Con tutta probabilità i membri del cda dell’ateneo senese che hanno espresso voto favorevole alla delibera che autorizza la vendita del bene immobile palazzo Bandini Piccolomini, proposta dal rettore eletto irregolarmente Angelo Riccaboni, sono dei fini giuristi ed economisti di alto rango. Con tranquillità e senza batter ciglio hanno autorizzato la vendita di un immobile pubblico. Ma sono consapevoli di cosa hanno deliberato?
Il Ministero dell’Economia e Finanze con una nota del 18 aprile 2010 rileva che “… al fine di non determinare impatti negativi sull’indebitamento netto strutturale delle pubbliche amministrazioni, le entrate derivanti dalla dismissione di beni immobili, considerate dalla Commissione Europea entrate una tantum e quindi non migliorative del deficit strutturale, dovrebbero essere utilizzate solo per finanziare aventi la medesima natura una tantum. Nel caso di specie l’Ateneo in questione dovrebbe attivare iniziative strutturali di riduzione del disavanzo in modo da pervenire in un ragionevole arco di tempo ad un equilibrio stabile di bilancio”.
Ci sembra che la nota sia più che esaustiva. Inoltre rileviamo che il disavanzo è aumentato come da notizie di stampa, confermate dal successivo intervento di sabato 26 novembre 2011 anche dal magnifico abusivo. Intervento che non solo confermava il disavanzo, ma dimostrava l’assoluta assenza di un piano di risanamento e altresì confermava l’inadeguatezza dell’economista Riccaboni.
Sempre in merito alla delibera votata dal cda siamo ad evidenziare che il Decreto Legislativo richiamato nella delibera in questione con la quale “si impegna il rettore” a vendere il palazzo Bandini Piccolomini non è ancora Legge dello Stato. Quel decreto è stato approvato solo dal Consiglio dei Ministri. Vi sembra regolare la delibera votata oppure è viziata?
Inoltre facciamo presente che alla data di quella votazione in cda agli uffici dell’ateneo non era pervenuta la congruità dell’Agenzia del Territorio; congruità obbligatoria per le vendite di immobili pubblici.
Inoltre non si conosce la procedura con cui è stato affidato l’incarico alla società Reag per la valutazione dell’immobile e il compenso per la medesima società.
Insomma in quel cda votano e deliberano alzando la mano e senza alcuna cognizione di causa. Poi ci si domanda il perché nel cda dell’ateneo passava e passa di tutto. Un bel giorno qualcuno si sveglia e appare o un dissesto o una carrellata di irregolarità.
Auspichiamo un intervento immediato della magistratura e nel contempo qualcuno potrebbe presentare un doveroso esposto a tutela del bene pubblico.
Bravi e complimenti!!!!
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http://www.linkiesta.it/universita-siena-rettore-riccaboni