Dopo il consueto incontro con i giornalisti cinesi pubblichiamo in formato pdf (così potete visionarla e stamparla) la famosa lettera della Fondazione MPS che l’allora sindaco Ceccuzzi ha nascosto al consiglio comunale. Un’omissione che a parere dei cinesi palesa anche violazioni di natura giuridica. Comunque sia, la lettera conferma che il Ceccuzzi aveva nascosto un documento fondamentale per la discussione sul bilancio comunale e chi ha votato contro è stato lungimirante: non vi era nessuna copertura da parte della Fondazione MPS, ma Ceccuzzi ha nascosto la lettera non informando il consiglio comunale. Quello di nascondere i documenti era un vizio diffuso nel groviglio armonioso.
Fratello Illuminato incontra la stampa cinese e pubblica la famosa lettera che Ceccuzzi ha nascosto al consiglio comunale. Anche i cinesi concordano con noi: chi nasconde i documenti non è titolato a ricoprire una carica pubblica
Febbraio 11th, 2013 — Note redazionali
Intervista esclusiva di Ester Cicala al professore Remo Plusvalente
Febbraio 9th, 2013 — Note redazionali
D) Buongiorno professore,lei è un sociologo e recentemente ha approfondito il legame tra mentalità criminale e disastri finanziari, che idea ha maturato rispetto alle vicende giudiziarie che coinvolgono Siena?
R) Guardi, precisiamo subito due verità: le inchieste riguardano un sistema politico e le gestioni condizionate e volute dal, come lo chiamate voi, groviglio; Siena non è una città che vive di illegalità, non è corretto identificare un gruppo ristretto di classe politica con la storia e la maggioranza dei cittadini senesi. Però?
D) Però?
R) Il campanello d’allarme in città doveva scattare quando hanno scoperto il buco dell’università; nella storia di quel buco ci ritrovate la genesi e il modus operandi di coloro che hanno dissestato la città. Ricordando anche il ruolo distratto della magistratura fino al 2008-2009.Con l’arrivo a Siena del procuratore Formisano si rompe l’indifferenza della procura di Siena nei confronti dei reati commessi nel senese. Oggi, leggendo i giornali, i magistrati lavorano intensamente anche se mi risulta strano che con tutti i dissesti commessi tra università e banca nessun provvedimento cautelativo e interdittivo sia stato comminato. E forse manca altro su cui indagare.
D) In che senso?
R) Il vero groviglio è indubbiamente da ricercare nella triangolazione tra università, aereoporto di Ampugnano e banca, verificando anche i ruoli di personaggi che non hanno avuto incarichi politici o istituzionali ma che hanno avuto vicinanze chiare con i soggetti indagati, soprattutto sul versante Ampugnano.
D) Professore, lei ha letto l’articolo dell’ultimo numero del settimanale L’Espresso in merito alla casa di Antonio Vigni?
R) Ho letto attentamente l’articolo. L’Espresso ha riportato la notizia limitandosi al racconto dei vari passaggi della proprietà da MPS Tenimenti fino alla famiglia Vigni. Forse un approfondimento della vicenda, non sul piano giornalistico, considerato tutto il quadro generale, sarebbe utile. Anche per fugare dubbi o eventuali sospetti.
D) Chi sono i veri artefici della discontinuità rispetto al groviglio armonioso?
R) I magistrati, indubbiamente. La politica rincorre gli eventi e ancora oggi dimostra debolezza di analisi e di reazione. E la politica ha tutte le colpe per i disastri avvenunti. Il ruolo del sig. Ceccuzzi è fin troppo chiaro. Un altro evento che ha sbloccato il sistema è stato il cambio al vertice della prefettura. Lo Stato non è poi così distratto ultimamente.
E che due coglioni con queste aragoste!!! Facciamo qualche domandina a Acheropita Mondera Oranges e per conoscenza direttamente al Presidente Giampaolino
Febbraio 9th, 2013 — Note redazionali
Co ‘sta storia delle aragoste di Focardi veramente non se ne può più! A parte che la Procura di Siena ha richiesto l’archiviazione non ravvisando fatti penalmente rilevanti, ma in ogni caso se c’è un danno erariale da 21000 euro questo danno verrà pagato e basta. Così come ci sembra francamente eccessiva la condanna della Corte dei conti per Angelaccio (col quale questo blog non è mai stato tenero) che include 10000 euro di danno all’immagine. Ma andiamo via! E allora al Tosi, al Bigi, all’Interi, al Boldrini, al Bruni e così via? Poi c’è un’altra considerazione da fare: va bene, 21000 euro il Focardi che scioccamente (ma i libri in tribunale ce li ha portati lui, ricordiamocelo) ha comprato ‘sto cazzo di pesce, 21000 euro l’Angelaccio per le missioni e il “danno all’immagine”, siamo a 42.000 euro. Vorremmo ricordare a tutti che il dissesto dell’Ateneo oscilla tra i 250 e i 300 MILIONI di euro. Per non parlare del fatto che l’amica Acheropita non ha ancora richiesto il danno erariale per gli oltre 26000 euro di danno inferti da Boldrini per omaggiare il Sultano di Stigliano, garante dei garanti, musicologo di fama internazionale con quei cazzi di libri in suo onore. Puzza, questo atteggiamento dell’amica Acheropita Mondera più del pesce del Focardi. Allora ci sentiamo in animo di farle qualche domandina, invitando anche i sedicenti giornalisti che con queste due storielle pensano di aver fatto lo scooppone e il procuratore generale Giampaolino a considerarne la portata:
1) Ma di quegli 11.000.000 e passa di euro di spese fuori bilancio quando pensa di chiedere il conto Acheropita?
2) Visto che si diverte con queste cifrette ridicole cosa pensa di fare a proposito dei libri in onore dello Stiglianese?
3) Visto il verbale dei Revisori dei Conti (anzi, tutti i verbali dei Revisori dei Conti da quattro anni a questa parte) che boccia i bilanci dell’Ateneo, non crede che anche questa amministrazione stia facendo danno erariale in continuazione, non sanzionato e nemmeno messo all’ordine del giorno?
4) Ma, domanda delle cento pistole, cosa c’è di vero a proposito di frequentazioni extra lavorative tra la maestrina condannata da UN’ALTRA Corte dei conti Ines Fabbro e Acheropita Mondera Oranges?
Perché certo che se fosse vero quanto siamo venuti a sapere a proposito di queste frequentazioni, si spiegherebbero tante, ma tante, ma tante cose. Quindi, cara Acheropita Mondera Oranges vedi di rispondere, non tanto a noi, ma al tuo capo e di conseguenza ai cittadini che cercate di imbambolare con queste sciocchezze ridicole. Smetta, per cortesia, di baloccarsi con queste cretinate e cominci a fare il suo lavoro per bene e, possibilmente, senza incontrarsi a cena con condannate cui, peraltro, le condanne non hanno insegnato niente visto che continua a devastare, insieme al Criccaboni, i bilanci dell’Ateneo mettendo in mostra, fra l’altro, una comprovata (dai Revisori dei Conti) inettitudine ad amministrare l’Ateneo non essendo capace neanche di scrivere una relazione a bilancio decente e comprensibile.
E smettetela fra tutti di stufarci con queste cretinate da 20000 euro, quando c’è da recuperare oltre 250 milioni di danno. Le ricordiamo quanto ha lei stessa asserito: «Abbiamo aperto il fascicolo dopo che i giornali si erano occupati della vicenda, poiché si profila una ipotesi di danno erariale. Siccome l’azione contabile della procura della Corte dei Conti è obbligatoria al pari dell’azione penale, abbiamo delegato il gruppo tutela della spesa pubblica della Guardia di Finanza ad acquisire tutta la documentazione possibile relativa al caso».
Album dei ricordi offerto da Fratello Illuminato agli smemorati che girovagano per Siena
Febbraio 9th, 2013 — Note redazionali
Fondazione MPS sotto consulenza torinese – Ceccuzzi che voleva Antonio Vigni consulente della Fondazione – L’allarme lanciato dal Corriere della Sera
Febbraio 8th, 2013 — Note redazionali
Oggi il Corriere della Sera pubblica un articolo dal titolo:”Mps: sta per cadere l’ultimo tabù. La sede non sarà più a Siena.” Che cosa scrive il Corriere? “Adesso qualcosa potrebbe cambiare. Il connubio potrebbe sciogliersi. Nello scenario peggiore, per i senesi, addio al quartier generale di Palazzo Sansedoni, addio anche alla quota del 20% in mano alla Fondazione Mps, considerata la soglia minima per esercitare il controllo sulla banca. A questo arrivano i danni prodotti da una gestione avventurosa”. Aggiungono: ”La Fondazione, depositaria del legame con il territorio ha da sempre tra gli scopi il mantenimento della sede legale e della direzione generale della banca in città. Ma nella bozza del nuovo statuto elaborata dall’avvocato torinese Angelo Benessia, legale storico dell’ente e fino a pochi mesi fa presidente della Fondazione San Paolo, è stato eliminato un paragrafo del terzo articolo, dove sono elencati gli obiettivi dell’ente. «Il mantenimento nella città di Siena della sede della direzione generale della Banca». Non c’è più. Cancellato.” Qui l’articolo http://www.corriere.it/economia/13_febbraio_08/cade-ultimo-tabu-imarisio_03ea4f6c-71ba-11e2-8d40-790077d2d105.shtml
Ricordiamo anche i rapporti storici tra Torino e Siena, leggete qui http://www.economiaweb.it/sguardo-dintesa-tra-legali-e-fondazione/
In questo momento la fondazione MPS è guidata da Gabriello Mancini che ha assunto una posizione di subalternità a Profumo e ascolta in via preferenziale il “vecchietto arzillo” Giuseppe Guzzetti; dal detentore di piu il ceccuzziano Alessandro Piazzi e dall’altro ceccuzziano Vittorio Galgani, e anche il direttore della fondazione Claudio Pieri è un altro ceccuzziano. I discontinui.
Ricordiamo inoltre che nel 2011 Ceccuzzi sponsorizzava il nome di Antonio Vigni nei confronti della Fondazione MPS:””Esprimiamo un sentito ringraziamento al dottor Antonio Vigni per la professionalità, la dedizione e l’attaccamento alla Banca con i quali ha servito prima l’istituto e poi l’azienda per 40 anni, durante i quali ha ricoperto, con merito, diversi ruoli fino a quello di direttore generale. Per questo – concludono Bezzini e Ceccuzzi – ci auguriamo che tale professionalità possa continuare ad essere al servizio della comunità senese, auspicando che la Fondazione Monte dei Paschi possa avvalersi della sua consulenza per le operazioni strategiche”.”
Emerge quindi con chiarezza che la matrice politica di quanto successo negli ultimi anni e quanto succede oggi è la stessa: Il PD ceccuzziani e i suoi uomini a gestire con annessi accordi trasversali.
Di oggi è anche la notizia di iniziative legali di banca MPS per tutelarsihttp://www.sienafree.it/economia-e-finanza/264-economia-e-finanza/45511-banca-mps-valuta-iniziative-legali-nei-confronti-di-chi-ne-danneggia-lattivita-commerciale-e-diffonde-false-informazioni . Pienamente concordi ma le azioni penali e le azioni di responsabilità nei onfronti di chi ha letteralmente depredato e mal gestito la banca quando? A quando la sostituzione di coloro che collaboravano con il vecchio vertice?
Riusciranno i senesi a reagire e riprendersi la propria dignità di comunità liberandosi definitivamente dalle scorie del groviglio armonioso?
Caro D’Alema, caro mega-economista Fassina e cari giornalisti ecco le parole di elogio del discontinuatore (col cazzo) Franco Ceccuzzi. Fermatevi con la favola della discontinuità!
Febbraio 7th, 2013 — Note redazionali
Correva l’anno 2011,l’anno del favoloso mondo della discontinuità (col cazzo).
Ecco le brillanti parole di elogio nei confronti dell’indagato ex direttore di MPS Antonio Vigni pronunciate da due statisti piddini senesi: ”Esprimiamo un sentito ringraziamento al dottor Antonio Vigni per la professionalità, la dedizione e l’attaccamento alla Banca con i quali ha servito prima l’istituto e poi l’azienda per 40 anni, durante i quali ha ricoperto, con merito, diversi ruoli fino a quello di direttore generale. Per questo – concludono Bezzini e Ceccuzzi – ci auguriamo che tale professionalità possa continuare ad essere al servizio della comunità senese, auspicando che la Fondazione Monte dei Paschi possa avvalersi della sua consulenza per le operazioni strategiche”.”
I tentativi di interferire con le indagini della magistratura – L’anno 2008 – Il mistero di un viaggio a Roma
Febbraio 7th, 2013 — Note redazionali
Con pacatezza e spirito di analisi oggettiva non possiamo nascondere il dato storico che fino al 2008 le inchieste della magistratura senese in merito ai reati legati alla gestione degli enti senesi erano quasi inesistenti, pur in presenza di segnalazioni. L’anno 2008 è l’anno della svolta. La prima inchiesta che ha provocato non pochi malumori nella politica senese è quella sul buco dell’università. E su questa inchiesta,proprio per capire il clima che si respirava in città merita ricordare la famosa frase pronunciata da una docente universitaria (la più stiglianese di tutti) quando la procura ha richiesto il rinvio a giudizio per il buco dell’università e per le elezioni del rettore: ”Accidenti ai magistrati”.
Merita ricordare anche la conversazione tra l’iscritto al PD Gilberto Madioni e il rettore abusivo Criccaboni: Il 5 novembre 2011 entra in campo un noto personaggio iscritto al PD senese che tutti presentano come critico d’arte, un certo Gilberto Madioni. Il critico d’arte (è iscritto all’albo?) contatta Criccaboni e “gli dice che la situazione si è sbloccata grazie all’intervento decisivo del Prefetto che fa parte dell’area governativa. Critica l’operato del precedente rettore che ha fatto intervenire la magistratura. Le cose andavano gestite all’interno”.
Significativa è anche questa: “L’Avv. VERA BENINI chiama Riccaboni e riprende il discorso interrotto poco prima. Gli rappresenta che, secondo lei, l’attivazione per contrastare la volontà della Ministra è da ricercare in un problema tipo la scuola dei Marescialli, relativa alla vendita di Pontignano. Il problema sarebbe che Focardi ha fatto una promessa, ovviamente senza scrivere nulla, che non può mantenere perché non è stato rieletto come rettore. Il commissario avrebbe invece potuto realizzare la promessa. Al Governo sostanzialmente non interessa nulla né di Focardi né dei debiti dell’Università di Siena. C’è poi l’indagine con 27 indagati tra i quali qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire. Ha comunque fiducia nel P.M. che ha ereditato il fascicolo dal dr. Formisano (6 -11-2010)”.
Altra stranezza,crediamo caso unico in Italia,è la richiesta che l’allora sindaco Ceccuzzi fece al tribunale di Siena per chiedere di istituire all’interno dello stesso tribunale la sezione dei vigili urbani con funzioni di polizia giudiziaria. Richiesta ovviamente respinta. Come mai Ceccuzzi voleva mandare i vigili urbani all’interno del tribunale?
Altra stranezza è il non aver trasmesso a Firenze da parte di alcuni uffici del tribunale il ricorso in appello sul processo Acampa presentato dal procuratore Marini. Per non parlare dei continui rinvii delle udienze preliminari sul processo di Ampugnano.
Insomma ci sono troppe stranezze e troppe conversazioni ambigue e alla luce di quanto sta emergendo risulta chiaro l’esistenza di un sistema marcio e il disagio da parte di certi ambienti politici e non per l’attività svolta e che stanno svolgendo le forze dell’ordine e la procura qui su Siena. E a questo punto quel famoso commento lasciato sul nostro blog da un lettore, di circa 5 mesi fa,che ci raccontava di un viaggio a Roma di alcuni personaggi per manifestare la necessità di un ricambio dei vertici dei carabinieri,della Guardia di Finanza e del Questore di Siena forse non era una novella. Il politico Ceccuzzi che pensa di tutte queste stranezze?
Ma come ve lo dobbiamo dire che se violate la regola dei tre sgrolloni quando andate a mingere, noi lo veniamo a sapere?
Febbraio 7th, 2013 — Note redazionali
Scena: circolo la Tuberosa, tavola imbandita a ferro di cavallo, una cinquantina di convitati e, nel concone Lucia Cresti ex assessoressa ceccuzziana, Giovanni Mazzini (fratello del Paolo Mazzini agli onori delle cronache per la sua uscita sulla Fondazione), Marcello Flores d’Arcais (ex assessore cenniano e berlinguerian-tosian-criccaboniano di ferro), Anita Francesconi (che ci fa con questi signori?) , assente il mitico Frank Mason, ma ben presente e dominus della situazione lo Sgarbi de noantri, Andrea Milani. Insomma un convito, un CAP: 53100. Ecco quindi che prende la parola l’architetto e chi attacca per primo? Ma ça va sans dire!!! Fratello Illuminato!!! Perché questi blog anonimi fanno attacchi personali mentre noi siamo l’ultimo baluardo della senesità e della salvaguardia della città. Tutto ciò con il forte assenso del proto-dissestatore Marcello Flores (uno dei firmatari del celeberrimo articolo: “Noi non siamo la banda del buco”: no, semmai, pochino! La banda della voragine) che ha anche individuato fra i redattori di Fratello Illuminato il Prof. Giovanni Grasso che, stranamente però, ha un blog suo dove si firma. Insomma: una roba da commedia dell’arte durante la quale è stato dichiarato anche che 53100 serve molto semplicemente a schiaffare qualcuno di loro in consiglio comunale a supporto di Ceccuzzi nell’auspicabile, per loro, ipotesi (dell’irrealtà) che Ceccuzzi venga rieletto sindaco.
Ma che bella scenetta! Beh … Spiacenti deludere, ma Siena potrà risorgere soltanto se verranno restituite all’agricoltura le braccia di costoro (e di qualcun altro) e se verrà associata al più vicino carcere mandamentale un’altra decina di persona.
Ma spendeteli meglio i soldi per le cene!
Le pressioni politiche per il mantenimento del 51% della fondazione nella banca MPS hanno determinato il collasso della stessa fondazione. Le inesattezze di Bassanini e la “politica” dentro la banca
Febbraio 7th, 2013 — Note redazionali
Ho seguito tra ieri e oggi il botta e risposta tra due reduci politici della prima repubblica sulle vicende di MPS: Cirino Pomicino versus Franco Bassanini. Non entro nel merito del botta e risposta; riprendo solo una palese inesattezza di Bassanini, quando afferma che lui, Mussari e Ceccuzzi erano contro l’arroccamento a difesa del ruolo predominante della fondazione. Probabilmente Bassanini era contrario, ma Mussari e Ceccuzzi, come testimoniano gli atti e i ruoli svolti, hanno lottato fino alla fine per non far scendere la fondazione sotto il 51%. Esattamente l’arroccamento che ha determinato il collasso della fondazione medesima. E sicuramente il più arroccato su queste posizione era il sig. Ceccuzzi. Lo stesso ha condotto la campagna elettorale rivendicando “mai e poi mai la fondazione sotto il 51%”. Era l’anno 2011. Nel 2012 il presidente della fondazione Gabriello Mancini nel replicare alla accuse rivolte sulle gestione dell’ente dichiarò senza equivoci di aver “ubbidito agli ordini”. Gli ordini di chi? I nominati nella fondazione MPS, per statuto, sono autonomi dagli enti nominanti quindi non è secondario capire chi e perchè ha dato ordini a Gabriello Mancini, considerata la natura giuridica dell’ente e i riflessi nella gestione della banca, questa domanda al sig. Mancini dovrebbero avanzarla oltre ai magistrati anche le altre autorità di vigilanza. E siccome la fondazione ha contratto debiti per assecondare le scelte della banca e per non scendere sotto la soglia del 51%, causando evidenti danni patrimoniali per lo stesso ente e il territorio di riferimento, in sede civile e penale il sig, Mancini deve chiarire da chi ha ricevuto “ordini”. La magistratura, anche alla luce della non approvazione del bilancio comunale 2011 e in base alle dichiarazioni pubbliche di ex consiglieri comunali, i quali hanno asserito che Ceccuzzi ha nascosto ai consiglieri comunali la lettera della fondazione MPS in merito alle poste di bilancio condizionati dalle erogazioni della fondazione stessa, dovrebbe accendere un faro e valutare i rapporti intercorsi in questa misteriosa vicenda del bilancio comunale. Il dato politico invece è chiaro: la fondazione è stata utilizzata, pur con la conapevolezza dei danni patrimoniali, per meri scopi di tenuta del consenso elettorale. Mentre qualcuno dava ordini e altri li ricevevano.
Del resto, smentendo la tesi di mister Profumo, la politica è entrata ed è ancora dentro la banca. Tutti gli uomini che collaboravano alla gestione Mussari-Vigni e alcuni di essi hanno e sono vicini a un preciso gruppo politico,proprio quello del sig. Ceccuzzi, con il placet di Profumo sono stabili nei ruoli dentro la banca, in particolar modo David Rossi e Valentino Fanti; per non parlare del Responsabile Servizio Organizzazione Processi Strutture Centrali della Banca Mps, Leandro Cini, che il 17 dicembre 2012 era al tavolo dei relatori dell’iniziativa politica delle primarie a sostegno di Franco Ceccuzzi. E mister Profumo non poteva non sapere del bonifico di MPS del novembre 2012 per pagare la pubblicità per la festa del Pd senese. Non dimentichiamoci dell’appello pubblico dello stesso Profumo durante la trasmissione di Lucia Annunziata a sostegno della riconferma di Mussari alla guida dell’Abi; e delle parole di apprezzamento, recenti, nei confronti di Franco Ceccuzzi. Forse per far uscire la politica dalla banca bisogna cambiare il presidente della banca.
Il momento è difficile e il pensiero,cosi come le azioni di tutela e di rilancio, sono rivolti giustamente ai dipendenti e alla banca stessa, vittime principali dei disastro compiuto. Vittime di quella politica che ancora alberga in banca.
Albus Silente
Il documento che smonta la finta discontinuità di Ceccuzzi e conferma il suo legame stretto con Mussari-Vigni: “Mps-Antonveneta: il capolavoro della banca senese”
Febbraio 6th, 2013 — Note redazionali
“Nell’Italia governata dai sondaggi e del consenso a consumo immediato, il rischio d’impresa assunto da Mps con l’acquisto di Antonveneta è un fulgido esempio di classi dirigenti orientate dall’interesse generale.”
Ecco il documento integrale (14 novembre 2007) scritto dal piddino Franco Ceccuzzi:
“Tanti compagni, amici ed anche colleghi deputati mi hanno chiesto un giudizio sul “blitz” della Banca Monte dei Paschi che, con abile discrezione, forte determinazione e coraggio, ha acquistato Banca Antonveneta. Non ci dilungheremo sui profili finanziari, industriali e squisitamente bancari dell’operazione. Saremmo, francamente, tentati da tanta abbondanza di valutazioni da svolgere. Un piatto ricco di spunti se aggiungessimo anche una retrospettiva sull’estate del 2005, quando all’assalto di Antonveneta non andarono i galantuomini del Monte dei Paschi di Siena, ma altri manager ed uomini di affari che, a distanza di due anni, frequentano più i Tribunali della Repubblica che Piazza Affari. Il tema che vogliamo sviluppare è quello dell’assunzione di responsabilità, dell’interesse generale e della misurazione del consenso nel lungo periodo. Il presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, ed il direttore generale Antonio Vigni hanno messo sul tavolo della trattativa con Banco Santander una cifra di 9 miliardi di euro, qualcosa meno di 18mila miliardi di vecchie lire. Tanto quanto una legge finanziaria di media taglia. Una scelta impegnativa per l’azienda che amministrano pro-tempore, per gli azionisti, per i dipendenti, per la comunità che orgogliosamente, da secoli, ne rappresenta le radici e ne scrive la storia, con successo. L’indomani i mercati hanno reagito negativamente. Il prezzo è troppo alto. L’integrazione tra le due banche è troppo difficile. Gli obiettivi di creazione di valore dai due istituti non sono realistici. La governance di Mps è atipica. A Siena, però, nessuno si è impressionato per lo “starnuto” dei mercati. Il riferimento è scherzoso e non vuole essere offensivo. L’accelerazione della storia impressa dalla globalizzazione dei mercati e dalla rivoluzione tecnologica non rispetta zone franche e nemmeno una banca nata nel 1472. E così la ristrutturazione bancaria che in Italia prende le mosse con la legge Amato-Ciampi e che da oltre 1000 banche ci ha portato a poco più di 600 marchi. Con la nascita di nuovi e grandi gruppi. Player di rango europeo come Unicredit Group, Banca Intesa San Paolo, e Monte dei Paschi di Siena con oltre 3000 sportelli e la joint venture con Axa. Per questo chi proviene da una storia secolare e si pone di fronte a sé di percorrere un cammino altrettanto lungo e glorioso, investe le sue forze in un disegno di largo respiro e non si ferma alle valutazioni di breve periodo. Sempre che, naturalmente, chi amministra protempore abbia il coraggio, la forza e la visione dell’interesse generale per assumersi i rischi della critica, o persino dell’impopolarità a breve, per veder maturare i frutti delle proprie scelte in tempi lontani, magari quando non si ricoprono più quelle responsabilità. Nell’Italia governata dai sondaggi e del consenso a consumo immediato, il rischio d’impresa assunto da Mps con l’acquisto di Antonveneta è un fulgido esempio di classi dirigenti orientate dall’interesse generale. Mi riferisco, in questo caso, anche all’azionista di riferimento che è la Fondazione, il cui ruolo nell’operazione Antonveneta non è stato, non è, e non sarà certo marginale. Le regole dell’economia però non si possono applicare in politica e nei processi di sviluppo delle comunità. I processi di partecipazione e di costruzione, nonché misurazione, del consenso richiedono massima trasparenza e non silenzio, massima ponderazione e non impazienza, equlibrio e non certo impeto. Qui mi sento di elogiare senza limiti e senza riserve quanto ha scritto, in questi giorni, Simone Bezzini sullo sviluppo dell’aeroporto di Ampugnano e nelle settimane scorse il sindaco di Sovicille Alessandro Masi. Idee chiare sugli obiettivi da perseguire, ed atteggiamento riflessivo sui passi da compiere. Perché in questi casi i passaggi vanno consumati tutti. Uno per uno. Questa è la mia opinione. E voi che cosa ne pensate?”