Sotto la direzione amministrativa del dissestatore Loriano Bigi l’università di Siena più che un ente pubblico si presentava come il set del programma televisivo “Uomini e donne”. Il dissestatore Loriano sul trono e tutte intorno un gruppettino di galline scodinzolanti e adoranti. In quel periodo erano saltate le regole, i codici etici, le gerarchie: il rapporto confidenziale e quasi intimo diventato regola nei rapporti gerarchici. E questo modus operandi non è secondario nelle concause del dissesto. Possiamo affermare con “certezza documentale” che grazie al rapporto confidenziale sono state costruite progressioni interne e carriere personali; sono stati creati privilegi nel corpo amministrativo e docente e tutta una serie di violazioni delle regole basilari per una corretta gestione amministrativa dell’ente pubblico. Sempre grazie al rapporto confidenziale si sono rese possibili le innumerevoli irregolarità che hanno creato gran parte del buco finanziario. Quando il Bigi decideva di “fare”, anche se quel “fare” violava la legge, la dipendente o la dirigente dell’ufficio diceva sempre di sì; e lo diceva con garbo e sudditanza quasi affettiva. Così come accade nel programma “Uomini e donne”. E questo quadro squallido crediamo sia risultato fuori anche dalle inchieste della magistratura e quindi per conoscerlo fino in fondo basta attendere l’apertura dei processi. Nel frattempo noi possiamo affermare con certezza, senza rischiare smentite, che la prima che ha goduto e beneficiato dei favoritismi e di altri “riconoscimenti” da parte del filosofo dissestatore Loriano Bigi è stata Laura Goracci, attuale braccio destro della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro. Ai tempi del Bigi era sia il braccio destro che quello sinistro. I tempi son cambiati e anche le necessità della direzione amministrativa. Naturalmente la maestra elementare Ines Fabbro come atto di riconoscenza verso l’amico Bigi ha confermato la pupilla Goracci oltre che proteggere Diodato Angelaccio (il famoso bilocato) pupillo dell’altra cara amica Jolanda Cei Semplici. Come potete notare, è tutto un pacchetto di affetti. Cosa succedeva ai tempi del Bigi in veste di direttore e di Laura Goracci, in veste e anche senza, di braccio destro e sinistro? Succedeva che dopo vari esami orali per comprendere le capacità amministrative, nel frattempo dalle casse in radica Bose (pagate dall’ente) veniva trasmessa apposita musica da camera, il filosofo Bigi nel riconoscere il superamento delle prove orali, come ulteriore “atto di riconoscenza” (così definito dalla Goracci) faceva apporre la firma dalla stessa Goracci sulla relazione tecnica del famoso contratto dei CEL. La Goracci non aveva nessuna titolarità nel procedere con la firma; ma si sa, in quel periodo facevano un po’ come cazzo gli pareva. Quindi in palese violazione di legge la Goracci firmava una relazione tecnica di un contratto. Il Bigi furbacchione come al solito avrà pensato “firma te che a me mi scappa da ridere”. Ecco come gestivano gli uffici dell’ente pubblico Università di Siena. A conferma che quel tipo di gestione confidenziale e di cricca non è ancora superato è dimostrato dal fatto che la pensionata Ines Fabbro ha ristabilito come braccio destro, la stessa Laura Goracci della famosa firma abusiva su quella relazione tecnica. In un ente serio e amministrato da persone altrettanto serie, come minimo, soggetti tipo la Goracci vengono allontanati da qualsiasi ruolo delicato e di responsabilità. Ma qui si sa, da un rettore irregolare e da una condannata dalla Corte dei Conti non puoi mica pretendere il rispetto dell’etica e della buona amministrazione. E’ tutto un pacchetto di affetti e di disastri (annunciati e puntualmente verificatisi).
La Summa degli orrori del dissesto universitario senese. Capitolo II. Il tronista e il gallinaio: dopo gli orali anche gli scritti
Dicembre 13th, 2011 — Note redazionali
Editoriale del Maestro James. Il rettore irregolare che irresponsabilmente tutela i dissestatori, riproponendo il metodo tosiano. Ma il sindaco Ceccuzzi e il presidente Bezzini con chi stanno?
Dicembre 12th, 2011 — Note redazionali
Se la situazione non fosse così drammatica basterebbero poche vignette satiriche per descrivere le gesta del rettore abusivo Angelo Riccaboni e dei suoi fedeli collaboratori. Purtroppo la situazione è peggiore di quella ipotizzata e la cricca dei docenti tosiani, in primis l’abusivo, sostenuti dal Ceccuzzi e dal Bezzini (???) stanno lavorando alla restaurazione. Tutti i protagonisti del dissesto sono ai loro posti e gli attuali vertici dell’ateneo non solo proteggono spudoratamente la cricca, ma con sfacciataggine ripropongono il “metodo tosiano” nella gestione dell’ateneo. La cricca si permette il lusso di sfidare anche gli esiti del lavoro dei magistrati e come se niente fosse riavviano l’ateneo in un nuovo periodo “a rischio dissesto”. Sono proprio sicuri Ceccuzzi e Bezzini nel proseguire, assumendosi la responsabilità, con il sostegno al rettore abusivo? Se lo sono allora evitino di convocare inutili tavoli istituzionali. E cari sindacati smettete anche di parteciparvi. Leggete un po’ cosa teorizza l’abusivo insieme ai suoi collaboratori. Innanzitutto per scrivere questo editoriale ho preventivamente indossato una cravatta elegante e quindi invito il prof. Riccaboni ad indossarne una mentre legge: magari una di quelle acquistate nell’occasione del Career day, quando era preside di Economia.
Dopo la riunione del tavolo istituzionale del 7 dicembre 2011 l’economista Riccaboni convoca una riunione con i suoi “delegati”. Quindi prima si incontra con Ceccuzzi, Bezzini e i sindacati, alla presenza di due tosiani di ferro come Coluccia e Gioffrè e poi si riunisce con i delegati del rettore. Nella riunione con i delegati il tosiano Riccaboni esordisce dicendo che “non serve occuparsi della ricerca” ma “bisogna puntare sul marketing e la reputazione”. E qui mi sovvengono alcune considerazione importanti. Ma se l’università deve tralasciare “la ricerca” dove li mandiamo i ricercatori? Forse a collaborare con la Guardia di Finanza per aiutarli a ricercare i disastri e i responsabili del buco finanziario? Può essere una soluzione. E poi, dopo la supercazzola dell’area marketing e comunicazione del mitico Boldrini, il tosiano Riccaboni ricomincia con spendere soldi, visti i seri problemi dell’ateneo, con una nuova gestione del marketing? Caro abusivo l’università non è un supermercato: invece di perdere tempo con queste idee ridicole rassegna immediatamente le dimissioni. Ma il bello, anzi il ridicolo, arriva ora. Durante la riunione l’economista rivolgendosi ai suoi delegati afferma che “bisogna proporre al Ceccuzzi delle idee per dimostrare che esiste un rapporto tra enti e per farsi pubblicità collaborando”. E sapete cosa ipotizzava di proporre al Ceccuzzi? Una pubblicazione preparata dall’università “sui cavalli morti durante il Palio in modo da informare tutti che non sono morti poi così tanti cavalli”. Naturalmente il genio per la pubblicazione ipotizzava di ottenere dal Comune “un contributo di 10.000,00 euro.” Come dobbiamo commentarla questa situazione cosi patetica da sembrare finta? Anzi facciamo una cosa: i commenti lasciamoli fare al sindaco Ceccuzzi.
E’ del tutto chiaro che Riccaboni è il rappresentante “storico” di quella cricca che ha devastato l’ateneo e nell’arco di pochi giorni vi illustreremo con dati alla mano il protagonismo dell’abusivo nelle passate gestioni. Riccaboni pensa di fare il furbo e di cadere dal pero, ma non funziona così. Lui si sente protetto dai politici locali come il vice sindaco Marzucchi, il verdiniano Marignani e il presidente del consiglio comunale di Siena Alessandro Piccini che si sono recati separatamente per esprimergli il proprio appoggio politico; e poi l’abusivo è convinto che le inchieste della magistratura, come teorizzato da alcuni docenti, non produrranno “alcuno effetto”.Anche il Bigi e il Tosi si auguravano questo. Inoltre l’economista Riccaboni è convinto di imporre il suo ruolo non solo a Ceccuzzi e Bezzini, ma a tutta la città e riservatamente lo stesso riferendosi alle critiche pesanti di Alberto Monaci si è lasciato andare a un “figurati se ho paura del Monaci”. Facciamo così caro economista. Prima di ripensare ai cavalli da palio rispondi a queste domande e invitiamo anche la magistratura ad approfondirle.
Domanda n. 1. Riccaboni, è vero o non è vero che lei era a conoscenza della situazione finanziaria dell’università prima dell’anno 2009?
Domanda n. 2. Riccaboni, quando era preside di economia sicuramente si ricorderà come venivano incassati i soldi dei parcheggi universitari di P.zza San Francesco e sicuramente non le sarà difficile aiutarci a rintracciare le distinte sul come sono stati spesi questi soldi.
Domanda n. 3. Riccaboni, lei quando era preside di economia sicuramente ricorderà la discussione sul limite da imporre per la gestione dei soldi da far incassare ai docenti in merito agli introiti del “conto terzi”: ci spieghi come funzionava il meccanismo e chi erano i docenti che hanno guadagnato dal “conto terzi”, in particolar modo quelli della facoltà di economia.
Del ruolo di Riccaboni nelle passate gestioni ne riparleremo a breve: nel frattempo lo stesso non perda tempo e ci dia delle risposte e chi ne ha la titolarità indaghi attentamente, soprattutto sul “conto terzi”.
Il Tosi era un patologo, il Bigi un filosofo e il Riccaboni non c’era e se c’era pensava “ai cavalli da Palio.” E nel frattempo l’università precipita.
Maestro James
La Summa degli orrori del dissesto universitario senese. Capitolo I. Il dissestatore bilocato: Angelaccio come Padre Pio
Dicembre 11th, 2011 — Note redazionali
Che vergogna! Che squallore! La storia che vi stiamo raccontando simboleggia in piena il sistema nefasto e di illegalità che ha affossato l’Ateneo senese. E’ la storia del pupillo di Jolanda Cei Semplici, quel famoso Diodato Angelaccio, capo della CGIL universitaria senese e membro attivo della cricca dei dissestatori guidata da Tosi e Bigi. Questo individuo per anni e sulle sulla pelle di centinaia di lavoratori ha fatto le peggio cose. Aveva messo in piedi un sistema di truffe ai danni dell’Ateneo. Spadroneggiava con spregiudicatezza mascherandosi dietro il ruolo di sindacalista. Da una parte proclamava la difesa dei lavoratori e dall’altra dava il suo vergognoso contributo ad affossare le casse e l’immagine dell’ente pubblico e degli stessi lavoratori. Vi ricordate quando mesi fa avevamo scritto di Angelaccio e del ruolo di alcuni dirigenti e membri della CGIL universitaria nel dissesto? Mesi fa questi signori si erano infastiditi e anche offesi per queste affermazioni. Oggi questi individui non solo devono chiedere scusa ai colleghi dell’ateneo e alla città ma si devono vergognare per avere dissestato e permesso questo dissesto. La CGIL universitaria prima era guidata da Angelaccio e nel contempo lo stesso dissestava; poi la CGIL veniva presa in mano da Iacoboni, altro amico e sodale di Bigi, e nel contempo proteggevano Angelaccio. Erano e sono un gruppo affiatato. Si devono solo vergognare e a questo punto la CGIL non ha altra scelta che prendere le distanze pubblicamente da questi soggetti, altrimenti cosa dobbiamo pensare? Che la CGIL provinciale, regionale e nazionale condivide i comportamenti di Angelaccio, Bruni e il sostegno dato dalla CGIL universitaria ai vari Tosi e Bigi? Di Vittorio e tutti quei sindacalisti morti per difendere i lavoratori si staranno rigirando nella tomba.
Leggete un po’ cosa combinava il dissestatore bilocato, meglio identificato come il Padre Pio dell’ateneo senese. Con la differenza che Padre Pio si bilocava per opere pie e missioni di bene; il cgiellino Angelaccio invece si bilocava per dissestare. Questo soggetto oggi protetto da Riccaboni e Fabbro dovrebbe essere allontanato dall’ateneo e lo stesso ente deve urgentemente chiedergli i danni e rimuoverlo da tutto. Cominciando con la chiusura di quel LAU di Buonconvento aperto ad uso e consumo del bilocato. Lo sapevate che il bilocato Angelaccio aveva in uso il cellulare aziendale e in soli tre mesi ha fatto spendere all’ente pubblico piu’ di 2500,00 euro di telefonate? Lo sapevate che il bilocato Angelaccio e qui si spiega il perché della bilocazione , guidava due macchine contemporaneamente: la sua e quella dell’università? Esattamente, dichiarava questo. Non è da tutti essere nello stesso istante a Buonconvento e a Grosseto, tanto per fare un esempio. Senza parlare delle gite con la macchina dell’università. Il bilocato ha dichiarato missioni per conto dell’ateneo non vere e quindi si è fatto rimborsare soldi pubblici che non gli spettavano. Dichiarava di essere in un posto e poi era in altro luogo. Una truffa sistematica ai danni delle casse pubbliche. Una vergogna inaudita. Siamo fiduciosi nell’operato della magistratura visto che già il bilocato è stato interdetto a suo tempo. Tra una bilocazione e l’altra il dissestatore bilocantesi riusciva anche a prendere delle multe, bilocandosi troppo velocemente, ma la cosa non gli ha tolto il buonumore ed è rimasto GIULIVO come suo solito. Il massimo della giulività è avvenuta agli inizi di agosto 2009. Tutti ora sapete e non potete fare finta di niente. E il direttore Fabbro a questo punto ha l’obbligo di comunicare a tutti l’importo delle missioni non autorizzate effettuate da Angelaccio e contemporaneamente rimuoverlo da qualsiasi ruolo dentro l’ateneo. Anzi invitiamo gli studenti, i docenti seri e il personale amministrativo onesto a chiedere velocemente lumi su questa storia vergognosa e piena di truffe ai danni delle casse pubbliche. Il Riccaboni e la Fabbro hanno penalizzato lo stipendio di centinaia di lavoratori e nel contempo proteggono individui impresentabili come Angelaccio. Ma vergognatevi per un’intera vita. Questa sarebbe la CGIL e la sinistra senese? Così si gestiscono gli enti pubblici?
Il sig. Vareno Cucini, membro del cda dell’università e sostenitore di Angelaccio non ha niente da dire in merito a queste schifezze? Anzi Cucini fai una bella cosa: dimettiti.
E il sindaco Ceccuzzi e il Bezzini intendono pronunciarsi?
Don Piero, i suoi scagnozzi e il successore Angelo Riccaboni. Le nefandezze ai danni del bene e della decenza comune
Dicembre 11th, 2011 — Note redazionali
Correva l’anno 2008 e alla guida dell’Ateneo c’era il rettore Silvano Focardi. Ma, alla luce dei documenti e dei riscontri fatti emerge toto coelo che il capo indiscusso che manovrava e tentava di condizionare la vita dell’Ateneo era sempre, come del resto è tuttora, il patologo Piero Tosi. Fatta eccezione dello spianamento dell’area del Genio di via Roma 56, l’ambiente docente e tecnico amministrativo era – ed è ancora in buona parte – legato indissolubilmente al Faraone. La conferma del ruolo di direttore d’orchestra di don Piero si evince proprio da un episodio del 2008 quando il medesimo si vanta di aver sguinzagliato i suoi dentro il CdA dell’università, capitanati dai fedelissimi Anna Coluccia e Valter Gioffré per contrastare ferocemente l’azione compiuta da Focardi e dai suoi collaboratori. E d’altro canto non poteva essere altrimenti perché ancora oggi l’ateneo è prostrato dall’azione dissestatrice dei dodici anni tosiani.
Quello che è emerso dalla verifica degli anni del dissesto non è solo il buco finanziario, ma il degrado e il dissesto morale e istituzionale che ha permesso truffe, peculati, abusi d’ufficio, falsificazioni di bilanci, commistioni personali tra la direzione amministrativa, alcuni dirigenti e una parte fortemente sindacalizzata del personale amministrativo e docente. Per quanto riguarda gli indagati è giusto che se ne occupi la Magistratura e a tal proposito chiediamo ai giudici, visto che la Procura ha già lavorato, di far partire i processi perché la gente onesta deve sapere quello che è successo e deve capire che il dissesto universitario senese è stato causato da un, qualcuno direbbe, “groviglio armonioso” di docenti, dirigenti, ditte raccomandate, personale, sindacati, politici locali, dirigenti dei Ministeri ed esponenti di associazioni quali la Crui.
Con molta probabilità questo disegno criminoso portato avanti per anni è stato vagliato e analizzato portando a comprenderne i meccanismi, ma non la portata politica e morale, cosa sulla quale peraltro i giudici non sono competenti. Ma la redazione di Fratello Illuminato invece è competentissima e dopo un anno di lavoro ed analisi intensa, suffragata ora dai fatti e dalle risultanze delle indagini altrui è in grado di dipingere l’affresco del dissesto, passato, presente e speriamo NON futuro. Utilizziamo la parola “speriamo” perché ci risulta che nell’ultimo tavolo interistituzionale hanno avuto accesso almeno due scagnozzi di don Piero: Anna e Valter. Ci sorge spontanea una domanda: ma chi ha consentito questo? Ceccuzzi e Bezzini o l’abusivo Criccaboni, continuatore di don Piero? Sono proprio questi segnali che ci spingono a ritenere che sia necessario l’inizio dei processi, a porte aperte, ché tutti sappiano e si rendano conto del sistema nefasto e dissestatore che ha portato l’Ateneo al default. Anzi, vista la portata delle nefandezze e dei reati commessi ci sentiremmo di parlare di maxi processo. Un gruppo ristretto di disonesti con l’appoggio ramificato di un sistema marcio fino al midollo ha stuprato contabilmente, moralmente e anche fisicamente la ex prestigiosa Università di Siena.
Quello che emerge dai nostri studi rivela un dato sconcertante: la pratica del dissesto universitario senese per i modi e per gli intrecci venutisi a creare supera addirittura i meccanismi del crac della Parmalat e di altri noti dissesti finanziari, fermo restando – ad aggravare la cosa – che Parmalat e Cirio, per fare degli esempi, sono private mentre qui si tratta di soldi pubblici.
Ad aggravare la situazione ci sono altre concause: l’omertà di alcuni settori politici e il negazionismo del dissesto da parte di chi, di tutta evidenza, ne è stato attore principale e complice morale e, da ultimo, la presenza di un rettore eletto irregolarmente e di un direttore amministrativo che protegge i protagonisti passati e attuali del dissesto.
Per smascherare anni e anni di bugie e di truffe ai danni di gente onesta e per ripulire definitivamente l’università non servono finti tavoli istituzionali, peraltro infestati da personaggi a dir poco ambigui; servono i processi.
Maestro James
S.E. Cesare Mori
P.S. Dopo l’assunzione di abbondanti dosi di antiemetico e dopo aver indossato apposite mutande di ferro, vi consigliamo la lettura del primo capitolo della Summa degli orrori del dissesto universitario che la nostra pregiatissima redazione pubblicherà nella giornata di domani.
La summa degli orrori del dissesto universitario senese
Dicembre 9th, 2011 — Note redazionali
La redazione di Fratello Illuminato in collaborazione con “l’Accademia dei Disgustati” presenta agli abitanti del pianeta terra, e in particolar modo, agli studenti, alpersonale tecnico-amministrativo, ai docenti e ai cittadini Senesi, l’opera prima interamente dedicata alle nefandezze, alle illegalità e all’uso sprezzante dei ruoli e delle istituzioni pubbliche con riferimento al dissesto della prestigiosa università di Siena. Con dolore e grande tristezza civile siamo qui ad annunciare la pubblicazione dell’opera “LA SUMMA DEL DEGLI ORRORI DEL DISSESTO UNIVERSITARIO SENESE”. La presente opera è il frutto di un anno di lavoro certosino dedicato allo studio di documenti, testimonianze dirette e ricostruzioni storiche attraverso fonti lecite e accessibili a tutti. La nostra ricostruzione non utilizza nessuna fonte giudiziaria e non intende essere una pubblicazione in contrasto con il lavoro della magistratura. In piena autonomia e senza costi per i lettori siamo a rendere noti a tutti episodi e comportamenti indegni per una comunità civile e per lo Stato di diritto. Da lunedi 12 dicembre inizieranno le pubblicazioni dei vari capitoli dell’opera. E ci auguriamo che entro mercoledi 14 dicembre (prima della pubblicazione del terzo capitolo) il consigliere comunale Chiti e il rettore abusivo Riccaboni decidano responsabilmente di rassegnare le dimissioni. Nell’occasione invitiamo le forze politiche, i membri del consiglio comunale di Siena, il sindaco Ceccuzzi e Simone Bezzini (compagni di partito di David Chiti), nonché il direttore Ines Fabbro (per alcune omissioni importanti) ad una celere e approfondita lettura dei vari capitoli che da lunedì inizieremo a pubblicare.
“Fare finta di niente allunga (per non molto) l’assunzione di responsabilità, ma non cancella affatto la stessa responsabilità”. Chi non è sordo raccolga con buon senso questo messaggio civile e di salvezza etica.
Editoriale del Maestro James. “Le amnesie di Ceccuzzi”. Il sindaco che verrà ricordato per aver fatto “portare” via la banca da Siena
Dicembre 8th, 2011 — Note redazionali
Va detto che il sindaco Ceccuzzi sembra non azzeccarne una. Ma su una cosa si è dimostrato un vero campione: la sottile e opportuna scelta delle persone su cui puntare.
Qualcuno di voi ricorda l’improvvisa ascesa del consigliere comunale del Pd David Chiti? Tutto ad un tratto, in città si cominciò a vederlo sempre accanto all’allora segretario comunale e onorevole Franco Ceccuzzi (di riffa o di raffa c’è sempre lui nel mezzo), lanciato sulla stampa locale come presidente di una non ben precisata associazione “Noi” e insignito sul campo del titolo di astro nascente della politica senese nientepopodimenoché direttamente dall’onnipresente Ceccuzzi. E fino a qui siamo “al ieri”. Oggi, invece, più che come astro, il Chiti è diventato un meteorite scagliato sul Pd a causa della recente inchiesta che lo vede tra gli indagati per l’affidamento del bar del San Niccolò.
E che dire dell’altra eccezionale figura di (bip) fatta giusto in questi giorni dal solito Ceccuzzi col caso Panti, altresì ribattezzato Speedy Gonzales tanto veloce è stata la sua permanenza in Fondazione?
Ceccuzzi, prima lo ha nominato (peraltro in un momentino non proprio semplice per la Fondazione MPS), poi nel suo intervento sulle sorti della Fondazione ha fatto una sbrodolata sul Panti che in quel contesto c’incastrava come il cavolo a merenda, tessendone tutte le magnifiche doti manco fosse il premio Nobel Nouriel Roubini, e poi, dulcis in fundo, fa passare una settimana e gli chiede di dimettersi. Perché? Perché pare, come scritto sul Corriere di Siena, che l’avv. Panti abbia un non trascurabile conflittuccio con i criteri di onorabilità, causa procedimento in corso. Ma, evidentemente, i tanto sbandierati criteri etici (a proposito, qualcuno di voi sa dirci se per il PD è ancora in vigore la carta etica, o se questa è stata trasformata in otto rotoli di morbidezza?) per l’ordossìa del PD sembrano valere a corrente alternata.
O bravo Ceccuzzi. Ma un controllino prima non sarebbe stato il caso di farlo? Magari avrebbe evitato di infilare una nuova figura del genere per cui sulle lastre il commento più benevolo è un bel “si vede che è di Montepulciano, di Siena un ci capisce nulla”. E forse su come amministrare una comunità sembra non saperne tanto di più.
Ecco arrivare uno dei tanti problemi del sor Ceccuzzi, una vera spina nel fianco che lo sta indebolendo ogni giorno di più. I temibili “consigliori” di cui si è circondato e che gli indicano le cose da fare. E’ proprio sicuro che siano all’altezza di gestire un passaggio così delicato come quello che la città sta attraversando (due su tutti, indebitamento monstre dell’Ateneo e la discesa sotto il tanto sbandierato 50% della Fondazione)? Risposta: no.
E sì che ne avrebbe davvero tanto bisogno di personaggi con almeno un minimo di competenze e non solo di persone che nella loro vita “professionale” non sono andati più in là del fare il segretario organizzativo di partito e simili. Forse Ceccuzzi non ha ancora preso atto che politicamente ha già perso perché verrà ricordato come quel sindaco che ha fatto portare via la banca da Siena.
Bel successo, non c’è che dire. Sarebbe curioso fare un sondaggio e vedere a che punto è il suo gradimento in città.
Ovviamente, l’argomento non è di interesse per il Pd senese. Infatti, in tutto questo casino il suo fidato scudiero, il segretario comunale e fine economista Giulio “Guido” Carli di cosa va ad occuparsi? Delle assemblee rosa delle donne democratiche!!! Va detto, però, che fa tanto chic. Vuoi mettere quanto è più trendy una bella supercazzola alla conte Mascetti sulla diversità/parità di genere?
Per quanto ancora questi signori intenderanno offendere l’intelligenza dei Senesi?
Il Pd locale e la sua agenzia Robespierre, tra un inutile volantino ed un comunicato di noiosa propaganda, cosa aspettano a pronunciarsi sulle dichiarazioni di Mancini che come riportato sul Cittadino Online (frasi ad oggi non smentite quindi siamo legittimati a ritenerle del tutto vere) ha lanciato un j’accuse tanto violento quanto preoccupante dicendo “I Consigli comunale e provinciale erano al corrente della situazione, conoscevano esattamente la capacità finanziaria della Fondazione e ci hanno ordinato lo stesso di procedere sulla strada dell’aumento di capitale nella scorsa primavera. Tutto perché nelle loro intenzioni si doveva salvaguardare la non scalabilità della banca a tutti i costi. Chi non era d’accordo se ne poteva andare a casa” (http://www.ilcittadinoonline.it/news/144098/Durissimo_atto_d_accusa_di_Gabriello_Mancini.html)
Dopo aver letto i giornali tutti pensavamo che Ceccuzzi su queste affermazioni qualcosa dicesse. Invece silenzio di tomba. Mica vorrà nascondersi dietro un infantile “ma mica l’ho nominato io Mancini, il sindaco all’epoca era il Cenni”. Su su, Ceccuzzi, sarebbe veramente un affronto all’intelligenza di tutti. Ceccuzzi con i suoi consigliori, sono di memoria così corta da non ricordarsi che da oltre dieci anni a questa parte tutte le linee politiche sono state dettate dall’attuale primo cittadino nell’allora sua veste di plenipotenziario segretario di partito?
Un’ultima domanda al presidente della provincia Simone Bezzini: cosa ne pensa della manovra di Monti, che tra le cose davvero poco condivisibili come il blocco dell’indicizzazione a pensioni di anzianità già da fame (anche se sembra stia rivedendo un po’ il tetto economico) ed il ripristino dell’ICI, due misure che pescano sempre nelle solite tasche di chi ha sempre pagato le tasse, almeno una cosa buona l’ha fatta, ossia lo spianamento di un ente inutile – specie per una realtà come la nostra – come la provincia?
Così con pacatezza vi consegno alcune riflessioni. Almeno avete un qualcosa da leggere in questa assenza di politica e dibattito in città e nel resto della provincia. E di altri silenzi imbarazzanti.
Maestro James
Festeggiamenti a Stigliano
Dicembre 8th, 2011 — Note redazionali
Alla redazione di Fratello Illuminato perviene questa notiziona:
E’ andato a Luigi Berlinguer quale unico italiano, il premio MEP 2011 per il miglior deputato dell’anno. L’eurodeputato del Gruppo di Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo è stato scelto quale miglior deputato nella categoria Cultura e Istruzione (Culture and Education), una delle diciassette categorie su cui i giurati, che provengono dal mondo della comunicazione, dell’imprenditoria, della cultura e della politica, selezionano i vincitori.
Qualche considerazione e suggerimento:
1. Dopo aver dato inizio alla devastazione dell’università di Siena, poi portata a compimento dal patologo, dopo aver devastato da ministro l’università italiana tutta, un bel premio ci stava proprio e in questa categoria poi!!! Per forza l’Europa è in crisi. Se lui è il migliore pensate il peggiore: come si chiama? Conan il barbaro?
2. L’evento va festeggiato e quindi suggeriamo ai suoi fedelissimi, i genii di via Roma 56 e 57, i banchettatori dello Squero, il patologo, le superdirettrici Jolanda Cei Semplici e Ines “condannata per danno erariale” Fabbro, lo specialista di bilanci nonché noto immobiliarista Angelo Riccaboni di recarsi a Bruxelles a portargli la coppa e, nell’occasione, preghiamo Bettini di scrivere un’apposita ode vomitevole almeno come quella dedicata al patologo. Un’altra ode potrà scriverla ed eseguirla l’anno prossimo in occasione del suo ottantesimo compleanno. Attenzione alle musiche perché, com’è noto, il miglior europarlamentare per la cultura e l’istruzione è non solo il garante dei garanti, ma anche un musicologo di chiara fama presso il ministero capitanato fino a qualche giorno fa dalla Maria Stella Gelmini o Beata Ignoranza che dir si voglia.
Forza Sultano!!! Facci sognare ancora!!!
ULTIM’ORA – Buonconvento (SI)
Dicembre 7th, 2011 — Note redazionali
Gira voce che uno dei nostri lettori, il nostro virtuale ospite Roberto Vivarelli, capogruppo di centro sinistra per Buonconvento, quello stesso che dopo aver fatto il presidente della Tenimenti alla scadenza del mandato come nulla fosse è stato assunto come top manager col ruolo di direttore generale e amico strettissimo di quel Lorenzo Borgogni venuto alle ribalte della cronaca per una cosuccia come l’affaire Finmeccanica stia lavorando (e questa, in effetti sarebbe la vera notizia) per candidarsi a sindaco di Buonconvento. I nostri migliori auguri.
I Senesi “finti” sono in attesa delle dimissioni del consigliere comunale David Chiti. E velocemente!!!
Dicembre 7th, 2011 — Note redazionali
Non sappiamo se riderci sopra o se bestemmiare in turco: abbiamo trovato un video della “cena degli auguri 2010 dell’associazione NOI presieduta dall’esperto di bar David Chiti”. Nelle interviste del video una non poco faziosa giornalista afferma che i “Senesi veri” sono quelli che partecipano all’associazione NOI (http://www.youtube.com/watch?v=DplaJU-0kYo&feature=related) Non avevamo dubbi. I “Senesi finti” sono quelli che la mattina si alzano per andare a lavorare, che aprono dei bar seguendo le procedure e le regole, i Senesi finti sono quelli che non dicono “Noi” ma che si sentono “TUTTI”; si sentono una comunità alla pari e pretenderebbero che le istituzioni pubbliche siano al servizio di “TUTTI” e non di “pochi NOI”. E durante le interviste la giornalista pone sempre l’accento sui “senesi veri” vicini all’associazione “NOI”. Preso atto che i “Senesi veri” sono con il Chiti, allora lo stesso faccia una cortesia a quelli “finti”: dimettiti dalla carica di consigliere comunale visto che sei coinvolto nell’inchiesta sul buco finanziario dell’ateneo senese per via dell’affidamento del bar di Via Roma 56. Le dimissioni renderebbero libere le istituzioni da queste vicende giudiziarie e sicuramente anche le forze politiche di maggioranza potrebbero recuperare un minimo di credibilità. Credibilità che con la vicenda Chiti, senza ritornare su quella del Panti, è sprofondata negli abissi. Fate un po’ voi. Magari nel contempo i due soci onorari dell’associazione NOI, Franco Ceccuzzi e Luigi Borri, potrebbero suggerire al proprio presidente di dimettersi. E non solo: anche il prof. Piazzi Alessandro potrebbe suggerire al Chiti questo passo serio verso la città; visto che lo stesso Piazzi era presente a quella famosa cena degli auguri dei “Senesi veri” e in quella occasione parlando dell’azienda ESTRA aveva affermato questo: “L’azienda seguirà l’associazione NOI”. Non si capisce bene il nesso tra le attività di ESTRA e l’associazione NOI e del perché di questo rapporto privilegiato, anzi così diretto. Invece di seguire l’associazione NOI il Piazzi faccia una bella cosa: chieda le dimissioni del Chiti.
Vediamo quanto durerà questa farsa sulle spalle della cittadinanza e dell’etica istituzionale. Le famose carte e codici etici … buonanotte al secchio!!!
Scooppone della redazione di Fratello Illuminato. Scoperta una cava di “umanisti” e “garanti”. E un inedito manoscritto della SUMma criminum
Dicembre 6th, 2011 — Note redazionali
La lettura di questa nostra inchiesta tutta italiana è consigliata ad un pubblico adulto, agli organi di informazione e al mondo della cultura. Ci troverete intrecci imbarazzanti e vi renderete conto con i fatti del perché in Italia esista la fuga dei cervelli e i motivi della decadenza culturale in generale. Inoltre troverete ulteriori conferme sullo sfascio in cui hanno ridotto i luoghi del sapere e della formazione quei personaggi legati alla solita nomenclatura universitaria che dissestava a Siena, Firenze e Roma. Buona lettura.
Il SUM, come descritto dallo stesso sito web, si presenta così:
L’Istituto Italiano di Scienze Umane (SUM) è un’università statale dedicata all’alta formazione e alla ricerca nelle scienze umane e sociali. Promuove e coordina programmi di dottorato, post-dottorato e master di secondo livello, aperti a studenti provenienti da tutto il mondo. Organizza e sviluppa progetti di ricerca.
Girellando girellando scopriamo che
L’Istituto ha costituito una Fondazione quale raccordo con la società civile e sostegno per le proprie iniziative da parte dei privati.
E a questo punto ci siamo convinti che da un istituto di umanisti e scienziati poteva venir fuori solo una Fondazione di altrettanti illustri umanisti e scienziati. Tra i fini umanisti della Fondazione SUM troviamo come membri del consiglio di amministrazione Cesare Geronzi (Capitalia), Riccardo Fusi (Baldassini-Tognozzi-Pontello), Marco Tronchetti Provera, Gabriele Galateri di Genola, Gianmarco Moratti e Corrado Passera. Nella home page della Fondazione possiamo leggere in sintesi la missione e le linee guida:
La Fondazione è destinata a rappresentare il recettore privilegiato delle istanze della cultura non accademica, dell’opinione pubblica e in genere della società civile. La Fondazione opera anche il fund raising destinato ad alimentare iniziative nel campo delle scienze umane in una prospettiva innovativa. Il legame con le scienze umane del mondo finanziario e industriale, infatti, è sempre stato carente nel nostro Paese. Quando in forme labili si è realizzato, è stato inteso, per lo più, come atto di mecenatismo e non come un investimento.
Che dire? Una Fondazione umanista in mano a degli umanisti di alto rango: la famosa finanza umanista. Tra un “titolo tossico”, gare d’appalto, spionaggio telefonico, fallimenti aziendali, probabilmente alternavano la lettura de “I dolori del giovane Werter” con “Le Confessioni di Sant’Agostino”. Attualmente il Corrado Passera è ministro del governo Monti e quindi è presumibile che abbia lasciato questi incarichi. Su di lui per ora sorvoleremo.
Parliamo del primo umanista della finanza, il famoso Cesare Geronzi. Il Geronzi umanista è stato condannato dal tribunale di Parma alla pena di 5 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e usura aggravata (http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=44564).
Un altro umanista della finanza è Riccardo Fusi della Baldassini-Tognozzi-Pontello. Vi ricorderete sicuramente di lui: è quello che umanizzava con Denis Verdini, un altro umanista di alto livello (http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2011/09/11/news/appalti-indagini-chiuse-su-fusi-e-verdini-barattelli-verso-l-archiviazione-2995103 e leggetevi anche questo pezzo di grande umanesimo http://www.repubblica.it/cronaca/2011/12/05/news/l_aquila_raccomandazione-26127005/).
Anche il Tronchetti Provera è un fine umanista e infatti il 24 novembre si è recato dai magistrati per una non equivoca disquisizione letteraria, come si evince da qui (http://www.repubblica.it/economia/finanza/2011/11/24/news/interrogato_marco_tronchetti_provera-25524350/).
Che cosa c’era scritto sulla home page della Fondazione SUM? Et voilà: “Il legame con le scienze umane del mondo finanziario e industriale, infatti, è sempre stato carente nel nostro Paese. Quando in forme labili si è realizzato, è stato inteso, per lo più, come atto di mecenatismo e non come un investimento”. Dovete insistere perché non abbiamo ancora capito “il legame” tra i tre umanisti appena descritti e le scienze umane. Piucchealtro i tre sembrano vicini al legame con le scienze giuridiche penalistiche.
Ritorniamo all’Istituto SUM, ben rappresentato da questi altri quattro fenomeni umanisti.
Il primo in assoluto è l’autore di quella vomitevole Ode a Piero Tosi, ovvero il genio di Via Roma 57 e di tutto il mondo antico, Maurizio Bettini. Su di lui abbiamo scritto anche troppo e forse sprecando tempo vista la caratura del personaggio. Lui lo trovate in entrambi i luoghi cardine del dissesto: sia al SUM sia nell’università di Siena.
Il secondo fenomeno umanista del SUM, ma anche dell’università di Siena è quel famoso scienziato che aveva accusato i barbari del furto del tetto dell’Abbazia di San Galgano, l’intellettuale Omar Calabrese.
Il terzo scienziato è Aldo Schiavone, amico del garante e musicologo stiglianese e intellettuale (così dicono) di una certa sinistra moderna. La famosa sinistra dei pranzi allo Squero di Rimini. Infatti Schiavone e Bettini si litigavano la sinistra del tavolo nonché la chela sinistra dell’aragosta.
Il quarto umanista è uno dei capi della cricca dei dissestatori di atenei, il pessimo Loriano Bigi. Dissestatore a Siena e dissestatore al SUM. Una carriera passata a dissestare con umanesimo.
Ecco alcuni studi fatti dalla Guardia di Finanza e dalla magistratura di Firenze sul SUM. In questo caso quelli del SUM da “studiosi” sono diventati “studiati” (http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2011/22-settembre-2011/peculato-truffa-indagini-sum-1901607223034.shtml; http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/09/22/news/regali_viaggi_e_cene_tanto_paga_l_universit_del_sum-22075449/; http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/23/abuso-dufficio-e-spreco-di-denaro-pubblico-a-firenze-i-big-del-pd-finiscono-nei-guai/159606/)
Ma non è finita: ora viene il bello(il brutto piu’ che altro!). L’Istituto SUM tra i propri organismi ha “Il Collegio di garanzia” e indovinate un po’ chi sono due dei garanti? Uno è il dissestatore dell’università La Sapienza di Roma nonché esperto di concorsi universitari per figli oltre ad essere un grande amico di Jolanda Cei Semplici, il famoso Luigi Frati (anche questo rettore si chiama Luigi); il secondo è il cocco del garante dei garanti, ovvero Angelo Riccaboni noto abusivo dell’Università di Siena. In questo caso possiamo affermarlo con certezza: i rettori di Siena diventano tutti garanti. Avete capito bene: il rettore abusivo di Siena è membro del collegio di garanzia del SUM. E a tal proposito ritornano alla mente le dichiarazioni dell’abusivo del mese di settembre 2011:
Come si può vedere l’abusivo Riccaboni sosteneva che l’Ateneo senese col SUM non c’entrava niente. A parte che Calabrese, Bettini e Bigi erano stati comandati al SUM negli anni in cui l’abusivo faceva il Preside; a parte che l’Ateneo di Siena è stato espropriato di due dottorati trasferiti dai due umanisti suddetti al SUM mentre l’abusivo faceva il presidente del Nucleo di Valutazione; a parte tutto questo noi possiamo anche credere che l’Ateneo sia estraneo, ma che lo sia il Riccaboni ci sentiamo, visto quanto riportato sopra, di escluderlo decisamente. Fra l’altro non risulta che si sia ancora dimesso dal comitato di garanzia, per la qual cosa invitiamo a raggiungerlo il garante di tutti i garanti, non appena si sarà liberato dagli impegni che presto gli dovranno assegnare il Ceccuzzi e il Chiti. La garanzia di tutte queste belle cose sarà molto più garantita alla presenza di cotanti garanti. E ci sembra che valga la pena di interessare non solo i garanti, ma vista la filza di reati commessi da alcuni membri della fondazione e dagli “umanisti” di cui sopra, di chiedere alla Magistratura – che gode della infinita fiducia di tutti i succitati – una ancora maggiore attenzione di quella che, peraltro molto intensa, hanno esercitato sinora.