Siamo giunti alla fine di un percorso che ha visto questo blog impegnato nel tenere alta l’attenzione sul famoso dissesto banditesco dell’università di Siena. E naturalmente ci corre l’obbligo di ricordare l’impegno costante dello stimatissimo professor Giovanni Grasso. Arrivati quasi alla conclusione del nostro percorso ci preme fare alcune necessarie valutazioni. Innanzitutto ribadire l’urgenza di sgombrare dai loro incarichi il dissestatore Criccaboni e la filodissestatrice condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro. Due perfetti distruttori di università, di relazioni sindacali e della decenza istituzionale. Come altri numerosi cittadini siamo ancora in attesa di toccare con i fatti le doverose sanzioni giudiziarie nei confronti di quel manipolo di dissestatori incalliti come Piero Tosi, Loriano Bigi, Carlo Bruni e compagnia e siamo ancora in attesa dei necessari provvedimenti sanzionatori nei confronti di Maurizio Boldrini, autore certificato dell’ordinativo dei volumi abusivi in onore del sultano di Stigliano. Detto questo passiamo alla prima riflessione.
E’ mai possibile che per tutto il dissesto banditesco debba pagare soltanto Dino Angelaccio? All’ateneo hanno dissestato oltre 200 milioni di euro. Dovevano scattare le manette e invece per ora a qualcuno scappano le risate. Tutti voi conoscete le nostre posizioni sul ruolo avuto dal sig. Dino Angelaccio e oggi non siamo qui per sostituirci alla magistratura e nemmeno per proporvi una melassa del “volemose bene.” Il punto è un altro. A noi risulta che Criccaboni e Fabbro su suggerimento dell’indagato Carlo Bruni e su suggerimento del rinviato a giudizio (hai capito Bisi?) Loriano Bigi stanno infierendo eccessivamente nei confronti di Dino Angelaccio come capro espiatorio per tutti. No, no, così non funziona. Anzi, così ci fate incazzare. Ci risulta che la condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro ha fatto in modo che venissero richiesti al sig. Angelaccio 10 mila euro come danno all’immagine nei confronti dell’ateneo e circa 4 mila euro come rimborso per il lavoro svolto dalla Bigigirl Goracci per preparare i provvedimenti nei confronti di Angelaccio (per richiedere 4 mila euro con cosa li ha scritti quei pochi fogli, con la lingua bagnata di inchiostro?) E inoltre ci risulta che la condannata dalla Corte dei Conti stia tentando di licenziare Angelaccio. Ascoltate, se licenziate Angelaccio conviene chiudere l’università, visto che partendo dai docenti di medicina passando per Via Roma 56, quelli da mandar via sono numerosi e con responsabilità parecchio peggiori di Angelaccio. Siccome a noi risultano anche alcune cene tra la condannata dalla Corte dei Conti e qualche “esperta di conti” di Firenze dal nome grecizzante, vediamo di smetterla con i giochini tesi a tramestare. Ma vi sembra possibile una situazione del genere? Siamo all’università di Siena o nella Chicago anni trenta? Hanno dissestato per ben oltre 200 milioni di euro e mettiamo che alla fine al sig. Angelaccio venga imputata una cifra del danno pari a 28 mila euro, il resto chi lo paga? Mica ci volete far credere che la colpa è delle aragoste dell’ingenuo Focardi? Che cifra per danno all’immagine ha fatto richiedere dalla sua amichetta la condannata Fabbro al Bigi, al Tosi, al Bruni? E a proposito il Criccaboni e la Fabbro hanno denunciato il Boldrini alla Corte dei Conti per la storia dei volumi abusivi? Non avete fatto un bel niente, anzi il cda ha deliberato di pagare dei soldi al Bigi. Invece di richiederli indietro per il dissesto compiuto all’università il cda guidato dai due incompetenti ha deliberato di ridare dei soldi al dissestatore Bigi. I 200 milioni di euro dove andiamo a riprenderli? Si va a mangiare una pizza a Torino degustando una cassa di Barolo d’Asti con la Firrao? Si va a scavare al “solito posto” sperando di trovare nel sottosuolo oltre alle pisciatine anche il forziere?
Uno schifo del genere era impensabile. Siete proprio dei dissestatori dissestati. Con oggi a maggior ragione richiediamo l’intervento della Direzione Distrettuale Antimafia. E vergognatevi, soprattutto i famosi colleghi d’università e del sindacato. Noi siamo stati duri con Angelaccio, ma non feroci e viscidi come coloro che lo vogliono far passare come il capro espiatorio.
Maestro James
S.E. Cesare Mori
15 comments ↓
Mi sa che da Roma gli toccherà intervenire sulla Corte dei Conti di Firenze…..per verificare come mai i veri dissestatori di ateneo non sono stati sanzionati..chissà con chi va a cena la Fabbro chissà?
Sveglia cittadini, sveglia siamo già in netto ritardo.Sta storia del dissesto fu messa in luce anche da valorosi consiglieri comunali delle vecchie liste civiche come Ascheri, Stelo, Lucci e oggi sempre peggio. Certo questo Riccaboni mi ricorda Tommaso Detti.
Perché Pietraserena non organizza un bell’incontro-confronto sull’università? potrebbero rifiutarsi? o con ascheri-Stelo e chi altri, tipo Falorni e Lucci.
BANDITI!
la mafia è anche dentro l’università. perchè la magistratura non comincia ad indagare sulle forniture alla facoltà di medicina e sui rapporti per le forniture tra facoltà di medicina e azienda ospedaliera? ci manca solo Pippo Calò..poi la cupola universitaria diventerebbe completa.
Inaugurazione anno giudiziario 2011 – Relazione del Procuratore regionale f.f. dott.ssa Acheropita Mondera ..della Toscana ovviamente…
E pensare che Cannamela( fortunatamente x Siena non è piu’ assessore) voleva far dare un incarico al Santa Maria della Scala al Boldrini.
http://ilsensodellamisura.com/2012/06/16/sum-e-universita-di-siena-inchieste-giudiziarie-con-iter-temporali-diversi/
Ecco la cricca guidata da Criccaboni e Fabbro composta da docenti e personale tecnico-amministrativo:
prorettore Frati; Ranuccio Nuti, Lorenzo Frediani, Galeazzi,Enrico Pinto, Bettalli, Guerrini, Groppi, Dringoli, Verzichelli, Venuti, Boldrini, Flores, Marti, e altri…
passiamo al personale tecnico-ammnistrtivo: Iantorno, Derosas, Tinacci, Maiuri, Bruni, Semplici, Goracci, Centini(un blitz della finanza all’ufficio tecnico non sarebbe male), Sportoletti, e altri…
Un pò di amarcord….
http://candidaticdaunisi.wordpress.com/2009/01/12/lettera-di-dino-angelaccio-al-personale/
che nonostante tutti si possano informare esistano ancora “risacche” di società dove tutto è consentito senza prendersi nessuna responsabilità mi pare veramente sconfortante.
Arrivati ad un certo punto si da in pasto qualcuno, tipo fare la conta, sperando che la fame di giustizia e moralità si plachi delle persone si plachi e consenta a qualcun’altro di salvarsi il sederino….
Quello che andrebbe aperta a Siena è solo una cosa.
LA QUESTIONE MORALE.
Ne avete sentito parlare a qualcuno?
la questione morale? È come la questione meridionale. Ci hanno fatto un convegno per esorcizzarla.
Mah, io questa difesa del vacanziere conto terzi Diodato Angiolaccio non la capisco proprio.
Ma è un mio limite, sia chiaro.
Se gli fanno un culo tanto cosi’ (e magari lo licenziano anche) mi fa proprio piacere, per due motivi:
1) perché se lo merita
2) perché è bene che gli “aggrovigliati universitari” abbiano ben chiaro con chi hanno a che fare, ovvero con gente che (come loro stessi) non ha remora alcuna a fare le scarpe al proprio sodale pur di pararsi il culo, magari lo stesso sodale con cui erano stati compagni di merende fino al giorno prima. Praticamente sono come le Iene di tarantino ma senza neanche il conforto di sapere che fra loro c’è un poliziotto infiltrato.
Ciò detto, crederò che facciano qualcosa di serio contro l’omino del LAU quando lo vedrò fuori dalle palle davvero. Fino ad allora sono solo seghe…
E anche il discorso delle aragoste del Focardi non mi è piaciuto tanto. Vero, con quelle non si faceva un buco tanto così. Vero, c’è gente che ha “incassato” tanto di più. Ma, a mio insindacabile avviso, è quello stesso modo di considerare la cosa pubblica che, in grande o in piccolo, ha portato ad avere la disastrata situazione. Insomma, il punto non è se hai rubato poco o tanto. Il punto è se hai rubato o sei stato onesto.
Tutto questo lo dico, ovviamente, con immutata stima nei confronti di S.E. Cesare Mori.
Come mai i vertici dell’ateneo non hanno mai sottoposto all’autorità giudiziaria la vicenda dell’occupazione abusiva dei locali universitari di Via Roma 56 da parte della società Infact e come mai non hanno preso provedimenti nei confronti di Rizzo?
Questi uffici ringraziano dell’immutata stima e fanno contestualmente notare che non c’è alcuna difesa di chicchessia. Qui si fanno due conti che qualsiasi bambino delle elementari è in grado di fare: 28.500 richiesti ad Angelaccio più (a sentire i giornali) diciamo altrettanti di aragoste fanno poco più di 56.000 euro. E’ stato stimato che il dissesto universitario si aggirasse intorno ai 270.000.000 di euro, ma siamo caritatevoli e facciamo cifra tonda: 250.000.000. Bene, mancano all’appello 249.944.000 milioni di euro. Fate un po’ voi …
dopo “mani pulite” ci vorrebbe una maxi inchiesta “università pulite”. Via il dissestatore abusivo…
Dopo quasi 5 anni nessun colpevole punito,che dico, nemmeno sotto processo per il vergognoso dissesto dell’ateneo senese. E fatto ancor piu’ grave è la permanenza dei dissestatori e trafficoni alla guida dello stesso. Vai a fidarti dell’opera della magistratura senese…..la città degli impuniti!!