Ispirati dal Montesquieu di Pontedera parliamo di partiti, di classifiche e di prospettive per Siena. Con uno sguardo sull’affaire Antonveneta e sulla situazione di crisi dell’università

Ci scusiamo per la lunghezza dell’articolo ma lasciare i discorsi a metà potrebbero confondere la lettura.Partiamo dalla tanto sbandierata e strumentalizzata classifica del Sole 24 Ore. Le classifiche lascianp il tempo che trovano;quello che conta sono i dati reali e la situazione economica. Che Siena è una città migliore per la vivibilità è un dato indubbio: questo è il risultato di secoli e di buongoverno durato fino all’avvento politico diCeccuzzi e Mussari e fino al dominio politico di Luigi Berlinguer sul partito senese e sulle istituzioni. Non ha poi detto niente di sconvolgente il giovane Renzi: i disastri senesi iniziano e aumentano sotto la gestione politica di Ceccuzzi e sotto la gestione della banca di Mussari. E qui non servono le classifiche, ci sono i fatti e i numeri drammatici del patrimonio disperso,anche all’estero. Se poi il fumo negli occhi di una classifica utilizzata per mera propaganda suscita interesse è un altro paio di maniche.Anche Criccaboni mesi fa si gongolava con le classifiche ma la realtà della gestione e della situazione dell’università è sempre drammatica; e senza il congelamento del pagamento dei mututi l’università si troverà con la crisi di liquidità. Ma la classifica assegnava un buon posto. Peccato che la gente vive con la tangibilità della liquidità e e che le istituzioni funzionano con la certezza patrimoniale. Qualcosa non funziona piu’ e quel qualcosa non funziona per colpa di una classe dirigente fallimentare e per colpa di precise operazioni che hanno dissipato il patrimonio della comunità senese,generando una crisi in tutta l’economia del territorio. Si puo’ uscire e superare la crisi? Certo che si puo’ e si deve uscire ma per ripartire occore piena luce sui disastri commessi e avere l’esatto importo del danno patrimoniale e ovviamente chi ha determinato questo scempio storico nei confronti dei senesi non merita nessun ruolo futuro. E i due principali autori dei disastri si chiamano Franco Ceccuzzi e Giuseppe Mussari. Con l’operazione Antonveneta voluta da Mussari e sostenuta attivamente da Ceccuzzi(“Antonveneta anima gemella di MPS”) la banca è crollata sul piano patrimoniale e di riflesso la fondazione è rimasta senza utili da distribuire sul territorio. E di colpo tutto il meccanismo economico che reggeva il sistema senese si è bloccato e la crisi ha preso lo spazio che prima era proprio della tranquillità economica. Ma su Antonveneta la magistratura sta indagando e finalmente la verità di quell’acquisto a quel prezzo verrà fuori. E Ceccuzzi era al fianco di Mussari e in quel periodo guai a chi criticava l’operazione Antoneveneta. Perchè non parlare della vicenda del pastificio Amato di Salerno e dei soldi della banca MPS insieme ad altre banche affidati a quella società in un evidente stato d’insolvenza? E la coincidenza in questa storia è che prima dell’erogazione dei finanziamenti e mutui, Ceccuzzi e Mussari erano a cena,nel 2006, Salerno in compagnia dei responsabili del fallimento del pastificio,in primis quel Paolo Del Mese che Ceccuzzi aveva portato a Siena come un eroe da omaggiare. E se quei soldi la banca MPS li distribuiva alle imprese senesi invece che affidarli a quella società in stato d’insolvenza? A questa domanda,come quelle sulla situazione della banca e dell’università,piu’ che il Ceccuzzi, potrebbero rispondere i suoi stretti sostenitori,ad esempio il Barzanti o l’Orlandini o Rita Petti o il Mugnaioli. E fateci caso,Ceccuzzi non cita mai il nome di Mussari,anche perchè lo stesso Mussari è impegnato nel sostegno di Ceccuzzi. Altro che discontinuità,siamo nella fase del tentativo della continuità. Lo capite da voi che quando uno come Ceccuzzi,proprio ieri, scrive queste cose è lampante la presa in giro nei confronti dei senesi “Penso alle fortissime criticità che presenta il piano industriale Mps, sul quale è irrinunciabile trovare un accordo nell’interesse primario dei lavoratori, della Banca e della città; a Siena Biotech che vede molte persone in una situazione di precarietà e di incertezza occupazionale e a tutte quelle piccole e medie imprese che magari non fanno notizia sui giornali ma che si ripercuotono sulla vita di migliaia di senesi e delle loro famiglie. Il lavoro della politica e delle istituzioni, in questi anni difficili deve continuare ad essere a sostegno dei lavoratori e delle aziende, impegnandoci ancora di più sul fronte dell’attrattività del nostro territorio”. Questo ora pensa ma prima? Invece di fare il politicante Ceccuzzi dovrebbe spiegare ai senesi il perchè dell’operazione Antonveneta e perchè era a cena con quelli del crac del pastificio di Salerno.

Chi invece ha preso una posizione netta nei confronti di chi ha gestito la politica senese e la banca,oltre a Renzi, è stato Bruno Valentini, sindaco di Monteriggioni(comune in provincia di Siena e non di Salerno) :”Anche se le Primarie sono solo a metà del guado, la lezione è già chiara ed i gruppi dirigenti del PD (e di tutto il centrosinistra) in Toscana devono prenderne atto aprendosi alla società civile, rimuovendo quel blocco ideologico  e di convenienza che ha fatto scegliere per incarichi di ogni tipo soprattutto persone fedeli e spesso sempre le stesse, indipendentemente dalle loro capacità e competenze. Il disastro del Monte dei Paschi di Siena è lì a ricordarcelo”. Esattamente quel disastro sotto la guida politica di Ceccuzzi e sotto la gestione di Mussari.Era l’anno 2008 e Ceccuzzi al corriere di Siena dichiarava “La continuità della guida del PD di Siena è assicurata nella forma e nella sostanza dal sottoscritto”;e ancora “Colgo l’occasione per rivolgere a Gabriello Mancini e a tutta la deputazione amministratrice un messaggio di apprezzamento e di augurio”. Nel 2006 invece sempre lo stesso Ceccuzzi,inviava messaggi “di stima” a Piero Tosi.(a breve tutta la carrellata delle prese di posizione dal 2005 al 2010 di Ceccuzzi). E lui oggi fa finta di aver fatto politica in un altro luogo. Ma il limite non è solo suo; il vero limiti è del partito nel quale milita.

Chi invece, dopo il primo turno delle primarie che hanno visto Renzi vincere in tutta la Toscana, interviene con parole critiche e di auto-critica è il Montesquieu di Pontedera,al secolo Enrico Rossi, il quale scrive:”Ok a facce nuove ma non per la vecchie politiche liberiste amiche della finanza, dei più ricchi e degli evasori. Insieme alle facce occorre cambiare i contenuti della politica: altro che dire no alla patrimoniale, c’è bisogno di una ridistribuzione della ricchezza e di nuove regole per il lavoro, di nuovi supporti per le imprese che investono, di investimenti per le infrastrutture, di finanziamenti per la scuola e la sanità. Ok facce nuove ma per politiche nuove.
Ecco il Pd di cui c è bisogno”. Si,caro Montesquieu,Ok facce nuove, ma due paroline su questa storia del pastificio Amato,sull’acquisto di banca Antonveneta e sui disastri e sui fallimenti politici di Ceccuzzi,fimatario come te della candidatura di Bersani quando le pronunci? Anzi,il PD, quando intende pronunciarle? Le chiacchere servono a poco e infatti Renzi ha vinto in Toscana non perchè è un grande politico ma ma grazie al fallimento della vecchia(non di ètà) nomenclatura.Proprio quella da dove nasce e cresce il sodale di Mussari, l’amico di Paolo Del Mese, Franco Ceccuzzi.

Siena puo’ e deve ripartire, superando conflitti e ostilità personali; ma la precondizione per ripartire è piena luce sui disastri commessi e via dai ruoli di gestione e amministrazione i capofila di quei disastri. E non si riparte sbandierando classifiche. Si riparte senza velleità personali;si riparte anche con il contributo di chi c’era e non ha condiviso le scelte scellerate,si riparte con un candidato a sindaco piu’ che di parte,che possa aggregare il piu’ possibile. Una sfida alla quale il PD senese ha rinunciato. Siena puo’ e deve ripartire: e non con la faccia di Ceccuzzi.

1 comment so far ↓

#1 Bastardo Senza Gloria on 11.28.12 at 02:36

Vorrei sottolineare come il sig. Valentini sia sindaco di un comune, quello di Monteriggioni, così detto virtuoso in riferimento ai propri bilanci. Con le dovute proporzioni e senza entrare nel merito dell’appartenenza politica, penso sia più investito a parlare come buon amministratore che il sig. Ceccuzzi il quale non mi pare abbia gli stessi risultati per cui vantarsi. Anzi!! Spero che i più giovani del partitone abbiano capito ciò che ai più vecchi non è più possibile far notare nonostante tutte le macerie di cattiva amministrazione che hanno sotto gli occhi.