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Aprile 7th, 2012 — Note redazionali

Dall’autorevole quotidiano economico online Economia Web ecco “l’alto profilo” delle nuove nomine del cda della banca MPS (articolo del 7 aprile 2012):
“IL CANDIDATO CONTESTATO DA CGIL. Nella lista dei candidati per il nuovo collegio sindacale che verranno proposti dalla Fondazione Mps alla prossima assemblea della banca di fine aprile, i sindacalisti della Cgil hanno subito puntato il dito contro il nome di Claudio Gasperini Signorini. Ovvero un ex esponente degli organi di controllo di Eutelia, società travolta da importanti strascichi giudiziari nel luglio del 2010 quando il gip di Roma Elvira Tamburelli dispose la custodia cautelare per 8 suoi manager e azionisti per bancarotta fraudolenta.
GASPERINI SIGNORINI SOSPESO DALL’ALBO. Per ragioni di opportunità e in nome della tanto invocata (dal sindaco di Siena) discontinuità nella gestione della banca si sarebbe forse potuto scegliere un nome diverso, hanno fatto notare i sindacati.
Che non sono però gli unici ad avere acceso un faro su Gasperini Signorini. Il dottore commercialista risulta infatti essere stato sospeso dall’attività professionale di commercialista dal 23 marzo 2012 al 23 aprile 2012 per «inadempienza obbligo FPC triennio 2008/2010». La sanzione è riferita al mancato assolvimento dell’obbligo di “formazione continua” imposto dalla categoria, una sorta di aggiornamento professionale.
Le disposizioni dell’ordine prevedono che «qualora le motivazioni addotte per il mancato raggiungimento dei Crediti Formativi minimi non fossero fornite o dovessero risultare insufficienti, ed a prescindere dall’esito del procedimento disciplinare, gli iscritti che non hanno raggiunto il numero di Crediti Formativi minimi nel triennio precedente non potranno, nel triennio in corso, partecipare a commissioni consultive e gruppi di lavoro all’interno dell’Ordine, essere segnalati dall’Ordine per ricoprire funzioni richieste da terzi, né potranno accogliere nuovi praticanti».
RIAMMISSIONE IN TEMPO PER L’INGRESSO NEL COLLEGIO. Ciò, quindi, non significa che Gasperini Signorini non potrà esercitare il suo ruolo nel nuovo collegio sindacale del Monte: primo perché la sospensione scade il 23 aprile mentre l’assemblea dei soci che dovrebbe convalidare la sua nomina è fissata per il 27. Secondo, la nomina sarebbe comunque legittima perché di norma i sindaci sono iscritti anche all’ordine dei revisori contabili. Il problema, per Gasperini, è casomai di opportunità: l’incarico che andrà a ricoprire è assai delicato, avrà il compito di verificare la conformità degli atti del Monte dei Paschi .
Perché scegliere, per questo ruolo, proprio un professionista che per primo non ha rispettato le regole del proprio ordine?”
Complimenti vivissimi per le nomine: Profumo indagato, Gasperini sospeso dall’ordine e Dringoli che votava le manovre del dissestatore Bigi. Caro Corradi, siccome con il tuo voto hai garantito la sopravvivenza di questo sistema, esperia-mo che vada tutto bene.
Aprile 6th, 2012 — Note redazionali
Finalmente abbiamo il documento della Direzione Comunale del PD senese che mette il sigillo sull’inciucio avvenuto nel consiglio comunale del 3 u.s. Il documento conferma quanto avevamo (e non solo noi) divinato: nuova coalizione tra PD (ex DS), UDC, e forze civiche. Tradotto in termini di nominativi ecco la coalizione: Giulio “Guido” Carli, Sandro Senni, Gabriele Corradi, Romolo Semplici, Alessandro Cannamela e Antonio De Gortes. Coalizione destinata a durare come il povero gatto in effigie. Questo accordo non è nato all’improvviso, ma sono mesi che i registi lavorano per questi inciuci e per praticare il peggior trasformismo visto a Siena sulle spalle dei Cittadini. Il Ceccuzzi, essendo il primo responsabile dei disastri che sta vivendo la città, si è inventato la parola “discontinuità” e cerca di buttare fumo negli occhi ai cittadini buttandola in caciara contro i Monaci e il Cenni, che sicuramente hanno le loro responsabilità peraltro ampiamente condivise dal Ceccuzzi. Ma se facciamo la ricognizione di coloro che hanno avuto le redini principali in tutte le operazioni che hanno portato al dissesto di tutte le istituzioni cittadine ci troviamo solo uomini riconducibili a Ceccuzzi e a Luigi Berlinguer.
Per quanto riguarda invece l’UDC il Senni e il De Santi, con la regia di Brandani, sono mesi che hanno fatto l’accordo con il Ceccuzzi e hanno fatto finta di fare campagna elettorale contro. Infatti alle elezioni tanti uomini del Brandani hanno praticato voto disgiunto Senni-De Santi e sindaco Ceccuzzi o direttamente le preferenze su Massimo Bianchi e sindaco Ceccuzzi. Anche Corradi rientra nel disegno del Brandani e infatti il nominativo di Dringoli (ex dissestatore con Bigi) è stato condiviso tra Brandani, Rosy Bindi e Corradi.
Quella di Pietra Serena è una storia che parte da “casa di Anna” (su cui ritorneremo dopo Pasqua). Però arriviamo alle notizie che possiamo dimostrare: l’accordo raggiunto oggi tra PD e Pietra Serena è stato gestito nel rapporto tra Romolo Semplici con gli esponenti del PD Paolo Mazzini e Sandro Starnini. Già prima delle elezioni vi erano state riunioni in tal senso tra berlingueriani e Pietro Serena. Che cosa unisce Starnini e Semplici? Innanzitutto la simpatia per Jolanda Cei Semplici e il tentativo di entrambi di estromettere Morello dalla gestione dell’AOUS, oltre alla storica avversità di entrambi per Mussari.
E arriviamo al banchiere De Gortes. Il Ceccuzzi per rafforzare la coalizione del “gatto sull’Aurelia” è andato a cercare anche i birrai. L’affare qui s’ingrossa perché gli unici che hanno aderito sono Rosati e De Gortes che hanno scaricato il Bellandi e il Tacconi perché su di loro Ceccuzzi ha posto il veto.
Anche nel mondo della comunicazione ci sono nuovi scenari: siccome Mussari è in uscita il comunicatore Davide Rossi si è preso l’impegno di coordinare la comunicazione della nuova coalizione del “gatto”.
Cari Senesi: ecco la discontinuità!!! Buona Pasqua!!!
Aprile 5th, 2012 — Note redazionali

Vi serviva la prova provata del perchè il Ceccuzzi forza le mosse e agisce con scompostezza politica? Bene, oggi il giornalista boldriniano Maurizio Bologni, come Arlecchino che si confessò burlando, scrive nero su bianco il vero disegno ceccuzziano. Basta leggere tra le righe e ricordarsi le frequentazioni del boldriniano Bologni. Facciamo un passo indietro. Il problema del Ceccuzzi, oltre a mettersi in pace con sé stesso, è quello di dover portare a compimento il disegno di restaurazione preteso in campagna elettorale da Luigi Berlinguer e richiesto per le vicende nomine della banca da parte del “sempre in aspettativa lavorativa” Sandro Starnini: “Rivogliamo in mano l’università, non nominare il Borghi e gli uomini del Monaci e via di questo passo”. Che dire dello Starnini? E’ uno che discontinua con la bocca piena: dopo le bizze per non essere diventato assessore regionale ha preteso la presidenza della Novoli (ottenuta dal Mussari e subito dopo sempre Starnini pretende che lo stesso Mussari vada a casa). Ma non solo: da qualche giorno lo Starnini girella per le vie della città accompagnato da un altro stiglianese doc, l’ex membro del cda dell’ateneo Enrico Zanchi (un altro che ha votato le manovre del dissestatore Bigi). Questi sono i discontinuatori che gestiscono il PD senese condizionando un Ceccuzzi debole e senza strategia politica. I Monaci forse non sono dei simpaticoni, ma se permettete mai e poi mai il ritorno dei dissestatori. Questo sia chiaro.
Ritorniamo al giornalista boldriniano Maurizio Bologni. Cresce giornalisticamante frequentando il Boldrini dei tempi della ex mangiatoia (area comunicazione) e sempre il Bologni è uno dei massimi estimatori di Luigi Berlinguer; e per non farsi mancare niente il giornalista ha pubblicato anche i libri con la Protagon del Boldrake. Del Bologni abbiamo anche ricordanza del messaggio di congratulazioni inviato con tempestività subito dopo la nomina all’abusivo Criccaboni (che si fa lo pubblichiamo???). E infatti il Bologni (caporedattore di Repubblica di Firenze) non si è mai degnato di scrivere nemmeno un articolo per denunciare il dissesto universitario, la vicenda dei libri abusivi su Luigi Berlinguer e sulle elezioni irregolari di Criccaboni (per forza gli mandava gli sms di congratulazioni!!). Oggi sul suo blog il boldriano Bologni enfatizza la discontinuità del Ceccuzzi e parla di un “rafforzamento del legame con l’università”. Come mai il Bologni, visto che lo cita, non chiede al neonominato Angelo Dringoli del voto favorevole espresso nel cda dell’università alla manovra dissestante del dissestatore Bigi? Il Bologni è uno che rivendica la libertà di stampa: sì, però quando gli fa comodo e quando non disturba i suoi amici. E questa sarebbe la discontinuità?
A proposito, siccome Ezio Mauro il direttore di Repubblica, scrive sempre articoli contro le cricche come quasi tutti i giornalisti di Repubblica, invitiamo i nostri lettori a inviare una mail di protesta al quotidiano la Repubblica sul comportamento del giornalista Maurizio Bologni. Noi siamo per la libertà di stampa ma anche per la libertà di protestare nei confronti di chi predica bene e razzola male dal punto di vista giornalistico.
Ecco la posta elettronica del quotidiano La Repubblica dove potete inviare questo nostro intervento come segno di protesta.
larepubblica@repubblica.it
Aprile 5th, 2012 — Note redazionali
Aprile 5th, 2012 — Note redazionali
“

Del passato bisogna sapere cosa farsene”. Giusto. E allora andiamo a vedere cosa c’è nel passato di Gabriella Piccinni, non tanto come studiosa di storia medievale, ma come politica accademica e amministratrice dell’Ateneo. Si rischia di scoprire cose interessanti. Per esempio: rivestiva per caso qualche ruolo nella gestione berlinguerian-tosiana? Ma alla grande!!! Tanto per cominciare, al di là dell’osservazione che la sua carriera accademica si è svolta all’ombra del sultano di Stigliano, facendo parte a pieno titolo della nidiata dei berlingueriani di ferro insiema a Detti, Bettini, Boldrini (solo per fare qualche nome). E del dissesto ha qualche responsabilità oppure no? Vediamo vediamo …
Toh! Ma che si scopre! Che la Piccinni ha fatto parte del consiglio di amministrazione dell’Ateneo precedendo l’ottimo Dringoli. Piena epoca Tosi e inizio mandato Focardi. E spulciando i verbali cosa troviamo? Intanto una vergognosa apoteosi del comunicatore dei comunicatori Boldrini nel momento in cui era all’apice del suo successo. Ma non solo: nel corso di un’altra seduta immediatamente successiva alla presa di servizio di Focardi ecco a verbale una deprecazione dello spianamento dell’Area comunicazione e marketing che infiniti lutti addusse agli Achei. Ma le responsabilità gestionali, a parte la difesa a prescindere di quel branco di dissestatori, direte voi, dove sono? E’ presto detto: il primo ottobre del 2007 si tiene una riunione del CdA con all’ordine del giorno il “Regolamento in materia di stabilizzazione dei contratti di lavoro a tempo determinato” in cui viene proposto dall’ottimo Loriano Bigi l’inizio delle procedure di stabilizzazione per 260 persone ed ecco il suo intervento:
“Secondo la Prof.ssa Piccinni l’approvazione del regolamento ed il conseguente avvio della stabilizzazione è auspicata da tutte le componenti dell’ateneo. Ritenendo opportuno evitare qualsiasi tipo di scontro per procedere sulla strada intrapresa, dichiara il suo voto favorevole in merito alla presente proposta di delibera”.
Stride un po’ questa dichiarazione con quanto poi asserito firmando il documento “Noi non siamo la banda del buco”? Secondo noi sì. E la Piccinni fa parte o no del gruppetto di sostenitori del Criccaboni oppure no? A noi risulta di sì e non da ora visto che, sempre spulciando i verbali del CdA di cui la Piccinni faceva parte si trovano una serie di delibere con suo voto favorevole che portavano una valanga di quattrini al CRESCO (su cui torneremo) del simpatico ed allegro Criccaboni.
Per tutto quanto procede possiamo assegnare un posto di rilievo alla Prof.ssa Gabriella Piccinni nell’ampia classifica dei DISSESTATORI DI ATENEI.
E ci poniamo a questo punto la domanda: come mai Ceccuzzi & Criccaboni le hanno dato un ruolo nella folle candidatura a Siena capitale della cultura 2019? Tanto da presenziare alla presentazione del suo pamphlet “Città murata, città globale. Come conoscere la città medievale può aiutare il progetto di Siena capitale della cultura 2019”? Abbiamo noi un suggerimento: facciamolo un bel recinto MURATO, riempiamolo di dissestatori (e ce ne abbiamo tantissimi ancora in servizio permanente effettivo a partire da Criccaboni passando per Frediani, Dringoli, Bettini, Flores et alii), e lasciamo che si dissestino l’un con l’altro. Poi potranno partecipare a Siena capitale del dissesto 2020.
A proposito: stiamo ancora attendendo risposta alle domande sul dissesto ai due nuovi membri del board di MPS Tania Groppi e Angelo Dringoli. Con l’occasione poniamo le medesime domande anche a Gabriella Piccinni: vediamo se almeno lei risponde.
Aprile 4th, 2012 — Note redazionali
Dalle pagine di questo blog sono mesi che scriviamo della non affidabilità politica di questo architetto Sandro Senni e del gruppo dirigente dell’UDC senese che risponde ai desiderata del burattinaio Brandani. La caduta di stile del sig. Corradi è peggio di quella prospettata; l’imbarazzante voto del sig. De Risi al fianco dei Ceccuzziani conferma che gli incontri “a casa di Anna” organizzati dal barista consigliere altro non erano che il preludio di inciuci futuri,come dimostrato ieri, considerato che “a casa di Anna” ci partecipava (come affermato dal barista) anche un noto avvocato “Riccardo”dell’associazione di cui fa parte lo stesso De Risi. Volevano mandare a casa il sistema e l’unica casa è solo quella “di Anna”. Qui non siamo in presenza solo del ridicolo e del patetico e del vuoto amministrativo: con il voto dei tre ballerini comunali prende forma e sostanza il vecchio asse politico del 2011, rappresentato da Brandani-Mazzoni Della Stella-Luigi Berlinguer-Franco Ceccuzzi. E i risultati dal 2001 a oggi si sono visti: la città è in ginocchio dal punto di vista politico,morale ed economico. Oggi i pretoriani di Ceccuzzi,compresi i comunicatori ex mussariani, sono in giro a raccontare le gesta vittoriose in consiglio comunale. E magari il Brandani pensa di occupare ilvuoto lasciato da Verdini.Ma vittoria di cosa? Del niente.Parliamoci chiaramente: ieri è emersa tutta l’inadeguatezza politica del Ceccuzzi e l’assenza di un progetto amministrativo per la città. Sopravvivono con le stampelle dei tre ballerini. Si parlava del Senni. Prima della campagna elettorale ma anche in seguito, l’architetto curiale, ha fatto il giro dei vari “Maestri” per chiedere accoglienza,ovviamente negata perchè era ben chiara la non affidabilità del soggetto. E ieri si è palesata dagli scranni del consiglio comunale. La città necessita di una guida autorevole e preparata e non di una confusa quanto perdente pletora di affamati di poltrone e piedistalli per magnificare il proprio ego politico. Ci sono problemi enormi che richiedono risposte amministrative e politiche: per ora siamo solo in presenza di un’ignobile decadenza politica e morale. Cosi è se vi pare.
Aprile 4th, 2012 — Note redazionali
Il voto di ieri segna uno spartiacque decisivo nella vita della nostra città. Di fatto il sindaco Ceccuzzi ha operato una spaccatura all’interno del proprio partito che avrà conseguenze di non poco conto negli sviluppi politici del prossimo futuro. La rottura con Monaci non è la divisione con un capo corrente ma con la Margherita che se in questo momento viene associata alle nomine, nel prossimo futuro troverà una nuova dimensione dello scontro politico. Il primo terreno di verifica, a mio parere, sara proprio la gestione del partito e la messa in discussione delle decisioni prese nei mesi precedenti. I congresso del PD si avvicina e la componente che fa riferimento a Fioroni non accetterà di ridefinire la propria appartenenza in un partito laburista di stampo dalemiano. Del resto quello che avverrà dopo le elezioni amministrative di questa primavera sara una vera e propria rivoluzione con trasformazioni profonde nel panorama partitico. Panorama che anche ieri ha dato una pessima rappresentazione di se stesso. Dal piano politico la divisione interna al PD, si sposterà all’azione amministrativa, ai rapporti con le altre istituzioni a partire dalla provincia per interessare l’Università e la Sanità. Da quello che si è visto ieri ormai si naviga in mare aperto e il ricatto delle nomine non condiziona più nessuno, forse solo Corradi che sulla paternità della nomina del suo compagno di tennis Dringoli poco ci ha capito. Gli è servito come alibi, mentre la Rosy Bindi lo ringrazia per il favore fatto al Ceccuzzi. Questo è uno degli equivoci del voto di ieri, il tema non erano le nomine appena fatte dalla Fondazione, ma il livello di responsabilità che ha determinato la situazione drammatica in cui si trova la banca attualmente. L’opposizione, quella vera, ha ritenuto che le responsabilità siano state anche del primo cittadino e che non è sufficiente dire che la colpa di tutto ciò che è avvenuto sia del Parlangeli, come ha affermato il primo cittadino. Forse la mozione della Vigni ha tratto in inganno, ma è difficile volergliene per la coerenza che su questo argomento ha dimostrato da tempo, almeno dalla campagna elettorale: i suoi elettori non si potranno lamentare! La Ex margherita non ci sta a diventare la responsabile unica di ciò che è avvenuto in questi anni e chiama a corresponsabilità i ds e in prima persona il Ceccuzzi che in tutti questi anni ha determinato la gestione politica della città e delle istituzioni senesi negli assetti e nelle scelte. La posizione dell’UDC è chiaramente determinata da fatti personali del Senni che in questo territorio opera da architetto e la vita è dura per i professionisti, meno male che c’è anche ad aiutarlo la Curia e don Acampa, altro alleato del Ceccuzzi. Vi ricordate quello del collarino passato dal don all’attuale primo cittadino durante una festa dell’Unità? Ci sono sullo sfondo le nomine in Fondazione e aiutare il PDS può essere messo sul piatto della bilancia dal “giovane” Brandani, quello che ha osannato l’acquisto dell’Antonveneta (Pisaneschi), al tavolo delle trattative. Del resto di “tecnici” l’UDC ne ha diversi: lui stesso e Simone Desanti. Ma la politica dell’UDC è un suicidio dal punto di vista politico che si troverà schiacciata negli appuntamenti post amministrative perché troppo subalterna al PD, rinunciando in questo modo a catturare quei voti in uscita dal PDL. Con un partito, come il PD, che non sembra disposto a rinnovare la fiducia ai tecnici nel 2013 come sostiene Casini. Scusatemi forse questo è un ragionamento troppo raffinato ed eccessivamente politico, le motivazioni sono ben altre come abbiamo già detto. Dopo l’assemblea di aprile del Monte la Fondazione sarà sfiduciata e vedremo se i componenti della medesima si dimetteranno, io credo di sì. Tale azzeramento non serve al cambiamento come i collaboratori del sindaco vorrebbero far intendere, ma a fare in modo che il PDS e Cecuzzi possa rifare le nomine nel 2016 prima del prossimo appuntamento amministrativo cittadino. Viva la discontinuità! Sul De Risi stendo un velo pietoso per manifesta incomprensione da parte mia. Ha votato sia la mozione della Vigni che quella del PDS, vallo a capire! Ha dato retta a Romolo Semplici che non sopporta il Monaci per come si è comportato (indirettamente) nella politica del personale all’Ospedale di Siena, quindi non classificato! La “vittoria” di ieri di Ceccuzzi è una vittoria di Pirro il sindaco si trova con una maggioranza diversa da quella con cui è andata alle elezioni (non c’è solo la ex margherita che gli ha votato contro nella vecchia maggioranza). Una situazione amministrativa difficile da gestire, il tentativo di passare come rinnovatore non gli riuscirà perché troppi scheletri ha nell’armadio e perché la margherita sposterà la sua azione sul piano più squisitamente politico, amministrativo. Ceccuzzi ha diviso il suo partito. Non è quindi affatto strano che gli chiedano le dimissioni come ormai da più parti gli stanno sollecitando. Vorrei chiudere con una considerazione, per quello che è successo ieri, si può tranquillamente scrivere Ceccuzzi e leggere Berlusconi. Tutti sapete che fine a fatto l’ex presidente del consiglio.
Tommaso Occami
Aprile 3rd, 2012 — Note redazionali
Sul consiglio comunale di oggi e la votazione della mozione sulla banca MPS abbiamo da dire che i consiglieri Corradi e Senni (e il pietraserenino De Risi) o sono venduti o sono inadeguati. In ogni caso sono inadeguati a ricoprire quel ruolo che hanno assegnato loro gli elettori (e chi li ha appoggiati in campagna elettorale) perché o hanno tradito il mandato elettivo o sono talmente incompetenti che non possono più stare lì visto che non rappresentano altro che sé stessi. Un’ulteriore considerazione: il Ceccuzzi, comunque, non ha più la maggioranza perché senza i due traditori (o tordi, ma fa lo stesso) sarebbe andato sotto. Quindi il dato politico è evidente. Se fosse una città seria si andrebbe alle elezioni anticipate. Non succederà perché i cittadini senesi sono ormai abituati a incassare qualsiasi porcheria, da chi comanda e da chi si è messo in pole position per avere la propria fettina di torta. La redazione di Fratello Illuminato invita tutti i cittadini a mettersi sul ramo e d’ora in avanti controllare con attenzione i due reprobi perché, noi un’idea ce l’abbiamo, bisognerà vedere in cosa consistono i 30 denari. Si accettano scommesse.
Nel frattempo, che si tratti di tradimento o di coglioneria, una parola sola:
VERGOGNA!!!
Aprile 3rd, 2012 — Note redazionali
Se il documento presentato dal PD fosse stato presentato nel 2006 avrebbe sicuramente avuto il consenso di tutti i partiti politici. Anche se andando a spulciare negli anni qualcosa di simile o frasi estrapolate qui o là si trovano in diversi documenti o prese di posizione dei politici di maggioranza. Vi ricordo come nota marginale quella presa di posizione sugli emolumenti dei membri della Fondazione scoppiata qualche anno fa. Quante volte si è letto nei documenti di maggioranza la volontà di migliorare l’erogazione degli utili. La selezione dei progetti che dovevano avere il requisito della ricaduta sul territorio o la frase magica: cantierabilità. Ma i buoni propositi sono rimasti tali e l’uso “allegro” delle risorse è stato praticato per anni. Nel documento preparato da Antonio Loia manca un passaggio che è essenziale: quello “dell’indipendenza strategica” anche dalla politica. Se questa ci fosse stato nel 2007 l’operazione Antonveneta sarebbe stata evitata. Perché tale acquisto nasce da una volontà politica; conferma ne è l’uscita dell’allora segretario provinciale del PD Ceccuzzi che benedisse l’operazione. Comunque il documento è tardivo e non cancella le responsabilità come vorrebbe fare sul piano politico. La frittata è fatta e i buoi sono scappati. E nessuno vuole assumersi la responsabilità di aver girato la padella, né di aver lasciato aperto il cancello della stalla. Lo ha detto Viola nell’intervista rilasciata al sole 24 ore che sembra quasi un programma postbellico. Il Monte ha bisogno di tre anni per essere messo a regime. Speriamo bene! Ma sono sempre di più di quello che Loia scrive. L’autore della mozione, minimizzando, ci fa sapere che anche il prossimo anno la Fondazione avrà difficoltà. Magari fosse solo l’anno prossimo! Viola ci ricorda anche la vendita degli asset e il ridimensionamento della Banca che non potrà che essere regionale. Questo programma di ricostruzione che abbandona il tentativo di rincorrere le due maggiori banche italiane non è stato determinato da nessuno. Meglio! Dai cattivi che sono stati individuati in qualche personaggio legato all’attività bancaria; non riguarda i politici. Anche su questo aspetto conviene precisare, la responsabilità è solo di una parte: quella della ex margherita. Paradossalmente i maggiori responsabili della crisi, gli ex diessini, escono rafforzati dalla vicenda e la usano per la resa dei conti interna al partito. Resto sempre affascinato da questa capacità trasformistica della politica. Come quella della passeggiata, il giorno dello sciopero, di Cenni durante la manifestazione sindacale. Passeggiata dell’ex sindaco (dieci anni) fatta in compagnia della sua amica Bindi e dell’ex membro del cda Fabio Borghi. Tranquilli! Passeggiavano come se fossero li per caso e manifestavano, ma contro chi? Mah! Contro lo stesso cda nominato dalla Fondazione designata, per buona parte dal Comune. L’ultima al dire il vero, fu determinata dalle volontà del Ceccuzzi, che “giustamente” ha manifestato. Meraviglioso! Complimenti! Tanto poi la gente se ne dimentica; basta saper mantenere la posizione nel tempo e tutto torna a posto. E ora, senza avere padri, sotto il peso della necessità si vorrebbe fare quello che il buon senso avrebbe voluto che fosse stato fatto molto tempo prima. Qualcuno mi obietterà che non è mai troppo tardi. Vero! In questo caso non è solo tardi, ma pensate quanti miliardi di euro sono stati sprecati per le scelte compiute. Quanti posti di lavoro sono stati bruciati, quante opportunità buttate al vento, quanta innovazione è stata distrutta. No, non è sufficiente il documento del PD della coppia Loia-Ceccuzzi per voltare pagina. I capitoli nuovi si aprono quando sono stati analizzati i precedenti. C’è una responsabilità non solo politica, ma anche morale che la porteranno sempre con loro al di là dei documenti che riusciranno a far votare in Consiglio Comunale. Un voto si trova sempre e i mezzi per ottenerli sono sempre i soliti.
Tommaso Occami
Aprile 3rd, 2012 — Note redazionali
Da Pisa, Firenze, Torino,Padova e Genova arrivano due segnali importanti in ambito universitario: il primato della democrazia sull’autoreferenzialità e l’autonomia dalla cricca ministeriale gelminiana. E consideriamo anche che queste città sono amministrate dal centrosinistra. Sulla carta anche Siena ma a differenza del resto d’Italia i vari Ceccuzzi, Bezzini, quelli di SEL, Rifondazione invece di contrastare il disegno universitario gelminiano si sono adeguati al rappresentante su Siena della cricca ministeriale: l’abusivo Criccaboni. Anche la CGIL di Guggiari è dalla parte della cricca gelminiana. Arriviamo al punto del contendere. Uno degli aspetti della riforma Gelmini (da molti ritenuta incostituzionale) relativa agli Atenei riguarda la composizione e la procedura elettiva del cda degli stessi. Il Criccaboni con il sostegno del senato accademico (pieno di condannati e indagati) e del cda attuale ha varato uno statuto rispondendo fedelmente alle volontà della cricca gelminiana. Al Cricca e agli altri, compresi i sindacalisti presenti nella commissione statuto, gli è sfuggito un aspetto della riforma Gelmini che contrasta con dei principi basilari degli enti pubblici e fino a prova contraria l’Ateneo senese è un ente pubblico. A Pisa, Firenze, Torino,Padova e Genova di questo sono ben consapevoli e infatti hanno approvato il nuovo statuto respingendo il dettato gelminiano in alcune parti. L’ateneo di Firenze ha deciso di sfidare il MIUR approvando nello statuto un cda sempre elettivo e non invece da far decidere al rettore. Una scelta di “democrazia” ha affermato il prorettore di Firenze Giacomo Poggi “dettata anche dai precedenti”. A Siena invece il prorettore Frati era tutto contento per aver assecondato la cricca di cui fa parte. Il dato forte che emerge con la decisione di Firenze si inserisce in un contesto che impone una riflessione urgente anche da parte del MIUR. Innanzitutto i giudici in Liguria hanno già dato ragione all’università contro il MIUR e sempre il prorettore di Firenze ci informa che negli altri casi dove hanno deciso in contrasto con la Gelmini “il ministero non ha nemmeno chiesto la sospensiva dei provvedimenti”. Si vede che Padova, Genova, Torino (e qui apriamo una parentesi), Firenze, Pisa oltre ad avere dei politici attenti al mantenimento della democrazia negli enti pubblici, hanno anche degli atenei guidati da rettori e senati accademici più autorevoli e poco condizionati dalla cricca ministeriale (e probabilmente eletti in modo regolare senza che vengano inquisite dieci persone); e soprattutto non hanno direttori amministrativi condannati dalla Corte dei Conti e rettori abusivi. Parentesi su Torino. Anche il Politecnico di Torino ha deliberato uno statuto svirgolando su alcuni aspetti dalla legge Gelmini e il MIUR oggi in mano al rettore che ha deliberato quello statuto, ovvero Francesco Profumo, come fa ora da ministro a bloccare uno statuto da lui voluto? Infatti Padova, Genova, Torino, Pisa e Firenze vanno avanti per loro strada. Il Criccaboni e il resto della cricca anche in questo caso hanno dimostrato la loro inconsistenza e l’esistenza di un disegno finalizzato a mantenere lo stato di non trasparenza nell’ateneo senese. Complimenti al Ceccuzzi e al Bezzini per aver assecondato il Criccaboni!!! Non resta che impugnare il nuovo statuto voluto dalla cricca senese in merito al nuovo cda. Parliamoci chiaramente (Costituzione alla mano): o cambiano lo status giuridico delle università pubbliche altrimenti gli organi come il cda devono ritornare elettivi. Nel frattempo in Liguria i giudici hanno dato ragione all’università contro il MIUR.
P.S. Sarebbe il caso che la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro oltre a togliere le tende dall’ateneo la smettesse di “scambiare” informazioni su eventuali “fondi in via di costituzione al MIUR” con l’ex direttore dello stesso MIUR quel Marco Tomasi. “Ciao Ines” … ”Ciao Marco” … ”grazie” …