Marzo 16th, 2013 — Note redazionali
5 novembre 2010 alle ore 17 del pomeriggio Criccaboni parla al telefono con Ines Fabbro che a quella data non era stata ancora nominata direttore amministrativo. Ovviamente nella telefonata spunta sempre quel solito personaggio dell’ex direttore del ministero Tomasi. Qualcuno avrà dei dubbi dopo aver letto questa stralcio d’intercettazione rapportata alla pantomima della selezione e a tutti i danni compiuti fino ad oggi a inviare i carabinieri al rettorato e interdire Criccaboni e Fabbro? E la politica,tutti zitti? E i famosi giornali nazionali?
Stralcio intercettazione ufficiale dell’autorità giudiziaria:
Ines Fabbro si congratula con Riccaboni. Gli dice di essere felice di cominciare a collaborare con lui e gli fa presente che alcuni suoi colleghi si sono offerti di aiutarla in casa di bisogno. Ha parlato anche con Bruno Dente che si è reso disponibile a collaborare. Riccaboni fa presente di aver convocato il CdA con un solo punto all’ordine del giorno. I due continuano a parlare dell’esito delle votazione. La Fabbro racconta di aver ricevuto un sms da Tomasi con il quale le chiedeva “Ti ha chiamato il tuo Rettore?” e da quello ha capito che il decreto di nomina era stata firmato. La Fabbro rappresenta di essere presoidente della Commissione per un concorso presso l’Università di Verona ed andrà a Siena non appena finirà l’esame dei candidati. E’ contenta di iniziare a lavorare. Riccaboni chiede da quando far decorrere il contratto e la Fabbro indica il 15 del mese. La Fabbro chiede che venga fatto un contratto scarno, non attaccabile: per questo ci sono dei contratti standard da poter utilizzare. I due si accordano di risentirsi in settimana nuova”.
Facciamo presente che c’era una selezione in corso per il direttore amministrativo (sequestrata dai magistrati) e questi due concordavano contratti,date del contratto e l’interessata “chiede che venga fatto un contratto scarno, non attaccabile: per questo ci sono dei contratti standard da poter utilizzare”. Come mai l’allora direttore del ministero manda un sms a una tizia che non aveva nessun incarico con l’università di Siena e gli scrive: “Ti ha chiamato il tuo Rettore?” prima che venisse ufficializzata la nomina?
Questa è la cricca universitaria!!!! Che schifo!!!!
Marzo 16th, 2013 — Note redazionali
Estratto intercettazione del 20 novembre 2010 tra Criccaboni e v.m. (un’altra voce maschile)
La v.m. riprende la conversazione interrotta. Riccaboni parla della nota trasmessa da Barretta alla Procura e che probabilmente poteva evitare. Riccaboni ipotizza che il motivo della convocazione possa essere ricondotta alla sua nomina ed alla questione della firma. La v.m. gli suggerisce, in tal caso, di rispondere che prima di accettare il decreto si era consultato con alcuni amministrativisti i quali hanno assicurato che non vi fossero profili di illegittimità rilevanti. Riccaboni gli dice di aver sottoscritto il contratto di assunzione con la la Fabbro nel quale non si fa riferimento alla procedura di selezione che non si è conclusa anche perché lo statuto richiede un parere ma non una procedura per come è stata fatta. La v.m. chiede se siano state tratte conseguenze dai lavori della commissione esaminatrice. Riccaboni e v.m. tornano a parlare della selezione del Direttore Amministrativo. La v.m. ricorda a Riccaboni che dopo la selezione, una volta diventato rettore, avrebbe scritto alla Procura dicendo che salvo diverso avviso avrebbero nominato Direttore Amminstrativo la persona prescelta dalla selezione. Riccaboni precisa di aver provato a contattare il Procuratore ma il P.M. ha fatto presente alla D’Amelio che non era il caso di incontrare il rettore e l’ha invitata a seguire le procedure che ritenevano più opportune. La v.m. invita Riccaboni a sottolineare il fatto che tra la Fabbro e gli altri candidati c’era un discreto divario professionale.”
Dalla conversazione emerge un sistema finalizzato a camuffare atti pubblici per nominare Ines Fabbro. Come mai Criccaboni telefona per parlare con il procuratore? E che fine ha fatto il fascicolo sequestrato della famosa selezione di Ines Fabbro?
Marzo 15th, 2013 — Note redazionali
Alessandro Masi, ceccuzziano-mussariano di ferro, grande estimatore del groviglio bisiano e membro stesso del groviglio, è l’attuale sindaco di Sovicille. Masi diventa sindaco di Sovicille perchè dentro il centrosinistra monopolizzato da Ceccuzzi e dal fine economista, ex segretario del partito in Val di Merse, ex presidente della comunità montana della Val di Merse e attuale segretario del PD senese Giulio Carli, bloccano la strada ad altri candidati validi ma che avevano un grosso difetto: non erano supini al groviglio. Oggi Masi è sempre sindaco di Sovicille; e lo stesso Masi è stato un grande sponsor del fallito ampliamento dell’aereoporto di Ampugnano. Ma il sindaco Masi perchè il giorno 13 marzo 2013 non si è presentato all’udienza dal GUP per chiedere di costituire il comune di Sovicille parte civile nel processo? Ovviamente il Masi può cambiare idea fino al giorno 10 aprile: lo farà? Nel frattempo perchè i consiglieri di opposizione, ma anche quelli di maggioranza non presentano una mozione nel consiglio comunale di Sovicille per impegnare il sindaco a costituirsi parte civile?
Nell’occasione gli stessi consiglieri potrebbero verificare se corrisponde al vero che il presidente dell’unione dei comuni della Val di Merse per essere eletto presidente deve figurare tra gli eletti dei consigli comunali e quindi verificare se l’attuale presidente, la ceccuzziana Luciana Bartaletti è legittimata a svolgere il ruolo di presidente?
Dai Masi,costituisciti parte civile!!!!
Marzo 14th, 2013 — Note redazionali
La redazione di Fratello Illuminato ha una modest proposal: aggiungere immediatamente al codice penale una nuova previsione di reato “provocata e reiterata rottura di balle” dopodiché imputarla immediatamente al Criccaboni. Ma vi pare possibile che questo incompetente ci costringa, con le sue grottesche e ridicole smentite (smentite di che?) a leggerci parola per parola quella mortalmente noiosa relazione della Corte dei Conti che giusto stamani vi abbiamo proposto? Ma è roba da matti. Ce la siamo letta e non abbiamo trovato neanche una parola che giustifichi quanto asserisce il Cricca quando dice: “Sottolineo, altresì, che la delibera della Corte dei conti in oggetto dà atto, in più passaggi, degli sforzi operati dalla presente amministrazione per il risanamento dell’Ente”. O meglio. E’ vero, dice il trio patacca ha fatto degli sforzi, ma dice anche che il risultato di questi sforzi sono miserrimi. Insomma è come se uno si fosse recato al gabinetto e dopo una sudata micidiale ed essersi fatto venire un lampadario di emorroidi avesse cacato uno stronzolino minuscolo, rimanendo perciò costipato fino a scoppiare.
La minaccia, poi, di rivolgersi alle sedi opportune suscita grandi risate. Cinquantadue pagine di freddo e rigoroso rimprovero (che si sono andati a cercare loro, altro aspetto umoristico) che tratteggiano un affresco disastroso sulla finanza e sull’amministrazione universitaria, intervallate da due o tre frasine di circostanza del tipo “poveri grulli ci hanno anche provato a metterci una pezza, ma non ci arrivano proprio”: questa è la relazione. E cosa dovevano scrivere i giornali?
Dopo un evento del genere IL MINIMO che ci si aspetterebbe, senza considerare il diluvio di contenziosi in corso, indagati, inquisiti per truffa, dannificatori erariali a cianfa, pagliacciate sul risanamento, il rilancio, l’internazionalizzazione e amenità del genere, il minimo sarebbero le IMMEDIATE dimissioni di tutti e tre, quattro, dicei quanti sono i veri responsabili. Ma siccome non lo faranno perché sono senza vergogna, ci aspettiamo altresì che CHI DI DOVERE che finora ha dormito e ha lasciato che le cose andassero a ramengo più di quanto già non lo fossero per l’azione letale di chi ha preceduto questi incapaci ora si svegli e non faccia neanche colazione. Non sappiamo se ci siamo spiegati.
Nel frattempo che chi di dovere si levi le cispe dagli occhi, sia dia una sciacquata alla faccia e vada a fare il proprio dovere, siccome ci siamo rotti le palle di fornirli noi i documenti, ci piacerebbe dare un’occhiata ai seguenti documenti:
1) Convenzione sulla due diligence stipulata con la Banca;
2) Documento di ristrutturazione dei mutui firmato dalla Banca con allegati i pareri favorevoli di MEF e MIUR;
3) Lettera di compiacimento del Ministro Grilli (che evidentemente è il Ministro dell’Agricoltura perché se fosse quello dell’Economia e Finanze ci spiegassero come è possibile che abbia scritto una lettera del genere a fronte di una delibera della Corte dei Conti di tal fatta);
4) Un paio di annate di “Lando” e di “Jacula”. Che c’entra con l’Ateneo? Niente! Perché Criccaboni e Fabbro che c’entrano? E poi dopo essersi strippati gli zebedei con le relazioni contabili un po’ di relax ce lo volete dare oppure no?
Marzo 14th, 2013 — Note redazionali
Ci siamo arrivati alla prova generale: il Bisi non fa giornalismo ma continua con il suo ruolo di “portavoce (o porta la voce)” del cerchio magico ceccuzziano e soprattutto della cricca univesitaria, specialmente del suo amico Criccaboni. A questo punto è legittimo chiedersi, visto il ruolo ufficiale del Bisi, se la massoneria rappresentata in Toscana dallo stesso Bisi sostiene Criccaboni e quel gruppo di dissestatori di ateneo (domani la prova documentata del rapporto stretto tra Bisi e Criccaboni).
Leggetevi la relazione
Ora veniamo ai fatti. Siamo al paradosso che da tre anni i sindaci revisori dell’ateneo bocciano senza remore i bilanci e le manovre finanziarie dell’ateneo e stranamente il ministero guidato da Francesco Profumo non solo non ha provveduto ad annullare il decreto di nomina ma non ha nemmeno provveduto a commissariare l’ateneo. A nessuno è venuto il dubbio del perché i sindaci revisori bocciano i bilanci? Poi con l’ultima relazione, i sindaci revisori, hanno bocciato in via definitiva tutta la gestione dell’ateneo guidato da Criccaboni e Ines Fabbro (qui la relazione http://shamael.noblogs.org/?p=6765 ). Ieri invece è stata diffusa la delibera della Corte dei Conti (http://shamael.noblogs.org/?p=7005 ), in modo surreale e privo di consistenza di merito il Criccaboni ha tentato di smentire,che conferma la relazione dei revisori dei conti e si pronuncia su aspetti molto inquietanti relativa alla gestione dell’ateneo. Oltre al grave stato di dissesto finanziario, la Corte dei Conti mette in evidenza come nel 2011 sono aumentate le consulenze esterne dell’ateneo e inoltre la Corte dei Conti pone l’accento sui soldi erogati dalla FONDAZIONE MPS ALL’ATENEO “Da segnalare che per un decennio l’Ateneo senese e’ stato molto più fortunato rispetto a tante altre università italiane. Dalla Fondazione Mps sono arrivati 8-9 milioni di euro all’anno”. Sempre dalla Corte dei Conti arriva la notizia della verifica e l’accertamento dei debiti fuori bilancio (quindi mai autorizzati) con particolare riferimento ai libri non autorizzati in onore del garante del PD Luigi Berlinguer (tirchi, riportate i soldi all’ateneo)”. Ci sono 21.201 euro, fattura del 2009, da liquidare alla “Rubbettino Editore” per l’acquisto di 300 volumi di “Tra diritto e storia, studi in onore di Luigi Berlinguer”, al prezzo di 70 euro a volume. Luigi Berlinguer è stato rettore dell’Ateneo senese dalla metà degli anni 80 ai primi anni 90. Il debito è stato approvato dal CdA in quanto la società editrice aveva messo in mora l’Ateneo.” Nel contempo la Procuradella Corte dei Conti ha richiesto indietro la somma di euro 50.000 al docente bilocato di medicina Gioffrè(quello che appena eletto rettore Criccaboni,andava in giro per la facoltà per esultare e dire”si ricomanda noi).Fai una bella cosa Gioffrè:riporta i soldi all’ateneo!!.
E se a questa situazione già squallida aggiungiamo il palese reato di abuso d’ufficio commesso da Criccaboni e Fabbro firmando la lettera per favorire il docente Lorenzo Frediani,e se aggiungiamo anche l’irregolarità della selezione per la nomina del direttore amministrativo e l’incarico allo stesso direttore amministrativo (la condannata Ines Fabbro), la situazione oltre che squallida gette molte ombre sul ruolo delle istituzioni preposte al controllo. Si deve continuare ancora per altri giorni con questa situazione vergognosa dentro e intorno all’ateneo’.
Marzo 13th, 2013 — Note redazionali
Riportiamo fedelmente la notizia dell’agenzia Asca
Siena/Universita’: Corte Conti, va sottoposta a procedura di dissesto
13 Marzo 2013 – 17:01
(ASCA) – Roma, 13 gen – L’Universita’ di Siena e’ in stato di dissesto finanziario. E’ quanto accertato, nella delibera numero 12 del 5 marzo del 2013, dalla Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo per la Toscana.
I magistrati contabili auspicano che ”il Miur (Ministero dell’istriuzione, dell’universita’ e della ricerca, NdR) definisca i criteri per il dissesto finanziario e quindi possa assoggettare l’Ateneo a tale procedura prima che la situazione economica, finanziaria e patrimoniale degeneri ulteriormente”.
La Corte che ha esaminato l’andamento dei conti dell’ateneo senese dal 2009-11 e i risultati del piano di risanamento resosi necessario dopo la scoperta nel 2008 di un buco di oltre 250 milioni. Voragine in parte ridotto con l’alienazione di alcuni immobili: nel 2009 l’ex manicomio per 74 milioni, nel 2010 l’ospedale nel per 108 milioni.
Un Piano di risamento ”in parte non idoneo ad incidere significativamente sull’andamento delle spese e, soprattutto, a ricondurre la gestione finanziaria in situazione di pareggio”.
Per la Corte, ”gli equilibri di bilanci consuntivi, ”mostrano una situazione sempre deficitaria” che ”denota notevoli difficolta nella gestione amministrativa ordinaria dell’ente”.
Nel dettaglio, nel 2011 il risultato di amministrazione e’ stato pari a -43 milioni (debiti pregressi accumulati), quello di competenza -8,1 mln (deficit d’esercizio), quello di parte corrente -2,2 mln. Il rosso nei conti resta nonostante la riduzione del personale dipendente (docente e tecnico amministrativo) passato da 2.170 unita’ del 2009 a 1.944 unita’ nel 2011.
Nel 2011 la spesa per contratti di prestazione d’opera e’ passata da una previsione iniziale di 842 mila euro ad un importo effettivo di 3,153 milioni (+274%). Su questa voce, scrivono i magistrati contabili, ”appare necessario monitorare la voce degli incarichi esterni”. Si registra anche un aumento della spesa per retribuzioni e altri assegni a ricercatori a tempo determinato pari +230%.
La Corte sottolinea come nel periodo 2009-2011, la spesa del personale abbia sempre sforato il limite di legge del 90% (101,85% nel 2011) del Fondo Ordinario di Finanziamento, la principale fonte di finanziamento del sistema universitario.
La situazione potrebbe diventare ancor piu’ critica considerando che, con il decreto del 18 maggio 2012, tale limite e’ stato abbassato all’80%.
In calo, ma pur sempre impressionante, il livello dei residui passivi pari a 83,9 milioni di euro, si tratta di impegni di spesa non ancora saldati. I residui attivi, sempre che siano tutti esigibili, sono invece pari a circa 30 milioni.
Da ultimo i magistrati contabili rilevano come sul bilancio di previsione del 2013, i revisori dei conti dell’Ateneo ”abbiano espresso parere contrario all’approvazione da parte del Cda dell’Ateneo”.
Anche i conti del 2012 hanno registrato un aumento del disavanzo di amministrazione da -43 a -46 milioni, il deficit di competenza’ e’ stato pari a -6 milioni, ma senza considerare rate di mutui per 6 milioni di euro su cui l’Ateneo ha formulato una richiesta di moratoria.
Da segnalare che per un decennio l’Ateneo senese e’ stato molto piu’ fortunato rispetto a tante altre universita’ italiane. Dalla Fondazione Mps sono arrivati 8-9 milioni di euro all’anno.
http://www.asca.it/news-Siena_Universita___Corte_Conti__va_sottoposta_a_procedura_di_dissesto-1257329-ECO.html
Marzo 12th, 2013 — Note redazionali
Da fonte rigorosamente anonima, Il cittadinoonline (http://ilcittadinoonline.it/news/157974/Universit%C3%A0__approvato_dal_Cda_il_contratto_collettivo_integrativo.html) apprendiamo la soddisfazione – che appare anche dall’espressione che il Gadda della Cognizione del dolore avrebbe definito di “giuliva bischeraggine” (vedi foto) – del Criccaboni per aver concluso, A MARZO 2013, il contratto per l’accessorio per l’ANNO …. 2012. E naturalmente la soddisfazione si estrinseca in un panegirico della buona amministrazione. Ora due piccoli spunti di riflessione:
1) quanto dichiarato da Criccaboni fa letteralmente a cazzotti con quanto riportato dall’anonima Laura Valdesi sulla nota fanzine anonima la Nazione di Siena per quanto attiene all’anonima infamia decretata dalla Corte dei Conti;
2) Notiamo che dalle dichiarazioni del Criccaboni, chissà perché, sono spariti i toni trionfalistici e – soprattutto – le parole “risanamento” e “rilancio” tosto tramutate in un più cauto, per non dire sommesso “strategie di consolidamento e sviluppo delle attività di ricerca e didattica” (soprattutto quest’ultima come faranno a svilupparla con il dimezzamento del corpo docente e il calo pauroso e costante delle immatricolazioni è un mistero avvolto nelle nebbie);
3) l’espressione “avvio di una nuova fase della vita dell’Ateneo” l’abbiamo sentita almeno altre duecento volte, legata alle evenienze più disparate e non ci risulta che sia mai stata iniziata questa nuova fase, a parte la considerazione che restituire ai lavoratori quanto gli spetta non ci sembra proprio una conquista trionfale.
Negli ultimi anni, e soprattutto negli anni famosi del dissesto,il mancato controllo e non intervento delle autorità per bloccare la cricca che ha devastato e continua a devastare contabilmente,moralmente e culturalmente l’ateneo senese,hanno prodotto un meccanismo contorto che si è diffuso nel resto della gestione degli enti della città:dissesto continuo,disprezzo delle regole e incapaci al governo.Una foto su tutte(qui pubblicata) racchiude la benedizione laica e religiosa del sistema nei confronti della cricca e del groviglio devastatore cittadino.Dovevate interdirlo subito il Criccaboni! Invece la banda procede disprezzando le regole,violando leggi (vedi lettere per Frediani),vedi selezione della condannata Ines Fabbro e vedi l’assoluto servilismo del 98% dei componenti del senato accademico e del cda dell’università.E molti dei membri del cda non sono nemmeno in grado di illustrarvi i bilanci e i provvedimenti che approvano:alzano la mano,si danno una grattatina al culo e poi ritornano a casa.Fanno finta anche di non conoscere l’ultima relazione della Corte dei Conti che boccia,come già fatto dai sindaci revisori,la gestione Criccaboni-Fabbro e non solo.E’ un fatto grave ignorare il rilievo della Corte dei Conti che pone l’accento sulla palese violazione di legge in merito alla gestione delle poste di bilancio:” violata la legge perché i ricavati delle vendite immobiliari sono stati destinati alle spese correnti”. Basta chiacchere e smettetela fra tutti di traccheggiare:sequestrate i bilanci,punite i banditi e interdite Criccaboni.Altrimenti questa città non si risolleverà mai.
P.S. Ci ritorneremo, ma almeno la facessero finita di utilizzare, tutti questi giullari dell’informazione, il plurale quando parlano dei blog anonimi. Uno ce nè, questo. E comunque non è anonimo neanche questo perché Cesare Mori e James Anderson hanno nome e cognome. Ah! Un’altra cosa: colle minacce dei vari Antoni de Gortes, Lise Cresti, Alessandri Lorenzini e altri pagliacci del genere, minacce peraltro scritte in un italiano da ripetenti tre volte la seconda media (ma sono iscritti all’ordine) noi ci facciamo il bidet. E aggiungiamo anch, per coloro che continuano a dire che bisogna “metterci la faccia”, che certe facce sarebbe molto, ma molto più gradevole non vederle mai. Suggeriamo loro quindi di passare all’anonimato, a beneficio dello stomaco di tutti.
Marzo 11th, 2013 — Note redazionali
Questa mattina, di buon ora, leggendo qua e là mi sono fatto delle idee, di quelle che poi ti riportano ad un copione di un film, che hai visto e rivisto e sai che è proprio quello che rappresenta meglio la realtà che stai vivendo. La realtà, come sempre s’ispira alla fantasia.
In questa città dove, con il finto politicamente corretto, con l’ipocrisia dilagante, con quella sorta di stare sempre allineati e coperti al pensiero comune dettato da certi “focolai di potere senza controllo”, c’è l’ennesimo tentativo di far passare dei messaggi che non possiamo accettare. E’ veramente inconcepibile come si possa, così maldestramente, agire contro la rete, i blogs, le persone che commentano, pensando di rivolgersi forse a dei cretini o come dice qualcuno a delle menti scarsamente dotate d’intelligenza.
E’ veramente ridicolo sentire, da coloro che denunciano in queste ore, l’accanimento mediatico contro una persona, il processo sommario della rete, essere per primi loro a fare dei processi “per direttissima”, individuando già con certezza il colpevole, scagliando l’odio, la minaccia e tutto il repertorio tipico di chi è abituato ad agire sempre incontrastato.
Il bello, si fa per dire, che tutto questo non avviene solo da chi in parte ce lo potevamo aspettare, anche per ovvi motivi di sentimento umano, ma proviene anche da persone che ricoprono cariche istituzionali che dovrebberro avere un profilo più obiettivo. Ma tant’è.
Facciamo subito a capirci. Io non ci sto. “Non sei sconfitto quando perdi, ma quando desisti”. Io non desisto.
Non credo che il sarcasmo la denuncia, il racconto, la controinformazione possano essere liquidate così, come il male assoluto come se intorno a noi non fosse successo niente, come se i cittadini non fossero stati vessati da anni di malaffare e malgoverno sulle loro teste inermi. Ed ora cosa pretendiamo da essi? Che smettano di pensare di protestare d’indignarsi, perchè così, qualcuno, potrà riaffermarsi indisturbato. No. Così non sarà. Quindi calma che qui ci sono delle persone vorrebbe lavarsi troppo facilmente la coscienza. Qui se c’è degli anonimi che hanno distrutto la città, e ci hanno portato a questo livello di degrado sono quelli del “groviglio armonioso”.
“I Guerrieri della notte” è un film cult del 1979 e parla della banda dei “Guerrieri” ingiustamente accusati di aver ucciso, ad un raduno tra gang della città di New York, il capo carismatico e potente, della più numerosa e spietata gang della città. Essi dovranno per tutta la notte sfuggire e combattere con tutte le bande che vorranno vendicare questo vile attentato. Riusciranno all’alba a tornare a casa, a Coney Island, dove avranno lo scontro finale con gli autori veri del delitto e gli sarà riconosciuta dalla gang più potente i Riffs la loro totale estraneità ai fatti ed il loro valore di aver resistito alla notte.
Un abbraccio.
Marzo 11th, 2013 — Note redazionali
Da fonte rigorosamente anonima, la Corte dei Conti della Regione Toscana (regione rigorsamente anonima) apprendiamo chela gestione rigorosamente ufficiale di quei due incompetenti e giullari Riccaboni & Fabbro è totalmente ed anonimamente fallimentare. Un rimbrotto va subito a Laura Valdesi che raccoglie queste infamanti e vigliacche affermazioni della Corte dei Conti, supportate dall’altra fonte rigorosamente anonima del Collegio dei Revisori dei Conti. Ma come si permettono questi anonimi di sostenere che è stata violata la legge perché i ricavati delle vendite immobiliari sono stati destinati alle spese correnti? Ma con che faccia (mascherata) costoro gettano lunghe ombre sulla volontà di quel giullare della gestione pubblica di Criccaboni di confermare (concordi il Senato e il CdA) alla carica di direttore generale la maestrina condannata dall’altra anonima Corte dei Conti della Regione Anonima Emilia Romagna? Soprattutto quando il disavanzo pare essere causato anche dalla pessima gestione del personale?
Ora che abbiamo denunciato con forza l’anonimato dietro il quale si nasconde la magistratura contabile, chiediamo a fonti invece rigorosamente ufficiali, come il Bisi, l’Allegranti, l’Ermini, Carlo Cambi, Imarisio, di spiegare alla pubblica opinione che cosa la Corte dei Conti abbia davvero espresso in merito alla scellerata gestione dell’Ateneo.
E già che ci siamo ci potrebbe spiegare il Bezzini nonché una ventina di sindaci per quale misteriosa ragione dobbiamo noi cittadini pagare una società che corrisponde al nome di Agenzia Robespierre, nata dentro il PD e la cui titolare è Lisa Cresti che, con lnguaggio degno del peggior fascismo e in tutto e per tutto simile a quello dell’indagato De Gortes (che inopinatamente è ancora vice presidente di MPS Leasing & Factoring) scrive su FB questo (letterali parole di Lisa Cresti):
“Da oggi il mio impegno sarà quello di mettere i nomi e i cognomi, vicino a tutti coloro che ignobilmente e senza vergogna, continuano a scrivere sui blog anonimi! Io non ho paura ricordatevelo! Non ho paura ne di quelli che scrivono ne dei mandanti! Non farò un passo indietro senza la verità e mi aspetto che questa città faccio quello che non ha fatto fino ad oggi; indignarsi! Ci sono uomini che non sono uomini, sciacalli dall’anima nera! Continuate pure a commentare, scrivere ma state sicuri io non avrò pace fino a quando accanto a ogni nickname non ci sarà un’identità! Voi non meritate perdono e voi dovrete vivere con il peso del dolore che avete ptovocato e continuate a provocare nelle vite delle persone! Siete solo animali e io non indietreggio di un centimetro! Vado avanti con la sicurezza che verrà un giorno nel quale ci saranno i nomi e i cognomi e quel marchi li resterà attaccato addosso per sempre! Io non ho paura, continuate pure a colpire! Io mi difenderò in ogni sede perché voi alla fine perderete tutto!!!”
Invece di perdere tempo a fare queste affermazioni da squadrista delle peggior specie, perché non ci spiega per quale ragione mai dobbiamo darle altri 149.000 e passa euro?
Marzo 10th, 2013 — Note redazionali
È rimasto solo a cercare di rimettere il coperchio a un vaso di Pandora che si sta lentamente svuotando. Per farlo ricorre a tutti i mezzi si inventa fantasiose linee editoriali insieme alla solita agenzie di stampa e al solito politico, anch’esso sempre più solo. Utilizza i metodi di sempre quelli che una volta erano patrimonio di quasi tutti i suoi sodali: l’odio contro il nemico di turno e la minaccia. Di intimidazioni attraverso querele è disseminata la storia degli ultimi anni. Chi ne ha fatto largo uso? Un po’ tutti dal capo del basket cittadino, all’ex presidente della banca, all’ex sindaco di Siena. L’obiettivo era conservare il potere e i privilegi a tutti i costi e con tutti i mezzi. Nel caso del nostro ‘eroe’ i privilegi consistevano non solo nel poter contare con una rete di importantissime amicizie, ma avere anche la partecipazione della banca nel proprio giornale, disporre ogni anni di quote di sponsorizzazione e, perché no, farsi assumere la fidanzata.
Ora la storia è cambiata e il panorama è diverso non solo a livello locale: grandi cambiamenti si profilano all’orizzonte. Fra due mesi il nostro Sisifo, che se non lo aveste capito si chiama Stefano Bisi, perderà l’incarico regionale che riveste nell’obbedienza a cui appartiene e il potente amico venerabile dovrà lasciare a breve l’incarico. Quindi bisogna riorganizzarsi in modo che si possa controllare la situazione da posizioni diverse. Per il venerabile è più semplice, ruolo ridimensionato ma sempre presente. Per il giornalista senese la questione diventa più difficile e allora bisogna farci fronte chiamando a raccolta ‘amici’ sparsi un po’ in tutta Italia. Quelli senesi non sempre sono utili alla bisogna, il suo autista, ad esempio, proprio non raccoglie le simpatie dei suoi fratelli. Sembra condividere la sorte di altri autisti famosi oggi balzati alla ribalta delle cronache. Allora in sostituzione ci sono persone che provengono da Piombino, con alterne fortune in patria, ma già ben inserite in città. Inserite nel settore che non passa mai di moda quello dell’edilizia con qualche collegamento anche in quello bancario. Una piccola banca, è vero, ma ben radicata nel territorio e non molto lontana dalla città capoluogo di provincia. Altri rinforzi arrivano da Varese e altri ancora da Potenza: tutti a sostegno del povero giornalista rimasto solo.
E poi rinsaldare i collegamenti in città. Rinsaldare? Diciamo continuare con l’amico di sempre e soprattutto con il luogo di sempre l’Universitá nelle sue varianti didattiche ed ospedaliere. È proprio con questi rapporti che nasce l’ideona di Siena capitale della cultura che trova molti sostenitori dall’ex assessore alla cultura della giunta Cenni, all’architetto Milani che è sempre più costretto, per lavorare, a ricorrere a ditte che provengono dal sud d’Italia. Ambedue membri dell’associazione per eccellenza quella con Franco Masoni & C che prende il nome del codice postale di Siena: 53100.
È Bisi l’ultimo rimasto di un progetto che lo ha visto attore fin dal suo nascere, che cerca disperatamente di conservare e di rinverdire, senza voler prendere coscienza che è seduto su un cumulo di macerie che sarebbe meglio che non si agitasse perché la sola cosa che riesce a produrre è la polvere.
T.O.