Vi ricordate la polemica improvvisa del caporedattore del Corriere di Siena Stefano Bisi nei confronti di quel Zani del PD di Mantova riconfermato nel cda di banca Antonveneta? Noi, si. E a tal proposito vi proponiamo una nostra lettura. Alcuni avevano classificato la polemica come uno scontro di massoneria: tutte cazzate, niente scontri di massoneria; altri un regolamento di conti politico tra ex DS ed ex margherita di Mantova: anche in questo caso, tutte cazzate. Altri hanno pensato a una campagna contro l’abuso di alcolici messa i piedi dal giornalista d’inchiesta Stefano Bisi, ci sta, puo’ darsi ma anche la campagna contro l’abuso di alcolici non convince. Di recente alcuni membri della nostra redazione si sono recati a Mantova e dai colloqui mantovani sono emerse delle notizie interessanti. Prima però facciamo un quadretto d’insieme utile per riprendere il collegamento con le vicende mantovane. Il capo della comunicazione di banca MPS David Rossi è in ottimi rapporti con il caporedattore Stefano Bisi; di recente la fidanzata del Bisi lavora proprio in MPS all’area comunicazione con a capo David Rossi; qualche mese prima dell’assunzione della fidanzata del Bisi all’area comunicazione , il capo David Rossi, si era precipitato per registrare un video di apprezzamento per il giornale online Siena News con direttore responsabile Stefano Bisi e dove dichiara di aver collaborato la fidanzata del Bisi (ha smesso di collaborare?) e inoltre MPS sponsorizza con tanto di pubblicità sulla home page, il giornale online Siena News. Vi ricordate la polemica di Bisi e quel Zani di Mantova? Agli attacchi del Bisi nei confronti del membro del cda della banca Antonveneta(Gruppo MPS) nemmeno un comunicato di difesa nei confronti del banchiere è stato mandato ai giornali da parte dell’ufficio stampa del gruppo MPS che risponde sempre al comunicatore David Rossi e di certo lo stesso Rossi non si è preoccupato di chiedere al Bisi di evitare polemiche nei confronti della banca. Ci parla quasi quotidianamente, due parole a difesa dei nominati del Gruppo MPS(visto che viene pagato!!) poteva spenderle con il Bisi!
Altre due notazioni per chiudere questo quadretto: il comunicatore David Rossi è vicinissimo al rettore abusivoCriccaboni e sempre il Rossi (in piena discontinuità) ha esultato e non poco per le nuove nomine della banca ed era particolarmente contento per l’esclusione del Borghi e del gruppo Monaci. Anche questo fenomeno della comunicazione è un altro che si discontinua da sé stesso. Ritorniamo a Mantova. Nei giorni scorsi vi abbiamo illustrato una piccola parte delle vicende legate al prestigioso Centro di Palazzo Tè di Mantova (rileggetevi qui http://shamael.noblogs.org/?p=4664 e quihttp://shamael.noblogs.org/?p=4675 ). Ricordiamo che il vicepresidente del Centro di Palazzo Té (i membri del cda sono in prevalenza di centrodestra) in rappresentanza della banca MPS è proprio il comunicatore David Rossi e stranamente il partito politico che a Mantova sta contestando la gestione del Centro di Palazzo Tè guarda caso è il PD di cui quel Zani (contro cui polemizzava il Bisi amico di David Rossi) è un esponente importante. E naturalmente il comunicatore Rossi è schierato nel cda del Centro al fianco dei membri vicini al centrodestra mantovano e all’amministrazione comunale, sempre di centrodestra; mentre l’amministrazione provinciale di Mantova è governata dal centrosinistra. E l’amministrazione provinciale di Mantova (della quale quel Zani è stato presidente) contesta la gestione del centrodestra del Centro di Palazzo Té (di cui è vicepresidente il capo della comunicazione del gruppo MPS di cui fa parte la banca Antonveneta con quel Zani membro del cda). La situazione ci sembra parecchio imbarazzante e il Gruppo MPS dovrebbe rimuovere dal ruolo di rappresentanza lo stesso David Rossi e nel contempo chiedere lumi sulla gestione del Centro di Palazzo Té. E se consideriamo le notizie apparse sulla Gazzetta di Mantova, i chiarimenti sono oltremodo necessari. Il giornalista Sandro Mortari sulla Gazzetta di Mantova scriveva: “Il Centro internazionale d’arte e cultura di Palazzo Té sta diventando un rebus. Il deficit di 430mila euro con cui si è chiuso il bilancio 2010 sta spingendo i soci fondatori a riflettere se partecipare o meno al ripianamento. E se la riflessione prima era solo all’interno delle stanze della reggia estiva dei Gonzaga, da ieri ha assunto una dimensione pubblica. A porre sul tavolo il problema è stata la Camera di commercio che l’altro ieri ha assunto una delibera con cui condiziona la sua adesione al piano di rientro all’atteggiamento che terranno tutti gli altri soci. In pratica, si dice in via Calvi, se tutti faranno la loro parte, anche noi faremo la nostra. Cioè, metteremo i 35mila di quota che spettano ai soci promotori (oltre all’ente camerale, la Provincia, Ies, Skira, Tea, Verona83, Fashion District Mantova outlet), e sempre che quelli fondatori (Comune di Mantova e Montepaschi) sborsino la loro quota di 70mila euro ciascuno e i sostenitori (Alvise da Canossa) la loro, molto più bassa. Altrimenti, tanti saluti a tutti (i segnali, però, al di là delle parole non sono incoraggianti visto che la Camera di commercio ha deciso di non nominare il suo rappresentante nel cda del Centro al posto del compianto Cattelan.”
Noi in tutta questa vicenda, proprio per il prestigio del Centro Té, siamo schierati con coloro che chiedono discontinuità nella gestione. E a proposito di discontinuità,non sarebbe una scelta sbagliata, nemmeno quella di sostituire il capo della comunicazione del Gruppo MPS. Ma questa decisione spetta al Gruppo e agli azionisti.
P.S. Ci sono altre 6 puntate sulla vicenda di Palazzo Té e siamo, come sempre, ben documentati.
3 comments ↓
Voi,mai 1 soluzione ,solo critiche,se il centro Té, produceva computer e il creatore era il grande Steve Jobs,avreste sicuramente avuto di che criticare,per cercare un pò di visibiltà.
Ah, ecco, stai a vedere che ora le soluzioni le deve dare Fratello Illuminato. Comunque ci date anche a noi una quindicina di miliardi di euro di budget (perché di questo stiamo parlando) e cinque anni di tempo e le soluzioni ve le troviamo anche. Comunque nel caso specifico, da quanto ci è dato di capire, le soluzioni le sta trovando il PD di Mantova.
Se al centro Té ci fosse stato Steve Jobs avremmo avuto sicuramente qualcosa da dire, ma non certo per lo sputtanamento di quattrini visto che lui era in grado di farne quattrini e parecchi anche e senza una banca e una fondazione strapieni di soldi, ma con una fabbrica di computer che ha iniziato la propria attività in un garage.
Infatti,la colpa non è certo vostra,ma di Mps che se restava a casa propria,invece di spendere i propri utili,prima per salvare la BAM e ora il centro Té,si stava tutti meglio.
Forse ,dato la posizione geografica ,era meglio se ci pensava il Trota.
Saluti