Don Piero, i suoi scagnozzi e il successore Angelo Riccaboni. Le nefandezze ai danni del bene e della decenza comune

Correva l’anno 2008 e alla guida dell’Ateneo c’era il rettore Silvano Focardi. Ma, alla luce dei documenti e dei riscontri fatti emerge toto coelo che il capo indiscusso che manovrava e tentava di condizionare la vita dell’Ateneo era sempre, come del resto è tuttora, il patologo Piero Tosi. Fatta eccezione dello spianamento dell’area del Genio di via Roma 56, l’ambiente docente e tecnico amministrativo era – ed è ancora in buona parte – legato indissolubilmente al Faraone. La conferma del ruolo di direttore d’orchestra di don Piero si evince proprio da un episodio del 2008 quando il medesimo si vanta di aver sguinzagliato i suoi dentro il CdA dell’università, capitanati dai fedelissimi Anna Coluccia e Valter Gioffré per contrastare ferocemente l’azione compiuta da Focardi e dai suoi collaboratori. E d’altro canto non poteva essere altrimenti perché ancora oggi l’ateneo è prostrato dall’azione dissestatrice dei dodici anni tosiani.
Quello che è emerso dalla verifica degli anni del dissesto non è solo il buco finanziario, ma il degrado e il dissesto morale e istituzionale che ha permesso truffe, peculati, abusi d’ufficio, falsificazioni di bilanci, commistioni personali tra la direzione amministrativa, alcuni dirigenti e una parte fortemente sindacalizzata del personale amministrativo e docente. Per quanto riguarda gli indagati è giusto che se ne occupi la Magistratura e a tal proposito chiediamo ai giudici, visto che la Procura ha già lavorato, di far partire i processi perché la gente onesta deve sapere quello che è successo e deve capire che il dissesto universitario senese è stato causato da un, qualcuno direbbe, “groviglio armonioso” di docenti, dirigenti, ditte raccomandate, personale, sindacati, politici locali, dirigenti dei Ministeri ed esponenti di associazioni quali la Crui.
Con molta probabilità questo disegno criminoso portato avanti per anni è stato vagliato e analizzato portando a comprenderne i meccanismi, ma non la portata politica e morale, cosa sulla quale peraltro i giudici non sono competenti. Ma la redazione di Fratello Illuminato invece è competentissima e dopo un anno di lavoro ed analisi intensa, suffragata ora dai fatti e dalle risultanze delle indagini altrui è in grado di dipingere l’affresco del dissesto, passato, presente e speriamo NON futuro. Utilizziamo la parola “speriamo” perché ci risulta che nell’ultimo tavolo interistituzionale hanno avuto accesso almeno due scagnozzi di don Piero: Anna e Valter. Ci sorge spontanea una domanda: ma chi ha consentito questo? Ceccuzzi e Bezzini o l’abusivo Criccaboni, continuatore di don Piero? Sono proprio questi segnali che ci spingono a ritenere che sia necessario l’inizio dei processi, a porte aperte, ché tutti sappiano e si rendano conto del sistema nefasto e dissestatore che ha portato l’Ateneo al default. Anzi, vista la portata delle nefandezze e dei reati commessi ci sentiremmo di parlare di maxi processo. Un gruppo ristretto di disonesti con l’appoggio ramificato di un sistema marcio fino al midollo ha stuprato contabilmente, moralmente e anche fisicamente la ex prestigiosa Università di Siena.
Quello che emerge dai nostri studi rivela un dato sconcertante: la pratica del dissesto universitario senese per i modi e per gli intrecci venutisi a creare supera addirittura i meccanismi del crac della Parmalat e di altri noti dissesti finanziari, fermo restando – ad aggravare la cosa – che Parmalat e Cirio, per fare degli esempi, sono private mentre qui si tratta di soldi pubblici.
Ad aggravare la situazione ci sono altre concause: l’omertà di alcuni settori politici e il negazionismo del dissesto da parte di chi, di tutta evidenza, ne è stato attore principale e complice morale e, da ultimo, la presenza di un rettore eletto irregolarmente e di un direttore amministrativo che protegge i protagonisti passati e attuali del dissesto.
Per smascherare anni e anni di bugie e di truffe ai danni di gente onesta e per ripulire definitivamente l’università non servono finti tavoli istituzionali, peraltro infestati da personaggi a dir poco ambigui; servono i processi.

Maestro James
S.E. Cesare Mori

P.S. Dopo l’assunzione di abbondanti dosi di antiemetico e dopo aver indossato apposite mutande di ferro, vi consigliamo la lettura del primo capitolo della Summa degli orrori del dissesto universitario che la nostra pregiatissima redazione pubblicherà nella giornata di domani.

1 comment so far ↓

#1 Barbicone on 12.11.11 at 14:44

CHE LA SAGA ABBIA INIZIO !!!