Cosa ci può essere di più bello, dopo le festività natalizie, di un quadretto familiare che prolunghi, anche nel luogo di lavoro, l’intimità domestica? Ecco, tutto ciò si può realizzare solo nell’università del Bengodi: l’ateneo senese, appunto! E così il Professor Gianni Valensin e sua figlia Daniela, la compagna di Gianni, Professoressa Elena Gaggelli, e suo nipote, Nicola Gaggelli, tutti insieme appassionatamente, membri dello stesso Dipartimento universitario, hanno pensato bene di organizzare un Convegno scientifico sulle “Applicazioni della Risonanza Magnetica in Campo Agro-Alimentare” presso il Centro di Ricerca Energia e Ambiente di Colle Val d’Elsa (Crea). Ecco, questa è l’Università che noi vogliamo! Infatti, ci auguriamo tutti che “il grande capo” (abusivo) Riccaboni porti al più presto in equilibrio il bilancio dell’Ateneo per consentire anche al compagno di Daniela e alla compagna di Nicola di essere assunti nella comunità accademica senese.
Nel frattempo non sarebbe neanche male conoscere il parere su queste attività nel Polo di Colle Valdelsa, che ci risultava essere stato chiuso come polo universitario, di uno che lo conosce bene: il presidente del consiglio comunale di Siena Alessandro Piccini. Lì infatti lavorava prima del suo trasferimento all’ASL, in zona via Roma 56, per intendersi, un luogo pieno di cultura e di genialità.
Consigliamo altresì all’abusivo Riccaboni di leggersi attentamente la seconda parte che prepareremo presto.
Ad majora.
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Sarà capitato anche a voi / di avere un casino in famigliaaaaa – Prima parte
Gennaio 13th, 2012 — Note redazionali
Ecco la prova provata dell’esistenza della cricca ministeriale che appoggia l’abusivismo di tutti i coinvolti
Gennaio 12th, 2012 — Note redazionali
Sul blog del Prof. Giovanni Grasso è apparsa oggi, preceduta da un’introduzione che vi riproponiamo, una lunga rassegna su tutte le malefatte della cricca abusiva che si è impadronita (o meglio: reimpadronita) della già disastrata università di Siena. Eccola qua l’introduzione che condividiamo TOTALMENTE:
Cosa riserverà il 2012 all’Università degli Studi di Siena? Per saperlo non occorre essere indovini, è sufficiente rileggere alcuni degli articoli pubblicati su questo blog nel 2011, dei quali si riportano di seguito i link, e ricordare la conclusione delle indagini sulle irregolarità nelle elezioni del rettore. Comunque, i titoli da soli indicano quale sarà l’argomento forte nelle prossime settimane, riassumibile in una domanda. Chi è stato eletto irregolarmente ha la piena legittimità a esercitare le funzioni di rettore? Da considerare, inoltre, che sulla nomina dell’attuale rettore hanno perso la faccia due ex ministri (Berlinguer e Gelmini) e l’ex direttore generale del Miur, Marco Tomasi. L’Ateneo senese, nelle condizioni attuali, può continuare ad avere una guida priva di credibilità, autorevolezza e senso delle istituzioni? E in assenza della revoca dell’atto di nomina, è irrealistico pensare, nell’esclusivo interesse dell’Università di Siena, alla sospensione dell’attuale rettore dalla carica ricoperta?
Ma c’è di più e di peggio, se possibile: ecco qua un articolo che vale la pena di leggere per intero. Tuttavia il paragrafo significativo e rivelatore è il seguente:
Ma non è questo il punto, sottolinea Bellelli. «Non ho dubbi né sulla validità della classifica ministeriale (il Politecnico di Torino è un’ottima Università), né su quella del neo-ministro. Però». Già, c’è un però. E un interrogativo. Avrà avuto qualche influenza il fatto che Marco Tomasi, ex direttore amministrativo del Politecnico e storico “uomo di fiducia” di Profumo nel 2010 sia assurto alla carica di direttore generale di Viale Trastevere? «Nella classifica dell’agenzia internazionale QS – riferisce il professore – la prima Università italiana è Bologna (al 183mo posto, dopo Francoforte ma prima di Goteborg), seguita da Roma Sapienza al 210° posto e poi da Padova (263°), Milano, Pisa, Firenze, Roma Tor Vergata, Napoli Federico II, e finalmente, se Dio vuole, il Politecnico di Torino, ben oltre il 450° posto». Evidentemente, i criteri alla base delle due rilevazioni sono differenti. Da qui un paio di suggerimenti al ministro. «Prudenza con queste pretese meritocratiche perché il rischio di sbagliarsi è grosso e i danni in caso di errore possono essere irreparabili. Un altro? Lasciar perdere le valutazioni del Ministero che sanno un po’ di fatto in casa, per gli amici, e prendersi quelle delle agenzie internazionali: si risparmiano un sacco di soldi (valutare costa) e si fa più bella figura».
Quindi, riassumiamo: esiste un filo conduttore fra Luigi Berlinguer, Francesco Profumo, Maria Stella Gelmini, Marco Tomasi, Ines Fabbro e Angelo Riccaboni. Tutti, e intendiamo tutti questi hanno conflitti di interesse, sono affetti da abusivismo grave, cercano – riuscendoci coi sistemi da cricca – di mettere il culo su più poltrone possibili, giocando sporco, spendendo denaro pubblico, barando e mischiando le carte in tavola con metodi proprio da cricca. Basta leggere il testo sopra quando parla dell’uso a dir poco disinvolto dei metodi di valutazione (di cos’era presidente l’attuale rettore abusivo? Nucleo di Valutazione e Cresco altri due sistemi per evitare di ricorrere a classifiche ben più serie) per avvantaggiare i propri clienti, sé stessi e, più in generale, appunto, la cricca. Nessuno di questi personaggi qui raffigurati è legittimato – per un motivo o per un altro – a essere dove è. La redazione di Fratello Illuminato suggerisce al sobrio Mario Monti (e come dice Travaglio pensate a cosa avrebbe fatto se avesse bevuto!) di liberarsi immediatamente di questo ministro evidentemente in conflitto di interessi ed evidente continuatore dell’azione perversa e dissennata della fisica dei quanti nonché mendace testimone presso la Procura della Repubblica di Siena Maria Stella Gelmini (a proposito: Magistrati senesi quando la riconvocate a Siena per farvi spiegare il perché di quelle infami bugie che vi ha raccontato? Tenete presente che il padre della vostra ex collega, Prof. Donato Firrao indovinate dove insegna? Politecnico di Torino). E già che ci siamo: rimuovete immediatamente abusivo e maestra elementare condannata dalla Corte dei conti.
Mancanza di trasparenza e rischi esuberi dentro l’ateneo senese. Tutti i nomi dei sostenitori di Riccaboni e Fabbro
Gennaio 11th, 2012 — Note redazionali
Dopo le intercettazioni telefoniche tra Riccaboni e Luigi Berlinguer e tra Riccaboni e quel Tomasi del ministero che confermano gli intrallazzi e l’irregolarità della nomina dello stesso Riccaboni e della condannata Ines Fabbro; dopo l’atto fuori legge del taglio dell’accessorio al personale tecnico-amministrativo; dopo aver constatato il comportamento omissivo di Riccaboni e Fabbro teso a coprire gli indagati e docenti sotto processo; dopo aver preso atto che la maggioranza dei membri del cda dell’ateneo vota delibere in presenza del parere negativo dei revisori dei conti; dopo aver constatato l’intrallazzo tra Riccaboni e la società Astrea srl, siamo ad evidenziare il totale stato di abbandono gestionale dell’ateneo senese e la mancanza di trasparenza. A questo si aggiunge il rischio di un “piano di esuberi” dettato dalle normative vigenti e dall’assenza di un piano di risanamento interno, millantato da Riccaboni e Fabbro, ma inesistente. Riccaboni e Fabbro hanno giocato e continuano a giocare sulla pelle delle persone e sul futuro dell’ateneo. Non sono in grado di far niente: sono lì solo per tutelare gli interessi di poche decine di docenti fannulloni, che passano il tempo a tramare sulle spalle di altri docenti seri e fuori dalle cricche. Mi raccomando, cari dipendenti dell’ateneo, continuate a farvi prendere per i fondelli da questi due: dopo il taglio all’accessorio se vi mancherà la liquidità per gli stipendi e se verrà fuori il piano degli esuberi lamentatevi solo con voi stessi. Se poi si analizza il perché del dissesto precedente scoprirete che due delle componenti che hanno determinato il disastro sono stati il servilismo sciocco e la leccaculaggine. Qualcuno preferisce voltarsi dall’altra parte sperando che nessuno tocchi il loro posto di lavoro e il resto dello stipendio. Affari loro. A questo punto il compito delle autorità competenti è quello di ripristinare la legalità e far partire queste benedetti processi. Le forze politiche di maggioranza e di opposizione se ne sbattono dei problemi dell’università: passano il tempo a farsi le seghe mentali sui nomi e sulle poltrone di banca e fondazione. Chi ha a cuore le sorti dell’ateneo si svegli e velocemente, anche perché a noi risulta che esiste già una proposta valida e credibile per una nuova governance dell’ateneo e un piano di risanamento concreto da proporre con tutti i crismi. Dall’esterno aspettano solo un segnale di risveglio dall’interno dell’ateneo: non perdete questa occasione per il vostro bene e per il futuro dell’ateneo. Via i due abusivi Riccaboni e Fabbro.
Nel frattempo vi segnaliamo i nomi dei sostenitori di Riccaboni e Fabbro sui quali pesa la responsabilità di approvare e condividere la cattiva gestione dell’ateneo. E nell’occasione precisiamo che chi vota in consiglio di amministrazione ha la responsabilità personale del voto espresso e quindi tutte le delibere votate in presenza del parere negativo dei revisori dei conti dovranno essere sottoposte alle autorità competenti. Così vediamo se i soliti soldatini che alzano la mano si assumeranno fino in fondo le proprie responsabilità. Prima si lamentavano che durante il periodo Tosi i membri del cda venivano tratti in inganno dal parere favorevole dei revisori dei conti. Oggi con il parere negativo votano a favore: quindi i membri del cda sono consapevoli di quello che votano.
Ecco i nomi del cda dell’ateneo che sono schierati come soldatini con Riccaboni e Fabbro:
Prorettore: Francesco Frati; Professori ordinari: Mariano Bianca, Furio Pacini e Floriana Rosati (quella che stata definita da Riccaboni e altro interlocutore “priva di cervello e ridicola”); Professori associati: Alessandro Donati, Fabio Mugnaini; Rappresentanti dei ricercatori: Enrica Bianchi, Maria Frosini, Roberto Tofanini; Rappresentante Comune di Siena: Vareno Cucini; Rappresentante Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Siena: Pasqualino Cappelli; Rappresentante banca MPS: Pasqualino Paulesu; Rappresentante degli studenti: Cosimo Francini
Ecco i nomi del senato accademico schierati come soldatini con Riccaboni e Fabbro:
Presidi di facoltà: Walter Bernardi (già condannato dalla Corte dei Conti), Maurizio Botta, Roberto Guerrini (indagato inchiesta elezioni rettore), Roberto Venuti, Luca Verzichelli, Marcello Mellini; Rappresentanti dei docenti aree scientifiche: Marco Bettalli (indagato elezioni rettore), Enrico Pinto, Elisabetta Montanaro, Cosima Baldari.
Chi pensa di essere finito impropriamente nell’elenco dei soldatini e dei sostenitori della cricca smentisca con i fatti pubblicamente, anche perché nei prossimi giorni dedicheremo ad ognuno dei soldatini una biografia.
Poi uno si chiede come mai l’ateneo è stato dissestato e oggi malamente gestito. Bah!
Fermi tutti!!! Giuliano Amato verso la presidenza del Monte????
Gennaio 11th, 2012 — Note redazionali
Rumours riportano che Bassanini non voglia impelagarsi in un affare del genere e quindi ci si stia dirigendo verso il pensionato da 1047 euro di pensione al giorno.
Ma un po’ di vergogna no? La città è disposta a sopportare una vergogna del genere?
Clamoroso al Cibali!!! Dopo Godzilla vs. Bruce Lee, Luperini vs. Berlinguer!!!
Gennaio 11th, 2012 — Note redazionali
La redazione di Fratello Illuminato vuole far notare il concentrato di sbruffoneria e di alterigia contenuto in questo articolo di Romano Luperini. Ma la cosa più grave viene fuori da alcuni passi dell’intervista:
Nell’ultimo ventennio, da un lato la facoltà conservava elevati standard professionali, dall’altro si diffondeva il clientelismo, l’apparato burocratico veniva gonfiato enormemente, crescevano i debiti, sino alla catastrofe attuale dell’intera Università di Siena. Contemporaneamente il passaggio al 3+2 e al sistema dei crediti, realizzato a Siena con particolare prontezza e singolare durezza, si è risolto in un moltiplicarsi confuso di moduli e di corsi di laurea, con un peggioramento complessivo della qualità dell’insegnamento.
Considerato che l’articolo si intitola: “Il ventennio berlusconiano ha ucciso la cultura” ci chiediamo: ma Luperini è arrivato da Marte oppure, come ci risulta, ha insegnato a Siena raggiungendo l’apice della carriera con il sultano di Stigliano? Perché a noi risulta che tutto quello che denuncia Luperini nella frase sopra riportata sia opera del musicologo di chiara fama nonché garante dei garanti nonché sodale di partito di Luperini e non di Berlusconi e della sua cricca.
Peraltro quando afferma:
Quando ho cominciato, agli inizi degli anni settanta, la facoltà (di Lettere a Siena, fondata dall’allora PCI riempiendola di uomini della “banda”) era nata da poco e risentiva fortemente del clima del Sessantotto. Di fatto le cariche erano assunte a rotazione, non esisteva quasi traccia di autorità e potere accademici, tutto si svolgeva in modi democratici. Una prima svolta si è avuta negli anni ottanta, quando per la prima volta ho assistito a vere e proprie competizioni per diventare preside di facoltà.
Benissimo!!! E che c’entra il berlusconismo? La Facoltà di Lettere di Siena, fondata nel 1972, è stata letteralmente riempita di uomini organici al partito, tutti amici di Luperini e del Sultano di Stigliano, che si sono comportati esattamente come descritto da Luperini. I nomi? Bettini, Detti, Tovalieri, Squillacciotti, Melis, Clemente, Flores (fratello del direttore della rivista su cui c’è l’intervista), Calabrese (lo scopritore dei ladri del tetto di San Galgano) e chi più ne ha ne metta. Provasse Luperini a fare il nome di un berlusconiano che insegni a Lettere a Siena.
A questo punto ci domandiamo: ma che gli ha fatto Berlinguer a Luperini? Perché erano tutti culo e camicia e ora l’uno spara addosso all’altro. Comunque Luperini, guardati la foto per bene, così capisci come sono andate le cose …
L’economista Paco Pachese: “Perché i dipendenti di MPS non fanno un presidio davanti le sedi dei sindacati?”
Gennaio 10th, 2012 — Note redazionali
Ancora una volta la redazione di Fratello Illuminato ha il piacere di ospitare un’intervista all’economista di Oxford, il professore Paco Pachese.
1) Professore Pachese come valuta la situazione della banche italiane dal suo osservatorio inglese?
Le banche italiane pur essendo vittime illustri del terremoto finanziario internazionale, bisogna comunque dire che non sono strutturalmente messe male. Ci sono degli interventi veloci come ad esempio l’autonomia delle banche dalle cricche degli speculatori e dalle correnti politiche. Meno intrallazzi tra politica ed economia e maggiore attenzione ai clienti e alle imprese con delle governance competenti e riconoscibili dai mercati e dalle autorità economiche e governative nazionali e internazionali. Piu’ governance qualificata e meno “governanti” di partito.
2) Come giudica la situazione della banca MPS?
Il Monte dei Paschi non è a rischio fallimento e non è messa peggio di altre banche. Ci sono state delle scelte sbagliate e un modello di rapporti tra politica,sindacati e management che hanno penalizzato molto la banca sia nel rapporto con il territorio in termini di prospettiva di destinazione di risorse economiche(vedi la mancanza di utili per la fondazione da distribuire come gli altri anni sul territorio) sia rispetto alla tenuta nei confronti dei terremoti finanziari esterni. In parole povere: troppo peso delle segreterie di partito nelle nomine e troppo protagonismo dei dirigenti sindacali nelle scelte interne ed esterne della banca. Tutto questo ha prodotto anche le difficoltà economiche della fondazione. Piu’ che la fondazione erano i segretari di partito che svolgevano il ruolo di azionista della banca. Questo metodo e questi andazzi non sono accettabili e non vengono digeriti ne dai mercati e nemmeno dalle autorità economiche.
3)Professore lei ha letto l’intervista del sindaco Ceccuzzi?
Di chi scusi?
4)Del sindaco di Siena.
Siete ancora a caro babbo rispetto i tempi che viviamo. Sulla banca intervengono gli azionisti. Doveva intervenire la fondazione mica altri.Mi sembra una scompostezza quella che l’amministratore delegato della banca o il nuovo direttore generale della banca venga salutato con favore prima della nomina ufficiale da un sindaco e dal presidente della provincia. Possibile che ancora non avete compreso che i futuri assetti della banca non li decidono i politici senesi; non gli sembra di aver fatto fin troppi danni a questi politici.Da quando è apparsa l’intervista di questo vostro sindaco stranamente il mercato sta reagendo male verso la vostra banca. Ma poi il sindaco chiede le dimissioni di Mancini e poi lo stesso Mancini viene chiamato ad illustrare la situazione dentro la conferenza dei capigruppo consiliari. Roba da zelig. E poi anche questi sindacati
5) In che senso “questi sindacati”?
Prima hanno sostenuto senza critiche tutte le scelte degli ultimi 10 anni della banca e della fondazione e oggi chiedono le dimissioni? I primi a dimettersi proprio come atto di scuse e di rispetto verso i loro stessi iscritti dovrebbero essere i dirigenti dei sindacati che volutamente, forse per via delle carriere interne, hanno appoggiato tutto, compresa l’operazione Antonveneta. I lavoratori di MPS il presidio dovrebbero farlo davanti alla sede dei sindacati.
6)Quindi non si deve dimettere nessuno dei vertici della fondazione e della banca?
Prima un passo indietro dei responsabili politici e sindacali di tutte queste vicende e poi ragionate sulla stabilità da dare alla banca e alla fondazione. Solo dei pazzi possono mettere in discussione i vertici della banca e della fondazione nel pieno delle decisioni dell’aumento di capitale e della trattativa tra la fondazione e le banche creditrici. Siamo nel 2012 e non ai tempi del feudalesimo. Chi ha sbagliato sicuramente dovrà fare passi indietro ma non con questo clima impazzito e senza prospettive.
La “grande capetta” che piace tanto a Ceccuzzi e gli intrallazzi che riaprono un nuovo periodo di dissesto morale ed economico per l’ateneo senese. Le manovre della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro. Dal patto della “crostata” a quello dei crostini
Gennaio 10th, 2012 — Note redazionali
Questa Ines Fabbro sicuramente vive la convinzione di essere il direttore amministrativo non dell’ateneo della civile città di Siena, ma di quello di Panama. Vi ricorderete credo tutti le recenti cronache che hanno riportato alla ribalta lo Stato di Panama luogo di rifugio del latitante Lavitola: a Panama essendo una zona franca ognuno fa come cazzo gli pare senza controlli e gli intrallazzi prevalgono sulle regole basilari di uno Stato di Diritto. Dopo le disgustose telefonate tra Riccaboni e quel Tomasi del ministero che concordavano la nomina della “cara Ines” tanto legata allo stesso Tomasi, oggi scopriamo che, tra gli sponsor della stessa Fabbro già nel 2010 c’era l’allora parlamentare Franco Ceccuzzi e infatti sempre in quel periodo il rappresentante del comune di Siena nel cda dell’ateneo Vareno Cucini chiedeva al Riccaboni di “far presto” con la nomina della Fabbro. Ma non solo: tra gli sponsor della condannata della Corte dei Conti ci troviamo anche Piero Fassino (legatissimo a Luigi Berlinguer e grande referente di Ceccuzzi) e a tal proposito risuonano come conferma le parole della Fabbro “sono molto amica sia del ministro Profumo che di Piero Fassino”. Il ministro Profumo già rettore del Politecnico di Torino e Fassino è il sindaco di Torino. A questo punto possiamo affermare che l’attacco ai diritti sindacali e il taglio dell’accessorio dallo stipendio dei lavoratori dell’ateneo è stato fatto dal direttore amministrativo di fiducia del sindaco Ceccuzzi e di quella parte del PD vicina a Fassino e a Luigi Berlinguer. Si comprende benissimo che il famoso volantino distribuito dal PD senese con il quale chiedevano “rigore … bla bla … trasparenza … legittimità” non era altro che la stessa manovra che sta facendo il Ceccuzzi sulla fondazione e sulla banca: quando la situazione precipita scarica gli altri e tenta di vestire i panni del discontinuatore. Dopo quanto emerso con le intercettazioni telefoniche e a seguito delle conclusioni delle indagini se il PD senese, il Ceccuzzi e le stesse forze di opposizione vogliono rivendicare la loro estraneità agli intrallazzi hanno solo una carta da giocare: “via il Rettore e il direttore amministrativo”, non con interviste, ma con atti di sfiducia consiliari. Non ci crede più nessuno ai giochini dei “ladri di Pisa”; forse solo qualche furbetto sciocco che anche di fronte al danno sul suo reddito personale continua ad acclamare la cricca dei docenti. La prova provata del clima di gestione del dissesto è rappresentata dal pranzo di ieri con il quale il rettore abusivo pianificava il cda dell’università. Alla faccia dell’indipendenza dei membri del cda e alla faccia della trasparenza gestionale. Siamo passati da altri famosi patti come quello della “crostata” al patto dei crostini della cricca riccaboniana. Si scrive Riccaboni si legge Piero Tosi; si scrive Ines Fabbro si legge Jolanda Cei Semplici. La Semplici è la coordinatrice ombra di Ines Fabbro: quando Ines appena nominata parlando con Criccaboni gli dice” sai mi ha chiamato anche la Semplici”. Senza dimenticare la famosa cena a casa di Jolanda con la Fabbro e Marcello Rustici(mentore del presidente del consiglio comunale Alessandro Piccini). Ricordiamo al mondo intero che Criccaboni e la condannata dalla Corte dei Conti non hanno nessun piano di risanamento: sono in quei ruoli solo per tutelare la cricca e gli indagati del dissesto. Insomma, per coprire le gestioni Tosi-Bigi e la gestione universitaria tanto voluta da Luigi Berlinguer e Jolanda Cei Semplici. Dentro l’ateneo la capetta Fabbro ha instaurato un clima disgregante e lesivo dei diritti sindacali e le prova tutte per isolare le persone indipendenti e rispettose delle regole. La Fabbro si tiene stretta stretta la donna di fiducia dell’ex direttore Bigi, quella ben nota Laura Goracci; da tempo sempre la condannata cerca di far “fuori” la dottoressa Ilaria D’Amelio dall’ufficio legale. Giustamente dei vertici che intrallazzano non possono avere tra i piedi persone oneste e fedeli al proprio ruolo come la dottoressa D’Amelio. Forse questa Fabbro non ha capito bene la musica: le amicizie ministeriali, quella con il padre dell’ex procuratore Firrao magari hanno rallentato vergognosamente le tappe della giustizia ma ci arriviamo lo stesso a buttare giù la cricca. E così vediamo chi sta dalla parte delle regole e chi da quella della cricca degli intrallazzatori. Dopo quattro anni i cittadini “pretendono” i processi sul dissesto e dopo i fatti che hanno dimostrato lo stato di illegalità che ha favorito la nomina di Criccaboni e della condannata la magistratura non può girarsi dall’altra parte. I cittadini sono a conoscenza di tutti i fatti e anche delle manovre che tentavano di frenare le indagini. Basti pensare alle famose telefonate tra Vera Benini e quelle tra Riccaboni e quel Tomasi.
Scoop!!! Mauro Marzucchi al Festival di Sanremo con la canzone “Discontinuescion”
Gennaio 9th, 2012 — Note redazionali

Dopo il famoso successo della canzone di Adriano Celentano “Svalutescion” un nuovo successo musicale in arrivo al prossimo festival di Sanremo. Scritta a otto mani da Franco Ceccuzzi, Alessandro Piazzi, David Chiti, Mauro Marzucchi e cantata dallo stesso Marzucchi la nuova canzone pop:
Discontinuescion. Le musiche sono del musicologo di chiara fama Luigi Berlinguer. La redazione di Fratello Illuminato è riuscita ad avere in anteprima il testo della canzone.
DISCONTINUESCION
Dieci anni che governo con Ceccuzzi Piazzi e Chiti … discontinuscion (con annesso coro di voci bianche)
Dieci anni che governo con la delega al bilancio, c’ero con Maurizio e oggi con Franco … discontinuescion (sempre il solito coro)
Ho approvato e condivido, ho gestito e preteso … ora il clima è cambiato … discontiniescion (coro)
Sulla fondazione e sulla banca io sapevo tutto … oggi voglio il mio posto e via subito Mancini … discontinuescion (coro + ballerina in topless)
Non sappiamo cosa dire e cosa fare e per galleggiare … discontinuescion (coro + effetto eco )
Che dire!! Tutti al festival di Sanremo ad applaudire Mauro il discontinuatore (anzi il vice discontinuatore). Sarà indubbiamente un successone. Occhio ai pomodori …
Editoriale del Maestro James. Il canto del cigno
Gennaio 8th, 2012 — Note redazionali

Sgombriamo fin da subito eventuali equivoci: nessun riferimento ai cigni della Lizza. L’espressione “canto del cigno” deriva da un’antica credenza: si racconta che il “Cygnus olor” (cigno muto) per l’incapacità di emettere suoni, appena prima di morire fosse in grado di cantare una bellissima canzone. Nell’uso corrente l’espressione “il canto del cigno” si utilizza per evidenziare il declino di una carriera o di un sistema. Trovo appropriata, senza commettere abuso, l’espressione per catalogare la tanto chiacchierata intervista del sindaco Ceccuzzi con la quale invocava “discontinuità” sulla Fondazione e Banca MPS. Una bella intervista, parole evocative, slogan capaci di attrarre le simpatie degli anti-casta e delle opposizioni: tutto bello e suggestivo ma nella sostanza pura demagogia e propaganda. Come se all’improvviso Putin rivolgendosi al popolo russo chiedesse “discontinuità” dal regime di questi ultimi anni. La prima cosa che l’ultimo dei russi senza titolo di studio esclamerebbe sarebbe più o meno di questo tenore: grazie Putin, da quello che dici dobbiamo prendere atto che ti discontinui e quindi ti ritiri dalla vita politica. Ceccuzzi non è Putin e i Senesi non sono i Russi ma per analogia la stessa cosa vale per la “discontinuità ceccuzziana”. Le parole hanno il loro significato e il peso che ne deriva: dopo i pronunciamenti, la coerenza pretenderebbe fatti e le necessarie assunzioni di responsabilità. In questo caso Ceccuzzi non ha alternative, o cambia le parole oppure si assume le proprie responsabilità e rassegna le dimissioni. Fino a prova contraria il capo politico di questi ultimi anni che decideva e nel contempo condivideva tutto sulla gestione delle istituzioni senesi ha un nome e un cognome (senza omonimia): Franco Ceccuzzi. Un sano pragmatismo e un alto senso del bene comune avrebbero dovuto spingere Ceccuzzi ad affermare altro, più o meno così: “Cari senesi, vi chiedo scusa per gli errori commessi in questi anni e per le scelte che insieme agli altri protagonisti abbiamo preso erroneamente e in taluni casi volutamente. La situazione odierna è difficile, siamo nella cacca e quindi con molta umiltà chiedo consigli e mi adeguo alle soluzioni migliori per uscire dal tunnel per il bene della nostra comunità”. Invece Ceccuzzi,nella convinzione miope che la gestione della politica e della città passi attraverso l’accordo con Luigi Berlinguer-Mazzoni della Stella-Brandani, l’agenzia Robespierre, l’economista Giulio “Guido” Carli e il pentapoltronato Alessandro Piazzi, si è immedesimato nel ruolo che meno gli si addice: quello del discontinuatore. Più che di un sindaco l’intervista del Ceccuzzi sembra quella del segretario del partito. I segretari del partito sulla carta però sono altri e un sindaco per determinare la propria volontà non utilizza i giornali, ma gli atti formali dell’ente che rappresenta. Gli atti formali non si sono visti: si scorge solo una strategia, perdente, ma ben precisa. Quelli dell’opposizione si sono fatti ammaliare dalle “belle parole” e dall’interno del PD e dai partiti di maggioranza solo “strani silenzi”. Il rumore e gli scontri sono tutti sotterranei e passano attraverso “dico dico e non dico” e riunioni di correnti in contrapposizione perenne. Ma quale discontinuità. Ci crede solo il consigliere di opposizione Corradi e forse lo stesso aveva già intuito prima del voto elettorale che il suo destino sarebbe stato quello del “co-discontinuatore” insieme al Ceccuzzi e quindi non era necessario ottenere un buon risultato elettorale. In questo momento è in atto uno scontro tutto politico per sopravvivere sotto le macerie facendo soccombere altri. Di questo si tratta: il sistema è fallito e il risultato sono solo disastri, perdita di credibilità e crisi economica strutturale. La città non ha bisogno di guerre tra bande ma di una sana e urgente presa di coscienza da parte di chi guida le istituzioni per ricostruire un tessuto connettivo tra tutti gli attori della vita politica,culturale ed economica della città e della provincia. I sogni di gloria del Ceccuzzi e le mire restauratrici del gruppo dei fedelissimi di Luigi Berlinguer sono in antitesi con il bene supremo della comunità. Fermatevi e interrompete questo gioco al massacro sula pelle dei cittadini: chi ha sbagliato si assuma le proprie responsabilità. E non fate finta che le inchieste giudiziarie non esistano. Ceccuzzi ha un bel modo di discontinuare. Erano mesi che discuteva con Mussari e Mancini sulla nomina dell’amministratore delegato: dovevano nominarlo subito, ma il piano non ha funzionato. Per nominare subito l’amministratore delegato si doveva dimettere un membro del cda della banca proprio per lasciare il posto nel consiglio all’amministratore; però il consigliere di amministrazione che secondo le “volontà” del Ceccuzzi si doveva dimettere non ha accolto l’invito. Quindi la nomina dell’amministratore delegato è rinviata alla scadenza di primavera. Un vero piano di “discontinuazione”!! Così come di “discontinuazione” è stato l’impegno dello stesso Ceccuzzi per far nominare Pieri alla carica di Provveditore della fondazione MPS; una nomina che Ceccuzzi ha deciso insieme a Enrico Totaro (ex Fisac, già direttore Mps a Firenze e amico dello stesso Pieri).E a tal proposito, un gossip natalizio, ci dice che per il futuro cda della banca il Ceccuzzi intende far nominare lo stesso Enrico Totaro al posto dell’uscente Fabio Borghi. Sempre per la famosa legge della “discontinuità”. Del resto la “discontinuità ceccuzziana” consiste nel riempire le caselle di fedelissimi senza nessun cambio di rotta o strategie positive per rilanciare la città e le sue istituzioni. La fretta ceccuzziana di mandare via Mancini dalla fondazione è determinata da due necessità politiche: consegnare al vice sindaco Marzucchi e a Luigi Berlinguer la “testa” dei fratelli Monaci e prendere in mano la fondazione subito in modo da decidere le nomine della banca per la scadenza di primavera. Questa è tutta la “discontinuità” del Ceccuzzi. In parole povere: il canto del cigno.
A proposito di discontinuità e rigore gestionale: il Ceccuzzi in campagna elettorale aveva dichiarato che “la massoneria è moralmente ed eticamente incompatibile con l’iscrizione al partito”. Mentre per il Ceccuzzi, l’indagato David Chiti, il rettore irregolare Riccaboni e il pensare di nominare Andrea Milani (già responsabile di un forum della campagna elettorale del Ceccuzzi e fondatore di un’associazione insieme all’assessore alla cultura Cresti) alla presidenza della Fondazione del Santa Maria della Scala, rientrano nella piena moralità e nel segno della discontinuità. Canta che ti passa.
Maestro James
Scoppia il caso del ministro Profumo. Il Presidente Monti revochi la delega di ministro a Francesco Profumo
Gennaio 8th, 2012 — Note redazionali
I giovani, le eccellenze, l’Europa, il merito, la trasparenza, il rigore contro le cricche: tutti i propositi del governo tecnico (??) presieduto da Mario Monti. Tutto questo è compatibile con la presenza nel governo di Francesco Profumo? Alla luce di quanto sta venendo fuori ci sentiamo di dire di no, visto e considerato che al Miur dire che c’è stato un cambio della guardia è una presa di giro. Scherziamo? Profumo è stato nominato presidente del CNR dalla celebre fisica Maria Stella Gelmini, la stessa che affida i dipartimenti per l’apprendimento musicale agli stiglianesi i quali, per tutto ringrazio, tramano insieme ad altri funzionari per mettere rettori abusivi qua e là.
Poi:
“Nel mese di novembre 2011 l’allora ministro dell’Università Maria Stella Gelmini aveva comunicato la classifica di merito delle Università italiane: al primo posto il Politecnico di Torino, seguito da Venezia Cà Foscari, Trento, Pavia; Roma Sapienza era al 34mo posto (su 50). La classifica è usata per determinare le quote premiali del Fondo di Finanziamento Ordinario, quello che serve per pagare gli stipendi o la manutenzione edilizia“.
L’attuale ministro dell’Università è il Prof. Francesco Profumo, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (nominato dal ministro Gelmini) ed è stato Rettore del Politecnico di Torino. Entrambe le cariche al CNR e al Politecnico sono incompatibili con quella di ministro e pertanto le sue dimissioni sono prossime. Ciò che sta accadendo al poveruomo è che da ministro si trova costretto, immagino con grande imbarazzo, a premiare per merito l’Università di cui è stato (e fino alle nuove elezioni è ancora formalmente) Rettore. Università fra l’altro che è in condizioni finanziarie letteralmente disastrose.
Sempre al Politecnico di Torino svolgeva attività la famosa condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro, oggi direttore amministrativo dell’università di Siena, diventata tale dopo i famosi intrallazzi tra Riccaboni e quel Tomasi del ministero; sempre al Politecnico ci trovate il docente di metallurgia Donato Firrao (amico della Fabbro) padre dell’ex sostituto procuratore di Siena Francesca Firrao. A questo proposito riformuliamo la solita domanda: che fine ha fatto il fascicolo sequestrato dai carabinieri sulla selezione del direttore amministrativo dell’università di Siena e come mai durante la permnenza a Siena della dott.ssa Firrao le inchieste guarda caso sull’università sono andate a rilento?
La Gelmini aveva vincolato il decreto di nomina alle conclusioni (evidenziamo: conclusioni) delle indagini e quindi il ministro Profumo è obbligato ad annullare il decreto, pena omissione di atti di ufficio. Per farglielo capire a questo Profumo riteniamo urgente presentare nelle procure di competenza un bell’esposto per omissione di atti di ufficio.
Siamo curisi di capire dopo 4 anni dall’apertura dell’inchiesta sul buco dell’ateeno quando intendono far partire questi benedetti processi.E soprattutto che cosa aspetta chi di dovere a ristabilire la legalità dentro l’università di Siena allontanando con la forza della legge un rettore eletto irregolarmente e che intrallazzava con la società Astrea srl.??
Nel frattempo il dossier Profumo e tutta questa squallida vicenda di dissesto e di illegalità sarà recapitata alla commissione europea e al Presidente della Repubblica.
Tutti quelli che protestavano e scendevano in piazza contro la Gelmini che fine hanno fatto’? Il ministro Profumo non è altro che la copia intelligente, ma altrettanto dissestante del suo predecessore. La linea politica e la tutela della cricca dei baroni universitari è la medesima.