Riceviamo e pubblichiamo. Eugenio Neri sulla vicenda dell’Ateneo

neri“In questi anni, la politica ha abdicato al suo ruolo di indirizzo, con un comportamento globalmente passivo, nonostante il tentativo di violazione della legge in atto all’Università”. Eugenio Neri interviene così sulla sentenza emessa oggi dal Tribunale di Siena, che conferma l’illegittimità della sospensione del fondoaccessorio per i dipendenti. “Questa sentenza riporta alla luce un dato di fatto molto importante. Nel tentativo di risanare un pesante deficit di bilancio, l’Università è intervenuta sulle categorie di lavoratori più deboli. A fronte di un debito di circa 200 milioni di euro, si è tentato di reperire risorse dai tagli agli stipendi dei dipendenti. Anzi, di quei dipendenti più vulnerabili”. Un comportamento che secondo il candidato a sindaco sostenuto da liste e movimenti civici è stato “permesso dalla latitanza di una classe politica autorevole. Una classe politica che si è fatta imbrigliare in un rigido schema di potere, rinunciando di fatto al proprio ruolo di rappresentante della comunità”. L’intervento del candidato a sindaco sostenuto da Siena Rinasce, Moderati di centrodestra – Sena Civitas, Fratelli di Siena, e Nero su Bianco si conclude con una proposta. “Chiediamo una presenza stabile,duratura e critica del Comune nel Cda dell’ateneo. Una rappresentanza che potrà porre fine alla passività della classe politica senese, che in questi anni ha lasciato campo libero a chi ha tentato di risanare i bilanci dell’Università sulla pelle dei lavoratori. Non si può permettere che gli errori degli amministratori ricadano in maniera indiscriminata sulle spalle delle fasce più deboli dei dipendenti. Dal Rettore Riccaboni esoprattutto dal Direttore Fabbro adesso ci si attende un’ammissione di responsabilità. In un quadro di crisi, è quanto mai importante ed urgente fare fronte ai problemi del mondo del lavoro. Una Consulta Generale è necessaria per fare in modo che ci sia non solo parità di diritti, ma anche equità di trattamento in situazioni di risanamento dei bilanci delle imprese o delle istituzioni”.

Eugenio Neri candidato alla carica di sindaco

Riceviamo e pubblichiamo da Laura Vigni candidato a sindaco Sinistra per Siena e Siena si Muove

lauraIL TRIBUNALE HA DATO RAGIONE AI LAVORATORI DELL’UNIVERSITA’. ORA PIU’ CHE MAI E’ NECESSARIO CHE IL RETTORE RICCABONI SI DIMETTA

Nella sentenza appena emessa dal giudice Delio Cammarosano del Tribunale di Siena, è stata riconosciuta piena validità alle ragioni dei dipendenti dell’Università di Siena. La sospensione del trattamento economico accessorio è stata giudicata – come i lavoratori hanno sempre sostenuto – illegittima e arbitraria e l’Università è stata condannata a risarcire i lavoratori.
Non era questa la strada per risanare il bilancio dell’Università, messo in ginocchio da un sistema che purtroppo non appare superato, così come è stato ingiusto, ed anche antieconomico, disdire il contratto di appalto dei servizi ai 64 dipendenti della Cooperativa Solidarietà.
Al Rettore, che ha sempre sostenuto la piena legittimità del proprio operato e di quello del Direttore Amministrativo Ines Fabbro, non possiamo che tornare a chiedere il passo indietro che già ritenevamo urgente e necessario alcuni mesi fa, in seguito al rinvio a giudizio di due membri della Commissione Elettorale per la sua elezione a Rettore; sarebbe questa una premessa indispensabile per avviare, davvero, quella fase di risanamento dell’Università di Siena ormai non più rinviabile.

Laura Vigni, candidato Sindaco

Riceviamo e publichiamo da Francesco Giusti candidato di Impegno per Siena

giustinoDopo la sentenza del Giudice del Lavoro, Delio Cammarosano, sul trattamento accessorio, che dichiara cessata tra le parti la materia del contendere sull’oggetto della controversia, a decorrere dall’1/1/2012 e condanna l’Università degli Studi di Siena al pagamento dei lavoratori ricorrenti del trattamento economico, è lecito domandare al candidato a Sindaco Bruno Valentini (sostenuto da molti uomini dell’establishment universitario, fedelissimi di Riccaboni e Fabbro) ed al suo Presidente del Comitato elettorale, l’ex Pro Rettore Minnucci, se sono in grado di giustificare ed avallare l’atteggiamento tenuto dall’attuale Rettore e dal Direttore Amministrativo, arroccati in difesa di una posizione assolutamente ingiustificabile.
Adesso non posso che ribadire, per l’ennesima volta, la necessità di un passo indietro del Rettore Riccaboni, al quale è doveroso chiedere le dimissioni, e, di conseguenza, del Direttore Amministrativo Fabbro. Solo con le dimissioni di Riccaboni e nuove elezioni del Rettore si potrà garantire autorevolezza e legittimità del vertice dell’Ateneo.
Ancora una volta appare chiaro come il candidato a Sindaco del Centro Sinistra, Bruno Valentini, sostenuto, come già detto sopra, da molti docenti universitari a loro volta paladini del duo Fabbro – Riccaboni, non possa rappresentare il cambiamento in Città, ma solo la continuità di quel sistema marcio che ne ha rovinato le Istituzioni. Per il vero cambiamento è doveroso che i senesi comprendano che è necessario votare fuori dal Groviglio e non votare PD.
E’ necessario ricordare che la scelta di voler sospendere il salario accessorio sia stata una decisione unilaterale del Direttore Amministrativo Ines Fabbro e del Rettore Riccaboni, i quali, arroccandosi sulle proprie posizioni, hanno anche fatto condannare alle spese legali l’Università di Siena. Ricordo, a tal proposito, che come Segretario comunale della Lega Nord di Siena ho presentato, in data 21 marzo 2013, una denuncia alla Procura della Repubblica di Siena ed alla Procura presso la Corte dei Conti della Toscana contro il Rettore Riccaboni ed il Direttore amministrativo, chiedendo che venisse attivata un’indagine sulla sospensione unilaterale del pagamento degli emolumenti relativi al trattamento accessorio. Già allora scrivevo: Ciò che è avvenuto all’Università di Siena – vale a dire intervenire in maniera unilaterale – è del tutto arbitrario. L’erogazione del trattamento economico accessorio trova la propria disciplina in disposizioni di legge ed in quel contratto collettivo nazionale che è tuttora vigente”.

Grande vittoria dei dipendenti dell’Ateneo sull’accessorio – Grazie ai grandi avvocati Cassigoli e De Mossi il duo dell’incapacità costretto a pagare anche le spese ai ricorrenti – Quei furbini voltagabbana che sono saltati sul carro Valentini – Cricca dei dissestatori hanno sbagliato clamorosamente i calcoli – A casa i dissestatori!!!

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Fratello Illuminato risponde.

gnoccalt4Fratello Illuminato ha letto con sorpresa quanto scrive lo scudiero di Valentini Fulvio Mancuso a proposito dei blog anonimi, cioè di noi. E’ veramente sorprendente perché in altri tempi, quando faceva comodo qualcuno che cercava (e riusciva, anche!) a disarcionare Ceccuzzi e quando faceva comodo che per beghe accademiche ad alcuni presidenti di comitati elettorali pubblicare attacchi fulminanti sui propri avversari allora la faccia ce l’avevamo. Ora, che per ragioni di biechissima conservazione del potere, si sono accomodati sul carro del Valentini, allora la faccia non ce l’abbiamo più. L’abbiamo persa, ma non abbiamo perso la memoria e neanche la documentazione. Fra l’altro, e veniamo ad una seconda questione, vorremmo proprio sapere dov’è il fango e dov’è il pettegolezzo. Siamo andati difatti a rileggere quanto abbiamo scritto ultimamente e francamente non riusciamo a trovare niente di diffamatorio. Piuttosto, visto che ci siamo, e visto che stiamo parlando di docenti dell’Ateneo e per giunta di uno che ha fatto il prorettore, perché non spiegano alla cittadinanza la posizione del candidato nella loro lista Prof. Guido Sani? Perché non si fanno dire dal Prof. Rossolini e dal Criccaboni come sono andate le cose al momento di assumerlo, cosa ASSOLUTAMENTE vietata, a Siena senza passare dal Consiglio di Facoltà e neanche dal CdA (e per naturale conseguenza neanche dai Revisori dei Conti)? E alla prossima giratina all’ospedale, perché non si fanno spiegare, magari durante un bel brindisi coi pazienti, per cento dei quali a breve si perderanno cento posti letto perché non ci sono soldi,  per quale ragione mai il loro candidato percepisce dall’AOUS 72.000 euro l’anno? Per operare chi? Insieme a chi? A uno degli altri dodici chirurghi? E che corso tiene il Prof. Sani?
E rimanendo in ambito universitario, quando fate le riunioni e vi trovate faccia a faccia con la peggiore risma di dissestatori del globo terracqueo, perché non chiedete a loro a che punto siamo col poderoso risanamento dell’ateneo? Stiamo parlando dell’ottimo candidato Roberto Venuti, ex preside di Lettere e celeberrimo germanista, noto nel portone di casa sua e parte della chiostra, sempre del suo condominio. Stiamo parlando dell’ex candidata a tutto Gabriella Piccinni. Stiamo parlando dell’ottimo Boldrini, sì lui, quello dei libri in onore del gran sultano di Stigliano, cui cominciamo a sospettare che dobbiate qualcosa, libri in cui peraltro appaiono anche vostri saggi. Ma vi pare il caso di parlare di faccia? La nostra ve la sieta opportunamente dimenticata, ma la vostra? Dimenticata anche quella?
Un’ultima considerazione su quanto scrive Mancuso: siamo d’accordo sul fatto che l’anonimato che serve a proteggersi andrebbe dismesso perché sennò non si finisce mai. Però è facile mettere la faccia quando si diventa professori universitari con il beneplacito del capo assoluto Berlinguer ed altrettanto facile mettercela quando si viene nominati nei cda delle partecipate MPS dal gran capo Mussari. Quando si hanno amici così è facile, vero? Amici che naturalmente non sono più tali quando decadono. Ora sono i distruttori. E Valentini è il nuovo. E comunque avete anche altri sostenitori che possono chiarire tante cose. Per esempio: l’ottimo Iantorno. Perché non farsi spiegare che rapporti ci sono con Criccaboni e Fabbro? Soprattutto col primo? Che c’è Iantorno, angelorefenero non ha mantenuto le promesse fatte a cena a Castelnuovo Berardenga?
In ogni caso, visto che siete tutti pregiatissimi giuristi se vi sentite così offesi e siete convinti di non aver pestato una merda fino allo stinco, la Lizza dov’è lo sapete. Potete procedere. Occhio però perché non c’è bisogno di spiegare a cotante illustri menti giuridiche che cos’è una causa temeraria.
Ad majora

La redazione di Fratello Illuminato

* La foto non c’entra un cazzo, ma era per alleggerire.

Ricominciano con il basso groviglio elettorale: Raffaella Senesi (fedelissima di Alberto Monaci e che brama per diventare sindaco di Monteriggioni) e Pinciani e Burresi preoccupati di una sonora sconfitta elettorale del loro pupillo Bruno Valentini giocano su più tavoli e tentano di destabilizzare l’elettorato dei campi avversari – Il patto tra Valentini e Alberto Monaci: Divo Gronchi alla presidenza della fondazione MPS o in alternativa Monaci si dimetterebbe dal consiglio regionale e punterebbe lui alla presidenza della fondazione,Raffaella Senesi sindaco di Monteriggioni,Fulvio Mancuso nel cda di banca MPS e Alessandro Pinciani assessore comunale – Affermano di avere già gli accordi per il ballottaggio e di utilizzare il ruolo della Giunta Regionale in campagna elettorale – Una città in balia di una famiglia e un partito a uso e consumo personale

Tutto studiato al tavolino con la speranza di prendere nuovamente in giro i senesi e ricominciare con altri dissesti.Il piano di Alberto Monaci per occupare la città a uso e consumo dei suoi familiari e del gruppo dei fedelissimi poggia tutto sulla vittoria di Bruno Valentini alle elezioni amministrative. Il ragionamento della famiglia è questo: la base ex ds vede il simbolo e il Valentini prende i voti, “noi con pochi voti poi controlliamo il consiglio comunale e il partito grazie all’accordo con Starnini”. Nel frattempo la famiglia ha tre problemi: Eugenio Neri, Laura Vigni e la base ex DS del partito. Per prendere in giro la base ex DS utilizzando la maschera politica di Bruno Valentini e di un pezzo di dirigenza dell’Arci provinciale; per impedire il risultato elettorale a Eugenio Neri e utilizzare quel bacino di voti per dirottarli sulla lista del Valentini “Siena Cambia” per eleggere i due monaciani Trapassi e Sabatini stanno raccontando agli elettori moderati che la vittoria del Valentini al ballottaggio è sicura perchè ci sono già gli accordi con Mauro Marzucchi e la lista 53100.Questo è il messaggio che fanno trapelare i fedelissimi di Alberto Monaci. Per quanto riguarda il fronte di Laura Vigni: per impedire alla coalizione di centrosinistra che sostiene la stessa Vigni di ottenere il risultato ,hanno iniziato la campagna di attacchi personali contro Laura Vigni e contro i candidati nelle liste. E anche in questo caso i monaciani raccontano che Starnini tenterà di chiudere un accordo con la Vigni.
Una città in balia di una famiglia affamata di poltrone. E’ il momento che la città reagisca con forza e definitivamente per chiudere questa brutta pagina politica e il presidente Enrico Rossi si astenga con ruoli impropri dalla campagna elettorale e nessuno pensi di utilizzare le risorse della Regione o atti della Giunta Regionale per influenzare gli elettori a favore di Valentini(considerato che Monaci è presidente del consiglio regionale).
Ultima cosa: domani Lunedi 13 maggio ore 9 tutti al tribunale di Siena per esprimere solidarietà ai lavoratori che attendono la sentenza del giudice del lavoro in merito alle porcherie gestionali in materia lavorativa commesse da Criccaboni e Fabbro. Perchè non ci fa un salto anche il monaciano Giovanni Minnucci ad esprimere vicinanza a coloro che sono stati macellati grazie al partito che lui sostiene?

Siena cambia? Con questi assolutamente no!! Criccaboni-girl e Criccaboni-boys in prima fila con Valentini – La candidata nella lista Siena Cambia Katia Di Rienzo dal tosismo al valentinismo: chi ha sostenuto i dissestatori oggi lavora per restaurare il groviglio Valentini-Alberto Monaci – La banda del buco sponsorizza Fiorino Iantorno assessore alla cultura – Lasciate a casa questi opportunisti e non votate il Valentini

Erano con Tosi e Loriano Bigi quando dissestavano, cresciuti lavorativamente all’ombra del genio Boldrini e oggi li ritrovi con Criccaboni e candidati e sostenitori del Valentini; stessa esperienza dentro quella componente della CGIL che ha partecipato alla gestione del dissesto dell’università: Katia Di Rienzo e Fiorino Iantorno. Hanno osteggiato il risanamento di Barretta e Minnucci e oggi lo stesso Minnucci si pone come figura di garante di questi personaggi che hanno partecipato al declino dell’ateneo. Ecco perchè l’ateneo non riescono a risanarlo.

Prima del voto qualche documento merita di essere pubblicato anche per far capire chi e perchè ha sostenuto la gestione della banda del buco. Tra l’altro il cantore delle gesta del dissestatore Piero Tosi, l’ex ceccuzziano e oggi valentiniano Fiorino Iantorno, mira a diventare assessore alla cultura e infatti aveva abbandonato Ceccuzzi perchè l’ex sindaco nominò assessore Cannamela al posto di Iantorno. Siena riparte senza questo squallore politico e senza i reduci e i servi della banda del buco universitario.

P.S. E cercate di alzare meno la voce perchè carta canta e a breve canterà.

Orrore politico – Chi ha partecipato alla distruzione dell’ateneo lancia appelli per i candidati nelle liste del PD – Giovanni Minnucci garante dell’accordo tra Alberto Monaci e il gruppo dei tosiani-criccaboniani – Sono usciti allo scoperto: Roberto Venuti candidato a sostegno del Valentini rappresentante dei dissestatori e filodissestatori di ateneo

ifmagesCerta gente dopo i danni che hanno provocato alla città dovrebbero nascondersi e non lanciare appelli politici. Scuriosando su facebook ci siamo accorti che l’ex membro del cda dell’università Gabriella Piccinni (tosiana di acciaio e colei che difese con i denti l’area comunicazione di Boldrini) lancia un appello a favore del rappresentante della cricca, anzi dei due candidati al consiglio comunale, e scrive: “Bene. Le elezioni a Siena si avvicinano ed è arrivato il momento in cui sento il bisogno di dichiarare come voterò. Mi sento molto fortunata perché in liste diverse vedo i nomi di persone che stimo tra i candidati a consigliere comunale. Voterò, tra questi, per Roberto Venuti, che ho avuto modo di vedere per tanti anni al lavoro come preside della Facoltà di Lettere. Vicino a lui voglio dare la mia preferenza ad una donna, e scelgo Maria Letizia Bologni della quale conosco da tempo l’impegno nel sociale. Tutti e due mi stanno simpatici e questo è per me fondamentale. Si presentano nella lista del Pd, a sostegno della candidatura a sindaco di Bruno Valentini.” Il fatto che stanno simpatici alla Piccinni significa che non vanno votati. Stupisce il ruolo di Giovanni Minnucci che ha deciso di essere il garante dell’accordo tra Alberto Monaci e la banda del buco per sostenere Valentini.

Orrore politico!!!

Per quelli “che l’ultima settimana spostano i voti” un avviso importante: il vecchio democristiano Alberto Monaci ha fatto l’accordo con Criccaboni e il gruppo di Stigliano per sostenere Valentini e il professor Giovanni Minnucci approvando questo accordo si schiera con Valentini – E’ finita la stagione di Alberto Monaci: non votate Valentini!!

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Per ricordare a tutta la città le gesta devastatrici della banda del buco che sostiene Bruno Valentini rispolveriamo la vicenda dello scopino “merdolino” – In qualsiasi altra città sarebbe scattato un blitz per arrestarli ma a Siena sono sotto organico e chissenefrega dei soldi dei contribuenti buttati nel cesso – Oggi la banda del buco al completo si è raccolta al fianco del restauratore Valentini – Il Valentini al cesso del comune di Monteriggioni era dotato di scopini da 60 euro + Iva cadauno visto che difende a testa bassa la cricca universitaria?

[Update] Nel titolo si fa cenno al sotto organico della Magistratura, ma la Magistratura è in sotto organico ORA che deve occuparsi anche di questo casino del MPS. Peccato però che al manifestarsi del disastro dell’ateneo correva l’anno 2008 (DUEMILAOTTO. CINQUE ANNI FA) e non ci risulta che nel 2008 il MPS fosse al centro della bufera giudiziaria. Viene da chiedersi quindi: CHE CAZZO HANNO FATTO IN CINQUE ANNI considerati tutti i rinvii sia per il dissesto che per elezioni del Criccaboni (anno 2010 TRE ANNI FA?) che l’evidente noncuranza per tutti gli esposti depositati negli ultimi 5 anni e per i quali, lo ricordiamo, vale l’obbligatorietà dell’azione penale? Dite che vogliamo insinuare che se la sono messa dietro le spalle? No, certo che no. Non lo vogliamo insinuare. Lo affermiamo con certezza. E badate bene che il massacro dei dipendenti, TUTTI, docenti e ricercatori inclusi, è in buona parte sulla coscienza di questi signori i quali, va da sé, continuano a riscuotere il loro stipendio senza decurtazioni di sorta. Ora saranno oberati, ma sinora si sono ampiamente riposati, anche se recuperano un po’, non dovrebbe far loro male.

Dal Manuale del dissestatore di ateneo. Capitolo 5: arredamenti di design a tutta randa

* Scioccati evidentemente dalla calata piuttosto recente dei barbari a San Galgano, i raffinati abitatori del San Niccolò hanno provveduto, nel 2005 (anni in cui imperava il Faraone Dissestatore Piero I e ultimo col ciambellano di corte nonché genio inghirlandato e comunicatore massimo Boldrini), ad evitare di fare il tetto d’oro e l’oro l’hanno nascosto nei cessi e negli uffici, sotto mentite spoglie di oggetti di design.
La fornitura del 2005, infatti, pervenuta (?) per il solo San Niccolò alla modica cifra di 330.870,00 +IVA per un totale di 397.044,00 euro constava della seguente oggettistica. Facciamo alcuni esempi di cui almeno uno già noto al grande pubblico: lo scopino da cesso che all’Ateneo (cioè al contribuente) è costato 60 euro + IVA mentre se ci fosse rivolti ad una ditta di livello come la Alessi avrebbe comportato, per un oggetto di design dall’accattivante ed appropriato nome di “merdolino”, la modica cifra di euro 34.00 (rivalutati al 2011).
Ma non ci si poteva fermare agli scopini e ai distributori di salviette di design. Valeva bene la pena di spendere 85.00 euro + IVA per 128 cestini portacarte in acciaio ignifugo antigraffio, esattamente come quelli che si possono acquistare comodamente all’Ikea al prezzo di ben 4.99 euro IVA inclusa ciascuno. Dal che si evince che con la spesa di un solo cestino di design (come quelli del Baiocchi: http://www.youtube.com/watch?v=DjeuTeE19tI) ce ne veniva esattamente 20. Il tutto, per renderlo più sicuro, in locali ben ombreggiati da 750 tende a rullo con comando ad argano ed asta di manovra e, per i 73 più fortunati, con tende ombreggianti aggiuntive per un importo totale di 73620 euro IVA inclusa.
Questa cosa dei fortunati torna ad angustiarci quando vediamo che sono stati spesi 3600 euro + IVA per ben 4 cassettiere speciali modello Susta e contemporaneamente apprendiamo con sconcerto che ci sono 3000 stanze al San Niccolò, visto che sono state acquistate per l’appunto 3000 marcastanze per un totale di 39000 euro + IVA. Siccome poi tutte le genialate vanno comunicate per tempo al popolo ed al comune mediante ostensione in bacheca, si è correttamente provveduto ad acquisirne 90, di bacheche, per un totale di euro 40500 + IVA.
Peccato che non si sia ornato il giardino antistante con Biancaneve ed annessi nani perché sennò avrebbero potuto ispirarsi a questa nota scena:http://www.youtube.com/watch?v=ca20NEt4VSQ (dal min. 2 al min. 4). Peccato davvero! Ci sarebbero stati proprio bene.
A questo punto, dopo alcuni esempi di acquisto magnificente, tornano alla mente le parole pronunciate da un noto semiologo antibarbaro che il 3 novembre 2008 si faceva latore di una lettera, firmata da altri scienziati illustri (già candidati al nobel come Maurizio Bettini, Mariano Giacchi, Noè Battistini, Giulio Cianferotti ed altri stiglianesi), con queste parole dette al Corriere di Siena dell’amico Bisi: Non siamo la banda del buco e non è l’università degli sprechi. No no! Poco no! E poi non è un buco; è una voragine senza fondo.
A questo punto poniamo delle domande che consegnamo anche alla magistratura della Repubblica italiana:
1) Ma il bando di gara per questa fornitura a quante aziende è stato spedito? E quante sono state le offerte ricevute?
2) Il Consiglio di Amministrazione le ha approvate o no queste spese?
3) Chi è che ha segnalato all’ateneo la ditta Tecno SpA e perché, avendo la sede centrale a Milano ed una filiale a Firenze in Lungarno Vespucci l’acquisto è avvenuto presso la filiale di Bologna?
4) E ancora: ma l’inventario al momento della consegna di tutta questa roba è stato fatto? Si trova tutta al San Niccolò questa fornitura? E se sì in quale delle 3000 stanze che lo compongono?
Ora, cari scienziati che avete partecipato ed avete in buona parte ideato questo scempio, ce lo fate un favore? Andatevene! Lasciato morire in pace l’Ateneo!
P.S. Prima di abbandonare la scena, sarebbe carino da parte del genio riportare quei 26.210 euro + IVA per gli studi in onore del Sultano di Stigliano senza far scomodare ulteriormente la magistrature nonché finire di prosciugare le casse, già disastrate, dell’Ateneo.

* Nelle foto: lo scopino “Merdolino” della ditta Alessi e il cestino “Dokument” della ditta Ikea.

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