La redazione di Fratello Illuminato vuole far notare il concentrato di sbruffoneria e di alterigia contenuto in questo articolo di Romano Luperini. Ma la cosa più grave viene fuori da alcuni passi dell’intervista:
Nell’ultimo ventennio, da un lato la facoltà conservava elevati standard professionali, dall’altro si diffondeva il clientelismo, l’apparato burocratico veniva gonfiato enormemente, crescevano i debiti, sino alla catastrofe attuale dell’intera Università di Siena. Contemporaneamente il passaggio al 3+2 e al sistema dei crediti, realizzato a Siena con particolare prontezza e singolare durezza, si è risolto in un moltiplicarsi confuso di moduli e di corsi di laurea, con un peggioramento complessivo della qualità dell’insegnamento.
Considerato che l’articolo si intitola: “Il ventennio berlusconiano ha ucciso la cultura” ci chiediamo: ma Luperini è arrivato da Marte oppure, come ci risulta, ha insegnato a Siena raggiungendo l’apice della carriera con il sultano di Stigliano? Perché a noi risulta che tutto quello che denuncia Luperini nella frase sopra riportata sia opera del musicologo di chiara fama nonché garante dei garanti nonché sodale di partito di Luperini e non di Berlusconi e della sua cricca.
Peraltro quando afferma:
Quando ho cominciato, agli inizi degli anni settanta, la facoltà (di Lettere a Siena, fondata dall’allora PCI riempiendola di uomini della “banda”) era nata da poco e risentiva fortemente del clima del Sessantotto. Di fatto le cariche erano assunte a rotazione, non esisteva quasi traccia di autorità e potere accademici, tutto si svolgeva in modi democratici. Una prima svolta si è avuta negli anni ottanta, quando per la prima volta ho assistito a vere e proprie competizioni per diventare preside di facoltà.
Benissimo!!! E che c’entra il berlusconismo? La Facoltà di Lettere di Siena, fondata nel 1972, è stata letteralmente riempita di uomini organici al partito, tutti amici di Luperini e del Sultano di Stigliano, che si sono comportati esattamente come descritto da Luperini. I nomi? Bettini, Detti, Tovalieri, Squillacciotti, Melis, Clemente, Flores (fratello del direttore della rivista su cui c’è l’intervista), Calabrese (lo scopritore dei ladri del tetto di San Galgano) e chi più ne ha ne metta. Provasse Luperini a fare il nome di un berlusconiano che insegni a Lettere a Siena.
A questo punto ci domandiamo: ma che gli ha fatto Berlinguer a Luperini? Perché erano tutti culo e camicia e ora l’uno spara addosso all’altro. Comunque Luperini, guardati la foto per bene, così capisci come sono andate le cose …
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Sono andata a leggere l’articolo per intero. E’ una cosa davvero insopportabile vedere come questi cosiddetti intellettuali organici o meglio ” servi di potere” falsificano la realtà e usino il proprio potere divulgativo per difendere se stessi e i loro protettori e i loro falsi ideali. Fate bene a segnalare queste cose, continuate.
la fate un po’ facile… una focoltà che ha avuto anche Fortini, Miccichè, Grande e Crispolti, Ortoleva, Santomassimo… non facciamo di tutta l’erba un fascio su.
1) Tutti comunque organici al partito. E in ogni caso altre facoltà hanno avuto Contini, Traglia, Ragghianti e così via. Quindi figuriamoci. 2) In ogni caso cosa c’entra Berlusconi o quella mezza persa della Gelmini col 3+2 e coi fenomeni di cui parla questo pretenzioso ex sodale di Berlinguer?
Ma che c’entra Luperini con Berlinguer? Contro Berlinguer, Luperini ha già scritto, e molto duramente (su quotidiano e su rivista), già a metà degli anni Novanta: anni in cui, peraltro, i due stavano in due partiti diversi (PDS il ministro, e simpatizzante non iscritto a RC l’altro). NOn ho nulla contro le polemiche, ma almeno un po’ di correttezza sui dati
I nostri dati sono correttissimi. Lei ha certamente ragione su quanto afferma a proposito della metà degli anni Novanta. Peccato che Berlinguer non fosse già più rettore (e quindi collega di Luperini). Invece prima lo era, lo era eccome. Teniamo a farle presente che l’allora Facoltà di Lettere, visto che ora non esiste più come tale né nella forma né nella sostanza, era stata fondata a Siena in tempi tutto sommato recenti e l’allora PCI ci aveva schiaffato letteralmente dentro TUTTI i suoi. Una tendenza confermata ben oltre il rettorato Berlinguer e tutto sommato anche oggi in tutte e due le facoltà di lettere visto che ad Arezzo il capobastone Brezzi (berlingueriano di provata fede) ha imperversato quanto gli è parso. Quindi, per chiudere, Luperini con Berlinguer c’entrava – allora, quando si sono poste le basi per il disastro – moltissimo. Comunque è molto ben accetta la Sua precisazione, che confermiamo: a metà degli anni Novanta qualcosa è successo e le loro strade si sono divise e con strascichi polemici, non c’è dubbio.