Maggio 22nd, 2013 — Note redazionali
Proposte concrete per un riassetto dell’Ateneo senese
Da più parti sono arrivati rimproveri a chi, come il professor Giovanni Grasso, alcuni blog,Siena si muove, Laura Vigni e altri (pochi) candidati alle prossime elezioni comunali, ha sottoposto alla pubblica attenzione un’aspra critica alla gestione dell’Ateneo senese, passata e presente. A parte coloro, come Valentini e i numerosi membri della lobby universitaria che lo appoggiano, impegnati soprattutto a minimizzare la reale portata del dissesto (non soltanto finanziario, sia chiaro), altri argomentano che non siano state presentate proposte costruttive. È venuto dunque il momento di avanzarle, queste proposte, pur premesso che se non verranno individuate e adeguatamente sanzionate le responsabilità, l’Ateneo non avrà alcuna possibilità di salvarsi, perché troppi sono ancora coloro, inclusi gli attuali vertici, che hanno contribuito a gestire in modo dissennato la massima istituzione culturale cittadina.
Le proposte:
1. È fondamentale chiudere tutte le sedi distaccate e richiamare i dipendenti – docenti e no – a Siena. La didattica e la ricerca sono state gravemente danneggiate dalla mancata sostituzione nell’organico dei docenti nel frattempo andati in pensione (o prepensionati e poi premiati con cospicui contratti). L’Ateneo ha bisogno di tutti a Siena. Se Arezzo, Grosseto, Colle, San Giovanni vogliono l’università sotto casa devono investire risorse proprie. Il Comune di Siena non si ritenga estraneo a questa dinamica, perché il dialogo con gli altri comuni interessati è cosa di evidente pubblica utilità.
2. È necessario che il Comune di Siena si costituisca parte civile nei processi che hanno a oggetto l’Ateneo, in particolar modo quello sul dissesto. Tutta la retorica sulla cittadinanza studentesca, l’attrattività per gli studenti, rimane priva di senso se non si riesce a capire che l’Ateneo è attrattivo solo quando ha i conti in ordine e riesce a dispiegare la propria funzione di produrre cultura ed educazione, evitando di alimentare – con mosse infelici come il taglio del salario accessorio e la riduzione dei servizi – la macelleria sociale effettuata sui Collaboratori Esperti Linguistici e sulla Cooperativa Solidarietà e dando un’idea di armonia e concordia in cui tutti collaborino: docenti, personale TA e studenti. Finora, come è evidente, non è stato così, si è anzi alimentato un incomprensibile conflitto tra poveri. Soprattutto, si deve avere la consapevolezza della portata del danno causato al Comune e a tutti i cittadini, danno anche economico, oltre che sociale e culturale.
3. Chi rappresenta gli enti locali nel Consiglio di amministrazione deve in tutti i modi perorare l’applicazione della legge. Legge pessima (n. 240/2010, la famigerata Legge Gelmini), ma che, come tutte le leggi dello Stato, deve essere rispettata ed applicata nella sua interezza. Se Siena non ce la facesse a mantenere la propria autonomia, andrebbe avanzata la proposta (anche a salvaguardia del personale docente e tecnico amministrativo) di federazione di atenei contigui prevista dall’art. 3 della legge. In questo modo si potrebbero ridistribuire le risorse con Firenze e Pisa, con proficuo vantaggio di tutti. Meglio un po’ di pendolarismo tra città vicine che essere mobilitati a forza (nel caso del personale TA), oppure rimanere senza strutture didattiche e scientifiche per mancanza di requisiti minimi. Sarebbe più equo, onesto e trasparente per tutti. Non ne risentirebbe, almeno sul piano della ricerca e della didattica, neppure l’indipendenza dell’Ateneo, la cui autonomia semmai è stata finora più volte compromessa dalla pesante mano della politica.
4. Un’applicazione troppo rigida della succitata (e pessima) legge Gelmini, ha consentito di trasformare la Direzione amministrativa dell’Ateneo in una sorta di burocratica satrapia orientale. A cascata, vi è stata un’enfatizzazione dei ruoli amministrativi a danno di didattica e ricerca, un tempo autentiche ragioni sociali e pubbliche di una università, ora umiliate sotto una coltre di regolamenti spesso ai limiti, talvolta oltre il grottesco.
È tempo che studenti, docenti e lavoratori tornino al centro della vita dell’Ateneo senese.
Maggio 22nd, 2013 — Note redazionali
di Davide Vecchi
Porterebbero via ì’ffumo alle candele”. I fiorentini nel 1200 descrivevano così gli odiati senesi. E non avevano ancora visto all’opera Gianluca Baldassarri, Giuseppe Mussari e la banda del 5 per cento. L’effetto domino della loro gestione del Monte dei Paschi ha travolto l’intera città. L’ultima realtà ancora in piedi, con conti in positivo, è l’Opera Metropolitana, ente che gestisce il complesso monumentale del Duomo. Nel 2011 è stata divisa e in parte ceduta all’Opera Laboratori Fiorentini Spa del gruppo Civita guidato da Luigi Abete e Gianni Letta. La stessa società si aggiudica anche la gestione del museo comunale grazie al sì dell’allora sindaco Franco Ceccuzzi.
L’APPALTO venne bloccato dal commissario prefettizio Enrico Laudanna che qualche settimana fa ha cambiato idea, approvandolo. Ora è oggetto di un’indagine, avviata dal pm Aldo Natalini, per verificare la correttezza degli affidamenti. Alcuni appalti, infatti, sono stati assegnati con gare al ribasso anche del 40 per cento.
Ma è in particolare la cessione di parte della onlus, guidata da Mario Lorenzoni, ex amministratore
delegato di Richard Ginori e consigliere della Fondazione Mps in quota Pds, alla società di Letta ad aver incuriosito gli investigatori. L’Opera Metropolitana, come il complesso museale di Santa Maria alla Scala , ha ricevuto fondi da Mps. E le nomine sono espressione di quel “groviglio armonioso” che ha gestito (e gestisce) la città con la spartizione di potere e poltrone.
Creata nel 1180, l’Opera ha attraversato indenne nove secoli di storia. Fino all’incontro con gli ex vertici di Mps. Sostenuto dal centrosinistra, Lorenzoni in Richard Ginori è al fianco del presidente Roberto Villa, indagato per bancarotta fraudolenta per il fallimento dell’antica fabbrica di porcellane e, da giovedì, per riciclaggio insieme all’amico Gianluca Baldassarri, ex direttore area finanza di Mps in carcere per associazione a delinquere, truffa e ostacolo alla vigilanza. Villa è socio della svizzera Gdp (Gestion de patrimones), uno degli intermediari coinvolti nel derivato Alexandria.
Lorenzoni diventa rettore dell’Opera, su volontà dell’arcivescovo Antonio Buoncristiani . Al monsi- gnore spetta l’ultima parola. Anche lui è legato a Mps. Il suo braccio destro è don Giuseppe Acampa a cui affida, nel 2004, l’incarico di amministratore unico dei beni diocesani. Acampa è anche membro del Consiglio di gestione della Fondazione Musei Senesi che vede la partecipazione dei soliti enti. La banca sponsorizza ad Acampa anche la società sportiva dell’oratorio attraverso Montepaschi Vita e riserva alla Curia un rappresentante nella Fondazione. Un legame stretto che non si allenta quando, nel 2008, Acampa è rinviato a giudizio per aver incendiato l’economato per distruggere documenti “attinenti operazioni finanziarie promosse dalla Diocesi attraverso la Curia”. Nel 2011 Acampa verrà assolto. Aveva il miglior avvocato di Siena: Giuseppe Mussari, che, già al vertice di Mps e Abi, non perde un’udienza. Con la benedizione dell’arcivesco Buoncristiani, Acampa rimane capo dell’economato. E all’Opera viene “pro- mosso” Lorenzoni.
Il rettore si trova alla guida di una onlus in ottima salute. Con una cassa da 20 milioni destinati a restauri e cultura. Nessun profitto. Fino al Lorenzoni 2011.Scinde la onlus e individua un ramo di azienda composto da beni strumentali per un per un valore peritato di 42 mila euro e lo cede (compresi i 12 dipendenti) ai Laboratori. Il contratto è siglato il 29 aprile. Ma lo stesso giorno le due società firmano anche un appalto col quale l’Opera affida la gestione delle attività che spettano al ra-
mo d’azienda venduto poche ore prima per una percentuale del 35% degli incassi fino a 5 milioni. Stando a quanto ricostruito nell’esposto presentato in Procura e in due interrogazioni parlamentari, l’Opera incassa i soldi dei biglietti e ne gira parte alla società fiorentina trasformando in liquidità il denaro che prima, essendo una onlus, destinava alla conservazione del patrimonio. Ora va nelle mani dei Laboratori di Letta. La rivincita dei fiorentini. Sono loro, oggi, a portar via da Siena anche “i’ffumo alle candele”.
Maggio 21st, 2013 — Note redazionali
L’attacco di Franco Marini a Renzi: “Non l’ho mai chiamato per chiedergli sostegno per il Quirinale. Mi conferma i giudizi che avevo: è un bugiardo”.
Il “rimbrotto” di Franco Marini non è il solo nella lunga giornata di Matteo Renzi. Dopo il battibecco tra Epifani, Sel e Fiom, all’interno del Pd si agitano altri scontri al vertice, e oggi sono scoppiate le scintille tra Renzi e lo stesso Epifani, stavolta però sull’opportunità di tagliare l’Imu. Il sindaco di Firenze: “L’Imu è una cambiale che si paga all’accordo con Berlusconi – dice Renzi ai microfoni di Radio 24 – Io credo che sia giusto abbassare le tasse, ma mi piacerebbe capire da dove partire. Noi a Firenze abbiamo abbassato l’Irpef”. La risposta di Epifani a margine della: “La riforma dell’Imu non è un regalo a nessuno, è un regalo al buonsenso”, replica a distanza il segretario del Pd Guglielo Epifani a margine della cerimonia di commemorazione di Massimo D’Antona.
CIVATI: RENZI? NON LO CAPISCO – “Renzi rottama la rottamazione? È un po’ che non capisco Matteo e ciò che sta facendo. Il termine non l’ho mai condiviso ma il messaggio è chiaro e ce n’è bisogno: il Pd va rivoluzionato. Dentro sono rimasti i soggetti che abbiamo visto all`opera durante la votazione di Romano Prodi. Abbandonare ora un atteggiamento critico nei confronti del Pd è sbagliato”, ha detto Pippo Civati (Pd) a Tgcom24.
RENZI prima attacca BERSANI poi si scaglia contro EPIFANI
Le dichiarazioni rilasciate dai dirigenti del PD confermano che il partito va verso la dissoluzione e il furbino Renzi litiga con Marini ma poi viene a Siena per suggellare l’accordo delle poltrone tra il suo uomo Valentini e Alberto Monaci e Alberto Brandani. Utilizzano i voti della base ex DS per occupare le poltrone per 4-5 ex democristiani.
Maggio 21st, 2013 — Note redazionali
Questi Uffici dopo ampie consultazioni con diversi esperti di diritto amministrativo e dopo accurate verifiche degli atti del consiglio comunale di Monteriggioni, oltre ad esprimere la più totale indignazione per il grave atto arrogante del monaciano Bruno Valentini studiato a tavolino per passare sulla testa dei cittadini di Monteriggioni e successivamente sulla testa di quelli senesi, ribadiscono quanto già sostenuto in questi giorni circa l’ineggibilità di Bruno Valentini a sindaco di Siena.
Questi Uffici nel richiamare con cognizione il TUEL (Testo Unico Enti Locali) che dichiara ineleggibile “chi ricopre la carica di sindaco in altro comune,sia per un principio di esclusività della rappresentanza democratica negli enti locali del medesimo tipo,sia per un’esigenza della genuinità del voto e considerato che la Legge richiede le dimissioni dalla carica di sindaco per poter concorrere alla medisima carica in un altro comune, ritengono il trucco messo in atto dal sig. Valentini in concorso con il vice-sindaco e la maggioranza degli eletti del consiglio comunale di Monteriggioni non attendibile sul piano amministrativo e giuridico per superare l’ineleggibilità alla carica di sindaco di Siena. Tra l’altro vi sono le condizioni ambientali per imputare al Valentini precise responsabilità che hanno alterato il funzionamento degli organi del comune di Siena per favorire la sua nomina a presidente della società (partecipata al 100% dal comune di Monteriggioni) AD1213;e infatti il 29 marzo (quindi Valentini nel pieno della funzioni di sindaco di Monteriggioni) il sig. Valentini ha delegato un assessore della sua giunta a partecipare all’assemblea dei soci della società AD1213 e in tale seduta l’assessore ha nominato Valentini presidente della società in piena violazione delle Leggi dello Stato e del regolamento della società AD1213.
Successivamente si sono inventati la decandenza e i passaggi dei poteri al vice-sindaco per evitare il commissariamento del comune di Monteriggioni e quindi concorrere alla partecipazione di Valentini alle elezioni di Siena. Quindi hanno utilizzato per fini privati un ente locale e una società partecipata dall’ente locale. Questi Uffici vi disprezzano sul piano morale e sul piano istituzionale.
Questi Uffici inoltre evidenziano ad altri Uffici che il sindaco non è surrogabile pertanto il consiglio comunale di Monteriggioni è imperfetto.
Procedete con le dovute iniziative giudiziarie perchè quanto successo a Monteriggioni è lesivo del rispetto delle Leggi dello Stato e il comportamento di Valentini è lesivo del decoro civile. Questi Uffici concludono che un personaggio che utilizza le istituzioni come un giochino privato non merita di amministrare una città come Siena.
Di Questi Uffici, Cesare Mori
Maggio 20th, 2013 — Note redazionali
La redazione di Fratello Illuminato ha visionato il provvedimento con le sanzioni firmato dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco e abbiamo compreso che tutta quella discontinuità che Profumo sbandiera ai quattro venti,almeno sul piano politico e dei nomi ,stenta a prendere corpo.E alcune delle persone sanzionate sono schierate con Bruno Valentini e alcuni con l’associazione Confronti (l’associazione di Alberto Monaci).
Nel provvedimento si legge:
“CONSIDERATO che la Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia ha accertato, con riguardo alla Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, le irregolarità di seguito indicate:
1. violazione della normativa in materia di contenimento dei rischi finanziari da parte dei componenti il Consiglio di amministrazione e il Collegio sindacale (art. 53, 1° co., lett. b), d.lgs. 385/93; Tit. II, cap. 4, Tit. V, cap. 2, Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche – Circ. 263/06; Comunicazione Banca d’Italia del 10/12/2007 – Boll. di Vig. 12/2007);
2. violazione della normativa in materia di contenimento dei rischi finanziari da parte del Direttore generale e degli altri componenti il Comitato Direttivo (art. 53, 1° co., lett. b), d.lgs. 385/93; Tit. II, cap. 4, Tit. V, cap. 2, Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche – Circ. 263/06; Comunicazione Banca d’Italia del 10/12/2007 – Boll. di Vig. 12/2007);
3. carenze nell’organizzazione e nei controlli interni da parte dei componenti il Consiglio di amministrazione e del Direttore generale (art. 53, 1° co., lett. b) e d), d.lgs. 385/93; Tit. IV, cap. 11, Istruzioni di Vigilanza per le banche – Circ. 229/99; Tit. I, cap. 1 parte quarta, Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche – Circ. 263/06; Disposizioni di Vigilanza del 4 marzo 2008 in materia di organizzazione e governo societario delle banche);
4. carenze nei controlli da parte dei componenti il Collegio sindacale (art. 53, 1° co., lett. b) e d), d.lgs. 385/93; Tit. IV, cap. 11, Istruzioni di Vigilanza per le banche – Circ. 229/99; Tit. I, cap. 1, parte quarta, Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche – Circ. 263/06; Disposizioni di Vigilanza del 4 marzo 2008 in materia di organizzazione e governo societario delle banche).
CONSIDERATO che le suddette irregolarità sono state contestate secondo le formalità previste dall’art. 145 TUB agli esponenti e dirigenti ritenuti responsabili e alla banca, responsabile in solido;
omissis
LA BANCA D’ITALIA
Preso atto che sussistono, in base alle motivazioni esposte nella citata proposta, qui integralmente richiamate e recepite con riguardo agli esponenti sotto indicati, gli estremi per l’irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie;
DISPONE
A carico delle persone di seguito indicate, nella qualità precisata, sono inflitte, ai sensi dell’art. 144 TUB, le seguenti sanzioni amministrative pecuniarie.
E troviamo le sanzioni per Mussari e Vigni per un importo cadauno di euro 516.440,00 e le sanzioni per l’attuale membro del cda di MPS Marco Turchi e per l’attuale membro del collegio sindacale Paola Serpi per un importo cadauno di euro 225.000,00.Inoltre troviamo le sanzioni per l’attuale presidente di MPS Belgio Giuseppe Massaccesi (ex anche in qualità di Vice Direttore Generale Responsabile Direzione Chief Financial Officer ) con sanzione di euro 135.000,00;per Antonio Marino (anche in qualità di Vice Direttore Generale Responsabile Direzione Corporate) e per Pompei Giancarlo euro 45.000,00. E poi Ernesto Rabizzi(uomo di Alberto Monaci e di Mancini) sanzione da euro 225.000,00.
Come minimo si dovrebbero dimettere dal cda della banca e i vertici della banca dovrebbero rimuovere dai loro ruoli. Marino, Pompei e Massaccesi. Altrimenti non si capisce che senso ha promuvere azioni di responsabiltà nei confronti dei vecchi vertici della banca e a tutt’oggi persone che sono state sanzionate per quella gestione ricoprono ruoli nel cda e nella banca.Non vi sembra strana questa situazione? E come mai a ridosso delle elezioni il presidente della banca Profumo si è incontrato riservatamente con solo uno dei candidati a sindaco,il sodale di Mancini,Bruno Valentini.
La notizia di oggi è anche un’altra: è saltata la coalizione di Bruno Valentini. Vendola attacca a testa bassa Guglielmo Epifani segretario del PD con parole dure: “Comprendo il nervosismo di Epifani, ma eviti di trasformarlo in una aggressione e in una ritorsione nei nostri confronti.
Per noi l’alleanza con Berlusconi non è responsabilità, ma è una resa culturale”.
Praticamente Valentini rappresenta una coalizione finita e quindi non è in grado di garantire governabilità alla città e non ha la forza di rappresentare Siena a Roma e nel resto del mondo.
Maggio 18th, 2013 — Note redazionali
L’articolo di Carlo Regina in merito alla gestione della fondazione MPS:
Ho appreso con sdegno, l’arrogante decisione della modifica dello statuto da parte della maggioranza dei deputati della Fondazione MPS: dopo i danni al patrimonio, ora anche la beffa di ritrovarsi uno statuto modificato da chi ha permesso la perdita di patrimonio della banca e l’indebitamento della fondazione. E non solo: Gabriello Mancini da diversi mesi ha perso la fiducia dei senesi e quindi non doveva sfidare nuovamente la città con i suoi giochini politici. Reagiamo civilmente e contrastiamo con decisione questo atto arrogante. Prometto, fin da subito, che se sarò eletto presenterò alla prima seduta del consiglio comunale una mozione per chiedere un’azione di responsabilità nei confronti di Mancini e di tutta la deputazione amministratrice per come hanno gestito la fondazione.
Carlo Regina candidato della lista Siena si Muove
L’articolo di Carlo Regina in merito alla gestione dell’università:
E’ veramente intollerabile l’arroganza dell’ex sindaco di Monteriggioni, nell’appropriarsi giorno dopo giorno, in base agli accadimenti, di tutte le battaglie, che con fatica ed anche rischio personale, sono state portate avanti da persone che combattevano e combattono, proprio il sistema di cose, del quale il suo partito e lui stesso ne facevano e ne fanno parte.
Ma ci rendiamo conto??!! Ma lei sig. Valentini ha dovuto aspettare una sentenza sacrosanta di un giudice, per prendere le parti di coloro che erano stati privati di un loro diritto sacrosanto, sancito dalla costituzione? Si rende conto che nella sua posizione sarebbe meglio tacere? Mi spiega sig. Valentini dove era fino ad ora? Lo sa che ben due componenti del suo partito, il PD, sedevano nel CDA dell’università quando venivano deliberate certe decisioni sul salario? Come si sono comportati al riguardo il sig. Cucini rappresentante del comune di Siena ed il sig. Morrocchi rappresentante della provincia? Ci ha parlato allora? Se ne è preoccupato? Deduco che lei abbia dei problemi di comunicazione nel suo partito. Mi pare che la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra. Quindi? Lei vorrebbe governare? Vogliamo parlare di coloro che hanno sostenuto i vertici dell’università ed ora presenti nelle sue liste di sostegno o candidati consiglieri? Ma lei Valentini pensa davvero che qui a Siena siamo tutti con l’anello al naso?
Carlo Regina candidato della lista Siena si Muove
Maggio 17th, 2013 — Note redazionali
Vediamo, care sorelle e cari fratelli, di ripercorrere , tentando di capirci qualcosa, quello che è stato il pellegrinaggio del sig. Valentini da Monteriggioni. Ser Valentini, da subito attratto dalla possibilità di divenire sindaco di Siena, ha iniziato il suo peregrinare alla ricerca di quelle che potevano essere le basi del suo successo. D’istinto, si è messo in cammino lungo la cassia, ma arrivato in prossimità del comune di Siena, visto tutto il suo seguito, ha dovuto desistere per via di certi lavori edilizi che occupano la carreggiata e non potendo passare, all’altezza di Fontebecci, è tornato indietro. Allora, senza perdersi d’animo è partito per la francigena, e dopo tanto cammino, attraverso boschi e mulattiere, è arrivato sotto le torri di Stigliano, là dopo una rifocillante fermata, eseguito tutti i rifornimenti, si è diretto alla volta di Siena. Una volta arrivato in città, si è diretto subito in piazza Indipendenza, dove si è trovato con ser Alberto Monaci, che indicandogli la direzione di palazzo pubblico gli ha detto: “va pellegrino e porta il mio verbo”.
Penso, nel mio piccolo, che Siena possa fare benissimo a meno della restaurazione, e possa finalmente mettersi in cammino, anche senza i soliti viandanti. Penso anche che il buongoverno della città non possa essere appannaggio dei soliti noti.
Ps Sarebbe il caso che qualcuno gli input li mandasse a chi ha distrutto la città. Vorrei ricordare anche, ai miei concittadini che, “o reagiremo come collettivo, o verremo annientati individualmente”. Io non ci sto.
Maggio 17th, 2013 — Note redazionali
Maggio 17th, 2013 — Note redazionali
Maggio 15th, 2013 — Note redazionali
La decisione del giudice Cammarosano farà scuola e ha una valenza a livello nazionale. Da molti Atenei chiedono copia della sentenza e appena sarà disponibile ai ricorrenti la inoltreremo.
Nel 2012 davanti al Prefetto di Siena le sigle sindacali chiarirono che il salario accessorio non si tocca.
Ci sono voluti 18 mesi per farlo mettere per iscritto da un giudice, ma alla fine quello che è sempre stato sostenuto dalle sigle è stato certificato da un soggetto esterno.
Ora, il Rettore dovrebbe scusarsi con tutto il personale, con il CdA e le sigle per tutte le volte che ha accusato chi chiedeva il pagamento del salario accessorio di voler aggirare la legge chiedendo a Lui e alla Dottoressa Fabbro di compiere un atto illegale.
Solo un atto illegale è stato commesso in questo Ateneo: la sospensione unilaterale del salario accessorio!
Ed è stato commesso dal Professore Riccaboni e dalla Dottoressa Fabbro.
La cosa più importante è che l’Ateneo è stato condannato a pagare le spese processuali, € 350 per ogni ricorso. Proponiamo un semplice problema da elementari al nostro Magnifico:
in un Ateneo ci sono 860 dipendenti che hanno diritto di farsi pagare il salario accessorio 2011. Di questi 150 hanno fatto già ricorso e con sentenza del giudice si vedono riconoscere ciò che gli spetta. Il giudice condanna l’Ateneo a pagare le spese processuali nella misura di € 350 per ogni ricorrente.
Quanto costano le spese processuali dei ricorsi presentati?
Quanto costerà all’Ateneo il pagamento delle spese processuali se tutti gli altri dipendenti dovessero presentare ricorso?
Il Magnifico può utilizzare, per risolvere il problema, la calcolatrice del suo potente cellulare da 260 euro comprato con i soldi dell’Ateneo.
Il fatto che il giudice abbia condannato l’Ateneo al pagamento delle spese processuali non è un fatto isolato, ma sta succedendo per tutte le cause tra Ateneo e lavoratori che arrivano sulla sua scrivania.
Questo vuol dire che il giudice manda un messaggio chiaro all’Ateneo: smettetela di far arrivare così tante cause in tribunale, smettetela di costringere i dipendenti a rivolgersi al tribunale per la vostra incapacità di risolvere i problemi di lavoro all’interno dell’ente.
Almeno sulle materie che ricadono nella competenza del tavolo della contrattazione forse questa sentenza farà capire ai nostri vertici che si devono trovare compromessi e riconoscere i diritti dei lavoratori senza posizioni preconcette e di chiusura. Vedremo se cambieranno atteggiamento.
Chiediamo il pagamento delle spettanze del 2011 a tutto il personale tecnico e amministrativo
Chiediamo il pagamento di tutte le spettanze del 2012
Chiediamo la certificazione del fondo 2013 e il pagamento dell’IMA 2013 da subito e la definizione di un nuovo CCI per il 2013.
USB P.I. Università di Siena