Dicembre 2nd, 2011 — Note redazionali
Nei giorni in cui le Ferrovie dello Stato rottamano i vecchi treni, in altri luoghi della politica e della “finanza” provincialotta ritornano di moda personaggi da museo. Alla luce del sole proclamano iniziative per il “bene comune” poi la sera tra un ristorante di Sinalunga e un caffè corretto nel borgo di Stigliano ricominciano i giochi da basso impero: o forse è meglio definirle spartizioni politiche. La banca MPS come tutti sappiamo è il terzo gruppo bancario della penisola italica e si suppone che la discussione e le scelte dentro e fuori la banca siano all’altezza del terzo posto. E non becere quanto inconsistenti come quelle che emergono in questi giorni. Si sa noi economisti di Oxford siamo pignoli e abituati a ragionare con Soros e non come il filosofo Alessandro Piazzi, che probabilmente confonde “la logica trascendentale” di Immanuel Kant con “la preferenza per la liquidità” dell’economista britannico Keynes. Il filosofo senese che siede nel board guidato dall’economo di San Gimignano oltre ad avere diversi incarichi(ma quanto ci costi caro Piazzi?) in una delle famose cene è stato inserito in una rosa come possibile successore dell’economo alla presidenza della Fondazione MPS o in alternativa alla guida del terzo gruppo bancario italiano. Con lo stesso modo di vivere le nomine creando un’alternativa tra la presidenza di una bocciofila e la squadra amatoriale di Pianella. Altra storia invece è quella del direttore generale del Monte dei Paschi. Uomini e donne di fede stiglianese hanno manifestato l’opportunità di rimuovere Antonio Vigni per sostituirlo con il vice direttore tanto amato dal rettore Riccaboni che se non erro si chiama Antonio Marino. Un commensale completamente astemio pero’ ci suggerisce un’altra ipotesi in cantiere: per la presidenza della banca quelli di Stigliano preferirebbero Franco Bassanini e per mantenere gli equilibri tra sacro e profano alla guida della Fondazione la chianina Rosy Bindi. Va a finire che di questo passo il terzo gruppo bancario rischiano di trasformarlo nella BCC (banca di credito chianina).
Oxford, 2 dicembre 2011
Prof. Paco Pachese
Dicembre 1st, 2011 — Note redazionali
In molti, soprattutto fuori da Siena, si sono chiesti del perché una prestigiosa università sia stata dissestata e come mai nessuno si accorgeva di niente. Altri si sono chiesti come mai il dissesto sia stato scoperto così in ritardo. La risposta a queste due domande è facilmente riscontrabile nei comportamenti e nella gestione attuale. E anche certi silenzi e le strane coperture politiche sono la cifra di un sistema e di una concezione della cosa pubblica che di fatto hanno determinato il disastro passato e recente. L’inchiesta della magistratura ha messo in evidenza le singole responsabilità; ma nel contempo le stesse vanno inserite dentro un meccanismo più ampio e all’interno di un sistema esistente fatto “non solo” di comportamenti criminosi.
Partiamo dall’origine.
Tutta la nomenclatura e i personaggi coinvolti sia dal punto di vista giudiziario sia per una valutazione negativa del modo di gestire l’ateneo, sono nati politicamente e sono “cresciuti” sotto la guida spirituale e non, dell’inventore dell’autonomia universitaria (meglio definita: si fa come cazzo ci pare!!) ovvero l’ex magnifico Luigi Berlinguer, ex ministro, ex membro del Csm e padre di quel famoso Aldo nominato dalla politica senese nel cda della Banca Antonveneta. I pargoli politici del prestigioso ospite stiglianese erano e sono sparsi ovunque, quasi fosse un’inseminazione accademica, tra l’università e l’azienda ospedaliera. Prendono il potere con il sostegno di Luigi da Stigliano i vari Tosi, Boldrini, Jolanda Cei Semplici, Diodato Angelaccio, Carlo Bruni, Carlo Setacci, Loriano Bigi, Maurizio Bettini, Claudio Vigni (premiato con un posto nel cda di una banca): personaggi vecchi e ancora in circolazione che hanno avuto (con ruoli diversi, chi dal sindacato, chi dall’università e ospedale) il disonore, con responsabilità politiche alcuni e giudiziarie altri, di mettere in ginocchio, dissestandola, una prestigiosa università. Luigi da Stigliano tutte le volte che veniva accostato alle vicende del dissesto universitario minacciava querele perché si sentiva offeso nell’onore. E a proposito di onore perché non ci spiega la storia dei libri non autorizzati proprio in “Suo Onore”? Perché non ci spiega il suo anomalo quanto vergognoso reintegro in servizio all’università datato anno 2004? Perché non risponde alla famosa domanda sui costi dei festeggiamenti del 750° anniversario dell’università? Non risponde mai Luigi da Stigliano, minaccia solo querele. La storia è storia e i fatti (anche i documenti) sono testimoni del tempo andato e di quello “presente”. Il successore di Luigi, il patologo Tosi, pochi giorni fa dalle pagine dei giornali ha tuonato una frase interessante: “Tra non molto scriverò anche io su quanto successo”. Caro Tosi, anche se noi abbiamo una pessima opinione di lei, si sbrighi a scrivere e illumini tutti con la sua versione dei fatti.
Ritorniamo ai giorni nostri.
In questo momento l’Ateneo è in mano (si far per dire) a due irresponsabili che non hanno risanato un bel niente e non hanno nessun piano di risanamento definibile tale. Con l’aggravante che l’economista tanto caro allo stiglianese è stato eletto irregolarmente: quindi è un abusivo. Inoltre siamo in presenza di un senato accademico che non ha minimamente a cuore il bene dell’ateneo ed è composto da due indagati proprio per l’elezione irregolare dell’abusivo; oltre ad essere popolato da senatori(più che altro professorini) che sono portatori degli interessi di un piccola cricca di docenti (più o meno 60-70) estimatori di Luigi e del patologo Piero. In più siamo in presenza di un consiglio di amministrazione dell’ateneo sostenuto da una maggioranza di membri capitanati da Vareno Cucini che rappresentano gli interessi di una strana alleanza politica che comprende il partito senese di Verdini, la corrente rifondarola di Fiorino Iantorno,il sellato Cannamela e la componente del PD legata alla CGIL di Claudio Vigni. Senza dimenticarci dei rappresentanti della cricca dei docenti presenti nello stesso cda,come Mariano Bianca. Floriana Rosati, Mirella Strambi. Tutti questi soloni che cosa hanno fatto fino ad oggi? Niente per risanare l’università e per tutelare gli interessi dei soggetti colpiti dal dissesto. Si sono solo preoccupati di difendere le posizioni di privilegio della cricca dei docenti e di coloro che partecipavano attivamente al dissesto. Il sig. Cucini non ha mai detto una sola parola sul dissesto e sulle elezioni di Riccaboni. Ma perché il Comune di Siena non cambia il proprio rappresentate? Poi magari ci tocca leggere sui giornali le morali politiche del Cucini sulla gestione della banca o sulla politica senese. Caro Cucini perché non scrivi un articolo sul dissesto e sui mali dell’università che contribuisci ad affondare?. E’ troppo facile fare gli antiberlusconiani e poi praticare la stessa politica sul piano locale. Arriviamo alle omissioni scandalose del direttore amministrativo Ines Fabbro. La signora che è giunta da Bologna non ha rimosso nessun indagato (come Carlo Bruni) e non ha intrapreso nessuna iniziativa per tutelare l’ente, come nel caso specifico del bar di Via Roma 56. I vertici dell’ateneo non hanno reso ancora pubbliche le verifiche sulle missioni false, come quelle fatte dal cigiellino Angelaccio; non hanno ancora chiuso la struttura del LAU di Buonconvento voluta sempre dallo stesso Angelaccio (quanto è costata e continua a costare questa struttura e soprattutto come venivano gestite le risorse economiche??? E non ci venite a dire della legge 17 e così via: chi le paga le bollette???). In tutto questo non dimenticatevi della posizione e del ruolo del consigliere comunale di Siena David Chiti.
Questa è la situazione e questi sono i fatti non smentibili. La politica senese non è in grado di aiutare l’università e lo sta dimostrando: i vari Ceccuzzi e Bezzini si stanno facendo mettere i piedi in testa da un rettore abusivo. Auspichiamo quindi l’intervento del Ministro Profumo che rischia di assumersi la responsabilità di un’omissione di atti se non annulla il decreto di nomina del Riccaboni. Infine da cittadini dello Stato Italiano confidiamo nella giusta e autonoma iniziativa della magistratura; anche perché in questo momento solo il ripristino della legalità attraverso l’azione giudiziaria sembra possibile vista l’assenza della politica e delle istituzione elettive. A proposito dentro l’ateneo continuate a dormire come del resto stanno facendo professori come Antonio Vicino e company. Questi non erano l’alternativa a questo sistema? Bohhhhh…..con il loro silenzio dimostrano il contrario. Anche le opposizioni quando hanno un pochino di tempo potrebbero ricordarsi che in Via Banchi di Sotto 55 c’è una prestigiosa università in mano a un abusivo e a una cricca di avidi docenti e indagati.
Cosi è se vi pare…..
P.S. Dopo la scoperta del dissesto finanziario tutti si lamentavano del fatto che i membri del cda venivano tratti in inganno dal parere favorevole dei revisori dei conti. Infatti i revisori dei conti di quelle gestioni universitarie sono tutti indagati. Oggi invece con la gestione Riccaboni molti membri del cda votano a favore delle delibera pur ricevendo parere negativo dei revisori dei conti. Non sarà il caso di far controllare dagli organi competenti tutte queste deliberazioni visto che i revisori dei conti hanno espresso parere negativo? Vediamo cosa succede.
Dicembre 1st, 2011 — Note redazionali
“Seguo con apprensione e vicinanza la grave situazione economica europea e soprattutto quella italiana. La strada è lunga per il risanamento, ma bisogna guardare al futuro con occhi carichi di speranza”.
“La situazione delle banche italiane è delicatissima; serve più trasparenza nelle scelte e maggiore distacco dal peso delle correnti politiche”.
“Mi hanno colpito molto ma molto le dichiarazioni del presidente Bezzini. Il nostro Dow Jones era in lacrime dall’emozione. Non abbiamo compreso però se il Ceccuzzi è il sindaco o il presidente della Fondazione. Sembrerebbe il sindaco e quindi ci stiamo chiedendo alla Casa Bianca chi è il presidente della Fondazione MPS”.
“Faccio gli auguri al governo Monti e confesso la mia delusione per la mancata nomina dell’economista Riccaboni alla guida del ministero dell’economia. Lui sì che è in grado di risanare e predisporre i bilanci”.
Da Washington D.C. 1 dicembre 2011
Novembre 30th, 2011 — Note redazionali

Il limite è stato superato abbondantemente. Non una parola di scuse, un gesto di autocritica o un’assunzione di responsabilità. Hanno anche la faccia tosta di negare l’esistenza di un atto dei magistrati dello Stato Italiano. Ma dove vivono?
Ecco cosa scrivono quelli dell’associazione sul loro sito internet (http://www.noisiena.org/)
L’Associazione NOI vuole esprimere tutta la vicinanza ed il sostegno nei confronti del suo Presidente, David Chiti, che in questi giorni viene ingiustamente accostato alle note vicende del dissesto dell’Ateneo senese. La caratura morale e l’impegno nei confronti della città è noto a tutti i membri dell’Associazione e a molti senesi. Una reputazione costruita con anni di lavoro a contatto con le persone e con il territorio. Confidiamo nell’innocenza di David ed attendiamo che la magistratura faccia velocemente e pienamente luce sulla vicenda. Speriamo che chi oggi imprudentemente sbatte la foto del giovane consigliere comunale che si è fatto da solo, portando nel palazzo la voce del popolo, domani si ricreda con altrettanta veemenza.
Negano anche l’evidenza!!!
– E’ vero o non vero che il Chiti,la moglie e la cognata, sono stati raggiunti da “Informazione di garanzia” insieme ad altri 15 soggetti per lo stesso procedimento d’indagine sul buco dell’università? E’ VERO!!!
– E’ vero o non è vero che il bar di Via Roma 56 è all’interno di un ente pubblico e che le competenze rientranti per gli esercizi commerciali sono del Comune di Siena? E’ VERO!!!
– E’ vero o non è vero che David Chiti è accusato di aver “contrattato l’affidamento del servizio” (il bar di Via Roma 56)? E’ VERO!!!
La veemenza, ingiustamente, la caratura morale…..
Poche chiacchere e rispetto dei cittadini, ad esempio di chi un bar lo gestisce senza raccomandazioni e senza tanti giochini, e soprattutto rispettate le istituzioni pubbliche.
Il Chiti rassegni immediatamente le dimissioni da consigliere comunale e gli organi preposti dell’ateneo senese intervengano come per legge e di competenza per ripristinare la regolarità dell’affidamento del servizio del bar in Via Roma 56 (come atto di autotutela dell’ente per non incorrere in omissioni di atti d’ufficio, atto che spetta al direttore amministrativo).
Anche noi di Fratello Illuminato, insieme a tanti lavoratori mortificati e penalizzati dal dissesto e tanti cittadini onesti, attendiamo il lavoro dei magistrati. Ma il PD senese di fronte a tutto questo vergognoso episodio non ha niente da dire?
Novembre 30th, 2011 — Note redazionali


Se la situazione non fosse drammatica un’operetta teatrale ci starebbe a pipa di cocco. Purtroppo il periodo non è bello per l’economia senese e le prospettive di sistema di certo non sono rassicuranti. Mettiamo da parte (solo x oggi) la spaventosa situazione dell’ateneo senese guidato da un rettore irregolare e irresponsabile e soffermiamoci sul dato generale della caduta di una classe politica senese. Di fronte alla situazione imbarazzante e drammatica in cui versa la Fondazione MPS in molti si auguravano una reazione decisa e chiara da parte degli enti locali e della classe politica. Questo ieri non si è verificato e forse non accadrà mai. Forse preferiscono scivolare lentamente nel baratro? Evidentemente si.
Dal consiglio comunale di ieri solo parole di circostanza e per certi versi ambigue e cariche di inconsapevolezza in merito al passaggio epocale. Maggioranza e opposizione hanno partorito il topo: sono stati capaci solo di dare mandato al sindaco per monitorare la situazione della Fondazione e della Banca. Monitorare cosa? E soprattutto con quali strumenti? In Italia esistono delle Istituzioni come Banca d’Italia e Antitrust che assolvono il colpito di monitorare e determinare gli assetti delle istituzioni economiche e finanziarie. Se poi il consiglio comunale di Siena è stato investito di poteri speciali inerenti il mercato, le borse e le banche ne prendiamo atto e da domani scriveremo che Mario Draghi conta meno del consigliere comunale David Chiti. Ieri avevano la possibilità di sviscerare parte delle responsabilità che hanno provocato questo stato di cose senesi e quindi mandare almeno un messaggio politico di chiarezza. Niente di tutto cio’. Il sindaco che come al solito fa finta di non aver avuto nessun ruolo nel passato recente invoca discontinuità; da se stesso forse? Il consiglio comunale composto da scalda sedie, compresi quelli dell’opposizione, vota ordini del giorno inutili e inconsistenti. Non una sola parola sulle responsabilità politiche e su quelle dei vertici della Fondazione: va a finire che la colpa è della situazione metereologica dello stretto di Panama.
Il mondo finanziario e le borse di tutto il mondo sono in attesa delle dichiarazioni del presidente Bezzini. Ieri ha parlato il sindaco oggi si pronuncerà il presidente Bezzini attraverso un bel comunicato di peso. Ci giunge voce che anche il Dow Jones(indice di borsa americana) sta vivendo momenti di fibrillazione in attesa dei pronunciamenti bezziniani.
La Fondazione e la banca MPS con questi enti locali e con questa politica senese continueranno ad essere al sicuro; cosi come è avvenuto fino ad oggi. Consapevoli del fatto che da pochi giorni tra i membri della deputazione della Fondazione MPS ha fatto il suo ingresso un economista senese come Duccio Panti, ieri, tanto elogiato dallo stesso sindaco Ceccuzzi. E da questo si comprende benissimo che siamo in una botte di ferro.
F.to
Paco Pachese (economista Università di Oxford)
P.S. Tra le foto quella dell’economista Paco Pachese.
Novembre 29th, 2011 — Note redazionali
Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che, nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è, in verità, il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!

Novembre 28th, 2011 — Note redazionali

Il tempo delle mele e della presa per “le mele” è finito. Tutti ora sono a conoscenza del disastro gestionale e politico dei vertici della Fondazione MPS e della sconfitta della strategia miope e provinciale degli enti locali(soggetti nominanti la Fondazione). Qui non si tratta di aprire uno scontro ideologico o una partita a scacchi tra forze politiche. Ci troviamo nel pieno di un cambiamento epocale nazionale e internazionale che sta modificando l’idea stessa della politica, la natura stessa degli assetti istituzionali nazionali e internazionali, l’economia e i soggetti stessi della finanza. In questa fase non ci perdiamo nelle seghe mentali “se sia giusto o sbagliato” il cambiamento. Non servono politicanti ma soggetti politici e istituzionali consapevoli e seri. La congiuntura economica e la situazione finanziaria mondiale sta schiacciando in ogni dove i cialtroni e gli incompetenti alla guida di strutture e istituzioni economiche. Si difendono e reagiscono con serietà solo quei gruppi e quelle economie guidate da competenti e sobri difensori del bene comune. A rischio non ci sono le poltrone di tizio o di caio: qui rischiamo il “culo” tutti. Si rischia come cittadini, rischiano i dipendenti pubblici, i lavoratori privati e con i venti distruttivi in corso rischiano le banche e i dipendenti delle stesse. Possibile che solo qui a Siena la politica e le istituzioni non hanno compreso questo cambiamento epocale con le relative conseguenze? Possiamo affermare di no.
E’ stato scritto su giornali autorevoli, viene ripetuto in tutte le salse da centri del potere economico, se lo stanno dicendo nelle riunioni ristrette ma alla fine nessuna decisione che sia utile per arginare il default della Fondazione MPS e di conseguenza di parte dell’economia locale; evitando per ora di ipotizzare gli scenari per la governance e la proprietà futura della banca MPS. Senza urlarci contro e senza intraprendere soluzioni populistiche del grido “al lupo al lupo” e poi magari le pecore sono già morte, prendete subito decisioni forti e serie. Per ridare fiducia alla cittadinanza e per riaprire una sinergia costruttiva con le Istituzioni economiche e con il famoso mercato serve un messaggio forte: le DIMISSIONI dei vertici della Fondazione e di tutti i membri della deputazione(nessuno escluso); smetterla di prendere e prendersi in giro e dire chiaramente che la Fondazione dovrà scendere forse fino al 25-20% e forse anche di piu’. Questa scelta va fatta subito. Per la Fondazione subito un presidente che sappia parlare almeno inglese con provata competenza economica; un direttore generale della Fondazione riconosciuto come tale dal sistema economico nazionale e basta con i politicanti di partito e con i “residui passivi” delle opposizioni nominati nella deputazione della stessa fondazione. In questi giorni l’economia e la finanza sono sotto la gestione di Obama, Mario Draghi, Angela Merkel, Corrado Passera, Guzzetti e Nagel. La Fondazione MPS da chi è rappresentata? Dai vari Gabriello Mancini, Duccio Panti, Paolo Mazzini, Alessandro Piazzi, Vittorio Galgani, etc.. Dove volete andare con questo gruppo dirigente? Non basta la polveriera università in mano a un rettore irregolare: volete aggiungere disastro al disastro? Fermatevi perché lo spettacolo non è bello e di certo taluni comportamenti politici che dal resto del mondo sono seguiti con imbarazzo non aiutano alla costruzione di una credibilità istituzionale.
Mentre scriviamo questo nostro intervento ci giunge voce che stasera si svolgerà una riunione di “alta politica” che probabilmente scuoterà le fondamenta del sistema politico-economico mondiale. Il consigliere comunale del PD senese David Chiti essendo del tutto inconsapevole della situazione in cui si trova continua a prendersi gioco dell’intelligenza dei cittadini e delle istituzioni pubbliche. Ci giunge voce che stasera( o forse è già in corso) il prode Chiti ha convocato l’associazione “Noi” per spiegare a tutti i soci la propria situazione in merito all’inchiesta che lo vede tra i 18 avvisati di garanzia e addirittura un’altra voce ci suggerisce che forse sarà l’associazione “Noi” che si pronuncerà sugli avvisi di garanzia. Invece di perder tempo ad arrampicarsi sugli specchi dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni da consigliere comunale. Sarebbe un altro messaggio serio per dire alla cittadinanza e al resto del mondo che qui si “parla un po’ inglese” e non si “ruzza come i cittini dell’asilo “ e che le istituzioni sono di tutti e non di “Noi”.E anche i bar son compresi nei tutti e non nei “Noi”. La situazione precipita con possibili conseguenze dannose per la comunità e il Chiti alla faccia delle carte o rotoli etici sfida le inchieste dei magistrati e la decenza pubblica. Addirittura sulla pagina facebook il consigliere “David Noi Chiti” preso da impeto arriva a paragonarsi a Giulio Cesare, perché si sente vittima di una congiura. Poi qualcuno si stupisce del perché dal resto del mondo ridicolizzino la città e non riconoscono autorevolezza alle istituzioni. La politica senese è rappresentata da “Giulio Cesare”; o se preferite da “Giulio Noi Cesare”. E da Gabriello Mancini, naturalmente.
P.S. Sempre da voci raccolte tra la gente risulterebbe che il Chiti sentendosi diffamato abbia denunciato il blog Fratello Illuminato perché avevamo scritto che era indagato. Ci scusiamo con il Chiti e con i nostri lettori: non è indagato ma è stato raggiunto da un autentico avviso di conclusione delle indagini. Va a finire che questo blog si costituirà parte civile nei processi.
Novembre 28th, 2011 — Note redazionali
Con tutta probabilità i membri del cda dell’ateneo senese che hanno espresso voto favorevole alla delibera che autorizza la vendita del bene immobile palazzo Bandini Piccolomini, proposta dal rettore eletto irregolarmente Angelo Riccaboni, sono dei fini giuristi ed economisti di alto rango. Con tranquillità e senza batter ciglio hanno autorizzato la vendita di un immobile pubblico. Ma sono consapevoli di cosa hanno deliberato?
Il Ministero dell’Economia e Finanze con una nota del 18 aprile 2010 rileva che “… al fine di non determinare impatti negativi sull’indebitamento netto strutturale delle pubbliche amministrazioni, le entrate derivanti dalla dismissione di beni immobili, considerate dalla Commissione Europea entrate una tantum e quindi non migliorative del deficit strutturale, dovrebbero essere utilizzate solo per finanziare aventi la medesima natura una tantum. Nel caso di specie l’Ateneo in questione dovrebbe attivare iniziative strutturali di riduzione del disavanzo in modo da pervenire in un ragionevole arco di tempo ad un equilibrio stabile di bilancio”.
Ci sembra che la nota sia più che esaustiva. Inoltre rileviamo che il disavanzo è aumentato come da notizie di stampa, confermate dal successivo intervento di sabato 26 novembre 2011 anche dal magnifico abusivo. Intervento che non solo confermava il disavanzo, ma dimostrava l’assoluta assenza di un piano di risanamento e altresì confermava l’inadeguatezza dell’economista Riccaboni.
Sempre in merito alla delibera votata dal cda siamo ad evidenziare che il Decreto Legislativo richiamato nella delibera in questione con la quale “si impegna il rettore” a vendere il palazzo Bandini Piccolomini non è ancora Legge dello Stato. Quel decreto è stato approvato solo dal Consiglio dei Ministri. Vi sembra regolare la delibera votata oppure è viziata?
Inoltre facciamo presente che alla data di quella votazione in cda agli uffici dell’ateneo non era pervenuta la congruità dell’Agenzia del Territorio; congruità obbligatoria per le vendite di immobili pubblici.
Inoltre non si conosce la procedura con cui è stato affidato l’incarico alla società Reag per la valutazione dell’immobile e il compenso per la medesima società.
Insomma in quel cda votano e deliberano alzando la mano e senza alcuna cognizione di causa. Poi ci si domanda il perché nel cda dell’ateneo passava e passa di tutto. Un bel giorno qualcuno si sveglia e appare o un dissesto o una carrellata di irregolarità.
Auspichiamo un intervento immediato della magistratura e nel contempo qualcuno potrebbe presentare un doveroso esposto a tutela del bene pubblico.
Bravi e complimenti!!!!
Novembre 27th, 2011 — Note redazionali
“Volete prevenire i delitti? Fate che i lumi accompagnino la libertà. I mali che nascono dalle cognizioni sono in ragione inversa della loro diffusione, e i beni lo sono nella diretta. Un ardito impostore, che è sempre un uomo non volgare, ha le adorazioni di un popolo ignorante e le fischiate di un illuminato.”
(Cesare Beccaria – Dei delitti e delle pene/Capitolo XLII)

Forse in pochi ricorderanno che ai tempi del cinema muto la proiezione di un film si chiudeva con le famose “comiche finali”: era una “formula di programmazione cinematografica geniale che ci ha fatto scoprire i maggiori attori della storia del cinema ed ha inventato, senza saperlo in modo coerente, addirittura un genere filmico tornato ai nostri giorni di gran moda: il corto. Le storie raccontate sullo schermo che accompagnavano l’uscita degli spettatori erano spesso assurde, surreali, incredibili.”
Lo stupefatto, il patologo, lo splendido e il consigliere-barista non sono attori del cinema muto, ma protagonisti parlanti di vicende imbarazzanti (per mantenermi cauto…!) dei tempi moderni. Non sono attori, ma l’effetto delle loro dichiarazioni pubbliche hanno gli stessi tratti delle storie delle comiche finali del cinema muto: sono assurde, surreali e incredibili. Lo “stupefatto” al secolo (ma anche in quello precedente vista l’età!!) Luigi Berlinguer è il meno comico, ma il più incredibile. Il barone di Stigliano alla notizia della scoperta del buco finanziario dell’università senese si era lasciato andare a un “sono stupefatto”. Non si capisce se lo era per l’esistenza del “buco” o perché avevano sputtanato il dissesto gestionale del suo gruppo di amici, docenti e dirigenti universitari. La seconda che ho scritto evidentemente. E io non mi sono “stupefatto” quando mi hanno riferito che il barone di Stigliano aveva confidato (sempre nel post-dissesto) un’altra sua palese irritazione del seguente tenore: “La colpa è di quello lì che non doveva portare i libri in tribunale…!!”. Dove doveva portarli: forse dalla Rubettino che oltre a stampare i tomi non autorizzati in onore dello stesso barone di Stigliano, con i libri contabili avrebbe potuto lanciare in tutte le librerie un best-seller, “Storia della contabilità infame”? Bisogna ammetterlo: l’alto senso di giustizia e l’etica istituzionale dimostrata dal barone di Stigliano è commovente. Chissà se il barone è rimasto stupefatto quando il partito a cui è iscritto e dove ricopre il ruolo di garante dei garanti (un garantista per tutti gli inquisiti!!!) ha nominato il figlio Aldo (nuovo baronetto di Stigliano) nel consiglio di amministrazione della Banca Antonveneta? Chissà se il barone si è stupefatto quando il patologo Tosi, allora rettore, con un atto da dittatura sudamericana ha reintegrato (con decreto rettorale) in servizio all’università di Siena il pensionato Luigi Berlinguer? Correva l’anno 2005: nel pieno del dissesto il “patologo” reintegrava arbitrariamente lo “stupefatto”. Chissà se il barone si è stupefatto quando dietro a una sua richiesta confidata ad alcuni amici il genio Boldrini ha fatto stampare senza autorizzazione i libri in onore di Luigi Berlinguer? Correva l’anno 2008: il barone contatta l’università di Siena chiedendo di far spedire ad alcuni indirizzi i libri in suo onore come omaggio. Fortunatamente la spedizione non viene fatta, ma lui è completamente “stupefatto”. Sabato mattina ero sulla riva del fiume Brenna a prendere il sole e a un certo punto si è palesato ai miei occhi il capo dei nani da giardino completamente stupefatto (come da foto rubata qui pubblicata). Riguardando bene la foto si comprende il motivo del suo essere “stupefatto”.
Un altro fenomeno cinematografico è il “patologo”, al secolo Piero Tosi o per gli amici Pierino. Di lui sappiamo praticamente tutto: era il dominus della baronia universitaria legata al suo predecessore, il barone di Stigliano. Pierino viene incoronato faraone dell’ateneo senese dallo stesso barone e la sua missione è chiara fin dall’insediamento: consolidare l’alleanza tra una parte della CGIL e l’ala affarista di Comunione e Liberazione e con altre varianti del mondo cattolico universitario; alleanza già costruita dal barone di Stigliano. Pierino gestisce e dissesta l’ateneo con un team operativo coordinato dal cattolico (si fa per dire!!!) Loriano Bigi, dal cgiellino (di osservanza stiglianese) Carlo Bruni e dal nano comunicatore Boldrini. Il tutto è stato realizzato grazie al sostegno di una cricca di docenti che andrebbero buttati fuori da qualsiasi università degna di questo nome e da un clima di omertà umiliante per gli stessi omertosi. Dopo aver dissestato, aver inventato ad uso e consumo del nano comunicatore quella mangiatoia dell’area comunicazione e marketing, aver costruito sedi e carriere, aver ricoperto il ruolo di presidente della Crui, dopo tutto questo il nostro Pierino pochi giorni fa rivolgendosi ai giornali ha affermato: “Io che c’entro, sono un patologo!!”. Sti cazzi …! Come dicono a Roma!!! Se era un macellaio che cosa sarebbe successo? Il nostro Pierino forse una cosa interessante in queste ultime esternazioni l’ha detta: “A breve parlerò e racconterò sul come veniva gestita l’università”. Noi non sappiamo cosa dirà il patologo e sinceramente non siamo interessati. Forse, e questo potrebbe lasciare stupefatto qualcuno, se il Tosi parlerà non svelerà il 15° segreto di Fatima, ma comprenderemo con nitidezza che il patologo era solo il vicecapo dei dissestatori. Il capo era ed è un altro.
Arriviamo ai giorni nostri con la presenza ai vertici dell’ateneo del “delfino di scorta” di Piero Tosi ovvero il rettore eletto irregolarmente, lo splendido economista Riccaboni. Era ed è una pedina in mano alla cricca dei docenti berlinguerini-tosiani. Di lui il barone non si fidava e dietro suggerimento della “comandante” (alias Jolanda Cei Semplici) hanno affiancato allo splendido la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro. Una stiglianese a distanza. Comunicava con il barone tramite il Bigi e la comandante. Allo stato dei fatti sia lo splendido sia la condannata non sono riusciti a realizzare il resto del disegno di restaurazione stiglianese che prevedeva: I due cervelloni ai vertici (Rettore e direttore amministrativo), il ritorno di Boldrini come capo della comunicazione (senza area), la nomina di Piero Tosi a professore emerito e successivamente direttore di dipartimento alla facoltà di medicina, Carlo Setacci prorettore e Stefano Bisi gran cerimoniere della cricca. Questi due irresponsabili di Riccaboni e Fabbro sono deleteri e lo stanno dimostrando: non hanno risanato un bel niente e non sono in grado di esercitare il ruolo con autorevolezza. Del resto Riccaboni è stato eletto irregolarmente.
La comica finale in tutta questa storia che intreccia vicende universitarie, carriere politiche e affarismo deleterio per la collettività è ben rappresentata dalla figura quasi patetica del consigliere comunale del PD senese David Chiti. Anche questo fenomeno rivendica la sua estraneità: peccato che tra i 18 soggetti avvisati di della chiusura delle indagini della magistratura ci sono lui medesimo, la moglie e la cognata. E il “rivendicatore” dimentica che la sede del bar di Via Roma 56 affidato senza una regolare gara di affidamento (che il Chiti contrattava diversamente!!??) è ubicata nel comune da lui amministrato. Sciocco lui a non essersi ancora dimesso da consigliere comunale e doppiamente sciocchi gli altri membri del consiglio comunale che non chiedono le dimissioni. Il PD, partito a cui è iscritto il Chiti, fa finta di niente e con il silenzio di questi giorni dimostra di condividere il comportamento del Chiti. E sapete la comica finale in cosa consiste? Il PD senese si dichiara soddisfatto per le conclusioni delle indagini e per gli avvisi di garanzia notificati. E su questo anche noi. Però fermatevi un po’ tutti e immaginatevi questa scena: riunione del Pd senese, al tavolo dei relatori il segretario del PD senese Giulio Carli, in prima fila ad ascoltare in qualità di dirigente del partito il famoso David Chiti. A un certo punto il segretario Giulio Carli, con voce soddisfatta, rivolgendosi alla platea dei dirigenti esprime tutta la propria soddisfazione per i 18 avvisi di garanzia notificati in merito all’inchiesta sul dissesto universitario. Anche il Chiti è rimasto soddisfatto per l’avviso di garanzia ricevuto (!!??). Da buon dirigente del PD non può che approvare le parole del segretario.

Con questa comica finale che rende chiaro a tutti il decadimento morale, etico e politico che vive la città di Siena e che mette in luce il perché hanno dissestato e la loro voglia di ricominciare, auguro a tutti una stupefacente domenica. In attesa di leggere le dichiarazioni di Gabriello Mancini sul futuro della Fondazione MPS. Con molta probabilità drammaticamente stupefacenti.
Maestro James
Novembre 26th, 2011 — Note redazionali




La gestione dell’università del rettore Riccaboni eletto irregolarmente e del direttore amministrativo Ines Fabbro già condannata dalla Corte dei Conti è fallimentare, poco trasparente e responsabile della “macelleria sociale” nei confronti dei lavoratori. Sono complici di questo disastro e dramma sociale anche i membri del cda dell’ateneo Mariano Bianca, Mirella Strambi, Vareno Cucini, Roberto Morrocchi, Pasqualino Paulesu, tutti supini al duo irresponsabile. Con l’aggravante per Cucini, Morrocchi e Paulesu di essere tutti e tre vicini al PD e nominati dal Comune, dalla Provincia e dalla Banca MPS. I tre si muovono senza controllo o gli enti nominanti sono sostenitori del fallimento di Riccaboni e della politica contro i lavoratori? In questa seconda ipotesi risulta a dir poco ipocrita il volantinaggio di questi giorni fatto dal PD con il quale chiedeva giustizia per il dissesto e equità sociale. Gli esponenti del PD Morrocchi e Cucini hanno la responsabilità di avere sostenuto e continuare a sostenere un gestione fallimentare, poco trasparente e contro i lavoratori. E a proposito di trasparenza perché il rettore abusivo tiene chiuso nel cassetto lo statuto ritornato indietro con rilievi da parte del ministero? Senza parlare della strana vendita che non serve a niente del palazzo Bandini Piccolomini; e su questo rinnoviamo la richiesta per l’intervento della magistratura ordinaria e di quella contabile. Le uniche due cosa fatte dal Riccaboni sono quelle di aver comprato un cellulare con i soldi dell’ateneo per la cifra vergognosa di euro 860 e di aver dato un compenso annuo alla condannata dalla corte dei conti di oltre 150.000 euro.
L’università è in mano a un rettore irregolare, a una condannata per danno erariale, a un senato con due indagati e a un cda composto nella sua maggioranza dei membri da irresponsabili e difensori della cricca di pochi docenti avidi e legati all’altra cricca dei dissestatori tosiani.