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Un rettore abusivo all’Università di Siena: una vergogna internazionale!!!

Centro di Palazzo Té di Mantova e l’appello degli intellettuali: “Azzerate tutto e ripartiamo da zero”. A casa anche il comunicatore David Rossi

Ecco il testo integrale degli intellettuali di Mantova:

Abbiamo letto nei giorni scorsi della decisione di Alain Elkann di lasciare l’incarico di presidente del Comitato scientifico del Centro Internazionale d’Arte e Cultura di Palazzo Te. Elkann lamenta che il Consiglio d’amministrazione del Centro, e in particolare il suo presidente, non abbiano tenuto in alcun conto le proposte formulate dal Comitato scientifico.
Contemporaneamente si è appreso che la prevista grande mostra su Giulio Romano non si farà più; al suo posto è arrivata una mostra itinerante sugli artisti dell’animazione – sui cartoon per intenderci -, di recente transitata al Padiglione d’Arte contemporanea di Milano. Nel frattempo abbiamo dovuto ascoltare le polemiche di Vittorio Sgarbi che, more solito, avvelenano ulteriormente il clima senza peraltro dare alcun contributo alla delineazione di un futuro del Centro che sia all’altezza del suo passato.
Tutto ciò indica senza possibilità d’equivoco a quale sorte si vuole condannare il Centro da parte dei suoi attuali massimi responsabili: tramonta definitivamente l’idea del Centro come luogo di ricerca, oltre che come organizzatore di esposizioni (felice idea che è diventata in diverse occasioni un’importante realtà); si rinuncia a valorizzare sotto il profilo scientifico, artistico e turistico lo straordinario patrimonio storico di Mantova; vengono meno le relazioni con i musei d’Italia, d’Europa e del mondo che hanno costituito una delle chiavi dei successi del passato; si scoraggiano infine le forze economiche a rilanciare il Centro e a investire in imprese culturali che possano concorrere alla crescita della nostra città e della nostra provincia.
La china sulla quale il Centro pare avviato è in larga misura da ricondurre all’inadeguatezza dei suoi attuali massimi responsabili. Crediamo dunque non vi sia alcuna seria possibilità di rilanciare il Centro se non si comincia con il nominarne di nuovi, pensando a personalità di grande prestigio scientifico e di riconosciuta indipendenza.
Soltanto un gruppo di amministratori caratterizzati da questo profilo potrà disegnare un nuovo futuro per il Centro, chiamando a raccolta le migliori energie della cultura locale, riallacciando i legami con le più quotate istituzioni culturali nazionali e internazionali, elaborando progetti che traggano ispirazione e linfa dalla straordinaria ricchezza della storia artistica e culturale di Mantova, sottoponendo ai privati progetti rigorosi sotto il profilo scientifico e convincenti sotto il profilo turistico, favorendo l’intesa e la cooperazione tra pubbliche amministrazioni e forze economiche.
Gianluigi Arcari, editore, Mario Artioli, Nicoletta Azzi, Giancorrado Barozzi, Carlo Marco Belfanti, Maurizio Bertolotti, pres. istituto di storia contemporanea, Renato Berzaghi,Molly BourneEugenio Alberto Cattini, critico cinematografico, Sergio Cordibella, presidente del Conservatorio e fondatore del Centro Te, Gianfranco Ferlisi, Daniela Ferrari, direttrice Archivio di Stato, Edgarda Ferri, scrittrice, Gaspare Gasparini, Maria Vittoria Grassi, Egidio Lucchini, Luca Nicolini,Festivaletteratura, Maria Rosa Palvarini, Roberto Pedrazzoli, pittore, ex assessore cultura Provincia, Carla Pezzali Zuccoli, Carlo Prandi, Paolo Ricci, Giovanni Rodella, Marzio Achille Romani, docente alla Bocconi,Vanna Rubini, Noris Zuccoli

P.S. Sempre dall’archivio fotografico di Dagospia la foto del comunicatore VIP David Rossi insieme a Rosanna Lambertucci (Più sani più belli).

Lo Starnini guida la fronda dei restauratori e David Rossi quella dei comunicatori “discontinuisti”

Per niente soddisfatti per aver distrutto un ateneo e diviso per anni la città a seguito della loro sete di potere, ecco che i fedelissimi del sultano di Stigliano (al secolo Luigi Berlinguer) ritornano prepotentemente sulla scena politica per restaurare le proprie poltrone. Hanno fatto “prigioniero” il Ceccuzzi dentro il partito e grazie all’intervento dei vertici romani del partito hanno seccato le nomine locali per il prossimo cda della banca. I fedelissimi del sultano non hanno molti voti dal punto di vista elettorale, ma sono riusciti ad impossessarsi della struttura del partito, o meglio, a condizionarla. E di fatto condizionano lo stesso Ceccuzzi. Il capo della fronda piddina dei restauratori è una vecchia, diciamo vecchissima, conoscenza della politica: Il sempre in aspettativa Sandro Starnini. Questo sarebbe il nuovo e la discontinuità?

Starnini ex presidente della Provincia, ex consigliere regionale (meglio incarichi politici che andare a lavoro!), da quando il partito gli ha negato la possibilità di fare l’assessore nella giunta regionale si è messo di traverso e ha riaperto le ostilità nei confronti del gruppo dirigente. Le ostilità son durate poco e infatti il Mussari qualche mese fa ha nominato Starnini presidente della Novoli (incarico di circa 100 mila euro). Nei mesi prima della campagna elettorale partecipava e organizzava le riunioni per disarcionare Ceccuzzi dalla candidatura di sindaco (vi possiamo dire anche le date e i partecipanti delle riunioni); non riuscendo nella frenata al Ceccuzzi, insieme al resto della fronda, hanno cambiato strategia. Del resto a Starnini come ad altri discontinuatori non  manca l’incarico ben retribuito. Arriviamo ai giorni nostri. Nelle varie riunioni politiche del partito e non, lo Starnini attacca sempre il Mussari (prima l’incarico e poi attacca chi gli ha dato l’incarico) e Alberto Monaci. E infatti sono i fedelissimi di Starnini che hanno spinto e stanno spingendo alla rottura interna al partito e naturalmente forzano la mossa per andare alle elezioni anticipate. Il “prigioniero politico” Ceccuzzi non voleva la rottura così come voleva la riconferma di Mussari, ma gli eventi e le imposizioni romane hanno determinato uno sconquasso e il danno maggiore lo stanno recando alla città. Come nel passato, la città è divisa per colpa della sete di potere del solito gruppo: Luigi Berlinguer e Alberto Brandani. E naturalmente con l’assurda pretesa di utilizzare le istituzioni pubbliche per manterne in piedi il gruppo dirigente del partito fedele al Ceccuzzi e di tutti i vari comuncatori e nominati al seguito. Se poi la città è ridotta in stato di crisi, chissenefrega!! Loro campano bene e con incarichi ben remunerati. Ad assecondare la fronda dello Starnini nell’ardua impresa di dividere la città e spingere alle elezioni anticipate sono scesi in pista anche i famosi “inquinatori di pozzi della comunicazione” capitanati dal comunicatore che si divide tra Siena e Mantova, David Rossi. Quando ha avuto la conferma che Mussari era in uscita si è messo subito nella scia dei restauratori. E a tal proposito consigliamo al nostro amico Bisi di non seguire il comunicatore nell’ardua impresa perchè i tempi son cambiati, la gente è incazzata, c’è crisi e i poteri non si fidano più dei voltagabbana supponenti e troppo furbini. E’ inutile parlare di altro o mettere in pista altre ipotesi: questo è il quadro desolante della politica senese. Il ritorno delle mummie della politica e dei soliti poltronisti. Provate a smentire la nostra ricostruzione; noi siamo disponibili a pubblicare rettifiche e altre ricostruzioni. Anche se noi siamo documentati (mai sottovalutare la documentazione). E i comunicatori, quelli seri, dovrebbero sapere che la comunicazione vincente non è determinata dal mezzo, ma dal contenuto. Specialmente in periodi, come quelli che viviamo, popolati da svariati cazzari della comunicazione e della politica.

Quizzone!!! Stanno preparando un paio di crodini tipo quello del farmacista milanese. A chi toccano?

Fonti sulla cui attendibilità non abbiamo ragione di dubitare ci avvertono che sono in preparazione dei crodini “farmacista milanese” style. La redazione di Fratello Illuminato pertanto, che un’idea se l’è fatta, organizza un ennesimo quizzone per i propri lettori. A chi li stanno preparando? Volendo possiamo metterla anche così: chi e a chi sta preparando la polpetta?

P.S. Sia chiaro che è metaforica l’espressione. Che non ci vengano poi ad accusare di istigare alla violenza o al veneficio. Sono crodini metaforici, non cianurati che ammazzano davvero.

“Una catena umana attorno a Palazzo Tè per difendere un’eccellenza del nostro territorio”. Questa la proposta lanciata dal segretario del PD comunale di Mantova

Il comunicatore per tutte le stagioni David Rossi, vicepresidente del Centro di Palazzo Tè (nomina di banca MPS), con molta probabilità, forse perché abituato ad altro genere di comunicazione, non avrebbe mai immaginato che questa vicenda finisse sotto i riflettori. Appunto, è troppo abituato all’informazione allineata e suggerita. Poi essendo il comunicatore dei comunicatori del groviglio, anche a lui molto caro, stava approfittando della moda della discontinuità per rifiorire dalla crisi che stanno vivendo la città e tutte le istituzioni, facendo finta di non aver avuto mai ruoli negli ultimi 10 anni. Ma il mondo della comunicazione è pieno di archivi e di memoria e anche i muri (dove qualcuno scriveva) sono a conoscenza del ruolo occupato in questi ultimi anni dal capo della comunicazione del gruppo MPS. Una vera discontinuità imporrebbe alla stessa di banca di sostituire il capo della comunicazione e, in tempi velocissimi, sostituirlo dal ruolo di rappresentante della banca nel cda del Centro Tè dopo avergli chiesto una relazione dettagliata sulla gestione del medesimo Centro (soprattutto la gestione finanziaria). Ritorniamo a Mantova e rileggetevi questo http://shamael.noblogs.org/?p=

La redazione di Fratello Illuminato è molto attenta e sensibile alle vicende che interessano la cultura e la gestione del patrimonio pubblico italiano e per questi motivi auspica una piena discontinuità anche nella gestione del prestigioso Centro di Palazzo Tè a Mantova. Le dichiarazioni del segretario comunale del PD di Mantova  Andrea Murari sono molto significative in tal senso: «È una proposta – dice Murari – che farò a tutta la città, alle associazione e a tutti i partiti che si sentono defraudati di un’eccellenza culturale e artistica dalla programmazione messa in piedi dall’amministrazione comunale che la sta trasformando in una agenzia immobiliare e non più in un motore di cultura». Il modello di cintura umana è quella che si tenne al Colosseo; i tempi non sono ancora stati decisi, ma Murari conta di far presto: «Il Té – insiste- va difeso dal gruppo di amici che se ne è impossessato. Prima il Centro era un’istituzione che produceva cultura, adesso si limita ad ospitare mostre ideate da altri». E sferza: «Se il senso del comitato scientifico era quello di esportare eventi culturali che nascevano a Mantova, adesso il Centro affitta stanze per mostre pensate e realizzate altrove». E allora, «serve una mobilitazione di tutti coloro che hanno a cuore le sorti del centro di Palazzo Té e della città; perdere la qualità della produzione del Té significa perdere molto in termini materiali e rassegnarsi al declino della città».

E ricordiamo a tutti che  fu proprio il sindaco di Mantova Nicola Sodano (di centrodestra) a suggerire il nome di David Rossi come vicepresidente del Centro Té (come da dichiarazioni dello stesso Sodano). Ma il PD di Mantova non ci sta e scende in pista contro la gestione Sodano. Avanti con la catena umana e circondateli tutti.

P.S. La foto di David Rossi con Gigi D’Alessio è stata recuperata dall’archivio VIP di Dagospia. Per i VIP la crisi non arriva mai.

Clamoroso!! Mancini rinfresca la memoria al Ceccuzzi

La situazione è fuori controllo e il sindaco Ceccuzzi farebbe bene a cambiare i comunicatori. Ieri il sindaco aveva urlato chiedendo alla fondazione i soldi per i BOC. Oggi Mancini diffonde una nota che rinfresca la memoria al Ceccuzzi su quelle che sono le condizioni della Fondazione e le scadenze formali e legali. Non sarà mica che il sindaco a forza di discontinuarsi si discontinua anche dalla memoria.

Ecco l’intervento del Mancini.

Il Sindaco di Siena “batte cassa” e sollecita la Fondazione Mps a prendere rapide decisioni in merito ad alcune richieste di finanziamento del Comune stesso e addossa alle decisioni della Fondazione la responsabilità di tagli a servizi essenziali, di aumento delle imposte e persino della stabilità della massima istituzione cittadina.
Messa così la cosa potrebbe sembrare addirittura un ricatto e quindi inaccettabile, ma essendo ottimista e corretto, non lo voglio pensare e quindi posso assicurare che esamineremo serenamente l’invito fatto alla Fondazione che, come sempre, non verrà meno al suo compito fondamentale di “promuovere lo sviluppo del territorio” e di sostenere le varie realtà locali.
Non è però accettabile, neanche sotto forma di dubbio, che passi l’idea che la Fondazione abbia perso tempo per prendere una decisione, perché questo non è vero. La Fondazione infatti dopo aver attuato significative dismissioni di vari asset per ridurre il debito assunto per fare fronte all’aumento di capitale di Banca Mps come richiesto anche dagli stessi Enti Nominanti, sta trattando con le banche creditrici per una migliore rimodulazione del debito residuo. Il termine per chiudere, come a tutti noto, è il 30 aprile prossimo e tra le clausole in corso di negoziazione ci sono forti vincoli per l’attività della Fondazione, relativi sia all’assunzione di impegni di spesa per nuove erogazioni, sia al pagamento di erogazioni già deliberate negli anni scorsi.
La conseguenza è molto semplice: l’impossibilità di assumere nuovi impegni prima del 30 aprile, prima cioè di conoscere la quantità massima di risorse spendibili.
Tutto questo è stato illustrato tempestivamente a tutte le istituzioni e associazioni e così ci siamo comportati, con due sole eccezioni: per il Comune e la Provincia di Siena, cui sono state assegnate le quote annue relative ai progetti pluriennali con la riserva però di possibile revoca, parziale o totale, in base alla conclusione delle trattative con gli enti creditori (Deputazione amministratrice del 28 marzo scorso). Ciò è stato concordato da tempo fra Comune, Provincia e Fondazione.
Lo scorso venerdì 13 aprile è giunta la richiesta del Comune di Siena di una erogazione di cassa dei pluriennali scaduti e rendicontati.
La Fondazione si è subito attivata per verificarne la fattibilità stante i vincoli sopra ricordati: la nostra struttura e il consulente legale stanno approfondendo la questione.
Posso quindi assicurare il Sindaco di Siena che se l’operazione sarà fattibile non esiteremo a farla, ma devo essere chiaro evidenziando che le risorse residue, già limitatissime, diminuiranno, quando – terminata la negoziazione del debito – saranno effettuate le assegnazioni definitive che dovranno tener conto delle necessità di tutti, compresi i progetti propri della Fondazione (fra cui Siena Biotech e Tls, già in serie difficoltà).
L’avrei fatto presente personalmente al Sindaco, ma visto che ha optato per un “appello al popolo” sono costretto ad usare lo stesso mezzo, venendo meno al mio abituale riserbo.
Inoltre è mio dovere ricordare che il Documento Programmatico 2012 della Fondazione fissa come priorità assoluta la “solidità patrimoniale e l’equilibrio finanziario della Fondazione” cercando di ridurre al minimo i rischi. Tutto questo comporta scelte coerenti e conseguenti, con forti riduzioni nelle spese e nell’attività istituzionale (come richiesto anche nell’ultimo documento del Consiglio Comunale di Siena).
Concordo infine con quanti hanno ribadito la necessità della massima coesione e unità di intenti specie in questo difficile momento, come opportunamente fatto da tempo. La Fondazione non è mai venuta meno a tale principio e così intende procedere. Tutto questo, ovviamente, nel rispetto delle varie posizioni, dei diversi ruoli e soprattutto delle autonomie e delle conseguenti responsabilità.

Lavitola è rientrato in Italia. Siamo a metà aprile 2012 e ancora non sappiamo niente delle inchieste sul buco finanziario e sulle elezioni del rettore abusivo Criccaboni. Non vi sembra vergognoso?

E’ vergognoso!! E il rischio prescrizione è altissimo. Poi magari vengono fuori sorprese che potrebbero vanificare le giustissime richieste di giustizia. Comunque l’estate si avvicina e una vacanza se la sono meritata anche i magistrati senesi, visto che sono oberati di lavoro.

Gli oltre 200 milioni di buco dell’ateneo senese alla fin fine sono poca cosa, vero?

E garantire l’impunità e lasciare un rettore abusivo è prassi, vero?

Palazzo Té, quel Zani di Antonveneta e il comunicatore David Rossi

Vi ricordate la polemica improvvisa del caporedattore del Corriere di Siena Stefano Bisi nei confronti di quel Zani del PD di Mantova riconfermato nel cda di banca Antonveneta? Noi, si. E a tal proposito vi proponiamo una nostra lettura. Alcuni avevano classificato la polemica come uno scontro di massoneria: tutte cazzate, niente scontri di massoneria; altri un regolamento di conti politico tra ex DS ed ex margherita di Mantova: anche in questo caso, tutte cazzate. Altri hanno pensato a una campagna contro l’abuso di alcolici messa i piedi dal giornalista d’inchiesta Stefano Bisi, ci sta, puo’ darsi ma anche la campagna contro l’abuso di alcolici non convince. Di recente alcuni membri della nostra redazione si sono recati a Mantova e dai colloqui mantovani sono emerse delle notizie interessanti. Prima però facciamo un quadretto d’insieme utile per riprendere il collegamento con le vicende mantovane. Il capo della comunicazione di banca MPS David Rossi è in ottimi rapporti con il caporedattore Stefano Bisi; di recente la fidanzata del Bisi lavora proprio in MPS all’area comunicazione con a capo David Rossi; qualche mese prima dell’assunzione della fidanzata del Bisi all’area comunicazione , il capo David Rossi, si era precipitato per registrare un video di apprezzamento per il giornale online Siena News con direttore responsabile Stefano Bisi e dove dichiara di aver collaborato la fidanzata del Bisi (ha smesso di collaborare?) e inoltre MPS sponsorizza con tanto di pubblicità sulla home page, il giornale online Siena News. Vi ricordate la polemica di Bisi e quel Zani di Mantova? Agli attacchi del Bisi nei confronti del membro del cda della banca Antonveneta(Gruppo MPS) nemmeno un comunicato di difesa nei confronti del banchiere è stato mandato ai giornali da parte dell’ufficio stampa del gruppo MPS che risponde sempre al comunicatore David Rossi e di certo lo stesso Rossi non si è preoccupato di chiedere al Bisi di evitare polemiche nei confronti della banca. Ci parla quasi quotidianamente, due parole a difesa dei nominati del Gruppo MPS(visto che viene pagato!!) poteva spenderle con il Bisi!

Altre due notazioni per chiudere questo quadretto: il comunicatore David Rossi è vicinissimo al rettore abusivoCriccaboni e sempre il Rossi (in piena discontinuità) ha esultato e non poco per le nuove nomine della banca ed era particolarmente contento per l’esclusione del Borghi e del gruppo Monaci. Anche questo fenomeno della comunicazione è un altro che si discontinua da sé stesso. Ritorniamo a Mantova. Nei giorni scorsi vi abbiamo illustrato una piccola parte delle vicende legate al prestigioso Centro di Palazzo Tè di Mantova (rileggetevi qui http://shamael.noblogs.org/?p=4664 e quihttp://shamael.noblogs.org/?p=4675 ). Ricordiamo che il vicepresidente del Centro di Palazzo Té (i membri del cda sono in prevalenza di centrodestra) in rappresentanza della banca MPS è proprio il comunicatore David Rossi e stranamente il partito politico che a Mantova sta contestando la gestione del Centro di Palazzo Tè guarda caso è il PD di cui quel Zani (contro cui polemizzava il Bisi amico di David Rossi) è un esponente importante. E naturalmente il comunicatore Rossi è schierato nel cda del Centro al fianco dei membri vicini al centrodestra mantovano e all’amministrazione comunale, sempre di centrodestra; mentre l’amministrazione provinciale di Mantova è governata dal centrosinistra. E l’amministrazione provinciale di Mantova (della quale quel Zani è stato presidente) contesta la gestione del centrodestra del Centro di Palazzo Té (di cui è vicepresidente il capo della comunicazione del gruppo MPS di cui fa parte la banca Antonveneta con quel Zani membro del cda). La situazione ci sembra parecchio imbarazzante e il Gruppo MPS dovrebbe rimuovere dal ruolo di rappresentanza lo stesso David Rossi e nel contempo chiedere lumi sulla gestione del Centro di Palazzo Té. E se consideriamo le notizie apparse sulla Gazzetta di Mantova, i chiarimenti sono oltremodo necessari. Il giornalista Sandro Mortari sulla Gazzetta di Mantova scriveva: “Il Centro internazionale d’arte e cultura di Palazzo Té sta diventando un rebus. Il deficit di 430mila euro con cui si è chiuso il bilancio 2010 sta spingendo i soci fondatori a riflettere se partecipare o meno al ripianamento. E se la riflessione prima era solo all’interno delle stanze della reggia estiva dei Gonzaga, da ieri ha assunto una dimensione pubblica. A porre sul tavolo il problema è stata la Camera di commercio che l’altro ieri ha assunto una delibera con cui condiziona la sua adesione al piano di rientro all’atteggiamento che terranno tutti gli altri soci. In pratica, si dice in via Calvi, se tutti faranno la loro parte, anche noi faremo la nostra. Cioè, metteremo i 35mila di quota che spettano ai soci promotori (oltre all’ente camerale, la Provincia, Ies, Skira, Tea, Verona83, Fashion District Mantova outlet), e sempre che quelli fondatori (Comune di Mantova e Montepaschi) sborsino la loro quota di 70mila euro ciascuno e i sostenitori (Alvise da Canossa) la loro, molto più bassa. Altrimenti, tanti saluti a tutti (i segnali, però, al di là delle parole non sono incoraggianti visto che la Camera di commercio ha deciso di non nominare il suo rappresentante nel cda del Centro al posto del compianto Cattelan.”

Noi in tutta questa vicenda, proprio per il prestigio del Centro Té, siamo schierati con coloro che chiedono discontinuità nella gestione. E a proposito di discontinuità,non sarebbe una scelta sbagliata, nemmeno quella di sostituire il capo della comunicazione del Gruppo MPS. Ma questa decisione spetta al Gruppo e agli azionisti.

P.S. Ci sono altre 6 puntate sulla vicenda di Palazzo Té e siamo, come sempre, ben documentati.

Tommaso Occami. Il default del Ceccuzzi

C’è un rapporto fra l’uscita dell’associazione Per Siena e quella del Ceccuzzi sul bilancio. L’impossibilità di intervenire a sostegno del grido disperato del sindaco sulla situazione economica è scritta nelle righe di appoggio che la birreria fa a Franchino. Non possiamo aderire e il comunicato del De Gortes ce lo ricorda. Se il sindaco di Siena fosse stata un’altra persona che avesse avuto il coraggio di denunciare il passato e non ne fosse di fatto colluso, allora sì, probabilmente, saremmo corsi al capezzale di Siena per dare una mano, ma a Ceccuzzi no! E le motivazioni ce le ricordano Daniele Tacconi e Mauro Rosati, quelli che hanno fatto la campagna elettorale per l’attuale sindaco e ai quali il primo cittadino ha riconosciuto degli incarichi per compensarli dell’aiuto. Il sindaco di Siena sembra il protagonista del Don Giovanni, quello che viene tirato nell’abisso dal commendatore, come nell’opera di Mozart, tanto citata da Gramsci. L’incapacità di rappresentare il nuovo che avanza che porterà alla rivoluzione francese perché il libertino rappresenta l’ancien regime ormai alla fine. La zavorra che lega Ceccuzzi al passato è rappresentata da Giuseppe Mussari, Gabriello Mancini e dal rapporto con i Monaci che lui stesso ha portato in auge e ha condizionato agli Alessandro Piazzi, ai Maurizio Cenni, ai Fabio Borghi, ai Giulio Carli, ai Simone Bezzini, agli Angelo Riccaboni e fermiamoci qui per carità di patria.

Parliamo del bilancio comunale: siamo arrivati dove tutti sapevamo che saremmo arrivati! Probabilmente il primo cittadino drammatizza per cercare di convincere la Margherita a dare una mano vista la situazione nella quale il PD ha portato la città. Devo dire che la drammatizzazione non è particolare difficile perché la situazione del bilancio del Comune di Siena è ancora più grave di quella che lo stesso chianino rappresenta nelle sue esternazioni. Per averne conferma il Ceccuzzi si rivolga al suo vicesindaco o all’ex assessore al bilancio tale Massimo Bianchi. Capace, questo ultimo, di farsi grande con il rating che le banche di affari davano alla Fondazione e dalla quale il Comune dipende. La dipendenza è sotto gli occhi di tutti. Il comune di Siena così come gli altri comuni della provincia si sono fatti grandi, hanno chiesto voti ai cittadini, utilizzando le risorse che non erano proprie adoperandole anche per le spese correnti. La festa è finita e le soluzioni non ci sono. Tutti sapevamo che saremmo arrivati a questo punto, ma si è voluto negare l’evidenza, quella che le forze di opposizione hanno denunciato in campagna elettorale quando hanno sostenuto che un secondo aumento di capitale, sarebbe stato catastrofico per la Fondazione e per la città. Quel secondo aumento di capitale che viene disconosciuto dal sindaco, ma da lui tanto sbandierato prima delle elezioni amministrative. Che faceva gridare al Ceccuzzi che la difesa dell’autonomia della banca così come la capacità di conservare il controllo della Fondazione sul Monte passava da quella ipotesi. Speriamo che in consiglio comunale, quando si discuterà del Bilancio, le forze di opposizione siano presenti e non si dimentichino di quello che hanno evidenziato ai cittadini non più tardi di qualche mese fa. Il Ceccuzzi vuole i soldi dalla Fondazione per mandare avanti il Comune. Con questa richiesta non fa che anticipare la fine della stessa istituzione presieduta da Gabriello Mancini. Cioè trasforma patrimonio in spesa corrente e decreta la fine dell’ultima possibilità di ripresa della Fondazione bruciando le risorse per il suo mandato amministrativo senza pensare al futuro di una collettività che non finisce con l’era ceccuzziana. Il sindaco dovrebbe sapere, se ha parlato con Viola, che l’aumento di capitale per la banca è dietro l’angolo con le relative conseguenze per la Fondazione. C’è un’unica possibilità! L’azzeramento della situazione, il cambiamento dei vertici a partire da quelli comunali. Persone nuove, non colluse con il passato, che non facciano del trasformismo, che siano delle vere novità! Solo a queste condizioni la città saprà stringersi intorno alle istituzioni e farsi carico dei sacrifici che si renderanno necessari. Bisogna girare pagina!

Tommaso Occami

Perle di saggezza. Indovina l’autore della perla di oggi

I social network sono diventati luoghi di comunicazione sociale, vetrine politiche, luoghi per instaurare nuove amicizie; a volte capita di improvvisare una trombatina e altre di essere inseguito dai poke. Comunque sia, i social network sono una componente viva del nostro tempo. Se scrivi sulla bacheca di un social network scrivi su una vetrina pubblica e soprattutto se ricopri un ruolo politico o da banchiere, il tuo pensiero scritto sulla bacheca è significativo per comprendere il tuo pensiero. Per pura casualità abbiamo trovato una perla di saggezza e per ora non sveliamo l’autore. Provate a indovinarlo.

Ecco la perla:

“Il qualunquismo di Facebook è sempre più squallido.. almeno una volta si teorizzava roba… le stagioni non sono più quelle di una volta… ora invece sono tutti giudici degli altri… Ma invece di dare i giudizi agli altri prima non analizzi il tuo comportamento!!!! Vedi stronzo se ti guardi bene ti accorgi … che anche tu sei passato con il rosso, ti sei fatto pagare a nero le tue notule, hai trombato la moglie del tuo amico … ecc”.

Non sappiamo a chi era rivolta l’analisi politica ed economica appena citata, ma dal testo si comprende che gli argomenti trattati richiedono l’impegno di elevati mostri del sapere per avviare un dibattito. Il primo tema che merita l’organizzazione di un convegno è illustrato nella frase: “… hai trombato la moglie del tuo amico …”.

Indovina l’autore della perla. Vi diamo alcuni aiutini. Non è un amministratore comunale, provinciale,regionale e nemmeno un parlamentare (strano comunque); non è segretario di partito e non collabora con Criccaboni. Fuocherello fuocherello… studia la qualità della vita delle banche del nord.