21 dicembre 2012:un erede degli Aztechi sconfessa la previsione dei Maya!!

Un erede degli Aztechi ha contattato riservatamente la redazione di Fratello Illuminato e in esclusiva mondiale pubblichiamo la confessione sorprendente: “La previsione dei Maya che indica la fine del mondo per il 21 dicembre 2012 è una falsità; hanno divulgato questa previsione per destabilizzare le borse e i mercati e per impaurire le renne di Babbo Natale”.

L’erede ha poi aggiunto: “Ho tentato di avvertire il governo panamense ma il mediatore era un erede dei Maya”.

Un primo sondaggio artigianale per il futuro sindaco di Siena

Il sondaggio è artigianale, quindi non certificato, ma abbastanza attendibile in base agli umori registrati tra i cittadini negli ultimi 5 giorni. Il sondaggio è solo sul nome del candidato a sindaco e non sulle liste di sostegno.

Il primo risultato, prospettando i nomi dei candidati ufficiali e non (come Ceccuzzi), è questo.

Laura Vigni oscilla tra il 12 e il 15%

Enrico Tucci oscilla tra il 4 e il 7%

Franco Ceccuzzi oscilla tra il 18 e il 21%

Maurizio Montigiani oscilla tra il 5 e 7%

Pierluigi Fabrizi oscilla tra il 30 e il 32%

Gli indecisi oscillano tra il 18 e il 31%

Per i nostri lettori l’articolo sull’affaire Antonveneta pubblicato dal settimanale L’Espresso.Leggetelo con molta attenzione anche dentro il PD senese perchè si parla dell’anima gemella tanto cara al Ceccuzzi

LA LISTA SEGRETA DEL MONTE
di Camilla Conti e Luca Piana (settimanale L’Espresso)

 

Un fiume di denaro, 17 miliardi di euro, che nell’arco di un anno parte da Siena per raggiungere alcune capitali europee: Amsterdam, Madrid, Londra. È questo uno degli aspetti più intricati dell’acquisizione della Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena.

Un’operazione formalizzata nel 2008 ma che, di recente, è finita al centro di un’inchiesta della magistratura, con tanto di perquisizioni a tappeto nella città toscana e diverse iscrizioni nel registro degli indagati. Un’acquisizione, quella di Antonveneta, che stando ai dati ufficiali è costata all’istituto senese 9 miliardi e 230 milioni di euro, una cifra già allora giudicata eccessiva da diversi osservatori. Ma che, in realtà, avrebbe costretto il Monte dei Paschi a impegnare risorse ancora più elevate.

Secondo quanto ha potuto ricostruire “l’Espresso”, sugli otto bonifici miliardari partiti da Siena tra il 2008 e il 2009 per rispettare tutti gli accordi con il venditore dell’Antonveneta, il gruppo spagnolo Banco Santander, si stanno interrogando in queste settimane gli investigatori guidati dal pubblico ministero Antonino Nastasi.

L’ipotesi di lavoro è che l’impegno finanziario necessario per conquistare lo storico istituto padovano abbia avuto un impatto sul patrimonio del Monte superiore a quanto dichiarato nelle previsioni iniziali. Una sottovalutazione che, se intenzionale, sarebbe servita per far apparire come economicamente sostenibile un’acquisizione che i bilanci della banca non avrebbero, in realtà, consentito.

La sentenza sul prezzo di 9,23 miliardi pagato dal Monte l’ha pronunciata di recente il suo nuovo presidente, Alessandro Profumo, arrivato in aprile per cercare di rimettere in carreggiata l’istituto senese. Quando era il numero uno di Unicredit, ha detto Profumo, Antonveneta gli venne offerta «a un prezzo più basso. Non la comprai perché il costo mi sembrava già troppo alto». Se può essere facile parlare oggi, con la profonda crisi del sistema finanziario che si è verificata, va detto però che già al momento dell’annuncio le critiche al blitz voluto dall’allora presidente del Monte, Giuseppe Mussari, non erano mancate.

Per ricostruire i fatti, occorre però ripartire dall’8 novembre 2007, quando viene svelata l’operazione che il Monte e il Santander hanno portato a termine con una trattativa lampo, appena due settimane. Uno scarno comunicato dà conto dei tre aspetti dell’acquisizione: il prezzo; l’obiettivo di dar vita alla terza banca italiana; la necessità di reperire i quattrini per il pagamento (che sarà interamente in contanti) attraverso la cessione di attività non strategiche, dei prestiti bancari e un aumento di capitale pari alla metà dei 9 miliardi che servono.

Fin dall’inizio il piano non convince il mercato. Il titolo del Monte crolla in Borsa e diversi analisti picchiano duro. «The game is not worth the candle», ovvero il gioco non vale la candela, sostiene la banca d’affari Kepler, che ricorda come il Santander avesse acquisito l’Antonveneta appena pochi mesi prima per soli 6,6 miliardi.

E insinua il dubbio di un possibile stop all’operazione da parte della Banca d’Italia, l’autorità che vigila sul sistema creditizio. Anche Banca Imi giudica il prezzo troppo elevato e sottolinea come il Monte rischi di violare le regole europee sugli obblighi patrimoniali, che costringono le banche a preservare un certo quantitativo di risorse a disposizione per far fronte agli impegni che hanno con i propri clienti.

Uno dei problemi dell’operazione emerge nell’aprile 2008 quando il Monte lancia un aumento di capitale da 4,9 miliardi, necessari per reperire parte dei capitali da girare al Santander. Il documento informa che l’Antonveneta può svolgere la propria attività bancaria grazie a un cuscinetto di liquidità di 7,9 miliardi di euro che le sono stati prestati dalla capogruppo Abn Amro (un istituto olandese che solo pochi mesi prima era stato scalato dal Santander stesso).

Il prospetto spiega che il Monte deve restituire quei finanziamenti e che, bontà sua, il Santander è disponibile a concedere ai senesi un anno di tempo. Due mesi più tardi, quando il passaggio delle azioni Antonveneta dall’Abn al Monte è ormai avvenuto, una sorpresa: nel documento informativo sull’acquisizione pubblicato il 16 giugno, l’istituto toscano rende noto che i prestiti da restituire sono 7,5 miliardi, 400 milioni in meno di quanto dichiarato in aprile.

E che il Santander si è detto disponibile a finanziare parzialmente la banca toscana con un’apposita linea di credito, fino a 5 miliardi di euro. Da notare un passaggio dello stesso documento del 16 giugno: il fatto che i debiti della banca padovana debbano essere rimborsati dal Monte, che viene dunque costretto a un ulteriore e pressante impegno di capitale, «non rientra nelle condizioni previste dal contratto di acquisizione».

Su questa complessa transazione sta appunto indagando la procura di Siena, che ha passato al setaccio archivi e computer del Monte, le sedi della Provincia e del Comune, le abitazioni private di Mussari e di Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps, principale azionista della banca e crocevia dei poteri politici locali che comandano sull’istituto.

Stando a fonti de “l’Espresso”, nel mirino degli investigatori sarebbe finita in particolare una lista di 8 bonifici – che a Siena circola da qualche settimana fra i dipendenti della banca – partiti dal Monte in direzione di diverse entità del gruppo spagnolo. Il 30 maggio 2008, il giorno in cui sulla vendita viene messo il sigillo definitivo, viene effettuato un primo pagamento in direzione della Abn Amro di Amsterdam per un importo di 9 miliardi e 267 milioni.

Dettaglio curioso: l’importo è superiore di 37 milioni rispetto ai 9 miliardi e 230 milioni che il Monte ha più volte detto di aver pagato come cifra definitiva (al prezzo base erano stati infatti aggiunti 230 milioni di interessi per il periodo trascorso tra la firma del contratto e l’effettivo pagamento, per il quale occorreva attendere l’ok delle autorità di vigilanza). Il motivo dell’apparente discrepanza è però un mistero: interpellato in merito, il Monte ha preferito infatti non rispondere a questa e altre domande.

Lo stesso giorno, dalla banca senese parte anche il primo di una serie di sette bonifici che, nel giro di undici mesi, finiscono in parte alla sede di Madrid del Santander, in parte a quella di Londra della Abbey National Treasury Service, una controllata del gruppo spagnolo. I pagamenti possono essere divisi in due categorie. Quattro sono di importo elevato, per un totale di 7,5 miliardi che sembra coincidere con i prestiti che il Monte dice di essersi impegnato a restituire al venditore di Antonveneta.

Gli altri tre, invece, riguardano cifre più piccole, per un totale complessivo di 240 milioni. Perché, di tutti questi quattrini, la considerevole somma di 2 miliardi e 623 milioni sia finita alla Abbey – che svolge servizi di tesoreria per controparti anche esterne – non è dato saperlo. Anche il portavoce del Santander ha infatti declinato ogni commento.

Al di là della Babele di numeri, resta un fatto. L’impegno che il Monte ha dovuto sostenere per prendere l’Antonveneta è stato massiccio. E l’operazione si è rivelata un boomerang. Come ha ricordato nell’ultima assemblea l’ex presidente del collegio sindacale, Tommaso Di Tanno, la banca padovana al momento dell’acquisizione «aveva un valore patrimoniale di 2,3 miliardi», molto lontano dal prezzo pagato.

Il Monte l’ha acquistata a scatola chiusa, senza fare una verifica preventiva dei conti e senza clausole per ridiscutere il prezzo. Per sostenere l’esborso si è indebitato, ha venduto diverse attività, chiesto più volte aiuto agli azionisti. E oggi l’Antonveneta, tra cessioni di sportelli e tagli agli organici, si appresta a sparire come entità autonoma.

Ma si può sapere dove cacchio è?

Allora: l’11 settembre u.s. è stata approvata una convenzione tra Università e Banca sulla due diligence. Qui c’è l’articolo trionfale dettato dal criccaboni a tutti i giornali: http://ilcittadinoonline.it/news/152292/Tra_Universit%C3%A0_e__MPS_una_convenzione_sulla_due_diligence.html con tanto di foto che raffigura l’abusivo che stringe la mano a questi uffici non sanno chi sia, ma presumibilmente un dirigente della Banca. Bene. A parte la banale osservazione che l’unica diligenza che conoscono queste due istituzione è quella che hanno assaltato da quindici anni a questa parte col fazzoletto davanti alla bocca per non farsi riconoscere (ma li hanno riconosciuti tutti, naturalmente), questi uffici e l’intera redazione di Fratello Illuminato amerebbe sapere dove cazzo sia questa convenzione, perché nel CdA dell’Ateneo sicuramente non se ne è parlato, né tampoco si sono firmate convenzioni (a parte quella sulla financial education: buauauauauauauauauau!!!!) e anche in banca non ne sanno niente.
Ma chi l’ha fatta ‘sta convenzione? Chi sono i protagonisti? Forse l’amico del Criccaboni Antonio Marino (già impegolato nei traffici immobiliari insieme al Cricca e a Frediani)? Chi se no? Ma che minchia di trasparenza è questa? Si fanno gli annunci trionfali e poi si nascondono le carte? Ma i Carabinieri e la Guardia di Finanza ne sanno niente? E com’è che gli organi di governo di nessuno dei due enti ne parla né fa vedere le carte? Ma i cittadini, soprattutto per la presenza dell’università che, ricordiamolo, va avanti con soldi PUBBLICI, dovranno sapere qualcosa oppure continua a vigere il principio del “si fa come cazzo ci pare e non diciamo niente a nessuno”?

P.S. La foto è tratta dal Cittadinoonline. Non ci sembra di vedere filigrane o copyright, ma siccome tutte le volte c’è qualcuno che accampa diritti o si immusonisce, se abbiamo violato qualcosa ce lo fate sapere e noi la leviamo subito, eh …

Dopo la sex education arriva la financial education

Dopo i programmi governativi, pressochè assenti, per la sex education nelle scuole (ragazzi applicatevi da soli!!) sta per arrivare per gli studenti universitari di Siena la financial education.

Ci scappa da ridere ma la presentazione dell’iniziativa a firma della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro assume una rilevanza importante (ahahahahahah). E infatti la maestrina scrive:

Nell’ambito degli incontri avvenuti tra il Magnifico Rettore e il Presidente della Banca Monte dei Paschi di Siena, Dr. Alessandro Profumo, si è sviluppata l’idea di concertare delle azioni di interesse comune rivolte agli studenti, al personale dei due enti e, in taluni casi, alla cittadinanza.
Particolare attenzione, sotto questo profilo, è stata rivolta al mantenimento della prestigiosa filiera di iniziative di formazione legate alle scienze economico-bancarie e finanziarie, ambito nel quale, come è noto, l’Università di Siena ha rappresentato da più di un ventennio un punto di riferimento nazionale e internazionale. Collegato a tale obiettivo vi è quello di dare vita a progetti in quella che a livello internazionale viene chiamata “financial education”. Infatti, nel mondo globalizzato si registra un profondo bisogno di formare diffusamente – in primis gli studenti che sono destinati a svolgere molte professioni diverse – le persone alla competenza finanziaria, vale a dire alla conoscenza dei prodotti offerti in tale settore e all’utilizzo critico di essi”.

La maestrina poi scrive:

“Sulla scorta di tali spunti è stato predisposto un protocollo quadro di collaborazione, corredato di schede che, a seconda degli argomenti e ambiti, realizzeranno un rafforzamento della collaborazione tra Università e Banca Monte dei Paschi.Le schede sono state concordate con la Direzione Generale della Banca e prefigurano, in via generale, unapartnership nei settori della comunicazione, della “financial education”, della formazione, della formazione continua, della ricerca e dei servizi agli studenti”.

Ancora non abbiamo ben capito se questo Protocollo siglato tra banca e università comprende la famosa convenzione per la “due diligence”; verificheremo meglio al riguardo.
Avremmo voluto essere delle mosche per ascoltare la conversazione tra Alessandro Profumo e Criccaboni; o meglio tra il banchiere e l’economista del Cresco e del Nucleo di Valutazione, quello che afferma che ha superato la fase acuta e poi chiede il congelamento dei mutui perchè non ha più liquidità adeguata per gestire l’ateneo. Il Criccaboni, infatti, è un fulgido esempio di “financial education”. Così come l’acquisto di banca Antonveneta. Del resto dissestare per oltre 200 milioni di euro un ateneo è fulgido esempio di financial education. Ma anche firmare contratti per direttori amministrativi con importi fuori dalle norme è fulgido esempio di financial education.
E la partnership nei settori della comunicazione? Chi meglio di David Rossi, in ottimi rapporti con Criccaboni, può sviluppare questa partnership? Senza dimenticare gli allievi del Bisi in forze presso la banca; soprattutto la nuova pupilla della Dalla Riva, la fidanzata del Bisi, che si divide tra la sede Sky di Roma e Milano. La gestione precedente della banca è stata così perfetta che Viola e Profumo lavorano in piena continuità, mantenendo lo stesso sistema precendente tanto amato dal groviglio armonioso.Con l’aggiunta della collaborazione con Criccaboni.

P.S. Nella foto un esempio di applicazione della financial education ai tempi dei dissestatori.

L’acquisto di banca Antonveneta: “l’anima gemella” benedetta dal politico Franco Ceccuzzi. Un colpo mortale per la banca e la città

Ceccuzzi e Mussari hanno fatto sprofondare la città e a questo punto è alquanto offensivo per la decenza e la dignità dei cittadini che un partito continui a dare credito e visibilità a politici come Ceccuzzi.http://shamael.noblogs.org/?p=6512

Le tre foto che racchiudono quel groviglio armonioso che ha condotto la città verso il baratro.

Nella prima foto Mussari insieme a Botin il presidente del Santander, la banca che ha venduto Antonveneta a MPS. Nella seconda Ceccuzzi insieme a Mussari; nella terza il capo della comunicazione di MPS David Rossi che sfoggia il premio per MPS/Antonveneta.

Artisti e cultura a Siena. Con la guida del famoso rapper Zatarra Il Pirata, la redazione di Fratello Illuminato intervista i ragazzi del Lab “Lo StRAPpo”. Il 14 dicembre prima uscita del mixtape ufficiale dal titolo “53100: Non è un Paese per Rappers”

Alle domande hanno risposto i vari artisti del Lab. Il 14 dicembre alle 9 di mattina i brani saranno ascoltabili in anteprima (20 secondi per ogni brano) su Sienafree e mercoledì 12 invece ci sarà una diretta web dallo Studio L’Untore Records per una sorta di live di presentazione.

1) Come nasce “Lo StRAPpo” e come siete arrivati alla produzione di questo vostro primo mixtape? Descriveteci cosa avete fatto.

(Slow) Il lab lo strappo nasce da una idea di Zatarra che era quella di portare la cultura hip hop a Siena in maniera massiccia. Penso che l’organizzazione dell’evento “rap-a-rota” di giugno 2011 abbia avuto un ruolo fondamentale in ciò, c’erano e ci sono sempre di più ragazzi a cui piace questa cultura. A Siena non c’è solo rock e la nascita di un laboratorio hip hop a siena tutto dedicato a chi ha la passione per questa cultura ne è la testimonianza. La prima regola dello StRAPpo è “non importa che sesso hai né che nazionalità ma l’importante e che hai la passione dell’hip hop nel sangue”.
Il mixtape “53100 non e un paese per rappers” che uscirà a metà raccoglie giovani mc di nazionalità diverse e di diversi stili/sottogeneri, ma soprattutto è frutto di tanto cuore, fatica ma anche divertimento. Il mixtape conterrà 12 track tra cui una bonus track col grande Zat in featuring con Lezzo. Il tutto è stato registrato al “T.o.c.” Studio per l’Untore Records, l’editing il mix e il master èstato a cura di Damiano Jimon Magliozzi (con l’assistenza di Testa Calda e Jari) e Mr Tinka ci ha fatto il favore di curare l’hosting, le grafiche sono di Igor Gucci, insomma, abbiamo fatto tutto tra di noi!


(Lug)  Secondo me Lo StRAPpo nasce dalla voglia di cantare, dalla voglia di farsi sentire e di dimostrare a tanta gente, dalla mentalità chiusa, che non siamo dei teppisti che hanno voglia di fare casino, ma dei ragazzi che si impegnano in quello che fanno e che i pregiudizi con cui la gente ci vede per noi sono un motivo per non smettere!! Se dovessi descrivere le mie esperienze personali all’interno dello strappo non basterebbe un commento, ma posso assicurarvi che è composto da persone in gamba e che non corrispondono ai ragazzi svogliati che ci descrivono, anzi!! Per quanto riguarda il mixtape è una bomba, ci abbiamo dedicato del tempo ma ne è valsa la pena!! Spero che una volta uscito, il mixtape, rispecchi gli stati d’animo di tanti ragazzi e ragazze che la pensano come noi e che faccia pensare tanti di quelli che non sono d’accordo!!

2) Quanto è difficile avere 18 anni oggi e vivere a Siena e provincia nel 2012? Quali sono le situazioni o le questioni che vi colpiscono di più?

(Haze) Avere 18 anni dovrebbe essere una delle tappe più belle della vita dove puoi vivere di svago (tuttavia sempre tenendo molto di conto i doveri), mentre a Siena avere 18 anni è quasi una condanna. Qualunque cosa diciamo o facciamo non va bene, un ragazzo che non segue alla perfezione bibbia e costituzione viene pregiudicato e “perseguitato” e io non trovo affatto giusto tutto ciò. Le situazioni che mi colpiscono a Siena sono tante, forse troppe e quasi tutte negative grazie o per colpa di gente che pretende di imporre senza rispettare. Non è un riferimento specifico a nessuno, ma al 90% delle persone che hanno un minimo di potere in questa città e che non fanno niente per migliorare la vita dei loro figli, e si arraffano tutto quello che gli capita sotto gli occhi lasciando tutti noi giovani a mani vuote e con pochissime possibilità di uscita da questa triste situazione. Io infatti, come molti, spero tanto di andarmene se la città non si risvegliasse, e anche presto!

(Drine) Quando compii 18 anni penso di poter dire che fu il giorno più bello della mia vita…..tutto nuovo,tutto possibile….ma poi iniziarono i vari problemi: chi mi diceva di iniziare a pensare al futuro,chi mi diceva di pensare alle conseguenze delle mie azioni…..ma poi ho capito qual è il vero problema, il vero problema sono “loro”, coloro che comandano…..perchè credo che un ragazzo di 18 anni dovrebbe avere il mondo in mano….mentre quello che vedo nella città di Siena sono solo tentativi di “tarparci le ali”…

3) Cosa ne pensate dell’attuale scena hip-hop italiana e toscana in particolare?

(Cezzha) E’ difficile negare che il panorama rap in Italia si stia evolvendo in questi anni, vengono proposti perlopiù brani sperimentali e ci stiamo, ogni anno che passa, distaccando dai classici suoni che hanno contraddistinto il rap fino a poco tempo fa.
Il tutto è positivo, dato che il genere è molto flessibile e facilmente adattabile ad ogni altro genere in circolazione ed io sono il primo a sperimentare nuove direzioni in diversi generi musicali. Allo stesso tempo però non mancano i lati negativi. Stiamo forse un po’ tutti considerando troppo il mezzo di divulgazione in sé, sottovalutando invece i concetti da comunicare. Sono sempre stato contro al “detto”: “non dico nulla, ma lo dico bene”, concetto ben fisso nella testa di un gran numero di rappers italiani. Siamo veramente sicuri di volerci rappresentare dagli attuali “ambasciatori” di quella che viene comunemente chiamata “scena”?

Il rap italiano non sta morendo,
è solo che è uno scempio, una sorta di pretesto.
Un suono che pian piano si trasforma in orrendo.
Vorrei farti un esempio, ma l’esempio è proprio questo.
La stessa scena è connessa da tante facce acconciate,
dentro l’abbazia della pazzia è finita tutta la grinta.
Se la promessa del rap italiano ha le dita incrociate
pensi sia scaramanzia e che promette per finta.

Rancore, nel brano “La Follia” contenuto nell’album “Silenzio” in questi otto versi ci fa un po’ riflettere sull’attuale situazione della scena italiana. Non credo comunque che manchino i buoni artisti in Italia, anche nel panorama rap.
Credo piuttosto che manchino i “buoni intenditori”, capaci di selezionarli e scartare invece la spazzatura, che inevitabile compare ai primi posti delle classifiche di iTunes, MTV e compagnia bella.
E’ una triste realtà, combinazioni di falliti che giocano a fare i miti e ricevono approvazioni e disapprovazioni.
Non importano le vostre critiche, finché siete voi a comprarli i vestiti. La scena toscana è attualmente povera, anche se negli ultimi anni si sta dando da fare più del solito.

(Fedok) L’hip hop italiano è bello perché è molto vario, attualmente credo che sia in una fase di evoluzione e stia sfociando sempre di più in un genere diverso, più moderno. In Italia facciamo fatica ad associare l’Hip Hop al “Mainstream”, sembra quasi che si sia creata una faida, che da parte dei sostenitori dell’Hip Hop Underground non si placherà mai.
Reputo veri ascoltatori coloro che ascoltano senza alcun pregiudizio su un artista, coloro che ascoltano ciò che piace a loro senza rendere conto alle dicerie e agli stereotipi a cui è soggetta questa musica, senza dover per forza prendere una posizione, ma rendendo conto soltanto ai propri gusti.
In Toscana l’Hip Hop sta emergendo molto, si è creato un bel movimento anche solo con “Lo StRAPpo” che ha riunito un sacco di persone intorno al fuoco, quel fuoco che è l’Hip Hop in generale, creando un clima di amicizia stretta grazie alla musica che si ama.
Secondo me, è una musica per tutti, la cosa più importante è che chi ascolta conosca la provenienza di questo genere, le radici, per partire dall’ Old School arrivando a quello che si è creato oggi, prima di esprimere il proprio parere.

“L’Hip hop c’è e non è detto che perché se industrializzato non possa andare bene
e a questo punto secondo me l’hip hop è ogni risata ogni canna ogni canzone fatta insieme” CIT.

“È musica non servono passaporti,
È un valore di tutti non servono casseforti” CIT.

4) Diteci la cosa più difficile e quella più facile nella preparazione di un mixtape.

(Ego) Sicuramente la cosa più facile penso sia l’intesa con il compagno con cui abbiamo concepito la canzone, molte volte magari preparando featuring con persone che conosciamo poco ci si sente come in soggezione perché, per quanto si possa stimare un’altra persona, non è comunque la stessa cosa di scrivere assieme a chi ti ha visto “nascere” artisticamente. In questa situazione quasi familiare si riesce a dare il massimo eliminando la componente di “timore reverenziale” nel sapere che i tuoi versi verranno valutati da una persona di cui non conosci bene le reazioni.
La cosa più difficile è stata il sapere di dover dare il massimo, essere incisivi, cercare di dare un messaggio che resti in testa e doverlo fare, in media, con solo 16 versi. Questa sensazione di dover dare tutto in poche righe è sicuramente cosa più ardua almeno per me. Spero sia servita come sprone per fare non bene ma meglio!

5) Quali sono le vostre proposte per risolvere i problemi degli spazi per i giovani come voi a Siena e provincia?

(Tizzy) Si deve prima risolvere il problema della mobilità per noi che viviamo in provincia, e sto parlando ovviamente anche per la questione residenza universitaria de “La Tognazza” (dentro la quale “casualmente” ci ritroviamo confinati noi studenti di origine africana…) e costruire centri di accoglienza e raggruppamento giovani, sia in città sia in provincia, ripeto…ci stiamo “arrangiando” con Lo StRAPpo, ok, ma non possiamo fare tutto da soli!

(Meta) Vivo a Chianciano Terme, il paese degli anziani per antonomasia, dove i giovani non è che non hanno spazio,non li vedi proprio. In un periodo come quello che stiamo vivendo è ancora più difficile per un diciottenne ritagliarsi qualcosa,specialmente se aspettiamo che a farlo sia qualcun altro per noi. Quindi l’unico consiglio che mi sento di dare è quello che inoltre ho seguito pure io con la musica, mettersi in gioco, credere in una passione,un’attitudine,un talento,a prescindere di ciò che si tratti. Nel mio piccolo siamo riusciti a portare qualcosa nel mio paese, adesso tutti per strada sanno quello che faccio e mi riconoscono di avere avuto gli attributi di credere in qualcosa. Oggi oltre a essermi tolto delle soddisfazioni incredibili sono più maturo e grande grazie al rap,la mia passione.

6) Prima il video, poi i “live”, adesso il mixtape: dove volete arrivare e quali sono i vostri progetti futuri, singoli e di gruppo?

(ED) Il video, i live e adesso il mixtape, chissà il nostro domani cosa ci riserva … Non è semplice far capire alle persone quanto valga il nostro messaggio, il nostro disappunto, dissenso … Non stiamo con le mani in mano, a guardare la futile quotidianità senza agire, come fanno molti , ma sviluppiamo progetti in continuazione.
Attualmente pur non volendo con la buona volontà dei ragazzi si sono formati molti duetti che lavorano sodo per smuovere un po’ Siena e la sua scena hip hop… Vorremo essere visibili anche al livello nazionale, vorremmo essere uno snodo cruciale per l’hip-hop in Toscana , ma il lavoro da fare è ancora molto…

7) Dal punto di vista tuo Zatarra e dei tuoi collaboratori nell’ambito direttivo del Laboratorio, qual è stato il momento più duro e quale il più bello?

(Zatarra) Il momento più duro è da sempre quello di riuscire a incastrare il Lab nel tessuto sociale senese, inteso non come popolarità da raggiungere, su quella non c’è da lamentarsi, anche solo il passaparola o il web aiutano notevolmente, sto parlando dell’organizzazione degli eventi. E i limiti non vengono posti dai gestori dei locali che ci hanno ospitato in passato (e che ringrazio), ma da regolamenti comunali adatti a decenni come quelli del 1920 e non del 2012…e poi ovviamente tutti gli altri ostacoli posti da chi abita a Siena e la vorrebbe città dormitorio, gente che ha figli di 20 anni e utilizza carte bollate e telefonate tramite “amicizie” particolari per bloccare una sana convivenza e equilibrio tra chi fa lavori diversi (ricordo che è un lavoro l’impiegato di Banca come lo è il gestore di bar o il dj…), un esempio tipico è ciò che è successo a Giampaolo del “Touché Pub” in Piazza del Sale…
Il momento più bello invece è ciclico, perché ogni volta che incontro i ragazzi, che li vedo migliorare, che noto evoluzioni sia tecniche sia personali caratteriali all’insegna di un’ideale comune vero (seppur con le fondamentali particolarità di ognuno) il cuore mi si riempie di gioia, e mi fa dire che un piccolo contributo a qualcosa di più grande di me l’ho dato…

(Tinka) Sicuramente il momento più bello non è definibile … ci sono stati troppi momenti belli a livello personale, sia da tutte le risate e serate fatte insieme, dalle trasferte per vedere i live, quando abbiamo organizzato e partecipato ai live e vedere la risposta della gente … però forse, per me personalmente, uno dei momenti più piacevoli è stato il live a Viterbo, la mia città. Sono stato contento di vedere la partecipazione di molti dei ragazzi del lab e stare con loro tutta la giornata è stato veramente fantastico.
Momenti brutti o duri dipende invece…Sicuramente per organizzare un live alla corte dei miracoli e il compleanno della radio dove hanno partecipato. è sempre dura cercare di coordinarli tutti insieme e partire organizzati, “son ragazzi”.
Ecco se dovessi raccontare un aneddoto interessante una volta portai hiro, tryton, jack e lezzo a fare una dimostrazione di freestyle vicino san miniato… il tempo di parlare con uno degli organizzatori e jack era sparito non so dove! lui è così, ogni tanto si perde!!!

8) Fate un saluto alla città e convincete chi ha pregiudizi sui giovani che non siete tutti svogliati, nullafacenti e ignavi.

(Dei Dani) Saluto tutta Siena certo! Per prima cosa però vorrei sottolineare che lo stereotipo che noi giovani siamo tutti svogliati è una fesseria, perché molti di noi stanno studiando per arrivare ad ottenere un posto di lavoro, che tra l’altro non sappiamo neanche se troveremo! E più di questo non possiamo fare in questo ambito! Anche perché lavoro appena usciti dalle superiori non ce n’è! Poi i giovani di oggi sono attivi anche nel settore della musica, dimostrazione ne è Lo StRappo, il quale presenta più di 30 ragazzi accomunati dalla passione per l’hip hop. Se davvero noi giovani fossimo ignavi e nullafacenti come dice certa gente, invece di studiare, impegnarsi con la musica che a noi più piace, e molte altre cose, staremmo su un letto a guardare la televisione da mattina a sera! E non è una bella prospettiva visto quello che ci propinano, sia le tv nazionali che quelle locali!

(Megafono) Faccio un saluto al Paese di Siena, perché è così che la considero…un grande paese governato da ignavi e nullafacenti, che preferisce riempire di luci le sue vie tenendole accese tutto il giorno invece di risparmiare energia ed investire questi soldi in qualcosa di migliore e più importante, e che dia uno sguardo al futuro, cioè noi, i giovani.
E’ vero, noi ragazzi veniamo racchiusi senza distinzione in un contesto stereo tipizzato, e in un pensiero sbagliato da parte di tutta questa gente vittima di pregiudizi! Un adolescente non può vestirsi largo, stretto, stRAPpato, o semplicemente mettersi cio’ che più lo rappresenta che subito viene ingiustamente giudicato! Perchè è così che le persone fanno…giudicano, sputano sentenze solo per il gusto di parlare!
I giovani non sono tutti uguali, non tutti passano pomeriggi alla play al computer o alla tv, c’è chi si mette in gioco, chi studia, chi manifesta, chi dà un contributo a questa Italia che affonda, e alla fine crediamo più noi in un futuro migliore che quelli che ci giudicano!
Lo StRAPpo per noi è anche questo un progetto di protesta in cui far sentire la nostra voglia di cambiamento.
Bella lì!

Oggi alla contestazione davanti al rettorato c’era il nostro inviato specialissimo Bastardo Senza Gloria: ecco il reportage

La redazione di Fratello Illuminato ha da aggiungere al reportage del nostro inviato molto speciale Bastardo Senza Gloria poche parole: finalmente un po’ di riot che si incazzano di fronte alla vergognosa devastazione della cultura, delle istituzioni, dei diritti civili peraltro protetti dalla Costituzione, di fronte alla schifosa e infame arroganza di questi becchini della cultura e dell’istruzione pubblica, di fronte a questi demolitori delle istituzioni, di fronte a questi macellai sociali, affamatori di povera gente cui fanno scontare le loro schifose manovre baronali; di fronte a questi turlupinatori dei poveri studenti che, pagando una marea di tasse, si vedono restituire  servizi e didattica da terzo mondo. Ma lasciamo la parola e le immagini a Bastardo Senza Gloria. Se il sistema deve essere questo, allora: FUCK THE SYSTEM!!!

Incredibile amici!!! A Siena esiste ancora qualcuno che protesta, s’indigna, manifesta il suo disappunto o semplicemente esprime il suo disagio davanti a così tanta arroganza sulle spalle dei cittadini, che essi siano studenti, operai, impiegati, disoccupati.
Una intera classe dirigente inchiodata sulle sue responsabilità!! Guarda caso il ministro Profumo ha sentito il “profumo” della protesta e si è in largo anticipo smarcato dal presiedere questa inaugurazione del 772° anno accademico. Tanto ci ha messo questa gloriosa università per conoscere il disonore del dissesto, perpretrato da una classse dirigente irresponsabile che non ha esitato a passare sopra agli interessi legittimi di studenti e famiglie che avrebbero voluto solo e soltanto quello che è previsto dalla nostra costituzione, vale a dire il diritto allo studio ed al lavoro. Diritti di giustizia sociale, con la quale molti si sono sciacquati la bocca ma pochi li hanno applicati, basti vedere come certi politici del panorama cittadino si sono eclissati difronte a questi abusi senza mai indignarsi ma anzi andando avanti con arroganza fino a paventare che una città come la nostra con questa classe dirigente possa ambire a diventare capitale europea della cultura. Signori miei, ma uscite dai salotti dove per anni avete deciso le sorti di questa vituperata città, e guardatevi intorno. Ma davvero pensate che ci siano ancora persone, a parte la vostra platea giudicante, disposta a far finta di niente? Ma sig. Cucini e sig. Morrocchi, rappresentanti del comune di Siena e della provincia di Siena nonchè espressione del partito di maggioranza di questa città, avete qualcosa da dire su certi argomenti scomodi?
Ma insomma!!! Qui c’è in gioco il futuro dei nostri studenti ed il presente di molte famiglie, vogliamo ancora fare finta di niente? Qualcuno su questo cazzo di buco di svariati milioni di euro ha delle responsabilità? Politiche? Morali?
Veniamo ad oggi davanti al rettorato. Oltre agli studenti arrabbiati vi erano anche lavoratori e lavoratrici che sentivano forte il senso di smarrimento al quale sono stati portati. Forte era la preoccupazione e la paura nei loro volti e nelle loro voci, che raccontavano con quale leggerezza e facilità nella Siena di oggi, candidata a capiltale europea della cultura, si possa perdere un lavoro, dignità e sicurezza. Triste è toccare con mano quale sia il senso di smarrimento. Ma coloro che hanno provocato tutto questo, perchè dei responsabili ci dovranno pur essere, la faranno franca? La domanda è, dove dobbiamo rivolgerci per avere un pò di giustizia?

Bastardo Senza Gloria

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Ma l’assessore regionale Stella Targetti la conosce la situazione dell’università di Siena o anche la Stella del Montesquieu taglia solo i nastri alle inaugurazioni?

Lo scoop del Bisi concordato con Criccaboni molto prima del comunicato ufficiale non è servito a niente: il ministro Profumo non sarà presente all’inaugurazione dell’anno accademico. Povero Criccaboni,è cosi stanco perchè si divide tra Siena e New York; si poverello, e meno male che c’è il Bisi con le sue fotine a ricordarci che il Criccaboni c’è. Criccaboni e Bisi sono proprio due facce da groviglio.
Chi invece sarà sicuramente all’inaugurazione dell’anno accademico oggi pomeriggio è Stella Targetti assessore regionale,la Stella del Montesquieu. Ma la Targetti la conosce la situazione dell’università o come molti politici partecipa ai tagli del nastro senza aver chiaro dove si trova?
La Stella del Montesquieu che ci dice del contratto del direttore amministrativo? La Stella che cosa ci dice dell’abusivismo del Criccaboni? La Stella che cosa ci dice del famoso dissesto?
Insomma, Stella Targetti che cosa ci dici della cricca universitaria che ha distrutto e che sta distruggendo l’ateneo?

P.S. Anche l’ateneo senese è stato bucato come l’Asl di Massa. E chi manca all’appello tra i filodissestatori?

Fratello Illuminato è TOTALMENTE d’accordo con questo commento di Lia Valentini

La città non rimane in silenzio!! Quanto meno non la parte migliore di questa città! Il movimento studentesco ha organizzato, insieme ad alcuni partiti e tante realtà della cosiddetta società civile un presidio di contestazione davanti al rettorato a partire dalle 16.00 di domani pomeriggio, profumo o non profumo!
Tutti sono invitati a partecipare! Per info http://dimensioneautonoma.blogspot.com

Fratello Illuminato invita tutti ad aderire a questa iniziativa. Andate tutti a contestare, Profumo o non Profumo, quei buffoni, macellai sociali, devastatori delle finanze pubbliche e demolitori della cultura, della didattica e della ricerca. E voi, alla Lizza, svegliatevi!!! State consentendo a questi pagliacci, servi della peggiore politica e della classe baronale, di massacrare un’istituzione antichissima e che fino a qualche anno fa era prestigiosissima. Tutti con gli amici del DAS e di chi ha aderito, di qualunque colore, a questa iniziativa. Andate tutti e siate solidali!!! Contestate questi cialtroni vestiti, per l’occasione, da beccamorti quali – in sostanza – sono. I becchini della cultura, della formazione e del lavoro.