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Giugno 17th, 2012 — Note redazionali
Leggendo l’intervista a Mazzoni della Stella questa mattina sulla Nazione mi sono chiesto come mai di tanta solerzia. E analizzando le risposte sono arrivato alla conclusione che l’intento dell’ex sindaco socialista era fin troppo chiaro: criticare Ceccuzzi, stoppare in qualche modo Piccini (troppa immagine in questo ultimo periodo) e difendere il Mussari che poverino ha poi fatto bene ha comprare l’Antonveneta. Ne poteva comprare addirittura due, certo se il valore non fosse stato in miliardi, ma in milioni come lui dice, forse sì. Non dice però con quali soldi visto che nelle casse del Monte c’erano solo poco più di duecento milioni di euro e che per questo motivo la banca senese è dovuta ricorrere al mercato indebitandosi fino al collo e mettendo la Fondazione in ginocchio. Ma andiamo avanti! Non ci meraviglieremmo se a questo punto ci fosse anche l’intervista al Cenni e a chissà altro scimmiottando in questo modo il Corriere di Siena. E se la regia fosse la stessa? Se a muovere le scelte editoriali dei due direttori fosse la stessa mano? Molto probabilmente è così e la “manina” potrebbe essere quella del buon David Rossi. Quest’ultimo suscita sempre una certa attenzione nei responsabili dei mezzi di comunicazione senesi. Del resto è il “bene prezioso” che Mussari ha lasciato a Profumo. E il “bene prezioso” ce la mette proprio tutta a mandare messaggi rassicuranti come: vedrete che poi ce la farà il Mussari a diventare presidente dell’ABI, oppure, con Profumo ci parlo io. In più nel caso della Nazione il Rossi ha delle armi invincibili la frequentazione quotidiana con Andrea Ceccherini, quello del giornale in classe, quello che ve lo trovate sempre dove c’è un po’ di potere di quello che conta. Non sappiamo se le sue iniziative godono delle sponsorizzazioni del Monte, ma potrebbe essere molto probabile. E il direttore della Nazione risente di questa doppia attrazione del Rossi e del Ceccherini e capite bene che di fronte a due “giganti” di questa natura nulla può la ragione. E la frittata è pronta l’intervista al Mazzoni è servita. Ma si capisce ancora di più che forse è sfuggita al tentennante direttore della Nazione, ma non di certo a quello del Corriere di Siena, che gira che ti rigira il Ceccuzzi no, il Piccini va stoppato e cosa rimane se non i soliti ambienti legati all’università? In più si dice che Starnini sia di casa a San Rocco a Pilli. Nelle righe dell’intervento del Barzanti si leggeva la stessa impostazione e il groviglio armonioso vorrebbe trionfare immortale.
T.O.
Giugno 17th, 2012 — Note redazionali
Da alcuni giorni ci stiamo chiedendo se il Mancini è in ferie o se hanno commissariato anche la Fondazione MPS e se con tutti i problemi che ci sono e con tutte le questioni aperte come mai sempre il Mancini trova il tempo di presenziare alle solite presentazioni di libri del capo del groviglio Stefano Bisi. Basta dare una scorsa veloce alle foto dell’iniziativa del Bisi per capire che i soliti giochini sono ricominciati. I volti di sempre: Masoni, Barzanti, Mazzoni Della Stella, Benito Guazzi, il Madioni, Mancini, i Senni e pochi più. Il nuovo che avanza. Oggi a completare l’evento, sulla Nazione di Siena un’intera pagina con l’intervista al Mazzoni Della Stella il quale ha “spezzato una lancia a favore del Mussari.” Torna tutto: sempre il solito asse Mazzoni della Stella-Luigi Berlinguer- Brandani- Bisi. Il groviglio insomma. Questi si sono messi in testa di esautorare gli organi dei partiti, per condizionare i partiti stessi e lanciare un candidato a sindaco da imporre al PD portando nell’alleanza il Senni e Pietra Serena e strizzando l’occhio al Mussari e tentando di salvare il Criccaboni. Tra tutti quelli citati se li sommate insieme non arrivano nemmeno a mille voti. Però con il vuoto di potere in città e con la solita politica dell’alternanza che dorme e che perde tempo con l’inseguire rivalse interne o rivendicazioni di ruoli egemoni, è normale che il groviglio tenti di riorganizzarsi. Possibile che il Mancini non è in grado di esercitare il ruolo di presidente della Fondazione e di azionista della banca facendo sentire il “peso” dell’Istituzione nei confronti dei vertici della banca e nel resto degli ambiti economici senesi? La caratteristica che mette tutti questi soggetti in campo sullo stesso piano è la miopia e la non consapevolezza della palude nella quale sono entrati e dove hanno condotto la città. Ci potrebbe essere una valida novità per rilanciare Siena, quindi evitate di inseguire le pulci e di bloccare tutto consentendo ancora spazio al groviglio. Più chiari di così. La “nassa” è poca cosa se continuate a inseguire il groviglio.
Giugno 17th, 2012 — Note redazionali
Siamo giunti alla fine di un percorso che ha visto questo blog impegnato nel tenere alta l’attenzione sul famoso dissesto banditesco dell’università di Siena. E naturalmente ci corre l’obbligo di ricordare l’impegno costante dello stimatissimo professor Giovanni Grasso. Arrivati quasi alla conclusione del nostro percorso ci preme fare alcune necessarie valutazioni. Innanzitutto ribadire l’urgenza di sgombrare dai loro incarichi il dissestatore Criccaboni e la filodissestatrice condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro. Due perfetti distruttori di università, di relazioni sindacali e della decenza istituzionale. Come altri numerosi cittadini siamo ancora in attesa di toccare con i fatti le doverose sanzioni giudiziarie nei confronti di quel manipolo di dissestatori incalliti come Piero Tosi, Loriano Bigi, Carlo Bruni e compagnia e siamo ancora in attesa dei necessari provvedimenti sanzionatori nei confronti di Maurizio Boldrini, autore certificato dell’ordinativo dei volumi abusivi in onore del sultano di Stigliano. Detto questo passiamo alla prima riflessione.
E’ mai possibile che per tutto il dissesto banditesco debba pagare soltanto Dino Angelaccio? All’ateneo hanno dissestato oltre 200 milioni di euro. Dovevano scattare le manette e invece per ora a qualcuno scappano le risate. Tutti voi conoscete le nostre posizioni sul ruolo avuto dal sig. Dino Angelaccio e oggi non siamo qui per sostituirci alla magistratura e nemmeno per proporvi una melassa del “volemose bene.” Il punto è un altro. A noi risulta che Criccaboni e Fabbro su suggerimento dell’indagato Carlo Bruni e su suggerimento del rinviato a giudizio (hai capito Bisi?) Loriano Bigi stanno infierendo eccessivamente nei confronti di Dino Angelaccio come capro espiatorio per tutti. No, no, così non funziona. Anzi, così ci fate incazzare. Ci risulta che la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro ha fatto in modo che venissero richiesti al sig. Angelaccio 10 mila euro come danno all’immagine nei confronti dell’ateneo e circa 4 mila euro come rimborso per il lavoro svolto dalla Bigigirl Goracci per preparare i provvedimenti nei confronti di Angelaccio (per richiedere 4 mila euro con cosa li ha scritti quei pochi fogli, con la lingua bagnata di inchiostro?) E inoltre ci risulta che la condannata dalla Corte dei Conti stia tentando di licenziare Angelaccio. Ascoltate, se licenziate Angelaccio conviene chiudere l’università, visto che partendo dai docenti di medicina passando per Via Roma 56, quelli da mandar via sono numerosi e con responsabilità parecchio peggiori di Angelaccio. Siccome a noi risultano anche alcune cene tra la condannata dalla Corte dei Conti e qualche “esperta di conti” di Firenze dal nome grecizzante, vediamo di smetterla con i giochini tesi a tramestare. Ma vi sembra possibile una situazione del genere? Siamo all’università di Siena o nella Chicago anni trenta? Hanno dissestato per ben oltre 200 milioni di euro e mettiamo che alla fine al sig. Angelaccio venga imputata una cifra del danno pari a 28 mila euro, il resto chi lo paga? Mica ci volete far credere che la colpa è delle aragoste dell’ingenuo Focardi? Che cifra per danno all’immagine ha fatto richiedere dalla sua amichetta la condannata Fabbro al Bigi, al Tosi, al Bruni? E a proposito il Criccaboni e la Fabbro hanno denunciato il Boldrini alla Corte dei Conti per la storia dei volumi abusivi? Non avete fatto un bel niente, anzi il cda ha deliberato di pagare dei soldi al Bigi. Invece di richiederli indietro per il dissesto compiuto all’università il cda guidato dai due incompetenti ha deliberato di ridare dei soldi al dissestatore Bigi. I 200 milioni di euro dove andiamo a riprenderli? Si va a mangiare una pizza a Torino degustando una cassa di Barolo d’Asti con la Firrao? Si va a scavare al “solito posto” sperando di trovare nel sottosuolo oltre alle pisciatine anche il forziere?
Uno schifo del genere era impensabile. Siete proprio dei dissestatori dissestati. Con oggi a maggior ragione richiediamo l’intervento della Direzione Distrettuale Antimafia. E vergognatevi, soprattutto i famosi colleghi d’università e del sindacato. Noi siamo stati duri con Angelaccio, ma non feroci e viscidi come coloro che lo vogliono far passare come il capro espiatorio.
Maestro James
S.E. Cesare Mori
Giugno 16th, 2012 — Note redazionali
Allo zoo di Guduria gli animali, per ammazzare la noia, avevano organizzato un’area attrezzata per comunicare con gli altri animali fuori dallo zoo. A guidare l’area animale c’era il criceto Rossetto, l’Orso Bruno e animali di vario genere. Tra Rosseto e l’Orso Bruno era nata una complicità e i due segretamente lavoravano anche per il foglio di appunti dell’area canina Bau Tic. Orso Bruno scrive a Rossetto: ho finito gli articoli per Bau Tic, dimmi se vanno bene cosi li mando subito. Rossetto scrive a Orso Bruno: ok manda manda. La loro collaborazione con l’area canina rimase tale fino a quando il capo dello zoo avendo scoperto l’arcano decise di mandar via sia Rossetto che Orso Bruno. Ci fu anche l’intervento della Guardia Felina. Rossetto preso dalla paura tentò di far mandar via il capo della Guardia. Rossetto Rossetto prima o poi ti beccano. E infatti è stato beccato.
Giugno 16th, 2012 — Note redazionali

Il mentore di Stefano Bisi, il famoso ex presidente dell’aereoporto di Ampugnano Enzo Viani nel 2007 confermò che prevedeva per l’aereoporto 4 milioni di passeggeri all’anno. Siena come Madrid?
E non solo, sempre il Viani afferma che “abbiamo avuto la fortuna, oppure la bravura, di trovare un Fondo serio e quasi pubblico come Galaxy che investe davvero”. Fortunati e bravi come nessuno. Risultati: 14 richieste di rinvio a giudizio compreso il Viani e il Mussari e il serio rischio di dover liquidare la società. Quello che merita di essere ricordato è la mega sponsorizzazione dell’ampliamento dell’aereoporto da parte del Bisi e del comunicatore David Rossi. E ricordiamo anche che tra i comunicatori che hanno avuto incarichi guarda caso c’è il solito Maurizio Boldrini. Insomma, un altro fallimento frutto della megalomania del groviglio. Gli enti locali, i cittadini e le istituzioni coinvolte dovrebbero procedere con un’azione di rivalsa nei confronti dei responsabili di questo disastro e avanzare le dovute richieste di danni. Come mai il Bisi era così impegnato nella sponsorizzazione dell’ampliamento?
La megalomania distruttiva e l’ingordigia hanno seccato l’economia senese. Merita ricordare anche che prima dell’arrivo dei megalomani e degli aeroportuali del groviglio e organici al PD, l’aereoporto sotto la presidenza dell’indipendente Carignani funzionava. Come un piccolo aereoporto, ma funzionava e i voli non mancavano. In fondo, Siena non è Madrid.
Giugno 16th, 2012 — Note redazionali
Nella Russia di Putin hanno fatto chiudere i blog, giornalisti contro il regime sono stranamente morti o spariti. Più o meno quello che succedeva negli anni ottanta nel pieno delle guerre di mafia in Italia, sia ai giornalisti sia alle forze dell’ordine, magistrati e gente comune che ha tentato di ribellarsi alla mafia. Queste cose accadono nei regimi dittatoriali, purtroppo ancora presenti in alcune paesi del pianeta.
Qui a Siena fortunatamente non siamo la Russia di Putin e nessuno spara o mette le bombe. Qui la situazione è drammatica perchè la crisi galoppa e il sistema è fallito per colpa della gestione autoreferenziale e ingorda di una certa classe dirigente. O forse non è così, qualcuno ha il coraggio di negarlo? Sì, qualcuno c’è, Stefano Bisi ed è in ottima compagnia con quel comunicatore fenomenale di David Rossi. Il primo è convinto di essere il direttore del Corriere della Sera e appare come uno che vende 700 mila copie del gionale al giorno; invece è il caporedattore del corriere di Siena e se vende più di 2500 copie al giorno siamo disposti a mangiarci 700 mila prugne. Il secondo è straconvinto di essere il migliore comunicatore del mondo e di gestire l’area comunicazione della Casa Bianca. La verità è un’altra: oltre Badesse è considerato solo da chi ha ricevuto la pubblicità dal Monte e di sue perfomance in ambito comunicativo non si trovano segni. Entrambi hanno goduto dei benefici del sistema grazie al loro amico, capo e mentore Giuseppe Mussari. Ora Mussari non c’è più e i due sperano nella riconferma del principe del foro alla presidenza dell’Abi. Tra preghiere, viaggi a Lourdes, lanci di agenzie ansa, hanno iniziato la lunga maratona per ritrovare all’ABI il principe del foro. Fate bene, pregare fa bene allo spirito. Accanto ai due ci sarebbe anche il direttore della Nazione di Siena e infatti non ha perso tempo nel pubblicare sul giornale la notizia che Mussari è in pole position per la presidenza dell’ABI. Inoltre il direttore della Nazione forse ispirato dal Bisi da qualche giorno gira in città chiedendo informazioni sugli autori di Fratello Illuminato. La caccia è aperta. Volate bassi e frenate gli entusiasmi. Innanzitutto il blog non è anonimo, agisce nel rispetto delle leggi e nessuno ha mai smentito le notizie che abbiamo pubblicato. Semmai i fatti ci danno ragione. Inoltre vediamo di smetterla con questi atteggiamenti in stile boss del paese. Non siete nessuno e soprattutto il Bisi e David Rossi sono tra i responsabili della crisi della città e la magistratura non dovrebbe cercare Fratello Illuminato, ma convocare questi due per chiedergli notizie su Ampugnano, la gestione della pubblicità, le vicende universitarie. O forse David Rossi pensa di utilizzare il nome della banca per forzare contro Fratello Illuminato? La città non è vostra. E’ finito il groviglio e comunque vi consigliamo di non eccedere e di occupare il tempo in altro modo.
Inviatiamo tutti i cittadini a rivolgersi alla magistratura per eventuali pressioni improprie da parti di soggetti che grovigliano e non impauritevi per le minacce di querele che vi lanciano questi aggrovigliati. Non siamo nella Russia di Putin e nemmeno sotto scacco mafioso. Non innervositevi nemmeno con questi aggrovigliati: gli fate una risatina, due paroline educate e li mandate a lavorare. Nel frattempo sono partite le dovute segnalazioni all’ordine dei giornalisti per verificare i comportamenti di taluni giornalisti e non solo all’ordine dei giornalisti. Che pena ci fate!
Giugno 15th, 2012 — Note redazionali

Siena, 10 mag. – (Adnkronos) – “Ho molta fiducia nel nuovo management, nel presidente Alessandro Profumo, nell’amministratore delegato Fabrizio Viola e nell’intero Cda. Le competenze presenti nel consiglio di amministrazione sono molto apprezzabili”. Lo ha sottolineato il professore Angelo Riccaboni rettore dell’Universita’ di Siena a proposito delle vicende legate al Monte dei Paschi di Siena.
“Come tutti mi auguro anch’io che la Banca sia in grado di riprendere con fiducia e ottimismo il suo lavoro e che torni presto in grado di esprimere le sue potenzialità e nuova redditività”, ha commentato Riccaboni parlando con l’ADNKRONOS. “Del resto vorrei sottolineare -ha aggiunto il rettore- come i fondamentali della Banca siano molto buoni”.
Qualche spigolatura:
1) Ho molta fiducia nel rinviato a giudizio per frode fiscale che è stato inopinatamente messo a capo della Banca.
2) Ho anche molta fiducia, io che ci capisco di ‘ste cose come si può ben vedere dal dissesto in cui versa l’università di cui sono rettore, dissesto che ho concretamente contribuito a creare con i molti ruoli che ho svolto, in uno che quando se ne è andato dalla sua precedente banca quelli hanno stappato lo champagne.
3) Per finire con la fiducia nel CdA ci sono tali e tante competenze, soprattutto sulle peppole e sui fringuelli nonché sulle procedure di stabilizzazione senza copertura finanziaria che contribuiscono a mettere in braghe di tela gli enti pubblici nonché a mttere in crisi trecento famiglie alla volta, che non si può che attendersi il meglio del dissesto.
4) Mi auguro che, una volta distrutto tutto il patrimonio mobiliare e immobiliare della banca, esattamente come abbiamo fatto noi tosiani e berlingueriani all’Ateneo, la stessa possa tornare alla redditività magari vendendo i denti d’oro dei dirigenti e borse (firmate 1472) di pelle di dipendente.
5) D’altro canto i fondamentali della Banca sono molto buoni, grazie all’acuto e competente management che ha operato negli ultimi dieci anni, talmente buoni che lasciano sperare bene per ammirare presto un cumulo di macerie fumanti dal quale spuntano pezzi di cadavere esattamente come quelle che può ammirare chiunque passeggi in Banchi di Sotto.
Giugno 15th, 2012 — Note redazionali
Tra gli otto e gli undici anni partecipa nei panni del Piccolo Principe ad una tournée teatrale”.. Questo è uno dei passaggi del curriculum di Niccolò Guicciardini, nuovo responsabile del PD provinciale al posto della Meloni. E allora, chi è questo Niccolò a cui i panni di principino si adattano perfettamente visto il casato di provenienza? Casato che comunque non è stato poi così determinate nella “carriera” del rampollo. Hanno piuttosto prevalso le amicizie in primis del figlio del Marrucci e del Bezzini così come la spinta ricevuta da Spinelli e Starnini. Tutti determinati a portarlo nell'”Olimpo” del PD senese. Cosa significa negli equilibri del partito? Che la struttura provinciale non è in mano a Ceccuzzi a cui rimane il nucleo cittadino con il “grande” Giulio “Guido” Carli. Quindi, direte voi, si prevedono scintille! Sì e no. Il nobile sangiminianese è uomo di superficie, galleggiatore e deciderà in base a chi prenderà in mano la corona del potere, come hanno sempre fatto i vassalli da che mondo è mondo. Qualche scintilla comunque si vedrà e soprattutto per la scelta del candidato a sindaco perché non è detto che questa ricada su Ceccuzzi. Quest’ultimo non ha capito che sulla falsa idea del cambiamento, sulla giovannotteria di moda, sarà definitivamente messo da parte. In consiglio ci hanno pensato, per gli errori amministrative dell’ex sindaco, i margheritini e altri consiglieri della vecchia maggioranza. Nel partito ci penseranno i berlingueriani. Il chianino si è fatto impallinare come un pollo. Paradossalmente i margheritini e i berlingueriani (Starnini e Monaci si conoscono dai tempi della Regione e in passato insieme di grano ne hanno macinato) si sono nei fatti scoperti alleati nell’obiettivo di voltare pagina dalla gestione Mussari & Cecuzzi. Era prevedibile che ciò potesse accadere. Si domandi Franchino anche della determinazione, nonostante le offerte, della Vigni nel votargli contro, quest’ultima, un’orecchio all’università lo tende sempre. Come ci piacerebbe che rompesse questo legame! Diventerebbe il nostro punto di riferimento. Gli unici che come al solito non ci hanno capito nulla sono quelli di Pietra Serena e i rappresentanti della lista per Corradi: Lele e De Risi. Sono stati semplicemente usati ed escono da questo scampolo di amministrazione di fatto annullati. Ceccuzzi non ha preso in mano la situazione dell’Università e del Rettore, nonostante le varie inchieste della magistratura e oggi ne paga le conseguenze. Avendo, inoltre, letto la convocazione per giovedì dell’ organismo cittadino dei piddiini abbiamo capito che si stanno infilando in un’altra nassa e se l’opposizione saprà gestire il futuro le cose potrebbero cambiare totalmente a Siena. Anche se c’è qualche vecchietto che non si rassegna alla pensione e che sta facendo di tutto per far rivincere i responsabili del disastro senese. La politica per quest’ultimi è diventata una forma di gerovital esistenziale.
T.O.
Giugno 15th, 2012 — Note redazionali
Giugno 15th, 2012 — Note redazionali
Il grado di civiltà e il senso di legalità di una comunità sono i due presupposti per separare il “marcio” dal pulito. E la differenza tra informazione corretta e informazione di cricca consiste proprio nel decidere se sponsorizzare il “marcio” o il “pulito.”
L’inchiesta sulla vicenda dell’aereoporto di Ampugnano ha messo in luce il “marcio” e la separazione con il “pulito” consiste nel prendere le distanze dagli attori del marcio. Per le sanzioni sui reati ci pensa la magistratura.
Il clamoroso dissesto dell’ateneo senese, le elezioni irregolari di Criccaboni e tutto l’insieme dei rapporti nelle vicende dell’università prefigurano una sorta di associazione tra i vari protagonisti del marcio. Reati gravi e comportamenti squallidi che non hanno trovato la giusta sanzione da parte della magistratura. Una città dilaniata e messa in crisi da un sistema che poggiava anche sul ruolo di questo “marcio”. Con complicità evidenti e con la tolleranza della politica e l’assistenza mediatica del solito giornale del groviglio. Che non cito per non fargli pubblicità. Ci sono tutti i presupposti per richiedere l’intervento della Direzione Distrettuale Antimafia.
Innanzitutto merita ricordare il rallentamento delle inchieste quando la titolare delle stesse era il sostituto procuratore Francesca Firrao, figlia di Donato Firrao (amico di Ines Fabbro) docente del Politecnico di Torino.
Per capire il quadro d’insieme ricordiamo il ruolo e le modalità dei comportamenti di taluni personaggi.
Conversazione tra l’avvocato Vera Benini (moglie di un collega di Criccaboni) e il dissestatore Criccaboni(per gli amici Angelo Riccaboni):
Benini chiama Riccaboni: “Ci sono 27 indagati e tra questi qualcuno potrebbe dire qualcosa che non deve dire”. “Ho fiducia nel PM che ha ereditato il fascicolo dal dott. Formisano”.
Conversazione tra Criccaboni e quello che dicono sia un critico d’arte Gilberto Madioni:
Madioni chiama Riccaboni:”Il critico d’arte (è iscritto all’albo?) contatta Criccaboni e “gli dice che la situazione si è sbloccata grazie all’intervento decisivo del Prefetto che fa parte dell’area governativa. Critica l’operato del precedente rettore che ha fatto intervenire la magistratura. Le cose andavano gestite all’interno”. Il riferimento è all’ex prefetto Pantalone.
Poi c’è questa conversazione penosa e piena d’intrallazzi tra il dirigente del ministero e Criccaboni:
Tomasi: Poi è chiaro che lei nel momento che ha l’investitura… provi a sentire, io francamente… lì in Procura dovete vedere voi perché oggi sa com’è. Qui … lì è tutto rischioso. Lì è diventato poco … poco …
Riccaboni: No, no, no. Su questo la convocazione del Consiglio avverrà immediatamente in maniera tale che possa mettere a regime, diciamo… tutto quanto con la nomina da parte della Fabbro che il nostro Statuto dice previo parere del Consiglio di Amministrazione. Su questo dobbiamo passarci, insomma.
Bastano queste poche conversazione per comprendere il tipo di “sistema” che ha regnato fino ad oggi in città e il perchè la città è in crisi. Il “marcio” aveva preso il sopravvento sul “pulito”.
Criccaboni è la prova provata che il marcio ancora non è stato estirpato dal martoriato ateneo.
La città rinasce partendo dalla separazione tra il “marcio” e il “pulito”. Separare la Siena che lavora e della gente onesta con vizi e virtù, dal groviglio nefasto. Alla Direzione Distrettuale Antimafia chiediamo di estirpare il marcio sanzionando i personaggi e la cricca; alla politica chiediamo uno scatto di civiltà per far uscire Siena dalle secche. Anche perchè qualcuno non ha ben compreso in quale palude si è infilato.
Se pensate che questo blog ha scritto o scrive notizie errate e se pensate che il nostro è un “frullato diffamatorio”, non ci sottrarremo dalle nostre responsabilità. Vedremo. Nel frattempo chi ha il peso delle “vere responsabilità” in positivo e in negativo, la smetta con i traccheggi e le distorsioni della realtà. Conosciamo anche noi il peso del potere. Noi siamo per la separazione del marcio dal pulito.
Maestro James