Il passaggio di consegne

Questa volta il passaggio di consegne e la spartizione del potere a Siena non è riuscita. Andò molto meglio con Cenni, considerato un ragazzotto, utile per le operazioni di suddivisione delle varie poste in città. Altri tempi e soprattutto altre risorse da distribuire. Eppure i presupposti c’erano tutti: la melina pre elettorale, che come il tondino serve per spartirsi i posti e l’uomo forte, o almeno considerato tale, Franco Ceccuzzi. Quello che avrebbe dovuto sapere come garantire i vari assetti cittadini nel rapporto fra potere, società e organi intermedi: le varie associazioni. Quindi il rito si stava di nuovo consumando essendo riusciti a tenere lontane anche le varie indagine della magistratura, scoppiate, quest’ultime, a partire dalla seconda meta del 2011. Ma il diavolo anche questa volta non ha fatto i coperchi e i nostri eroi sono rimasti con un palmo di naso. Ma chi sono gli eroi? Ma diamine! Luigi Berlinguer, Alberto Brandani, Vittorio Mazzoni della Stella. Il più patetico è stato il Brandani che fino all’ultimo ha cercato di convincere il Marignani ad accodarsi alla posizione dell’UDC. Come al solito il professore di Colle non è intervenuto direttamente ma tramite il suo segretario, autista. Sulla stessa posizione era schierato Sergio Betti che con l’appoggio del Senni e del De Santi era pronto a ricoprire un posto in Fondazione se tutto fosse andato secondo i calcoli del Ceccuzzi. Ma i coperchi del diavolo erano in agguato: Ceccuzzi si è dimostrato fragilissimo sia sul piano politico che caratteriale, non poteva rappresentare la novità perché troppo compromesso con Mussari e con le scelte di quest’ultimo. Un ulteriore problema è stato l’esclusione di una componente essenziale come la margherita dagli accordi pre elettorali sottoscritti da Ceccuzzi. Esclusione voluta da Berlinguer per poter controllare l’Università e l’Ospedale e da Brandani per l’avversione storica nei confronti di Alberto Monaci. Ma i coperchi non sono finiti qui: esplosione della crisi della Banca e della Fondazione con la conseguente diminuzione delle disponibilità economiche. L’incapacità dimostrata dal sindaco dimissionario di far fronte sul piano amministrativo ai problemi che sono via, via sorti. Mancanza delle coperture politiche del PD sia a livello regionale che nazionale con le varie crisi di Rossi e Renzi. Un PDL che ha retto alle varie pressioni di accordo con il PD. Una menzione particolare meritano il Corradi e il De Risi; il primo, per l’avversione nei confronti della margherita e dei Monaci, ha tentato di sostituire in termini di voti una componente della maggioranza per assicurare la continuità dell’esperienza di governo del PD senese. Il secondo, De Risi, francamente, per un nostro limite, non lo abbiamo capito. Ma i numeri non sono bastati e il disegno di Brandani, Ceccuzzi è naufragato miseramente. Tale disegno era tutto di potere: cambiare per lasciare le cose come prima e continuare con la solita musica. In più la notizia del rinvio a giudizio del presidente Profumo ha ulteriormente creato problemi a chi come Ceccuzzi ne ha rivendicato la paternità della nomina facendo risorgere il presidente della Fondazione Mancini per i dubbi che aveva sollevato, quest’ultimo, al momento della designazione dell’ex unicredito alla guida del Monte dei Paschi. Sulle nomine fatte al Monte sara il caso di tornarci, non ora e non in questo pezzo, ma dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, il provincialismo e la subalternità ad alcuni poteri dimostrata dai vertici del PD a livello locale e nazionale. Dopo la giornata di ieri la conclusione che se ne può trarre è che Siena è in mano a tante figure deboli, ognuna per suo conto, chi per età, chi per debolezza politica, chi per questioni legate alle inchieste della magistratura. Questa è l’eredità che il PD lascia a Siena. Cosa fare? Avremo il commissario e un po’ di tempo perché i vari soggetti cittadini possano riflettere a mente fredda. Non secondaria sarà la figura del Commissario che speriamo sia persona di grande levatura e garante di tutte le espressioni della città. Questo tempo potrà consentire, altresì, la messa in cantiere di una strategia di rilancio cittadino e l’individuazione delle persone capaci di gestirne le problematiche. Avendo come valori di riferimento una estrema umiltà e l’interesse generale sapendo che il lavoro sarà lungo e difficile nella consapevolezza che i veri cambiamenti non possono non avvenire se non accompagnati dal dolore del dramma.

4 comments ↓

#1 francesco on 06.06.12 at 11:37

Vi siete dimenticati del ruolo giocato da Caltagirone e il ruolo di copertura che ha giocato in tutti questi anni.

#2 Jekke on 06.06.12 at 16:28

ma la banca era dei senesi o era stata lasciata in gestione a fedelissimi senesi comunisti, che poi si sono dimostrati così incapaci che i Monaci, dopo l’incorporazione di BT e la nascita del PD erano stai inseriti per forza nel buglione?

#3 Solve et Coagula on 06.08.12 at 16:37

nonostante la discontinuità e i vari passaggi di consegne, c’è chi chi ancora tiene il suo posto ben stretto…. tipo….. Senio Sensi Amministratore Delegato e Responsabile delle immagini televisive del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena, che non so da quanti mandati, ricopre ancora quella carica dal 2001 o giù di li… con il suo fido scudiero Simone Madioni che nonostante il suo posto di lavoro all’ Università per Stranieri ricopre l’incarico di Regista percependo un compenso che, a prescindere dall’ ammontare, sarebbe meglio andasse a professionisti del settore …. ma forse quello che conta è essere il figlio di Gilberto….

#4 cittadino senese per la giustizia on 06.08.12 at 23:57

RICAMBIO COMPLETO IN TUTTI GLI UFFICI STRATEGICI della BANCA, quindi segreteria AD/Collegio Sindacale/Responsabile Comunicazione, PAROLA D’ORDINE: discontinuità, DISCONTINUITà, discontinuità,discontinuità, oppure vale solo per alcuni dirigenti collaboratori dell’ex direttore generale?