Anche le pulci hanno la tosse. Nel mare magnum dei disastri commessi nei confronti del prestigioso ateneo senese ritornano alla ribalta personaggi “minori” e una ristretta cerchia di filodissestatori che udite udite teorizzano l’inestistenza del dissesto e si lasciano andare con affermazioni del tipo “accidenti ai magistrati” e “basta con le inchieste nei confronti di Riccaboni”. Ora affermare “accidenti e basta” di per sé non rappresenta un reato, ma dimostra la corruzione culturale e la dimensione del decadimento morale in essere. Tra i responsabili della gestione Riccaboni rientra a pieno titolo il membro del cda dell’ateneo prof. Mariano Bianca il quale non solo ha votato per lo stesso Riccaboni poi votando qualsiasi cosa durante i vari cda; ma addirittura il Bianca fedele al tosiano Riccaboni con impegno quasi fraterno ne sposa la causa anche con interlocutori fiorentini. Magari confondendo il senato accademico con il senato della Repubblica: sempre di “senatori” trattasi. Avete capito cari cittadini senesi e italiani: una cerchia ristretta o meglio una cricca di docenti se ne strafrega dell’operato della magistratura e continua a tenere sotto scacco con un rettore irregolare una prestigiosa università alla faccia del resto delle Istituzioni, dei cittadini, della magistratura e delle forze politiche. E a proposito della politica: l’esponente del PD senese Francesco Carnesecchi che posizione ha in merito al dissesto universitario e cosa pensa dell’affermazione scomposta “accidenti ai magistrati”?
Che tristezza …
Personaggi “minori”come Mariano Bianca a difesa di Riccaboni e la ristretta cricca di docenti che afferma “accidenti ai magistrati”
Novembre 25th, 2011 — Note redazionali
Ci mancava solo l’alfiere della restaurazione berlinguerian-tosiana Roberto Barzanti
Novembre 25th, 2011 — Note redazionali
Incredibile articolo di Roberto Barzanti, da sempre fedelissimo della cricca berlingueriana e starniniana, che tessendo le lodi del berlinguerian-tosiano Riccaboni dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, dello strettissimo legame tra dissestatori. Costoro, dai propri troni consistenti in case dello Stato e pensioni da europarlamentari, ignorando il disagio dei cittadini e lavoratori messi nell’angolo dal disastro che hanno provocato, prendono posizioni inaccettabili anche contro Ceccuzzi e compagni, per cercare di riaffermare il primato stiglianese sulla città. Molto meglio avrebbe Barzanti a leggersi un po’ meglio quel Wittgenstein tirato in ballo da Riccaboni seguendo la settima proposizione: Su tutto ciò che non si può dire, si deve tacere. Ecco appunto: perché non ha taciuto?
Noi una spiegazione ce la siamo data: che questa cricca intende portare a termine la restaurazione berlinguerian-tosiana, puntando tutte le fiches (che non sono loro peraltro visto che si parla della pelle di più di mille poveracci) su questa amministrazione universitaria insulsa, inconcludente e per molti aspetti anche dai comportamenti poco chiari e per niente trasparenti.
Ma quali gufi Barzanti!!! Ma di cosa parli!!! Questa sarebbe la sinistra? Dio ci scampi dal ritorno di questi protodissestatori che blaterano di eccellenza e di rilancio in presenza di un ateneo che suscita ilarità e sdegno in tutta Italia e che è il simbolo del fallimento totale di un sistema politico e istituzionale che questi soloni hanno controllato per anni.
Complimenti anche alle opposizioni senesi tutte che prima si lamentavano della lentezza della magistratura e ora che la magistratura ha dato una pesante accelerazione non si sono degnate di dire niente di significativo. Bravi davvero!
ALLARME ROSSO PER L’ATENEO SENESE. I due irresponsabili Riccaboni e Fabbro stanno conducendo tutti verso il baratro. Il Ministro Profumo, Enrico Rossi, Ceccuzzi, Bezzini con la loro inerzia si stanno assumendo grosse responsabilità
Novembre 25th, 2011 — Note redazionali
Parole parole parole … bla bla bla … sono solo parole al vento e niente fatti concreti i risultati ad oggi del duo irresponsabile Riccaboni-Fabbro. Non hanno fatto niente, non stanno facendo ancora niente e non hanno nessun piano di risanamento che possa esser definito tale. Sono due irresponsabili perché pur di non ammettere il proprio fallimento preferiscono trascinare nel baratro tutto l’ateneo. Dove sono i fatti che millantano da mesi? Dove sono le carte e i documenti formali che dimostrano la garanzia di liquidità? Dove sono gli atti formali che certificano le “rassicurazioni ministeriali” millantate dal duo irresponsabile? Non ci sono e non sono in grado di esibirli. Irresponsabili loro e irresponsabili i membri del cda dell’ateneo (salvo qualche caso isolato) che supini alle decisioni del duo non si rendono conto di contribuire al disastro definitivo. Addirittura, pur con la scompostezza e l’inconcludenza gestionale dimostrata, risulterebbe che la direttrice Fabbro avendo ben chiara la situazione finanziaria disastrosa per il futuro dell’ateneo, aveva proposto al rettore eletto irregolarmente di dichiarare lo stato di dissesto. Ma lui si è rifiutato perché deve fare lo splendido sulle spalle di migliaia di persone. Doppiamente irresponsabili. Anche la decisione di svendere Palazzo Bandini Piccolomini è una vergogna: non serve al risanamento, non possono farlo (come già dichiarato dai sindaci revisori) e non è vendendo i gioielli di famiglia che si rafforza la liquidità futura. Pertanto rinnoviamo la richiesta alla magistratura di sequestrare la documentazione inerente la vendita del palazzo Bandini Piccolomini e la relativa delibera votata dai consiglieri nell’ultimo cda dell’ateneo.
La situazione è di pieno ALLARME ROSSO. Un rettore eletto irregolarmente e i vertici dell’ateneo senza un valido piano di risanamento e senza prospettive di liquidità. E di questo andamento sono responsabili anche i membri del cda in particolar modo Cucini, Morrocchi e Paulesu.
Che cosa faranno i vari Profumo, Rossi, Ceccuzzi, Bezzini: si assumeranno la responsabilità di aver garantito il sostegno istituzionale a un rettore irregolare che sta portando nel baratro più di mille lavoratori?
ALLARME ROSSO. Fermate l’abusivo e chi di dovere prenda velocemente in mano il timone della “nave” che sta per affondare. Sveglia!!!!
In attesa dei pronunciamenti del Presidente della Regione Toscana auspichiamo interventi di tutela dei cittadini da parte di altre Istituzioni dello Stato. La prima repubblica è storia passata
Novembre 24th, 2011 — Note redazionali
18 indagati per il dissesto dell’università senese, 10 indagati per l’elezione dell’abusivo Riccaboni, 14 indagati per la vicenda dell’aereoporto di Ampugnano: questa la fotografia odierna del sistema Siena. Pur riconoscendo il giusto lavoro trasparente e in piena autonomia dei magistrati troviamo vergognoso nel contempo i silenzi delle istituzioni come Regione Toscana, Amministrazione provinciale di Siena e riscontriamo altresì la superficialità e l’inadeguatezza dei gruppi dirigenti di tutte le forze politiche senesi nell’affrontare la crisi morale ed economica della città e del resto della provincia. Noi non intendiamo entrare nel merito dei procedimenti giudiziari in corso e non abbiamo la minima intenzione di celebrare processi anticipati. Su una cosa però siamo intransigenti: pur in attesa dei provvedimenti della magistratura, un processo politico, istituzionale e culturale è doveroso farlo. Innanzitutto l’abusivo rettore Riccaboni dovrebbe rassegnare le dimissioni e non solo noi, ma tutte le istituzioni e le forze politiche devono chiedergliele con forza. Questo non avviene e ci chiediamo il perché. I motivi sono due: o dal presidente Rossi in giù sono tutti in comunella con l’abusivo o il Rossi, il Ceccuzzi, il Bezzini etc. non contano praticamente niente e quindi lo stesso abusivo sostenuto da una cricca di docenti opportunisti e da una banda dissestatori spera di sopravvivere. Anche in questo caso però piena fiducia nella magistratura da parte nostra e da domani invitiamo tutti a rivolgersi alle autorità giudiziarie e tribunali amministrativi per presentare esposti e ricorsi finalizzati a ristabilire legalità e legittimità dentro l’ateneo senese. Se l’abusivo fa resistenza e la politica si assenta i cittadini con civiltà e diritto alla mano provvederanno, forse anche ingolfando le cancellerie dei tribunali, a depositare esposti e ricorsi. Un altro che è in ritardo a rassegnare le dimissioni è il consigliere comunale del Pd di Siena David Chiti invischiato insieme alla moglie e cognata nella vicenda dell’affidamento del bar dell’ente pubblico Università di Siena. Anche in questo caso come atto di autotutela come mai i vertici dell’ateneo non revocano l’affidamento? La presenza in consiglio comunale proprio in virtù di queste indagini non solo compromette il ruolo trasparente degli enti pubblici, ma aggrava anche la situazione degli indagati(questi sono affari loro!!). La politica e le istituzioni anche in questo caso sorvolano? I cittadini e i soggetti interessati e danneggiati si rivolgeranno nuovamente alle autorità giudiziarie.
Ci rivolgiamo nel comtempo a S.E. il Prefetto Gerardina Pantalone per sollecitare un Suo interessamento nelle vicende universitarie chiedendo agli uffici del Prefetto di informare i ministeri competenti degli esiti dell’indagine sull’elezione di Angelo Riccaboni. Ci auguriamo che la foto che ritrae S.E. il Prefetto, successiva alle conclusioni delle indagini sulle elezioni, insieme a Angelo Riccaboni con la “benedizione” dell’arcivescovo Buoncristiani, rappresenti un gesto di cortesia e non una scelta di campo a sostegno di Riccaboni. Senza polemica e senza mancare di rispetto alla figura del Prefetto riteniamo che gli stipendi e la dignità di centinaia di lavoratrici e lavoratori vengano prima della carriera del rettore. La prima repubblica è finita da un pezzo e i cittadini non sopportano più le angherie di una cricca ristretta di individui che hanno devastato e stanno devastando istituzioni pubbliche.
Con i più sentiti e rispettosi saluti a S.E. il Prefetto e rinnovando al Presidente Rossi un doveroso richiamo per un auspicato segnale istituzionale, inviamo un abbraccio caloroso a tutti coloro che stanno pagando per le angherie e le truffaldine gestioni di pochi individui da prima repubblica o repubblica delle banane.
Cesare Mori
Maestro James
Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi non ha niente da dire?
Novembre 23rd, 2011 — Note redazionali
Gli Uffici di S.E. Cesare Mori e il Maestro James, con mandato pieno del cdr di Fratello Illuminato, sono ad interrogarsi, esprimendo preoccupazioni e dovute considerazioni, sul silenzio imbarazzante in merito alle vicende universitarie di Siena da parte del Presidente Enrico Rossi e dell’assessore regionale Stella Targetti. Comprendiamo benissimo il disagio e il travaglio che impediscono al presidente della provincia di Siena Simone Bezzini ad intervenire per chiedere un passo indietro al rettore abusivo Riccaboni (il Bezzini forse ricorda benissimo con chi era riunito il giorno della nomina di Riccaboni!!!??); cosi come prendiamo atto delle prese di posizione del sindaco Ceccuzzi che di fatto sfiduciano l’abusivo (c’era un altro sindaco in quella famosa riunione con Bezzini. Chi era invece il/la terzo/a). Ci lascia perplessi e infastiditi il silenzio imbarazzante di Enrico Rossi e Stella Targetti. A parole i due amministratori regionali dispensano (soprattutto Rossi) lezioni di etica, morale pubblica e discontinuità con la vecchia politica. Nel caso dei vertici dell’ateneo senese e delle problematiche ad esso connesse invece, legittimano la peggior politica della prima repubblica e la peggiore gestione di un ente pubblico. Un rettore sub judice, un direttore amministrativo già condannata dalla Corte dei Conti, responsabili degli uffici dell’ateneo indagati per il dissesto dello stesso, un bar di ente pubblico affidato senza regolare gara di affidamento, operazioni di vendite di immobili dell’ateneo che dovrebbero essere oggetto di indagini della magistratura, il personale tecnico-amministrativo penalizzato, un piano di risanamento che non esiste(sono solo bugie quelle che raccontano l’abusivo e la condannata dalla Corte dei Conti), lo stesso direttore amministrativo che percepisce più di 150.000,00 euro all’anno che non sta facendo niente di utile all’infuori che proteggere i dissestatori: più che un ateneo sembra il set cinematografico del telefilm “Distretto di Polizia” in onda su canale 5. Vogliamo parlare poi dei concorsi presso la facoltà di medicina di Siena finanziati o cofinanziati dalla Regione Toscana? Vogliamo parlarne e ci stupisce il silenzio di Enrico Rossi; e quindi ci chiediamo come mai non apre una commissione ad-hoc per verificare la regolarità dei concorsi e l’utilizzo dei finanziamenti regionali. E visto che parliamo della facoltà di medicina riteniamo che il presidente Rossi potrebbe dare una risposta celere alla missiva che a noi risulta essere depositata presso la regione in merito ad alcuni concorsi.
Non servono comunicati di circostanza. Quello che i cittadini chiedono sono delle precise dichiarazioni e delle assunzioni di responsabilità istituzionali. Tutti, anche i muri, si sono resi conto che il professore Riccaboni è inconcludente e non è legittimato; ha voluto forzare la mano per l’inaugurazione perché doveva fare lo splendido e dimostrare al gruppo dei dissestatori che lui difende il fortino fino alla fine. Perché lo stesso Riccaboni ha ottenuto il sostegno da parte del partito di Verdini e da parte di alcuni funzionari ministeriali romani e locali che gli hanno garantito l’intoccabilità fregandosene del ruolo della magistratura. Certe foto sorridenti e certe strette di mano sono il segno tangibile del disprezzo istituzionale(e noi conserveremo le foto di questi sorrisi!!). La politica e le istituzioni Toscane hanno due strade: o si assumono la responsabilità di legittimare il rettore del partito di Verdini o con chiarezza si dissociano e creano le condizioni per risollevare con nuovi vertici il prestigioso ateneo senese. Poche chiacchere e basta con gli equilibrismi da prima repubblica.
La nostra non è una presa di posizione ostile e ideologica nei confronti di Rossi e della Targetti. Addirittura il Maestro James nutre profonda stima per Stella. Qui si tratta di convergere fra tutti per il bene pubblico e per il futuro dei nostri figli e delle nostre prestigiose istituzioni. Pertanto nel pieno spirito collaborativo (da noi auspicabile) tra la segreteria di S.E. Cesare Mori e gli uffici regionali siamo (proprio per non farvi affaticare) a proporvi una bozza di comunicato da rendere pubblico da far firmare a Enrico Rossi e a Stella Targetti.
Bozza comunicato da far firmare al Presidente Rossi e all’assessore Targetti.
“Il presidente della Regione Toscana e l’assessore regionale Stella Targetti, esprimono sconcerto per la situazione dell’ateneo senese e nel prendere atto dei primi esiti dell’inchieste della magistratura chiedono immediati provvedimenti disciplinari interni da parte del direttore amministrativo Ines Fabbro e le dimissioni del professore Angelo Riccaboni. Nel contempo esprimono piena fiducia nell’operato della magistratura e sollecitano il Ministro Profumo per addivenire al rapido annullamento del decreto di nomina.La Regione Toscana nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali dei soggetti coinvolti si attiverà per quanto di competenza per ristabilire trasparenza e legittimità all’ateneo senese.
Firmato
Enrico Rossi (Presidente della Regione Toscana)
Stella Targetti( assessore regionale Università e Ricerca)”
(Voi della regione controllate la forma del comunicato, ma non modificate la sostanza)
Rimanendo fiduciosi insieme ai 2352 lettori giornalieri del blog per la risoluzione delle problematiche dell’ateneo senese rinnoviamo i più sentiti auguri di buon lavoro al Presidente e alla Giunta Regionale e un apprezzamento di stima nei confronti di Stella Targetti.
Di questi Uffici, Cesare Mori
Maestro James
Il Ministro Profumo se non annulla il decreto di nomina di Riccaboni potrebbe incorrere in una palese violazione e quindi passibile di ricorso alla magistratura. Non perdiamo altro tempo e dal ministero annullate il decreto come del resto stabilito al momento della nomina
Novembre 23rd, 2011 — Note redazionali
Senza tanti giri di parole invitiamo il Ministro Profumo ad attenersi al rispetto delle condizioni poste come vincolo di nomina dagli uffici del ministero. Non ci sono altre vie tranne l’annullamento del decreto di nomina di Riccaboni alla luce della conclusione delle indagini della magistratura. La violazione di tale prerogativa del Ministro ravviserebbe a nostro avviso motivo di ricorso all’autorità giudiziaria. Abbiamo già conosciuto il modus operandi menefreghista e a tutela delle cricche portato avanti dalla Gelmini e da qualche “nano di stato” sul territorio. Il neo Ministro dimostri il profilo tecnico e ottemperi alla naturale decisione dell’annullamento del decreto di nomina.
Ufficio legale di Fratello Illuminato
Un GINTS e una maglietta (non dell’Unisishop)
Novembre 22nd, 2011 — Note redazionali
Editoriale del Maestro James. Un’ancora di “luce” per Silvano Focardi. Riflessioni tra “diritto e storia”
Novembre 22nd, 2011 — Note redazionali
Alla luce di quanto risalta dalle notizie sulle inchieste che gettano ombre e preoccupazioni sulla vita passata e recente dentro la prestigiosa università senese, in virtù del ruolo che questo blog ha avuto nel corso dell’ultimo anno, reputo appropriato socializzare una riflessione condivisa dalla nostra redazione. La premessa è d’obbligo: la magistratura e gli indagati hanno il dovere e il diritto di dibattere nelle sede dovute gli aspetti giudiziari;la comunità accademica e le istituzioni cittadine hanno il dovere di interrogarsi e conseguentemente assumere iniziative proprie nell’interesse del bene pubblico e di quello delle lavoratrici e dei lavoratori. Le istituzioni cittadine, in primis il Comune di Siena, a cui va riconosciuto con la gestione Ceccuzzi un impegno diretto nelle vicende universitarie, per la credibilità delle azioni che le stesse assumeranno (compresa la costituzione di parte civile) devono sgombrare il campo da ambiguità e ombre. Senza le dimissioni dalla carica di consigliere comunale da parte di David Chiti, avvisato insieme agli altri 17 dalla magistratura, l’organo decisionale dell’ente Comune si trova nella condizione di avere un componente invischiato in questa brutta storia giudiziaria. Il buon senso istituzionale e la tutela della sua stessa linea difensiva in sede giudiziaria, dovrebbero indurre il sig. Chiti alle dimissioni. Non credo sia produttivo tirare la corda e opporre resistenza cosi come sta facendo lo stesso Chiti.
In merito al coinvolgimento dell’ex rettore Focardi, fatta salva la premessa precedente, dopo un’attenta valutazione delle vicende non solo giudiziarie, credo che un’ancora di “luce” la meriti. Non per partigianeria, ma per ristabilire anche criticamente quel passaggio storico tra il rettorato del capo dei dissestatori Piero Tosi e quello dello stesso Focardi. E’ evidente a tutti che il dissesto dell’università inizia e si moltiplica sotto la gestione Piero Tosi, Loriano Bigi, Diodato Angelaccio, Carlo Bruni, Angelo Riccaboni (che non risulta indagato, ma in quel periodo condivideva la gestione Tosi), Maurizio Boldrini (vedi area comunicazione) e dal resto della banda dei docenti tosiani. Peccato che la legislazione italiana non permette di aprire indagini sul periodo precedente a quello di Tosi. Risulta quindi evidente che il “patologo” Tosi sostenuto da una parte della CGIL (Angelaccio-Bruni) e da una cricca ristretta mista di docenti e amministrativi aveva instaurato un sistema di illegalità e complicità che hanno determinato la devastazione finanziaria dell’ateneo. Con le casse dell’ateneo facevano i “reucci”, controllavano il consenso e costruivano carriere. Questo meccanismo e questa gestione dissestatrice si interrompe nel suo aspetto sistemico con l’elezione di Silvano Focardi. Nel primo periodo (che coincide con le scivolate oggetto di indagine) risulta evidente che lo stesso Focardi non “assimila pienamente” il modus operandi dei vari Bigi, Angelaccio e Bruni e con leggerezza evita di rimuovere fin da subito questi soggetti. Infatti con l’ingresso nella scena gestionale del direttore Barretta e con il pro-rettore Minnucci, le cose cambiano e di conseguenza inizia il percorso efficace di risanamento e di “pulizia” gestionale. Forzatamente interrotto dalla cricca vicina a Riccaboni (e a Tosi). Leggerezza e alcuni collaboratori in malafede le cause delle scivolate del Focardi. Tra “diritto e storia” la vicenda Focardi non è inquadrabile nel sistematico groviglio dissestante. Focardi ha sicuramente alcune responsabilità, ma non quelle della devastazione totale ad praticata della cricca degli scopini, delle varie mangiatoie e delle false missioni. Al Focardi sempre “tra diritto e storia” vanno riconosciute due grandi decisioni: lo spianamento di quella mangiatoia rappresentata dall’area comunicazione e marketing gestita dal Boldrini e la decisione di recarsi in tribunale per denunciare quello che poi è risultata essere una gestione dissestatrice. Non a caso durante la competizione con Riccaboni tutta la banda dei tosiani e i gruppo della CGIL composto dal “compagno” Fiorino Iantorno, Angelaccio e Bruni, si sono scatenati contro Focardi e una delle accuse che rivolgevano allo stesso era quella di aver portato “i libri in tribunale”. E questo la dice lunga sulla dimensione morale dei sostenitori del Riccaboni. Come del resto, sempre alla luce delle inchieste, anche la legittimità del prof. Riccaboni viene meno.
Non ci giriamo intorno: una cricca e un sistema compiacente ha determinato il dissesto e quel gruppo tosiano (pochi soggetti in giro ancora oggi) sono gli unici che continuano stupidamente a vivere con “l’idea della restaurazione della mangiatoia”. Ci stiamo chiedendo perché il direttore amministrativo (passibile di denuncia per omissione??!!) non applica i provvedimenti disciplinari nei confronti degli indagati e sul come mai non comunica pubblicamente le eventuali ricognizioni interne in merito alle missioni false(quindi a carico delle casse dell’ateneo) effettuate da soggetti già a suo tempo interdetti dalla magistratura. Ma i membri del cda dell’ateneo, soprattutto il Cucini, Morrocchi e Paulesu, quando pensano di prendere posizione e di chiedere lumi sulle ricognizioni interne e sui mancati provvedimenti disciplinari del direttore amministrativo?
Per il bene dell’Ateneo e della città chi deve fare un passo indietro o in avanti non perda altro tempo. Chiudiamo questa brutta storia e apriamo un nuovo corso. Queste mie riflessioni non sono parole a caso: sono condivise da molti e sperano trovino condivisione anche tra i soggetti istituzionali e politici della Città e della Regione Toscana. Sempre che ci sia la volontà diffusa di voltare pagina.
Ad maiora
Maestro James
Rinnoviamo la richiesta di interdizione del prof. Angelo Riccaboni o in alternativa l’annullamento del decreto ministeriale di nomina. Alla prestigiosa università senese serve un rettore legittimato e un direttore amministrativo competente e senza condanne della Corte dei Conti
Novembre 22nd, 2011 — Note redazionali
La legge violata nelle elezioni è il testo unico del 1957 sulle procedure elettorali, tutte. E nessuno, ripeto nessuno, ha mai accusato Riccaboni di niente a quel riguardo, né doveva ricevere alcunché. Il punto è che le elezioni sono palesemente irregolari, a stare alla Magistratura in cui tutti ripongono sempre e comunque la massima fiducia. Quindi il falso ideologico commesso ha inficiato il decreto di nomina; e perciò il Ministro (non la Gelmini o Profumo, il Ministro in quanto funzione) deve revocare la nomina che ha firmato, per sua stessa ammissione in attesa che la Magistratura facesse chiarezza.
Inoltre chiediamo l’applicazione dei provvedimenti disciplinari in via cautelativa da parte del Direttore amministrativo dell’università nei confronti dei soggetti sotto inchiesta.
Inoltre chiediamo le dimissioni dei membri del senato accademico dell’università sotto inchiesta.
Inoltre chiediamo le dimissioni del consigliere comunale del Comune di Siena David Chiti.
Inoltre chiediamo al Sindaco e al presidente della Provincia di Siena di concovare i loro due nominati nel cda dell’università per verificare la vicenda della vendita degli immobili dell’università.
Di seguito l’articolo pubblicato in data odierna dal quotidiano La Repubblica
Di seguito estratto della sentenza della Corte dei Conti nei confronti di Ines Fabbro
LA CORTE DEI CONTISEZIONE GIURISDIZIONALE REGIONALE PER L’EMILIA-ROMAGNA Uditi nella pubblica udienza del 28 novembre 2007, con l’assistenza del Segretario dott. Nicoletta NATALUCCI, il Consigliere relatore, dott. Pietro SULLO, l’avv. prof. Franco MASTRAGOSTINO, in difesa dei Convenuti CALZOLARI, BUSETTO, FABBRO, DIONIGI, BRUGGI, GUALTIERI, nonché il Pubblico Ministero nella persona del Vice Procuratore Generale dott. Antonio LIBANO; ha pronunciato la seguente S E N T E N Z A nel giudizio di responsabilità, iscritto al n. 40749 del registro di Segreteria, instaurato dal Procuratore Regionale della Corte dei Conti per l’Emilia-Romagna nei confronti di CALZOLARI Pier Ugo, nato a Granarolo dell’Emilia il 11/03/1938; BUSETTO Luigi, nato a Bolzano il 27 aprile 1941; FABBRO Ines,nata a Zoppola (PN) il 23 settembre 1950; DIONIGI Ivano, nato a Pesaro il 20 febbraio 1948; BRUGGI Diego nato a Bologna il 25 gennaio 1942; GUALTIERI Lanfranco, nato a Ravenna il 27 dicembre 1935, assistiti e rappresentati dagli avvocati Franco Mastragostino e Cristiana Carpani, e presso di loro elettivamente domiciliati in Bologna, piazza Aldrovandi n. 3; ed inoltre nei confronti di CIPOLLI Carlo, nato a Crevalcore (BO) il 6 gennaio 1945 residente a Crevalcore – Frazione Palata Pepoli (BO), Via Guerzoni n. 199 ed ivi domiciliato; DE PLATO Giovanni, nato a Montefiore Cilento (SA) il 12 aprile 1944, residente a Bologna, Via San Felice n. 61 ed ivi domiciliato; CAPPIELLO Giuseppe, nato a Rimini il 21 aprile 1944, residente a Rimini, Via delle Officine n. 28 ed ivi domiciliato; GALLINA Piero, nato a Cesena il 3 maggio 1942, residente in Cesena, Via Costante Girardengo n. 53 ed ivi domiciliato; FABRIZIO Mauro, nato a Bologna il 17 dicembre 1940, residente a Bologna, Via Borghi Mamo n. 6 ed ivi domiciliato; MONACO Vito, nato a Brindisi il 26 settembre 1932, residente a San Lazzaro di Savena, Via Don Minzoni n. 140 ed ivi domiciliato; CAPPONI Marco, nato a Ripatransone (AP) il 29 dicembre 1944, residente a Bologna, Via Erbosa n. 28 ed ivi domiciliato; GUIDOTTI Laura, nata a Bologna il 25 dicembre 1944, residente a Bologna, Via Castiglione n. 28 ed ivi domiciliata; CASTALDINI Valentina, nata a Bologna il 28 maggio 1977, residente in Bologna, Via Riva Reno n. 58 ed ivi domiciliata; MALFITANO Franceso, nato a Messina il 29 luglio 1974, residente a Bologna, Via dell’Inferno n. 10 ed ivi domiciliato; RASTELLI Daniele, nato a Rimini il 24 ottobre 1980, residente a Riccione, Via Boito n. 16 ed ivi domiciliato.Ritenuto inFATTO Il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Bologna, con delibera votata il 13 febbraio 2001, ha deciso, tra l’altro, di rinnovare, ai sensi dell’art. 7, comma 6, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, un contratto di collaborazione professionale – della durata di dodici mesi con compenso lordo di € 16.526,62 – con il prof. Giuseppe Vino, già docente dell’Ateneo presso la Facoltà di Agraria.
Ecco l’inaugurazione dell’anno accademico
Novembre 21st, 2011 — Note redazionali