Rumours riportano che Bassanini non voglia impelagarsi in un affare del genere e quindi ci si stia dirigendo verso il pensionato da 1047 euro di pensione al giorno.
Ma un po’ di vergogna no? La città è disposta a sopportare una vergogna del genere?
Liberté Egalité Fraternité
Gennaio 11th, 2012 — Note redazionali
Rumours riportano che Bassanini non voglia impelagarsi in un affare del genere e quindi ci si stia dirigendo verso il pensionato da 1047 euro di pensione al giorno.
Ma un po’ di vergogna no? La città è disposta a sopportare una vergogna del genere?
Gennaio 11th, 2012 — Note redazionali
La redazione di Fratello Illuminato vuole far notare il concentrato di sbruffoneria e di alterigia contenuto in questo articolo di Romano Luperini. Ma la cosa più grave viene fuori da alcuni passi dell’intervista:
Nell’ultimo ventennio, da un lato la facoltà conservava elevati standard professionali, dall’altro si diffondeva il clientelismo, l’apparato burocratico veniva gonfiato enormemente, crescevano i debiti, sino alla catastrofe attuale dell’intera Università di Siena. Contemporaneamente il passaggio al 3+2 e al sistema dei crediti, realizzato a Siena con particolare prontezza e singolare durezza, si è risolto in un moltiplicarsi confuso di moduli e di corsi di laurea, con un peggioramento complessivo della qualità dell’insegnamento.
Considerato che l’articolo si intitola: “Il ventennio berlusconiano ha ucciso la cultura” ci chiediamo: ma Luperini è arrivato da Marte oppure, come ci risulta, ha insegnato a Siena raggiungendo l’apice della carriera con il sultano di Stigliano? Perché a noi risulta che tutto quello che denuncia Luperini nella frase sopra riportata sia opera del musicologo di chiara fama nonché garante dei garanti nonché sodale di partito di Luperini e non di Berlusconi e della sua cricca.
Peraltro quando afferma:
Quando ho cominciato, agli inizi degli anni settanta, la facoltà (di Lettere a Siena, fondata dall’allora PCI riempiendola di uomini della “banda”) era nata da poco e risentiva fortemente del clima del Sessantotto. Di fatto le cariche erano assunte a rotazione, non esisteva quasi traccia di autorità e potere accademici, tutto si svolgeva in modi democratici. Una prima svolta si è avuta negli anni ottanta, quando per la prima volta ho assistito a vere e proprie competizioni per diventare preside di facoltà.
Benissimo!!! E che c’entra il berlusconismo? La Facoltà di Lettere di Siena, fondata nel 1972, è stata letteralmente riempita di uomini organici al partito, tutti amici di Luperini e del Sultano di Stigliano, che si sono comportati esattamente come descritto da Luperini. I nomi? Bettini, Detti, Tovalieri, Squillacciotti, Melis, Clemente, Flores (fratello del direttore della rivista su cui c’è l’intervista), Calabrese (lo scopritore dei ladri del tetto di San Galgano) e chi più ne ha ne metta. Provasse Luperini a fare il nome di un berlusconiano che insegni a Lettere a Siena.
A questo punto ci domandiamo: ma che gli ha fatto Berlinguer a Luperini? Perché erano tutti culo e camicia e ora l’uno spara addosso all’altro. Comunque Luperini, guardati la foto per bene, così capisci come sono andate le cose …
Gennaio 10th, 2012 — Note redazionali
Ancora una volta la redazione di Fratello Illuminato ha il piacere di ospitare un’intervista all’economista di Oxford, il professore Paco Pachese.
1) Professore Pachese come valuta la situazione della banche italiane dal suo osservatorio inglese?
Le banche italiane pur essendo vittime illustri del terremoto finanziario internazionale, bisogna comunque dire che non sono strutturalmente messe male. Ci sono degli interventi veloci come ad esempio l’autonomia delle banche dalle cricche degli speculatori e dalle correnti politiche. Meno intrallazzi tra politica ed economia e maggiore attenzione ai clienti e alle imprese con delle governance competenti e riconoscibili dai mercati e dalle autorità economiche e governative nazionali e internazionali. Piu’ governance qualificata e meno “governanti” di partito.
2) Come giudica la situazione della banca MPS?
Il Monte dei Paschi non è a rischio fallimento e non è messa peggio di altre banche. Ci sono state delle scelte sbagliate e un modello di rapporti tra politica,sindacati e management che hanno penalizzato molto la banca sia nel rapporto con il territorio in termini di prospettiva di destinazione di risorse economiche(vedi la mancanza di utili per la fondazione da distribuire come gli altri anni sul territorio) sia rispetto alla tenuta nei confronti dei terremoti finanziari esterni. In parole povere: troppo peso delle segreterie di partito nelle nomine e troppo protagonismo dei dirigenti sindacali nelle scelte interne ed esterne della banca. Tutto questo ha prodotto anche le difficoltà economiche della fondazione. Piu’ che la fondazione erano i segretari di partito che svolgevano il ruolo di azionista della banca. Questo metodo e questi andazzi non sono accettabili e non vengono digeriti ne dai mercati e nemmeno dalle autorità economiche.
3)Professore lei ha letto l’intervista del sindaco Ceccuzzi?
Di chi scusi?
4)Del sindaco di Siena.
Siete ancora a caro babbo rispetto i tempi che viviamo. Sulla banca intervengono gli azionisti. Doveva intervenire la fondazione mica altri.Mi sembra una scompostezza quella che l’amministratore delegato della banca o il nuovo direttore generale della banca venga salutato con favore prima della nomina ufficiale da un sindaco e dal presidente della provincia. Possibile che ancora non avete compreso che i futuri assetti della banca non li decidono i politici senesi; non gli sembra di aver fatto fin troppi danni a questi politici.Da quando è apparsa l’intervista di questo vostro sindaco stranamente il mercato sta reagendo male verso la vostra banca. Ma poi il sindaco chiede le dimissioni di Mancini e poi lo stesso Mancini viene chiamato ad illustrare la situazione dentro la conferenza dei capigruppo consiliari. Roba da zelig. E poi anche questi sindacati
5) In che senso “questi sindacati”?
Prima hanno sostenuto senza critiche tutte le scelte degli ultimi 10 anni della banca e della fondazione e oggi chiedono le dimissioni? I primi a dimettersi proprio come atto di scuse e di rispetto verso i loro stessi iscritti dovrebbero essere i dirigenti dei sindacati che volutamente, forse per via delle carriere interne, hanno appoggiato tutto, compresa l’operazione Antonveneta. I lavoratori di MPS il presidio dovrebbero farlo davanti alla sede dei sindacati.
6)Quindi non si deve dimettere nessuno dei vertici della fondazione e della banca?
Prima un passo indietro dei responsabili politici e sindacali di tutte queste vicende e poi ragionate sulla stabilità da dare alla banca e alla fondazione. Solo dei pazzi possono mettere in discussione i vertici della banca e della fondazione nel pieno delle decisioni dell’aumento di capitale e della trattativa tra la fondazione e le banche creditrici. Siamo nel 2012 e non ai tempi del feudalesimo. Chi ha sbagliato sicuramente dovrà fare passi indietro ma non con questo clima impazzito e senza prospettive.
Gennaio 10th, 2012 — Note redazionali
Questa Ines Fabbro sicuramente vive la convinzione di essere il direttore amministrativo non dell’ateneo della civile città di Siena, ma di quello di Panama. Vi ricorderete credo tutti le recenti cronache che hanno riportato alla ribalta lo Stato di Panama luogo di rifugio del latitante Lavitola: a Panama essendo una zona franca ognuno fa come cazzo gli pare senza controlli e gli intrallazzi prevalgono sulle regole basilari di uno Stato di Diritto. Dopo le disgustose telefonate tra Riccaboni e quel Tomasi del ministero che concordavano la nomina della “cara Ines” tanto legata allo stesso Tomasi, oggi scopriamo che, tra gli sponsor della stessa Fabbro già nel 2010 c’era l’allora parlamentare Franco Ceccuzzi e infatti sempre in quel periodo il rappresentante del comune di Siena nel cda dell’ateneo Vareno Cucini chiedeva al Riccaboni di “far presto” con la nomina della Fabbro. Ma non solo: tra gli sponsor della condannata della Corte dei Conti ci troviamo anche Piero Fassino (legatissimo a Luigi Berlinguer e grande referente di Ceccuzzi) e a tal proposito risuonano come conferma le parole della Fabbro “sono molto amica sia del ministro Profumo che di Piero Fassino”. Il ministro Profumo già rettore del Politecnico di Torino e Fassino è il sindaco di Torino. A questo punto possiamo affermare che l’attacco ai diritti sindacali e il taglio dell’accessorio dallo stipendio dei lavoratori dell’ateneo è stato fatto dal direttore amministrativo di fiducia del sindaco Ceccuzzi e di quella parte del PD vicina a Fassino e a Luigi Berlinguer. Si comprende benissimo che il famoso volantino distribuito dal PD senese con il quale chiedevano “rigore … bla bla … trasparenza … legittimità” non era altro che la stessa manovra che sta facendo il Ceccuzzi sulla fondazione e sulla banca: quando la situazione precipita scarica gli altri e tenta di vestire i panni del discontinuatore. Dopo quanto emerso con le intercettazioni telefoniche e a seguito delle conclusioni delle indagini se il PD senese, il Ceccuzzi e le stesse forze di opposizione vogliono rivendicare la loro estraneità agli intrallazzi hanno solo una carta da giocare: “via il Rettore e il direttore amministrativo”, non con interviste, ma con atti di sfiducia consiliari. Non ci crede più nessuno ai giochini dei “ladri di Pisa”; forse solo qualche furbetto sciocco che anche di fronte al danno sul suo reddito personale continua ad acclamare la cricca dei docenti. La prova provata del clima di gestione del dissesto è rappresentata dal pranzo di ieri con il quale il rettore abusivo pianificava il cda dell’università. Alla faccia dell’indipendenza dei membri del cda e alla faccia della trasparenza gestionale. Siamo passati da altri famosi patti come quello della “crostata” al patto dei crostini della cricca riccaboniana. Si scrive Riccaboni si legge Piero Tosi; si scrive Ines Fabbro si legge Jolanda Cei Semplici. La Semplici è la coordinatrice ombra di Ines Fabbro: quando Ines appena nominata parlando con Criccaboni gli dice” sai mi ha chiamato anche la Semplici”. Senza dimenticare la famosa cena a casa di Jolanda con la Fabbro e Marcello Rustici(mentore del presidente del consiglio comunale Alessandro Piccini). Ricordiamo al mondo intero che Criccaboni e la condannata dalla Corte dei Conti non hanno nessun piano di risanamento: sono in quei ruoli solo per tutelare la cricca e gli indagati del dissesto. Insomma, per coprire le gestioni Tosi-Bigi e la gestione universitaria tanto voluta da Luigi Berlinguer e Jolanda Cei Semplici. Dentro l’ateneo la capetta Fabbro ha instaurato un clima disgregante e lesivo dei diritti sindacali e le prova tutte per isolare le persone indipendenti e rispettose delle regole. La Fabbro si tiene stretta stretta la donna di fiducia dell’ex direttore Bigi, quella ben nota Laura Goracci; da tempo sempre la condannata cerca di far “fuori” la dottoressa Ilaria D’Amelio dall’ufficio legale. Giustamente dei vertici che intrallazzano non possono avere tra i piedi persone oneste e fedeli al proprio ruolo come la dottoressa D’Amelio. Forse questa Fabbro non ha capito bene la musica: le amicizie ministeriali, quella con il padre dell’ex procuratore Firrao magari hanno rallentato vergognosamente le tappe della giustizia ma ci arriviamo lo stesso a buttare giù la cricca. E così vediamo chi sta dalla parte delle regole e chi da quella della cricca degli intrallazzatori. Dopo quattro anni i cittadini “pretendono” i processi sul dissesto e dopo i fatti che hanno dimostrato lo stato di illegalità che ha favorito la nomina di Criccaboni e della condannata la magistratura non può girarsi dall’altra parte. I cittadini sono a conoscenza di tutti i fatti e anche delle manovre che tentavano di frenare le indagini. Basti pensare alle famose telefonate tra Vera Benini e quelle tra Riccaboni e quel Tomasi.
Gennaio 9th, 2012 — Note redazionali
Dopo il famoso successo della canzone di Adriano Celentano “Svalutescion” un nuovo successo musicale in arrivo al prossimo festival di Sanremo. Scritta a otto mani da Franco Ceccuzzi, Alessandro Piazzi, David Chiti, Mauro Marzucchi e cantata dallo stesso Marzucchi la nuova canzone pop:
Discontinuescion. Le musiche sono del musicologo di chiara fama Luigi Berlinguer. La redazione di Fratello Illuminato è riuscita ad avere in anteprima il testo della canzone.
DISCONTINUESCION
Dieci anni che governo con Ceccuzzi Piazzi e Chiti … discontinuscion (con annesso coro di voci bianche)
Dieci anni che governo con la delega al bilancio, c’ero con Maurizio e oggi con Franco … discontinuescion (sempre il solito coro)
Ho approvato e condivido, ho gestito e preteso … ora il clima è cambiato … discontiniescion (coro)
Sulla fondazione e sulla banca io sapevo tutto … oggi voglio il mio posto e via subito Mancini … discontinuescion (coro + ballerina in topless)
Non sappiamo cosa dire e cosa fare e per galleggiare … discontinuescion (coro + effetto eco )
Che dire!! Tutti al festival di Sanremo ad applaudire Mauro il discontinuatore (anzi il vice discontinuatore). Sarà indubbiamente un successone. Occhio ai pomodori …
Gennaio 8th, 2012 — Note redazionali
Sgombriamo fin da subito eventuali equivoci: nessun riferimento ai cigni della Lizza. L’espressione “canto del cigno” deriva da un’antica credenza: si racconta che il “Cygnus olor” (cigno muto) per l’incapacità di emettere suoni, appena prima di morire fosse in grado di cantare una bellissima canzone. Nell’uso corrente l’espressione “il canto del cigno” si utilizza per evidenziare il declino di una carriera o di un sistema. Trovo appropriata, senza commettere abuso, l’espressione per catalogare la tanto chiacchierata intervista del sindaco Ceccuzzi con la quale invocava “discontinuità” sulla Fondazione e Banca MPS. Una bella intervista, parole evocative, slogan capaci di attrarre le simpatie degli anti-casta e delle opposizioni: tutto bello e suggestivo ma nella sostanza pura demagogia e propaganda. Come se all’improvviso Putin rivolgendosi al popolo russo chiedesse “discontinuità” dal regime di questi ultimi anni. La prima cosa che l’ultimo dei russi senza titolo di studio esclamerebbe sarebbe più o meno di questo tenore: grazie Putin, da quello che dici dobbiamo prendere atto che ti discontinui e quindi ti ritiri dalla vita politica. Ceccuzzi non è Putin e i Senesi non sono i Russi ma per analogia la stessa cosa vale per la “discontinuità ceccuzziana”. Le parole hanno il loro significato e il peso che ne deriva: dopo i pronunciamenti, la coerenza pretenderebbe fatti e le necessarie assunzioni di responsabilità. In questo caso Ceccuzzi non ha alternative, o cambia le parole oppure si assume le proprie responsabilità e rassegna le dimissioni. Fino a prova contraria il capo politico di questi ultimi anni che decideva e nel contempo condivideva tutto sulla gestione delle istituzioni senesi ha un nome e un cognome (senza omonimia): Franco Ceccuzzi. Un sano pragmatismo e un alto senso del bene comune avrebbero dovuto spingere Ceccuzzi ad affermare altro, più o meno così: “Cari senesi, vi chiedo scusa per gli errori commessi in questi anni e per le scelte che insieme agli altri protagonisti abbiamo preso erroneamente e in taluni casi volutamente. La situazione odierna è difficile, siamo nella cacca e quindi con molta umiltà chiedo consigli e mi adeguo alle soluzioni migliori per uscire dal tunnel per il bene della nostra comunità”. Invece Ceccuzzi,nella convinzione miope che la gestione della politica e della città passi attraverso l’accordo con Luigi Berlinguer-Mazzoni della Stella-Brandani, l’agenzia Robespierre, l’economista Giulio “Guido” Carli e il pentapoltronato Alessandro Piazzi, si è immedesimato nel ruolo che meno gli si addice: quello del discontinuatore. Più che di un sindaco l’intervista del Ceccuzzi sembra quella del segretario del partito. I segretari del partito sulla carta però sono altri e un sindaco per determinare la propria volontà non utilizza i giornali, ma gli atti formali dell’ente che rappresenta. Gli atti formali non si sono visti: si scorge solo una strategia, perdente, ma ben precisa. Quelli dell’opposizione si sono fatti ammaliare dalle “belle parole” e dall’interno del PD e dai partiti di maggioranza solo “strani silenzi”. Il rumore e gli scontri sono tutti sotterranei e passano attraverso “dico dico e non dico” e riunioni di correnti in contrapposizione perenne. Ma quale discontinuità. Ci crede solo il consigliere di opposizione Corradi e forse lo stesso aveva già intuito prima del voto elettorale che il suo destino sarebbe stato quello del “co-discontinuatore” insieme al Ceccuzzi e quindi non era necessario ottenere un buon risultato elettorale. In questo momento è in atto uno scontro tutto politico per sopravvivere sotto le macerie facendo soccombere altri. Di questo si tratta: il sistema è fallito e il risultato sono solo disastri, perdita di credibilità e crisi economica strutturale. La città non ha bisogno di guerre tra bande ma di una sana e urgente presa di coscienza da parte di chi guida le istituzioni per ricostruire un tessuto connettivo tra tutti gli attori della vita politica,culturale ed economica della città e della provincia. I sogni di gloria del Ceccuzzi e le mire restauratrici del gruppo dei fedelissimi di Luigi Berlinguer sono in antitesi con il bene supremo della comunità. Fermatevi e interrompete questo gioco al massacro sula pelle dei cittadini: chi ha sbagliato si assuma le proprie responsabilità. E non fate finta che le inchieste giudiziarie non esistano. Ceccuzzi ha un bel modo di discontinuare. Erano mesi che discuteva con Mussari e Mancini sulla nomina dell’amministratore delegato: dovevano nominarlo subito, ma il piano non ha funzionato. Per nominare subito l’amministratore delegato si doveva dimettere un membro del cda della banca proprio per lasciare il posto nel consiglio all’amministratore; però il consigliere di amministrazione che secondo le “volontà” del Ceccuzzi si doveva dimettere non ha accolto l’invito. Quindi la nomina dell’amministratore delegato è rinviata alla scadenza di primavera. Un vero piano di “discontinuazione”!! Così come di “discontinuazione” è stato l’impegno dello stesso Ceccuzzi per far nominare Pieri alla carica di Provveditore della fondazione MPS; una nomina che Ceccuzzi ha deciso insieme a Enrico Totaro (ex Fisac, già direttore Mps a Firenze e amico dello stesso Pieri).E a tal proposito, un gossip natalizio, ci dice che per il futuro cda della banca il Ceccuzzi intende far nominare lo stesso Enrico Totaro al posto dell’uscente Fabio Borghi. Sempre per la famosa legge della “discontinuità”. Del resto la “discontinuità ceccuzziana” consiste nel riempire le caselle di fedelissimi senza nessun cambio di rotta o strategie positive per rilanciare la città e le sue istituzioni. La fretta ceccuzziana di mandare via Mancini dalla fondazione è determinata da due necessità politiche: consegnare al vice sindaco Marzucchi e a Luigi Berlinguer la “testa” dei fratelli Monaci e prendere in mano la fondazione subito in modo da decidere le nomine della banca per la scadenza di primavera. Questa è tutta la “discontinuità” del Ceccuzzi. In parole povere: il canto del cigno.
A proposito di discontinuità e rigore gestionale: il Ceccuzzi in campagna elettorale aveva dichiarato che “la massoneria è moralmente ed eticamente incompatibile con l’iscrizione al partito”. Mentre per il Ceccuzzi, l’indagato David Chiti, il rettore irregolare Riccaboni e il pensare di nominare Andrea Milani (già responsabile di un forum della campagna elettorale del Ceccuzzi e fondatore di un’associazione insieme all’assessore alla cultura Cresti) alla presidenza della Fondazione del Santa Maria della Scala, rientrano nella piena moralità e nel segno della discontinuità. Canta che ti passa.
Maestro James
Gennaio 8th, 2012 — Note redazionali
I giovani, le eccellenze, l’Europa, il merito, la trasparenza, il rigore contro le cricche: tutti i propositi del governo tecnico (??) presieduto da Mario Monti. Tutto questo è compatibile con la presenza nel governo di Francesco Profumo? Alla luce di quanto sta venendo fuori ci sentiamo di dire di no, visto e considerato che al Miur dire che c’è stato un cambio della guardia è una presa di giro. Scherziamo? Profumo è stato nominato presidente del CNR dalla celebre fisica Maria Stella Gelmini, la stessa che affida i dipartimenti per l’apprendimento musicale agli stiglianesi i quali, per tutto ringrazio, tramano insieme ad altri funzionari per mettere rettori abusivi qua e là.
Poi:
“Nel mese di novembre 2011 l’allora ministro dell’Università Maria Stella Gelmini aveva comunicato la classifica di merito delle Università italiane: al primo posto il Politecnico di Torino, seguito da Venezia Cà Foscari, Trento, Pavia; Roma Sapienza era al 34mo posto (su 50). La classifica è usata per determinare le quote premiali del Fondo di Finanziamento Ordinario, quello che serve per pagare gli stipendi o la manutenzione edilizia“.
L’attuale ministro dell’Università è il Prof. Francesco Profumo, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (nominato dal ministro Gelmini) ed è stato Rettore del Politecnico di Torino. Entrambe le cariche al CNR e al Politecnico sono incompatibili con quella di ministro e pertanto le sue dimissioni sono prossime. Ciò che sta accadendo al poveruomo è che da ministro si trova costretto, immagino con grande imbarazzo, a premiare per merito l’Università di cui è stato (e fino alle nuove elezioni è ancora formalmente) Rettore. Università fra l’altro che è in condizioni finanziarie letteralmente disastrose.
Sempre al Politecnico di Torino svolgeva attività la famosa condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro, oggi direttore amministrativo dell’università di Siena, diventata tale dopo i famosi intrallazzi tra Riccaboni e quel Tomasi del ministero; sempre al Politecnico ci trovate il docente di metallurgia Donato Firrao (amico della Fabbro) padre dell’ex sostituto procuratore di Siena Francesca Firrao. A questo proposito riformuliamo la solita domanda: che fine ha fatto il fascicolo sequestrato dai carabinieri sulla selezione del direttore amministrativo dell’università di Siena e come mai durante la permnenza a Siena della dott.ssa Firrao le inchieste guarda caso sull’università sono andate a rilento?
La Gelmini aveva vincolato il decreto di nomina alle conclusioni (evidenziamo: conclusioni) delle indagini e quindi il ministro Profumo è obbligato ad annullare il decreto, pena omissione di atti di ufficio. Per farglielo capire a questo Profumo riteniamo urgente presentare nelle procure di competenza un bell’esposto per omissione di atti di ufficio.
Siamo curisi di capire dopo 4 anni dall’apertura dell’inchiesta sul buco dell’ateeno quando intendono far partire questi benedetti processi.E soprattutto che cosa aspetta chi di dovere a ristabilire la legalità dentro l’università di Siena allontanando con la forza della legge un rettore eletto irregolarmente e che intrallazzava con la società Astrea srl.??
Nel frattempo il dossier Profumo e tutta questa squallida vicenda di dissesto e di illegalità sarà recapitata alla commissione europea e al Presidente della Repubblica.
Tutti quelli che protestavano e scendevano in piazza contro la Gelmini che fine hanno fatto’? Il ministro Profumo non è altro che la copia intelligente, ma altrettanto dissestante del suo predecessore. La linea politica e la tutela della cricca dei baroni universitari è la medesima.
Gennaio 7th, 2012 — Note redazionali
Una piccola premessa: i tempi della cricca e dei dissestatori spesso e volentieri hanno la meglio sui tempi, la lentezza e i ritardi della magistratura. Alla fine pero’ il cerchio si chiude e dentro il cerchio soccombono la cricca e i dissestatori. E a volte a prescindere dalle autorità locali; per fortuna in Italia esistono anche autorità superiori. Detto questo ritorniamo a quel Ranucci Nuti della facoltà di medicina. Del docente riccaboniano abbiamo già scritto l’altro ieri, vi riproponiamo il pezzo e quindi le integrazioni doverose.
Il pezzo precedente:
“Il clima e la guerra fra bande dentro la facoltà di medicina dell’università di Siena sono risaputi, non c’è da meravigliarsi. La novità è che oggi si possono delineare meglio le manovre in atto e gli obiettivi della cricca. Ci sono due docenti presso la facoltà di medicina che manovrano per conto di Riccaboni. Infatti i due docenti, Ranuccio Nuti e Vincenzo Sorrentino sono due riccaboniani di ferro (berlinguerini-tosiani). Ranuccio Nuti e Sorrentino hanno preso il posto di manovra che prima era conferito a Marcella Cintorino e Carlo Setacci. Il più attivo sembra essere proprio questo Ranuccio Nuti. Questo docente prima faceva finta di essere un sostenitore di Focardi, si è fatto nominare dallo stesso Focardi alla direzione di un dipartimento e poi ha svelato il suo vero gioco: ha lavorato per far vincere Riccaboni ingannando Focardi e oggi il Nuti è il console di Riccaboni presso la facoltà di medicina. Ma non solo. Il Ranuccio Nuti è uno dei sostenitori del docente di medicina Bruno Frediani finito sotto processo proprio per il concorso che lo aveva visto vincitore. Durante il rettorato Focardi, Ranuccio Nuti si era impegnato a difendere Frediani convincendo Focardi a non costituirsi parte civile nel processo contro lo stesso Frediani. Oggi Ranuccio Nuti preme su Riccaboni per evitare un provvedimento di sospensione dalla docenza allo stesso Frediani. Perché solo nella facoltà di medicina di Siena non viene sospeso in via cautelativa un docente sotto processo. Il Bisi di questo è contento quindi Ricabboni “omette” a maggior ragione di prendere il provvedimento previsto dalla legge e dai regolamenti. Inoltre, proprio per chiudere il cerchio tra le commistioni tra docenti, il Ranuccio Nuti è testimone citato a favore dallo stesso Frediani nel processo. Che coincidenze. Altre ancora sono le manovre che Nuti porta avanti per conto di Riccaboni e che trovano alleati docenti ben voluti “giornalisticamente parlando” da Stefano Bisi. Ranuccio Nuti ha il compito di isolare tutti i docenti vicini al Ceccuzzi e al Monaci. Infatti Nuti “complotta”contro Alessandro Rossi (docente vicino a Ceccuzzi) e contro Galeazzi; poi insieme a Sorrentino stanno preparando la fuoriuscita di Rossolini per preparare la candidatura dello stesso Nuti alla presidenza della facoltà di medicina. Noi siamo attenti osservatori di queste manovre e sappiamo anche come finiranno le manovre del Nuti.”
Le integrazioni di oggi
Questo Nuti gode della piena fiducia di Riccaboni e di tutta la cricca dei dissestatori ancora in servizio. Il docente Nuti è uno di quelli che ha tentato (speriamo si sia stancato visti i fallimenti) di far raggiungere il numero legale ai consigli di facoltà per la vicenda della moglie dell’altro docente Eugenio Bertelli. Tra baronetti una mano devono pur darsela. Per ora il giochino è stato smascherato. Come mai il Ranuccio Nuti sostiene cosi apertamente il docente sotto processo Bruno Frediani? Tra alcuni tosiani in pensione riuniti per un aperitivo natalizio girava questa ipotesi. Il Nuti si è messo in testa di diventare il capo indiscusso del futuro dipartimento che dovrebbe accorpare le varie materie specialistiche, tra le quali anche la reumatologia. Il Bruno Frediani è docente associato proprio alla reumatologia sotto la gestione del docente Mauro Galeazzi. Il piano di Nuti prevede l’esclusione dal futuro dipartimento del Galeazzi(se va in pensione forse è meglio sostiene il Nuti) , tentare di far diventare docente ordinario il Frediani e quindi avere un dipartimento sotto il totale controllo. Purtroppo per il Nuti il giorno 17 gennaio 2012 inizia il processo per il concorso truccato con alla sbarra i due imputati Bruno Frediani e Marcolongo. Il Nuti potrebbe fare una cosa carina prima di sfilare come testimone a favore del Frediani: perché non chiede al Riccaboni di sospendere dalla docenza lo stesso Frediani? Cosi l’etica e le regole dentro l’università saranno ripristinate e lo stesso Frediani a quel punto si difenderà (come giusto che sia) ma non mentre ricopre il ruolo di docente in servizio. Piu’ chiari di cosi. A proposito, questo a beneficio del corpo docente soprattutto di medicina, ci riferivano che durante i colloqui tra i due berlingueriani, Cardini e Riccaboni, lo stesso Cardini diceva al Riccaboni che i docenti Galeazzi e Cozzolino dovevano essere “castigati”. Indovinate un po’ chi sponsorizzava il Cardini sempre in quella conversazione? Ranuccio Nuti naturalmente. Chissà come pensava di “castigarli” il Galeazzi e la Cozzolino??!!
Ma il presidente del consiglio comunale di Siena Alessandro Piccini oltre a fare l’appello e a suonare la ricreazione ai consiglieri comunali come mai non interviene su queste vicende indecorose dell’università, visto che l’ambiente universitario lo conosce bene compreso uno dei due imputati del processo Frediani? Due parole di etica e di sviluppo sull’università ci starebbero bene, se si tiene anche conto che Alessandro Piccini è il presidente dell’associazione “Etica e Sviluppo”.
P.S. Ci risulta che al Riccaboni è stata recapitata in via formale una lettera sulla vicenda del docente Bruno Frediani.Come mai Riccaboni non interviene? Che fine ha fatto questa lettera?
Gennaio 6th, 2012 — Note redazionali
Pippo chiama Topolino per parlare del concorso del quale Topolino ha già parlato con altri docenti. Pippo dice di aver parlato con Pluto che gli ha chiarito la situazione aggiornandolo sulle ulteriori fasi della giornata di ieri in cui ha ricevuto una telefonata da Minnie. Questa gli ha detto che il concorso va discusso scientificamente. I “numeretti” li devono fare altrimenti il concorso non è valido. Questo, secondo Pippo, vuol dire che Minnie si è resa conto che con i numeri non ce la fanno. Pippo rappresenta che in commissione nessuno sa nulla di Nonna Papera e questo è il dramma perché, pur sapendo che è bravissima, non è facile dimostrarlo. Anche se Nonna Papera è citata 6 volte in uno dei manuali più imporanti, questo aspetto è sconosciuto ai componenti della commissione: Archimede, Gastone. Secondo Topolino non esistono problemi per la vittoria di Nonna Papera che risulta superiore sia con i “numeretti” che da un punto di vista scientifico. Pippo fa presente che sicuramente Minnie è andata a parlare con Clarabella la quale gli ha detto che l’unico modo per ribaltare l’attuale situazione è fare un discorso scientifico. Topolino replica che in Commissione la maggioranza è per Nonna Papera quindi non ci sono problemi. Pippo replica che sicuramente Minnie farà mettere a verbale tante osservazioni. Per Topolino la cosa non crea problemi. Pippo dice che quelle donne sono subdole. Anche Clarabella si è schierata totalmente con Minnie ed ha tolto diversi punti a Nonna Papera. Topolino, visto che tre su cinque dei candidati appoggiano Nonna Papera, non capisce dove sia il problema. Pippo replica che i tre, pur sapendo che Nonna Papera è la più brava, non hanno pezze d’appoggio. E’ convinto che alla fine Minnie non firmerà la relazione finale in modo da far sciogliere la commissione. Già adesso sta cercando di rinviare alcune riunioni in modo tale da farle arrivare a dicembre in cui i membri hanno sicurmaente altri impegni. Topolino ribatte che il concorso deve concludersi entro il 29 e Pippo fa presente che Minnie vuole ridiscutere tutti i testi scientificamente per cui a quella data saranno ancora in alto mare. Topolino fa presente che non possono tornare su giudizi già espressi altrimenti verrebbe fatto un atto illegale. Pippo concorda con Topolino ma gli dice che le cose non sono semplici come pensa lui. Ad un certo punto gli passa al telefono Nonna Papera per fargli capire come funzione il CNR, come funziona Clarabella.
Topolino, anche con Nonna Papera, dice di non capire dove sia il problema visto che tre dei cinque commissari sono fermi sulla loro posizioni a favore di Nonna Papera stessa. Se Minnie dovesse alzarsi ed andarsene, potrebbe benissimo essere denunciata alla Procura. Deve rassegnarsi a perdere tre a due. Nonna Papera fa presente che non sarebbe neanche una sconfitta visto che la “sua” comunque avrebbe l’idoneità. Spiega anche che la preoccupazione di Pippo è sul fatto che i tre commissari a suo favore non sono archeologi e non hanno la dialettica per fronteggiare sull’argomento Minnie che lo ha fatto apertamente presente accusando persino al Presidente di non essere in grado di giudicare. Ha accusato Gambadilegno di essere dalla parte di Nonna Papera in quanto ha un lavoro in comune con lei. Topolino dice che se ha qualche denuncia da fare si presenti alla Procura. Nonna Papera ribadisce che la preoccupazione di Pippo è che i tre candidati non riescano a convincere dialetticamente la superiorità di Nonna Papera. Topolino si dice convinto che Gastone ci riuscirà. Nonna Papera dice che mentre le due donne parlano nel dettaglio del lavoro della loro candidata, Gastone non sa nulla del suo lavoro. Topolino capisce che Nonna Papera ha paura di eventuali ricorsi e la donna glielo conferma. Topolino cerca di rassicurarla sul fatto che i ricorsi non bloccano le procedure e che comunque non sono mai stati accolti. L’unico problema che rimane è quello che le due commissarie si alzino ed abbandonino i lavori di giudizio. Topolino cerca di tranquillizzare ancora Nonna Papera dicendole che i tre commissari a suo favore sanno il fatto loro. Nonna Papera esorta Topolino a chiamare Gastone, che ha un ottimo rapporto con Clarabella, per tentare di parlare con quest’ultima e cercare di portarla dalla loro parte in modo da lasciare isolata Minnie. Topolino suggerisce di trovare qualcuno all’interno del CNR per contattare Minnie che tra l’altro ha solo interessi per l’istituto e non per sè stessa. Nonna Papera fa presente che questa strada non è percorribile perché all’intenro del CNR Minnie è in contrasto con molti e quegli altri la appoggiano. Topolino promette che parlerà con Gastone. Nonna Papera ripercorre le varie fasi del concorso e spera che anche se la valutazione verrà spostata sul piano scientifico, la candidata di Minnie non ce la possa fare. Propone di preparare una cartella in cui spiega il peso di quello che lei scrive, come promemoria da far avere ai candidati ed usare come spunto per le loro argomentazioni. Topolino si rende disponibile a riceverla ed a consegnarla poi agli interessati in occasione del Consiglio di Facoltà.
Riprende il telefono Pippo che esprime il timore di un ritorno al passato in cui i commissari, quando volevano stroncare anche il candidato più bravo, estrapolavano qualche frase dalla relazione e lo attaccavano soltanto su questa. Pippo ha paura che Minnie, con l’aiuto di Clarabella, voglia comportarsi allo stesso modo con Nonna Papera. Topolino dice che non può fare ciò anche perché il Presidente e Archimede sono assolutamente contrari. Dopo aver discusso su come evitare che Minnie non si presenti alla prossima riunione, Pippo esorta Topolino a chiamare Gastone perché stronchi ogni tentativo di Minnie di accendere una discussione sul piano scientifico. Topolino si dichiara tranquillo in tal senso. Ribadisce che tre candidati su cinque sono a favore di Nonna Papera e qualora Minnie non volesse firmare la relazione finale sarà denunciata alla Procura. Si lasciano rimanendo d’accordo che Topolino attende la cartella degli appunti di Nonna Papera da dare a Gastone e far giungere al presidente della Commissione.
Gennaio 5th, 2012 — Note redazionali
Il clima e la guerra fra bande dentro la facoltà di medicina dell’università di Siena sono risaputi, non c’è da meravigliarsi. La novità è che oggi si possono delineare meglio le manovre in atto e gli obiettivi della cricca. Ci sono due docenti presso la facoltà di medicina che manovrano per conto di Riccaboni. Infatti i due docenti, Ranuccio Nuti e Vincenzo Sorrentino sono due riccaboniani di ferro (berlinguerini-tosiani). Ranuccio Nuti e Sorrentino hanno preso il posto di manovra che prima era conferito a Marcella Cintorino e Carlo Setacci. Il più attivo sembra essere proprio questo Ranuccio Nuti. Questo docente prima faceva finta di essere un sostenitore di Focardi, si è fatto nominare dallo stesso Focardi alla direzione di un dipartimento e poi ha svelato il suo vero gioco: ha lavorato per far vincere Riccaboni ingannando Focardi e oggi il Nuti è il console di Riccaboni presso la facoltà di medicina. Ma non solo. Il Ranuccio Nuti è uno dei sostenitori del docente di medicina Bruno Frediani finito sotto processo proprio per il concorso che lo aveva visto vincitore. Durante il rettorato Focardi, Ranuccio Nuti si era impegnato a difendere Frediani convincendo Focardi a non costituirsi parte civile nel processo contro lo stesso Frediani. Oggi Ranuccio Nuti preme su Riccaboni per evitare un provvedimento di sospensione dalla docenza allo stesso Frediani. Perché solo nella facoltà di medicina di Siena non viene sospeso in via cautelativa un docente sotto processo. Il Bisi di questo è contento quindi Ricabboni “omette” a maggior ragione di prendere il provvedimento previsto dalla legge e dai regolamenti. Inoltre, proprio per chiudere il cerchio tra le commistioni tra docenti, il Ranuccio Nuti è testimone citato a favore dallo stesso Frediani nel processo. Che coincidenze.
Altre ancora sono le manovre che Nuti porta avanti per conto di Riccaboni e che trovano alleati docenti ben voluti “giornalisticamente parlando” da Stefano Bisi. Ranuccio Nuti ha il compito di isolare tutti i docenti vicini al Ceccuzzi e al Monaci. Infatti Nuti “complotta”contro Alessandro Rossi (docente vicino a Ceccuzzi) e contro Galeazzi; poi insieme a Sorrentino stanno preparando la fuoriuscita di Rossolini per preparare la candidatura dello stesso Nuti alla presidenza della facoltà di medicina. Noi siamo attenti osservatori di queste manovre e sappiamo anche come finiranno le manovre del Nuti.
P.S. Evitate frettolose smentite perché noi non scriviamo mai a caso e senza verifiche su quello che scriviamo.