Università di Siena: “L’illegittimità del provvedimento e l’inesistenza della dichiarazione di conformità alla normativa, che esclude il ricorso a tale procedura, dovrebbero convincere i consiglieri di amministrazione (per giunta a fine mandato) a non approvare tale delibera”

Buongiorno magistrati, buongiorno membri del cda dell’ateneo e buongiorno organi d’informazione, riproponiamo sul nostro blog l’intervento del prof. Giovanni Grasso sul blog Il senso della misura http://ilsensodellamisura.com/2012/11/23/e-fondata-la-richiesta-dinterdizione-dal-ruolo-e-dallattivita-dei-vertici-dellateneo-senese/

Di recente, alcuni mezzi d’informazione locali hanno riportato la notizia di un esposto, alla Procura della Repubblica di Siena, riguardo alla retribuzione del Direttore amministrativo. Con la denuncia si chiedeva anche l’interdizione di Angelo Riccaboni e di Ines Fabbro, rispettivamente, dalla carica e dal ruolo di rettore e dall’attività e dal ruolo di Direttore amministrativo. La richiesta della misura cautelare era motivata dal pericolo di reiterazione del presunto reato e inquinamento probatorio. Per i vertici dell’ateneo senese, queste, sono accuse gravi e richieste pesanti, che i diretti interessati hanno eluso. Ebbene, rientra nella reiterazione di un abuso il provvedimento che si sottopone all’approvazione del CdA, nella riunione odierna? Nonostante il poco invidiabile primato di un Ateneo con il più alto indice d’indebitamento, l’amministrazione universitaria senese ha deciso di «utilizzare in assegnazione temporanea», presso la Divisione Ragioneria, 1 unità di personale dell’USL 7 di Siena per «una necessaria maggiore presenza di esperti di contabilità economico-patrimoniale». Il costo totale del comando ammonta a trentamila euro l’anno per un massimo di tre anni, non considerando l’ineludibile trattamento accessorio e altre indennità. Evidentemente, le attuali 46 unità di personale della Divisione Ragioneria non sono sufficienti – o non possiedono le competenze? – per assicurare la «riorganizzazione delle attività amministrative e contabili dei nuovi dipartimenti», oltre che per attuare le «nuove disposizioni normative in materia di bilancio delle università». L’illegittimità del provvedimento e l’inesistenza della dichiarazione di conformità alla normativa, che esclude il ricorso a tale procedura, dovrebbero convincere i consiglieri di amministrazione (per giunta a fine mandato) a non approvare tale delibera.