Il Fondo Monetario Internazionale controllerà le banche italiane. Carlo De Benedetti promuove Fabrizio Viola e glissa su Profumo. Per salvare MPS occorre un intervento veloce della magistratura per chiarire le responsabilità dei disastri compiuti

Fari accesi del Fondo Monetario Internazionale sul sistema bancario italiano; in particolare i tecnici del FMI arriveranno in Italia per verificare soprattutto la portata dei crediti deteriorati. E per quella occasione i banchieri italiani farebbero cosa buona e giusta chiedendo le dimissioni di Giuseppe Mussari dalla presidenza dell’Abi.Anche perchè al FMI hanno sotto gli occhi la vicenda Antonveneta e operazioni bancarie come quelle effettuate con l’ex pastificio Amato.Perseverare,cari banchieri, non è diabolico; è da sciocchi.
Intervistato da Lilli Gruber,alla domanda “chi è il miglior banchiere italiano in questo momento?”, l’ingegner Carlo De Benedetti(editore del settimanale L’Espresso) ha risposto che il miglior banchiere è l’amministratore di banca MPS Fabrizio Viola. La Gruber aveva confuso i ruoli e quando ha chiesto a De Benedetti “si riferisce a Profumo?”, l’ingegnere ha sottolineato che si riferiva a Fabrizio Viola. E io aggiungo che i presidenti delle banche durano in carica meno degli amministratori delegati.
Forse Profumo in certi ambienti,sicuramente nel mio, viene considerato il continuista del predecessore Mussari e fin troppo schierato con quella corrente del PD senese perdente e capitanata dal sodale di Mussari,l’ex parlamentare Franco Ceccuzzi. E comunque la situazione di banca MPS è particolarmente difficile e non è giusto far ricadere sui lavoratori le colpe della gestione Mussari; e non è nemmeno giusto chiedere l’intervento dello Stato senza prima aver chiuso con i vizi e il managemant della gestione precedente.Per far ripartire MPS occorrono due sforzi immediati: un colpo di reni dei vertici della banca e l’intervento veloce della magistratura per chiarire e sanzionare i responsabili dei disastri compiuti. Tutto il resto,compresi i piccoli giochini da politicanti di provincia, non possono far altro che appesantire le difficoltà della banca. Banca Antonveneta non era “l’anima gemella” di banca MPS,caro sig. Franco Ceccuzzi;l’acquisto di banca Antonveneta è stato il cavallo di Troia del disastro della banca.

Albus Silente

2 comments ↓

#1 Il Fondo Monetario Internazionale controllerà le banche italiane. Carlo De Benedetti promuove Fabrizio Viola e glissa su Profumo. Per salvare MPS occorre un interven... | Monte dei Paschi ... di Siena ? | Scoop.it on 12.05.12 at 23:05

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#2 In edicola on 12.06.12 at 16:53

Mps: Procura di Siena indaga sul pagamento di Antonveneta (l’Espresso)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 06 dic – Quando nel corso del 2008 acquisto’ la Banca Antonveneta, il Monte dei Paschi di Siena verso’ al venditore Banco Santander una cifra di gran lunga superiore ai 9,23 miliardi del prezzo annunciato. Da Siena partirono in direzione di varie entita’ del gruppo spagnolo otto pagamenti per una cifra complessivamente superiore ai 17 miliardi di euro. Su questi bonifici, che servirono in parte per rimborsare i prestiti che l’ex proprietario dell’Antonveneta (l’Abn Amro, a sua volta comprata dal Santander) aveva concesso alla banca padovana per garantirle la liquidita’ necessaria ad operare, hanno acceso un riflettore i pm di Siena che stanno indagando sull’operazione. L’ipotesi di lavoro che i magistrati stanno cercando di verificare, come rivela “l’Espresso” in un articolo pubblicato nel numero in edicola domani, e’ che il reale impegno finanziario sostenuto dal Monte per portare a termine l’acquisizione sia stato superiore a quanto i bilanci dell’istituto senese avrebbero in realta’ consentito, visti gli obblighi patrimoniali che ogni banca e’ tenuta a rispettare. Dopo il blitz per la conquista di Antonveneta, portato a termine in soli 15 giorni, si legge in un comunicato del settimanale, il Monte dei Paschi di Siena si e’ ritrovato costretto a richiedere piu’ volte il sostegno dei propri azionisti, a indebitarsi con il sistema bancario e a cedere diverse attivita’ per fare cassa. Mentre oggi, con l’arrivo di nuovi amministratori, la banca padovana – oggetto di pesanti tagli agli organici e di una riduzione della rete degli sportelli – ha cessato di esistere come realta’ autonoma.