Scandali universitari e la perduta legalità. Quel Lorenzo Frediani (collega di Riccaboni) che si riuniva con rappresentanti della Sansedoni Spa. Chiediamo un provvedimento interdittivo da parte della magistratura nei confronti di Riccaboni!!!

Nell’editoriale di martedi 3 gennaio 2012 sul Fatto Quotidiano, Paolo Flores d’Arcais scrive: “E in passato ogni bene pubblico è stato svenduto, coniugando impoverimento dello Stato, nuove inefficienze, indecenti arricchimenti degli amici degli amici: su scala ridotta, il modello degli oligarchi putiniani”. E sempre Flores d’Arcais aggiunge:”Ma la vera emergenza strutturale in cui l’Italia si avvita da un ventennio, e la cui mancata soluzione rende impossibile affrontare tutte le altre emergenze, dal debito pubblico all’occupazione, dal fisco allo sviluppo, dalle grandi opere alla sicurezza e al welfare, ha un solo nome: legalità”. Esattamente quello che accade dentro e intorno all’ex prestigioso ateneo senese: senza ripristino della legalità non ci potrà essere un reale risanamento economico. E senza la rimozione dei due irresponsabili e intrallazzatori Riccaboni e Fabbro (già condannata dalla Corte dei Conti per danno erariale a un altro ente pubblico) non possiamo nemmeno considerare una svolta nel segno della piena legalità. Un rettore eletto attraverso elezioni con pesanti irregolarità ravvisate dalla Procura della Repubblica, poi successivamente nominato da quella “bugiarda” della Gelmini sotto pressioni improprie e interessamenti vari come quello dell’ex rettore Luigi Berlinguer (come dimostrato dalle intercettazioni telefoniche). Insomma un quadro fosco e inquietante e che getta pesanti ombre su alcuni funzionari ministeriali, come quel Marco Tomasi che intrallazzava al telefono con Riccaboni per la nomina di Ines Fabbro e per togliere soldi dallo stipendio al personale tecnico-amministrativo (il famoso accessorio). Così come tante ombre le gettano le conversazioni tra Riccaboni e l’avvocatessa Vera Benini (moglie di un altro docente di economia collega del Criccaboni). Correva il mese di novembre 2010 (precisiamo che le indagini sul buco finanziario non erano ancora chiuse) e l’avvocatessa Benini confida al Riccaboni: “C’è poi l’indagine con 27 indagati tra i quali qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire. Ho comunque fiducia nel P.M. che ha ereditato il fascicolo dal dr. Formisano”. E ancora la Benini al Riccaboni: ”per contrastare la volontà della Ministra (la Gelmini) è da ricercare in un problema tipo la scuola dei Marescialli, relativa alla vendita di Pontignano”. Per la cronaca “La Scuola dei Marescialli” rientra in quella famosa inchiesta sui grandi appalti (leggetevi questo articolo http://www.bolognatg24.it/politica/2010/05/10/4749/appaltopoli-la-realta-dietro-il-caso-della-scuola-dei-marescialli-e-spunta-il-nome-di-bondi/).
Che cosa c’incastrava la scuola dei Marescialli con la vendita di Pontignano e l’università di Siena? Rimanendo nell’ambito degli intrallazzi immobiliari e nel cono d’ombra che avvolge con tratti inquietanti l’università senese apriamo il capitolo ancor più fosco e inquietante del ruolo del docente di economia universitario di Siena Lorenzo Frediani e dei suoi rapporti con Riccaboni. Il famoso affaire “Astrea”. Premesso che non ci sono addebiti o ipotesi strane nei confronti della societa Sansedoni Spa (Sansedoni viene costituita con atto di scissione parziale di un compendio immobiliare della banca Mps. Azionista di controllo sostanzialmente totalitario è la fondazione MPS) ma solo ,da parte nostra, alcune domande inerenti i colloqui e gli incontri avuti con il docente Lorenzo Frediani; premesso che nel cda della Sansedoni Spa siede il famoso Alessandro Piazzi che in alcune conversazioni con Riccaboni si era impegnato “a forzare la mano nei confronti della fondazione Mps (di cui è membro)”; premesso tutto questo arriviamo al dunque.
Il docente Lorenzo Frediani (come da visura camerale) è socio di maggioranza della società Astrea srl, iscritta al registro delle imprese di Milano il 12/11/1990; la società del Frediani si occupa di svariate cose tra le quali “prestazioni di servizi nella gestione di portafogli mobiliari”, “acquistare e vendere e gestire obbligazioni”, “compiere operazioni mobiliari e immobiliari”. Come già ben argomentato con il suo intervento dal professore Giovanni Grasso (http://ilsensodellamisura.com/2011/12/quando-lo-sciacallaggio-parte-dai-vertici/) emerge un chiaro disegno (leggasi le intercettazioni telefoniche) teso alla gestione degli immobili e alla costituzione di fondi immobiliari (con gli immobili pubblici dell’università) tra la società Astrea srl (quindi Lorenzo Frediani) e Angelo Riccaboni, addirittura prima della nomina a rettore. Già questo basterebbe per mandare l’esercito dentro l’università. Si dà il caso che il docente Lorenzo Frediani (delegato da Riccaboni) partecipava ad alcuni incontri con la Sansedoni Spa per discutere della vendita di immobili (o forse di altro??) dell’università. A questo punto pretendiamo di sapere chi partecipava per conto della Sansedoni Spa agli incontri con il socio di Astrea Lorenzo Frediani e cosa trattavano durante gli incontri.(gli incontri ci sono stati, quindi invece di smentire rispondete cortesemente!!). Poi oltre agli incontri con la Sansedoni, il Riccaboni incontrava anche il vicedirettore della banca MPS Antonio Marino (almeno due volte negli uffici dell’università) e durante questi incontri ci risulta che hanno affrontato la questione degli immobili della stessa università. A questo punto siamo curiosi di sapere (visto che l’università è un ente pubblico) cosa discutevano Marino e Riccaboni durante gli incontri e se il cda dell’ateneo e i vertici della banca sono a conoscenza di questi incontri. Inoltre siamo a chiedere a chi di competenza se il docente Frediani, considerata la società Astrea e il ruolo affidatogli da Riccaboni (vedi incontri con Sansedoni Spa) ha agito (anche il rettore naturalmente) nel pieno rispetto del “DPR 382/80, art. 11”.
Ci sembra di aver scritto anche troppo visto che non spetta a noi chiarire queste vicende. A questo punto solo chi è corresponsabile di queste cricche e di questi intrallazzi resterà in silenzio e non prenderà le distanze dal Riccaboni e dalla Fabbro. In una città civile un sindaco (a Firenze sarebbe già avvenuto) non aspetterebbe un secondo di più per invitare Riccaboni e Fabbro a levarsi velocemente dai ruoli che ricoprono. Dopo tutto quello che è successo e che sta emergendo il presidente del consiglio comunale Alessandro Piccini avrebbe dovuto invocare la convocazione di un consiglio comunale urgente (o forse non può e non vuole farlo??!!). Come mai i rappresentanti della Banca MPS (Paulesu) della Camera di Commercio (Pasqualino Cappelli) del Comune (Vareno Cucini) della Provincia (Morrocchi) nominati nel cda dell’università continuano a sostenere Riccaboni appoggiando di fatto questo modo di operare e tutte queste schifezze? Ci auguriamo che i giudici competenti mettano in calendario prima della fine di questo mese le udienze per rinviare a giudizio i primi 28 avvisati (tra buco e inchiesta elezioni).Troppo tempo è già trascorso e troppe ombre sono emerse. Alle forze di opposizione oramai non chiediamo piu’ nulla: sono inutili e legate alla corrente del PD vicina all’ex rettore Luigi Berlinguer.
Nel frattempo, cosi come suggerito da un nostro lettore, tenuto conto delle conversazioni tra Vera Benini e Riccaboni, il coinvolgimento di funzionari ministeriali, il silenzio vergognoso del ministro Profumo, l’affaire Astrea, invieremo questo nostro intervento alla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze attraverso l’indirizzo di posta elettronica così come da pagina web del Ministero della Giustizia.

Direzione Distrettuale Antimafia di FIRENZE
Via degli Strozzi, 1 50100 – FIRENZE
telefoni: 055 – 26041
fax: 055 – 2604426

Possibile che tra le forze politiche senesi e dentro le istituzioni locali nessuno provi disgusto nei confronti di questa cricca che ha già affossato una prestigiosa università?

P.S. A proposito caro Ceccuzzi ma il piano di risanamento (esiste??) di Riccaboni sei sicuro di averlo letto? Non sarà mica quello a cui si riferiva Lorenzo Frediani quando al telefono diceva a Riccaboni “di non discutere con nessuno nel dettaglio del piano di risanamento”?