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Gennaio 7th, 2012 — Note redazionali
Una piccola premessa: i tempi della cricca e dei dissestatori spesso e volentieri hanno la meglio sui tempi, la lentezza e i ritardi della magistratura. Alla fine pero’ il cerchio si chiude e dentro il cerchio soccombono la cricca e i dissestatori. E a volte a prescindere dalle autorità locali; per fortuna in Italia esistono anche autorità superiori. Detto questo ritorniamo a quel Ranucci Nuti della facoltà di medicina. Del docente riccaboniano abbiamo già scritto l’altro ieri, vi riproponiamo il pezzo e quindi le integrazioni doverose.
Il pezzo precedente:
“Il clima e la guerra fra bande dentro la facoltà di medicina dell’università di Siena sono risaputi, non c’è da meravigliarsi. La novità è che oggi si possono delineare meglio le manovre in atto e gli obiettivi della cricca. Ci sono due docenti presso la facoltà di medicina che manovrano per conto di Riccaboni. Infatti i due docenti, Ranuccio Nuti e Vincenzo Sorrentino sono due riccaboniani di ferro (berlinguerini-tosiani). Ranuccio Nuti e Sorrentino hanno preso il posto di manovra che prima era conferito a Marcella Cintorino e Carlo Setacci. Il più attivo sembra essere proprio questo Ranuccio Nuti. Questo docente prima faceva finta di essere un sostenitore di Focardi, si è fatto nominare dallo stesso Focardi alla direzione di un dipartimento e poi ha svelato il suo vero gioco: ha lavorato per far vincere Riccaboni ingannando Focardi e oggi il Nuti è il console di Riccaboni presso la facoltà di medicina. Ma non solo. Il Ranuccio Nuti è uno dei sostenitori del docente di medicina Bruno Frediani finito sotto processo proprio per il concorso che lo aveva visto vincitore. Durante il rettorato Focardi, Ranuccio Nuti si era impegnato a difendere Frediani convincendo Focardi a non costituirsi parte civile nel processo contro lo stesso Frediani. Oggi Ranuccio Nuti preme su Riccaboni per evitare un provvedimento di sospensione dalla docenza allo stesso Frediani. Perché solo nella facoltà di medicina di Siena non viene sospeso in via cautelativa un docente sotto processo. Il Bisi di questo è contento quindi Ricabboni “omette” a maggior ragione di prendere il provvedimento previsto dalla legge e dai regolamenti. Inoltre, proprio per chiudere il cerchio tra le commistioni tra docenti, il Ranuccio Nuti è testimone citato a favore dallo stesso Frediani nel processo. Che coincidenze. Altre ancora sono le manovre che Nuti porta avanti per conto di Riccaboni e che trovano alleati docenti ben voluti “giornalisticamente parlando” da Stefano Bisi. Ranuccio Nuti ha il compito di isolare tutti i docenti vicini al Ceccuzzi e al Monaci. Infatti Nuti “complotta”contro Alessandro Rossi (docente vicino a Ceccuzzi) e contro Galeazzi; poi insieme a Sorrentino stanno preparando la fuoriuscita di Rossolini per preparare la candidatura dello stesso Nuti alla presidenza della facoltà di medicina. Noi siamo attenti osservatori di queste manovre e sappiamo anche come finiranno le manovre del Nuti.”
Le integrazioni di oggi
Questo Nuti gode della piena fiducia di Riccaboni e di tutta la cricca dei dissestatori ancora in servizio. Il docente Nuti è uno di quelli che ha tentato (speriamo si sia stancato visti i fallimenti) di far raggiungere il numero legale ai consigli di facoltà per la vicenda della moglie dell’altro docente Eugenio Bertelli. Tra baronetti una mano devono pur darsela. Per ora il giochino è stato smascherato. Come mai il Ranuccio Nuti sostiene cosi apertamente il docente sotto processo Bruno Frediani? Tra alcuni tosiani in pensione riuniti per un aperitivo natalizio girava questa ipotesi. Il Nuti si è messo in testa di diventare il capo indiscusso del futuro dipartimento che dovrebbe accorpare le varie materie specialistiche, tra le quali anche la reumatologia. Il Bruno Frediani è docente associato proprio alla reumatologia sotto la gestione del docente Mauro Galeazzi. Il piano di Nuti prevede l’esclusione dal futuro dipartimento del Galeazzi(se va in pensione forse è meglio sostiene il Nuti) , tentare di far diventare docente ordinario il Frediani e quindi avere un dipartimento sotto il totale controllo. Purtroppo per il Nuti il giorno 17 gennaio 2012 inizia il processo per il concorso truccato con alla sbarra i due imputati Bruno Frediani e Marcolongo. Il Nuti potrebbe fare una cosa carina prima di sfilare come testimone a favore del Frediani: perché non chiede al Riccaboni di sospendere dalla docenza lo stesso Frediani? Cosi l’etica e le regole dentro l’università saranno ripristinate e lo stesso Frediani a quel punto si difenderà (come giusto che sia) ma non mentre ricopre il ruolo di docente in servizio. Piu’ chiari di cosi. A proposito, questo a beneficio del corpo docente soprattutto di medicina, ci riferivano che durante i colloqui tra i due berlingueriani, Cardini e Riccaboni, lo stesso Cardini diceva al Riccaboni che i docenti Galeazzi e Cozzolino dovevano essere “castigati”. Indovinate un po’ chi sponsorizzava il Cardini sempre in quella conversazione? Ranuccio Nuti naturalmente. Chissà come pensava di “castigarli” il Galeazzi e la Cozzolino??!!
Ma il presidente del consiglio comunale di Siena Alessandro Piccini oltre a fare l’appello e a suonare la ricreazione ai consiglieri comunali come mai non interviene su queste vicende indecorose dell’università, visto che l’ambiente universitario lo conosce bene compreso uno dei due imputati del processo Frediani? Due parole di etica e di sviluppo sull’università ci starebbero bene, se si tiene anche conto che Alessandro Piccini è il presidente dell’associazione “Etica e Sviluppo”.
P.S. Ci risulta che al Riccaboni è stata recapitata in via formale una lettera sulla vicenda del docente Bruno Frediani.Come mai Riccaboni non interviene? Che fine ha fatto questa lettera?
Gennaio 6th, 2012 — Note redazionali
Pippo chiama Topolino per parlare del concorso del quale Topolino ha già parlato con altri docenti. Pippo dice di aver parlato con Pluto che gli ha chiarito la situazione aggiornandolo sulle ulteriori fasi della giornata di ieri in cui ha ricevuto una telefonata da Minnie. Questa gli ha detto che il concorso va discusso scientificamente. I “numeretti” li devono fare altrimenti il concorso non è valido. Questo, secondo Pippo, vuol dire che Minnie si è resa conto che con i numeri non ce la fanno. Pippo rappresenta che in commissione nessuno sa nulla di Nonna Papera e questo è il dramma perché, pur sapendo che è bravissima, non è facile dimostrarlo. Anche se Nonna Papera è citata 6 volte in uno dei manuali più imporanti, questo aspetto è sconosciuto ai componenti della commissione: Archimede, Gastone. Secondo Topolino non esistono problemi per la vittoria di Nonna Papera che risulta superiore sia con i “numeretti” che da un punto di vista scientifico. Pippo fa presente che sicuramente Minnie è andata a parlare con Clarabella la quale gli ha detto che l’unico modo per ribaltare l’attuale situazione è fare un discorso scientifico. Topolino replica che in Commissione la maggioranza è per Nonna Papera quindi non ci sono problemi. Pippo replica che sicuramente Minnie farà mettere a verbale tante osservazioni. Per Topolino la cosa non crea problemi. Pippo dice che quelle donne sono subdole. Anche Clarabella si è schierata totalmente con Minnie ed ha tolto diversi punti a Nonna Papera. Topolino, visto che tre su cinque dei candidati appoggiano Nonna Papera, non capisce dove sia il problema. Pippo replica che i tre, pur sapendo che Nonna Papera è la più brava, non hanno pezze d’appoggio. E’ convinto che alla fine Minnie non firmerà la relazione finale in modo da far sciogliere la commissione. Già adesso sta cercando di rinviare alcune riunioni in modo tale da farle arrivare a dicembre in cui i membri hanno sicurmaente altri impegni. Topolino ribatte che il concorso deve concludersi entro il 29 e Pippo fa presente che Minnie vuole ridiscutere tutti i testi scientificamente per cui a quella data saranno ancora in alto mare. Topolino fa presente che non possono tornare su giudizi già espressi altrimenti verrebbe fatto un atto illegale. Pippo concorda con Topolino ma gli dice che le cose non sono semplici come pensa lui. Ad un certo punto gli passa al telefono Nonna Papera per fargli capire come funzione il CNR, come funziona Clarabella.
Topolino, anche con Nonna Papera, dice di non capire dove sia il problema visto che tre dei cinque commissari sono fermi sulla loro posizioni a favore di Nonna Papera stessa. Se Minnie dovesse alzarsi ed andarsene, potrebbe benissimo essere denunciata alla Procura. Deve rassegnarsi a perdere tre a due. Nonna Papera fa presente che non sarebbe neanche una sconfitta visto che la “sua” comunque avrebbe l’idoneità. Spiega anche che la preoccupazione di Pippo è sul fatto che i tre commissari a suo favore non sono archeologi e non hanno la dialettica per fronteggiare sull’argomento Minnie che lo ha fatto apertamente presente accusando persino al Presidente di non essere in grado di giudicare. Ha accusato Gambadilegno di essere dalla parte di Nonna Papera in quanto ha un lavoro in comune con lei. Topolino dice che se ha qualche denuncia da fare si presenti alla Procura. Nonna Papera ribadisce che la preoccupazione di Pippo è che i tre candidati non riescano a convincere dialetticamente la superiorità di Nonna Papera. Topolino si dice convinto che Gastone ci riuscirà. Nonna Papera dice che mentre le due donne parlano nel dettaglio del lavoro della loro candidata, Gastone non sa nulla del suo lavoro. Topolino capisce che Nonna Papera ha paura di eventuali ricorsi e la donna glielo conferma. Topolino cerca di rassicurarla sul fatto che i ricorsi non bloccano le procedure e che comunque non sono mai stati accolti. L’unico problema che rimane è quello che le due commissarie si alzino ed abbandonino i lavori di giudizio. Topolino cerca di tranquillizzare ancora Nonna Papera dicendole che i tre commissari a suo favore sanno il fatto loro. Nonna Papera esorta Topolino a chiamare Gastone, che ha un ottimo rapporto con Clarabella, per tentare di parlare con quest’ultima e cercare di portarla dalla loro parte in modo da lasciare isolata Minnie. Topolino suggerisce di trovare qualcuno all’interno del CNR per contattare Minnie che tra l’altro ha solo interessi per l’istituto e non per sè stessa. Nonna Papera fa presente che questa strada non è percorribile perché all’intenro del CNR Minnie è in contrasto con molti e quegli altri la appoggiano. Topolino promette che parlerà con Gastone. Nonna Papera ripercorre le varie fasi del concorso e spera che anche se la valutazione verrà spostata sul piano scientifico, la candidata di Minnie non ce la possa fare. Propone di preparare una cartella in cui spiega il peso di quello che lei scrive, come promemoria da far avere ai candidati ed usare come spunto per le loro argomentazioni. Topolino si rende disponibile a riceverla ed a consegnarla poi agli interessati in occasione del Consiglio di Facoltà.
Riprende il telefono Pippo che esprime il timore di un ritorno al passato in cui i commissari, quando volevano stroncare anche il candidato più bravo, estrapolavano qualche frase dalla relazione e lo attaccavano soltanto su questa. Pippo ha paura che Minnie, con l’aiuto di Clarabella, voglia comportarsi allo stesso modo con Nonna Papera. Topolino dice che non può fare ciò anche perché il Presidente e Archimede sono assolutamente contrari. Dopo aver discusso su come evitare che Minnie non si presenti alla prossima riunione, Pippo esorta Topolino a chiamare Gastone perché stronchi ogni tentativo di Minnie di accendere una discussione sul piano scientifico. Topolino si dichiara tranquillo in tal senso. Ribadisce che tre candidati su cinque sono a favore di Nonna Papera e qualora Minnie non volesse firmare la relazione finale sarà denunciata alla Procura. Si lasciano rimanendo d’accordo che Topolino attende la cartella degli appunti di Nonna Papera da dare a Gastone e far giungere al presidente della Commissione.
Gennaio 5th, 2012 — Note redazionali
Il clima e la guerra fra bande dentro la facoltà di medicina dell’università di Siena sono risaputi, non c’è da meravigliarsi. La novità è che oggi si possono delineare meglio le manovre in atto e gli obiettivi della cricca. Ci sono due docenti presso la facoltà di medicina che manovrano per conto di Riccaboni. Infatti i due docenti, Ranuccio Nuti e Vincenzo Sorrentino sono due riccaboniani di ferro (berlinguerini-tosiani). Ranuccio Nuti e Sorrentino hanno preso il posto di manovra che prima era conferito a Marcella Cintorino e Carlo Setacci. Il più attivo sembra essere proprio questo Ranuccio Nuti. Questo docente prima faceva finta di essere un sostenitore di Focardi, si è fatto nominare dallo stesso Focardi alla direzione di un dipartimento e poi ha svelato il suo vero gioco: ha lavorato per far vincere Riccaboni ingannando Focardi e oggi il Nuti è il console di Riccaboni presso la facoltà di medicina. Ma non solo. Il Ranuccio Nuti è uno dei sostenitori del docente di medicina Bruno Frediani finito sotto processo proprio per il concorso che lo aveva visto vincitore. Durante il rettorato Focardi, Ranuccio Nuti si era impegnato a difendere Frediani convincendo Focardi a non costituirsi parte civile nel processo contro lo stesso Frediani. Oggi Ranuccio Nuti preme su Riccaboni per evitare un provvedimento di sospensione dalla docenza allo stesso Frediani. Perché solo nella facoltà di medicina di Siena non viene sospeso in via cautelativa un docente sotto processo. Il Bisi di questo è contento quindi Ricabboni “omette” a maggior ragione di prendere il provvedimento previsto dalla legge e dai regolamenti. Inoltre, proprio per chiudere il cerchio tra le commistioni tra docenti, il Ranuccio Nuti è testimone citato a favore dallo stesso Frediani nel processo. Che coincidenze.
Altre ancora sono le manovre che Nuti porta avanti per conto di Riccaboni e che trovano alleati docenti ben voluti “giornalisticamente parlando” da Stefano Bisi. Ranuccio Nuti ha il compito di isolare tutti i docenti vicini al Ceccuzzi e al Monaci. Infatti Nuti “complotta”contro Alessandro Rossi (docente vicino a Ceccuzzi) e contro Galeazzi; poi insieme a Sorrentino stanno preparando la fuoriuscita di Rossolini per preparare la candidatura dello stesso Nuti alla presidenza della facoltà di medicina. Noi siamo attenti osservatori di queste manovre e sappiamo anche come finiranno le manovre del Nuti.
P.S. Evitate frettolose smentite perché noi non scriviamo mai a caso e senza verifiche su quello che scriviamo.
Gennaio 5th, 2012 — Note redazionali

Quando la cricca gestisce “privatamente e con complicità” un ente pubblico conseguentemente lo stesso ente precipita nel buio del disastro. Ecco come si nominano i direttori amministrativi secondo le procedure di Riccaboni e Ines Fabbro. Un vero clima nuovo e di coesione. Una domanda prima di passare agli orrori: Che fine fatto il fascicolo sequestrato dai carabinieri sulla selezione del direttore amministrativo dell’università?
Questa Ines Fabbro oltre a essere una portatrice di una condanna da parte della Corte dei Conti, è una portatrice sana di doti da veggente. Correva il novembre 2010, proprio nelle ore in cui la Gelmini firmava (dietro varie pressioni) il decreto di nomina del rettore abusivo, quando la condannata dalla Corte dei Conti (non ancora nominata direttrice) comunicava al Riccaboni di aver ricevuto un sms da quel Marco Tomasi (che intrallazzava con lo stesso Criccaboni) con il quale gli chiedeva “Ti ha chiamato il tuo rettore?”. A quel punto la Ines sfoderando le doti da veggente comunica al Criccaboni che da quel sms “ha capito che il decreto di nomina era stato firmato”. Poi a conferma che le nomine di certi direttori di enti pubblici si basano più sulle volontà private che sulle necessità dell’ente ecco la chicca. Riccaboni chiede (come se fossero a casa o in una azienda privata) alla veggente Ines da quando desidera far decorrere il contratto di direttore. La Ines risponde che gli andava bene dal 15 del mese (questi contrattavano nel novembre 2010). Ma non solo: la Ines dice al Riccaboni come dovrà essere il contratto: “Voglio un contratto scarno, non attaccabile … ci sono dei contratti standard da poter utilizzare.”
Detto questo, buonanotte alla legalità e buonanotte alla civiltà giuridica nella città dove regna coesione e clima nuovo. Complimenti alla maggioranza e all’opposizione senese che continua a sostenere questi due personaggi intrallazzatori.
Gennaio 4th, 2012 — Note redazionali

Nella giornata di oggi 4 gennaio 2012, smentendo tutti gli istituti di meteorologia, il gruppo dirigente del PD senese ha dichiarato che nella città di Siena in questi giorni si “respira un clima nuovo e di coesione”.
Ecco alcune dichiarazioni del clima di coesione:
Gabriello Mancini ha dichiarato: “Non cadano dalle nuvole. Comune e provincia sapevano tutto della Fondazione MPS”
Franco Ceccuzzi ha dichiarato: “Via tutti dalla Fondazione e dalla Banca”
I sindacati della Banca MPS hanno dichiarato: “ Via Mussari e via Mancini”
Sinistra per Siena ha dichiarato: ”Operazione gattopardesca in atto in banca MPS. Chi è il vero responsabile politico della situazione non può ora indossare i panni candidi del nuovo arrivato che vuol far credere di apprestarsi a fare pulizia.”
Il consigliere comunale Gabriele Corradi ha dichiarato: “In consiglio comunale abbiamo messo a nudo l’asse PD/PDL”.
Rifondazione Comunista ha dichiarato: “Ceccuzzi e Bezzini hanno condiviso il nome di Viola scelto da Mussari”.
Diciamo che questo nuovo clima di coesione merita un brindisi offerto dal consigliere comunale del PD David Chiti al bar di Via Roma 56.
Gennaio 4th, 2012 — Note redazionali

Nell’editoriale di martedi 3 gennaio 2012 sul Fatto Quotidiano, Paolo Flores d’Arcais scrive: “E in passato ogni bene pubblico è stato svenduto, coniugando impoverimento dello Stato, nuove inefficienze, indecenti arricchimenti degli amici degli amici: su scala ridotta, il modello degli oligarchi putiniani”. E sempre Flores d’Arcais aggiunge:”Ma la vera emergenza strutturale in cui l’Italia si avvita da un ventennio, e la cui mancata soluzione rende impossibile affrontare tutte le altre emergenze, dal debito pubblico all’occupazione, dal fisco allo sviluppo, dalle grandi opere alla sicurezza e al welfare, ha un solo nome: legalità”. Esattamente quello che accade dentro e intorno all’ex prestigioso ateneo senese: senza ripristino della legalità non ci potrà essere un reale risanamento economico. E senza la rimozione dei due irresponsabili e intrallazzatori Riccaboni e Fabbro (già condannata dalla Corte dei Conti per danno erariale a un altro ente pubblico) non possiamo nemmeno considerare una svolta nel segno della piena legalità. Un rettore eletto attraverso elezioni con pesanti irregolarità ravvisate dalla Procura della Repubblica, poi successivamente nominato da quella “bugiarda” della Gelmini sotto pressioni improprie e interessamenti vari come quello dell’ex rettore Luigi Berlinguer (come dimostrato dalle intercettazioni telefoniche). Insomma un quadro fosco e inquietante e che getta pesanti ombre su alcuni funzionari ministeriali, come quel Marco Tomasi che intrallazzava al telefono con Riccaboni per la nomina di Ines Fabbro e per togliere soldi dallo stipendio al personale tecnico-amministrativo (il famoso accessorio). Così come tante ombre le gettano le conversazioni tra Riccaboni e l’avvocatessa Vera Benini (moglie di un altro docente di economia collega del Criccaboni). Correva il mese di novembre 2010 (precisiamo che le indagini sul buco finanziario non erano ancora chiuse) e l’avvocatessa Benini confida al Riccaboni: “C’è poi l’indagine con 27 indagati tra i quali qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire. Ho comunque fiducia nel P.M. che ha ereditato il fascicolo dal dr. Formisano”. E ancora la Benini al Riccaboni: ”per contrastare la volontà della Ministra (la Gelmini) è da ricercare in un problema tipo la scuola dei Marescialli, relativa alla vendita di Pontignano”. Per la cronaca “La Scuola dei Marescialli” rientra in quella famosa inchiesta sui grandi appalti (leggetevi questo articolo http://www.bolognatg24.it/politica/2010/05/10/4749/appaltopoli-la-realta-dietro-il-caso-della-scuola-dei-marescialli-e-spunta-il-nome-di-bondi/).
Che cosa c’incastrava la scuola dei Marescialli con la vendita di Pontignano e l’università di Siena? Rimanendo nell’ambito degli intrallazzi immobiliari e nel cono d’ombra che avvolge con tratti inquietanti l’università senese apriamo il capitolo ancor più fosco e inquietante del ruolo del docente di economia universitario di Siena Lorenzo Frediani e dei suoi rapporti con Riccaboni. Il famoso affaire “Astrea”. Premesso che non ci sono addebiti o ipotesi strane nei confronti della societa Sansedoni Spa (Sansedoni viene costituita con atto di scissione parziale di un compendio immobiliare della banca Mps. Azionista di controllo sostanzialmente totalitario è la fondazione MPS) ma solo ,da parte nostra, alcune domande inerenti i colloqui e gli incontri avuti con il docente Lorenzo Frediani; premesso che nel cda della Sansedoni Spa siede il famoso Alessandro Piazzi che in alcune conversazioni con Riccaboni si era impegnato “a forzare la mano nei confronti della fondazione Mps (di cui è membro)”; premesso tutto questo arriviamo al dunque.
Il docente Lorenzo Frediani (come da visura camerale) è socio di maggioranza della società Astrea srl, iscritta al registro delle imprese di Milano il 12/11/1990; la società del Frediani si occupa di svariate cose tra le quali “prestazioni di servizi nella gestione di portafogli mobiliari”, “acquistare e vendere e gestire obbligazioni”, “compiere operazioni mobiliari e immobiliari”. Come già ben argomentato con il suo intervento dal professore Giovanni Grasso (http://ilsensodellamisura.com/2011/12/quando-lo-sciacallaggio-parte-dai-vertici/) emerge un chiaro disegno (leggasi le intercettazioni telefoniche) teso alla gestione degli immobili e alla costituzione di fondi immobiliari (con gli immobili pubblici dell’università) tra la società Astrea srl (quindi Lorenzo Frediani) e Angelo Riccaboni, addirittura prima della nomina a rettore. Già questo basterebbe per mandare l’esercito dentro l’università. Si dà il caso che il docente Lorenzo Frediani (delegato da Riccaboni) partecipava ad alcuni incontri con la Sansedoni Spa per discutere della vendita di immobili (o forse di altro??) dell’università. A questo punto pretendiamo di sapere chi partecipava per conto della Sansedoni Spa agli incontri con il socio di Astrea Lorenzo Frediani e cosa trattavano durante gli incontri.(gli incontri ci sono stati, quindi invece di smentire rispondete cortesemente!!). Poi oltre agli incontri con la Sansedoni, il Riccaboni incontrava anche il vicedirettore della banca MPS Antonio Marino (almeno due volte negli uffici dell’università) e durante questi incontri ci risulta che hanno affrontato la questione degli immobili della stessa università. A questo punto siamo curiosi di sapere (visto che l’università è un ente pubblico) cosa discutevano Marino e Riccaboni durante gli incontri e se il cda dell’ateneo e i vertici della banca sono a conoscenza di questi incontri. Inoltre siamo a chiedere a chi di competenza se il docente Frediani, considerata la società Astrea e il ruolo affidatogli da Riccaboni (vedi incontri con Sansedoni Spa) ha agito (anche il rettore naturalmente) nel pieno rispetto del “DPR 382/80, art. 11”.
Ci sembra di aver scritto anche troppo visto che non spetta a noi chiarire queste vicende. A questo punto solo chi è corresponsabile di queste cricche e di questi intrallazzi resterà in silenzio e non prenderà le distanze dal Riccaboni e dalla Fabbro. In una città civile un sindaco (a Firenze sarebbe già avvenuto) non aspetterebbe un secondo di più per invitare Riccaboni e Fabbro a levarsi velocemente dai ruoli che ricoprono. Dopo tutto quello che è successo e che sta emergendo il presidente del consiglio comunale Alessandro Piccini avrebbe dovuto invocare la convocazione di un consiglio comunale urgente (o forse non può e non vuole farlo??!!). Come mai i rappresentanti della Banca MPS (Paulesu) della Camera di Commercio (Pasqualino Cappelli) del Comune (Vareno Cucini) della Provincia (Morrocchi) nominati nel cda dell’università continuano a sostenere Riccaboni appoggiando di fatto questo modo di operare e tutte queste schifezze? Ci auguriamo che i giudici competenti mettano in calendario prima della fine di questo mese le udienze per rinviare a giudizio i primi 28 avvisati (tra buco e inchiesta elezioni).Troppo tempo è già trascorso e troppe ombre sono emerse. Alle forze di opposizione oramai non chiediamo piu’ nulla: sono inutili e legate alla corrente del PD vicina all’ex rettore Luigi Berlinguer.
Nel frattempo, cosi come suggerito da un nostro lettore, tenuto conto delle conversazioni tra Vera Benini e Riccaboni, il coinvolgimento di funzionari ministeriali, il silenzio vergognoso del ministro Profumo, l’affaire Astrea, invieremo questo nostro intervento alla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze attraverso l’indirizzo di posta elettronica così come da pagina web del Ministero della Giustizia.
Direzione Distrettuale Antimafia di FIRENZE
Via degli Strozzi, 1 50100 – FIRENZE
telefoni: 055 – 26041
fax: 055 – 2604426
Possibile che tra le forze politiche senesi e dentro le istituzioni locali nessuno provi disgusto nei confronti di questa cricca che ha già affossato una prestigiosa università?
P.S. A proposito caro Ceccuzzi ma il piano di risanamento (esiste??) di Riccaboni sei sicuro di averlo letto? Non sarà mica quello a cui si riferiva Lorenzo Frediani quando al telefono diceva a Riccaboni “di non discutere con nessuno nel dettaglio del piano di risanamento”?
Gennaio 3rd, 2012 — Note redazionali
E’ giovanissimo, ha un figlio banchiere di chiara fama, è capo indiscusso del PD senese, è ben voluto dal PDL di Verdini, gode dell’appoggio di Stefano Bisi e non da ultimo, è il burattinaio di quel famoso groviglio armonioso che spacciavano per “sistema Siena”. Ecco a voi in anteprima il nuovo presidente della banca MPS.
Cliccate sulla scritta sottostante e vi apparirà la foto del futuro presidente di MPS
The new president!
Gennaio 3rd, 2012 — Note redazionali
Premesso che bisogna distinguere tra responsabilità personali e quelle societarie; premesso che non spetta agli organi d’informazione determinare le responsabilità soggettive e quelle da codice civile o penale. Premesso tutto questo siamo a chiede le dimissioni di Alessandro Piazzi dalla carica di amministratore delegato di Estra Spa. Nel comune di Prato è scoppiato un putiferio con il conseguente interessamento del Tar e dell’Antitrust. Al centro del putiferio, come da notizie di stampa, si trova la Consiag Spa. La Consiag Spa insieme a Intesa Spa e Coingas Spa hanno costituito la holding Estra Spa. Amministratore delegato di Estra Spa è Alessandro Piazzi e il Direttore Generale di Estra Spa è Paolo Abati. Lo stesso Abati è presidente di Consiag Spa e di conseguenza nella bufera è finita anche Estra Spa.
Dal Tirreno riportiamo fedelmente un articolo su questo Abati e il putiferio esploso a Prato: ”Di lui si dice: intelligentissimo, altrettanto arrogante. Una passione politica, un destino da manager, un problema da risolvere. Paolo Abati, presidente Consiag, direttore generale di Estra, ha cavalcato la guerra col Comune, o più precisamente una parte di esso, per bloccare la gara del gas, sparando tutte le cartucce a disposizione. Ma la trincea non ha tenuto e le ultime due battaglie le ha perse malamente: Tar e Antitrust. Game over? Nemmeno per idea. Il “grande gioco” continua. Giudizio etico a parte, quando la Finanza è entrata negli uffici di via Panziera per acquisire e fotocopiare, qualcosina però Abati poteva dirla. Non agli amici, ai soci: ai sindaci. Per prepararsi al “botto”. Giù”.
Siccome tutte queste aziende si reggono (compresi i compensi degli amministratori) soprattutto con i soldi delle bollette che paghiamo noi cittadini, riteniamo prioritario il rinnovamento dei vertici di Estra Spa, sostituendo gli uomini di partito con professionalità del settore specifico. Non ci risulta che per gestire aziende che si occupano di energia, gas e metano bisogna studiare filosofia. Anzi servono competenze professionali e manageriali del settore. Così funziona in Europa; soprattutto nelle capitali della cultura europee. E poi è ora di finirla con la spartizione politica delle poltrone nelle società che gestiscono servizi ai cittadini. Il Piazzi si dimetta immediatamente.Si riposi un po’: con tutte queste poltrone lo stress aumenta, come le bollette del gas.
http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2011/12/31/news/affondato-da-tar-e-antitrust-5484464
http://www.notiziediprato.it/2010/12/parentopoli-al-consiag-dopo-panorama-anche-il-corriere-di-prato-pubblica-lelenco-di-assunzioni-in-famiglia/
Gennaio 2nd, 2012 — Note redazionali

Il neo-rottamatore della politica senese Franco Ceccuzzi va sostenuto e con forza. Negli ultimi 15 anni veniva preso per i fondelli da tutti: decidevano sulla banca, sull’università, sulla fondazione, sul futuro politico dl Bezzini all’insaputa di Franco Ceccuzzi. All’improvviso, dopo 15 anni, il rottamatore Ceccuzzi si accorge dell’inganno di cui è stato vittima. Quei birboni di Ceccherini, Cenni, Tosi, Mussari, Mancini si riunivano con lui, ma poi decidevano tutto all’insaputa del “verginello” della politica. Ora basta!!
Il nostro Ceccuzzi ha dichiarato guerra alla continuità invocando la discontinuità e reclamando facce nuove. Parafrasando il cantautore Paolo Conte sarebbe più appropriato dire che urge “una faccia in prestito”. Di facce toste e di bronzo in giro quante ne volete, di nuove ancora niente. Ma il concetto di “faccia nuova” nell’immaginario dell’agenzia di comunicazione Robespierre è diverso dal concetto comune di “nuovo”. Qui funziona così. Il Vigni da direttore generale della banca MPS, in futuro, per il concetto della “faccia nuova” così come auspicato da Ceccuzzi, sarà una risorsa per la fondazione MPS: una faccia vecchia per P.zza Salimbeni, ma “nuova” per Via Banchi di Sotto. Il valzer delle poltrone e delle “facce nuove” è solo all’inizio. Una faccia che su tutte trova spazio nel catalogo delle “facce nuove” è sicuramente quella di Alessandro Piazzi. Chi è Alessandro Piazzi? La “faccia nuova” Alessandro Piazzi cresce e apprende la vera scuola politica sotto l’ala protettiva di Luigi Berlinguer e infatti negli anni novanta lo stesso Piazzi insieme a Starnini, Tosi, Carpinelli, Claudio Vigni sono gli uomini di punta del “sistema Siena” voluto dal garante dei garanti Luigi Berlinguer. Il Piazzi è stato docente presso la facoltà di Lettere dell’università di Siena (la famosa facoltà infestata di berlingueriani-tosiani). Udite udite, dal 1992 al 1999 il Piazzi è stato membro del cda dell’università di Siena in parte sotto il rettorato Berlinguer e in parte sotto il rettorato del dissestatore Tosi. E dalla lettura dei verbali di quei consigli di amministrazione si evince con chiarezza il sostegno continuo del Piazzi al rettore Tosi. Nel 1997 viene nominato nel cda di Ticino Vita, Gruppo Monte dei Paschi. Dal 1996 al 2006 è membro del cda di Banca Toscana. Nel 2001 viene nominato vicepresidente del cda di Consumit spa. Nel 2002 è nominato membro del cda di Monte Paschi Banque Parigi. Dal gennaio 2002 riveste l’incarico di amministratore delegato della società Intesa spa e dal gennaio 2008 della società Estra srl. Attualmente il Piazzi è membro della deputazione amministratrice della Fondazione MPS. Insomma, una faccia nuova della politica e un poverello che non ha mai avuto incarichi o poltrone. Come si usa dire in questi giorni: “una faccia nuova” della discontinuità. Di cabine telefoniche ne riparleremo nei prossimi giorni. Oggi soffermiamoci sul rapporto tra Piazzi e la cricca dei docenti e il garante dei garanti. Il Piazzi è stato un sostenitore convinto del rettore abusivo Riccaboni (meglio conosciuto come l’immobiliarista) e per suggellare questo rapporto si era reso disponibile a “forzare la mano” per conto di Riccaboni presso la fondazione MPS. Forzatura non riuscita (per fortuna). Mai negare un aiuto al protetto di Luigi Berlinguer.
Ritorniamo all’attualità delle “facce nuove”. Il Ceccuzzi nei giorni scorsi ha chiesto a membri della Fondazione di fare un passo indietro e lasciare il posto. Come mai il Piazzi non leva le tende dalla fondazione? Su su Piazzi dài un po’ di soddisfazione alla richiesta del rottamatore Ceccuzzi. Niente di tutto questo, anzi, alcuni giornalisti politogi inseriscono addirittura il nome del tosiano-berlingueriano (da non confondere Luigi con il grande Enrico) Alessandro Piazzi tra i papabili alla successione sia di Mussari che di Mancini. Le conclusioni e le riflessioni sulla “faccia nuova” Alessandro Piazzi le lasciamo a chi legge questo nostro intervento.
Premesso che quanto appena scritto è documentabile, siamo a consegnare delle domande alla “faccia nuova” Alessandro Piazzi e alla comunità tutta.
1) Caro Piazzi con riferimento al suo interessamento per conto di Riccaboni, ci potrebbe spiegare con chi intendeva forzare e a che scopo?
2) Ci potrebbe spiegare, il professore Piazzi che tipo di contratto aveva con la facoltà di lettere dell’università di Siena e da chi era stato chiamato a coprire il ruolo di docente?
3) Ci potrebbe spiegare, il professore Piazzi, che giudizio aveva sull’operato del rettore Tosi?
Le domande non sono complicate e sono tutte documentabili.
Gennaio 2nd, 2012 — Note redazionali

La lettura dell’articolo del Prof. Giovanni Grasso è sconvolgente. Indipendentemente da eventuali profili penali e amministrativi, da accertare, quanto sta venendo fuori da un anno di gestione sconsiderata da parte degli abusivi Riccaboni & Fabbro getta luce su un panorama istituzionale disastroso. Gli organi di governo, elettivi e nominati, dell’Ateneo vengono regolarmente saltati o ingannati, con o senza il loro consenso, e le decisioni appaiono prese in pratica da tre o quattro soggetti, di cui due abusivi e altri che non hanno alcun titolo (come Frediani). Ora: lasciamo perdere i consiglieri e i senatori accademici che tanto si sa che sono o sdraiati di fronte agli abusivi o incapaci di considerare la portata gravissima di certi atti, ma i nominati dagli enti non hanno niente da dire? La redazione di Fratello Illuminato, disgustata da tutto questo, chiede a Pasqualino Cappelli, Vareno Cucini, Roberto Morrocchi e Pasqualino Paulesu che ne pensano di queste prove schiaccianti di una gestione folle e di questi disegni dei quali – pare di capire (“una voce maschile chiama Riccaboni e lo mette sull’avviso di non discutere con nessuno nel dettaglio del piano di risanamento”) – sono stati tenuti completamente all’oscuro. Sarà il caso che il 10 di gennaio chiedano conto e ragione di tutto questo o no? E poi, ancora, ma ci si rende conto che questi due tramestatori facevano progetti con un patrimonio PUBBLICO E INDISPONIBILE, pretendendo di gestirlo tramite ambigue società private e senza la minima trasparenza e condivisione di tutti gli interessati che, in fondo, sono anche i Cittadini? E ancora: ma il sindaco Ceccuzzi non ha da dire niente al suo rappresentante? I palazzi di cui si parla sono a Siena, glielo ricordiamo e sono anche palazzi storici e notificati. E ancora: vengono tirati in ballo Mussari e Marino. Due domande: ma Mussari è d’accordo con tutto questo? Di Marino lo sappiamo, ma Mussari? E Paulesu a chi risponde? Ad un sia pur alto dirigente o al Presidente e al CdA della Banca? E ancora: ma l’ineffabile cricca ministeriale cui i due abusivi devono le loro fortune è al corrente di tutto ciò? E gli ineffabili Gelmini e Profumo? I palazzi sono PUBBLICI, sono dello STATO! Quando sono state compiute le operazioni San Niccolò e Scotte sono state fatte alla luce del sole e in trasparenza, non attraverso una società privata con capitale sociale di 30.000 euro versato da un dipendente della medesima amministrazione. Roba da matti!
Ma ci si rende conto che sì o no che queste operazioni, per fortuna non andate in porto, sono del tutto illegittime e inopportune? E sarebbe questo il piano di rilancio e risanamento? Siamo sicuri che l’affare non prevedesse qualche foglio da cento per i mediatori? Che interesse ha Frediani in tutto questo? E quale sarebbe l’interesse collettivo protetto da una trousse del genere? Ma vergognatevi un’intera vita tutti quanti e ponete rimedio a questa indecorosa situazione, subito! Immeditamente!