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Giugno 8th, 2012 — Note redazionali
La terra vista dalla luna ha sopreso anche i lunatici. Da quando alcuni personaggi sono scesi in pista per dichiarare il proprio sostegno al Ceccuzzi per lo stesso sindaco dimissionario le cose sono andate sempre peggio. Portano sfortuna oppure questi personaggi sono inconsistenti sul piano politico e nei rapporti di potere? La seconda. Due su tutti meritano di essere citati: Stefano Bisi e Antonio Sclavi. Sul primo ci siamo sprecati con la tastiera; del secondo parliamo mal volentieri in quanto figura irrilevante per il nostro osservatorio. In questi giorni girellando su facebook ci siamo accorti di un commento sulla bacheca del cineasta Antonio Sclavi che citiamo testualmente senza modificarne la forma: “forza franco io e tanti altri miei amici siamo con te” (28 aprile 2012).
Il 21 maggio il cineasta aggiunge “hai fatto bene, è vergognoso il comportamento dei traditori,cosi penso io e molti amici in città “
Ci sta che lo Sclavi trovandosi a cena con gli amici e magari il cuoco era proprio lui con annesso grembiulino non riuscendo a digerire la cena perchè colpito dal dramma politico del suo amico Ceccuzzi si sia rifugiato su facebook e abbia lanciato l’anatema contro i traditori. Detto tra noi e voi, se il Ceccuzzi si sceglieva meglio i sostenitori forse durava fino alla fine del mandato. A nostro avviso il grembiulino dello Sclavi non è all’altezza delle buone cucine e sarebbe il caso che certi cuochi non ficcassero troppo il naso nelle cucine altrui. Bisogna essere all’altezza per indossare i grembiulini. Ma lo Sclavi forse si è dimenticato delle poltrone che ha ricoperto letteralmente in questi anni, dalla Camera di Commercio alla MPS Tenimenti? Chi sono i finanziatori istituzionali dell’associazione cinefila presieduta dalla Sclavi? Lo Sclavi faccia un bel piacere alla città: continui a cenare con gli amici e si adegui alla vera discontinuità e basta con il solito groviglio.
Giugno 8th, 2012 — Note redazionali
Oh, i che c’è? Calma, il giorno dopo si sono tutti scatenati. Girano già, nel PD, i nomi dei probabili candidati al posto del Ceccuzzi, in città alcuni responsabili politici già fanno ipotesi di alleanze. Ci sembra tutto molto prematuro. Bisogna capire! Il travaglio è appena cominciato e nei prossimi mesi avremo occasione di tornarci sopra guardando al futuro senza ovviamente dimenticare ciò che è successo. Certo non aiuta la relazione letta da Bezzini in consiglio provinciale: siamo ancora al detto e non detto, a far intendere senza mettere i puntini sulle i. Come sempre in questi mesi e nel pieno stile, decisamente imbarazzato, dei dirigenti del PD. Certo la discussione di ieri in consiglio provinciale non aiuta a capire e adesso che avranno i riflettori addosso e bene che elevino il livello, altrimenti daranno ragione a chi vuole eliminare le provincie dall’ordinamento costituzionale italiano. Molto da capire! Come ad esempio la favoletta della discontinuità messa in campo da Ceccuzzi alla quale molti sembrano credere (Corradi per primo). Noi pensiamo che Ceccuzzi sia stato uno dei due garanti insieme all’ex presidente del passaggio di consegne fra Mussari, Profumo e Viola: ha garantito gli accordi. Non è possibile parlare di discontinuità quando rimangono nomi come: Fabrizio Rossi, Valentino Fanti, Antonio Marino e Giancarlo Pompei. Non citiamo David Rossi perché se messo insieme ai sopra menzionati, per importanza, sparisce dal palcoscenico. Questa è la vera continuità e se sta accorgendo qualcuno dei nuovi nominati nel cda della banca. Come dire: fatemi sapere prima di votare. Ora che Mussari non c’è più fisicamente, con il sostegno, comunque, di Profumo per la presidenza dell’ABI e il sindaco è diventato dimissionario i legami si allentano. Bisognerà vedere se gli accordi saranno rispettati e come dal presidente e dall’amministratore delegato. Quindi c’é ancora molta strada da fare e molte cose da capire. Così come in Fondazione; altro che rilancio di una grande istituzione come dice Bezzini, verifichi i numeri prima di parlare il presidente della Provincia. I membri della deputazione si pongono qualche domanda: una se sia stato bene nominare Profumo dopo il rinvio a giudizio, l’altra cosa succederà sui Fresh. Pensate a quello che è successo in Vaticano. Sembrava un normale avvicendamento ai vertici dello IOR con la sostituzione del rappresentante di Botin in Italia, e invece quei ficcanaso dei magistrati italiani hanno trovato un interessantissimo dossier. Anche in Vaticano il diavolo non fa i coperchi.
Giugno 8th, 2012 — Note redazionali

Quel provincialismo becero e groviglioso che ha condotto Siena e la maggiori istituzioni della città alla crisi impedisce alla politica locale e alla classe dirigente di guardare oltre l’orizzonte della punta delle scarpe. Il mondo è globalizzato, ma la classe dirigente di Siena è ancora aggrovigliata. Chi ben ragiona e segue con umiltà il corso degli eventi non legge il corriere di Siena e non prende in considerazione politicanti del groviglio come quel Senni (anzi tutto il gruppo di Brandani è schierato con il Bisi) e non insegue i piagnistei di chi sente orfano di un sindaco corresponsabile della gestione Mussari della banca. E’ appena arriva nei vari booard finanziari la notizia delle richiesta della procura della Repubblica di Siena di mandare a giudizio per la gara di Ampugnano Giuseppe Mussari. Attendiamo da qui a lunedi le relative dimissioni dall’Abi. Nel frattempo altre decisioni sono attese dal mondo finanziario e da coloro che stanno lavorando per riequilibrare lo sbandamento dei mercati e ristabilire trasparenza e credibilità negli isituti di credito e finanziari. Cosa consigliamo ai vertici della banca MPS noi umili economisti inglesi? Ribadendo la fiducia, anche della Casa Bianca, nei confronti del Dott. Fabrizio Viola, consigliamo ai vertici della banca di mandare tre messaggi forti: pieno sostegno alla magistratura nell’opera di di verifica in corso; presa di distanza netta dalla gestione Mussari rimuovendo dai ruoli attuali David Rossi, Valentino Fanti, Antonio Marino, Fabrizio Rossi; far capire alla politica locale che la banca non è un attore futuro della campagna elettorale. Per rafforzare la rottura con le gestione Mussari consigliamo al Dott. Viola di ristabilire rapporti sindacali tesi alla salvaguardia dei livelli occupazionali procedendo al taglio dei costi dei manager e dell’area comunicazione. Naturalmente invitiamo i sindacati ad operare un netta distanza dalla segreterie di partito e ritrovare autonomia sindacale funzionale ai soli interessi dei lavoratori. Il tempo stringe e il mondo è globalizzato. Fra tutti decidete se crollare con il groviglio o rinascere insieme alle migliori energie di Siena e del resto del mondo. Chi si è fidato fino ad oggi del cantore del groviglio è stato disarcionato.
Per quanto riguarda le sorti di Profumo per ora mi astengo da altri giudizi confidando nei buoni rapporti interlocutori tra il Presidente della Repubblica e i vertici di Banca d’Italia.
Giugno 7th, 2012 — Note redazionali
Andiamo avanti con la pubblicazione perché non si vuole capire, invitando tutti gli interessati (cioè tutti i cittadini e tutte le istituzioni nonché le autorità preposte) ad agire tempestivamente per rimuovere chi è stato prima partecipe del dissesto e per giunta beneficiario di un sacco di entrate che non sono certo passate dall’Ateneo, ma direttamente nelle tasche proprie e dei propri clientes.
Elenco degli incarichi ricoperti da Riccaboni
Negli anni che vanno dal 1997 al 2008 (anno della scoperta del buco) in cui era delegato di Tosi nel Polo aretino Riccaboni ha disposto dei fondi e dei ruoli dell’Università per favorire interessi personali e privati suoi e di gruppi a lui vicini; una cricca/comitato (di affari?) che ha gestito soldi e contatti commerciali dell’Ateneo come se fossero soldi e contatti privati.
Nel corso di questi anni si circonda delle stesse persone (criccaboys e criccagirls) per le quali propone e attribuisce incarichi e collaborazioni multiple (sempre agli stessi): Cristiano Busco, ALessandro Saviotti e sua moglie Maria Pia Maraghini (attualmente ricercatrice e delegata del Polo aretino ai rapporti con le imprese!!!), Simona Arezzini, Alessandro Bacci, Antonella Di Manna, Alida Nardiello, Carlo Curandai e Dania Bonatti, marito e moglie e soprattutto parenti di Loriano Bigi, guarda caso all’epoca responsabile del personale (toh! Strano!).
Dobbiamo continuare o ci fermiamo qui, vuoi perché il Cricca la pianta una volta per tutte, vuoi perché qualcuno, che ne ha il potere e il DOVERE, interviene?
Fateci sapere. Sappiate che ne abbiamo da benedire e santificare. Fate voi …
Giugno 7th, 2012 — Note redazionali

Ancora non si è reso conto che il 99% dei senesi, al di la dell’appartenenza politica, non vuole piu’ sentire parlare di grovigli armoniosi ed è stanca dei soliti giochini. Il Bisi invece continua.Dopo l’assunzione della fidanzata al Monte dei Paschi pensa ancora di essere credibile nella difesa del groviglio armonioso? Faccia pure. Forse anche il dato delle vendite del giornale sono il segnale che sarebbe il caso di smetterla con l’informazione del groviglio che di fatto ha contribuito alla situazione di crisi della città. Stamani il Bisi non ha perso tempo e come al solito crea scompiglio politico; uno scompiglio che non serve alla situazione già drammatica della città. O forse il Bisi pensa di fare le prove muscolari perchè in buoni rapporti con David Rossi capo della comunicazione di MPS e in strettissimi rapporti con Valentino Fanti capo della segreteria di Profumo? Su questo aspetto ci ritorneremo sopra.
Oggi ha fatto bene anche il dimissionario Ceccuzzi nel rispondere piccato alle insinuazione sulla sua ricanditatura messa in bella mostra dal Bisi. Scrive Ceccuzzi :”Parlare di elezioni, candidature e primarie, in questo momento, è vergognoso. Cercare di destabilizzare ancora di più la città è ignobile.”
Per rimanere nel solito giornalismo del groviglio merita una sottileneatura anche questa storia. Ieri l’IDV ha diramato un comunicato sulla situazione politica senese e ha detto chiaramente basta con il “groviglio armonioso”. Il Bisi pubblicando un’estratto del comunicato dell’IDV ha visto bene di non citare la presa di distanza dal groviglio armonioso.
L’altro aspetto ancor piu’ grave è questo. Ieri al senato c’è stato uno scontro verbale tra il senatore dell’IDV Lannuti e Vannino Chiti del PD sulle vicende senesi e sul rinvio a giudizio di Alessandro Profumo. Stamani il Bisi ha pubblicato la notizia e da pessimo giornalista, anzi da non giornalista, ha scritto un commento degno del miglior periodo di Emilio Fede. Vannino Chiti del PD ha dichiarato “io non ho niente a che spartire né con Profumo né con la giunta di Siena”. Il Bisi commenta la frase di Vannino Chiti:”Scusi senatore Chiti, che cosa c’è di disonorevole in Profumo e nella giunta di Siena tanto da farle dire che non ha niente a che spartire con Siena?”
Questo sarebbe giornalismo? Ovvio che il Bisi difenda il presidente della banca dove lavora la fidanzata, ma il Bisi è proprio convinto che la gente non si è accorta del rinvio a giudizio di Profumo? E ancora: il Bisi in che veste replica al senatore Chiti, come giornalista, come addetto stampa del PD senese o come massone?
Giugno 6th, 2012 — Note redazionali

Siamo in possesso di documentazione che provvederemo a divulgare a livello locale e nazionale in modo tale che l’autorità giudiziaria provveda all’interdizione di questo soggetto che risponde al nome di Criccaboni. E la documentazione che abbiamo non necessita di alcuna interpretazione. Siamo rimasti sopresi anche noi: non immaginavamo, nonostante tutto, che fosse un soggetto di questa natura. Giudicate voi:
Le responsabilità di Riccaboni nelle sorti e nel dissesto universitario sono rilevanti e riconducibili a comportamenti illegittimi e dissestatori svolti nel corso dei ruoli chiave ricoperti e finalizzati alla realizzazione di interessi personali in atto pubblico, messi in atto nel lungo periodo di tempo in cui il buco veniva creato all’epoca di Tosi (periodo in cui era, fra le altre cose delegato del Polo Universitario di Arezzo), godendo infine della complicità del super dissestatore Loriano Bigi nell’ampliamento dell’organico universitario, nella stipula di nuovi contratti di valutazione e nella progettazione di un sistema di valutazione dei dirigenti e per la distribuzione del salario accessorio (proprio negli anni neri in cui emerge il buco dal 2006 al 2008). Tale condotta di propri interessi personali nella funzione pubblica, conflitto di interessi e abuso d’ufficio, viene palesata dall’analisi delle carte e delle vicende che legano Riccaboni anche a personaggi di secondo piano: commercialisti, docenti, dottorandi del suo corso illegittimamente incaricati/delegati a gestire l’amministrazione delle strutture universitarie di sua responsabilità, tenere i rapporti con le aziende che si relazionano con l’Università al fine di consulenze personali, contratti e consulenze di cricca-gruppo (in pratica un comitato di affari) a svantaggio dell’Università (continua).
P.S. Pubblichiamo tutto, quindi regolatevi ….
Giugno 6th, 2012 — Note redazionali

Alla prossima cena ai Rozzi pretendo di essere invitata direttamente da Franco Masoni. Cosi nell’occasione mi faccio intervistare e se si comportano bene non escludo un mio ballo caraibico a piedi nudi sul tavolo. Ti puoi rifiutare di recapitare un invito a cena alla sensuale Ester? Attendo con trepidazione.
Stamani però mi sono svegliata inibita. Un risveglio pesante, ero sudata, aggrovigliata alle candide lenzuola di seta e non riuscivo ad aprire gli occhi. Uno di quei risvegli che serve la gru come quella che si scorge in dietro la Torre del Mangia per aiutarti ad abbandonare il candido letto. Non ce la faccio a rimanere inibita e quindi ho deciso di recarmi in negozietto alternativo per comprare una frusta e cercare di ravvivare la serata con il mio gattone. Cena, un bacio lunghissimo, via i vestiti e giu frustrate contro le inibizioni. Mi sfogo con lui e mi libero del peso delle inibizioni. Frustate a ruota libera: tipo 30 o 50 coccole. Non solo la sola ad essere inibita. Oggi ho scoperto che anche al Monte hanno inibito la lettura di questo blog che gentilmente ospita le mie perle di umanità. Mi sa che qualcuno si è confuso con l’uso del preservativo. Non va messo all’informazione ma in un altro posto: leggere le istruzioni sulla confezione da sei o dodici o ventiquattro preservativi. Come ti frusterei volentieri maschilista inibito.
Comunque oggi ho pranzato a Firenze al ristorante la “Cipolla Rossa” insieme alla mia amica Samantha. Per informazioni, perché si mangia bene, il ristorante si trova nei pressi delle Cappelle (non fraintendetemi) Medicee. E’ un ristorante da gourmet, anzi da laureati in storia dell’alimentazione. Indovinate un po’ chi c’era a pasteggiare? C’erano Manciulli, Ceccuzzi, l’economista Giulio “Guido” Carli e una donna di cui non ricordo il nome. Sicuramente il menu l’ha scelto Manciulli che, come è ormai noto, di cucina ne capisce più che di politica.
Giugno 6th, 2012 — Note redazionali
Il sindaco “dimesso” porta ora le vesti del garante degli interessi cittadini e del buon amministratore che ha sistemato (e sta ancora sistemando) i conti del Comune per lasciare al Commissario una situazione risanata e per la quale nulla avrebbe da fare. Tutto da dimostrare che il risanamento sia effettivo e che un commissario accetti di venire a fare il passacarte delle delibere firmate da Franchino, ma il fatto ameno, in tutta questa situazione piene da aggressioni e menzogne, è un’altro.
Se questa montagna di delibere, prese frettolosamente con un piede già sulla scialuppa mentre abbandona il Comune, mettono veramente a posto i conti del comune, i servizi ed i posti di lavoro, non potevano essere state prese prima che avvenissero le ripetute bocciature (ben tre) dei bilanci da parte del Consiglio Comunale? Sarebbe proprio il caso della “gallina nera che si ravvede la sera”, cioè di un amministratore che ha peccato solo di disattenzione, ma che in fondo avrebbe dimostrato di possedere le competenze per risolvere tutto.
Ma ho usato il condizionale “sarebbe”. L’impressione è invece che Ceccuzzi stia soltanto nascondendo le briciole sotto il tappeto prima che nella sua stanza arrivi un ospite ingombrante, il commissario, e che voglia darsi le arie (anche se tardive) del buon amministratore pensando di potersi ricandidare a Sindaco. Ma, per rivincere, stavolta gli mancherebbe il soccorso finale, risolutivo, della cavalleria mercenaria.
Don Vito
Giugno 6th, 2012 — Note redazionali
Facciamo un piccolo elenco:
1) elezioni irregolari
1bis) elezioni irregolari
1ter) elezioni irregolari
1quater) elezioni irregolari
1quinquies) elezioni irregolari
1sexties) elezioni irregolari
1!) elezioni irregolari
2) contiguità e continuità con la gestione Tosi
3) presidenza del Nucleo di Valutazione in era Tosi
4) presidenza del CRESCO (su cui abbiamo in frigoifero un gustoso piatto)
5) il solito posto (che abbiamo visitato ieri sera e ci abbiamo fatto anche una pisciatina in compagnia nonché passato il diserbo)
6) innalzamento negli organi di governo e nei prorettorati di un gruppo di personaggi inquinato da indagati e tosiani-berlingueriani
7) scelta di un direttore amministrativo condannato dalla Corte dei Conti e che ha dimostrato coi fatti di essere un’incompetente con gravi problemi caratteriali
8) e per giunta amica intima di personaggi come Jolanda Cei Semplici e Marco Tomasi
9) forte coi deboli e debole coi potenti ha distrutto completamente i buoni rapporti con precari, il personale tecnico amministrativo e, soprattutto, gli STUDENTI
10) totale mancanza di una strategia di rilancio e risanamento dell’Ateneo, ormai completamente distrutto anche sotto il profilo della reputazione
11) contiguità con distruttori di comuni, banche, province e fondazioni
12) dobbiamo continuare?
Dopo tutte le dimissioni e decapitazioni che sono avvenute a Siena l’abusivissimo Criccaboni dovrebbe aver capito che non esiste un buco abbasta profondo dove nascondersi e chi lo ha sorretto, mettendo in atto farse vergognose alla ricerca di un consenso che non ha avuto, ora paga l’appoggio ad un rettore così debole e pauroso.
Detto tutto questo l’unica cosa che possono fare il Criccaboni e la sua maestrina condannata Fabbro è levare le tende. Consigliamo la stessa exit strategy a tutti quegli inquisiti e/o indagati che continuano allegramente e anche a chi, come Enrico Pinto, sta tramestando nel torbido con scalate a posti negli organi di governo e con cene anticeccuzziane. L’abbiamo capito Pinto che vuoi fare il furbetto del quartierino, ma le tue manovre non portano da nessuna parte.
Mollate la presa!!! Siete rimasti soli!!!
Giugno 6th, 2012 — Note redazionali
Questa volta il passaggio di consegne e la spartizione del potere a Siena non è riuscita. Andò molto meglio con Cenni, considerato un ragazzotto, utile per le operazioni di suddivisione delle varie poste in città. Altri tempi e soprattutto altre risorse da distribuire. Eppure i presupposti c’erano tutti: la melina pre elettorale, che come il tondino serve per spartirsi i posti e l’uomo forte, o almeno considerato tale, Franco Ceccuzzi. Quello che avrebbe dovuto sapere come garantire i vari assetti cittadini nel rapporto fra potere, società e organi intermedi: le varie associazioni. Quindi il rito si stava di nuovo consumando essendo riusciti a tenere lontane anche le varie indagine della magistratura, scoppiate, quest’ultime, a partire dalla seconda meta del 2011. Ma il diavolo anche questa volta non ha fatto i coperchi e i nostri eroi sono rimasti con un palmo di naso. Ma chi sono gli eroi? Ma diamine! Luigi Berlinguer, Alberto Brandani, Vittorio Mazzoni della Stella. Il più patetico è stato il Brandani che fino all’ultimo ha cercato di convincere il Marignani ad accodarsi alla posizione dell’UDC. Come al solito il professore di Colle non è intervenuto direttamente ma tramite il suo segretario, autista. Sulla stessa posizione era schierato Sergio Betti che con l’appoggio del Senni e del De Santi era pronto a ricoprire un posto in Fondazione se tutto fosse andato secondo i calcoli del Ceccuzzi. Ma i coperchi del diavolo erano in agguato: Ceccuzzi si è dimostrato fragilissimo sia sul piano politico che caratteriale, non poteva rappresentare la novità perché troppo compromesso con Mussari e con le scelte di quest’ultimo. Un ulteriore problema è stato l’esclusione di una componente essenziale come la margherita dagli accordi pre elettorali sottoscritti da Ceccuzzi. Esclusione voluta da Berlinguer per poter controllare l’Università e l’Ospedale e da Brandani per l’avversione storica nei confronti di Alberto Monaci. Ma i coperchi non sono finiti qui: esplosione della crisi della Banca e della Fondazione con la conseguente diminuzione delle disponibilità economiche. L’incapacità dimostrata dal sindaco dimissionario di far fronte sul piano amministrativo ai problemi che sono via, via sorti. Mancanza delle coperture politiche del PD sia a livello regionale che nazionale con le varie crisi di Rossi e Renzi. Un PDL che ha retto alle varie pressioni di accordo con il PD. Una menzione particolare meritano il Corradi e il De Risi; il primo, per l’avversione nei confronti della margherita e dei Monaci, ha tentato di sostituire in termini di voti una componente della maggioranza per assicurare la continuità dell’esperienza di governo del PD senese. Il secondo, De Risi, francamente, per un nostro limite, non lo abbiamo capito. Ma i numeri non sono bastati e il disegno di Brandani, Ceccuzzi è naufragato miseramente. Tale disegno era tutto di potere: cambiare per lasciare le cose come prima e continuare con la solita musica. In più la notizia del rinvio a giudizio del presidente Profumo ha ulteriormente creato problemi a chi come Ceccuzzi ne ha rivendicato la paternità della nomina facendo risorgere il presidente della Fondazione Mancini per i dubbi che aveva sollevato, quest’ultimo, al momento della designazione dell’ex unicredito alla guida del Monte dei Paschi. Sulle nomine fatte al Monte sara il caso di tornarci, non ora e non in questo pezzo, ma dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, il provincialismo e la subalternità ad alcuni poteri dimostrata dai vertici del PD a livello locale e nazionale. Dopo la giornata di ieri la conclusione che se ne può trarre è che Siena è in mano a tante figure deboli, ognuna per suo conto, chi per età, chi per debolezza politica, chi per questioni legate alle inchieste della magistratura. Questa è l’eredità che il PD lascia a Siena. Cosa fare? Avremo il commissario e un po’ di tempo perché i vari soggetti cittadini possano riflettere a mente fredda. Non secondaria sarà la figura del Commissario che speriamo sia persona di grande levatura e garante di tutte le espressioni della città. Questo tempo potrà consentire, altresì, la messa in cantiere di una strategia di rilancio cittadino e l’individuazione delle persone capaci di gestirne le problematiche. Avendo come valori di riferimento una estrema umiltà e l’interesse generale sapendo che il lavoro sarà lungo e difficile nella consapevolezza che i veri cambiamenti non possono non avvenire se non accompagnati dal dolore del dramma.