Ecco il giornalista che mette la penna per approvare la restaurazione starniniana-tosiana in atto a Siena da parte di Ceccuzzi: il giornalista boldriniano Maurizio Bologni

Vi serviva la prova provata del perchè il Ceccuzzi forza le mosse e agisce con scompostezza politica? Bene, oggi il giornalista boldriniano Maurizio Bologni, come Arlecchino che si confessò burlando, scrive nero su bianco il vero disegno ceccuzziano. Basta leggere tra le righe e ricordarsi le frequentazioni del boldriniano Bologni. Facciamo un passo indietro. Il problema del Ceccuzzi, oltre a mettersi in pace con sé stesso, è quello di dover portare a compimento il disegno di restaurazione preteso in campagna elettorale da Luigi Berlinguer e richiesto per le vicende nomine della banca da parte del “sempre in aspettativa lavorativa” Sandro Starnini: “Rivogliamo in mano l’università, non nominare il Borghi e gli uomini del Monaci e via di questo passo”. Che dire dello Starnini? E’ uno che discontinua con la bocca piena: dopo le bizze per non essere diventato assessore regionale ha preteso la presidenza della Novoli (ottenuta dal Mussari e subito dopo sempre Starnini pretende che lo stesso Mussari vada a casa). Ma non solo: da qualche giorno lo Starnini girella per le vie della città accompagnato da un altro stiglianese doc, l’ex membro del cda dell’ateneo Enrico Zanchi (un altro che ha votato le manovre del dissestatore Bigi). Questi sono i discontinuatori che gestiscono il PD senese condizionando un Ceccuzzi debole e senza strategia politica. I Monaci forse non sono dei simpaticoni, ma se permettete mai e poi mai il ritorno dei dissestatori. Questo sia chiaro.

Ritorniamo al giornalista boldriniano Maurizio Bologni. Cresce giornalisticamante frequentando il Boldrini dei tempi della ex mangiatoia (area comunicazione) e sempre il Bologni è uno dei massimi estimatori di Luigi Berlinguer; e per non farsi mancare niente il giornalista ha pubblicato anche i libri con la Protagon del Boldrake. Del Bologni abbiamo anche ricordanza del messaggio di congratulazioni inviato con tempestività subito dopo la nomina all’abusivo Criccaboni (che si fa lo pubblichiamo???). E infatti il Bologni (caporedattore di Repubblica di Firenze) non si è mai degnato di scrivere nemmeno un articolo per denunciare il dissesto universitario, la vicenda dei libri abusivi su Luigi Berlinguer e sulle elezioni irregolari di Criccaboni (per forza gli mandava gli sms di congratulazioni!!). Oggi sul suo blog il boldriano Bologni enfatizza la discontinuità del Ceccuzzi e parla di un “rafforzamento del legame con l’università”. Come mai il Bologni, visto che lo cita, non chiede al neonominato Angelo Dringoli del voto favorevole espresso nel cda dell’università alla manovra dissestante del dissestatore Bigi? Il Bologni è uno che rivendica la libertà di stampa: sì, però quando gli fa comodo e quando non disturba i suoi amici. E questa sarebbe la discontinuità?

 A proposito, siccome Ezio Mauro il direttore di Repubblica, scrive sempre articoli contro le cricche come quasi tutti i giornalisti di Repubblica, invitiamo i nostri lettori a inviare una mail di protesta al quotidiano la Repubblica sul comportamento del giornalista Maurizio Bologni. Noi siamo per la libertà di stampa ma anche per la libertà di protestare nei confronti di chi predica bene e razzola male dal punto di vista giornalistico.

 Ecco la posta elettronica del quotidiano La Repubblica dove potete inviare questo nostro intervento come segno di protesta.

 larepubblica@repubblica.it

2 comments ↓

#1 francesco on 04.06.12 at 04:51

Sono tutti e due mezzi intellettuali falliti, subordinati alle strutture culturali attenti sempre a usare il loro ruolo per arrotondare lo stipendio insomma dei portaborse

#2 kutuzov on 04.06.12 at 11:33

scusate, ma questo qui cosa farà dopo la prematura scomparsa del suo mentore? Possibile che la storica università di Siena sia nelle mani di gente che non ha neanche il diploma di maturità, né la più remota idea di cosa significhi la ricerca? Gente catafottuta sopra una cattedra senza aver mai affrontato nessuna sorta di valutazione, passato nessun concorso, conseguito nessun titolo, scritto una bella sega di scientificamente decoroso, umiliato chi si è fatto un culo così conseguendo dottorati e specializzazioni (e ricevendo in cambio un sonoro calcio nel didietro), ma soprattutto avvilito questa città, accentuandone la già pericolosa inclinazione alla superficialità, alla mafiosità familistica, all’umma-umma partitocratico e al provincialismo che la sta soffocando e ridicolizzando agli occhi delle città universitarie dirimpettaie? Svariati personaggi, una volta compreso che avevano a che fare con dei grulli vanagloriosi, ne hanno approfittato per svaligiare i forzieri e dileguarsi, lasciando un buco di trecento milioni nel bilancio del vetusto morente ateneo. Ma a che scopo polverizzano i cabbasisi dei ricercatori con minacciose intimazioni “publish or perish”, se bastano un po’ di intrallazzi politici, giri di lenzuola e qualche scarabocchio per assicurarsi una carriera accademica e addirittura un posto di rilievo nel cerchio magico di quelli che contano nel sistema politico-universitario locale? Siena appare così l’estrema propagine di un “MERIDIONE” inviso oramai anche alla maggior parte dei meridionali.