per colpa di un chiodo si perse lo zoccolo
Entries from Gennaio 2012 ↓
Filastrocca popolare … se capite bene altrimenti tenetevi il chiodo …
Gennaio 17th, 2012 — Note redazionali
Perché l’economista Giulio “Guido” Carli e la responsabile del forum Rita Petti non invitano all’incontro i loro ex ministri di riferimento, Luigi Berlinguer e Maria Stella Gelmini?
Gennaio 17th, 2012 — Note redazionali
Hanno dissestato una prestigiosa università; ai vertici dell’ateneo ci sono un rettore abusivo e una condannata dalla Corte dei Conti e dalle varie intercettazioni sono emersi stretti legami e intrallazzi vari tra esponenti del PD e del PDL (vedi il caso di Luigi Berlinguer e la scienziata Gelmini); inoltre sono emersi disgustosi intrallazzi tra funzionari del ministero e il rettore abusivo. Sono successe tutte queste cose e che cosa si inventano nel PD senese? Un Forum.
La coordinatrice del forum Rita Petti dichiara: “Da tempo la scuola pubblica è trascurata o male interpretata, spesso interesse strumentale o zavorra per le politiche di governo, chiusa e sclerotizzata rispetto a una realtà fluida con cui fatica a trovare sintonia, recente oggetto di un’essenzializzazione feroce resa possibile dalla ridotta percezione del suo valore”.
Come mai i promotori di questo forum non scrivono nero su bianco che le politiche governative sbagliate sulla scuola pubblica sono responsabilità dell’ex ministro Luigi Berlinguer e della sua amica Maria Stella Gelmini? Ricordando ai forumisti che lo stesso Luigi Berlinguer detiene un incarico presso il ministero voluto proprio dalla Gelmini. Il sabato mattina portano la gente a protestare contro la Gelmini e nel frattempo il loro dirigente nazionale del partito prende incarichi dalla contestata Gelmini, oltre a intrallazzare con la stessa per far firmare il decreto di nomina del rettore abusivo Riccaboni.
Poi l’economista Carli riferendosi alla scuola pubblica aggiunge: “I tagli che ha subito in questi anni hanno provocato conseguenze preoccupanti, sia per la qualità della formazione che per il numero di diplomati, molto al di sotto della media Ocse”.
Caro economista colui che ha iniziato con le riforme famose il declino della scuola e dell’università pubblica si chiama Luigi Berlinguer, dirigente del PD, ex ministro, ex rettore e sponsor del rettore abusivo Riccaboni.
Non vi siete stancati di fare questi forum mentre una prestigiosa università soccombe sotto il vostro silenzio e per mano di due post-dissestatori voluti da Luigi Berlinguer e dalla cricca ministeriale? Date un contributo civile e morale per risanare questo disastro. Altrimenti ce lo spiegate che esempio propagandate ai giovani e al mondo della scuola pubblica?
Dei vostri forum abbiamo degli ottimi ricordi, soprattutto quello della buona politica: infatti in consiglio comunale il PD ha un consigliere comunale indagato nell’inchiesta sul buco dell’ateneo senese e lo stesso PD sembra non accorgersene. Avanti con i forum ….
Editoriale del Maestro James. La “cabina ceccuzziana” e il “Mulino Bianco” del Bisi
Gennaio 16th, 2012 — Note redazionali
Il Bisi eternamente indeciso sulle posizioni da prendere sul piano giornalistico, riuscendo a far confliggere il suo articolo del giorno con quello del giorno prima, non si capacita del perché il “groviglio armonioso” a lui tanto caro è esploso. Forse lo sa, ma non può dirlo, visto che su di lui ricadono buona parte delle responsabilità politiche, tenuto conto che più che giornalista in questi anni lo stesso Bisi è stato un attore attivo del groviglio. Sulla vicenda dell’aereoporto di Ampugnano ha dedicato anima e corpo oltre ad aver sponsorizzato Enzo Viani alla presidenza; sull’università la stessa dose di anima e corpo prima con Tosi-Semplici e poi con Riccaboni-Fabbro. Sul Monte dei Paschi a scrivere articoli contradditori e di critica pesante non è arrivato secondo ad altri, compresi gli articoli contro i vertici della Fondazione e sull’arrivo del nuovo direttore generale Fabrizio Viola. Idem con patate con gli articoli contro l’amministrazione comunale. Fino a un anno fa è stato il giornalista organico del sistema di potere, oggi forse per incrinature inevitabili, pretende di riproporsi come il giornalista d’inchiesta e critico verso il sistema. Ma il vizio di proporre le solite litanie contro gli attacchi esterni che secondo lui derivano “dall’invidia” non riesce a perderlo; anche in questo caso dimostra la propria ennesima contraddizione. Si lamenta degli articoli dei giornali nazionali dimenticandosi che pochi mesi prima aveva premiato giornalisti degli stessi gruppi editoriali. Gli uomini di mondo, compreso il Bisi, taluni soggetti li rappresentano quando fa loro comodo; quando la musica stride con lo spartito stabilito reagiscono con la scompostezza di chi ha costruito solo strategie e rapporti fragili e inconcludenti. Oggi il Bisi lancia l’allarme e chiama tutti a raccolta affermando che dall’esterno godono nel dichiarare la fine del “Mulino Bianco”, riferendosi a Siena. Il Bisi e chi gli dà spago non si rende conto dell’ennesimo danno d’immagine, oltre al resto, che arreca alla città con queste dichiarazioni scomposte e prive di veridicità. Dall’esterno le critiche non arrivano alla città (che appartiene a tutti e non al “groviglio armonioso”) ma a un sistema che pretende di rapportarsi in ambiti superiori senza risolvere le grosse contraddizioni emerse dalla gestione politica e istituzionale di questi ultimi anni. O forse il Bisi pensa di occultare i danni gestionali come università e aereoporto e relative inchieste e gli errori strategici nella gestione della Fondazione e della Banca MPS? Il vizio di occultare viene da lontano, ma più che risolvere ha rinviato di qualche anno l’esplosione del groviglio. La città certo che deve reagire ai problemi, ma per risolverli non bisogna fare come gli struzzi. La prima assunzione di responsabilità è quella di dire la verità e ammettere le colpe: non quella di inventarsi nemici esterni o complotti fantasiosi contro la città e la banca. Si pretende di concorrere “alla candidatura di capitale europea della cultura” e di mantenere a livelli di “terzo gruppo bancario il Monte” riproponendo lo stesso provincialismo che ha prodotto i danni e i disastri sotto gli occhi di tutti? Se il Bisi e altri cantori del “groviglio” pensano che la propria posizione sia valida, mica va impedito loro di dirlo; però le istituzioni e la politica si devono elevare un po’ di più e rendersi conto che non siamo “fuori dal mondo”. Il peggiore danno che può essere fatto oggi a Siena è quello di far finta di niente rispetto ai veri problemi e alla caduta di credibilità politico-istituzionale derivante dai risultati delle varie inchieste giudiziarie. Sarà credibile un consiglio comunale che ha tra i consiglieri un indagato come David Chiti? Sarà credibile una candidatura alla cultura con un’università in mano a un rettore abusivo e a una condannata dalla Corte dei Conti, senza dimenticarci del resto degli indagati sul buco finanziario? Sarà credibile e forte una classe dirigente che non risolve queste situazioni e alla svelta? Come diceva una persona saggia: per fare i Gran Maestri bisogna spogliarsi del provincialismo e smetterla di tramare pur sapendo di aver tramato costruendo macerie. Così anche la guida politica e istituzionale di una città non può fare a meno dell’autocritica e del bisogno di rimodellare il proprio agire, partendo dalle soluzioni prima che dai nomi. Possibile che chi ha un ruolo di governo e di gestione non si fermi un secondo in più per dirsi liberamente: abbiamo sbagliato, urge cambiare registro. Invece no. Stiamo assistendo al tentativo di rinviare ancora la risoluzione dei problemi strutturali e il modo gestionale. Dopo la finta discontinuità a parole ecco che dal cilindro spunta una “cabina di regia”. Il massimo del politichese messo in pista per eludere le responsabilità e allungare l’agonia, con la convinzione che tra una partita e l’altra la gente si dimenticherà dei problemi. Cominciassero con il ridurre le spese inutili come gli incarichi all’agenzia Robespierre, per esempio. Il tranello mediatico nei confronti dell’opposizione messo in atto dal Ceccuzzi è riuscito: con la famosa intervista della discontinuità ha dato in pasto agli oppositori (così almeno li convinco a reggere il mio gioco!!!) il Mancini e il Mussari. E giù tutti a sparare sul mite Gabriello e sul Mussari. Quasi quasi ci stavano credendo tutti alla discontinuità ceccuzziana. Ma i problemi e i fatti hanno smentito tutto questo giochino mediatico e ipocrita. Innanzitutto Ceccuzzi e Mussari hanno lavorato di comune accordo su tutto, compresa la scelta del nuovo direttore generale della banca. Mancini non intende andar via e a parer mio fa bene. Perché deve andar via Mancini visto che Ceccuzzi continua a sostenere la linea della banca e della Fondazione? Forse in tutto questo frastuono di dichiarazioni si nasconde solo una cosa: la necessità di Ceccuzzi di impadronirsi della Fondazione sapendo benissimo che sulla banca la politica locale con il tempo non avrà più nessun peso di comando. E forse per la stessa banca è un bene. A Ceccuzzi non rimane che occupare con i suoi uomini fidati la Fondazione. Del resto anche Ceccuzzi afferma che dall’esterno ci sono quelli che si approfittano della crisi per attaccare Siena. Il solito ragionamento provinciale per spostare le responsabilità e mascherarle dietro “restiamo uniti sotto gli attacchi nemici”. Da uno che ha fatto il parlamentare, dall’interno e dall’esterno, si aspettavano altri ragionamenti. Mi chiedo se quelli dell’opposizione l’hanno capito tutto questo giochino ceccuzziano?!! Altri sì. A proposito nella cabina uno come Alessandro Piazzi non ci starebbe male, in fondo di cabine qualcosa ci capisce.
Maestro James
“Macello lo stipendio dei lavoratori per nascondere il danno erariale dei miei amici”. Ecco le opere a favore della cricca da parte della condannata per danno erariale Ines Fabbro
Gennaio 16th, 2012 — Note redazionali
Se fosse solo per tutelare i diritti dei dipendenti si potrebbe fare a meno di sprecare inchiostro: il buon senso e l’amor proprio dovevano spingere gli stessi interessati a rivendicare, civilmente certo, ma con durezza i diritti intaccati e negati. Noi abbiamo l’obiettivo di rovesciare la cricca e creare le condizioni per il risanamento di un ente, e precisiamolo, è di fondamentale importanza per ristabilire le condizioni di rilancio culturale ed economico nel senese. Questo particolare sembra sfuggire sia alle forze politiche (il silenzio delle opposizioni è disgustoso!!!) sia alle varie istituzioni locali, regionali e nazionali. Ci par di capire che negli uffici preposti ai controlli e alle sanzioni dei “fuori legge” sia ritornata di moda la pratica dello yoga: procedono con calma, troppa calma e traccheggiano con troppa meditazione. Non rendendosi conto che la calma è complice dei “fuori legge”. Per la cronaca il famoso Lavitola non si trova più a Panama. Di fronte a vari danni erariali e a un dissesto esagerato chi hanno chiamato per millantare il risanamento? Ovviamente una condannata dalla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna nel 2007 per “gravi irregolarità amministrativo-contabili” nell’esercizio delle sue funzioni di direttore amministrativo dell’università di Bologna: ovvero la pensionata Ines Fabbro, cara amica di Jolanda Cei Semplici e della cricca ministeriale che ha intrallazzato con Criccaboni per farla nominare a Siena. Di cosa ci scandalizziamo, in fondo Lavitola tramestava e oggi fa il turista in Sudamerica e il parlamento italiano nega l’arresto al parlamentare Cosentino. In questa Italia delle cricche ci sta bene una condannata dalla Corte dei Conti. La pensionata Fabbro non sapendo come risanare l’ateneo passa il tempo solo a studiarle tutte per difendere le posizioni del dissestatore Bigi e company e per “far fuori” dagli uffici tutte e tutti coloro che non rispondono alle sirene della cricca (leggasi le trame contro la dott.ssa D’Amelio e la macellazione dello stipendio dei lavoratori). A proposito dello stipendio dei lavoratori vi spieghiamo dopo le nostre verifiche romane quello che sta cercando di fare la condannata dalla Corte dei Conti, forse con la complicità dei tre segretari confederali, così come avveniva ai tempi del Tosi che concordava tutto con l’ex segretario della CGIL Claudio Vigni (promosso banchiere dal sistema). Le autorità competenti e le forze politiche crediamo dovrebbero intervenire con urgenza dopo aver letto quello che vi spieghiamo di seguito: nel corso degli anni, quando si falsificavano i bilanci e non si pagavano i contributo con una mano, mentre con l’altra si assumeva a tutta birra per creare consenso e voti, si falsificavano (in eccesso) anche gli importi da mettere a disposizione dei lavoratori per il salario accessorio e, inoltre, si pagavano con i questi fondi anche spese che con l’accessorio non c’entravano niente. Ovviamente chi è che decideva quanto erano questi importi? Ma è chiaro!!! Loriano Bigi, Piero Tosi, Salvatore Interi e la cricchetta che si era impadronita dei conti dell’Ateneo, il tutto con la supervisione di Jolanda Cei Semplici. Risultato: ad oggi c’è un danno erariale per aver erogato cifre eccessive e fuori dai vincoli di destinazione di un paio di milioni. Cos’ha pensato la maestra elementare? Invece che farlo pagare ai miei amichetti, lo faccio pagare ai lavoratori. Ed ha avuto l’assenso del rettore abusivo Criccaboni che con vedeva l’ora di danneggiare, sempre per spirito di coesione e di unità della comunità accademica, i soli lavoratori.
Forse un interventino dei Carabinieri e/o della Guardia di Finanza potrebbe far cambiare idea ai due abusivi? Vale la pena di provare, no? Forse anche qualche rinvio a giudizio con fissazione dell’udienza preliminare, a questo punto, potrebbe aiutare. No?
A Cesare quel che è di Cesare, ovvero Salvate il soldato Boldrini
Gennaio 15th, 2012 — Note redazionali
Una premessa: noi abbiamo attaccato Maurizio Boldrini al secolo il genio di Via Roma 56 come simbolo di un modo di gestire le cose che non va bene (secondo noi, ci mancherebbe) e ci riserviamo di attaccarlo ancora ove scoprissimo ulteriori stronzate. Ma, per ricordare il grande Alberto Sordi, noi siamo noi e quelli di cui andiamo a parlare non sono un cazzo.
Detto questo, vediamo il perché di questa apologia del Boldrini. Il povero Boldrini è stato abbandonato ad un pessimo destino dall’alto e dal basso. Qualche esempio? Dov’è sparito il Sultano di Stigliano, ovvero il garante dei garanti ovvero il musicologo di chiara fama e ur-dissestatore Luigi Berlinguer? Come mai non si è fatto garante, appunto, per la vicenda dei libri in SUO onore, vicenda che è stata gestita assolutamente a cazzo di cane soprattutto dal rettore abusivo Angelo Riccaboni? Per la cui elezione irregolare, va detto, Boldrini aveva esultato. E di Maurizio Bettini vogliamo parlarne? Prima lo voleva inghirlandare come un genio e ora non ha alzato un dito per difenderlo. E del Faraone di Pescia, nonché abile contraffattore di bilanci Piero Tosi? Anche da lui non è venuto niente. Hanno lasciato solo il povero soldato Boldrini.
Ma c’è un aspetto ancora più grave: quando il genio di Via Roma 56 era nelle grazie dei galantuomini di cui sopra, ha letteralmente riempito l’ateneo tramite l’area comunicazione e marketing. Oltre 50 persone, cioè a dire oltre 100 braccia rubate all’agricoltura, sono sciamate e si sono assise, grazie solo ed esclusivamente a lui, sulle spalle dell’Ateneo (e dei contribuenti), a fare cosa allora non si sa, per non parlare di quello che fanno ora. E sapete cosa fanno ora? Parlano male del Boldrini!!! Senza il suo genio ora sarebbero a mangiare pane secco zuppato nel mare e invece con tutta probabilità hanno stipendi più alto del suo.
Traditori dall’alto e dal basso: vergognatevi un’intera vita!!! Tutti avete usato Boldrini e ora tutti lo rinnegate e lo lasciate solo ad affrontare quelle che certo non sono responsabilità esclusivamente sue. Salvate il soldato Boldrini!!!
P.S. Teniamo a precisare che il nostro non è un intervento ironico e/o sarcastico. E’ la pura e semplice verità. Boldrini non ci prendere il vizio ché pasqua viene una volta l’anno.
Quel Maurizio Bologni “giornalista coraggio” tra “genio e intraprendenza”. E ancora: “Una idea o una ikea di Università?”
Gennaio 14th, 2012 — Note redazionali
La redazione di Fratello Illuminato, approfittando della non reperibilità del Maestro James e quindi in assenza del consueto editoriale, intende intervenire a gamba tesa nel sistema dell’informazione attraverso l’analisi e la lettura di due libri (ognuno poi può chiamarli come gli pare!!) che contribuiscono ad aggiornare il quadro sconfortante dei vari intrecci del “groviglio armonioso” che dall’università conducono alla “cattedrale”. La novità, in assoluto, della puntata odierna è l’ingresso nella scena dei “geni” del capo redattore del quotidiano La Repubblica di Firenze, Maurizio Bologni. Facciamo però un passo indietro, anzi, ritorniamo all’anno 2005. Ovvero l’anno della massima esaltazione delle supercazzole comunicative dell’area comunicazione e marketing dell’università di Siena guidata dal mitico e insuperabile genio di Via Roma 56: il nostro stimatissimo Maurizio Boldrini. Nel 2005 veniva alla luce un libro, sempre del famoso editore Franco Angeli e sicuramente pagato con soldi pubblici, o dalla CRUI o dall’università senese: un libro interessante non per i contenuti, ma per la manifesta autoreferenzialità degli autori dei testi. L’introduzione del libro rigorosamente scritta da Piero Tosi. La parte migliore del libro è quella scritta dal nostro stimatissimo genio, soprattutto quando intitola il testo con un titolo significativo quanto allarmante: “Una idea o una ikea di Università?”. Ma che cazzo Boldrini: non potevano ricordarsi dell’ikea quando hanno comprato gli scopini da cesso? E poi il genio aggiunge: “Lo stesso presidente della CRUI, Piero Tosi, nella seconda Relazione sullo stato delle Università Italiane(chissà se questa relazione la scriveva mentre “falsificava i bilanci”???), ha ribadito che il marketing e la pubblicità non possono essere applicati alle istituzioni, al patrimonio e ai beni culturali così come si applicano alla vendita delle merci”. Dopo la lettura di questa variante filosofica alla supercazzola del Conte Mascetti ci rendiamo conto che il marketing è stato utilizzato per mercificare il patrimonio economico dell’università senese: decine e decine di milioni di euro sprecati per l’area comunicazione e marketing. Sempre il genio citando Alessandra Mazzei, altra scrittrice del libro, ricorda della stessa la seguente frase: “la fiducia e la reputazione si alimentano reciprocamente, in particolare nel caso dell’Università”. Infatti abbiamo notato questa grande alimentazione: oltre 200 milioni di buco e un rettore eletto irregolarmente. Avanti con la “fiducia e la reputazione”. Dal libro emerge un altro capitolo che sinceramente non riusciamo a comprendere. Le due autrici, una certa Anna Majuri (nel 2005 collaborava con l’area del genio ed è legatissima all’ex direttore Bigi) e Simona Piselli (che a quel tempo collaborava con l’ufficio stampa dell’università) scrivono un capitolo dal titolo boldrineggiante: “L’Università prende corpo: un nuovo protagonista tra luci e ombre. Analisi di un anno di rassegna stampa sulle testate nazionali”. Ed è proprio questo capitolo delle “luci e delle ombre che attiva il collegamento con il secondo libro di oggi. Il secondo libro viene alla luce nel 2011 e l’autore è un grande estimatore del garante dei garanti Luigi Berlinguer e del genio assoluto di Via Roma 56: l’autore è il caporedattore de La Repubblica di Firenze, Maurizio Bologni. Del libro non intendiamo parlare anche perché noi non facciamo le recensioni agli articoli dei giornali, visto che il suddetto libro è una raccolta di articoli di giornale. Significativa è una parte del sottotitolo del libro “Genio e intraprendenza in tempo di crisi”. Quando dissestavano l’università “il genio e l’intrapendenza” venivano usati per mettere in crisi e non per superare i tempi della crisi. Ma del dissesto e delle elezioni irregolari dell’università il laureato in giurisprudenza all’Università di Siena, Maurizio Bologni, non trova il tempo e la penna per parlarne. In questi giorni era impegnato per scrivere un articolo per esaltare la figura di Alessandro Piazzi come papabile futuro presidente della banca MPS. Ma il pezzo meglio arriva ora. Di chi è la realizzazione editoriale del libro del Bologni? Ovviamente della “Salvietti e Barabuffi Editori Srl”. Chi è il direttore editoriale? Ovviamente il genio Maurizio Boldrini. Di chi è il coordinamento editoriale? Ma certo: di Monica Granchi, ex genia dell’area comunicazione e marketing. Di chi è la prestampa e stampa? Della Cooprint Industria Grafica (ci troviamo sempre il Salvietti e il genero di Boldrini, quel Pancrazio Anfuso della famosa Infact di Via Roma 56). Di chi è la prefazione al libro? Del vicedirettore generale del gruppo Montepaschi, Antonio Marino. Ci fermiamo qui. Ovviamente escludiamo di trovare sulla Repubblica di Firenze articoli inerenti le traversie giudiziari del Salvietti, la vicenda di Infact, la vicenda dei rapporti tra Astrea srl e Riccaboni e del perché il docente Lorenzo Frediani chiedeva a Riccaboni di convocare un incontro con il vicedirettore generale Antonio Marino. Ovviamente sulla Repubblica di Firenze escludiamo di trovare articoli sul quel “famoso groviglio armonioso” citato dal settimanale Il Mondo: i personaggi citati in precedenza chi più chi meno sono stati e sono ancora attori minori o maggiori del medesimo “groviglio”. Chissà se il direttore di Repubblica Ezio Mauro e l’Ing. Carlo De Benedetti sono a conoscenza di tutti questi articoli mancati da parte della redazione fiorentina? Ezio Mauro ci sembra un giornalista poco affine ai “grovigli armoniosi”, così come i lettori di Repubblica. Noi della redazione di Fratello Illuminato, tranne alcuni casi, compriamo sempre la Repubblica con la cronaca di Roma. Comunque è vero: la globalizzazione presenta molte contraddizioni. Dei problemi dell’università di Siena e del dissestato “groviglio” se ne sono accorti a Torino e a Milano (La Stampa e il Mondo, gruppo RCS), ma a Firenze no. Sarà un problema di “interferenze” nelle comunicazioni. Noi siamo per la libertà di stampa ma non sopportiamo la stampa non libera.
Questa maestra elementare condannata dalla Corte dei conti dell’Emilia Romagna sta dimostrandosi totalmente incapace, nonostante gli appoggi ministeriali di cui evidentemente ha goduto, di fare alcunché per uscire dal pantano. Perché non se ne va a insegnare ai bambini? O meglio si trasferisce a Panama?
Gennaio 14th, 2012 — Note redazionali
Sarà capitato anche a voi / di avere un casino in famigliaaaaa – Prima parte
Gennaio 13th, 2012 — Note redazionali
Cosa ci può essere di più bello, dopo le festività natalizie, di un quadretto familiare che prolunghi, anche nel luogo di lavoro, l’intimità domestica? Ecco, tutto ciò si può realizzare solo nell’università del Bengodi: l’ateneo senese, appunto! E così il Professor Gianni Valensin e sua figlia Daniela, la compagna di Gianni, Professoressa Elena Gaggelli, e suo nipote, Nicola Gaggelli, tutti insieme appassionatamente, membri dello stesso Dipartimento universitario, hanno pensato bene di organizzare un Convegno scientifico sulle “Applicazioni della Risonanza Magnetica in Campo Agro-Alimentare” presso il Centro di Ricerca Energia e Ambiente di Colle Val d’Elsa (Crea). Ecco, questa è l’Università che noi vogliamo! Infatti, ci auguriamo tutti che “il grande capo” (abusivo) Riccaboni porti al più presto in equilibrio il bilancio dell’Ateneo per consentire anche al compagno di Daniela e alla compagna di Nicola di essere assunti nella comunità accademica senese.
Nel frattempo non sarebbe neanche male conoscere il parere su queste attività nel Polo di Colle Valdelsa, che ci risultava essere stato chiuso come polo universitario, di uno che lo conosce bene: il presidente del consiglio comunale di Siena Alessandro Piccini. Lì infatti lavorava prima del suo trasferimento all’ASL, in zona via Roma 56, per intendersi, un luogo pieno di cultura e di genialità.
Consigliamo altresì all’abusivo Riccaboni di leggersi attentamente la seconda parte che prepareremo presto.
Ad majora.
Ecco la prova provata dell’esistenza della cricca ministeriale che appoggia l’abusivismo di tutti i coinvolti
Gennaio 12th, 2012 — Note redazionali
Sul blog del Prof. Giovanni Grasso è apparsa oggi, preceduta da un’introduzione che vi riproponiamo, una lunga rassegna su tutte le malefatte della cricca abusiva che si è impadronita (o meglio: reimpadronita) della già disastrata università di Siena. Eccola qua l’introduzione che condividiamo TOTALMENTE:
Cosa riserverà il 2012 all’Università degli Studi di Siena? Per saperlo non occorre essere indovini, è sufficiente rileggere alcuni degli articoli pubblicati su questo blog nel 2011, dei quali si riportano di seguito i link, e ricordare la conclusione delle indagini sulle irregolarità nelle elezioni del rettore. Comunque, i titoli da soli indicano quale sarà l’argomento forte nelle prossime settimane, riassumibile in una domanda. Chi è stato eletto irregolarmente ha la piena legittimità a esercitare le funzioni di rettore? Da considerare, inoltre, che sulla nomina dell’attuale rettore hanno perso la faccia due ex ministri (Berlinguer e Gelmini) e l’ex direttore generale del Miur, Marco Tomasi. L’Ateneo senese, nelle condizioni attuali, può continuare ad avere una guida priva di credibilità, autorevolezza e senso delle istituzioni? E in assenza della revoca dell’atto di nomina, è irrealistico pensare, nell’esclusivo interesse dell’Università di Siena, alla sospensione dell’attuale rettore dalla carica ricoperta?
Ma c’è di più e di peggio, se possibile: ecco qua un articolo che vale la pena di leggere per intero. Tuttavia il paragrafo significativo e rivelatore è il seguente:
Ma non è questo il punto, sottolinea Bellelli. «Non ho dubbi né sulla validità della classifica ministeriale (il Politecnico di Torino è un’ottima Università), né su quella del neo-ministro. Però». Già, c’è un però. E un interrogativo. Avrà avuto qualche influenza il fatto che Marco Tomasi, ex direttore amministrativo del Politecnico e storico “uomo di fiducia” di Profumo nel 2010 sia assurto alla carica di direttore generale di Viale Trastevere? «Nella classifica dell’agenzia internazionale QS – riferisce il professore – la prima Università italiana è Bologna (al 183mo posto, dopo Francoforte ma prima di Goteborg), seguita da Roma Sapienza al 210° posto e poi da Padova (263°), Milano, Pisa, Firenze, Roma Tor Vergata, Napoli Federico II, e finalmente, se Dio vuole, il Politecnico di Torino, ben oltre il 450° posto». Evidentemente, i criteri alla base delle due rilevazioni sono differenti. Da qui un paio di suggerimenti al ministro. «Prudenza con queste pretese meritocratiche perché il rischio di sbagliarsi è grosso e i danni in caso di errore possono essere irreparabili. Un altro? Lasciar perdere le valutazioni del Ministero che sanno un po’ di fatto in casa, per gli amici, e prendersi quelle delle agenzie internazionali: si risparmiano un sacco di soldi (valutare costa) e si fa più bella figura».
Quindi, riassumiamo: esiste un filo conduttore fra Luigi Berlinguer, Francesco Profumo, Maria Stella Gelmini, Marco Tomasi, Ines Fabbro e Angelo Riccaboni. Tutti, e intendiamo tutti questi hanno conflitti di interesse, sono affetti da abusivismo grave, cercano – riuscendoci coi sistemi da cricca – di mettere il culo su più poltrone possibili, giocando sporco, spendendo denaro pubblico, barando e mischiando le carte in tavola con metodi proprio da cricca. Basta leggere il testo sopra quando parla dell’uso a dir poco disinvolto dei metodi di valutazione (di cos’era presidente l’attuale rettore abusivo? Nucleo di Valutazione e Cresco altri due sistemi per evitare di ricorrere a classifiche ben più serie) per avvantaggiare i propri clienti, sé stessi e, più in generale, appunto, la cricca. Nessuno di questi personaggi qui raffigurati è legittimato – per un motivo o per un altro – a essere dove è. La redazione di Fratello Illuminato suggerisce al sobrio Mario Monti (e come dice Travaglio pensate a cosa avrebbe fatto se avesse bevuto!) di liberarsi immediatamente di questo ministro evidentemente in conflitto di interessi ed evidente continuatore dell’azione perversa e dissennata della fisica dei quanti nonché mendace testimone presso la Procura della Repubblica di Siena Maria Stella Gelmini (a proposito: Magistrati senesi quando la riconvocate a Siena per farvi spiegare il perché di quelle infami bugie che vi ha raccontato? Tenete presente che il padre della vostra ex collega, Prof. Donato Firrao indovinate dove insegna? Politecnico di Torino). E già che ci siamo: rimuovete immediatamente abusivo e maestra elementare condannata dalla Corte dei conti.
Mancanza di trasparenza e rischi esuberi dentro l’ateneo senese. Tutti i nomi dei sostenitori di Riccaboni e Fabbro
Gennaio 11th, 2012 — Note redazionali
Dopo le intercettazioni telefoniche tra Riccaboni e Luigi Berlinguer e tra Riccaboni e quel Tomasi del ministero che confermano gli intrallazzi e l’irregolarità della nomina dello stesso Riccaboni e della condannata Ines Fabbro; dopo l’atto fuori legge del taglio dell’accessorio al personale tecnico-amministrativo; dopo aver constatato il comportamento omissivo di Riccaboni e Fabbro teso a coprire gli indagati e docenti sotto processo; dopo aver preso atto che la maggioranza dei membri del cda dell’ateneo vota delibere in presenza del parere negativo dei revisori dei conti; dopo aver constatato l’intrallazzo tra Riccaboni e la società Astrea srl, siamo ad evidenziare il totale stato di abbandono gestionale dell’ateneo senese e la mancanza di trasparenza. A questo si aggiunge il rischio di un “piano di esuberi” dettato dalle normative vigenti e dall’assenza di un piano di risanamento interno, millantato da Riccaboni e Fabbro, ma inesistente. Riccaboni e Fabbro hanno giocato e continuano a giocare sulla pelle delle persone e sul futuro dell’ateneo. Non sono in grado di far niente: sono lì solo per tutelare gli interessi di poche decine di docenti fannulloni, che passano il tempo a tramare sulle spalle di altri docenti seri e fuori dalle cricche. Mi raccomando, cari dipendenti dell’ateneo, continuate a farvi prendere per i fondelli da questi due: dopo il taglio all’accessorio se vi mancherà la liquidità per gli stipendi e se verrà fuori il piano degli esuberi lamentatevi solo con voi stessi. Se poi si analizza il perché del dissesto precedente scoprirete che due delle componenti che hanno determinato il disastro sono stati il servilismo sciocco e la leccaculaggine. Qualcuno preferisce voltarsi dall’altra parte sperando che nessuno tocchi il loro posto di lavoro e il resto dello stipendio. Affari loro. A questo punto il compito delle autorità competenti è quello di ripristinare la legalità e far partire queste benedetti processi. Le forze politiche di maggioranza e di opposizione se ne sbattono dei problemi dell’università: passano il tempo a farsi le seghe mentali sui nomi e sulle poltrone di banca e fondazione. Chi ha a cuore le sorti dell’ateneo si svegli e velocemente, anche perché a noi risulta che esiste già una proposta valida e credibile per una nuova governance dell’ateneo e un piano di risanamento concreto da proporre con tutti i crismi. Dall’esterno aspettano solo un segnale di risveglio dall’interno dell’ateneo: non perdete questa occasione per il vostro bene e per il futuro dell’ateneo. Via i due abusivi Riccaboni e Fabbro.
Nel frattempo vi segnaliamo i nomi dei sostenitori di Riccaboni e Fabbro sui quali pesa la responsabilità di approvare e condividere la cattiva gestione dell’ateneo. E nell’occasione precisiamo che chi vota in consiglio di amministrazione ha la responsabilità personale del voto espresso e quindi tutte le delibere votate in presenza del parere negativo dei revisori dei conti dovranno essere sottoposte alle autorità competenti. Così vediamo se i soliti soldatini che alzano la mano si assumeranno fino in fondo le proprie responsabilità. Prima si lamentavano che durante il periodo Tosi i membri del cda venivano tratti in inganno dal parere favorevole dei revisori dei conti. Oggi con il parere negativo votano a favore: quindi i membri del cda sono consapevoli di quello che votano.
Ecco i nomi del cda dell’ateneo che sono schierati come soldatini con Riccaboni e Fabbro:
Prorettore: Francesco Frati; Professori ordinari: Mariano Bianca, Furio Pacini e Floriana Rosati (quella che stata definita da Riccaboni e altro interlocutore “priva di cervello e ridicola”); Professori associati: Alessandro Donati, Fabio Mugnaini; Rappresentanti dei ricercatori: Enrica Bianchi, Maria Frosini, Roberto Tofanini; Rappresentante Comune di Siena: Vareno Cucini; Rappresentante Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Siena: Pasqualino Cappelli; Rappresentante banca MPS: Pasqualino Paulesu; Rappresentante degli studenti: Cosimo Francini
Ecco i nomi del senato accademico schierati come soldatini con Riccaboni e Fabbro:
Presidi di facoltà: Walter Bernardi (già condannato dalla Corte dei Conti), Maurizio Botta, Roberto Guerrini (indagato inchiesta elezioni rettore), Roberto Venuti, Luca Verzichelli, Marcello Mellini; Rappresentanti dei docenti aree scientifiche: Marco Bettalli (indagato elezioni rettore), Enrico Pinto, Elisabetta Montanaro, Cosima Baldari.
Chi pensa di essere finito impropriamente nell’elenco dei soldatini e dei sostenitori della cricca smentisca con i fatti pubblicamente, anche perché nei prossimi giorni dedicheremo ad ognuno dei soldatini una biografia.
Poi uno si chiede come mai l’ateneo è stato dissestato e oggi malamente gestito. Bah!