Confessioni private di un diavoletto

ELENA di Troia mi ha detto che le BUSCO.

Gelmini: “Se avessi saputo delle irregolarità non avrei nominato Riccaboni”

Gelmini: “Se avessi saputo delle irregolarità non avrei nominato Riccaboni”. Domanda: come mai il garante dei garanti non ha avuto la sensibilità istituzionale, nell’interessarsi di far nominare il suo amichetto, di dire al ministro che c’erano delle indagini in corso? Dice di aver fatto pressioni per il bene dell’università, ma a quanto pare il bene dell’università passa da tutt’altre parti, anche perché da quando è stato nominato il suo amichetto e la maestra elementare, già condannata UNA PRIMA VOLTA dalla Corte dei conti, il disavanzo di amministrazione è cresciuto di 7 milioni di euro e nell’assestato 2011 la tendenza è a un disavanzo di competenza di 29 milioni invece che 18 come nel 2010 e la Corte dei conti ha sulla scrivania quasi più carte che la Procura della Repubblica di Siena. Inoltre il risanamento è stato spostato di due anni (2017). Non ci sembra proprio che il Sultano abbia fatto il bene dell’università e il suggerimento di prendere “misure anche drastiche” ci pare abbia sortito l’unico risultato – vista la macelleria sociale – di far rivoltare suo cugino Enrico nella tomba. A proposito di Corte dei conti: ma cosa aspetta il disinteressato Luigi Berlinguer a staccare un bell’assegno di 26.210 euro per tappare almeno il buco dovuto ai volumi dedicati a lui? Faccia il bene dell’Ateneo: PAGHI. E stia un po’ zittino ché ormai ha già parlato anche troppo.

Una domanda al professor Alessandro Piazzi (pentapoltronato)

Abbiamo una domanda da porre al Prof. Alessandro Piazzi membro della Fondazione MPS: avendo appreso che lo stesso Piazzi è un ipersostenitore di Angelo Riccaboni siamo a chiedere se vi siano stati nel novembre del 2010 dei contatti tra i due in cui il rettore abusivo chiedeva sponsorizzazioni al suddetto Piazzi onde forzare la mano per ottenere aiuto dalla Fondazione.
Ci potrebbe spiegare il professor Piazzi con chi intendeva forzare e a che scopo?

La Summa degli orrori del dissesto universitario senese. Capitolo V. “Mussari e Ceccuzzi come due bancomat”

Tra i vari aspetti negativi che hanno contraddistinto e che continuano a contraddistinguere il modus operandi della cricca universitaria “garantita” dall’ex rettore Luigi Berlinguer c’è il disprezzo per le istituzioni locali e per la città nel suo insieme. A conferma di questo disprezzo da parte della cricca ritorna alla mente un episodio che ci hanno raccontato alcuni mesi fa ma che avevamo rimosso. Ci riferivano di un colloquio (non sappiamo se di persona o telefonicamente) tra il professore Antonio Cardini e l’abusivo Angelo Riccaboni. Il berlingueriano Cardini consiglia all’abusivo di fregarsene della politica senese e di accordarsi con  Mussari e Ceccuzzi solo quando servono i soldi. Avete capito? Il membro della cricca Cardini e l’abusivo Angelo Riccaboni considerano le due più importanti istituzioni locali come due bancomat. Vogliamo sperare che sia Mussari che Ceccuzzi prendano immediatamente le distanze da questa cricca capitanata dal rettore irregolare Angelo Riccaboni. Per troppo tempo questa cricca ha umiliato l’università e la città: ora basta. Mussari e Ceccuzzi reagiscano a tutela del buon nome delle istituzioni contro la cricca. E al Ceccuzzi consigliamo di interrompere qualsiasi tavolo istituzionale con il professore Angelo Riccaboni e con la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro, visto che questi due post-dissestatori si trovano ai vertici dell’ateneo a seguito di inciuci e pressioni indebiti tese a favorire la nomina del Criccaboni.

A proposito, questo a beneficio del corpo docente soprattutto di medicina, ci riferivano che durante i colloqui tra i due berlingueriani, Cardini e Riccaboni, lo stesso Cardini diceva al Riccaboni che i docenti Galeazzi e Cozzolino dovevano essere “castigati”. Non c’è male. Doveva essere un luogo di cultura e di ricerca, ma in mano alla cricca l’università di Siena sempra piu’ un covo di tribù in guerra perenne.

Mandate velocemente a casa Riccaboni, la Fabbro e il resto della cricca. E vergognatevi per una vita intera. Tutto questo sullo spalle dei lavoratori onesti e dei cittadini di una città civile.

“Stai attento a questa città”?!?

Ci chiediamo cosa intendesse dire il garante dei garanti nonché musicologo MINISTERIALE di chiara fama e principe del sultanato di Stigliano dopo che aveva brigato con il suo supposto avversario politico,il verdiniano ministro Mariastella Gelmini nonché con varii funzionari ministeriali per far convalidare l’abusivo degli abusivi. Semmai è la città che dovrebbe stare attenta a questa gente, cosa che non ha fatto. E chissà cosa intendeva quando suggeriva di utilizzare “anche mezzi drastici”. E che interesse ha protetto brigando per questo? Aspettiamo la risposta a tutte queste domande, ma non GIUDIZIARIA: vogliamo una risposta POLITICA che è cosa ben diversa.
Per i mezzi drastici forse abbiamo noi una risposta: forse intendeva applicare il famoso motto latino “PER ASPERA AD ASTREA”.

Scusate abbiamo scritto ASTREA? Un refuso, evidentemente …

La Summa degli orrori nel dissesto universitario senese. Capitolo IV. “Deve stare un tantino calmo”

Un’ulteriore conferma che l’università era ed è gestita da una cricca di dissestatori che invece di levarsi cortesemente dai loro incarichi le facevano e continuano a farle di tutti i colori per non mollare la sedia. Così facevano ai tempi di Tosi, così stanno facendo con Riccaboni. Loro non mollano e l’università precipita. A conferma dei vari rapporti ambigui tra i dissestatori e ambienti del Ministero dell’Università risulterebbe esserci un contatto confidenziale tra  l’ex presidente dei sindaci “copritori” (dovevano essere revisori, ma non hanno adempiuto ai loro obblighi!!!) Enzo Martinelli e una parlamentare del centrodestra, così par di capire.

Il dissestatore Enzo Martinelli, anzi, il sindaco “copritore” dei dissestatori, sentendosi offeso del fatto che il direttore amministrativo Emilio Miccolis voleva sgombrarlo (giustamente!!!) chiama in suo soccorso mezzo mondo. Quello che più inquieta è il soccorso chiesto a questa, par di capire, parlamentare. Il Martinelli, spocchioso e illimitato come il suo solito, chiede alla parlamentare l’intervento diretto del Ministro o del Direttore Generale del Ministero. La parlamentare, chiaramente in buoni rapporti con il “copritore capo” gli risponde “stai tranquillo … faccio subito”.

Avete capito in che mani era ed è l’università? Nelle mani di una cricca. Tutto questo agitarsi del Martinelli perché pretendeva che dal ministero partisse una telefonata per dire al D.A. dell’Università di Siena Emilio Miccolis di “stare un tantino calmo”.

Il Martinelli Enzo mica si è posto il problema dei danni fatti all’Ateneo. No. Lui doveva pensare al suo sederino intoccabile. Ma vergognatevi per un’intera vita.

La Summa degli orrori del dissesto universitario senese. Capitolo III. Troviamoci al solito posto

A conferma degli stretti rapporti restaurativi di una classe dissestatrice e a conferma che l’abusivo è lì per coprire i pozzi di merda insieme all’amica stretta di Jolanda, lo sapete che anche nel novembre del 2010 i due raffigurati si davano appuntamento? E dove? Nel solito posto. Chissà dov’è questo solito posto …

Siamo in una società civile o in mano a degli intrallazzatori?

Quello che viene fuori dalle inchieste della magistratura sull’università di Siena mette in risalto un vero e proprio sistema trasversale di “piccoli affari familiari” e di sistematiche violazione di legge, di truffe , di falsificazioni colpose dei bilanci e di complicità troppo evidenti tra soggetti locali e “funzionari ministeriali”.

La vicenda del bar del San Niccolò dimostra addirittura l’arroganza di qualche politicante locale come l’esponente e consigliere comunale del PD David Chiti e mette in luce le violazioni palesi dell’esponente della CGIL e dirigente dell’università Carlo Bruni. Il PD senese non intende pronunciarsi così come tutti i consiglieri comunali. Più che a Siena questi episodi sembrano accadere ai tempi di Gava e della peggiore prima repubblica. Ma non solo, dalle inchieste emergono altri fatti inquietanti e squallidi che confermano manovre e intrallazzi per convincere l’allora ministro Gelmini a firmare il decreto di nomina di quel patetico e irregolare rettore Angelo Riccaboni. Risultano impegnati in queste manovre schifose ambienti del PDL di Verdini e il grande manovratore di sempre Luigi Berlinguer. A conferma di quello che andiamo dicendo da mesi. Non aspettate il corso della magistratura, tanto a questo punto si comprende benissimo che porteranno fino in fondo il lavoro emerso dalle inchieste. E aggiungiamo che non solo è necessario, ma da cittadini facciamo un plauso di riconoscenza perché la magistratura senese ha confermato il ruolo indipendente e la funzione di legalità che in questa vicenda è mancata in altri luoghi istituzionali, compreso quello di qualche “nana istituzionale” contigua con il manovratore.

In una società civile personaggi come Chiti, Bruni e l’abusivo Riccaboni sarebbero stati allontanati dai ruoli dalla stessa politica e dalle istituzioni elettive locali. Ma forse ci sono altre complicità che potrebbero venir fuori?

Chiudiamo con questo messaggio rivolto al professore Riccaboni eletto irregolarmente come Rettore. Caro Riccaboni noi ora sappiamo benissimo che sei stato eletto irregolarmente e non solo, sappiamo benissimo il ruolo di Luigi Berlinguer e di altri tuoi amichetti impegnati nel forzare la firma del decreto di nomina. Dimettiti subito abusivo e i cittadini senesi si ribellino civilmente a questa banda di intrallazzatori. Anche perché alla fine questi soggetti dimostrano solo disprezzo per la città. E su questo “bisogna stare attenti”. La stessa cosa vale per la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro.

Facciamo accorato appello alle persone di buona volontà di qualsiasi estrazione sociale, idea politica, appartenenza culturale, obbedienza, per un rinnovato impegno civile e morale finalizzato alla tutela del BENE COMUNE e per contrastare e isolare civilmente e con LA CARTA COSTITUZIONALE la cricca che ha devastato trasversalmente i beni della città.

Rimuovete con gli strumenti di legge il rettore irregolare e mandate un presidio militare alla facoltà di medicina

Si scrive Angelo Riccaboni, ma si legge Piero Tosi; si scrive Ines Fabbro, ma si legge Jolanda Cei Semplici. Non è cambiato niente e non vogliono cambiare niente. Il marciume che sta venendo fuori dalle inchieste dimostra l’esistenza di un sistema dove tutti sapevano e dove alcuni partecipavano alla cricca dei devastatori. Riccaboni e Fabbro non sono lì per risanare, ma per tutelare, come due ultimi giapponesi, il sistema tosiano universitario. E infatti tutti i protagonisti del dissesto, compresi gli indagati sono ai loro posti. La signora Fabbro forse non si rende conto delle violazione che sta facendo nel proteggere gli indagati, ancora ben saldi ai loro posti. Contenta lei preoccupati gli altri. Le istituzioni locali, in primis il comune, intendono continuare con il sostegno al rettore irregolare? Staremo a vedere gli sviluppo dei prossimi giorni. Il Riccaboni invece, degno allievo di Tosi, opera come il suo mentore: racconta un sacco di novelle e promette il risanamento, senza spiegare nel dettaglio della contabilità con cosa e come risana. Solo fumo negli occhi. Per quanto riguarda invece la gestione e il ruolo della cricca dei docenti, la gestione è la medesima, forse suggerita dallo stesso faraone, di quella praticata dal Tosi e dal Bigi: tutela della cricca e privilegi per gli amici degli amici. La dimostrazione del sistema tosiano imperante praticato dal Riccaboni è svelato da quanto sta succedendo, anche, presso la facoltà di medicina. Una facoltà, fatti salvi pochi casi e altri che però rimangono in silenzio, completamente infestata di tosiani, indagati e condannati, senza calcolare i casi di nepotismo praticati a suo tempo. E ancora oggi la cricca dei baroni tosiani capeggiati dal Riccaboni sta tentando un’operazione squallida e indecorosa. Per questo chiediamo con garbo  e senso civico l’intervento della magistratura e non ci starebbe male un presidio della facoltà da parte dell’esercito. Più che una facoltà sembra una giungla e più che un corpo docente sembra una tribù di primitivi, senza regole e senza etica. Ecco cosa intendono fare nel consiglio di facoltà del 15 dicembre 2011(che cosa intende dire in merito il sindaco Ceccuzzi??).

Eravamo già intervenuti a segnalare la vicenda, ma siccome insistono ci tocca lanciare un ulteriore segnale di allarme. La Facoltà che dovrebbe deliberare sulla designazione del terzo membro di una Commissione per un concorso di ricercatore non riesce a raggiungere, su questo punto, il numero legale. Domani ci riprovano. Ecco, allora, per noi, l’altra gradita sorpresa! Per quattro volte i docenti di Medicina hanno chiaramente e inequivocabilmente manifestato la volontà di non assumersi la responsabilità di un provvedimento platealmente viziato di nepotismo e con una commissione addomesticata. Vediamo perché. Il professore Eugenio Bertelli è andato a trovare molti colleghi, sollecitandoli a presenziare al Consiglio di Facoltà. Nulla di male! Il problema, però, è che nel concorso partecipa la moglie di Bertelli e, inoltre, il posto di ricercatore è per Anatomia, la stessa materia del marito. Ancora nulla di male! Ci sono tanti figli e tante mogli e mariti. Ma, in questo caso, c’è anche l’ereditarietà. Si dà il caso che a ricoprire la cattedra di Anatomia a Siena c’è stato prima Ruggero, nonno di Eugenio, poi Luciano, padre di Eugenio, ora Eugenio e, infine, si aspetta la vincitrice del concorso di ricercatore, la moglie di Eugenio. Ma non è stato approvato il “codice etico” nel quale «è vietata ogni forma di nepotismo?» Certo! Ma, evidentemente, in questo caso si cercherà di non applicarlo. Staremo a vedere cosa farà Riccaboni. Intanto i tosiani, in Facoltà di Medicina, sono sempre presenti per sostenere l’ennesimo caso di nepotismo! In prima fila ci troverete un docente ben conosciuto dal tribunale di Siena, l’altro bilocato Walter Gioffrè.

Fermate la cricca e ripristinate la legalità in tutto l’ateneo!!!!

Lo diciamo senza mezzi termini: Chiti lasci immeditamente Palazzo Pubblico!!!

Affermiamo con forza la necessità che Chiti lasci immediatamente Palazzo Pubblico e riteniamo incredibile e vergognoso che sia ancora lì. E’ stupefacente che ancora sia in Consiglio e che il partito non l’abbia buttato fuori. Hanno buttato fuori gente per molto meno!!! Come faceva a dichiararsi estraneo alla vicenda? Vegogna!!! Dimostrate la vostra serietà, amministratori e politici e l’opposizione lo richieda con forza. VERGOGNA!!!