Tommaso Occami. Il soldato Zweig.

Salvate il presidente Profumo dalle mani del soldato Zweig (David Rossi). Impegnate il militare nella sua vera vocazione: birra e stinchi di maiale. A forza di interviste il nuovo arrivato a Rocca Salimbeni rischia di perdere quel certo interesse che si era manifestato intorno alla sua figura. Dall’intervista all’Annunziata, esperta di petroli così come l’intervistato neo presidente, all’ultima della Repubblica fiorentina di questa mattina si è capito che ancora lunga è la strada da fare per conoscere esattamente le cose come stanno al Monte. Una volta era costume il silenzio iniziale, aspettare per comprendere prima di avventurarsi in affermazioni che potrebbero destare la sensazione della contraddittorietà. Così come il rischio di occupare ruoli impropri, sconfinando in quelli, ad esempio, dell’amministratore delegato. Anticipare riflessioni che dalla parte tecnica potrebbero essere modificate nel piano industriale che, come tutti sanno, rappresenta il vero punto di sintesi strategica. Si capisce la necessità di farsi vedere, del colpo d’ala, del cambio di passo, ma il patrimonio della banca è quello che è e più di tanto è difficile fare. Allora, per ovviare all’impasse, il soldato Zweig ha pensato al movimento, alle interviste, ma attenzione il nostro è un mondo strano e si può finire per ottenere il risultato contrario da quello sperato. Con l’immagine si può finire male come sapeva bene il super banchiere Cuccia che ha sempre privilegiato la sostanza all’apparenza. Il Monte ha bisogno di questo cambiamento nel modo di fare e di tanta, ma di tanta sostanza insieme alla piena legittimità di azione.

T.O.

Il ceccuzziano Alessandro Profumo rinviato a giudizio per frode fiscale si dimetta immediatamente dalla presidenza del MPS

Questo blog in tempi non sospetti aveva diffidato dal nominare Profumo alla presidenza del Monte dei Paschi, per una ragione ben precisa: con il reato che gli veniva contestato appariva di tutta evidenza che ci sarebbe stato il rinvio a giudizio. Il GUP del Tribunale di Milano ha accolto le richieste del Procuratore della Repubblica e ha rinviato a giudizio Alessandro Profumo per frode fiscale. La responsabilità politica della nomina di Alessandro Profumo è di Franco Ceccuzzi, Rosy Bindi, Giuliano Amato e Giuseppe Mussari. La Banca e la Città ora a maggior ragione hanno necessità di discontinuità per la qual cosa, considerate le indagini che coinvolgono la Banca, Alessandro Profumo deve rassegnare le dimissioni e la Banca deve avere un presidente pienamente legittimato e al di sopra di ogni sospetto.

L’intervento del noto economista Paco Pachese. Chi ha messo in crisi la città di Siena?

Ho letto e riletto le 18 pagine della relazione del Governatore Ignazio Visco all’assemblea annuale della Banca d’Italia e confrontandomi con altri analisti economici ci siamo convinti che in Italia è in atto una tardiva, ma necessaria “pulizia” nel sistema bancario. E’ lo stesso Governatore che ha segnalato la necessità di “un cambio di passo”. Senza retorica e rifuggendo dalle frasi facili, Visco, ha richiamato le banche a un eccesso di trasparenza per limitare i rischi e ha sottolineato l’impegno per tutti a perseguire “profitti più bassi, ma più stabili”, “contenere i costi operativi e le remunerazioni degli amministratori e dell’alta dirigenza.” E inoltre il Governatore ha aggiunto che “la gestione delle banche deve essere corretta, ci adoperiamo per opportuni cambi dei vertici, la collaborazione con l’autorità giudiziaria è intensa.” Ad ascoltare il Governatore c’era anche il presidente di MPS Alessandro Profumo, al quale deve esser sfuggito il concetto di “cambio di passo”. E qui mi collego alla domanda: chi ha messo in crisi la città di Siena? Lo stesso gruppo di potere che ha deciso l’acquisto di banca Antonveneta e che per 10 anni ha condizionato la politica locale e il sistema dell’informazione, consegnando alla comunità una crisi spaventosa che di riflesso ha determinato anche la crisi politica della maggioranza consiliare di Ceccuzzi. Era necessario il blitz della Guardia di Finanza per comprendere l’assurdo prezzo pagato per comprare Antonveneta? Alcuni mesi indietro anche il noto banchiere Claudio Costamagna aveva messo in evidenza l’incongruenza del prezzo di acquisto e al momento dell’operazione il problema era stato sollevato in sede politica locale da alcune forze dell’opposizione consiliare. Naturalmente l’informazione locale, chiaramente condizionata dal capo della comunicazione della banca David Rossi, non ha mai sollevato dubbi sull’acquisto di Antonveneta. I risultati di quella operazione sono stati nefasti per la banca stessa, peggio per la Fondazione e dirompenti per il Comune e l’economia locale. Con tutto il clamore che ha accompagnato la nomina di Profumo alla presidenza della banca e le dichiarazioni di “discontinuità” eravamo tutti in attesa di un “cambio di passo” sostanziale. Niente di tutto questo. Tutti gli uomini che hanno condiviso con Mussari la gestione della banca sono sostanzialmente ai loro posti, soprattutto quel capo della comunicazione David Rossi, Valentino FantiFabrizio RossiAntonio Marino e il capo dell’ufficio legale Rizzi, indagato nell’inchiesta Ampugnano. E’ stato lo stesso Profumo che in televisione ha sottolineato l’importanza dell’aspetto reputazionale per rilanciare la banca. La prima contraddizione in termini è la seguente: si lascia a capo dell’ufficio legale un indagato. La seconda ancor più ingombrante è aver lasciato alla guida dell’area comunicazione quel David Rossi che ancora ci deve spiegare come sono stati spesi 355 milioni di pubblicità in quasi 5 anni e quali sono stati a fronte di questi milioni spesi i relativi benefici per la banca in termini d’immagine e di riscontri funzionali al rafforzamento patrimoniale. E la necessità di un cambio alla guida della comunicazione della banca diventa più forte dal momento in cui lo stesso David Rossi ha inteso utilizzare il ruolo per tentare di schierare i vertici della banca a sostegno di una corrente politica, tentativo che ha messo in imbarazzo anche lo stesso Valentino Fanti. La politica fuori dalla banca, ma anche la banca fuori dalla politica. Il richiamo al “cambio di passo” da parte di Visco non era ordinatorio, ma categorico; è il sistema che pretende governance credibili e strutture interne alla banca altrettanto credibili e non politicizzate. Per riconquistare la fiducia dei mercati e per attrarre nuovi clienti la banca MPS ha la necessità di “purificarsi” dalla gestione che ha determinato l’acquisto di Antonveneta, partendo dal capo della comunicazione. La reputazione passa soprattutto nei canali della comunicazione e per far passare dei messaggi credibili, innanzitutto servono contenuti credibili e assume fondamentale importanza la professionalità e l’auorevolezza dei comunicatori. Da gennaio 2012 tutti i giornali e le televisioni nazionali non hanno perso occasione per mettere in risalto le difficoltà della banca MPS e di riflesso quelle della città. Giustamente poi uno si chiede come sono stati spesi 355 milioni di euro e dove era da gennaio a oggi il capo della comunicazione della banca. Il Governatore della Banca d’Italia ha chiesto un “cambio di passo” e paradossalmente qui in sede locale, proprio a seguito della crisi economica accentuata dall’acquisto di Antonveneta che ha significato debiti per la Fondazione e quindi niente erogazioni per la comunità, il “cambio di passo” è già in atto con la crisi della giunta Ceccuzzi. Profumo ha il compito di segnare il “cambio di passo” per la banca e non partendo dai dipendenti. Ha intenzione di praticarlo questo necessario “cambio di passo” o forse alla banca serve un nuovo presidente? La città, ovviamente, necessita di un nuovo sindaco.

 Paco Pachese (economista di Oxford)

Basta con i giochini in consiglio comunale e le associazioni di categoria pensino agli associati

Basta con i giochini e non appesantite di ridicolo una situazione già drammatica sul piano politico. Con l’arrivo del commissario non succede niente di niente e nessun servizio al cittadino corre rischi. Quindi i comunicati della CGIL e delle associazioni di categoria sanno più di comunicati politici che altro generano solo inutili allarmismi. Il commissario è un rappresentate dello Stato e ci penserà lui a sistemare i bilanci con trasparenza e verificando le reali coperture. Ma in questi anni dove erano le associazioni di categoria? Invece di pensare ai loro associati davano le coperture politiche al sistema di potere che ha portato alla crisi la città. Basta con gli allarmismi inutili. Addirittura ci risulta che oggi durante la conferenza dei capigruppo è stato chiesto alle opposizioni di uscire dall’aula domani durante il voto sul bilancio preventivo. In questo momento l’unico che ha risposto di sì alla maggioranza è Gabriele Corradi. Ma stamani nell’intervista non ha dichiarato che votava contro domani? Continuano ancora i giochini. Con il commissario la città non rischia niente, anzi ci guadagna in serietà istituzionale in trasparenza gestionale.

Peperoncino, l’angolo degli interrogativi piccanti

Profumo trasporta il suo ufficio di presidenza a Milano. Per maggiore comodità, ha già fatto assumere la sua assistente che starà lì a presidio. Che fine farà Valentino Fanti, attuale  capo della segreteria del presidente Profumo? Andrà a Milano anche lui, o sarà bellamente bypassato dall’assistente speciale di Profumo? Dopo l’uscita di scena di Mussari, che sia un’ulteriore ‘botta’ per il Bisi, dati i fraterni rapporti tra i due?
Ceccuzzi, grande sponsor di Alessandro Profumo, cosa ne pensa dello spostamento a Milano di un ufficio strategico per la banca come quello della presidenza? Dato che non ha detto una parola, è d’accordo che il Monte venga portato via da Siena una volta per tutte come sta tentando di fare il suo prescelto?
Fuori Ceccuzzi (per manifesta inadeguatezza a ricoprire il ruolo di sindaco), con l’arrivo del commissario come impiegherà il suo tempo Davide Rossi (oramai capo della comunicazione del Comune a tempo pieno e del Monte a tempo perso) dato che fino ad oggi veniva avvistato la mattina presto dalle parti di Piazza del Campo per le consuete e “strategiche” riunioni mattutine con i vari consigliori del Ceccuzzi? Di questo suo iperattivismo si dice sia infastidito anche lo stesso Valentino Fanti. Pare infatti che Davide Rossi, senza protezioni dopo l’uscita di Mussari, abbia cercato in tutti i modi di attaccarsi a Ceccuzzi dandogli continui attestati di fedeltà, compreso il chiedere a Valentino Fanti di provare a far schierare i vertici della banca (gli altri, perché Profumo si è già schierato anche troppo a favore di Franchino, alla faccia della politica fuori dalla banca) in favore di Ceccuzzi. Richieste che avrebbero imbarazzato un Fanti già non troppo contento di stare dove sta.
Calcioscommesse. A Grosseto si parla già di class action contro chi dovesse venire rinviato a giudizio per le vicende del calcio scommesse in cui è stato tirato in ballo anche il Grosseto Calcio. Al tg3 toscano si apprende che sia il Comune di Grosseto che la Banca della Maremma starebbero seriamente pensando di intentare un’azione di responsabilità per il danno all’immagine che la vicenda ha arrecato al nome della città. Come mai una simile riflessione non si è sollevata dalle stanze del Comune di Siena e dall’oramai dimesso Ceccuzzi? Come mai una simile voce, a maggior ragione, non è arrivata dalla Banca Monte dei Paschi che ogni anno elargisce diversi milioncini di euro per sponsorizzare il Siena calcio? Perché la Banca della Maremma pensa di costituirsi per difendere il suo nome dalla cattiva immagine che le vicende del calcioscommesse le stanno portando e il Monte no? Non sarebbe un gesto di responsabilità verso la banca e di rispetto anche verso i tifosi che si trovano, peraltro, di fronte ad una Società che non li sta parlando e spiegando per bene cosa sta succedendo?

Profumo di Milano e ricordi senesi

Ci manca solo che la Groppi apra un ufficio in Canada e siamo tutti. Abbiamo l’impressione che la famosa discontinuità nella gestione della banca MPS tardi ad arrivare e che il presidente Profumo non intenda discostarsi dal “fashion”. Un cambio di rotta nella gestione delle banche è stato auspicato anche dalla Banca d’Italia e senza entrare nel merito delle competenze del ruolo ricoperto, non possiamo non registrare il profilo professionale e “non politico” del Dott. Fabrizio Viola. Mentre Profumo, par di capire, non intende rompere la continuità con la gestione Mussari. Il primo atto, non a parer nostro, ma secondo tanti analisti e giornalisti nazionali e internazionali, doveva essere quello della sostituzione del capo della comunicazione David Rossi e del capo della segreteria Valentino Fanti. Ci chiediamo, Profumo ha intenzione o no di rilanciare la banca MPS, praticando un vero cambio di rotta e valorizzando quelle professionalità interne non legate alla gestione Mussari? Ci sembra di no e dalle ultime notizie par di capire che lo stesso Profumo non solo non discontinui, non solo non valorizzi le risorse interne, ma esternalizzi con un vero e proprio ufficio a Milano. Vogliamo ricordare due cifre su tutte. Dalla lettura dei bilanci 2006-2011 emergono 355 milioni di euro di spese per la pubblicità e 730 milioni di consulenze esterne. Forse la scelta di una segretaria a Milano preannuncia l’ipotesi già ventilata del trasferimento della sede di MPS da Siena a Milano?

Ricordiamoci che Profumo è il presidente voluto da Ceccuzzi e sempre dal PD hanno chiesto a Profumo di non rimuovere David Rossi.

Segnaliamo un’agenzia Ansa:

Il nuovo presidente di Banca Mps,Alessandro Profumo, secondo quanto sostengono i sindacati starebbe costituendo un proprio ufficio a Milano. I Coordinamenti Rsa hanno dichiarato in una nota che ”se tale iniziativa fosse confermata, sarebbe da noi letta come un atto di arroganza senza precedenti. La domanda è: perché un ufficio del presidente a Milano? Non è Siena la sede della Presidenza del Monte dei Paschi?”. L’accusa dei sindacati è stata formulata dopo che irappresentanti dell’azienda, in un incontro, hanno comunicato loro ”una ulteriore assunzione ‘specialistica”’ in Banca Mps ‘con il ruolo di ‘assistente del presidente Profumo’ sulla piazza di Milano”.

Ecco uno dei responsabili (non istituzionali) della crisi di Siena: Stefano Bisi

Perchè è in crisi Siena? La responsabilità è da ricercare nel “groviglio armonioso” e tra coloro che hanno supportato il sistema groviglio. Dal 2001 a oggi Siena è scivolata verso il basso: dalla decadenza politica alla crisi economica delle maggiori istituzioni cittadine. L’inizio dell’era Mussari alla banca coincide con l’inizio del groviglio armonioso capeggiato da Stefano Bisi. Sono supposizioni? No, sono i fatti che parlano senza commentarli nemmeno tanto. Ovvio, che gli amministratori comunali e provinciali hanno le loro responsabilità, ma detto questo, bisogna evidenziare che il peso della gestione Mussari supportato dai due comunicatori David Rossi e Stefano Bisi ha condizionato i partiti,le giunte comunali e l’informazione cittadina. Sono stati anni di trionfalismo, megalomania, spendi e spandi, emarginazione di tutti coloro che non rientravano nei canoni del groviglio armonioso. Dal 2006 al 2011 la banca MPS ha speso 355 milioni di euro in pubblicità attraverso l’area comunicazione gestita da David Rossi. Quanti organi d’informazione hanno beneficiato della pubblicità? Forse è solo una coincidenza, ma verso la fine della presidenza Mussari sono stati assunti all’area comunicazione di MPS la fidanzata del Bisi e un altro collaboratore del corriere di Siena. E stranamente il responsabile dell’area comunicazione di MPS non ha perso tempo nel rilasciare attraverso un video pubblicato da Siena News parole di elogio al medesimo giornale online (con direttore responsabile Stefano Bisi). Vogliamo parlare dei legami stretti del Bisi con gli ex vertici dell’aereoporto di Ampugnano o del cda dell’università? Vogliamo ricordare gli articoli di elogio scritti dal Bisi sull’acquisto di banca Antonveneta? Il groviglio armonioso ha messo in ginocchio la città. E oggi che strategia si sono inventati i due comunicatori David Rossi e Stefano Bisi? Minimizzare e tentare di salvare le sorti del Ceccuzzi, non perchè amano il Ceccuzzi, ma solo con la speranza di custodire il loro ruolo. Ci sembra che sia l’ora di smetterla con il groviglio e guarda caso anche lo stesso Ceccuzzi al Santa Maria della Scala ha preso le distanze dal groviglio; anche Alberto Monaci nell’intervista al Tirreno ha preso le distanze dal groviglio armonioso. Solo i due giapponesi della comunicazioe non demordono. Da quando è scoppiata la crisi dentro la maggioranza il Bisi non ha perso tempo (anche se fuori tempo) con i soliti articoli tesi alla ricerca di un accordo dentro il PD e non, ultimo l’articolo surreale di sabato 2 giugno. Ma il Bisi quando interviene parla in qualità di giornalista, di rappresentante della massoneria o da simpatizzante del PD? Un giornalista serio si limita alla cronaca dei fatti, esprime giudizi, prende posizioni, ma non propone articoli militanti; da quanto ci risulta in nessun ambito della massoneria hanno deciso di scendere in campo per ricucire lo strappo dentro il PD (è solo una posizione del Bisi). Anzi, tutto questo protagonismo del Bisi crea soltanto imbarazzi dentro la massoneria. A testimonianza di questo citiamo alcune dichiarazioni di un esponente storico del Grande Oriente d’Italia, Delfo Del Bino, che ha ricoperto il ruolo di Gran I Sorvegliante con l’allora Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Armando Corona. Per la cronaca ricordiamo che Armando Corona è colui che decretò l’espulsione di Licio Gelli dal Grande Oriente d’Italia. Ecco cosa ha dichiarato Delfo Del Bino :

Il Grande Oriente d’Italia in tutte le sedi, anche e soprattutto in contesto europeo ove ormai da due anni partecipa al Meeting delle Organizzazioni Filosofiche non Confessionali, a Bruxelles, presso la Commissione Europea presieduta da Manuel Barroso, ha sempre insistito sulla centralità dei princìpi fondativi dell’unione tra i popoli europei, sulla cultura e sulla difesa dei diritti umani prima che sulle ragioni prettamente economiche. Amiamo l’Europa dei popoli e dei saperi, non quella delle banche”.

Ad eccezione di quella del Monte dei Paschi, aggiungo io, visto il“Groviglio armonioso”enunciato da Bisi e l’amara vicenda conclusasi col fallimento della iniziativa dell’Aeroporto di Ampugnano la cui presidenza era stata affidata a Enzo Viani tuttora, a quanto pare, indagato per quella vicenda – e indicato da Report quale tesoriere del G.O.I., affermazione non smentita da nessuno, compreso lo stesso Bisi…

Sarà il caso di smetterla, soprattutto qui a Siena, con il groviglio armonioso e praticare una vera e profonda rottura con l’era Mussari e aprire una fase di discontinuità non solo nella politica, ma anche nel mondo dell’informazione locale. Non sono bastati i disastri che sono sotto gli occhi di tutti?

P.S. Domani leggetevi l’intervento preparato da un noto economista che mette nero su bianco il protagonismo politico del capo della comunicazione di banca MPS nella crisi della maggioranza senese. Qualcuno avverta Profumo e Viola in modo che leggano l’intervento visto che una copia verrà indirizzata alla Banca d’Italia.

Ennesima figura vergognosa di un docente dell’Ateneo senese mentre l’abusivo Criccaboni seguita con inopportuni ed ingiustificati trionfalismi

Un lettore molto attento e puntiglioso ci segnala un fatto gravissimo che ha per protagonista un docente senese, Simone Neri Serneri (http://www.linkiesta.it/concorso-truccato). La storia, vergognosa che è finita anche in Parlamento con un’interrogazione di un deputato PD (!) al ministro Profumo, ve la potete leggere al link. Ma noi abbiamo indagato su chi cacchio sia questo Simone Neri Serneri. Intanto è uno dei VENTIDUE (ora solo venti) professori di Storia Contemporanea, una situazione che fa rivoltare lo stomaco come si può leggere anche qui: http://ilsensodellamisura.com/2011/08/09/universita-di-siena-i-berlinguer-boys-alla-ricerca-di-una-diversita-mai-posseduta/. In secondo luogo è, udite udite, il presidente dell’Istituto Storico per la Resistenza in Toscana (http://www.sienafree.it/universita/203-universita/1949-simone-neri-serneri-nominato-direttore-dellistituto-storico-della-resistenza-in-toscana). Nonché neo direttore di un dipartimento dell’Ateneo (http://www.gips.unisi.it/direttore/). Dopo aver letto tutta questa vergognosa storia, alcune riflessioni:

1) Come è possibile che l’autonomia universitaria si spinga fino a fare carta straccia di un’ordinanza del TAR?

2) Ricordiamo che al TAR della Toscana giace anche un ricorso sulle elezioni del rettore abusivo Criccaboni e che su queste elezioni è stato richiesto dalla Magistratura il rinvio a giudizio di tutta la commissione e di parte del seggio elettorale;

3) Della suddetta commissione faceva parte (e ne è stato richiesto il rinvio a giudizio) anche il senatore accademico Bettalli, protagonista di una storia abbastanza simile (http://shamael.noblogs.org/?p=3872);

4) Ci si chiede come si concilia l’atteggiamento dell’abusivissimo Criccaboni che sproloquia di qualità, rilancio, risanamento, classifiche di Shangai e Borgo a Monculi con la presenza nel corpo docente di personaggi di questo genere. Avevamo capito che i criteri per essere di eccellenza erano dettati dalla presenza di Nobel Price o di Field Medals e non da quella di Gasparone e Musolino;

5) Ci si chiede altresì cosa ne pensino i familiari dei morti nelle stragi di Niccioleta, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto e così via della presidenza del suddetto Istituto affidata a personaggi che si comportano in questo modo vergognoso;

6) E anche l’ANPI ci chiediamo se abbia qualcosa da dire;

7) E anche qualcuno, non tutti, ma qualcuno dei docenti di questo Ateneo sprofondato nella vergogna, perché non leva gli scudi contro questo stato di cose assolutamente indecoroso?

Domani è la Festa della Repubblica, ma siamo sicuri che avere una classe dirigente di questo genere sia congruo con una Repubblica che affonda le proprie radici anche nella Resistenza? E poi: ma che figura facciamo di fronte agli altri Paesi nei quali certo, non si verificano vergogne di questo genere? Andatelo a chiedere a Oxford o a Cambridge cosa ne pensano di queste infamie.

Ma vergognatevi tutta la vita, davvero …

Aldo, Jolanda e Criccaboni

Nel riguardare le foto del Ceccuzzi day al Santa Maria della Scala di giovedi scorso, provoca un certo effetto (vi risparmiamo l’aggettivo) vedere in prima fila il figlio di Luigi Berlinguer, Aldo il promotore del Campo delle idee (quali?), ex membro del cda di Ampugnano e membro attuale del cda della banca Antonveneta. Ma il giovane Aldo ha anche la pretesa di passare come il rinnovamento, come l’uomo del futuro? Sul piano professionale forse è un genio e gli facciamo tanti auguri per l’attività lavorativa, ma sul piano politico il suo giochino era fin troppo chiaro così come oggi. Per rinnovare la città sono proprio i personaggi come Aldo Berlinguer che dovrebbero essere superati e non importa l’età anagrafica. Perchè il giovane Aldo non ci racconta la sua posizione sull’ampliamento di Ampugnano, sull’acquisto di Antonveneta e sul dissesto universitario? Fuori il “campo delle idee” su questi argomenti. Sul piano professionale potrebbe fornirci una consulenza rispetto a una domanda di un nostro lettore alla quale non sappiamo rispondere: “posso vendere una casa che ha il tetto abusivo e non più sanabile?”.

Della Jolanda Cei Semplici abbiamo un’altra chicca che conferma il modus operandi durante il faraonaggio tosiano. Correva sempre il periodo 2002-2003 e in quel periodo, sempre con il lenzuolo di carta in mano, la comandante e il faraone non si sono risparmiati per contrastare “gli altri” e coloro che non erano allineati al groviglio universitario. Vi ricordere che in quegli anni l’avvocato Giuseppe Mussari ricopriva il ruolo di presidente della fondazione MPS e come ben sapete il fratello dell’avvocato, il docente universitario (persona seria e competente) Riccardo Mussari era ed è in servizio presso l’ateneo senese nella facoltà di economia. La comandante per ingraziarsi l’allora presidente della fondazione e per contrastare “gli altri” pensò bene di inserire nella lista dei “non allineati al groviglio tosiano” il docente Riccardo Mussari. E sapete perchè? Perchè, sempre secondo la tesi della comandante, Riccardo Mussari non era in buoni rapporti con Giuseppe e quindi per ingraziarsi il potere dovevano ostacolarlo. E così hanno fatto con tanti docenti seri e tante brave persone. Ricordatevi che la storia non si cancella e nemmeno la memoria degli uomini vigili.

Le storie di Aldo e di Jolanda si intrecciano con l’avvento dell’abusivo Criccaboni. Sempre il solito gruppo e il solito metodo. Con l’aggravante, anche se racconta le novelle, che Criccaboni sta dando la mano di coppale all’ateneo e all’infuori della magistratura, nessun docente e nessuna istituzione cittadina si sta ponendo il problema dell’abusivismo del Criccaboni e della sua cattiva gestione. Fermatevi per il bene dell’ateneo altrimenti poi sarà troppo tardi per recuperare i danni.

 

Parla il Governatore della Banca d’Italia

Il nostro esperto economico, il professore Paco Pachese, ieri era presente all’assemblea annuale della Banca d’Italia. E rispetto ai ritardi della politica, ieri, il professore Pachese ha colto nell’intervento del Governatore Ignazio Visco un messaggio istituzionale chiaro e senza fraintendimenti.

Ecco la dichiarazione del Governatore Ignazio Visco:

“La gestione delle banche deve essere corretta, ci adoperiamo per opportuni cambi dei vertici, la collaborazione con l’autorità giudiziaria è intensa”.

– Nella foto Ignazio Visco durante l’assemblea di Banca D’Italia.