Quel Piazzi che “doveva forzare la mano” per “l’immobiliarista” Riccaboni

Il neo-rottamatore della politica senese Franco Ceccuzzi va sostenuto e con forza. Negli ultimi 15 anni veniva preso per i fondelli da tutti: decidevano sulla banca, sull’università, sulla fondazione, sul futuro politico dl Bezzini all’insaputa di Franco Ceccuzzi. All’improvviso, dopo 15 anni, il rottamatore Ceccuzzi si accorge dell’inganno di cui è stato vittima. Quei birboni di Ceccherini, Cenni, Tosi, Mussari, Mancini si riunivano con lui, ma poi decidevano tutto all’insaputa del “verginello” della politica. Ora basta!!

Il nostro Ceccuzzi ha dichiarato guerra alla continuità invocando la discontinuità e reclamando facce nuove. Parafrasando il cantautore Paolo Conte sarebbe più appropriato dire che urge “una faccia in prestito”. Di facce toste e di bronzo in giro quante ne volete, di nuove ancora niente. Ma il concetto di “faccia nuova” nell’immaginario dell’agenzia di comunicazione Robespierre è diverso dal concetto comune di “nuovo”. Qui funziona così. Il Vigni da direttore generale della banca MPS, in futuro, per il concetto della “faccia nuova” così come auspicato da Ceccuzzi, sarà una risorsa per la fondazione MPS: una faccia vecchia per P.zza Salimbeni, ma “nuova” per Via Banchi di Sotto. Il valzer delle poltrone e delle “facce nuove” è solo all’inizio. Una faccia che su tutte trova spazio nel catalogo delle “facce nuove” è sicuramente quella di Alessandro Piazzi. Chi è Alessandro Piazzi? La “faccia nuova” Alessandro Piazzi cresce e apprende la vera scuola politica sotto l’ala protettiva di Luigi Berlinguer e infatti negli anni novanta lo stesso Piazzi insieme a Starnini, Tosi, Carpinelli, Claudio Vigni sono gli uomini di punta del “sistema Siena” voluto dal garante dei garanti Luigi Berlinguer. Il Piazzi è stato docente presso la facoltà di Lettere dell’università di Siena (la famosa facoltà infestata di berlingueriani-tosiani). Udite udite, dal 1992 al 1999 il Piazzi è stato membro del cda dell’università di Siena in parte sotto il rettorato Berlinguer e in parte sotto il rettorato del dissestatore Tosi. E dalla lettura dei verbali di quei consigli di amministrazione si evince con chiarezza il sostegno continuo del Piazzi al rettore Tosi. Nel 1997 viene nominato nel cda di Ticino Vita, Gruppo Monte dei Paschi. Dal 1996 al 2006 è membro del cda di Banca Toscana. Nel 2001 viene nominato vicepresidente del cda di Consumit spa. Nel 2002 è nominato membro del cda di Monte Paschi Banque Parigi. Dal gennaio 2002 riveste l’incarico di amministratore delegato della società Intesa spa e dal gennaio 2008 della società Estra srl. Attualmente il Piazzi è membro della deputazione amministratrice della Fondazione MPS. Insomma, una faccia nuova della politica e un poverello che non ha mai avuto incarichi o poltrone. Come si usa dire in questi giorni: “una faccia nuova” della discontinuità. Di cabine telefoniche ne riparleremo nei prossimi giorni. Oggi soffermiamoci sul rapporto tra Piazzi e la cricca dei docenti e il garante dei garanti. Il Piazzi è stato un sostenitore convinto del rettore abusivo Riccaboni (meglio conosciuto come l’immobiliarista) e per suggellare questo rapporto si era reso disponibile a “forzare la mano” per conto di Riccaboni presso la fondazione MPS. Forzatura non riuscita (per fortuna). Mai negare un aiuto al protetto di Luigi Berlinguer.

Ritorniamo all’attualità delle “facce nuove”. Il Ceccuzzi nei giorni scorsi ha chiesto a membri della Fondazione di fare un passo indietro e lasciare il posto. Come mai il Piazzi non leva le tende dalla fondazione? Su su Piazzi dài un po’ di soddisfazione alla richiesta del rottamatore Ceccuzzi. Niente di tutto questo, anzi, alcuni giornalisti politogi inseriscono addirittura il nome del tosiano-berlingueriano (da non confondere Luigi con il grande Enrico) Alessandro Piazzi tra i papabili alla successione sia di Mussari che di Mancini. Le conclusioni e le riflessioni sulla “faccia nuova” Alessandro Piazzi le lasciamo a chi legge questo nostro intervento.

Premesso che quanto appena scritto è documentabile, siamo a consegnare delle domande alla “faccia nuova” Alessandro Piazzi e alla comunità tutta.

1) Caro Piazzi con riferimento al suo interessamento per conto di Riccaboni, ci potrebbe spiegare con chi intendeva forzare e a che scopo?

2) Ci potrebbe spiegare, il professore Piazzi che tipo di contratto aveva con la facoltà di lettere dell’università di Siena e da chi era stato chiamato a coprire il ruolo di docente?

3) Ci potrebbe spiegare, il professore Piazzi, che giudizio aveva sull’operato del rettore Tosi?

Le domande non sono complicate e sono tutte documentabili.

4 comments ↓

#1 kutuzov on 01.03.12 at 18:01

Il Piazzi è stato docente presso la facoltà di Lettere dell’università di Siena (la famosa facoltà infestata di berlingueriani-tosiani). Udite udite, dal 1992 al 1999 il Piazzi è stato membro del cda dell’università di Siena in parte sotto il rettorato Berlinguer e in parte sotto il rettorato del dissestatore Tosi.
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ohibò, questa non l’ho capita bene: siccome non mi risulta che sia stato mai docente di ruolo, ne concludo che era docente a contratto: dunque a che titolo il suddetto faceva parte del c.d.a? I docenti a contratto sono a tutti gli effetti degli esterni che non partecipano nemmeno ai consigli di dipartimento!

#2 Shamael on 01.03.12 at 18:45

Caro Kutuzov, capiamo che a chi porta il nome di uno dei tre generali di tutta la storia che non ha mai perso una battaglia (insieme a Epaminonda e a Jan Zizka), possa sembrare inconcepibile, ma la storia sta così: il Piazzi era effettivamente docente a contratto, ma in CdA era stato nominato dal Sindaco! Te capì? Poltrone a sfare, cadreghini a cianfa, altro che discorsi!

#3 kutuzov on 01.03.12 at 23:31

…soprattutto capisco che a Siena il titolo di “profesurun” si attribuisce con una certa facilità, e che all’università sono addirittura più professori quelli che ci fanno, di quelli che lo sono. Ci meritiamo senz’altro il titolo di capitale della cultura…..

#4 Shamael on 01.04.12 at 10:19

A leggere le carte il titolo della cultura del taccheggio, dello scippo, dell’inciucio e senza neanche tanta destrezza visti i quasi 80 tra indagati ed inquisiti nonché lo stato pietoso delle finanze e dell’etica pubblica.