Auguri di Buone Feste dalla redazione di Fratello Illuminato (gli auguri non sono x tutti)

Gli Uffici di S.E. Cesare Mori e Il Maestro James Anderson sono particolarmente lieti di rivolgere, in rappresentanza del gruppo Fratello Illuminato, un messaggio universale di Pace, Speranza, Dignità, Fratellanza, come migliori Auguri di Buone Feste. Rivolgiamo un pensiero immediato a tutti i bambini del mondo che ancora e purtroppo vivono una condizione di vita precaria dal punto di vista alimentare e sanitario; un pensiero di vicinanza alle popolazioni colpite da carestie, calamità naturali e che ancora oggi subiscono le violenze di dittature o regimi criminali e autoritari. Rivolgiamo la nostra fraterna attenzione alle lavoratrici e ai lavoratori che da Palermo ad Aosta passando per la Valdichiana, Siena e Valdelsa,si trovano in situazioni difficili sul piano lavorativo ed economico: troppe scelte sbagliate e troppi sprechi di risorse pubbliche stanno minando il futuro di milioni di famiglie. Nel trasmettere questi nostri pensieri augurali auspichiamo maggiore sensibilità e interventi rapidi da parte di tutte le ISTITUZIONI locali, nazionali e internazionali per risolvere le gravi condizioni di disagio economico e le incertezze lavorative che oramai sono diventate troppe.

In questa occasione “FACCIAMO” e “NON FACCIAMO” alcuni Auguri di carattere istituzionale.

FACCIAMO tanti Auguri di Buone Feste al Presidente Napolitano, al Presidente Obama, alla Regina Elisabetta esortandoli a prestare maggiore attenzione ai cittadini e ai problemi delle nostre società.

NON FACCIAMO gli auguri al ministro Francesco Profumo che in questo frangente sta dimostrando piena continuità e contiguità con la cricca dei dissestatori delle università italiane. Anche oggi al ministero si respira profumo di Stigliano.

FACCIAMO tanti Auguri di Buone Feste alla Vice Presidente della Regione Toscana Stella Targetti manifestandole tutta la nostra solidarietà per gli attacchi e le minacce ricevute da siti internet che incitano all’odio razziale.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste al sindaco Ceccuzzi che pur con molte scompostezze e incongruenze si è pronunciato sulle drammatiche vicende universitarie senesi. Cogliamo l’occasione per ricordargli che l’azione del Comune sarà pienamente credibile solo a seguito delle dimissioni dell’indagato David Chiti. Troppe sottovalutazioni fino a oggi.

NON FACCIAMO gli auguri al presidente Simone Bezzini per tre motivi: ha partecipato attivamente a fare pressioni al ministro Gelmini per la nomina di Riccaboni, ha sponsorizzato la nomina nel cda di una banca di Claudio Vigni storico sodale politico di Piero Tosi e Loriano Bigi e lo stesso Bezzini non ha ancora risolto la questione della Robespierre e della sua portavoce, con l’aggravante che la provincia ha consegnato un premio in soldi al fidanzato della medesima portavoce. Un po’ di stile e di contegno sarebbero auspicabili in un ente pubblico.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste ai magistrati impegnati nelle inchieste legate alle vicende universitarie in quanto hanno dimostrato piena autonomia e nel contempo hanno ricordato a tutti che in Italia esiste ancora lo Stato di diritto. Coraggio e celerità per il Bene Comune sono auspicabili specialmente dopo i continui colpi di coda della banda dei dissestatori.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste al comandante e a tutti i vigili del fuoco di Siena. Da sempre impegnati a risolvere le più disparate situazioni di emergenza.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste a tutti i volontari impegnati nel servizio di emergenza 118.

FACCIAMO tanti auguri di Buone Feste al Questore di Siena e a tutti i suoi collaboratori e sottoposti.

NON FACCIAMO gli auguri di Buone Feste al Prefetto Gerardina Pantalone. Pur rispettando la figura istituzionale dobbiamo rilevare l’assoluto sostegno per la nomina di Riccaboni e la poca attenzione alle problematiche di chi sta subendo le angherie della cricca dei docenti. In Italia la Costituzione prevede la libera critica alla figure istituzionali. Noi in questo caso intendiamo esercitarla con pacatezza e civiltà di linguaggio.

NON FACCIAMO gli auguri ai consiglieri di opposizione del consiglio comunale di Siena perché non hanno proferito parola sulle vergognose vicende del rettore abusivo e dell’indagato David Chiti. Anche tra i banchi dell’opposizione si respira profumo di Stigliano?

NON FACCIAMO, naturalmente, gli auguri ai due abusivi Riccaboni e Fabbro e nel contempo rinnoviamo la nostra richiesta di dimissioni. E comunque leggetevi il nostro intervento del 28 dicembre.

FACCIAMO gli auguri di Buone Feste al Presidente della Banca MPS Giuseppe Mussari, ma non al vice direttore generale Marino in quanto troppo disponibile nei confronti del rettore abusivo Riccaboni.

Chiudiamo con gli auguri di Buone Feste agli organi di stampa senesi (giornali, radio e televioni) e al blogger Raffaele Ascheri.

Abbiamo deciso di fare un solo cesto regalo per queste feste. E non potevamo non regalarlo al manovratore di sempre, ovvero, al musicologo di chiara Luigi Berlinguer. Il cesto natalizio confezionato da quelli che hanno perso il lavoro per colpa dei dissestatori di università tanto protetti dal musicologo si compone di: volumi non autorizzati in onore dello stesso musicologo, uno scopino da cesso da 60 euro (+ IVA), la nomina in banca del figlio Aldo, “la minaccia di schiaffi” della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro e un paio di neutrini della scienziata Gelmini. Il cesto possono ritirarlo presso la nostra redazione per conto del musicologo, il genio di Via Roma 56 Maurizio Boldrini o il genio di Via Roma 57 Maurizio Bettini.

 Queste Feste siano da auspicio per riflessioni “intercettabili” e chi di dovere si assuma definitivamente le precise e giuste responsabilità. Consegnamo a tutti, come monito, le vergognose conversazioni tra l’abusivo Riccaboni e quel soggettone del ministero Marco Tomasi. La differenza tra persone oneste e non  e tra istituzioni serie e non a nostro avviso sarà riscontrabile nel momento in cui si renderà visibile la linea di demarcazione tra chi sta con l’abusivo e chi ne prende le distanze, tenendo proprio presente le conversazioni vergognose che leggerete di seguito. Sono le intercettazioni telefoniche (fonte organi di stampa) tra Riccaboni e Marco Tomasi (ministero).

Ecco le conversazioni disgustose:

Telefonata di Marco Tomasi ad Angelo Riccaboni del 4 novembre 2010

Tomasi: Ho parlato con la Ministra. Ho dato rassicurazioni sulla nomina del Direttore Amministrativo…
Riccaboni: Certo, e certo.
Tomasi: …quindi mi raccomando perché se no lì la questione diventa…
Riccaboni: Ma scherza, su questo non c’è dubbio…
Tomasi: …diventa un problema.
Riccaboni: Su questo non c’è dubbio. Su questo bisogna lavorarci subito.
Tomasi: Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura… provi a sentire, io francamente… lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui… lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco… poco…
Riccaboni: No, no, no. Su questo la convocazione del Consiglio avverrà immediatamente in maniera tale che possa mettere a regime, diciamo… tutto quanto con la nomina da parte della Fabbro che il nostro Statuto dice previo parere del Consiglio di Amministrazione. Su questo dobbiamo passarci, insomma.
Tomasi: Sì, sì.
Riccaboni: E poi, niente…
TomasiLì, penso, che se non prende in mano la gestione anche la Ines… lì non ne uscite! Perché tra l’altro, guardi: io ho visto quella nota che mi ha portato Focardi l’ultimo giorno sul discorso del Prefetto, dell’accessorio… A parte il fatto che io gli ho detto che io non darò nessun parere e che se dovessero chiedermi un parere, non può che essere contrario perché non è certo… dopo visto che sulla stampa lui dice che ha avuto rassicurazioni dai funzionari, francamente non so quali siano questi funzionari. Ma… lì la partita va presa in mano subito, capisce, dal direttore amministrativo. Se no lei si trova una valanga di… a non finire.
Riccaboni: No, no. Certo.
Tomasi: E questo non è il momento di cedere alle pressioni sindacali… questo è il momento di chiudere le fila e rimboccarsi le maniche, non c’è niente da fare.
Riccaboni: Qui c’è solamente bisogno di questo. C’è bisogno di dare un senso di continuità, di dare tranquillità e andare avanti. Questa vertenza, anche, dell’ateneo è stata gestita molto male perché era già chiusa. Poi è stata ritirata fuori, per motivi demagogici e quindi ha provocato questo ambaradan. Ma insomma… questa è già chiusa, non c’è problema. E comunque con il Direttore Amministrativo questa cosa verrà affrontata in un modo migliore sicuramente.
Tomasi: Sì e poi anche il discorso lì di quella partita… il Prefetto… I prefetti ragionano in un altro modo. Il prefetto ragiona per evitare che la gente vada in piazza. Però, sul piano della sostanza c’hai contro tutti… i colleghi… devi recuperare… non è che puoi… quindi… quell’ipotesi lì è veramente… Comunque, secondo me, adesso dovete avere lo spazio per operare poi speriamo… insomma…

Telefonata di Angelo Riccaboni a Marco Tomasi del 5 novembre 2010

Tomasi: Sì, pronto?

Riccaboni: Buongiorno, sono Riccaboni.
Tomasi: Buongiorno, buongiorno.
Riccaboni: Buongiorno. Senta, si parte. Stamattina convoco il Consiglio di Amministrazione per lunedì o martedì in maniera tale che mi faccio dare il parere, si chiama la Fabbro, convoco il Senato, i Direttori di Dipartimento e poi, insomma, spero di… se è il caso, sono molto lieto di venire a Roma e fare quando volete, insomma…
Tomasi: Sì, sì, bisogna farlo. Quindi lì, cosa si dice a Siena?
Riccaboni: A Siena c’è un grande sollievo perché questa situazione d’incertezza aveva messo tutti in grande difficoltà perché… è chiaro che c’era… assenza del Direttore Amministrativo, assenza di rettore. La situazione era veramente allo sbando. Tra l’altro, per fortuna c’è stata anche un’unione delle Istituzioni tutte. C’è stato insomma… senza fare troppa gazzarra, ha visto, non è che… però c’è stato una… insomma, questo è importante. Anche perché abbiamo fatto anche questo discorso. Ora bisogna lavorare tutti insieme veramente: Comune, Provincia, Regione ma anche Governo. Qui è stato un po’ trascurato, per esempio, il Governo! Io invece non devo guardare in faccia nessuno. Cioè… a me l’importante è che coinvolga tutti quelli che ci possano dare una mano. Il Governo in primis. Questo è chiaro. Se poi riusciamo a far diventare Siena modello per qualche cosa noi siamo disponibilissimi.
Tomasi: Ha sentito la Ines Fabbro?
Riccaboni: Sì, ieri sera… a cena… ci siamo scambiati un po’ di sms, gli ho detto di preparare la caffettiera che si parte e mi è sembrata… insomma occupata come sempre insomma.
Tomasi: Sì, sì, beh una brava persona.
Riccaboni: No, ottima, no, no, ma infatti questa è stata una cosa veramente ottima, aver avuto lei nella, nella selezione perché altrimenti era veramente un problema, ma… ritornando indietro c’ha ragione, io le do ragione che è un rischio fare queste… fare queste cose qua.
Tomasi: No, no, non si possono fare, non si possono fare, no.
Riccaboni: Se uno è sfortunato… poi è difficile dire no, eh?!
Tomasi: È troppo, troppo… in questa… è una falsa… è una falsa democrazia.
Riccaboni: Sì, sì, sì demagogia, demagogia.
Tomasi: Sì, sì è demagogia, questa è demagogia, perché poi dopo, va beh insomma… lei ha visto il parterre dei candidati; metta che non avesse trovato la persona giusta! Mi dica, che cosa avrebbe fatto?
Riccaboni: Poi no, è difficile dirlo, no.
Tomasi: Con il rischio di, addirittura, di avere dei ricorsi…
Riccaboni: Eh certo!
Tomasi: Qualcuno che… che… magari avesse… cioè una cosa fuori dal mondo!
Riccaboni: Sì, sì, sono d’accordo, sono d’accordo. Infatti se capita anche io darò questo suggerimento proprio di… di evitare questo tipo di cose… ormai…
Tomasi: No, no non paga perché a questi… a questi concorsi partecipano… quelli che sono scontenti di dove sono, capisce?
Riccaboni: È certo, no, no.
Tomasi: Eh, tu non è che vai a comprare il meglio. Lì trovi quello che si offre su mercato! E uno che è bravo, non verrà mai a mettersi in concorso, in lista con… con… La Ines è stata una fortuna… di quelle che capitano una volta… proprio perché era in pensione, era fuori dal giro, perché abbiamo insistito! Ma se no, anche su piano dell’orgoglio, mettersi a fare un concorso… a 60 anni… dopo che una ha retto un… beh ha capito!
Riccaboni: No, ma poi tra l’altro… uno bravo non si mette certo di punta con il suo Rettore, perché comunica al suo Rettore che non sta bene dove è! Questo non è positivo, quindi…
Tomasi: Niente! Per… Per… anche se uno non viene! No, no. È un errore strategico gravissimo. Io l’ho detto, l’avevo detto a Tesi… l’avevo detto a… a chi posso lo dico, perché l’ho provato, l’ho visto. Io ero in commissione a Bologna. I 5 che abbiamo scelto, il Rettore non li ha neanche voluti prendere in considerazione. Abbiamo creato… 5 sfigati in giro per l’Italia! E quindi… e quindi… tanto… le dico per esempio già 2 di quelli che erano fra i 5 di Bologna se ne stanno andando. Cioè… sono messaggi che poi dopo… una volta lanciati… sono pericolosi. No, quindi… è proprio una partita a perdere, insomma. La legge consente una scelta, uno fa una valutazione… mica che non debba fare una valutazione, che non debba sentire più persone… Però la scelta se la fa lui!
Riccaboni: Sì, sì ma quel finto… quel finto… quella finta democrazia, quel finto rispetto delle regole poi diventa masochismo.
Tomasi: Esatto.
Riccaboni: Comunque, insomma, tanto a noi è andata bene, quindi andiamo avanti così.

2 comments ↓

#1 Complimenti al Cantagalli!! on 12.24.11 at 16:39

Oggi ho letto sulla Nazione di Siena l’intervista seria e chiarificatrice del sig. Davide Cantagalli. Che vi allego di seguito

Dottor Cantagalli, lei è stato nominato quale rappresentante del Governo nel CdA dell’Università. Negli ultimi giorni, con la chiusura delle indagini sulle elezioni per il rinnovo del rettore, avrà letto le dichiarazioni rilasciate dall’ex ministro Gelmini durante il colloquio dello scorso febbraio con i magistrati, in cui sostiene che non sapeva esattamente come stessero le cose. Lei non l’aveva mai informata?
«Sì, ho letto e ho seguito con attenzione la vicenda rimanendone sorpreso. Nel periodo immediatamente successivo alle elezioni, in attesa che fosse firmato il decreto di nomina del nuovo rettore, Angelo Riccaboni, ebbi modo in più occasioni di mettere al corrente lo staff più vicino al Ministro di quello che stava accadendo all’Università di Siena, e cioè l’adombrasi sulle elezioni del sospetto di irregolarità, confermato dall’apertura di un fascicolo d’indagine da parte della magistratura. In particolar modo parlai con il suo segretario personale al quale inviai una email con una informativa da trasmettere immediatamente e personalmente al Ministro, in cui spiegavo quello che stava accadendo. E sottolineando che: la magistratura svolgeva delle indagini; che nella cittadinanza e negli ambienti universitari si andava diffondendo l’idea che le elezioni fossero viziate da gravi irregolarità; che tutto ciò non giovava all’opera di risanamento dell’Università di Siena. Infine ‘pregavo’ il ministro Gemini di decidere se firmare o meno il decreto, facendo affidamento sulla sua sensibilità istituzionale e di donna e suggerendo anche una possibile via di uscita da questo vicolo cieco. Per confermare l’imparzialità di quanto affermavo inviai al segretario personale del Ministro una nutrita rassegna stampa su questa vicenda».

E non ha mai parlato dell’inchiesta con nessuno del Gabinetto del ministro?
«Sì, in particolar modo ho avuto occasione più volte di parlare con il professor Schiesaro, consigliere del Ministro, a cui ho riferito in quelle occasioni le mie preoccupazioni sulle elezioni, tenendolo aggiornato costantemente su quello che stava accadendo. Più volte ho ricevuto dallo stesso Consigliere rassicurazioni sul fatto che la vicenda era seguita con attenzione dal Ministero».

A leggere gli atti, il suo chiedere il rispetto delle regole e delle procedure non incontrava molti entusiasmi…
«Non ho avuto modo di leggere gli atti d’indagine, ma non stento a credere che la mia nomina e il mio operato nel CdA non abbia suscitato molti entusiasmi. Come più volte ho avuto modo di affermare pubblicamente e in Cda, per risanare l’Università di Siena occorre uno spiccato senso del bene comune, da perseguire considerando l’Istituzione come un bene primario e indispensabile per la città sia dal punto di vista economico che culturale. Se si pongono in atto le logiche di difesa di interessi particolari o peggio ancora si cerca di compiacere le categorie e le realtà che esercitano attività di lobbying sull’Università, il risanamento si allontana e il bene comune diventa una chimera. In poche parole chi esercita il suo mandato secondo la logica volta al perseguimento dell’interesse collettivo e non particolare non può piacere, e non può esercitare sugli animi di chi ha favorito il disastro di questa gloriosa Istituzione entusiasmi d’alcun genere».

Il rettore Riccaboni ha rivisto, proprio in questi giorni, il piano di risanamento e ha spostato al 2017 l’anno del pareggio. È un obiettivo possibile o quali altre azioni devono essere intraprese?
«A dire il vero per ciò che concerne il piano di risanamento sono un po’ preoccupato per due motivi. Il primo è che non ho visto novità importanti nel piano di risanamento Unisi 2017 rispetto al piano di risanamento Unisi 2015 approvato dal precedente rettore Silvano Focardi e dall’allora direttore amministrativo Antonio Barretta. Ciò dimostra da una parte che l’Unisi 2015 era un piano efficace ma allo stesso tempo dimostra una certa carenza di idee da parte dell’attuale governance. Più volte ho invitato l’attuale rettore e l’attuale direttrice amministrativa a metter mano all’Unisi 2015 o per lo meno a fare il punto sul suo stato d’attuazione. Il secondo motivo è che rispetto al Piano Unisi 2015, l’Unisi 2017 allunga i tempi del risanamento di due anni. Questo fa pensare ad un ammorbidimento della linea per ciò che concerne il pareggio di bilancio con il pericolo, sempre più concreto, che si possa verificare una crisi di liquidità. Io credo che per risanare l’Università di Siena occorra rinunciare ad atti considerati con favore dalle lobby interne ed esterne all’Università, perseguendo solo ed esclusivamente l’obbiettivo del risanamento, con coraggio e provvedimenti anche dolorosi e impopolari. Credo che il consenso e la credibilità della classe dirigente universitaria, e in generale della macchina statale e politica, non si possa fondare sui meccanismi che hanno trascinato l’Università e lo Stato sull’orlo del baratro, ma si debba fondare su attenta e appassionata opera, libera da qualsiasi condizionamento politico o di altro genere, diretta a perseguire e a realizzare ad ogni costo il bene comune di questa istituzione e del nostro Paese».

#2 Katia on 12.24.11 at 16:46

Tanti cari Auguri!!!