Siamo circondati dai Kazaki!!! Luigi Bisignani vs Alessandro Profumo (alcuni estratti del libro “L’uomo che sussurra ai potenti”)

Abbiamo convocato una conferenza stampa con i giornalisti kazaki ma in attesa della conferma della data pubblichiamo senza alcun commento redazionale estratti delle domande a Luigi Bisignani dal libro “L’uomo che sussurra ai potenti”, da non confondere con il film “L’uomo che sussurrava ai cavalli”. Costamagna aveva capito subito che Capitalia necessitava di un compratore. Risponde Bisignani: <Sei mesi, non di più> fu la sua condizione. Costamagna aveva un grande rapporto con Profumo, che conosceva quando il numero uno di Unicredit era solo un cassiere. E Profumo sapeva che Capitalia era per lui l’ultima spiaggia, dopo aver fallito il matrimonio con Société Générale, per fronteggiare lo strapotere di Intesa che si stava sposando con Sanpaolo e Banco di Napoli. Ma diffidava di Geronzi. C’era anche la Banca d’Italia che lo tirava per la giacca, spingendo perché facesse quel matrimonio con Roma. Risponde Bisignani: Costamagna sondò il suo amico e si convinse che l’operazione si poteva fare,ma a una condizione:che i tempi fossero velocissimi.Non quelli lunghi che Profumo e Geronzi avevano appena abbozzato nei loro incontri. Come fece Geronzi a convincere il consiglio d’amministrazione? Risponde Bisignani: Solo utilizzando l’unica delega che possedeva, quella per le strategie. E fu a quel potere che si attaccò per far passare l’operazione. (saltiamo due domande per non farla troppo lunga). Così alla presidenza della milanesissima Mediobanca ci finì un banchiere romano. Risponde Bisignani: Ma i rapporti tra Geronzi e Profumo si deteriorarono velocemente. Un primo colpo venne dall’insensata guerra che nei primi del 2008 Profumo scatenò contro Mancuso, presidente del Banco di Sicilia, controllato da Capitalia, che tanto aveva fatto per favorire la fusione con Unicrediti, soprattutto convincendo un diffidentissimo Salvatore Cuffaro, allora governatore della Regione Sicilia, e importante azionista. E che fece Profumo? Risponde Bisignani: Spedì a Palermo come atto di ostilità un suo proconsole, Roberto Nicastro. E questi si attivò per spingerlo alle dimissioni, senza neppure aspettare l’assemblea di aprile che avrebbe rappresentato la scadenza naturale del suo mandato. (saltiamo un’altra domanda) Mi parli della resa dei conti che determinò il siluramento di Profumo alla fine del 2010. Risponde Bisignani: L’organizzazione del nuovo colosso Unicredit sembrava impazzita,con tanto di settori e divisioni che non solo non interagivano, ma si facevano guerra aperta. In più gli azionisti avevano cominciato a mettere in discussione le acquisizioni fatte da Profumo in Ucraina e in Kazakistan. Quest’ultima anche con il malumore di azionisti di peso come Luigi Maramotti e Leonardo Del Vecchio. (saltiamo altre due domande) Mi perdoni, ma non è che per la proprietà transitiva se le era simpatico il suocero doveva nutrire lo stesso sentimento anche per il banchiere suo genero. Risponde Bisignani: Abbandonato dalla Banca d’Italia, da gran parte dei suoi amici e praticamente dal suo consiglio con l’eccezione di Salvatore Ligresti e dell’economista Lucrezia Reichlin, la notte del 21 settembre 2010, tra un’interruzione e l’altra, si arrivò al suo dimissionamento. Ancora oggi Profumo ignora che, per quanto riguarda i soci libici, essi acconsentirono alla sua defenestrazione, ma a una condizione: che gli venisse riconosciuto per la liquidazione il massimo compenso possibile. Si decise per quaranta milioni di euro.

Intervista a tutto tondo con un ex ufficiale in pensione dei servizi segreti dell’ Uzbekistan

Ovviamente per motivi di riservatezza il colonnello(omissis) nome e cognome per questioni di protocollo) non tratterà di materie inerenti il suo paese e dell’attività svolta.Il colonnello vive la sua pensione in una località italiana.

D) Colonnello(omissis) come giudica l’affaire Kazako?

R) Ho pochi elementi a mia disposizione per tracciare un quadro ipoteticamente credibile;mi baso sulle risultanze delle notizie lette sui giornali, leggendole con gli occhi di chi conosce certi meccanismi e il Kazakistan. Riscontro molte anomalie e diverse discrepanze tra il racconto della vicenda e la vicenda stessa. Ci sono molti interessi in ballo e il ruolo con le banche del sig. non credo sia secondario in questa vicenda. Suggerirei al ministro Bonino di convocare l’ambasciatore del Kazakistan in Italia per richiedere delucidazioni e sempre lo stesso ministro dovrebbe chiedere al collega inglese di convocare l’ambasciatore del kazakistan in Inghilterra.Magari partendo dai colloqui con i Kazaki forse potrebbero capire cosa sia successo invece in Italia in merito a tutta questa vicenda.

D) Colonnello(omissis) come valuta il nuovo corso del vaticano sotto la guida di Papa Francesco?

R) I gesuiti sono una potenza mondiale;non sono uno Stato ma sono una potenza negli Stati.Dalla dimensione religiosa del loro percorso della storia dobbiamo scindere il rapporto tra la loro missione di chiesa nella chiesa e la sfera economica.Papa Francesco sta imprimendo una svolta nella gestione dello Ior,cercando di “stanare” i peccatori che hanno abbandonato il Dio dell’evangelizzazione per sporcarsi le mani con il dio denaro.E Bergoglio è forte perché è un gesuita e la pulizia nello Ior ci sarà senza omissioni.E credo che questa onda nuova possa far bene alle varie inchieste della magistratura italiana che si intrecciano con uomini e vicende legate allo Ior.Anche nell’inchiesta MPS fu ascoltato come testimone Gotti Tedeschi.

D) A proposito dell’inchiesta MPS come ha valutato la decisione del tribunale di Siena di rigettare la richiesta di sequestro per Nomura?

R) Fossimo stati in parti ribaltate un qualsiasi tribunale giapponese non avrebbe esitato un attimo a sequestrare le somme a MPS.Ma forse la Cassazione potrebbe riconsiderare,con i codici alla mano,la richiesta dei pm.L’inchiesta su MPS-Antonveneta credo sia talmente enorme e con tante implicazioni che necessiterebbe di maggiore collaborazione da parte dei giudici nei confronti dei pm.Sensibilizzare in tal senso sarebbe opportuno e ci guadagnerebbe lo Stato e la richiesta di verità che in tanti attendono da troppo tempo.

D) E di Alessandro Profumo cosa ci dice?

R) Non ho molta simpatia per i banchieri;questa domanda eventualmente giratela a qualche kazako.

Cari amici e care amiche un abbraccio. Colgo l’occasione per salutare, ringraziare e porgere i miei omaggi alla nuova redazione di Fratello Illuminato.

Bastardi-senza-gloria-Vorrei tornare, sull’onda delle parole dette dal sig. Fiorenzani, sull’argomento degli orgiastici e dei pervertiti, ma non in senso polemico o voyeuristico, bensì per sfruttare la cosa in senso positivo. Più volte il sindaco sig. Valentini ed il  vice sig. Mancuso, hanno giustamente richiamato la popolazione ad essere propositivi ed a scrollarsi di dosso questa patina di pessimismo e cercare di fare con quello che abbiamo. Bene, cari signori e signore, voglio raccogliere tale invito e quindi vado a proporre la mia idea. Vorrei mettere in atto tutti quegli strumenti, a livello di programmazione turistica, perché a Siena venga istituito un percorso sui luoghi orgiastici, così da richiamare tutti coloro che sono appassionati di questo genere di cose. Ovviamente tutto dovrà avvenire, per quanto riguarda l’allestimento della struttura, vale a dire personale di accompagnamento guide e quant’altro, in maniera trasparente e professionale. Quindi mi rivolgo a chi ha (beato lui o lei) esperienza in tali conoscenze ed a chi conosce i luoghi dove si sono consumate tali pratiche (orgiastiche), di farsi avanti e spedire i propri curricula ed in base a questi essere scelti. Avanti forza!! Non esistono solo i posti in fondazione, c’è anche il settore turistico che offre tante opportunità. Qualche giornalista, esperto di itinerari, potrebbe poi coadiuvare il tutto con la stesura di una guida tipo “itinerari orgiastici”, così da accompagnamento ed a futura memoria.
Confido quindi in questa unione di sforzi per un rilancio della nostra città.
Sempre vostro.

Bastardo Senza Gloria

Rispetta la sentenza del giudice e sistema il salario per tutti!!! Prima o poi, invece di baloccarvi con classifiche relative al 2004-2010, lo levate dal rettorato l’abusivo o no?

Accadono solo in Italia certe storture istituzionali. Al ministero lo sanno che il Criccaboni e la condannata Ines Fabbro sono stati condannati dal giudice del lavoro a pagare il salario accessorio ai dipendenti e che tutto questo casino combinato dai due geni comporterà anche un danno erariale (che – ricordiamolo – personale)? Che cosa aspetta la Corte dei Conti e anche la magistratura ad intervenire nei confronti di questi due distruttori di università? Ma quale classifica e quale risanamento: la classifica è del periodo precedente ai due geni e riguarda solo la ricerca (i prodotti della ricerca e della didattica, ad essere precisi) e il risanamento lo racconta il maestro del groviglio. Pagate il dovuto a tutti e dimettevi!!! Come mai i taglia nastri invece di scrivere comunicati non intervengono su questa vicenda e i membri del cda dell’ateneo pensano di essere seduti in spiaggia?

Depositate l’azione di responsabilità per tutti i membri della deputazione della fondazione MPS:fuori i verbali per verificare chi era presente con voto favorevole nella deputazione per gli aumenti di capitale proposti da Mussari. Chi è nella deputazione in scadenza non sia nominato nella nuova. E almeno due assessori della giunta Valentini si dovrebbero dimettere

Non conosciamo i tempi della chiusura della mega inchiesta su Antonveneta e su quel famoso fresh del 2008; non sappiamo. A naso riteniamo valida la proposta di depositare gli atti per avviare l’azione di responsabilità nei confronti dei membri della deputazione uscente della fondazione MPS e a tal proposito consideriamo il documento tardivo dei deputati della deputazione generale un inutile tentativo per salvaguardarsi dalle eventuali responsabilità. Tirate fuori i verbali della deputazione relativi alle votazioni di atti che hanno compromesso e dissipato il patrimonio della fondazione cosi verificheremo chi era presente e come ha votato,soprattutto in merito agli aumenti di capitale proposti dal Mussari. E non nominate nella nuova deputazione coloro che fanno parte di quella uscente. Il vento del cambiamento arriva anche dal Vaticano, con Papa Francesco che soffia forte. Nella curia di Siena avvertono questo vento? Nel contempo dovrebbero dimettersi almeno due assessori della giunta Valentini: Paolo Mazzini (ex membro della deputazione generale) e Tiziana Tarquini (ex membro del cda di MPS Immobiliare.Su questo argomento ci ritorneremo sopra con un articolo specifico).

P.S. Nei prossimi giorni pubblicheremo un estratto del libro di Bisignani.

Il taglia nastri e il vice taglia nastri ripartono dalla gestione megalomane del passato:confondono la realtà con le classifiche e i premi.Lo stesso modus operandi di Piero Tosi e Mussari

Seguite il parallelismo: mentre dissestavano l’università e la banca sui giornali pubblicavano classifiche trionfanti,premi ottenuti e interviste esaltanti l’operato di Tosi e di Mussari. Dopo qualche anno tutti avete toccato con mano i disastri che erano stati nascosti con gli slogan e il servilismo di diversi giornalisti. Ora ricominciano. Non più Tosi e Mussari ma il taglia nastri (Bruno Valentini) e il suo vice taglia nastri (Fulvio Mancuso):io qui, io ieri, io domani, io come, io posso, io bravo e ancora, vice-io qui, vice-io ieri, vice-io domani, vice-io come, vice-io posso, vice-io bravo. Tra facebook e comunicati stampa comunicano al mondo intero meravigliosi pensieri e incantevoli paesaggi. E i fatti? Non ci sono e non sono in grado di produrli. L’ultima dei due taglia nastri è il comunicato privo di aderenza alla realtà che hanno scritto per complimentarsi con il loro amico Riccaboni. Un comunicato forse ispirato anche dal politologo che siede nel cda e che dopo le elezioni comunali è ritornato uno stretto collaboratore del Riccaboni. Forza fatevi prendere in giro come nel passato cari cittadini. Premesso che l’università va aiutata e valorizzata ma non con le classifiche (che tra l’altro sono relative al 2004-2010. Mancuso poteva informarsi prima di scrivere o no, magari dal Minnucci) ci chiediamo su quali basi,considerato il dissesto, i problemi di bilancio attuali, le condanne del giudice del lavoro e la distruzione sistematica della didattica, i due taglia nastri hanno emesso quel comunicato. Meno boria e più autocritica e ricordatevi che la cultura come l’economia non si sviluppano con i giri in bicicletta o con la filosofia sulla bacheca facebook. Perchè non scrivete nero su bianco la situazione contabile,didattica e i problemi in essere dell’ateneo? Vi sfidiamo a pubblicare insieme al vostro amico economista Criccaboni questi dati e velocemente. E magari Mancuso chieda tra i colleghi come sarà la didattica nel 2014 fino al 2018. Siamo anche in attesa della costituzione del Comune come parte civile nel processo contro Tosi e Bigi.
Io, io,io,io …io tu e le rose..con le spine…

p.s. Prima dei taglia nastri era intervenuto il giornalista-candidato, il mentore del groviglio per scrivere questo: “E pensare che da quando è stato eletto rettore Angelo Riccaboni non sono mancate le critiche pesantissime, spesso offensive e anonime.” Aggrovigliati uniti!!!

Lo statista di Bientina al PIT-Stop e minaccia le dimissioni. I possibili scenari

Il caso del Kazako rischia di rubare la scena al travaglio politico dello statista di Bientina: un caso politico che getta ombre sul ruolo dei cinesi. Vi ricorderte che la precedente redazione di Fratello Illuminato considerava il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi come il moderno Montesquieu di Pontedera; Rossi reagì sui giornali lamentandosi di questo eccessivo sarcasmo rimarcando il dato anagrafico che lui è nato a Bientina. Aveva ragione. Ci sembrava giusto precisarlo: un punto a favore di Rossi contro la precedente redazione. Da oggi è doveroso chiamarlo lo statista di Bientina. Purtroppo il nostro statista, in questi ultimi giorni, vive un travaglio politico importante, talmente forte da costringerlo a minacciare le dimissioni da presidente e mandare tutti nuovamente al voto. Le cancellerie di mezza Europa sono in fibrillazione e la notizia potrebbe spingere gli organizzatori a sospendere il prossimo mondiale di motociclismo. Come molti dei nostri lettori eravamo al mare e tra una nuotatina e un ghiacciolo rinfrescante abbiamo sfogliato il Tirreno (il giornale non il mare) e ci siamo trovati davanti agli occhi il titolo drammatico: ”Rossi minaccia le dimissioni”. Ferie interrotte all’istante e convocazione urgente dell’unità di crisi redazionale. Tra giri di telefonate e inviati della redazione a Firenze, Pisa, Livorno, Roma e Orbetello, ci siamo messi sulle tracce di questo cataclisma politico, per cercare di comprendere una dichiarazione così forte dello statista di Bientina. Alcuni di noi avevano subito pensato a qualche problemuccio in ambito sanitario, altri a un atto di solidarietà con Ceccuzzi; altri ancora a un complotto dei livornesi contro il pisano Rossi. Niente di tutto questo. Il travaglio è dovuto alle prese di posizione contrarie all’approvazione della variante al PIT (piano di indirizzo territoriale) relativo alla pista dell’aereoporto di Firenze. Prese di posizione di alcuni consiglieri regionali del PD: una spaccatura dentro la maggioranza. Rossi favorevole alla pista, i dissidenti contrari. Ed ecco che lo statista di Bientina ha lanciato l’anatema: o votate come dico io oppure mi dimetto e si va tutti a casa. Tra i dissidenti c’è Mattei, consigliere regionale di Prato (un personaggio di spicco del PD) e quindi qualcuno ha ipotizzato che dietro la fronda contro Rossi ci possa essere la mano dei cinesi di Prato. Forse una crisi internazionale tra Cina e Regione Toscana? Probabilmente sono solo illazioni messe in giro dai giapponesi per screditare i cinesi. Resta il fatto che lo statista di Bientina non ha i numeri per approvare la variante e quindi: dimissioni, rimpasto di giunta e nuova maggioranza in seno al consiglio regionale o ricucitura con i dissidenti? Vedremo. Nel frattempo un primo salvagente nei confronti di Rossi è arrivato dall’esponente del PDL Altero Matteoli (se qualcuno scommetteva per questo salvagente vinceva di sicuro, poi loro non fanno inciuci, sì, bona). L’altro scenario potrebbe essere questo: Rossi si dimette, nel frattempo Bruno Valentini si fa nominare presidente di una partecipata del Comune di Siena e poi si candida al posto dello statista di Bientina. Noi abbiamo una proposta: perché il gruppo dirigente del PD e i soccorritori piddiellini non li facciamo salire sul primo aereo (compreso anche Matteo Renzi ) per la Cina per una breve, anzi media o lunga, vacanza? Tra chiacchere e slogan politici la gente perde il lavoro, i dissesti aumentano e lo sviluppo è considerato merce di scambio tra correnti di partito.

Ha fatto più scalpore la tetta che scappa e non il tetto volato via.Cronistoria di un’estate di tetti e “gestioni orgiastiche”

L’ex assessore alle antenne del Comune di Siena e dirigente politico del PD Pierpaolo Fiorenzani, ieri durante il suo intervento in qualità di piccolo azionista di MPS, ha rivelato una sua ricostruzione delle passate gestioni della città affermando testualmente “non vi dimenticate che in questi ultimi anni gli orgiastici e i pervertiti hanno gestito questa città”.Purtroppo questa nuova redazione non può avvalersi del giornalismo d’inchiesta della signora Ester Cicala e quindi siamo in grosse difficoltà ad approfondire le rivelazioni dell’ex assessore alle antenne.Certo che le parole del cattolico praticante Fiorenzani successive a quelle del sindaco “taglia nastri” che ha affermato che c’era una “banda di delinquenti” stanno mettendo in grosse difficoltà il lavoro d’inchiesta dei blog e ci superano nel fraseggio etichettante le passate gestioni. A questo punto ci sorge un dubbio: ma negli ultimi anni, in base alle affermazione dei due esponenti del PD, chi governava le istituzioni senesi: gli “orgiastici” e la “banda di delinquenti”? Prima o poi si chiariranno queste rivelazioni.
Ma ieri invece quella che doveva essere la notizia bomba del giorno, ovvero l’abolizione del tetto del 4% nell’assemblea di MPS,è stata accolta timidamente dal mercato e quasi con noia dai giornali. Mentre a suscitato scalpore sui media mondiali la notizia della tetta “scappata” alla cantante americana Amanda Palmer. Il 28 giugno scorso Amanda si è esibita al famoso festival annuale di Glastonbury, in Inghilterra e durante l’esibizione una tetta è scappata dal reggiseno. Tutti scatenati a fotografare l’evento della fuga e quella immagine della tetta fuggiasca ha fatto il giro del mondo. Chissà Mancini se fosse stato presente al concerto cosa avrebbe dichiarato; forse “ non sono complice sono stato ingannato”. Fortunatamente la tetta è rientrata al suo posto mentre il tetto di MPS è volato via. Alla prossima assemblea tutti con l’ombrello!!
P.S. Ci siamo letti i nomi di coloro che hanno presentato la domanda per le nomine della fondazione MPS. Fatti salvi alcuni validi professionisti e docenti in pensione,se nell’ipotesi sciagurata molti di quelli che hanno presentato domanda venissero nominati,forse conviene chiuderla direttamente la fondazione e nella sede organizzare delle gestioni “orgiastiche”.

Profumo alle banciate (o novelle crociate)

Partito da Milano per giungere a Siena il cavaliere Alessandro Profumo mai si sarebbe aspettato di intraprendere prima del previsto una guerra contro quel cattivello di usurpatore che corrisponde al nome di “4%”.Al grido di “armatevi e abolite” il cavaliere Profumo cavalca poderosamente verso quel 18 luglio,supportato dalla tv di stato canale 3 e precisamente dall’esperto di cavalli e banche Franco Masoni,quando al cospetto di azionisti rumorosi ma poco efficaci abolirà il cattivello “4%”.I suoi valorosi scudieri,Gabriello da San Gimignano e Bruno da Monteriggioni, eseguiranno il compito loro assegnato senza batter ciglio; e senza capacitarsi del perché il cavaliere Profumo ha innescato la quinta crociata,o meglio definita,la banciata.Nella giornata di ieri,infatti,Profumo ha ribadito il suo concetto alquanto fantasioso “con il mantenimento del 4% portano via la banca”.Chi ci sarà mai dietro questo cattivello del 4%,forse il mago Silvan,i predoni del Kazakistan o i trasportatori non autorizzati di palazzi storici? Cerchiamo di capirci meglio:se abolite il 4% la banca resta a Siena se il 4% resta la banca va via da Siena.Forse Profumo voleva dire l’opposto ma le dichiarazioni sono dichiarazioni e quindi sarebbe opportuno che qualche azionista il giorno 18 luglio ponesse il quesito al sig. Profumo chiedendo di verbalizzare la risposta:in base a quale criterio e chi,soprattutto,porterebbe via la banca se non aboliamo il 4%?O è troppo diffamante questa domanda?
Effettivamente,tra giornalisti pigri e altri proni,l’opinione pubblica non ci sta capendo quasi niente della discussione del 4%;anzi qualcuno sospetta che questo 4% è un parente della banda del 5%.Niente di tutto questo.Ecco in realtà in cosa consiste: a parte la Fondazione Mps, un socio ha un diritto di voto al massimo del 4%, anche se detiene una quota di capitale superiore. A rigor di logica quindi abolire il 4% è un passaggio doveroso per una società per azioni quotata in borsa.E su questo concordiamo.La questione,o meglio le questioni,a nostro avviso sono altre e specificatamente due:i tempi e il percorso da seguire.E non esiste nessuna imposizione legislativa o da parte delle autorità italiane o europee che impongono l’abolizione del 4%.Se qualcuno è in possesso di un documento nel quale ci trovate scritto “siete obbligati in base alla legge o direttiva.etc.etc. di abolire il tetto” lo tiri fuori e prima dell’assemblea,altrimenti attenetevi alla dimensione reale della questione e ai testi di legge in materia bancaria.Qui invece siamo in presenza di una forzatura da parte di Profumo che gioca con i suoi tempi e approfitta della debolezza della politica locale e nazionale e approfitta soprattutto di vertici della fondazione colpevoli dei danni del passato e non in grado di imporsi nei confronti del cavaliere Profumo.ma approfitta anche della sponda che una parte del PD offre per abolire subito il tetto del 4% e di un sindaco che non ha potere decisionale e non ha un ruolo all’interno delle dinamiche dei poteri.A Siena ci risiamo con un uomo solo al comando:prima c’era Mussari oggi Profumo.E infatti i protagonisti del groviglio che un tempo omaggiavano Mussari oggi li ritrovi ad omaggiare Profumo:l’elogio sperticato nei confronti di Profumo da parte del conduttore della “tv di stato” Franco Masoni conferma il tutto.Forse lo fanno all’insaputa di Profumo ma stranamente chi oggi omaggia il president sono gli stessi che da mesi portano avanti la tesi che “le inchieste giudiziarie finiranno in una bolla di sapone”,quasi una sorta di delegittimazione dell’operato della magistratura senese e del lavoro del Nucleo valutario della Guardia di Finanza.E forse sperano che con un solo uomo al comando,un domani,possono ricominciare con quel groviglio che negli ultimi anni ha dissipato miliardi di euro.
E anche vero che la situazione della banca va stabilizzata visto che le passate gestioni hanno pensato bene di raderla quasi al suolo(economicamente parlando).Facciamo a tal proposito una proposta di percorso per stabilizzare la banca,con uno schema preciso.
1) Dimissioni di Profumo dalla presidenza della banca; a garanzia dell’operatività della stessa e a garanzia per Bankitalia e per il mercato è sufficiente la presenza del dott. Viola.Per la presidenza individuate una figura estranea ai soliti giri e che non abbia ambizioni da banchiere d’assalto.
2) Rinnovare la deputazione della fondazione MPS e impedire le nomine nella nuova deputazione dei membri attuali e sostituire direttore generale della fondazione.
3) La nuova fondazione dopo un’ampia e trasparente valutazione con la città individui in stretto contatto con bankitalia un socio autorevole e non speculativo per la banca e a quel punto stringere un patto di sindacato e quindi abolire il tetto del 4%.

p.s. Nel frattempo il consiglio comunale approvi una mozione per valutare l’azione di responsabilità nei confronti dei membri della deputazione della fondazione MPS.

Il taglia nastri (Bruno Valentini): evoluzioni di parole in libertà

Quel torcinaso al Valentini è un gesto da condannare perché le mani si tengono in tasca o comunque ferme. Chiarito questo evitiamo di prenderci noi il torcicollo. Perchè a star dietro al nuovo “taglia nastri” (sostituisce il Mancini) il rischio è alto. Oggi a dar spazio al “taglia nastri” ci pensa Andrea Greco su Repubblica, intervistandolo sempre con il solito vizio di certi giornalisti: mai domande “pericolose” e mai puntualizzazioni rispetto alle fantasiose dichiarazioni rilasciate dagli intervistati. E nelle evoluzioni delle parole in libertà del taglia nastri di fantasiose dichiariazione ne troviamo a quintali. Partiamo con ordine sparso.
1) “La banda di delinquenti”. Il taglia nastri riferendosi alla vecchia gestione della banca ha parlato di veri e propri delinquenti ma purtroppo non ha fatto nomi e cognomi e certe affermazioni senza contestualizzarle con fatti e nomi hanno solo il sapore del populismo che tende a nascondere la pochezza politica di chi le pronuncia. Qualcuno però durante il periodo “dei delinquenti” ha beneficiato di incarichi e nomine e alcuni di questi fanno parte del raggruppamento del Valentini all’interno di quel paradosso che si chiama “Siena Cambia”. In particolare il vice-sindaco Mancuso che non risulta aver rifiutato mai la nomina che Mussari affidò lui nel cda di MPS leasing o ancor prima la moglie di Mancuso occupava la poltrona nella deputazione di MPS fino a fare l’assessore di Ceccuzzi. E nessuno ricorda il Valentini con il cartello al collo che urlava contro l’acquisto di Antoneventa. Però “Siena Cambia” è servita e sta servendo ad alcuni opportunisti della politica per occupare quei ruoli per camminare con il distintivo del tipo “io sono uno che conta”( si conta le macerie che avete lasciato!!)
2) “La classifica degli atenei”. Il taglia nastri utilizza molto facebook per le sue evoluzioni fantasiose e oggi ha riservato una chicca per parlare dell’ateneo guidato dal suo amico Riccaboni (amicizia che parte da lontano..). Una piccola cronistoria: nella classifica per la ricerca il nostro ateneo è risultato primo ma la classifica è relativa al periodo 2004-2010, quindi prima dell’arrivo del Riccaboni. Prima è stato lo stesso Riccaboni, poi i suoi cultori e subito sopo il taglia nastri: tutti hanno fatto passare il messaggio che il merito è degli attuali vertici e che le condizioni economiche e didattiche dell’ateneo sono migliorate. Forse è il caso di smetterla con queste evoluzioni fantasiose (per non definirle con senso compiuto, delle vere e proprie cazzate!) Sulla questione vi suggeriamo la lettura dell’articolo dal Senso della misura http://ilsensodellamisura.com/2013/07/17/fummo-eccellenti-ma-senza-interventi-sulle-reali-storture-non-restera-quasi-nulla-delle-glorie-passate-delluniversita-di-siena/
3) “Il 4%”. E qui le cazzate raddoppiano. Nell’intervista al giornalista Greco (Andrea e non di origine greca) il taglia nastri afferma che era contrario ad abolire in questo modo il tetto del 4 % ma ha deciso di farlo abbattere perché sono arrivate direttive dal Fondo Monetario Internazionale,dalla UE (e ci stava bene dire che le pressioni erano arrivate anche dall’ONU). La megalomania politica (citazione dal sito Sunto) del taglia nastri è oltremodo fastidiosa. Ma quali direttive e imposizioni: avete votato perché siete succubi di Profumo e non avete in mano nessuna idea per gestire le dinamiche della fondazione e della banca.
Al prossimo taglio del nastro, il taglia nastri vi svelerà l’ultimo segreto di Fatima. Per quella occasione intervistatelo a reti unificate con tanto di maxischermo ubicato al “solito posto” (dove s’incontravano Riccaboni e Tosi).