Il Fondo Monetario Internazionale controllerà le banche italiane. Carlo De Benedetti promuove Fabrizio Viola e glissa su Profumo. Per salvare MPS occorre un intervento veloce della magistratura per chiarire le responsabilità dei disastri compiuti

Fari accesi del Fondo Monetario Internazionale sul sistema bancario italiano; in particolare i tecnici del FMI arriveranno in Italia per verificare soprattutto la portata dei crediti deteriorati. E per quella occasione i banchieri italiani farebbero cosa buona e giusta chiedendo le dimissioni di Giuseppe Mussari dalla presidenza dell’Abi.Anche perchè al FMI hanno sotto gli occhi la vicenda Antonveneta e operazioni bancarie come quelle effettuate con l’ex pastificio Amato.Perseverare,cari banchieri, non è diabolico; è da sciocchi.
Intervistato da Lilli Gruber,alla domanda “chi è il miglior banchiere italiano in questo momento?”, l’ingegner Carlo De Benedetti(editore del settimanale L’Espresso) ha risposto che il miglior banchiere è l’amministratore di banca MPS Fabrizio Viola. La Gruber aveva confuso i ruoli e quando ha chiesto a De Benedetti “si riferisce a Profumo?”, l’ingegnere ha sottolineato che si riferiva a Fabrizio Viola. E io aggiungo che i presidenti delle banche durano in carica meno degli amministratori delegati.
Forse Profumo in certi ambienti,sicuramente nel mio, viene considerato il continuista del predecessore Mussari e fin troppo schierato con quella corrente del PD senese perdente e capitanata dal sodale di Mussari,l’ex parlamentare Franco Ceccuzzi. E comunque la situazione di banca MPS è particolarmente difficile e non è giusto far ricadere sui lavoratori le colpe della gestione Mussari; e non è nemmeno giusto chiedere l’intervento dello Stato senza prima aver chiuso con i vizi e il managemant della gestione precedente.Per far ripartire MPS occorrono due sforzi immediati: un colpo di reni dei vertici della banca e l’intervento veloce della magistratura per chiarire e sanzionare i responsabili dei disastri compiuti. Tutto il resto,compresi i piccoli giochini da politicanti di provincia, non possono far altro che appesantire le difficoltà della banca. Banca Antonveneta non era “l’anima gemella” di banca MPS,caro sig. Franco Ceccuzzi;l’acquisto di banca Antonveneta è stato il cavallo di Troia del disastro della banca.

Albus Silente

Domani 6 dicembre va in scena l’ennesima sceneggiata di Criccaboni e della cricca dissestatrice

In attesa che riapra il tribunale di Siena invitiamo i cittadini,gli studenti, i docenti onesti e i dipendenti dell’università a disertare l’ennesima sceneggiata del Criccaboni e della banda dei dissestatori. L’ateneo è in crisi di liquidità per colpa dei dissestatori che domani sfileranno all’inaugurazione dell’anno accademico e per colpa di un piano di risanamento che il Criccaboni millanta di avere ma non ce l’ha. E’ solo un bugiardo, vanitoso e arrogante. L’erede perfetto di Piero Tosi. E a pagare i disastri del dissesto e dell’incopetenza gestionale del Criccaboni sono i lavoratori, compresi quelli delle cooperative. E la città rimane in silenzio. Domani sfileranno i soliti Gabriello Mancini, l’arcivescovo, Barzanti, il Ceccuzzi, il Bezzini; tutti a omaggiare il rettore abusivo e la cricca dei dissestatori e venerdì il Bisi non tarderà a pubblicare le fotine della sceneggiata. Domani tutti i presenti all’inaugurazione saranno responsabili morali del declino dell’ex prestigioso ateneo.

Il ministro Profumo domani non ci sarà e gira voce che i baroni universitari tra una telefonata e l’altra cercano di convincere il ministro Fornero a sostituire Profumo. A rigor di logica domani l’unico ministro che sarebbe adeguato, proprio per i presenti all’inaugurazione, è il ministro della Giustizia. Con certa gente è appropriata l’inaugurazione dell’anno carcerario. Casse dissestate, didattica mortificata, libri non autorizzati, lettere piene di abuso, contratto del direttore fuori norma e tutti zitti. Omertà e quieto vivere. E l’università sprofonda.

Avanti Siena..ma senza Ceccuzzi. Ecco cosa dichiarava nel 2010 l’analista Ceccuzzi:”La nostra banca assume per concorso sin dal 1979, ancora oggi a fronte di un lavoratore della rete che va in pensione ne assume un altro, ha mantenuto il proprio consorzio mentre altri lo hanno esternalizzato, ha da sempre moderato le retribuzioni dei manager, mentre nel resto del sistema l’eccesso di incentivo ha generato un aumento del rischio fino all’esplodere della crisi”

Correva l’anno 2010 e l’allora presidente di MPS Giuseppe Mussari dichiarava:”La Banca Monte dei Paschi di Siena è in salute, seppur in una situazione di crisi economica nazionale e internazionale, senza precedenti. Adesso è in gioco il futuro del Paese e le banche, insieme alle imprese, possono fare la loro parte per rendere più veloce la crescita”.

Ad assecondarlo ci pensava l’allora parlamentare Franco Ceccuzzi con queste dichiarazioni: “La nostra banca assume per concorso sin dal 1979, ancora oggi a fronte di un lavoratore della rete che va in pensione ne assume un altro, ha mantenuto il proprio consorzio mentre altri lo hanno esternalizzato, ha da sempre moderato le retribuzioni dei manager, mentre nel resto del sistema l’eccesso di incentivo ha generato un aumento del rischio fino all’esplodere della crisi”.

Nel 2007 sempre lo stesso Ceccuzzi rilasciava questa dichiarazione imbarazzante: “Tanti compagni, amici ed anche colleghi deputati mi hanno chiesto un giudizio sul “blitz” della Banca Monte dei Paschi che, con abile discrezione, forte determinazione e coraggio, ha acquistato Banca Antonveneta. Non ci dilungheremo sui profili finanziari, industriali e squisitamente bancari dell’operazione. Saremmo, francamente, tentati da tanta abbondanza di valutazioni da svolgere. Un piatto ricco di spunti se aggiungessimo anche una retrospettiva sull’estate del 2005, quando all’assalto di Antonveneta non andarono i galantuomini del Monte dei Paschi di Siena, ma altri manager ed uomini di affari che, a distanza di due anni, frequentano più i Tribunali della Repubblica che Piazza Affari. Il tema che vogliamo sviluppare è quello dell’assunzione di responsabilità, dell’interesse generale e della misurazione del consenso nel lungo periodo. Il presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, ed il direttore generale Antonio Vigni hanno messo sul tavolo della trattativa con Banco Santander una cifra di 9 miliardi di euro, qualcosa meno di 18mila miliardi di vecchie lire. Tanto quanto una legge finanziaria di media taglia. Una scelta impegnativa per l’azienda che amministrano pro-tempore, per gli azionisti, per i dipendenti, per la comunità che orgogliosamente, da secoli, ne rappresenta le radici e ne scrive la storia, con successo. L’indomani i mercati hanno reagito negativamente. Il prezzo è troppo alto. L’integrazione tra le due banche è troppo difficile. Gli obiettivi di creazione di valore dai due istituti non sono realistici. La governance di Mps è atipica. A Siena, però, nessuno si è impressionato per lo “starnuto” dei mercati. Il riferimento è scherzoso e non vuole essere offensivo. L’accelerazione della storia impressa dalla globalizzazione dei mercati e dalla rivoluzione tecnologica non rispetta zone franche e nemmeno una banca nata nel 1472. E così la ristrutturazione bancaria che in Italia prende le mosse con la legge Amato-Ciampi e che da oltre 1000 banche ci ha portato a poco più di 600 marchi. Con la nascita di nuovi e grandi gruppi. Player di rango europeo come Unicredit Group, Banca Intesa San Paolo, e Monte dei Paschi di Siena con oltre 3000 sportelli e la joint venture con Axa. Per questo chi proviene da una storia secolare e si pone di fronte a sé di percorrere un cammino altrettanto lungo e glorioso, investe le sue forze in un disegno di largo respiro e non si ferma alle valutazioni di breve periodo. Sempre che, naturalmente,  chi amministra protempore abbia il coraggio, la forza e la visione dell’interesse generale per assumersi i rischi della critica, o persino dell’impopolarità a breve, per veder maturare i frutti delle proprie scelte in tempi lontani, magari quando non si ricoprono più quelle responsabilità. Nell’Italia governata dai sondaggi e del consenso a consumo immediato, il rischio d’impresa assunto da Mps con l’acquisto di Antonveneta è un fulgido esempio di classi dirigenti orientate dall’interesse generale. Mi riferisco, in questo caso, anche all’azionista di riferimento che è la Fondazione, il cui ruolo nell’operazione Antonveneta non è stato, non è, e non sarà certo marginale”.

Sempre nel 2007 l’analista rilasciava altre chicche: “Banca Antonveneta è sempre stata l’anima gemella di Banca Monte dei Paschi”. Con queste parole Franco Ceccuzzi, deputato de L’Ulivo e membro della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, esprime la propria soddisfazione a seguito della notizia sull’accordo raggiunto da Banca Mps con la Banca di Santander con il quale l’istituto senese ha acquistato la Banca Antonveneta.

“La Banca Mps e Antonveneta – sottolinea il deputato senese – sono due realtà che hanno grandi potenzialità di sviluppo e che possono integrarsi al meglio con grande vantaggio per gli azionisti e per la clientela. In passato è stato giusto preservare Banca Mps da pessimi affari in attesa della vera occasione di crescita, che il presidente Giuseppe Mussari ed il direttore Antonio Vigni oggi hanno saputo cogliere prontamente”.

Siena deve ripartire…ma senza Ceccuzzi. E queste dichiarazioni confermano il ruolo politico diretto del chianino nella peggiore operazione bancaria del mondo che ha affossato MPS e la comunità senese.

Risultato del sondaggio: Luca Virgili schizza al 92%!!!

Domenica avevamo lanciato un nostro sondaggio che potete leggere qui http://shamael.noblogs.org/?p=6487 .
La domanda del sondaggio:era la seguente:”chi è più simpatico: Luca Virgili o Franco Ceccuzzi?”
Con enorme sorpresa ci sono arrivate ben 745 mail. Quindi 745 persone hanno inviato una mail per rispondere al sondaggio. Alcune mail sono state cestinate (12) e le altre (733) manifestavano chiaramente un giudizio in merito alla domanda posta.
Ecco i risultati:

Luca Virgili           92%

Franco Ceccuzzi   8%

Uauauauauauauaua!!! Fratello Illuminato 1 – Cricca dissestatrice 0

Viene da ridere a leggere lo scarno e dimesso comunicato con cui l’abusivissimo Criccaboni è stato costretto ad annunciare che, contrariamente a tutte le sue bullerie (http://ilcittadinoonline.it/news/154864/Il_ministro_Profumo_all_inaugurazione_dell_anno_accademico.html), l’elettrotecnico e pirotecnico nonché impersonificazione del conflitto di interessi nonché protettore degli abusivi Profumo (quello lombrosiano, non quello della Banca) non interverrà all’inaugurazione dell’anno accademico. Chissà quali saranno gli indifferibili affari di governo per lui che nel governo conta quanto il due di coppe quando briscola è bastoni. Come dice il Gavinone: ah saperlo!

Secondo noi, molto più semplicemente non ha ritenuto opportuno, dopo aver letto quanto abbiamo scritto da diversi giorni a questa parte, metterci la faccia (che era e rimane di palta comunque) con questa cricca di dissestatori e post-dissestatori ed anche per non esporsi a qualche contestazione come quella che avevamo invitato tutti a fare noi, con tanto di fischi, rutti, pernacchie e qualche solenne sputo.

Ora vogliamo vedere che cosa diranno i protettorini del Criccaboni, Bisi e Ceccuzzi. Siamo proprio intereressati avedere che fotine mette il Bisi nell’angolo dell’unto per giustificare la cosa. E Ceccuzzi? Che dirà dell’Università visto che è sparita dal suo orizzonte politico (ammesso che ne abbia mai fatto parte e soprattutto ammesso che ce l’abbia un orizzonte politico il Ceccuzzi)?

Ma smettetela e andate a lavorare!!! E a vergognarvi di aver ridotto la città e le sue istituzioni in condizioni pietose, talmente pietose che nemmeno qul pagliaccio di ministro dell’istruzione e della ricerca scientifica si degna di metterci piede e dà forfait. Ma che aspettate a dimettervi tutti e lasciar lavorare della gente migliore di voi che, vista la qualità infima, si trova ad ogni angolo di strada?

Il partito conservatore che copre il groviglio criccaboniano all’università di Siena

Parlare bene e razzolare male è il modus operanti spesso e volentieri dominante nel sistema politico e nella gestione della cosa pubblica in Italia. Se quanto avvenuto all’università di Siena dal dissesto e all’avvento di Criccaboni fosse successo in America sarebbe intervenuta l’FBI, fosse successo in Francia sarebbe intervenuta la Gendarmeria, fosse successo in Germania sarebbero intervenute le teste di cuoio, e ovviamente ci sarebbe stato l’intervento immediato della magistratura. Qui in Italia dissestare per oltre 200 milioni di euro un’università passa in sordina e molti reati proprio per la lentezza della magistratura finiranno in prescrizione e i colpevoli del dissesto liberi e tranquilli e pronti per ricominciare altri dissesti. La stessa cosa vale se scrivono lettere piene di abuso d’ufficio e se stipulano contratti con importi fuori dalle norme.Eppure a Firenze intervengono, così come a Milano, a Napoli e a Palermo. Ma queste sono altre storie. Qui a Siena meglio il quieto vivere. E con i reati commessi? Vedremo.
Lo stesso atteggiamento omissivo viene praticato dai funzionari del MIUR e dal ministro Francesco Profumo; tanto alla fine i soldi pubblici vanno e vengono ed è preferibile difendere la casta dei baroni che rendere libere e trasparenti le università. E a questo modus operandi vanno aggiunti i ruoli e gli inciuci della politica. Il primo attivista a difesa della cricca universitaria è ovviamente Luigi Berlinguer e il suo ruolo è stato confermato dalle intercettazioni telefoniche che dimostrano chiaramente che la Gelmini ha firmato il decreto di nomina di Criccaboni dietro precise pressioni politiche. Veramente un bel paese e soprattutto complimenti alla classe dirigente del PD.Ma nel partito conservatore a difesa di Criccaboni, non per difendere Angelo ma un sistema aggrovigliato, ci trovate pezzi di ex margherita, pezzi di centrodestra e diversi politici senesi. E forse non è un caso se Renzi vince a Siena sconfiggendo proprio quella classe politica filo-criccaboniana. Ma il quieto vivere arriva a spezzarsi, compresi i legami che frenano le dovute verifiche. E tra una chiaccherata e l’altra emergono anche le complicità dirette per lo scempio compiuto all’università. Senza guardare in faccia a nessuno. Ci chiediamo invece con quale faccia si presenterà a Siena il ministro Profumo il 6 dicembre.

Riceviamo e pubblichiamo. Per quanto ancora il Bisi proverà a sponsorizzare la fidanzata all’interno del Monte dei Paschi?

Ma cosa ci faceva la fidanzata del Bisi, Rosalba Botta, a Milano lunedì 26 novembre? Ve lo diciamo noi, dato che nella sua consueta sobrietà e discrezione ha messo tanto di foto sul suo profilo facebook: era andata a Sky. A fare cosa? E chi ce l’ha mandata? Forse nessuno sa che da un po’ di tempo a questa parte la signora Botta in Bisi è andata a lavorare sotto la nuova responsabile del personale del Monte dei Paschi Ilaria Dalla Riva che, guarda caso, prima di andare al Monte lavorava proprio a Sky. L’ha mandata lei a carpire qualche segreto industriale della sua vecchia azienda o c’è andata da sola?
E’ noto a tutti che il suo fidanzato Stefano Bisi, per cercare di farle fare carriera in banca (dopo che grazie alla sua amicizia col Mussari la fece assumere senza aver passato uno straccio di concorso insieme all’altro collaboratore del Corriere di Siena, Bruno Interlandi, oltre alla cugina di Valentino Fanti, Giuliana Martini: pensate che correttezza, il Fanti da segretario del cda che verbalizza l’assunzione di una parente, complimentoni per la trasparenza) stia andando in giro a destra e a manca per cercare un modo di avvicinare la Dalla Riva e provare in questo modo a garantire la giovane fidanzatina.
Non a caso, non appena la fidanzata passò a lavorare sotto la Dalla Riva, casualmente sul Corriere di Siena cominciarono a scappare fuori foto e articoli della Dalla Riva, pensando così di ingraziarsela e far fare bella figura alla signora Botta.
Ma non sarà l’ora di smetterla con questi metodi figli di quella melassa che ha portato Siena a sprofondare? Quanti giorni di filiale ha fatto la signora Botta? Perché un neo assunto viene mandato in giro per l’Italia in filiale e la fidanzata del Bisi (in quanto suo fidanzata non per chissà quali meriti) non si è fatta neanche un giorno fuori Siena ma, anzi, è stata piazzata subito in direzione generale? Quali particolari specializzazioni ha nel suo curriculum? Non può farsi una bella esperienza in filiale come tutti? O forse ci sono ancora oggi i privilegiati?
La Dott.ssa Dalla Riva si è per caso informata se la fidanzata del Bisi, la signora Botta, collabora ancora con il Corriere di Siena, con il giornale online Siena News (che peraltro prende soldi di pubblicità dallo stesso Monte) e con altre cose ancora e se tutte queste vengono puntualmente retribuite?
La Dott.ssa Dalla Riva ci ponga un po’ di attenzione e rifletta su una cosa, la fidanzata del Bisi percepisce già uno stipendio dalla banca. Se venisse anche pagata da Siena News, dato che questo giornale online prende soldi in pubblicità dallo stesso Monte, vorrebbe dire che la fidanzata del Bisi verrebbe pagata dal Monte dei Paschi due volte, a dritto e a rovescio. Ma le sembra una cosa normale?
Speriamo che la Dott.ssa Dalla Riva sia più furba di altri e non si lasci irretire da qualche pelosa lusinga che non farebbe altro che immergerla in quel groviglio armonioso del Bisi che ha letteralmente mandato alle ortiche la credibilità di un’intera città.

Firmato Un gruppo di pendolari da una vita

Tommaso Occami. Un Sant’Ansano di riconciliazione

Un Sant’Ansano di riconciliazione dove tutte le differenze e i problemi della città scompaiono come d’incanto. Il dottor Profumo che con lingua mielosa dice quello che i Priori delle Contrade vogliono ascoltare. L’Arcivescovo che rivolgendosi ai figlioli sentenzia: lasciamo perdere, quello che è stato, è stato e accettiamo l’esistente.  Se poi l’esistente è l’ex sindaco dimissionario tanto meglio. Meravigliosa la foto del nuovo presidente del Monte insieme a Massimo Castagnini che sorridono amichevolmente. Quello che è stato, è stato! Non esiste città più bella al mondo e io che ho girato molto non posso non confermarlo incalza l’ex amministratore delegato di Unicredito. Bene! Tutto torna, qualche bella parola e i cattivi i seminatori di zizzania sono ridotti all’angolo. Tesi più volte ribadita dallo stesso Ceccuzzi: sono i seminatori di odio quelli che inquinano l’atmosfera senese. Se non ci fossero loro tutto marcerebbe bene perchè i problemi, sì ci sono, ma sono ingranditi dai denigratori. Chissà se ci sono anche i renziani fra questi. Tali affermazioni mi ricordano le pagine manzoniane sugli untori nei Promessi Sposi. La peste, a Milano, non era dovuta alla cattiva situazione igienica, ma a dei malfattori che ammorbavano l’aria con degli unguenti particolari, diabolici. Tutto diventa astratto, frutto di una narrazione, si perde il senso delle cose e le cause vere si dissolvono nelle nebbie così come il passato. È vero che la Chiesa ha sempre adoperato questo metodo per superare i momenti di difficoltà: il tempo lungo cura i mali. Più difficile è comprendere come un manager di una banca possa utilizzare gli stessi argomenti. Normalmente, questi ultimi, i manager, rifuggono dal politichese preferendo l’oggettività dei dati. Ed è proprio sui risultati che chiedono la fiducia, altrimenti perché dovrebbe essere loro accordata? Di Profumo conosciamo bene il curriculum che non brilla sempre per i risultati ottenuti. Non è un’azionista della Banca: non ci ha messo neppure un’euro. Non rappresenta l’azionariato per il quale, nel caso specifico e per quanto riguarda i senesi, non si può non parlare di parte lesa. Allora la fiducia da lui reclamata su cosa dovrebbe essere accordata? Sono passati nove mesi e ancora non siamo in possesso di nessun dato positivo. Dottor Profumo meno retorica, i senesi non hanno bisogno di un genovese per prendere atto di quello che sono, e più risultati. Nella retorica c’è anche la sviolinata nei confronti dei dipendenti, vera risorsa dice il Presidente. Peccato che ne voglia mandare a casa 4.600! La stessa oligarchia di comando in parte, molto limitatamente, è stata cambiata ma la nuova non sembra essere all’altezza della situazione: ancora non si è capito chi comanda!
C’è sempre stato un fastidio da parte della politica e dei vertici aziendali nei confronti di chi voleva capire, di chi si interessava alle sorti del bene primario di Siena e di uno fra i più importanti del Paese. Il paradosso consiste, oggi, nel fatto che tale fastidio viene ancora coltivato nel momento stesso in cui Profumo e il consiglio di amministrazione chiedono quattro miliardi di euro allo Stato: cioè ai contribuenti. Accidenti! Cosa vogliono questi curiosi che pretenderebbero di sapere dove sono andati a finire i soldi, di chi sono le responsabilità e a cosa servono i nuovi interventi pubblici? Se il Monte non ce la fa a pagare gli interessi vuol dire che il piano industriale è irrealistico visto che i ricavi non coprono i costi. Si chiede ai contribuenti di intervenire ulteriormente per una Banca che vale due miliardi e trecentosessantadue milioni, quasi la metà dell’intervento statale richiesto, tutti zitti! Non bisogna disturbare il manovratore; si deve invece colpire gli untori. Non mi è mai capitato di sentire che un contribuente che non ce la fa a pagare la rata del mutuo vada in banca a chiedere altro denaro per pagare la rata e gli interessi. Questo dovrebbe avvenire, viceversa, per la Banca nei confronti dei contribuenti senza che nessuno dica qualcosa.
Mi viene in mente la famosa battuta: vai avanti tu che a me viene da ridere. Sembra essere questo lo spirito che ha armato i due rappresentanti del PD e del PDL quelli che hanno presentato l’emendamento che fa diventare lo Stato, i contribuenti, un bancomat senza capacità di controllo. Il risultato sarà, visto l’efficacia del piano industriale, con molta probabilità un ulteriore indebitamento del Monte. Il presidente Profumo, guardando fisso negli occhi Castagnini, ha così sentenziato: “Qui c’é il senso dell’orgoglio dell’appartenenza che deve accompagnare la responsabilità individuale”. A queste parole sembra che a qualcuno dei presenti si siano inumiditi gli occhi, del resto quello che è stato, è stato. Se poi mancano svariati e svariati miliardi all’appello cosa importa! Potremo sempre godere di un “tramonto” in Piazza del Campo.

 T.O.

Bersani vince il confronto nazionale ma in Toscana e a Siena vince Renzi con una sconfitta clamorosa del gruppo dirigente Manciulli-Ceccuzzi-Bindi-Rossi. E poi ci sarebbe quella strana convocazione nella sede del PD senese dei sindaci

Il dato nazionale delle primarie consegna la vittoria a Bersani. Una vittoria di Bersani che inevitabilmente imporrà comunque l’uscita di scena di personaggi come Rosy Bindi. Dentro questo vittoria nazionale c’è un dato altrettanto clamoroso: in Toscana vince Renzi con il 54,81%. E anche in provincia di Siena netta vittoria di Renzi con il 56,73%; con il dato di Siena città che vede Renzi al 53,40%.
Senza ombra di dubbio in Toscana ad uscire sconfitto è il gruppo dirigente del PD guidato da Manciulli-Ceccuzzi-Rossi sostenuti da Rosy Bindi e Luigi Berlinguer. Un giudizio quindi negativo per alcune gestioni della cosa pubblica in Toscana. E il segretario regionale Manciulli e quelli proviciale e comunale di Siena Guicciardini e Carli dovrebbero dimettersi.
E a proposito dell’economista Giulio “Guido” Carli vi raccontiamo un episodio che rappresenta ancora una volta la deriva negativa del gruppo diirgente del PD. Come segnalato dal blog il Gavinone http://ilgavinone.blogspot.it/2012/12/ecco-il-punteggio-della-partita-di.html c’è stato il tentativo di nominare il ceccuzziano ex capogruppo Massimo Bianchi alla presidenza di Intesa Spa. Ma chi aveva preteso la nomina del Bianchi? Siccome l’assemblea di Intesa Spa è composta dai sindaci, l’economista Giulio “Guido” Carli, prima dell’assemblea aveva convocato i sindaci nella federazione del PD di Via Rosi per dire loro di nominare Massimo Bianchi. Avete capito?
Per fortuna alcuni sindaci del PD hanno ragionato da sindaci senza prendere gli ordini dal ceccuzziano Giulio Carli e hanno stoppato la nomina di Massimo Bianchi. A guidare il fronte contro la nomina del ceccuzziano Bianchi è stato il sindaco di Colle Paolo Brogioni e durante l’assemblea la linea contro la nomina di Bianchi è stata rappresentata dal sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini (leader della vittoria di Renzi a Siena).
Ma sarà possibile che la gestione delle aziende che gestiscono i servizi per i cittadini deve essere decisa,impropriamente, in riunioni dentro la federazione di un partito? Hanno fatto così fino ad oggi, dalle aziende di servizi al Monte dei Paschi e i risultati disastrosi sono sotto gli occhi di tutti.
Avanti Siena…ma senza Ceccuzzi,
P.S. Chi invece è sceso in campo per sostenere Ceccuzzi è il solito Stefano Bisi. Forza e coraggio.

Ceccuzzi e il suo staff sono preoccupati della discesa un campo di Luca Virgili. Diamine!!!

Ceccuzzi e il suo staff, tesi come corde di violini, forse hanno capito che non c’è più trippa per gatti dal punto di vista elettorale e quindi sono preoccupatissimi anche per un banale battito di ali. Siamo venuti a conoscenza che Ceccuzzi e il suo staff sono preoccupati per la possibile discesa in campo di Luca Virgili per la candidatura a sindaco. Diamine!!!

Vi diciamo cosa è successo? Non abbiamo la certezza delle reali intenzioni del Virgili, ma il lancio della candidatura da quanto ci risulta è uno scherzo goliardico. Però nello staff del fuggitivo, siccome hanno il vizio di monitorare 28 ore su 28 blogs e profili fb, quando hanno visto i manifesti per la candidatura del Virgili sono andati in tilt. Diamine!!!

Comunque, a parer nostro, meglio Luca Virgili che quel Ceccuzzi che aveva dichiarato “Antonveneta anima gemella di MPS”.

Detto questo lanciamo un sondaggio: chi è più simpatico: Luca Virgili o Franco Ceccuzzi? Per votare inviate le vostre mail a questo indirizzo madamemarianne[at]gmail.com entro le ore 12 di martedi 4 dicembre 2012.