Il taglia nastri (Bruno Valentini): evoluzioni di parole in libertà

Quel torcinaso al Valentini è un gesto da condannare perché le mani si tengono in tasca o comunque ferme. Chiarito questo evitiamo di prenderci noi il torcicollo. Perchè a star dietro al nuovo “taglia nastri” (sostituisce il Mancini) il rischio è alto. Oggi a dar spazio al “taglia nastri” ci pensa Andrea Greco su Repubblica, intervistandolo sempre con il solito vizio di certi giornalisti: mai domande “pericolose” e mai puntualizzazioni rispetto alle fantasiose dichiarazioni rilasciate dagli intervistati. E nelle evoluzioni delle parole in libertà del taglia nastri di fantasiose dichiariazione ne troviamo a quintali. Partiamo con ordine sparso.
1) “La banda di delinquenti”. Il taglia nastri riferendosi alla vecchia gestione della banca ha parlato di veri e propri delinquenti ma purtroppo non ha fatto nomi e cognomi e certe affermazioni senza contestualizzarle con fatti e nomi hanno solo il sapore del populismo che tende a nascondere la pochezza politica di chi le pronuncia. Qualcuno però durante il periodo “dei delinquenti” ha beneficiato di incarichi e nomine e alcuni di questi fanno parte del raggruppamento del Valentini all’interno di quel paradosso che si chiama “Siena Cambia”. In particolare il vice-sindaco Mancuso che non risulta aver rifiutato mai la nomina che Mussari affidò lui nel cda di MPS leasing o ancor prima la moglie di Mancuso occupava la poltrona nella deputazione di MPS fino a fare l’assessore di Ceccuzzi. E nessuno ricorda il Valentini con il cartello al collo che urlava contro l’acquisto di Antoneventa. Però “Siena Cambia” è servita e sta servendo ad alcuni opportunisti della politica per occupare quei ruoli per camminare con il distintivo del tipo “io sono uno che conta”( si conta le macerie che avete lasciato!!)
2) “La classifica degli atenei”. Il taglia nastri utilizza molto facebook per le sue evoluzioni fantasiose e oggi ha riservato una chicca per parlare dell’ateneo guidato dal suo amico Riccaboni (amicizia che parte da lontano..). Una piccola cronistoria: nella classifica per la ricerca il nostro ateneo è risultato primo ma la classifica è relativa al periodo 2004-2010, quindi prima dell’arrivo del Riccaboni. Prima è stato lo stesso Riccaboni, poi i suoi cultori e subito sopo il taglia nastri: tutti hanno fatto passare il messaggio che il merito è degli attuali vertici e che le condizioni economiche e didattiche dell’ateneo sono migliorate. Forse è il caso di smetterla con queste evoluzioni fantasiose (per non definirle con senso compiuto, delle vere e proprie cazzate!) Sulla questione vi suggeriamo la lettura dell’articolo dal Senso della misura http://ilsensodellamisura.com/2013/07/17/fummo-eccellenti-ma-senza-interventi-sulle-reali-storture-non-restera-quasi-nulla-delle-glorie-passate-delluniversita-di-siena/
3) “Il 4%”. E qui le cazzate raddoppiano. Nell’intervista al giornalista Greco (Andrea e non di origine greca) il taglia nastri afferma che era contrario ad abolire in questo modo il tetto del 4 % ma ha deciso di farlo abbattere perché sono arrivate direttive dal Fondo Monetario Internazionale,dalla UE (e ci stava bene dire che le pressioni erano arrivate anche dall’ONU). La megalomania politica (citazione dal sito Sunto) del taglia nastri è oltremodo fastidiosa. Ma quali direttive e imposizioni: avete votato perché siete succubi di Profumo e non avete in mano nessuna idea per gestire le dinamiche della fondazione e della banca.
Al prossimo taglio del nastro, il taglia nastri vi svelerà l’ultimo segreto di Fatima. Per quella occasione intervistatelo a reti unificate con tanto di maxischermo ubicato al “solito posto” (dove s’incontravano Riccaboni e Tosi).

1 comment so far ↓

#1 kutuzov on 07.18.13 at 20:55

fantastica l’esegesi del Gran Maestro del Groviglio Armonioso: “La tanto bistrattata università di Siena è la migliore d’Italia”, alé! Ma non ce l’hanno il senso del ridicolo?