranza del consigliere comunale Gabriele Corradi. Un allargamento di maggioranza con la benedizione del solito Alberto Brandani. Anche la lista dei 6 capitanata da Profumo, preparata a Roma e tirata fuori nella riunione da Alessandro Piazzi, riscuote simpatie trasversali; dal Brandani, ai dalemiani de noantri e naturalmente al leader Massimo. Tutti con Profumo (con nomi diversi) nel segno della continuità con il solito sistema che garantisce i pochi e che in questi anni ha messo in ginocchio la città e la banca. Il dato più significativo di oggi non è l’esclusione della componente ex margherita, ma lo spianamento politico degli uomini del sindacato (CGIL). Tutti dicono che siamo in presenza di una lista dei “professori” e la linea della nuova governance della banca sarà quella del modello Marchionne alla Fiat. A Roma i maestri hanno stilato la lista dei professori mentre a Siena i soliti apprendisti stregoni, proni ai diktat romani, dovranno studiare molto per spiegare tra qualche mese l’ennesimo e definitivo gioco romano ai danni della città e della banca. Perché non viene il maremmano Luca Sani ad illustrarci il tutto, magari in una bella convention con Riccardo Conti, Brandani, Starnini e se non è troppo impegnato con l’Apprendimento musicale, anche con Luigi Berlinguer? Qui il problema non è la TAV (tanto cara al maremmano), ma la trave che sta precipitando sui cittadini senesi. Per il 2 aprile i sindacati hanno indetto un nuovo sciopero: nel PD affrettatevi con le adesioni.
P.S. A proposito delle nomine: da più fronti cercano di accreditarsi la nomina del professor Dringoli, è mio … no … lui è mio … etc.etc. Tra una rivendicazione e l’altra fatevi spiegare dal Dringoli la storia delle stabilizzazioni, di quando era membro del cda dell’università. Se vi fa voglia!!! Tanto da qui al 2 di aprile ci pensiamo noi a spiegarla a tutti.
Marzo 20th, 2012 — Note redazionali
Roberto Barzanti, da pochi giorni eletto presidente della biblioteca comunale dal sindaco Ceccuzzi, non ha perso tempo e in perfetto stile “i miei omaggi al potere che mi ha conferito una poltrona”, annuncia sulle pagine di un giornale che “il miracolo di Siena ha spiazzato tutti”. A qualcuno risulta qualche apparizione di Madonne o sanguinamenti di statuette? Forse hanno scoperto una cava di “tetti d’oro” dalle parti di Via Roma 56/57? L’enfasi utilizzata dal Barzanti per commentare le scelte della fondazione MPS ci ricorda i famosi apologeti della cricca universitaria. Non a caso il neo “intronato” è uno tra i migliori (o peggiori) cantori di quel groviglio da sempre sponsorizzato dal Bisi. Noi alla “cretinata” del “miracolo”, termine utilizzato per enfatizzare le proposte di nomina del cda della banca, non ci crediamo. Però, per un attimo, ipotizziamo di prendere per buono il miracolo e quindi invitiamo i miracolanti a regalare un ulteriore miracolo: basta con questi poltronati consumati e ripetitivi come il Barzanti. Forse con il Barzanti bisognerebbe avviare un dibattito sugli affitti delle case di proprietà di certi enti e di chi ci abitava. Altro che miracoli … certi affitti.
Marzo 20th, 2012 — Note redazionali



Le chiacchiere stanno a zero. Tutto il resto non si cancella.
1) 200 MILIONI di buco finanziario all’università accertato dalla magistratura e ancora nessun processo;
2) 33 MILIONI di danno erariale certificato dalla Guardia di Finanza alla Corte dei Conti;
3) Un bar universitario assegnato senza regolare gara di affidamento che vede coinvolto il consigliere comunale David Chiti(anzi indagato) che addirittura invitava commensali a casa di Anna (dalle parti di Via Roma), guarda caso nel periodo del finto affidamento, come da invito: “Vieni fuori porta Romana da Anna, ci sono anche F.C. e S.B. così parliamo un po’“.
4) Le elezioni di Criccaboni ritenute irregolari dalla Procura della Repubblica e ancora non si sa niente dal Giudice;
5) La vicenda Astrea Srl oggetto di un esposto formale alla magistratura
Nel frattempo gente onesta e non responsabile dei danni paga sul proprio reddito le schifezze di una manica di dissestatori e cialtroni e a tutt’oggi (nel silenzio delle forze politiche) molti dei dissestatori e il rettore abusivo sono ai loro posti. Questa gente va buttata fuori dagli enti pubblici. In tutta Italia la magistratura sta ingabbiando e sanzionando i malfattori, noi non chiediamo questo, ma almeno fermarli e allontanarli dai loro posti pubblici, questo sì, ci sembra doveroso. Perché dopo tutto questo tempo (anni) siamo in presenza di continui traccheggi?
Marzo 19th, 2012 — Note redazionali
Lo stupore è evidente per chi ha letto le notizie relative al nuovo consiglio di amministrazione per la parte di competenza della Fondazione Monte dei Paschi.
I due esclusi, Alfredo Monaci ed Enrico Totaro, fanno sicuramente notizia. Il primo in quota Alberto Monaci e il secondo in quota Franco Ceccuzzi. Ha prevalso la linea dei tecnici sul modello del governo Monti; quei tecnici che vengono chiamati a dirigere quando la situazione si fa grave. Che rappresentano da una parte il fallimento della politica e dall’altra sono gli unici disposti a fare quello che i politici, per questioni di consenso elettorale, non si sentono di fare. Di danni a Siena i politici in questi anni ne hanno fatti tanti. É meglio, quindi, per loro, fare un passo indietro per far dimenticare le responsabilità accumulate nel tempo. La gente ha la memoria corta e “passata la nottata” tutto risplenderà di nuova luce. Non credo, onestamente, che ci saranno grandissime reazioni da parte dei fratelli Monaci. Terranno il Ceccuzzi con il fiato sospeso in consiglio comunale con l’intento di trovare nuove soddisfazioni e compensazioni personali (come la presidenza della Fondazione ad Alfredo). Anche perché la vicepresidenza della banca sarà oggetto di discussione. Gli acquirenti privati delle azioni del Monte in mano alla Fondazione vorranno sicuramente un ruolo di prestigio per tutelare i propri interessi. A seguito di queste nomine lo scenario di potere a Siena non è cambiato poi di molto. I manovratori occulti sono rimasti gli stessi e più esattamente: D’Alema, Amato, Bassanini, Gianni Letta con la immancabile presenza del professore Luigi Berlinguer. Ed è facile verificare l’intervento dei suddetti, analizzando attentamente i nuovi personaggi che faranno parte del consiglio di amministrazione della banca. Tania Groppi, ASTRID, dove presidente è Franco Bassanini e Giuliano Amato responsabile scientifico.

Una foto per non dimenticare MAI certi po’ po’ di grovigli da far rabbrividire.
Marco Turchi, indicato da Massimo D’Alema, il nuovo Carlo, che non dispiace al primo cittadino che ha dovuto ingoiare il veto su Totaro. Paola De Martini indicata da Gianni Letta. Angelo Dringoli sempre legato ad Alberto Monaci nonostante che qualcuno metta in giro altre appartenenze. Ecco la squadra dei tecnici che dovrà fare operazioni difficilmente digeribili per Siena come l’aumento di capitale che diventa di giorno in giorno sempre più obbligatorio (cfr. l’ultimo numero dell’Espresso). Come contestarne l’oggettività e la necessità se viene avvalorata dalla scienza? Decisione che lascia libera la politica, se le cose si dovessero mettere male, di addossare le responsabilità a terzi. Dei tecnici commissari, quindi, che gestiranno la discesa della Fondazione a livelli di partecipazione nella Banca molto bassi. Certo che vedere per la prima volta l’assenza, nel consiglio di amministrazione, di rappresentanti legati al sindacato e più precisamente alla CGIL fa pensare. Del resto non si possono tirare le imboscate come quella della manifestazione di venerdi scorso senza pensare a delle ritorsioni. Veder sfilare tranquillamente senza contestazioni il Cenni insieme alla Bindi e al Borghi deve aver fatto salire la febbre a qualche esponente del PD. E veniamo all’assenza dal voto del Mancini al momento della scelta del futuro presidente Profumo. Assenza che ha determinato una mancata unitarietà di intenti così come viceversa aveva esplicitamente richiesto l’ex amministratore delegato di Unicredito. Ma perché Mancini ha compiuto un gesto così significativo, impensabile per chi conosce l’indole del presidente della Fondazione? Ci sono due versioni: una scontata, il siluramento di Alfredo Monaci. Un’altra più complessa dovuta ai problemi giudiziari che coinvolgono lo stesso Profumo per truffa erariale; si parla, a questo proposito, anche di una lettera inviata dalla Banca d’Italia a Siena. Se così fosse le acque si agiteranno nuovamente nei prossimi mesi. I rappresentanti della ex Margherita vogliono lasciarsi la possibilità di addossare tutte le responsabilità della scelta agli ex DS. Sembra sempre che la situazione stia per esplodere per poi accorgersi che non cambia nulla. Dietro i tecnici spuntano i soliti personaggi politici. Dietro i nuovi nomi i soliti problemi: una città, che a causa di scelte sbagliate, si accinge ad avere una Fondazione fortemente ridimensionata e una banca che guarda fuori Siena.
Tommaso Occami