Mancini non mollare!!!!!

In questo intervento nessuno vuole difendere a spada tratta l’operato del sangimignanese Gabriello Mancini.
Non bisogna essere dei fini economisti per capire che la Fondazione MPS poteva essere gestita meglio, per usare un eufemismo.
Ma di chi è la colpa? Del solo Gabriello Mancini come vorrebbe il sindaco Ceccuzzi?
Nell’intervista che Ceccuzzi ha rilasciato a La Nazione il messaggio che il sindaco ha rivolto a Mancini è chiaro.
Se ne deve andare. E subito. Ossia ben prima della sua naturale scadenza che sarebbe nel 2013.
Le nuove parole magiche del Ceccuzzi sono “discontinuità” e “ricambio” della classe dirigente. Di tutta.
Non è dato sapere, però, se dentro questa classe dirigente da buttare via, il Ceccuzzi ricomprenda anche se stesso.
Come ha ricordato anche il Bisi, il signor Ceccuzzi è da oltre 10 anni dominus assoluto della politca senese; colui che ha preso le decisioni su qualsiasi argomento; colui che ha dettato le linee politiche e programmatiche su tutto. Fondazione compresa.
Cosa vuol far credere, adesso, che fino ad oggi ha abitato su Marte e che, quindi, lui non ha mai messo bocca su nessuna questione?
Ma ci faccia il piacere! Come diceva Totò.
Se veramente ha carattere, allora, e veramente ritiene che tutta, ma proprio tutta la classe dirigente che c’è stata fin’ora deve andare a casa, cominci lui a dare il buon esempio e si dimetta da sindaco.
Mancini dia un segnale politico a Ceccuzzi e lo ponga di fronte alle sue responsabilità. Politiche e morali.
Resti fino al 2013 – dato che sembrerebbe non esistere uno strumento che possa chiederne le dimissioni forzate – e gli insegni che con la presunzione,l’arroganza e la negazione della realtà si va da poche parti.
Il discorso è molto semplice. Se la ricerca di una nuova figura al posto di Mancini venisse selezionata in base ai meriti ed alle competenze, allora saremmo perfettamente d’accordo. Ma se Ceccuzzi intende far fuori Mancini perché al suo posto vuole “Piazzarci” qualche suo portaborse o consigliori che non ha mai visto un giorno di lavoro in vita sua neppure per sbaglio, allora tanto vale che resti chi già c’è.
Meditate gente.

Semmai “rigore e impegno” dovrebbero servire per ripristinare la legalità e la buona gestione dentro l’ateneo senese. Analisi di un’intervista paradossale e da regime di vecchia data

Il mestiere di giornalista è difficile, mentre quello di portavoce è semplicissimo. Il ruolo di portavoce del rettore abusivo e della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro è ben rappresentato dalla giornalista Gaia Tancredi, ma non solo oggi, il ruolo era chiaro fin dall’insediamento di questi due rappresentanti della cricca ministeriale e dei docenti tosiani e berlingueriani. Del resto Gaia Tancredi è da sempre legata alla nomenclatura tosiana-berlingueriana. La dimostrazione (come conferma di altre conferme visionabili) della perfetta interpretazione del ruolo di portavoce arriva stamani con l’intervista della stessa Gaia Tancredi al rettore abusivo sulle pagine del corriere di Siena. Il titolo dell’intervista è “rigore e impegno. La strada è giusta”. Semmai “rigore e impegno” dovrebbero servire per ripristinare la legalità e la buona amministrazione dentro l’ateneo senese. Evidentemente questo aspetto alla giornalista non interessa. Le chicche dell’intervista da “regime di vecchia data” vengono fuori quando il Criccaboni afferma che le inchieste sulla sua elezione non lo coinvolgono direttamente. Una giornalista autonoma e seria a quel punto doveva chiedere: scusi, rettore si tratta delle sue elezioni perché dice che non la coinvolgono  direttamente?. Poteva domandarlo ma non si è permessa di contrastare il suo rettore di fiducia (fiducia ricambiata dallo stesso). La giornalista poteva chiedere: come mai lei caro rettore intrallazzava al telefono con Luigi Berlinguer per cercare di convincere la Gelmini a firmare il decreto di nomina? Poteva domandarlo, ma non si è permessa di contrastare. La giornalista poteva chiedere: come mai caro rettore intrallazzava con quel Tomasi del ministero per togliere l’accessorio al personale tecnico-amministrativo? Poteva domandarlo ma non si è permessa di contrastare il suo caro rettore. La portavoce poteva fare un’altra domanda:come mai rettore visto che lei ricopriva diversi ruoli ai tempi in cui avveniva il dissesto non si è accorto di nulla e non ha mai controllato niente in quel periodo? Poteva e doveva chiederlo questa tanto apprezzata (dal rettore) giornalista.

La giornalista apre l’intervista chiedendo al suo amico Riccaboni di fare un bilancio di fine anno. Fate una bella cosa caro abusivo e cara giornalista, compratevi una bilancia e pesate le cose che omettete di dire e le inesattezze che da un anno scrivete. Per il “bilancio” attendiamo di visionare le relazioni del nucleo di valutazione quando presidente era lo stesso Criccaboni. Bilanciatevi e rilassatevi.

La Summa degli orrori del dissesto universitario senese. Capitolo X. “E’ tutto odio accademico tra bande …”

Il professore Marco Bettalli (indagato per l’elezione di Riccaboni) afferma che la colpa è di Gaeta (altro indagato). Il preside Roberto Guerrini (altro indagato) e membro del senato accademico insieme a Bettalli (ancora non si sono degnati di dimettersi) sostiene che l’indagine sulle elezioni del rettore sono il frutto “di un odio accademico tra bande”. Tra bande? Siamo all’università o nel Bronx? E Guerrini, sicuramente con sincerità, afferma che nessuno dei due competitori (Riccaboni e Focardi) gli destavano simpatia.

In fondo in fondo (parecchio in fondo) taluni docenti universitari fanno anche tenerezza. Si vede che sono cresciuti nel mondo dell’autonomia universitaria e quindi sono convinti che tutto quel che succede, come le indagini della magistratura, non meritano grande attenzione. Si sentono intoccabili e impunibili. Questo aspetto dell’intoccabilità emerge anche quando un  amico (crescono bene questi ragazzi) parlando con una studentessa(indagata) gli dice che “Il GIP archivierà tutto”. Archivierà Tutto???

Che il clima dentro l’università non è sereno e manca del profilo accademico si comprende dalle innumerevoli manovre per “farsi le scarpe tra docenti”. Il professore Marco Bettalli che le tentava tutte per farle a Santina Rocchi.
Il professore Guerrini che interloquiva con altro docente asserendo che il professore Luca Verzichelli nel privato durante le elezioni si “era espresso contro Riccaboni”.
Che dire. Un clima effettivamente di guerre tra bande. Noi abbiamo un suggerimento utile anche per le casse dell’ateneo. Avendo constatato che diversi docenti più che fare didattica e ricerca passavano e passano il tempo a farsi la guerra, gli stessi innanzitutto farebbero cosa buona e giusta dimettendosi dagli incarichi (presidi, membri del senato, etc.) e successivamente liberare l’ateneo della loro presenza, così l’università senese ritornerebbe a fare didattica e ricerca seriamente senza “l’odio accademico tra bande”.

L’ombra lunga dei berlinguerian-tosiani dietro la nomina sconsiderata e irregolare della Fabbro

Questi uffici rileggevano con attenzione le intercettazioni tra Criccaboni e Tomasi, chiedendosi quale fosse la ragione per cui la cricca ministeriale, Gelmini consenziente ed auspicante, ha imposto al miracolato Criccaboni la nomina della maestrina elementare condannata dalla Corte dei conti Ines Fabbro.

Tomasi: Ho parlato con la Ministra. Ho dato rassicurazioni sulla nomina del Direttore Amministrativo…

Come mai la Ministra, che ricordiamo aver mentito spudoratamente di fronte ai magistrati senesi (capito magistrati? Vi ha raccontato delle balle!), aveva interesse acché la Fabbro fosse nominata? E perché la cricca ministeriale devota al sultanato di Stigliano non ha evitato che Criccaboni mettesse in piedi quella farsa infame di concorso, prendendo per il culo ben 48 candidati che si erano presentati? Noi, facendo 2+2 e mettendo insieme tutte le trame stiglianesi, una spiegazione ce la siamo data. Al di là dei rapporti “particolari” che questo Tomasi deve aver avuto con “la Ines”, come la chiama lui, mettiamo al centro della nostra analisi la ridente località di Guistrigona, detta anche “il solito posto”, intorno alla quale gravitano ex rettori in cerca di riparo, ex direttori amministrativi stiglianesi fino al midollo, neo rettori che non vogliono “strumentalizzazioni”, ex dirigenti sindacali e neo indagati, sempre fedelissimi della banda degli stiglianesi. Accoppiamo questi personaggi con ex direttori amministrativi con quattro dita di pelo sullo stomaco, ex professori catto-com che gravitano nei gabinetti dei ministeri, ministri che non sanno fanno il proprio lavoro e ex rettori, ex membri del CSM, neo musicologi di vaglia: tutta gente che ha un bisogno disperato di coprire un pozzo di merda di cui non si vede il fondo ed ecco il risultato! Una insulsa, inetta, prepotente e servile al tempo stesso che si presta a fare il braccio armato di questa cricca, dando una bella mano al Cricca per finire di distruggere un ateneo vecchio 771 anni e nel contempo provvedendo a cercare di salvare i dissestatori dalla giusta punizione.

Sarebbe stato un disegno perfetto, sennonché i due sono talmente incapaci che ne combinano una dietro l’altra, commettendo fra l’altro una serie di irregolarità amministrative e gestionali talmente marchiane che, pur con tutto l’appoggio della cricca sunnominata, i magistrati non possono fare a meno di chiudere tutto e annotarsi tutte queste irregolarità. Attendendo fiduciosi i rinvii a giudizio dei primi 28 indagati, consigliamo a Cricca e maestrina di togliere l’incomodo finché sono in tempo perché ad ogni giro di orologio la loro situazione peggiora, avendo oltretutto l’impressione che di merda ce ne sia ancora tanta in quelle carte che evidentemente sono finite nelle mani dei giornali e che non ci sia solo per loro, ma che la merda coinvolga anche una bella fila di figure istituzionali cittadine. Aspettiamo e vediamo.

La Notte della Legalità: da Tomasi a Riccaboni

Da Montelupo si vede Capraia; da Guistrigona si vede “Astrea”. Le inchieste sul “buco finanziario” e sulle elezioni del rettore sono state chiuse e quindi parlatene, parliamone e teniamo alta la guardia. Quanto sta emergendo non è soltanto un insieme di reati contabili, truffe e falsi ideologici: purtroppo sta venendo fuori, con tanto di riscontri, un sistema marcio, deviato e fuori dai confini della legalità costituzionale. E abbiamo anche compreso il perché dei ritardi nella chiusura delle indagini. Qualcuno si preoccupi di far leggere questo nostro intervento al ministro Profumo e ai membri del CSM. Altri invece evitino di inviare email anonime di minacce al nostro blog. In tutta questa melma troviamo conferma sul fatto che Riccaboni e Ines Fabbro sono attori attivi e frutti di un sistema marcio e di intrecci deviati tra funzionari ministeriali. Querelate pure questo blog, nel frattempo noi informiamo il mondo intero che dopo i famosi scandali di qualche anno fa dell’università di Messina, delle inchieste su P3 e P4, spunta anche il sistema marcio che sostiene Riccaboni e Fabbro (il rettore eletto irregolarmente  e la condannata dalla Corte dei Conti).

Partiamo subito con il comprendere lo spessore culturale e lo stile istituzionale di questo Riccaboni, così si capisce anche il funzionamento del famoso consiglio di amministrazione dell’università senese. Il Riccaboni insieme al suo interlocutore nel novembre 2010 si lamentava del comportamento del membro del cda dell’università Floriana Rosati. Sapete perché si lamentavano? Perché la Rosati si era “permessa” di astenersi. Alla cricca coloro che non ubbidiscono non vanno bene. E infatti Riccaboni e il suo interlocutore concludono concordando che la Rosati “è ridicola e priva di cervello”. Complimentoni, sono dei veri gentlemen il Riccaboni e il suo interlocutore. Se non ora quando? Mai in questa città. Tutta la nostra solidarietà per queste offese gratuite all prof.ssa Floriana Rosati. Le istituzioni e le forze politiche anche in questo caso manterranno il più assoluto silenzio?

Un altro aspetto che inquieta e non poco e getta alcune ombre emerge dai colloqui (così risulta a questo blog) tra il Riccaboni e una certa avvocatessa Vera Benini (che risulta essere la moglie di un docente di economia, collega di Riccaboni). L’avvocatessa Vera Benini rivolgendosi al Riccaboni afferma (siamo nel novembre 2010) che “ci sono 27 indagati e tra questi qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire”. E aggiunge (sempre la Benini): “Ho fiducia nel PM che ha ereditato il fascicolo dal dott. Formisano”. Per la cronaca il PM che aveva ereditato il fascicolo era la dott.ssa Francesca Firrao, non più in servizio a Siena. Quindi questi fatti non riguardano minimamente gli attuali PM di Siena. Noi siamo sempre stati neutrali nei confronti dei magistrati e abbiamo fiducia nella giustizia e nella Costituzione Italiana e non come afferma la Benini “ho fiducia nel PM ..” Che cosa intendeva dire con questa frase la Benini e soprattutto chi e cosa tra i 27 indagati “potrebbe dire qualcosa”? Ricontrollando attraverso i giornali di quei mesi, effettivamente finchè il fascicolo era in mano alla dott.ssa Firrao le cose procedevano con lentezza e solo nel momento in cui andava via da Siena decideva di firmare (non abbiamo capito bene cosa!!). Sicuramente sono solo coincidenze “la fiducia della Benini” e la lentezza delle inchieste ai tempi della Firrao. Così come sono solo coincidenze  il fatto che la condannata della Corte dei Conti Ines Fabbro ha lavorato presso l’Università di Torino e sempre nella medesima università di Torino risulta come docente di Metallurgia il professore Donato Firrao. Anche in questo caso solo coincidenze e forse non esiste nessuna parentela tra il prof. Firrao e l’ex PM di Siena Francesca Firrao. Forse solo coincidenze e nessuna parentela? Anche in questo caso piena fiducia nella magistratura e speriamo che le udienze sul dissesto e sulle elezioni del rettore non siano celebrate con la lentezza come ai tempi della Firrao. Che fine ha fatto il fascicolo sulla nomina di Ines Fabbro? Ricordiamo a tutti che la Fabbro è stata nominata su base fiduciaria da Riccaboni e nel frattempo la selezione per la nomina del nuovo direttore era stata sequestrata dalla magistratura. E sapete chi era il presidente della commissione della selezione? Lo stesso Angelo Riccaboni.

Con questa si chiude il cerchio e il tramestio sulla nomina da parte del ministro di Angelo Riccaboni e sulla successiva nomina di Ines Fabbro. Leggetevi attentamente questa parte di intercettazioni tra il Tomasi (del ministero MIUR) e il Riccaboni.

“Tomasi: Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura… provi a sentire, io francamente… lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui… lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco… poco…
Ricccaboni: No, no, no. Su questo la convocazione del Consiglio avverrà immediatamente in maniera tale che possa mettere a regime, diciamo… tutto quanto con la nomina da parte della Fabbro che il nostro Statuto dice previo parere del Consiglio di Amministrazione. Su questo dobbiamo passarci, insomma.
Tomasi: Sì, sì.
Ricccaboni: E poi, niente…
Tomasi: Lì, penso, che se non prende in mano la gestione anche la Ines… lì non ne uscite! Perché tra l’altro, guardi: io ho visto quella nota che mi ha portato Focardi l’ultimo giorno sul discorso del Prefetto, dell’accessorio… A parte il fatto che io gli ho detto che io non darò nessun parere e che se dovessero chiedermi un parere, non può che essere contrario perché non è certo… dopo visto che sulla stampa lui dice che ha avuto rassicurazioni dai funzionari, francamente non so quali siano questi funzionari. Ma… lì la partita va presa in mano subito, capisce, dal direttore amministrativo. Se no lei si trova una valanga di… a non finire.
Ricccaboni: No, no. Certo.
Tomasi: E questo non è il momento di cedere alle pressioni sindacali… questo è il momento di chiudere le fila e rimboccarsi le maniche, non c’è niente da fare.
Ricccaboni: Qui c’è solamente bisogno di questo. C’è bisogno di dare un senso di continuità, di dare tranquillità e andare avanti. Questa vertenza, anche, dell’ateneo è stata gestita molto male perché era già chiusa. Poi è stata ritirata fuori, per motivi demagogici e quindi ha provocato questo ambaradan. Ma insomma… questa è già chiusa, non c’è problema. E comunque con il Direttore Amministrativo questa cosa verrà affrontata in un modo migliore sicuramente.
Tomasi: Sì e poi anche il discorso lì di quella partita… il Prefetto… I prefetti ragionano in un altro modo. Il prefetto ragiona per evitare che la gente vada in piazza. Però, sul piano della sostanza c’hai contro tutti… i colleghi… devi recuperare… non è che puoi… quindi… quell’ipotesi lì è veramente… Comunque, secondo me, adesso dovete avere lo spazio per operare poi speriamo… insomma…”

La conversazione tra questi due individui si svolge tra il 4 e il 5 novembre 2010. Dopo le pressioni sul ministro Gelmini da parte di Luigi Berlinguer, ecco che vengono fuori tutti i giochini sottobanco tra Riccaboni e questo Tomasi. Ci chiediamo subito: a cosa si riferiva e a chi, questo Tomasi quando dice a Riccaboni “lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è”..”qui li è tutto rischioso”? Sembrano le conversazioni tra quel Lavitola scappato a Panama e altri interlocutori di altre inchieste sulle cricche. Ma questo Tomasi è ancora in servizio presso il ministero?

Sempre dalle intercettazioni tra questo ministeriale e Riccaboni si capisce benissimo la volontà di togliere l’accessorio al personale tecnico-amministrativo dell’ateneo senese. Complimenti ai funzionari dello Stato. Giochini meschini e ambigui sulla pelle di centinaia di lavoratori. Non hanno niente da dire le forze politiche a questo punto? Ma soprattutto cosa aspettano i soggetti danneggiati a fare ricorso al giudice del lavoro(allegando anche queste intercettazioni) e a denunciare anche penalmente il Riccaboni e la Fabbro?

Questo è il sistema marcio, tutto documentato e documentabile. Siete ancora tutti sicuri nel voler sostenere l’abusivo Riccaboni e la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro? Noi nel frattempo, proprio per areare l’aria ci siamo comprati un bel ventilatore. E’ quasi pronto per ventilare….

P.S. Vogliamo ricordare alla signora Fabbro che l’università è un ente pubblico e qui siamo nella civilissima Siena e quindi le persone hanno il diritto di esprimersi e di dialogare anche con noi. Questo blog non è gestito da universitari, come la stessa Fabbro sostiene. Invece di pensare a chi gestisce Fratello Illuminato faccia una bella cosa la condannata dalla Corte dei Conti, sempre per il bene dell’ateneo, lasci immediatamente l’incarico di direttore. E poi un’altra cosa: invece di escogitare di tutto per tutelare la cocca dell’ex direttore Bigi, ovvero la signora Laura Goracci, oggi cocca della Fabbro, magari tentando di spostarla presso gli uffici della direzione amministrativa, faccia sempre la medesima cosa: si dimetta subito.

Ecco dov’era il “solito posto”

Editoriale del Maestro James. Lo scopino da cesso pregiato, l’indagato David Chiti e l’ambasciatore del Belize in Italia

Molti di voi si chiederanno che tipo di relazione possa esistere tra lo scopino da cesso pregiato, l’indagato David Chiti e l’ambasciatore del Belize. Seguite l’editoriale con pazienza. Lo scopino da cesso di euro 60,00 + Iva cadauno e il consigliere comunale David Chiti in comune hanno i locali dell’università senese di Via Roma 56. Lo scopino e il Chiti con l’ambasciatore del Belize? Della relazione tra i tre ne parleremo alla fine dell’editoriale. Facciamo un passo indietro di due giorni. Per tante famiglie e per molti giovani questi giorni di feste natalizie sono state e saranno vissute con sobrietà, calore familiare certo, però su tutto prevale il clima di incertezza e di disagio economico generalizzato. Ci sono anche quelli che continuano ad ostentare ricchezza e stili di vita sfarzosi. Breve  puntualizzazione. Con le proprie ricchezze ognuno è libero di fare quello che gli pare; chi ha ruoli pubblici non dovrebbe e anche il mondo dell’informazione (considerando la situazione economica) potrebbe evitare di esaltare il bengodi di pochi alla faccia di milioni di cittadini alle prese con la crisi economica. Fine della puntualizzazione.

Ieri, martedi 26 dicembre, ero a pranzo da alcuni amici e dopo un caffè non proprio all’altezza del nome, mi sono ritirato per alcuni minuti nel normalissimo bagno dei miei amici, arredato con normalissimi oggetti da bagno, compreso il simpatico scopino dell’Ikea. Il normalissimo bagno era all’altezza dei miei bisogni e per agevolare il tutto ho iniziato a sfogliare delle riviste alloggiate sul mobile color verde ramarro. Dalle riviste che sfogliavo senza alcuna particolare attenzione mi scivola tra le mani la rivista “CHI”. Una rivista mai letta fino a martedi 26 dicembre 2011. Facciamo due passi avanti. Dove si trova lo Stato del Belize? Brevi, ma significative informazioni sullo Stato del Belize: “Il Belize è una nazione (22.966 km², 294.385 abitanti stimati nel luglio 2007, capitale Belmopan) dell’America centrale. Confina a nord con lo stato messicano di Quintana Roo, a est si affaccia sul Mar dei Caraibi e sul golfo dell’Honduras, a sud e ovest confina rispettivamente con i dipartimenti guatemaltechi di Izabal e Petén. La lingua ufficiale è quella inglese, ma lo spagnolo è utilizzato da gran parte della popolazione. Per la bassa imposizione fiscale attuata ed, in particolare, per l’assenza di norme e misure restrittive di controllo sul versante delle transazioni finanziarie, Belize è annoverata tra i cosiddetti “paradisi fiscali”. Infatti (unitamente alle Filippine, Isole Cook, Liberia, Isole Marshall, Montserrat, Nauru, Niue, Panama, Vanuatu, Brunei, Costa Rica, Guatemala e Uruguay) il Belize figura tra le 14 giurisdizioni che, in base all’ultimo Rapporto del giugno 2010 dell’Ocse, sono elencate sotto la voce “tax haven”[9]. Anche il sistema fiscale italiano, col Decreto Ministeriale 04/05/1999, ha inserito il Belize nella lista degli Stati o Territori aventi un regime fiscale privilegiato, (Black List o lista nera), ponendo quindi limitazioni fiscali ai rapporti economico-commerciali tra le aziende italiane ed i soggetti ubicati in tale territorio”.

Sfogliando con immediato fastidio la rivista “Chi” scopro che il direttore è quel giornalista di fede berlusconiana e gossippara, Alfonso Signorini. E la rivista rispecchia in pieno entrambe le fedi. Sfogliando sfogliando rimango colpito con disgusto da un reportage gossipparo della medesima rivista, con tanto di foto, dedicato all’ambasciatore del Belize in Italia. Confesso che non mi ricordavo dell’esistenza dello Stato del Belize, figuriamoci di questo fenomenale ambasciatore in Italia. Il reportage era dedicato soprattutto sul come avrebbe trascorso il Natale l’ambasciatore: dall’apparecchiatura della tavola alle fidanzate dei figli. L’intervistatore dopo una breve, ma celebrativa (tipo la ODE di Bettini) biografia (da quanto è famoso non mi ricordo nemmeno il nome!!) chiede all’ambasciatore se i bicchieri dell’apparecchiatura natalizia “sono in ottone”. Domanda pessima. L’ambasciatore infastidito risponde con decisione: “ma scherza, i bicchieri sono rigorosamente in oro, acquistati nei migliori negozi”. Quando l’intervistatore (sempre con genuflessione) rivolge la domanda sul cibo del pranzo natalizio, prima di leggere la risposta del bevitore orafo, mi accorgo che nel bagno normalissimo era finito il rotolo di carta igienica. Cazzo!!, mi son detto. Dopo il “mi son detto” leggo la risposta dell’ambasciatore: “Il pranzo di Natale è a base di pesce, mando il mio maggiordomo direttamente con l’aereo da Ciro  a Margellina”. E io che mi ero convinto di aver mangiato un ottimo pesce comprato (senza aereo) alla Coop. A quel punto, dopo aver ipotizzato se il pesce di ritorno da Margellina avrebbe viaggiato  in classe “business” o “economica”, decido che l’intervista dell’ambasciatore era un’ottima alternativa alla mancanza di carta igienica.

Vi ricorderete sicuramente della storia degli scopini da cesso da 60,00 euro + Iva cadauno acquistati(insieme ad altri oggetti da design) nell’anno 2005 dagli uffici dell’università di Siena durante il rettorato di Piero Tosi. Acquisti fatti con i soldi pubblici nel pieno disprezzo della decenza e delle regole contabili. Chissà se i responsabili di questi acquisti sono finiti sotto inchiesta? E a proposito: non molto tempo fa il rettore abusivo in merito alla vicenda degli scopini dichiarava alla stampa che avrebbe fatto delle verifiche. Se si aspetta le verifiche dell’abusivo va a finire che gli scopini scappano in Belize. Meglio lasciarle alla Guardia di Finanza queste verifiche.

Il giorno 24 dicembre sono entrato in un bar della periferia  e dopo aver consumato un campari con degli amici scambio due parole con il barista e la barista (marito e moglie). I due mi dicono che a breve chiuderanno perché le tasse sono troppe, poi l’acqua, la luce etc. I due hanno tre figli a carico. Prima di rientrare a casa decido di fermarmi al negozio di fiori gestito da una mia conoscente. Parcheggio ma il negozio non c’era più: un cartello vendesi al posto dei fiori in vetrina. Due realtà che si sommano ad altre realtà di negozi e attività commerciali chiuse. A quel punto ho ripensato alla vicenda del bar universitario di Via Roma 56, affidato (dietro l’interessamento del consigliere David Chiti) senza una regolare gara a una società partecipata da moglie e cognata dello stesso consigliere comunale, con un canone di affitto  bassissimo. Chi paga l’acqua e la luce del bar universitario? Forse l’università di Siena? Di fronte a tutto questo il consigliere comunale del PD indagato non si è dimesso e il direttore amministrativo dell’università non ha fatto ancora niente per tutelare l’ente (qui una bella denuncia al direttore amministrativo non ci starebbe male!!!). Ma le associazioni di categorie (settore bar) non hanno niente da dire?

Gli scopini da 60,00 euro cadauno, la vicenda del bar “Chiti” e il pranzo (con tanto di pesce aereo) dell’ambasciatore del Belize sono tre “schiaffi” alla civiltà, all’etica istituzionale e alla dignità dei cittadini onesti e di tante famiglie. Dal PD al resto delle forze politiche nessuno intende dire niente? Il silenzio regna sovrano. Ed è un silenzio colpevole.

Maestro James

Auguri di Buone Feste dalla redazione di Fratello Illuminato (gli auguri non sono x tutti)

Gli Uffici di S.E. Cesare Mori e Il Maestro James Anderson sono particolarmente lieti di rivolgere, in rappresentanza del gruppo Fratello Illuminato, un messaggio universale di Pace, Speranza, Dignità, Fratellanza, come migliori Auguri di Buone Feste. Rivolgiamo un pensiero immediato a tutti i bambini del mondo che ancora e purtroppo vivono una condizione di vita precaria dal punto di vista alimentare e sanitario; un pensiero di vicinanza alle popolazioni colpite da carestie, calamità naturali e che ancora oggi subiscono le violenze di dittature o regimi criminali e autoritari. Rivolgiamo la nostra fraterna attenzione alle lavoratrici e ai lavoratori che da Palermo ad Aosta passando per la Valdichiana, Siena e Valdelsa,si trovano in situazioni difficili sul piano lavorativo ed economico: troppe scelte sbagliate e troppi sprechi di risorse pubbliche stanno minando il futuro di milioni di famiglie. Nel trasmettere questi nostri pensieri augurali auspichiamo maggiore sensibilità e interventi rapidi da parte di tutte le ISTITUZIONI locali, nazionali e internazionali per risolvere le gravi condizioni di disagio economico e le incertezze lavorative che oramai sono diventate troppe.

In questa occasione “FACCIAMO” e “NON FACCIAMO” alcuni Auguri di carattere istituzionale.

FACCIAMO tanti Auguri di Buone Feste al Presidente Napolitano, al Presidente Obama, alla Regina Elisabetta esortandoli a prestare maggiore attenzione ai cittadini e ai problemi delle nostre società.

NON FACCIAMO gli auguri al ministro Francesco Profumo che in questo frangente sta dimostrando piena continuità e contiguità con la cricca dei dissestatori delle università italiane. Anche oggi al ministero si respira profumo di Stigliano.

FACCIAMO tanti Auguri di Buone Feste alla Vice Presidente della Regione Toscana Stella Targetti manifestandole tutta la nostra solidarietà per gli attacchi e le minacce ricevute da siti internet che incitano all’odio razziale.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste al sindaco Ceccuzzi che pur con molte scompostezze e incongruenze si è pronunciato sulle drammatiche vicende universitarie senesi. Cogliamo l’occasione per ricordargli che l’azione del Comune sarà pienamente credibile solo a seguito delle dimissioni dell’indagato David Chiti. Troppe sottovalutazioni fino a oggi.

NON FACCIAMO gli auguri al presidente Simone Bezzini per tre motivi: ha partecipato attivamente a fare pressioni al ministro Gelmini per la nomina di Riccaboni, ha sponsorizzato la nomina nel cda di una banca di Claudio Vigni storico sodale politico di Piero Tosi e Loriano Bigi e lo stesso Bezzini non ha ancora risolto la questione della Robespierre e della sua portavoce, con l’aggravante che la provincia ha consegnato un premio in soldi al fidanzato della medesima portavoce. Un po’ di stile e di contegno sarebbero auspicabili in un ente pubblico.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste ai magistrati impegnati nelle inchieste legate alle vicende universitarie in quanto hanno dimostrato piena autonomia e nel contempo hanno ricordato a tutti che in Italia esiste ancora lo Stato di diritto. Coraggio e celerità per il Bene Comune sono auspicabili specialmente dopo i continui colpi di coda della banda dei dissestatori.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste al comandante e a tutti i vigili del fuoco di Siena. Da sempre impegnati a risolvere le più disparate situazioni di emergenza.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste a tutti i volontari impegnati nel servizio di emergenza 118.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste al Questore di Siena e a tutti i suoi collaboratori e sottoposti.

NON FACCIAMO gli auguri di Buone Feste al Prefetto Gerardina Pantalone. Pur rispettando la figura istituzionale dobbiamo rilevare l’assoluto sostegno per la nomina di Riccaboni e la poca attenzione alle problematiche di chi sta subendo le angherie della cricca dei docenti. In Italia la Costituzione prevede la libera critica alla figure istituzionali. Noi in questo caso intendiamo esercitarla con pacatezza e civiltà di linguaggio.

NON FACCIAMO gli auguri ai consiglieri di opposizione del consiglio comunale di Siena perché non hanno proferito parola sulle vergognose vicende del rettore abusivo e dell’indagato David Chiti. Anche tra i banchi dell’opposizione si respira profumo di Stigliano?

NON FACCIAMO, naturalmente, gli auguri ai due abusivi Riccaboni e Fabbro e nel contempo rinnoviamo la nostra richiesta di dimissioni. E comunque leggetevi il nostro intervento del 28 dicembre.

FACCIAMO gli auguri di Buone Feste al Presidente della Banca MPS Giuseppe Mussari, ma non al vice direttore generale Marino in quanto troppo disponibile nei confronti del rettore abusivo Riccaboni.

Chiudiamo con gli auguri di Buone Feste agli organi di stampa senesi (giornali, radio e televioni) e al blogger Raffaele Ascheri.

Abbiamo deciso di fare un solo cesto regalo per queste feste. E non potevamo non regalarlo al manovratore di sempre, ovvero, al musicologo di chiara Luigi Berlinguer. Il cesto natalizio confezionato da quelli che hanno perso il lavoro per colpa dei dissestatori di università tanto protetti dal musicologo si compone di: volumi non autorizzati in onore dello stesso musicologo, uno scopino da cesso da 60 euro (+ IVA), la nomina in banca del figlio Aldo, “la minaccia di schiaffi” della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro e un paio di neutrini della scienziata Gelmini. Il cesto possono ritirarlo presso la nostra redazione per conto del musicologo, il genio di Via Roma 56 Maurizio Boldrini o il genio di Via Roma 57 Maurizio Bettini.

 Queste Feste siano da auspicio per riflessioni “intercettabili” e chi di dovere si assuma definitivamente le precise e giuste responsabilità. Consegnamo a tutti, come monito, le vergognose conversazioni tra l’abusivo Riccaboni e quel soggettone del ministero Marco Tomasi. La differenza tra persone oneste e non  e tra istituzioni serie e non a nostro avviso sarà riscontrabile nel momento in cui si renderà visibile la linea di demarcazione tra chi sta con l’abusivo e chi ne prende le distanze, tenendo proprio presente le conversazioni vergognose che leggerete di seguito. Sono le intercettazioni telefoniche (fonte organi di stampa) tra Riccaboni e Marco Tomasi (ministero).

Ecco le conversazioni disgustose:

Telefonata di Marco Tomasi ad Angelo Riccaboni del 4 novembre 2010

Tomasi: Ho parlato con la Ministra. Ho dato rassicurazioni sulla nomina del Direttore Amministrativo…
Riccaboni: Certo, e certo.
Tomasi: …quindi mi raccomando perché se no lì la questione diventa…
Riccaboni: Ma scherza, su questo non c’è dubbio…
Tomasi: …diventa un problema.
Riccaboni: Su questo non c’è dubbio. Su questo bisogna lavorarci subito.
Tomasi: Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura… provi a sentire, io francamente… lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui… lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco… poco…
Riccaboni: No, no, no. Su questo la convocazione del Consiglio avverrà immediatamente in maniera tale che possa mettere a regime, diciamo… tutto quanto con la nomina da parte della Fabbro che il nostro Statuto dice previo parere del Consiglio di Amministrazione. Su questo dobbiamo passarci, insomma.
Tomasi: Sì, sì.
Riccaboni: E poi, niente…
TomasiLì, penso, che se non prende in mano la gestione anche la Ines… lì non ne uscite! Perché tra l’altro, guardi: io ho visto quella nota che mi ha portato Focardi l’ultimo giorno sul discorso del Prefetto, dell’accessorio… A parte il fatto che io gli ho detto che io non darò nessun parere e che se dovessero chiedermi un parere, non può che essere contrario perché non è certo… dopo visto che sulla stampa lui dice che ha avuto rassicurazioni dai funzionari, francamente non so quali siano questi funzionari. Ma… lì la partita va presa in mano subito, capisce, dal direttore amministrativo. Se no lei si trova una valanga di… a non finire.
Riccaboni: No, no. Certo.
Tomasi: E questo non è il momento di cedere alle pressioni sindacali… questo è il momento di chiudere le fila e rimboccarsi le maniche, non c’è niente da fare.
Riccaboni: Qui c’è solamente bisogno di questo. C’è bisogno di dare un senso di continuità, di dare tranquillità e andare avanti. Questa vertenza, anche, dell’ateneo è stata gestita molto male perché era già chiusa. Poi è stata ritirata fuori, per motivi demagogici e quindi ha provocato questo ambaradan. Ma insomma… questa è già chiusa, non c’è problema. E comunque con il Direttore Amministrativo questa cosa verrà affrontata in un modo migliore sicuramente.
Tomasi: Sì e poi anche il discorso lì di quella partita… il Prefetto… I prefetti ragionano in un altro modo. Il prefetto ragiona per evitare che la gente vada in piazza. Però, sul piano della sostanza c’hai contro tutti… i colleghi… devi recuperare… non è che puoi… quindi… quell’ipotesi lì è veramente… Comunque, secondo me, adesso dovete avere lo spazio per operare poi speriamo… insomma…

Telefonata di Angelo Riccaboni a Marco Tomasi del 5 novembre 2010

Tomasi: Sì, pronto?

Riccaboni: Buongiorno, sono Riccaboni.
Tomasi: Buongiorno, buongiorno.
Riccaboni: Buongiorno. Senta, si parte. Stamattina convoco il Consiglio di Amministrazione per lunedì o martedì in maniera tale che mi faccio dare il parere, si chiama la Fabbro, convoco il Senato, i Direttori di Dipartimento e poi, insomma, spero di… se è il caso, sono molto lieto di venire a Roma e fare quando volete, insomma…
Tomasi: Sì, sì, bisogna farlo. Quindi lì, cosa si dice a Siena?
Riccaboni: A Siena c’è un grande sollievo perché questa situazione d’incertezza aveva messo tutti in grande difficoltà perché… è chiaro che c’era… assenza del Direttore Amministrativo, assenza di rettore. La situazione era veramente allo sbando. Tra l’altro, per fortuna c’è stata anche un’unione delle Istituzioni tutte. C’è stato insomma… senza fare troppa gazzarra, ha visto, non è che… però c’è stato una… insomma, questo è importante. Anche perché abbiamo fatto anche questo discorso. Ora bisogna lavorare tutti insieme veramente: Comune, Provincia, Regione ma anche Governo. Qui è stato un po’ trascurato, per esempio, il Governo! Io invece non devo guardare in faccia nessuno. Cioè… a me l’importante è che coinvolga tutti quelli che ci possano dare una mano. Il Governo in primis. Questo è chiaro. Se poi riusciamo a far diventare Siena modello per qualche cosa noi siamo disponibilissimi.
Tomasi: Ha sentito la Ines Fabbro?
Riccaboni: Sì, ieri sera… a cena… ci siamo scambiati un po’ di sms, gli ho detto di preparare la caffettiera che si parte e mi è sembrata… insomma occupata come sempre insomma.
Tomasi: Sì, sì, beh una brava persona.
Riccaboni: No, ottima, no, no, ma infatti questa è stata una cosa veramente ottima, aver avuto lei nella, nella selezione perché altrimenti era veramente un problema, ma… ritornando indietro c’ha ragione, io le do ragione che è un rischio fare queste… fare queste cose qua.
Tomasi: No, no, non si possono fare, non si possono fare, no.
Riccaboni: Se uno è sfortunato… poi è difficile dire no, eh?!
Tomasi: È troppo, troppo… in questa… è una falsa… è una falsa democrazia.
Riccaboni: Sì, sì, sì demagogia, demagogia.
Tomasi: Sì, sì è demagogia, questa è demagogia, perché poi dopo, va beh insomma… lei ha visto il parterre dei candidati; metta che non avesse trovato la persona giusta! Mi dica, che cosa avrebbe fatto?
Riccaboni: Poi no, è difficile dirlo, no.
Tomasi: Con il rischio di, addirittura, di avere dei ricorsi…
Riccaboni: Eh certo!
Tomasi: Qualcuno che… che… magari avesse… cioè una cosa fuori dal mondo!
Riccaboni: Sì, sì, sono d’accordo, sono d’accordo. Infatti se capita anche io darò questo suggerimento proprio di… di evitare questo tipo di cose… ormai…
Tomasi: No, no non paga perché a questi… a questi concorsi partecipano… quelli che sono scontenti di dove sono, capisce?
Riccaboni: È certo, no, no.
Tomasi: Eh, tu non è che vai a comprare il meglio. Lì trovi quello che si offre su mercato! E uno che è bravo, non verrà mai a mettersi in concorso, in lista con… con… La Ines è stata una fortuna… di quelle che capitano una volta… proprio perché era in pensione, era fuori dal giro, perché abbiamo insistito! Ma se no, anche su piano dell’orgoglio, mettersi a fare un concorso… a 60 anni… dopo che una ha retto un… beh ha capito!
Riccaboni: No, ma poi tra l’altro… uno bravo non si mette certo di punta con il suo Rettore, perché comunica al suo Rettore che non sta bene dove è! Questo non è positivo, quindi…
Tomasi: Niente! Per… Per… anche se uno non viene! No, no. È un errore strategico gravissimo. Io l’ho detto, l’avevo detto a Tesi… l’avevo detto a… a chi posso lo dico, perché l’ho provato, l’ho visto. Io ero in commissione a Bologna. I 5 che abbiamo scelto, il Rettore non li ha neanche voluti prendere in considerazione. Abbiamo creato… 5 sfigati in giro per l’Italia! E quindi… e quindi… tanto… le dico per esempio già 2 di quelli che erano fra i 5 di Bologna se ne stanno andando. Cioè… sono messaggi che poi dopo… una volta lanciati… sono pericolosi. No, quindi… è proprio una partita a perdere, insomma. La legge consente una scelta, uno fa una valutazione… mica che non debba fare una valutazione, che non debba sentire più persone… Però la scelta se la fa lui!
Riccaboni: Sì, sì ma quel finto… quel finto… quella finta democrazia, quel finto rispetto delle regole poi diventa masochismo.
Tomasi: Esatto.
Riccaboni: Comunque, insomma, tanto a noi è andata bene, quindi andiamo avanti così.

Perché non viene a prendere a ceffoni Fratello Illuminato?

Questi uffici sono attoniti di fronte a quanto riportato dai giornali locali, nell’apprendere che Ines “condannata dalla Corte dei conti” Fabbro si permette anche di minacciare dipendenti di adire alle vie di fatto per averla “insultata” chiedendole di tornare in pensione. Ora questi uffici si chiedono con quale faccia di bronzo e con quale sprezzo delle regole questo manifesto di incapacità ed inconcludenza agisce. Ma come? Una maestra elementare letteralmente miracolata per ragioni politiche e sindacali (e speriamo solo per quelle), che percepisce cifre da far impallidire Passera (più di 300.000 euro l’anno fra pensione e attuale retribuzione, oltre SEICENTO MILIONI delle vecchie lire l’anno), ammanicata con personaggi ambigui come Marco Tomasi (che fra l’altro deve essere dotato di uno stomaco di ferro e di un coraggio degno di una freccia tricolore), con una selezione che a questo punto è evidentemente stata una burletta, un personaggio di questo genere nell’esercizio delle proprio funzioni minaccia un dipendente che prende mille euro il mese e che le stava soltanto consigliando la condotta migliore da tenere date le sue inesistenti capacità? Ma è roba da matti!!! Allora siccome questi uffici e tutta la redazione di Fratello Illuminato da mesi stanno invitando da un lato l’abusivo Criccaboni a levarsi dalle balle e dall’altro a Ines Fabbro di andare, se proprio non vuole tornare in pensione, ad esercitare un lavoro che le competa di più, cioè la maestra elementare, vediamo se qualcuno di questi campioni dell’insulsaggine, della maleducazione e dell’incompetenza viene a darli a noi due ceffoni.

Lo diciamo a chiare lettere: Angelo Riccaboni e Ines Fabbro si devono togliere di mezzo perché sono del tutto incapaci a governare la situazione. Facciamo altresì un appello a Ceccuzzi e Bezzini che interrompano immediatamente i rapporti con i due campioni del post-dissesto.

Tutta la cricca al brindisi dell’abusivo e della condannata dalla Corte dei Conti

Giovedi 22 dicembre anno 2011 alle ore 12 il rettore abusivo Riccaboni brinderà insieme alla condannata dalla Corte dei Conti e a tutta la cricca. Che cosa c’è da brindare? Le persone oneste, anche alla luce delle intercettazioni tra Riccaboni e quel Tomasi pubblicate dai giornali, dovrebbero stare alla larga da chi ricopre abusivamente un ruolo e da chi opera solo a difesa dei dissestatori, che ha tramestato per far nominare il direttore amministrativo e non ha fatto niente per il bene dell’ateneo, anzi, ha solo distrutto qualsiasi forma di collaborazione e ha praticato le peggiori prevaricazioni nei confronti della gente onesta. Chi vuole il bene dell’ateneo e crede nei valori della legalità, trasparenza, giustizia sociale, invece di brindare con la cricca rifletta sul proprio futuro seriamente compromesso dai due irresponsabili e in malafede Riccaboni e Fabbro. Che cosa aspetta il ministro Profumo ad annullare il decreto di nomina? Che cosa aspettano le istituzioni cittadine a prendere le distanze da questa cricca di docenti irresponsabili e dissestatori? Che cosa aspettano i docenti onesti a distanziarsi da un rettore abusivo, da un direttore condannato dalla Corte dei Conti e da un senato accademico composto da altri irresponsabili in malafede? Quello che sta succedendo dentro e intorno all’università con la gestione Riccaboni e Fabbro accadeva in Italia solo ai tempi della peggiore prima repubblica. Per far ripartire l’ateneo e se le istituzioni sono interessate a chiudere le conflittualità la soluzione è solo una: mandare a casa questi due referenti della cricca. Senza attendere le conclusioni della magistratura. Così funziona nelle società civili e cosi dovrebbe funzionare a Siena.

P.S. Una precisazione al professore Riccaboni e a qualche altro provocatore. Questo blog non è gestito da universitari (né da studenti né da tecnici amministrativi) e quindi caro Riccaboni eviti di rapportarsi impropriamente e con poco garbo nei confronti di dipendenti onesti che simpatizzano per noi. Il BENE COMUNE NON E’ ETICHETTABILE DA UN TEORIZZATORE DI PRATICHE E COMPORTAMENTI NON TRASPARENTI. CALMA E SANGUE FREDDO.