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Ines Fabbro tenta di filarsela dall’Università di Siena alla zitta, ma Fratello Illuminato sgama l’affare

In pratica la Dott.ssa Fabbro a maggio 2012 ha partecipato all’avviso pubblico per il conferimento dell’incarico di Direttore Generale del CNR e quando pareva tutto fatto (evidentemente è solita accordarsi prima….) il suo amico Presidente del CNR Luigi Nicolais (PD, amico di Bassolino e stiglianese DOCG e sconfitto nelle elezioni per la presidenza della provincia di Napoli) ha provato a proporre la sua nomina, ma ha trovato fortemente contrario il CdA del CNR ed ha dovuto fare marcia indietro.
Ma come! L’attuale Direttore Amministrativo dell’Ateneo cerca di scappare silenziosamente abbandonando la nave in tempesta? Bell’esempio di attaccamento all’Istituzione ed ai suoi dipendenti … anche se probabilmente si deve essere resa conto della sua totale inadeguatezza a svolgere l’attuale incarico ed a reggere la pressione che esso comporta!
Magari se ne fosse andata! Ma bisogna certamente far emergere un problema reale e cioè che, oltre alla consueta mancanza di trasparenza, la Fabbro non dovrebbe più rimanere al suo posto visto che è la prima ad avervi disinvestito cercando di organizzare una comoda fuga? E come la prenderanno gli organi di governo dell’Ateneo? Forse qualcuno ne era informato ed ha taciuto …
A questo punto è doveroso, visti questi traffici e visti quelli fatti per arrivare a Siena (vi ricordate Tomasi e il Sultano di Stigliano?) vi è da chiedere con forza alla magistratura che fine abbia fatto il fascicolo che ancora giace sequestrato presso la locale Procura della Repubblica.

Il professore universitario con la barca a Marina di Grosseto. A tutta pesca e non solo di pesce

La storia che oggi raccontiamo con sfumature di colore a breve si tramuterà in una storia senza sfumature e con riferimenti documentati. La barca è una di queste sfumature anche se esiste realmente.

Voi tutti come noi avete seguito l’ignobile atto di Criccaboni e della Fabbro contro il personale tecnico-amministrativo in merito al taglio del salario accessorio. I due Cricchini hanno colpito il personale per tutelare le nefandeste gestionali di Loriano Bigi e Piero Tosi e anche del Cricca stesso (vedi Cresco e i giri aretini). Voi tutti concordete che il PD senese a cui è legato il Criccaboni invece di tutelare i lavoratori ha scelto la via della nomenclatura baronale tosiana-criccaboniana.

Oggi c’è una novità disgustosa. La redazione di Fratello Illuminato ha consultato dei documenti (che con molta probabilità finiranno su qualche tavolo) in merito a dei favoritismi consentiti a dei docenti. Docenti di stretta osservanza tosiana e vicinissimi al Criccaboni. Il più fortunato di questi docenti, quello della pesca a Marina di Grosseto, è appunto fortunato perchè guadagnava più di tutti. Ecco cosa accadeva. Questi docenti percepivano come gli altri docenti dell’ateneo il normale stipendio dell’Università di Siena, ma nel contempo, questi docenti fortunati, percepivano ben altri stipendi con tanto di busta paga da un Consorzio universitario (finanziato anche dalla fondazione MPS). Docenti con doppia busta paga. Ovviamente il tutto senza autorizzazione alcuna.

E oggi questi docenti sono tra quelli che appoggiano il Criccaboni per il taglio dello stipendio a dei dipendenti che di stipendio ne prendono uno solo e basso visto il taglio.

L’università del bengodi con i soldi pubblici ma per pochi amici degli amici. La cricca delle cricche.

La redazione di Fratello Illuminato presenta un intervista impossibile realizzata da Bastardo Senza Gloria, rigorosamente NON iscritto all’ordine dei giornalisti

L’altra sera, quando il sig. Profumo aveva già parlato in fortezza, ero lì che passeggiavo con il mio cagnolino, quando scorgo un amico in compagnia di un personaggio di spicco della politica toscana.
Questo amico mi chiama ed eseguiti tutti i convenevoli, non resisto alla tentazione di giocare a fare il giornalista con questo personaggio, che ovviamente mi ha pregato di rimanere anonimo. Improvvisamente, mi venne voglia di abbandonare qualsiasi vis polemica e di provare a fare in modo che costui, il politico, rispondesse finalmente alle domande che via via tramite i vari blog gli vengono fatte ma  alle quali non risponde mai. Poi un dubbio mi assalì. Ma se gli pongo tali domande egli scappa e non risponde, devo inventarmi qualcosa! Fu in quel momento che decisi di trasformarmi nel “giornalista senese schierato”.
Che bello! La mia mente s’illuminò e tutto mi fu più chiaro e così iniziai a fare le domande.
– Senta dott. …. quali sono i suoi interessi oltre la politica?
– Sono un tipo abbastanza sedentario ma ogni tanto vado a pescare o a cercare i funghi.
– AH! che bello! Mi dica dott. ….. il suo posto preferito per le vacanze?
– Ultimamente ne ho fatte poche, sa gli impegni, la gente, però sicuramente mi piace il mare….ma anche la montagna, comunque quest’anno sono stato al lago.
– Bellissimo. Mi sembra una persona veramente sensibile, questo ci rassicura, ma vorrei sapere qualcosa della sua sfera più personale, per esempio bionde o more?
– In verità io guardo gli occhi, lo sguardo è quello che mi colpisce in una donna!
– Ah ecco…infatti, giusto lo sguardo. Quindi secondo lei il periodo migliore per potare la vite?
– Sicuramente gennaio, la pianta deve essere “ferma” non possiamo rischiare.
– Dott. … che spazio hanno i libri nella sua vita?
– Troppo…ogni tanto devo riconsiderare gli spazi in casa, non so più dove metterli!!
– L’ultimo che ha letto?
– Ho letto un libro di cui non ricordo il titolo ne l’autore, in onore di quel politico famoso….è stato anche rettore all’università di Siena……
– AHH! si bellissimo!! l’ho letto anch’io. Ma mi dica dott. …. pepe o peperoncino?
– Sicuramente pepe, ma anche il peperoncino non mi dispiace, basta che non si abusi, tutto deve essere equo e usato con la dovuta parsimonia.
…….ad un tratto l’effetto del “giornalista senese schierato” svanì in me, e ritornò la vis polemica…….
– Così come si dovrebbe utilizzare i soldi pubblici!! Giusto?
– Ecco lo sapevo!!!! lei è uguale a quei birboni dei blog anonimi!! che c’entrano ora i soldi pubblici, stavamo facendo un intervista seria e professionale, come si permette!!!
– Scusi io non volevo………
I due si allontanarono ed io continuai a passeggiare con il mio cagnolino, con l’amaro in bocca di chi non ne fa una giusta. Il mio pensiero volò ad Ester, da sola in ferie con tutti quei folosoni intorno…….mha……..speriamo bene, dissi tra me e me.

Bastardo Senza Gloria

L’analisi sulla situazione della banca MPS firmata dal noto giornalista economico Oscar Giannnino

Quando una banca vale ormai 2,8 miliardi e lo Stato glie ne dà 3,4 allora è inutile girarci intorno: è nazionalizzata. E’ quanto avviene al MontePaschi. Rottamato dalla politica e da un partito, il Pd. Dopo 540 anni di storia. In un quadro bancario italiano generale che non si ferma solo alla vicenda senese.

A furia di negare che esista in Italia un problema bancario, i piu’ deboli degli istituti vanno nei guai uno dopo l’ altro. In un Paese che ha 55 agenzie bancarie per 100mila abitanti rispetto alle 19 olandesi, Bankitalia per prima doveva proporre ai governi in carica un fondo nazionale di ristrutturazione. I 25 mila esuberi annunciati negli ultimi mesi dalle banche sono ancora lontani dal risolvere il problema. Roe azzerato; cost/income altissimo per troppi dipendenti, dirigenti e agenzie; rettifiche da perdite sui crediti per non meno di 20 miliardi; ripatrimonializzazioni troppo a lungo rinviate per tener la coda alle fondazioni; svalutazioni di goodwill e attivi illiquidi troppo a  lungo rinviati; incorporazione persistente del rischio sovrano nei costi di provvista della liquidità, e traslazione ai clienti del montante totale.Un bel quadro, non c’è che dire.

Nel frattempo, tre paradossi al Montepaschi. Primo: si nazionalizza di fatto e il contribuente ci perde. Il Tesoro, assetato com’e’ di alti rendimenti nel conto economico sui Tremonti bonds, finisce poi per farci rimettere patrimonialmente, visto che in assenza di interessi pagati da MPS rilevera’ più o meno il 3%  della banca quest’anno e analoga cifra l’annoprossimo se le perdite continueranno, ma a valori di carico della banca e non a prezzi di mercato, cioe’ facendoci pagare il titolo come contribuenti quattro volte piu’ di quanto oggi valga in Borsa.

Secondo: la speculazione ringrazia. Aver negato per anni che a Siena si andava a sbattere prima ha distrutto valore e titolo, oggi alimenta insider e aggiotaggio. Se Bankitalia avesse per tempo messo la fondazione alle strette, invece di esitare di fronte alla politica, si sarebbe potuto e dovuta organizzare una cessione dei quattro quinti  della sua quota in blocchi, identificando soci istituzionali esteri, a prezzi che per la fondazione sarebbero stati piu’ intessanti perche’ antecedenti al precipizio che si e’ preferito aspettare. Ora invece sono le dichiarazioni della Fondazione stessa – vendiamo solo a quotazioni prossime al nostro valore di carico – a strappare dell tutto innaturalmente il titolo verso l’alto: roba da Consob.

Terzo, la lezione vera e di fondo: la politica rottama le banche. Mps e’ nata 20 anni prima della scoperta dell’ America, ma di tutti i guai affrontati nei secoli il peggiore si rivela il Pd che l’0ha ferreamente controllata.  Al festival di Venezia Mps sponsorizza un bel film d’animazione su Pinocchio. Profumo e Viola – il management attuale per la prima volta non espressione diretta di una banca in cui anche gli autisti hanno il contratto dei bancari – non hanno colpe del passato, ma finanziare un film sul discolo di legno è coerente all’idea di banche devastate dalla politica.

Oscar Giannino

Dalla cena con Del Mese a Salerno all’acquisto di Antonveneta: il ruolo di Franco Ceccuzzi

Le chiacchere stanno a zero e i conti in rosso. I risultati del disastro politico-gestionale di Ceccuzzi-Mussari sono sotto gli occhi di tutti. I conti di banca MPS sono catastrofici, frutto della gestione Mussari-Vigni e sul piano politico per responsabilità del PD di Ceccuzzi. Non ci sono più scusanti e nemmeno angoli dove nascondersi. La realtà del disastro è alla luce del sole.

La città è in ginocchio per colpe ben precise.

Fu proprio il cittadino semplice Ceccuzzi che affermava “Antonveneta è l’anima gemella di MPS” e fu proprio lui che aveva sponsorizzato ed esaltato l’acquisto di Antonveneta.

Dalle dichiarazioni rese alla magistratura di Salerno da Paolo Del Mese scopriamo che nel 2006 Franco Ceccuzzi partecipò a un cena a Salerno, in compagnia del Mussari, insieme a quelli del crack del pastificio Amato. E sempre dalle dichiarazioni di Del Mese scopriamo che “tramite” Ceccuzzi lo stesso Del Mese aveva “inserito” un suo uomo nella Consum.it(società di MPS). Poi ci sono i finanziamenti (come riportato dalla carte delle magistratura) dati da MPS a quelli del pastificio Amato e società riferibili a quegli uomini coinvolti nell’inchiesta.

Ceccuzzi e il PD senese si rifiutano di rispondere.

Questi sarebbero la discontinuità? Niente elezioni in autunno, qui occorre piena luce su tante vicende. La città era in declino e Ceccuzzi andava a cena con Paolo Del Mese a Salerno. E poi il cittadino semplice Ceccuzzi pretende di nascondersi dalle responsabilità. E si vergognino tutti coloro che di fronte all’evidenza continuano a far finta di niente e scendono in pista addirittura per chiedere le elezioni in autunno. Dove si trovano i vertici delle associazioni di categoria mentre la città veniva dissestata? Dove si trovavano quei politici che oggi firmano l’appello per le elezioni anticipate?

The day after

The day after, il giorno dopo, è necessario analizzare alcune dichiarazioni e specificamente quelle di Profumo, Bisi e Barzanti. Iniziamo da Profumo che riesce ad associare il nome del responsabile (Mussari) con la critica della gestione del passato solo per le colonne del Corriere Fiorentino: pagina a diffusione locale. Il nuovo presidente dice una verità solo in parte condivisibile relativa all’eccesso di titoli dello Stato in portafoglio. È vero sono troppi, ma dovrebbe andare oltre nell’analisi. Visto che la banca non girava hanno cercato di fare il risultato, di almeno un miliardo, con gli interessi che sarebbero dovuti venire dai titoli. Errore bestiale, soprattutto se non si hanno i mezzi necessari e si prende a breve per impegnare a lungo. Non hanno diversificato nella gestione, ma la colpa è tutta di Baldassarri e del Vigni? E il presidente era un altro o lo stesso Mussari? Quel presidente, il Mussari, che teneva tutto sotto controllo. Lo Stato italiano non andrà in default, quindi, anche se oggi tali operazioni bloccano l’operatività è sicuro che quel denaro non sarà perduto. Ma i soldi dell’ Antonveneta non ritorneranno mai più e lo stesso Profumo a cui fu proposta l’acquisizione disse, a suo tempo, di no perchè il prezzo era troppo elevato.
Affermazioni che smentiscono il tentativo maldestro di Bisi di giustificare l’operazione Antonveneta. La Banca d’Italia sarebbe intervenuta facendo pressioni su Mussari per  farla comprare dal Monte dei Paschi. Mettetevi d’accordo! Ma se Profumo ha detto di no con un prezzo più basso per giunta, perchè non poteva farlo il vecchio presidente della banca? Trovi il Bisi una giustificazione più efficace e convincente se ci riesce.
Terzo datur, purtroppo, Barzanti, ma cosa ci vuole dire? Ci faccia capire bene? Ci vuole forse dire che non è successo nulla? Non sia ridicolo e la smetta di essere sempre li a giustificare. Abbiamo capito che ha un debito di riconoscenza verso questo partito che gli ha permesso di vivere agiatamente, ma a tutto c’è un limite. Inoltre è anche contraddittorio perchè nel suo scrivere ci fa capire che qualcosa è successo con il solito stile del dire e non dire: si però, vediamo, del resto, ma per favore!
Comunque i dati presentati ci dicono che la banca non funziona e non si riesce a capire come e quando potrà riprendere il cammino della redditività. A fronte di questi dati anche lo stesso piano industriale sembra inadeguato, vedremo ma la preoccupazione è al massimo. Uno dei problemi non semplici da risolvere e che ha creato uno dei danni maggiori è la gestione del personale fatta da Rossi e voluta da Mussari, con Castagnini che si occupava delle consulenze. Sembra che Castagnini lasci presto la banca mentre Rossi dovrebbe rimanere fino alla fine del suo contratto. Del resto Rossi è diventato molto utile ai “nuovi” perchè avendo la memoria di ciò che è accaduto in questi anni può raccontare per ogni dipendente vita, morte e miracoli. Ma fintanto che insieme a Mussari non sarà smontata anche la cabina di regia che l’ex presidente aveva messo in piedi sarà difficile che si possa vedere la luce in fondo al tunnel. E lo sanno bene sia Profumo che Ceccuzzi che vorrebbero le elezioni anticipate per chiudere molte situazioni velocemente. La vita politica delle prossime settimane sarà spostata su elezioni anticipate si, elezioni anticipate no. Assisteremo a prese di posizione: chi farà il democratico e chi anteporrà le esigenze di stabilità per il bene del Comune, della Banca, per rifare velocemente le nomine in Fondazione. Il PD dovrà spiegare perchè, ad esempio dei tre comuni capoluogo toscani solo uno voterebbe anticipatamente, senza che nessuno abbia espresso critiche sull’operato del commissario. La stabilità a Siena si coniuga con la volontà di archiviare un disastro.

IL MATTO

La Procura della Repubblica di Siena chiede il rinvio giudizio per la vicenda dell’ampliamento dell’aereoporto di Ampugnano.Tra le richieste quella per il presidente dell’ABI Giuseppe Mussari e per Enzo Viani ex presidente dell’aereoporto

La data dell’udienza per le richieste di rinvio giudizio da parte della Procura di Siena per la vicenda dell’ampliamento dell’aereoporto di Ampugnano è stata fissata per il 19 ottobre 2012.

 La Procura della Repubblica di Siena chiede il rinvio giudizio per gli indagati nella vicenda dell’ampliamento dell’aereoporto di Ampugnano. Tra le richieste quella per il presidente dell’ABI Giuseppe Mussari e per Enzo Viani ex presidente dell’aereoporto.

Il Montesquieu di Pontedera si ritira in convento?

Apprendiamo con dispiacere sincero che il Montesquieu di Pontedera ha deciso di osservare il silenzio. Siamo rammaricati e non poco. Forse il preludio per il ritiro in convento ad osservare la regola del silenzio? Speriamo di no!
Dopo le fantastiche esternazioni sul riordino delle province da ogni parte della Toscana ci sono state reazioni durissime e a volte eccessive contro Enrico Rossi, il nostro Montesquieu di Pontedera; come lui stesso ha evidenziato sul blog “Il sig Rossi”.Benvenuto tra i blogger toscani caro Montesquieu!
Scrive: “Sulla mia proposta di riordino delle province si è scatenato il finimondo. Accuse ridicole di campanilismo per le mie origini pontederesi, sberleffi, invettive e persino minacce di dimissioni”
Le critiche al Montesquieu sì, ma gli sberleffi no. Dove lo ritroviamo un politico così coerente e così pronto a rispondere alle domande che gli vengono rivolte. No, non ti dimettere Enrico!
Poi deluso da tutto questo bailame aggiunge:”Noi abbiamo avanzato una proposta. Adesso dovrà lavorare il Comitato delle autonomie locali e poi anche il Consiglio regionale. Il Presidente e la Giunta regionale, non diranno più nulla sull’argomento finché non spetterà di nuovo a noi la parola”.
Peccato, ci garbavano molto le dichiarazioni del Montesquieu; siamo rammaricati.

Nel frattempo, in attesa di altre parole montesquieuiane, noi abbiamo altre domande per Enrico (a cui naturalmente non risponderà):

  1. Caro Enrico, che opinione ti sei fatto della partecipazione del tuo compagno di partito Franco Cecuzzi alla cena del 2006 a Salerno insieme a quelli arrestati per il crack del pastificio Amato?
  2. Caro Enrico, come mai il tuo partito sostiene il dissestatore e abusivo Angelo Criccaboni?
  3. Caro Enrico, come mai il tuo partito invita alle feste dopo averlo nominato alla presidenza della banca MPS il rinviato a giudizio Alessandro Profumo?
  4. Caro Enrico, come mai con i soldi pubblici della provincia i cittadini devono pagare l’agenzia Robespierre che lavora a tempo pieno per il PD ceccuzziano?

Buona giornata Enrico.

Sulla pagina facebook l’ex consigliere comunale Francesco Andreini lamentando la mancata pubblicazione da parte del Bisi di un intervento relativo al Santa Maria della Scala firmato dallo stesso Andreini insieme a Angela Bindi riproponeva l’intervento. Sicuramente il Bisi era “distratto” e quindi ci pensiamo noi alla pubblicazione, riportando fedelmente quanto scritto su facebook da Francesco Andreini

Risposta non pubblicata:

Caro Direttore, La ringraziamo per la particolare attenzione che oggi ci ha concesso, anche perché non sempre ci è sembrato fosse così interessato alle nostre opinioni (vedi il primo articolo sui problemi del SMS, dove si poteva apprendere il parere di quasi tutti, dalla Lega Nord a SEL, ma non il nostro). Ci meraviglia, anzi, che Lei, direttore di un quotidiano “indipendente”, risponda con una certa acrimonia e con sarcasmo ad un comunicato “politico” del nostro Partito, forse per un riflesso di difesa di quel sistema che Lei conosce bene.

Le assicuriamo intanto che non nutriamo disinteresse verso i dibattiti della festa PD; certo non tutte le volte ci siamo stati, così come, credo, non tutti gli altri partiti hanno presenziato ai nostri.

E’ vero che alla festa del PD i dirigenti stessi offrono il loro servizio volontario e la cosa ci sembra apprezzabile, ma anche doverosa; lo fanno per una festa il cui programma è stato deciso da loro, e poi, diciamola tutta, non hanno deciso solo il programma della Festa…

Ma veniamo all’argomento del giorno, il Santa Maria della Scala.

Anche questa volta si propone che, finiti i finanziamenti pubblici, siano “gli ultimi” a dover pagare, ovvero i lavoratori.
Il Santa Maria della Scala oggi è di proprietà del Comune di Siena, i lavoratori attualmente sono soci o impiegati di una cooperativa. Questi lavoratori oggi rischiano la cassa integrazione col conseguente impoverimento dei loro bilanci familiari. Per questo non ci sembra opportuno il Suo riferimento all’ex segretario CGIL Cataldo quando celebra l’abnegazione dei lavoratori della Emerson che, per salvare (per molti invano) il posto di lavoro, prestarono la loro opera gratuitamente.

Quando un ente, anche quelli più importanti, entra in crisi si chiedono subito sacrifici ai lavoratori; non ci sembra sia mai successo in questa città che un dirigente abbia ricevuto uno stipendio di 800 euro perché la sua azienda è fallita, o ha ridotto il profitto o comunque non ha rispettato il programma deciso.

Se il Suo giornale vuole rendere un servizio ai lettori, potrebbe pubblicare l’elenco dei dirigenti (di partito, comunali, di aziende comunque legate al territorio senese) che hanno perso il lavoro o lo stipendio (o anche parte di stipendio) per i motivi più vari (crisi economica, errori di valutazione o altro). Potrebbe inoltre spiegare perché spesso i responsabili della crisi senese o sono stati promossi ad alti incarichi, o sono ancora al loro posto o intendono ripresentarsi alle elezioni magari anche nella veste di sindaco.
Nell’attesa La ringraziamo per lo spazio che ci vorrà concedere per questa nostra.

Francesco Andreini
Angela Bindi

Sarà il caso che intervengano immediatamente!

Cosa c’è di vero che domani mercoledì alle 18.30 il cittadino semplice Ceccuzzi all’Odeon incontrerà i dipendenti della cooperativa Zelig in servizio al sms? Sicuramente la cittadina semplice Cresti ieri mattina l’ha annunciato al SmS. Se così fosse il Commissario Laudanna ed il Prefetto  Saccone dovrebbero intervenire immediatamente per impedire una così flagrante violazione delle loro competenze.

Cogliamo l’occasione per sottolineare che, ove la cosa fosse fondata, il P(artito) D(issestatori) non ne fa una pulita, veramente …