“Macello lo stipendio dei lavoratori per nascondere il danno erariale dei miei amici”. Ecco le opere a favore della cricca da parte della condannata per danno erariale Ines Fabbro

Se fosse solo per tutelare i diritti dei dipendenti si potrebbe fare a meno di sprecare inchiostro: il buon senso e l’amor proprio dovevano spingere gli stessi interessati a rivendicare, civilmente certo, ma con durezza i diritti intaccati e negati. Noi abbiamo l’obiettivo di rovesciare la cricca e creare le condizioni per il risanamento di un ente, e precisiamolo, è di fondamentale importanza per ristabilire le condizioni di rilancio culturale ed economico nel senese. Questo particolare sembra sfuggire sia alle forze politiche (il silenzio delle opposizioni è disgustoso!!!) sia alle varie istituzioni locali, regionali e nazionali. Ci par di capire che negli uffici preposti ai controlli e alle sanzioni dei “fuori legge” sia ritornata di moda la pratica dello yoga: procedono con calma, troppa calma e traccheggiano con troppa meditazione. Non rendendosi conto che la calma è complice dei “fuori legge”. Per la cronaca il famoso Lavitola non si trova più a Panama. Di fronte a vari danni erariali e a un dissesto esagerato chi hanno chiamato per millantare il risanamento? Ovviamente una condannata dalla Corte dei Conti dell’Emilia Romagna nel 2007 per “gravi irregolarità amministrativo-contabili” nell’esercizio delle sue funzioni di direttore amministrativo dell’università di Bologna: ovvero la pensionata Ines Fabbro, cara amica di Jolanda Cei Semplici e della cricca ministeriale che ha intrallazzato con Criccaboni per farla nominare a Siena. Di cosa ci scandalizziamo, in fondo Lavitola tramestava e oggi fa il turista in Sudamerica e il parlamento italiano nega l’arresto al parlamentare Cosentino. In questa Italia delle cricche ci sta bene una condannata dalla Corte dei Conti. La pensionata Fabbro non sapendo come risanare l’ateneo passa il tempo solo a studiarle tutte per difendere le posizioni del dissestatore Bigi e company e per “far fuori” dagli uffici tutte e tutti coloro che non rispondono alle sirene della cricca (leggasi le trame contro la dott.ssa D’Amelio e la macellazione dello stipendio dei lavoratori). A proposito dello stipendio dei lavoratori vi spieghiamo dopo le nostre verifiche romane quello che sta cercando di fare la condannata dalla Corte dei Conti, forse con la complicità dei tre segretari confederali, così come avveniva ai tempi del Tosi che concordava tutto con l’ex segretario della CGIL Claudio Vigni (promosso banchiere dal sistema). Le autorità competenti e le forze politiche crediamo dovrebbero intervenire con urgenza dopo aver letto quello che vi spieghiamo di seguito: nel corso degli anni, quando si falsificavano i bilanci e non si pagavano i contributo con una mano, mentre con l’altra si assumeva a tutta birra per creare consenso e voti, si falsificavano (in eccesso) anche gli importi da mettere a disposizione dei lavoratori per il salario accessorio e, inoltre, si pagavano con i questi fondi anche spese che con l’accessorio non c’entravano niente. Ovviamente chi è che decideva quanto erano questi importi? Ma è chiaro!!! Loriano Bigi, Piero Tosi, Salvatore Interi e la cricchetta che si era impadronita dei conti dell’Ateneo, il tutto con la supervisione di Jolanda Cei Semplici. Risultato: ad oggi c’è un danno erariale per aver erogato cifre eccessive e fuori dai vincoli di destinazione di un paio di milioni. Cos’ha pensato la maestra elementare? Invece che farlo pagare ai miei amichetti, lo faccio pagare ai lavoratori. Ed ha avuto l’assenso del rettore abusivo Criccaboni che con vedeva l’ora di danneggiare, sempre per spirito di coesione e di unità della comunità accademica, i soli lavoratori.
Forse un interventino dei Carabinieri e/o della Guardia di Finanza potrebbe far cambiare idea ai due abusivi? Vale la pena di provare, no? Forse anche qualche rinvio a giudizio con fissazione dell’udienza preliminare, a questo punto, potrebbe aiutare. No?