Entries from Ottobre 2011 ↓

Editoriale del Maestro James. Apologia anticipata del dissesto e letteratura del culto dei dissestatori. Un libro come prova testimoniale sul come hanno depredato l’ateneo senese. Un contributo alle indagini dei magistrati e un ausilio agli organi d’informazione

Care lettrici e cari lettori, motivi di “salute pubblica” mi costringono ad anticipare il mio consueto editoriale della Domenica: la lettura di un libro mi obbliga a rendere partecipi tutti che esiste la testimonianza “letteraria anticipata” di come hanno depredato l’ateneo senese. Una sorta di apologia dei dissestatori. Gli allievi che narrano le gesta dei faraoni e dei comunicatori dissestatori.

La lettura di questo libro è imbarazzante, vomitevole  e contemporaneamente dipana su carta le memorie di chi ha partecipato, avuto gratificazione e carriera, vissuto la nascita e l’evolversi del sistema del dissesto della prestigiosa università senese. Il mio editoriale si rivolge a tutti i lettori con particolare dedica alla magistratura senese che spero sequestri copia del libro e trasmetta avviso di comparizione in tribunale agli autori dello stesso libro in qualità di persone informate sui fatti. Mi sono letto anche un altro libro, ma le citazioni estrapolate da questo secondo testo vomitevole servono per dare l’incipit al resto dell’editoriale. Naturalmente la prima domanda che rivolgo ai soggetti interessati (magistratura e amministrazione dell’ateneo) è la seguente: con quali soldi sono stati stampati i libri in questione e quante copie sono state comprate dall’ateneo?

Il genio di Via Roma 56 ovvero Maurizio Boldrini nel libro “Un’idea di Università- Edizioni Franco Angeli” con Introduzione di Piero Tosi, nella Parte Prima, capitolo “Università, la reputazione oltre l’immagine” si poneva questa domanda: “Una idea o una ikea di Università?”. A parte la puttanata di domanda, la risposta se la son data quelli che invece di comprare gli oggetti all’Ikea, senza badare a spese hanno comprato scopini di design a 60 euro cadauno. Correva l’anno 2005 proprio gli anni in cui Boldrake era responsabile dell’area comunicazione e marketing. Bella reputazione dentro e oltre l’immagine.  Sempre nel libro, il genio, nel Capitolo (dal titolo altrettanto demenziale) “Autonomia, un ponte per le torri d’avorio” (e aggiungo che forse si era confuso con le torri di Stigliano) scrive: “Se prima, infatti, le Università erano distanti perché opache, oggi potrebbero diventare incomprensibili perché troppo dinamiche …”. Sì caro genio, prima forse erano troppo opache, ma da quando siete arrivati voi il problema non si è più posto: a partire dalle casse dell’ateneo anche tutto il resto è diventato invisibile con dinamicità spaziale. Evito di citare altre puttanate simili dal libro per non tediarvi e quindi arrivo al vero motivo dell’editoriale: il libro “testimonianza anticipata” del dissesto.

Si tratta del libro “La Comunicazione utile” sottotitolo: “Il caso dell’università di Siena- Edizioni Franco Angeli, anno 2005” a cura di due luminari della letteratura boldriniana Alessandro Lovari e Davide Orsini (le persone informate sui fatti da chiamare dal tribunale). Gli autori che per me sono degli emeriti sconosciuti, dopo una ricerca tramite il Web 2.0, almeno per quanto riguarda uno degli autori, il boldriniano Alessandro Lovari, risulta aver appreso in pieno gli insegnamenti del genio e i vizi scomposti e abusati di Via Roma 56. Perché ho scoperto che il Lovari lavora all’università di Siena come personale tecnico amministrativo in Via Roma 56: la sede di scienze della comunicazione (o casa Boldrini) dove si erano insediati abusivamente con la sede operativa quelli di In.Fact (o forse son sempre li?, società del genero del genio. Non si era mai accorto il Lovari di questa presenza abusiva? Figuriamoci se si poneva il problema uno che su youtube  e non, si spaccia come “professore e docente”. Il Lovari è dipendente dell’università di Siena in qualità di personale tecnico-amministrativo: quindi vediamo di volare bassi e smetterla di definirsi professore o docente (http://www.youtube.com/watch?v=6bgifFPgqAw). Forse da piccino il Lovari sentendo chiamare professore il Boldrini si sarà detto: se chiamano professore uno che non è laureato, io che ho una laurea sono professore al quadrato. In Via Roma 56 di geni ce ne sono due da oggi.

Ma veniamo alle memorie della nascita e dell’evolversi del dissesto. Dal libro del secondo genio di Via Roma 56 apprendiamo che “Con il decreto rettorale n. 122/1987-1988(rettore il garante dei garanti Luigi Berlinguer) viene istituita una Commissione tecnico-scientifica per lo studio delle iniziative legate al 750° anno di vita dell’ateneo senese”. Tra i componenti della commissione spiccano i nomi di Giuliano Catoni e del “primo dirigente dell’ateneo, Marcello Merolli”. E poi: “Ma è in occasione dei festeggiamenti per i 750 anni dell’università che viene istituito un ufficio stampa per informare sulle varie iniziative culturali in programma … nella seduta del 19 dicembre del Consiglio di amministrazione dell’Università di Siena il rettore informa che verrà costituito un ufficio stampa. Presenta in tal senso un articolato progetto predisposto dal giornalista professionista Maurizio Boldrini, che ha già svolto il ruolo di coordinatore dell’ufficio stampa con ottimi risultati, in occasione del convegno Il Futuro ha un cuore antico?, coadiuvato da Guido Parigi, Antonio Socci e Pino di Blasio”. In pratica dal libro si scopre che ai tempi del rettore Luigi Berlinguer, il genio Boldrini era il coordinatore di un ufficio stampa e il suo staff era composto dai “giornalisti professionisti Guido Parigi e Antonio Socci, oltre che dal “pubblicista” Pino di Blasio”.

Prima domanda: quanto sono costati al contribuente i festeggiamenti del 750° anniversario dell’Università e nello specifico l’ufficio stampa e lo staff del Boldrini?

Seconda domanda: i tre giornalisti Parigi, Socci e Di Blasio come mai non scrivono un bel pezzo giornalistico sulla loro esperienza al fianco dell’amico Boldrini e nel contempo non illustrano ai loro lettori la vicenda del dissesto spaventoso di oltre 270.000.000 di euro e dei famosi libri non autorizzati voluti da Boldrini per onorare il garante Luigi Berlinguer?

Sempre dal libro scopriamo (ma questo è risaputo) che dall’ufficio stampa nasce la famosa area comunicazione e marketing. E sempre dal libro ricordiamo chi faceva parte di questa mega area comunicazione (quanti soldi buttati via). Eccoli in fila i più fedeli boldriniani dell’area comunicazione e marketing: Alessandro Lovari (autore del libro), Davide Orsini (autore del libro), Monica Granchi (su questo nome ci ritorno subito dopo), Angela Caronna (figlia del direttore amministrativo di Unisi Antonio Caronna), Anna Gorini (attuale responsabile ufficio stampa università), Mario De Gregorio, Valentina Tinacci e tanti altri ancora senza dimenticare Sonia Boldrini (figlia di Maurizio) e Sabrina Pozzi (moglie di Angelaccio). Dal libro scopriamo che Monica Granchi (che non risulta mai essere stata dipendente dell’università) “dirigeva l’ufficio Produzione culturale all’interno del Centro comunicazione e marketing dell’Università di Siena: era direttore artistico di una rassegna di spettacoli e concerti agli studenti universitari e di un’etichetta musicale indipendente”. Insomma dentro l’area comunicazione e marketing il genio aveva raccolto a se la catena degli affetti di sangue e non. A questo punto chiediamo: quanto è costato al contribuente l’incarico di Monica Granchi e che tipo di incarico aveva e chi l’aveva deliberato?

Sempre nel libro, il secondo genio di Via Roma 56 ci ricorda il famoso UNISISHOP (l’altra puttanata per sputtanare soldi del contribuente) e in particolar modo ci ricorda che nell’anno accademico 2001/2002 nasce la “Linea giovane dell’ateneo” (facevano anche gli stilisti i dissestatori!!!) e “il settore marketing del Centro comunicazione e marketing d’Ateneo decise allora di attivare una gara tra 7 studi grafici per la realizzazione di questa nuova linea … Al termine della gara le diverse proposte vennero vagliate da una specifica commissione (domanda: dov’è quel bando di gara e chi erano i membri della commissione?), anche sulla base di una valutazione che teneva conto della spesa grafica e dell’originalità creativa: fu la società MILC di Siena ad aggiudicarsi la gara e a realizzare così con il Centro comunicazione e marketing la nuova linea giovane del merchandising”. Ma te pensa, la gara l’aveva vinta la MILC!!! Chi è la MILC? Su questo risponderemo in un intervento specifico: come quello fatto sulla Robespierre.

Avete capito? Con i soldi pubblici facevano gli stilisti, gli oggetti grafici: ma all’università si studiava o si cazzeggiava con le puttanate inventate dal Boldrini?

Concludo l’editoriale con una citazione dal libro del secondo genio di Via Roma che supera forse anche la disgustosa Ode a Piero Tosi scritta da Maurizio Bettini. La genia Monica Granchi nel libro del Lovari scrive: “Le parole di Einstein sembrano riecheggiare in quelle della terza relazione sullo stato delle Università italiane(20 settembre 2005) allorquando Piero Tosi, Presidente della Conferenza dei Rettori, introduce il concetto di nuovo umanesimo.” Cara Granchi (a parte una deprecazione pesante per l’apologia del Tosi) ma quali parole di Einstein e quale umanesino? Tosi e company hanno introdotto le parole di Attila e il concetto di dissestantesimo e LEI CARA MONICA GRANCHI insieme ad altri seguaci del “genio capo” ha ottenuto benefici dalla gestione Tosi-Boldrini dell’università: alla faccia di Einstein, dell’umanesimo, dei soldi dei contribuenti e della decenza civile.

In attesa di sentire riecheggiare gli avvisi della magistratura, nel frattempo cari geni e luminari (oltre a vergognarvi dei vostri giochi meschini e delle vostre ripetute opere di distruzione) avvicinate l’orecchio fuori dalla finestra cosi sentirete riecheggiare questo (http://www.youtube.com/watch?v=pQ0Pz3sOhH8).

W L’Italia liberata, la democrazia e la Giustizia.

Maestro James

La redazione di Fratello Illuminato ha un suggerimento da dare alla Fondazione

Vedendo i contributi assegnati nell’anno 2010 dalla Fondazione MPS (e che saranno anche fra gli ultimi come è noto) ci siamo resi conto che 20.000 euro sono erogati al Dip. di Studi Classici per la realizzazione di un atlante antropologico della mitologia greca e romana, cioè a Maurizio Bettini e al suo Centro che ha sede in Via Roma 57 nella Villetta del Glicine (che è forse l’infiorescenza con cui il compositore dell’epocale ode al dissestatore Tosi voleva inghirlandare il genio Maurizio Boldrini) che, fra l’altro, già costa al contribuente (cioè a noi tutti) la bella sommetta di 46.500 euro l’anno fino al 2014. Notiamo anche che è il secondo anno che viene finanziato questo magnificente progetto.

Quindi siamo a 40.000 euro. Dopo aver notato che con questi soldi forse ci si risolveva questo problema qui e dopo aver analizzato l’utilizzo spregiudicato che certi personaggi fanno del denaro pubblico (leggi qui) ci sentiamo di chiedere a Gabriello Mancini e ai membri della Fondazione che mandino urgentemente un’ispezione per controllare l’uso di quel denaro perché non vorremmo che il caro Bettini lo avesse speso per comprare un’altro po’ di materiale di cancelleria in questo noto magazzino di gomme da cancellare, lapis, carta e penne stilografiche.

Ancorché questo atlante sia stato prodotto, comunque un controllino è bene farlo perché 40.000 euro per fare un atlante antropologico del mondo antico ci ricorda ancora una volta questa scena.

Il Gruppo Corriere (quello che edita anche il Corriere di Siena) firma lo “stato di crisi” e il giorno prima Rocco Girlanda regalava un I-PHONE 4 ad Amanda Knox (la ragazza assolta per l’omicidio di Perugia)

Quando si tratta di crisi aziendali e problemi legati al mondo del lavoro e agli stipendi dei lavoratori, non possiamo che esprimere piena solidarietà agli stessi lavoratori, pur non condividendo le scelte aziendali e nel caso specifico le linee editoriali di qualche redazione come quella del Corriere di Siena diretta dal giornalista Stefano Bisi.

Risulta che ieri il Gruppo Corriere di Perugia che edita anche il Corriere di Siena abbia firmato lo “stato di crisi”. Naturalmente sono questioni interne al gruppo, ma che non ci possono lasciare indifferenti visto  si tratta di organi d’informazione e di lavoratori degli stessi. Sembrerebbe che “lo stato di crisi dichiarato” preveda che ai dipendenti venga decurtata una parte dello stipendio e che non si possano effettuare assunzioni o contratti.

Esprimiamo la nostra solidarietà ai dipendenti del gruppo: perché noi a differenza di altri faziosi siamo dalla parte dei lavoratori e non con chi arrogantemente pratica gestioni di enti pubblici macellando lavoratrici e lavoratori. Pur non condividendo la linea editoriale di Stefano Bisi, auguriamo rapide soluzioni per la salvaguardia dei dipendenti coinvolti dallo stato di crisi.

Vista la situazione, anche se ognuno è libero di fare quello che vuole, il parlamentare del PDL Rocco Girlanda nonché amministratore del gruppo Corriere, invece di pavoneggiarsi con il gesto regalare ad Amanda Knox un iPhone 4, un gesto (forse più apprezzato) poteva farlo nei confronti dei dipendenti coinvolti dallo stato di crisi. E vediamo se qualcuno a Siena la smette di celebrare premi con questi parlamentari.

D’altro canto l’esempio di comprarsi gli iPhone con soldi pubblici mentre una massa di poveracci stenta ad arrivare alla fine del mese viene anche dal magnifico Criccaboni, cioè il rettore tanto celebrato dal Bisi e dal suo giornale, quindi …
Buon lavoro e tanti auguri ai dipendenti del gruppo Corriere.

Il Cdr di Fratello Illuminato

Qui siamo alla follia giuridica e al paradosso dei paradossi: i dissestatori si rivolgono giudice (che si riserva di decidere) per avere soldi dall’ente che hanno distrutto, mentre gli stabilizzandi (lavoratrici e lavoratori) hanno diritto ad essere assunti (come da sentenza), ma non subito perché l’Ateneo senese non ha la capacità finanziaria di farlo

In condizioni normali a uno come Loriano Bigi, principale dissestatore, invece di concedergli un’udienza per discutere la sua richiesta vergognosa di risarcimento nei confronti dell’ateneo che ha dissestato, gli si faceva un bel processo e si sanzionava duramente per le sue responsabilità. Qui purtroppo, non solo il giudice del lavoro non si pronuncia (che farà?darà ragione al Bigi?), ma la Procura della Repubblica dopo tre anni non ha ancora chiuso le indagini sul dissesto vergognoso di oltre 270.000.000 di euro. Che cosa aspettano?

Ma non solo: il giudice del lavoro riconosce agli astabilizzandi il diritto di essere assunti dall’Ateneo, ma queste assunzioni non possono essere fatte per mancanza di capacità finanziaria dell’ente. Avete capito? I dissestatori hanno distrutto l’ente, i lavoratori sono in difficoltà economiche  e chi ha perso il lavoro non ha il diritto di riprendersi il posto di lavoro perché qualche bandito ha distrutto le casse dell’ateneo. Siamo al paradosso, per colpa della lentezza delle indagini, che chi ha commesso reati e distrutto un ente pubblico rischia di farsi risarcire dallo stesso ente dissestato e chi non ha colpe rimane senza lavoro e rischia di perdere lo stipendio. Complimenti alla magistratura senese!!! E complimenti a quel sindacalista di Claudio Vigni che quando ricopriva il ruolo di segretario del sindacato invece di tutelare i lavoratori spalleggiava personaggi come Tosi, Boldrini e Loriano Bigi. E complimenti alle forze politiche per il loro silenzio e per aver lasciato nella merda migliaia di persone.

Che cosa aspettano i magistrati senesi a chiudere le indagini sul dissesto?

Che fine ha fatto l’inchiesta sull’elezione del rettore?

INTERVENGA LA PROCURA GENERALE DI FIRENZE E IL CSM.

Manuale del co- e post-dissestatore di Ateneo. Quarta puntata: e la Cgil di Claudio Vigni e Diodato Angelaccio non ce la mettiamo?

Ecco qua una bella carrellata di facce di dissestatori e post-dissestatori. Fermo restando, per essere chiari, che l’attuale segretario Guggiari non c’entra nulla con queste faccende, anzi presumibilmente gli è stato lasciato un campo arato, passiamo in questa quarta puntata ad analizzare il ruolo che nel dissesto cataclismico dell’università di Siena ha svolto la Cgil guidata da Claudio Vigni e soprattutto la FLC-Cgil di Diodato Angelaccio. Possiamo dire che ha funzionato da dissestante (senza dubbio) nonché da collante fra il tosismo ed il neo-tosismo di Criccaboni e Fabbro. Claudio Vigni, fiancheggiato da Diodato Angelaccio, Carlo Bruni, Lucia Maffei, il pargolo della Semplici da quando è arrivato a Siena, Guido Badalamenti e via discorrendo, ha sempre appoggiato Piero Tosi e tutta la sua cricca di dissestatori, ha quindi osteggiato Focardi e infine è tornata prepotentemente alla ribalta con l’avvento della premiata ditta Criccaboni e Fabbro.

D’altro canto come dimenticarsi delle riunioni a San Francesco fra i vertici della Cgil e Criccaboni in piena campagna elettorale? E come non notare che Criccaboni ha subito chiamato un dissestatore amministrativo del calibro di Ines Fabbro, che peraltro conosceva già nonostante l’abbia negato, come al solito rivelandosi un bugiardo (basta leggere questo)? E come dimenticarsi dei convegni organizzati dalla Cgil a Roma ai quali partecipavano, tutti insieme appassionatamente Fabbro, Bigi e Maffei a dimostrazione che era già tutta una cricca (vedi qui)?.

E come non notare che il buon Claudio Vigni, dopo aver partecipato in prima persona, insieme al fido Angelaccio che scorrazzava in missione con la macchina dell’Ateneo e si faceva dare come giocattolo dal suo amico Meconcelli assessore a Buonconvento il LAU che ci risulta ancora inspiegabilmente aperto, come non notare che questo intrepido protettore dei lavoratori è ora consigliere di amministrazione di MPS Capital Service? Da sindacalista a banchiere. Ma perché la banca non lo butta fuori a calci in culo dopo aver saputo tutto quello che ha combinato?

Insomma, prima si dissesta bene bene, poi si briga col rettore e col direttori amici, che hanno hanno bisogno dei tuoi voti, poi repentinamente si va nel culo ai lavoratori (che sono ovviamente in difficoltà perché oltretutto Criccaboni & Fabbro rischiano di far saltare qualche stipendio) e infine si diventa banchieri. Bene: speriamo che la banca si tuteli da questa gente

Ecco quindi che questi tutti entrano a far parte a pieno titolo e dei “dissesteurs” e dei copritori di pozzi merda da loro stessi aperti e scavati.

Una bella vergogna!!!

P.S. Prima di beccarci un altro rimbrottino vogliamo ricordare che l’Eretico (al secolo Raffaele Ascheri) aveva giustamente parlato malissimo di Vigni, in particolare là, nel suo libro “Le mani sulla città” dove la questione in esame è quella della casa degli “errori” dell’ottimo Paglialunga ai Cappuccini. Pace fatta?

Avete rotto i coglioni!!!

270.000.000 di euro di dissesto all’università di Siena e ripetiamo: 270.000.000 di euro di dissesto; da un anno (altro che controllo) è aperta l’inchiesta sull’elezione del rettore e cosa succede? Niente!!!Intervenga la Procura generale di Firenze e il CSM

Piena fiducia e rispetto per la magistratura: ma qui qualcosa non funziona. Carenza di organico, errori nelle indagini, forse nessun colpevole? Tre anni di indagini sbagliate o i 270.000.000 di euro se li son portati via gli Ufo??? Insomma qualcosa non torna e a pagare sono sempre i soliti per colpa dei dissestatori e i responsabili del disastro sono tranquillamente ai loro posti.
Da un anno è stata aperta l’inchiesta sull’elezione del rettore, hanno interrogato addirittura la scienziata della Gelmini e cosa sappiamo? Nulla e poi nulla.
Hanno sequestrato e depositato in tribunale la documentazione sulla selezione del direttore amministrativo dell’università e cosa sappiamo? Nulla e poi nulla.
Qui si corre il rischio della prescrizione e come se niente fosse uno dei principali dissestatori dell’ateneo, ovvero Loriano Bigi, con la faccia di bronzo si rivolge al tribunale per essere risarcito dall’ateneo che ha dissestato. In nessun paese civile succedono questi paradossi e questi ritardi nel tutelare il patrimonio pubblico e sanzionare i responsabili di un dissesto banditesco di oltre 270.000.000 di euro.
Nessuno chiede interventi straordinari: solo il rispetto dei tempi e la doverosa giustizia per i continui atti e comportamenti illegali. Chi si assume la responsabilità di far finta di niente???? La legge è uguale per tutti: anche per chi deve farla rispettare!!! Sennò prendano il coraggio a quattro mani e archivino tutto, mettendolo in tasca a migliaia di persone e ad un’intera città che è stata turlupinata da una cricca di dissestatori della sua più prestigiosa istituzione.
Dalla ricostruzione delle indagini attraverso gli articoli stampa dobbiamo dare atto alla Guardia di Finanza e ai Carabinieri che hanno lavorato con professionalità e tempestività. Ci chiediamo quindi: dove si sono fermate le inchieste????

A proposito: abbiamo anche scoperto che all’Università esiste un Ufficio per le Relazioni Internazionali. Potrebbero almeno loro fare delle indagini negli altri Paesi del mondo se, quando in un ente pubblico si ciulano 270.000.000 di euro, falsificando i bilanci e commettendo una filza lunghissima di reati, anche lì rimangono impuniti o addirittura li fanno andare in prescrizione? E sempre come indagine a parte: ma quando brogliano alle elezioni, ci mettono così tanto a verificare?

Ma tra Basciano e Stigliano c’è un palantìr di collegamento?

No, perché ci è venuto questo dubbio …

La ragazza de Pordenon

La casa editrice Edizioni Fratello Illuminato sta per lanciare nelle migliori librerie del mondo un nuovo best seller (a spese nostre beninteso, non a carico dei contribuenti). Sulle orme del famoso testo “Le Confessioni di Santo Agostino”, un ex monaco di un convento sull’appennino tosco-emiliano, Frate Roversi, pubblica le sue “confessioni pecaminose” intrecciandole alle esperienze di vita monastica sotto forma di romanzo che toglie il fiato. In diverse parti del testo si ritrova anche il richiamo al celebre romanzo di Cassola “La ragazza di Bube”, da cui il titolo.
Da Lunedi in quasi tutte le librerie del mondo il primo romanzo di Frate Roversi: “La ragazza (facile) de Pordenon”.
Si avvertono i lettori che in diverse parti (assai licenziose) il volume è anche debitore del Tomasi (non di Lampedusa).

Manuale del co- e post-dissestatore di ateneo. Terza puntata: cascare dal pero

Abbiamo visto che una delle strategie messe in atto dalla premiata ditta Criccaboni & Fabbro è quella di cascare dal pero onde scaricare le responsabilità del disastro dell’Ateneo su chi li ha preceduti, come se loro non c’entrassero niente. Ma ecco che il comitato di redazione di Fratello Illuminato ha sguinzagliato il cane Paco (laureato a Oxford e fellow al Lincoln College) che, da esperto bibliografo ha ritrovato un articolo scritto da Riccaboni intitolato: “La misurazione delle performance di Ateneo. L’esperienza dell’Università degli studi di Siena”. Andiamo ad analizzare cosa ci dice il nostro Criccaboni in questo articolo, premesso che è stato, nell’ordine, il Presidente del Nucleo di Valutazione, nonché il Presidente del Centro di di servizi di Ateneo per la Valutazione e il Controllo (CRESCO), nonché per nove anni il prorettore con delega per la sede di Arezzo e, infine, dal 2006, preside della Facoltà di Economia e, di conseguenza, membro del Senato accademico. Come possa affermare che lui non ne sapeva niente senza sottintendere che tutte queste cariche le ha esercitate completamente a cazzo di cane, non valutando e non controllando una beneamata minchia è domanda che lasciamo ai lettori.
Che scriveva quindi il nostro Criccaboni, lisciandosi le piume come un fagiano? Intanto fa una panoramica di quanto accaduto in altri Paesi europei per arrivare poi alla successione di disposizioni legislative come la legge 168/89 o la 537/93 che, a detta sua, hanno previsto forme di controllo interno e una maggiore responsabilizzazione per l’utilizzo delle risorse cosa che avrebbe “obbligato i vari atenei a razionalizzare i propri costi”. Frase cui noi aggiungiamo: “salvo quello di Siena che, in mano ad un faraone di Pescia attorniato da valutatori dello stampo di Riccaboni non solo non ha razionalizzato, ma ha sputtanato qualcosa come 25-30 milioni l’anno in più di quelli che metteva in cascina, moltiplicando i pani e i pesci con buona pace degli organi di controllo che anzi hanno avallato e controfirmato questi atti di banditismo vero e proprio”. Passa poi a citare la 370/99 con la quale sono stati resi obbligatori i Nuclei di Valutazione (di quello senese, ricordiamolo ancora, il Criccaboni era PRESIDENTE). E quindi sono stati poi creati nuovi metodi di valutazione delle performance che – ancora parole sue – “hanno richiesto un notevole sforzo finanziario per l’Ateneo stesso e il coinvolgimento di un numero ingente di stakeholders” (in altre parole: ci abbiamo sputtanato un mare di soldi e, siccome non bastavano, li abbiamo chiesti anche ai privati in cambio – aggiungiamo noi – di non si sa bene cosa, ma ce lo possiamo immaginare). Fra tutte queste valutazioni (ex post diremmo assolutamente sballate e fallimentari) c’è anche una chicchina di tal fatta: un progetto di valutazione delle prestazioni del personale, dirigenziale e non. Ora ci chiediamo, a parte la facile ironia sulle prestazioni al suono delle casse Bose in radica che si svolgevano in direzione amministrativa, cosa per la quale c’è qualcuno in via Roma 56 che si ritrova per le mani merce di ennesima mano, che prestazioni ha valutato il Nucleo nonché il CRESCO? Perché fra personale dirigenziale e non sono spariti qualcosa come 270.000.000 di euro. Forse il Valutatore dei Valutatori Angelo Riccaboni ha qualcosa da dire a questo proposito? O forse il modello di valutazione era tarato su Renato Vallanzasca?
E giungiamo al 2006, anno di questa prestigiosa pubblicazione e anno in cui il Criccaboni diviene preside e quindi entra a pieno diritto negli organi di governo. Ma un valutatore ed economista come lui non si è accorto dei bilanci falsi, dei peculati, delle malversazioni, dell’alterazione delle scritture contabili, dei rimborsi gonfiati e così via? No? Non ne sa niente? E uno che per dieci anni ha fatto quello che ha fatto e per quattro è stato negli organi di governo può cadere dal pero? E il prorettore Frati che rilascia le dichiarazioni che rilascia sui giornali? E il dissestatore amministrativo maestro elementare e condannato per danno erariale? Non ne sanno niente?
COME SI PUO’ CADERE DAL PERO? Bene!!! Basta avere quello che si chiama animus dissestandi e quindi entrare a far parte a pieno titolo dei co- e post-dissestatori.
Alla prossima puntata.