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Riceviamo e pubblichiamo.Quindi anche Carlo Zini? La politica confusionale del membro del cda di MPS immobiliare il piddino Simone Vigni

 

Dopo tanto penare e vagabondare nei labirinti ossessivi del dramma della caduta politica, il diessino Franco Ceccuzzi, che negli anni è stato alleato di Piero Tosi e garante politico di Mussari,oggi libera le redini del suo fido piddino Simone Vigni(membro del cda MPS Immobiliare) facendogli scrivere sulle pagine del corriere di Siena che “la sinistra democristiana” ha delle grosse responsabilità nella gestione precedente della banca; senza citare nomi e cognomi.Mi stupisco del Bisi che ha pubblicato  le amenità senza un commento all’articolo(non è obbligato); o forse il Bisi ha dimenticato la “sinistra democristiana” di Carlo Zini e Mario Bernini?

Per Simone Vigni la colpa è della sinistra democristiana. E nel liberare parole al vento il piddino esprime pieno appoggio all’uomo di fiducia dell’esponente della sinistra democristiana il banchiere Alessandro Profumo. Bravi, riscrivete il bis dell’intervento.

Facciamo alcune considerazioni. Simone Vigni afferma che Mancini non è legittimato a lavorare al nuovo statuto della fondazione MPS; Piazzi, Galgani invece si?

Simone Vigni con il suo intervento, senza mai nominarli, intende attaccare quelli dell’ex margherita che hanno votato contro il bilancio del comune(che non andava votato). Purtroppo chi ha suggerito l’intervento del Vigni ha liberato troppe parole, confondendo lo scontro interno al partio con la storia della gestione della banca fino al 2000. Affermare che la colpa è della gestione della “sinistra democristiana” significa affermare che tutte le gestioni del passato da Carlo Zini,a Mario Bernini, a tanti dirigenti della banca, sono state deleterie per la banca:o non sono questi gli esponenti della sinistra democristiana che hanno governato la banca? O forse chi ha scritto l’intervento del Vigni ha perso la memoria storica o accecato dalla sconfitta è scivolato dentro la palude del non senso? Che strano. Il piddino non cita mai la gestione Mussari. Il Bisi che di memoria ne ha tanta perchè non ricorda sul suo giornale le figure della sinistra democristiana che hanno avuto ruoli di gestione in banca MPS? Ci sarebbe anche Rosy Bindi che proviene dalla sinistra democristiana adatta a rispondere al quesito, non era in banca ma di sinistra democristiana è esperta e anche di università. Pur di nascondere le responsabilità politiche del politico fuggitivo Ceccuzzi i piddini senesi sono arrivati a negare tutta la storia di MPS. Peccato che con l’acquisto di banca 121 e Antonveneta a trattare c’erano quelli della sinistra del PD. E il danno patrimoniale alla banca non inizia con banca 121 ma con la gestione operativa di Mussari e con l’acquisto di Antonveneta, con il sostegno politico di Ceccuzzi. O forse Mussari proviene dalla sinistra democristiana e non l’avevamo capito? I piddini ceccuzziani non si rendono nemmeno conto della situazione che stanno vivendo i dipendenti di MPS;e naturalmente il Vigni appoggia in pieno la linea di Alessandro Profumo.

Un dirigente MPS in pensione

Dopo queste affermazioni di Ceccuzzi a quelli del PD non resta che inventarsi la scusa che fino ad oggi Siena è stata governata dalla Polverini

Scrive Franco Ceccuzzi:

Lo scandalo che ha coinvolto la Regione Lazio, provocando le dimissioni della Presidente Polverini, ha dato l’ennesimo duro colpo alla credibilità dei partiti e delle stesse istituzioni democratiche. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto, giustamente, con durezza, definendo la corruzione “vergognosa”. Capisco la rabbia dei cittadini onesti, chiamati a sacrifici pesanti che ogni giorno si trovano a dover assistere al triste teatrino di una politica ridotta, in molti casi, a sistema di potere ed a partiti che sembrano essere diventati comitati d’affari. Capisco la disaffezione di tanti italiani delusi, ma non dobbiamo cadere nell’errore di considerare tutti uguali. Conosco tante persone che vivono ancora la politica come un impegno civile e disinteressato. Ci sarà sempre chi anteporrà gli affari privati all’interesse della comunità, così come ci saranno sempre coloro che punteranno al potere personale piuttosto che alla realizzazione di progetti condivisi. Il Pd ha il dovere di difendere la democrazia e le istituzioni, con gli strumenti di un grande partito quale esso è: mettendo in campo progetti concreti per l’Italia di domani, combattendo ogni forma di corruzione e proponendo misure che la prevengano, ma sopratutto premiando l’entusiasmo, la passione e l’impegno di tante donne e tanti uomini che ancora credono nella politica, convinti che essa possa essere bella e utile per cambiare, in meglio, il nostro Paese.”

Il ragionamento sarebbe stato condivisibile se a pronuciarlo fosse stato un altro esponente del PD(quelli di Siena pochi); ma fatto dall’e sindaco Ceccuzzi è davvero un’offesa gratuità.

Facciamo l’elenco, cosi poi anche quelli con il prosciutto sugli occhi vediamo se hanno il coraggio di negare i fatti.

  • L’esponente del PD senese Maurizio Boldrini ha ordinato senza autorizzazione dei libri con i soldi pubblici in onore di Luigi Berlinguer(sempre PD);

  • L’esponente del PD ed ex consigliere di fiducia di Ceccuzzi è stato piccionato dalla magistratura perchè con la complicità di Carlo Bruni(dirigente dell’università di Siena e membro del comitato elettorale di Ceccuzzi) ha preso il bar universitario;

  • La gestione degli uomini vicino il PD ha devastato le casse dell’università;

  • I nominati all’aereoporto di Ampugnano dalle istituzioni guidate dal PD il 19 ottobre saranno davanti al GUP con la richiesta di rinvio a giudizio per una “gara truccata”;

  • Non parliamo della banca MPS e dell’operazione Antonveneta e di altro ancora..

 Evita di fare il moralista Ceccuzzi e facci sapere di cosa avete parlato durante la cena con Paolo Del Mese a Salerno nel 2006. Che faccia tosta!!!

  P.S. Lo schifo del caso Polverini è il risultato di un sistema laziale sostenuto anche dal PD e dall’UDC caro Ceccuzzi.

Dopo le parole del governatore di Bankitalia le richieste di dimissioni di Alessandro Profumo dovrebbero essere immediate

Ieri nel Salone dei Partecipanti, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha letto una lunga relazione durante il convegno “Il governo societario e la sana e prudente gestione delle banche”

Sana e prudente gestione della banche. D’accordo in pieno anche se dovrebbere essere implicito per un banchiere. Il problema caro governatore è che i banchieri italiani hanno problemi di udito rispetto ai concetti “sana”, “prudente” e infatti alla presidenza dell’ABI hanno nominato e confermato l’avvocato Giuseppe Mussari ex presidente di MPS. E la gestione catastrofica di MPS sotto la gestione Mussari è sotto gli occhi di tutti, in particolare degli uffici di Bankitali.

Dopo il saluto iniziale “Sono lieto di dare il mio personale benvenuto e quello della Banca d’Italia a tutti i partecipanti al convegno di oggi. Esso si colloca in un momento particolare della vita economica e istituzionale del Paese e dell’Unione europea, da cui è opportuno partire per inquadrare il tema della governance. Si stanno compiendo scelte importanti e si prospettano cambiamenti significativi nell’assetto della Vigilanza in Europa, scelte e cambiamenti che riteniamo utili per il futuro del sistema bancario europeo e della stessa unione monetari”, il governatore Visco ha esteso il suo concetto “Per questo motivo bisogna intendersi sui contenuti delle regole, confrontarsi sulle soluzioni adottate, far emergere con chiarezza i problemi e le aree di miglioramento. La qualità della governance non può essere valutata solo sulla base del disegno formale della struttura (l’organigramma, lo statuto, i regolamenti interni …): al di là del modello teorico contano i comportamenti, il modo in cui le persone interagiscono tra loro, i valori che esse esprimono”. Ricordatevi la frase “ i valori che esse esprimono”.

Il governatore entra ancora nello specifico e aggiunge “L’economista è interessato alle condizioni che determinano l’equilibrio di un mercato. La “domanda” di buona governance è alta: la chiedono il mercato, l’azionista, l’Autorità di vigilanza. Minore attenzione si presta al lato dell’offerta (il mercato dei manager). Ci sono fattori che dissuadono un buon potenziale esponente dall’assumere l’incarico in una banca? Forse le risposte non si trovano guardando solo al settore finanziario: contano, ad esempio, i meccanismi reputazionali e, in alcune circostanze, i rischi legali. Più in generale, la disponibilità di buoni managers dipende anche dal sistema di istruzione, dai processi di formazione e dai modelli espressi nel mondo della consulenza, ricerca e selezione del personale.”

Caro governatore Visco, il Suo intervento mi trova concorde; non mi torna invece il via libera alla nomina di Alessandro Profumo alla presidenza di banca MPS. Una nomina tutta PD e poco consona ai processi di miglioramento reputazionale che Lei invoca. Alessandro Profumo è stato rinviato a giudizio e nei primi giorni di ottobre parte il processo. La normalità “della sana e prudente gestione delle banche” imporebbe le immediate dimissioni di Profumo. Con tutti i problemi che MPS deve risolvere non credo aiuti avere un presidente rinviato a giudizio. E anche vero che in Italia “l’immagine reputazionale” dei banchieri è un fatto secondario.Tutto sommato in questa fase turbolenta per MPS era preferibile un presidente come Carlo Salvatori una figura piu’ rassicurante per i cittadini senesi e anche per il sistema bancario;non per Giuliano Amato.

Chiudo citando l’economista Luigi Zingales,presente nel Salone dei Partecipanti,il quale ha rivolto una richiesta ai banchieri:“A proposito di trasparenza: pubblichiamo tutte le consulenze e i cosiddetti pareri pro-veritate che chiedete ad avvocati, notai e commercialisti a supporto delle vostre decisioni, così magari ci penseranno due volte prima di scrivere ogni cosa e il suo contrario a seconda delle richieste del committente”.

 Albus Silente

La lettera del reato e il corpo del reato è la lettera stessa.Firmata congiuntamente Angelo (C)Riccaboni e condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro. Come si suol dire:”un faro della cultura europea (anzi, due fari)”

Partiamo dal corpo del reato

 Ad aggravare ed a palesare il sistema di illegalità e gli intrallazzi tra Frediani, Riccaboni e Fabbro ecco la prova provata, il documento che abbiamo già pubblicato tempo fa. ECCOLO QUA (naturalmente anche questo è inutile tentare di farlo sparire. Cliccate sull’immagine per vedere la lettera a GRANDEZZA NATURALE)!

 In questo documento c’è un reato per parola. Innanzitutto c’è la violazione delle leggi sui contratti nella pubblica amministrazione e sugli obblighi dei docenti a tempo pieno.Poi c’è un abuso evidente di ufficio perché il documento è co-firmato da Riccaboni e Fabbro. Ci possono spiegare che competenza ha il direttore amministrativo sulla docenza (forse competenza affettiva? Forse ne hanno parlato ad una cena a lume di candela?)? A noi non ne risulta alcuna. Per giunta la legge 240/2010 IMPONE addirittura al Rettore di fare lezione, figuriamoci se consente di esonerare un docente a tempo pieno dai suoi obblighi. E ancora: incontri con operatori di mercato????????? Ma il FREDIANI STESSO è operatore di mercato in quanto socio di maggioranza (e che maggioranza!!!) di Astrea s.r.l. E come mai il preside di economia Ghellini, cui la missiva PROTOCOLLATA è indirizzata, non l’ha dichiarata – come doveva fare – IRRICEVIBILE? E come mai gli organi di governo non ne sono a conoscenza? E per quale motivo si è dovuto ricorrere ad una così grave infrazione? Forse perché gli studenti, che ricordiamolo sono GLI UNICI AD AVERE TUTTI I DIRITTI, si erano lamentati delle assenze ingiustificate di Frediani?
Sta di fatto che Riccaboni e Fabbro hanno prodotto un documento strapieno di illegalità con il concorso del preside di economia e con la compiacenza, salvo smentite formali, del consiglio di facoltà di economia e del senato accademico. Se costoro non fossero stati informati li invitiamo a procedere con le denunce nei confronti di Riccaboni, Fabbro e Ghellini (e Frediani ovviamente).
Per chiudere notifichiamo a tutti gli altri docenti dell’Ateneo che nei loro confronti è stata commessa una grave infrazione del principio di uguglianza perché non si capisce la ragione di esonerare dagli obblighi legati al suo status UN SOLO DOCENTE, tra l’altro per occuparsi di questioni di cui si occupa anche la sua società PRIVATA.

Rinfreschiamo la memoria sul disgustoso intrallazzo che precede la lettera del reato.

 Arriviamo alla penosa e disgustosa vicenda dei rapporti tra Astrea srl e il Criccaboni in qualità di amministratore di un ente pubblico. In questa vicenda entriamo in punta di diritto con l’ausilio dei nostri studi legali.
Cos’è Astrea srl. E’ una società che opera nel mercato mobiliare e immobiliare registrata allaCamera di Commercio di Milano (vedi qui la visura camerale) di cui i soci sono due,Lorenzo Frediani e la MOGLIE, con capitale sociale di 30.000 euro così suddiviso: 28.500 euro Frediani, 1500 euro la moglie. Chi è Lorenzo Frediani? E’ un docente A TEMPO PIENOdella Facoltà di Economia R. Goodwin di Siena di Analisi dei bilanci degli intermediari finanziari. Ecco cosa si dicevano Frediani e Criccaboni il 4 novembre 2010:

  • 4 novembre (ore 16:26): una voce maschile chiede conferma sulla nomina. Si accordano di vedersi tra un po’ in facoltà.
    – 4 novembre (ore 19:04): una voce maschile chiama per congratularsi per la nuova nomina e chiede insistentemente un incontro prima dei festeggiamenti per parlare del loro progetto.
    – 10 novembre 2010 (ore 10:09): fissano un incontro per il 19 novembre (alle ore 10.00) con il nuovo direttore amministrativo e la ragioneria dell’università per procedere – dopo aver controllato i conti – alla programmazione di un fondo immobiliare o vendita dei beni dell’Unisi.
    – 18 novembre 2010 (ore 09:42): un uomo chiama Riccaboni e gli chiede conferma per l’indomani alle 10 con il direttore amministrativo. Riccaboni conferma.
    – 22 novembre 2010 (ore 09:53): una voce maschile chiama Riccaboni e lo mette sull’avviso di non discutere con nessuno nel dettaglio del piano di risanamento, visto che ci sono dei problemi in arrivo come la mancata corresponsione del contributo di 8 milioni di euro da parte della regione che mette a rischio il pagamento degli stipendi per dicembre. La linea diventa disturbata…
    – 22 novembre 2010 (ore 09:57): una voce maschile riprende il discorso interrottosi precedentemente e gli fa presente che mancano i soldi per pagare gli stipendi di dicembre. Riccaboni propone di far ricorso alle anticipazioni di cassa e la voce maschile precisa che al 31 dicembre le anticipazioni di cassa devono essere portate a zero. Se bisogna percorrere quella strada, la voce maschile dice che va richiesto un incontro a Mussari e a Marino per vedere se la fanno percorrere. Non è una cosa semplice anche perché le tredicesime vanno pagate il 12 o il 13. Riccaboni dice che ci vuole pensare e si accordano di sentirsi domattina.
    – 1 dicembre 2010 (ore 09:52): Angelo viene chiamato da un uomo che gli suggerisce di aumentare il numero delle persone che lavorano nella ragioneria perché sono in uno stato di criticità, almeno finché le cose non girano. Riccaboni si appunta la cosa. L’interlocutore dice che poi con calma devono vedere come riorganizzare l’università ma questo deve essere un provvedimento da prendere subito. Riccaboni dice che ne parlerà con la Fabbro.

 Alle interrogazioni in CdA che mettevano in dubbio la compatibilità delle varie attività di Frediani con questa legge (http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/dpr382_80.html) è stato risposto che tale incompatibilità non sussisteva.

Facciamo finta che tale incompatibilità non ci sia davvero: andiamo alla sostanza che poi è quello che rileva ai fini giuridici. 1) Come mai il 10 novembre 2010 la società Astrea fissa un incontro con Riccaboni e il direttore amministrativo per procedere alla programmazione di un fondo immobiliare o vendita dei beni dell’Unisi? 2) Come mai il 22 novembre 2010 la società Astrea chiede a Riccaboni di non discutere con nessuno nel dettaglio del piano di risanamento? E in più Astrea dice che ci sono dei problemi in arrivo come la mancata corresponsione del contributo di 8 milioni da parte della Regione? Che ci incastra una società privata con la gestione di un ente pubblico? 3) Come mai, sempre il 22 novembre 2010 Astrea chiede di fissare un appuntamento con il presidente della banca Giuseppe Mussari e con il vice direttore generale Antonio Marino4) Come mai il 1 dicembre 2010 la società Astrea srl suggerisce al Criccaboni di aumentare il numero delle persone che lavorano in ragioneria? Con quale competenza fa questo e sulla base di quale diritto, norma, regolamento? 5) E come mai in questa conversazione Criccaboni sostiene che ne parlerà con la Fabbro?
Il come mai vi si spiega noi: il titolare OPERATIVO di Astrea è Lorenzo Frediani e si capisce chiaramente la commistione tra interessi privati e gestione dell’ente pubblico palesando la volontà di tenere all’oscuro la comunità accademica e i suoi organi di governo.
Alle pressanti richieste di chiarimento fatte da consiglieri di amministrazione è stato risposto che Frediani non è né presidente nè amministratore delegato. E allora domandiamo noi. 1)Come mai le telefonate vengono fatte da un cellulare intestato ad Astrea srl? 2) Come mai il sito astrea.info (abbiamo salvato tutto, quindi è stato stupido oltre che inutile aver cancellato il dominio) è registrato a nome di Lorenzo Frediani e con l’indirizzo email frediani[at]unisi.it(cosa che fra l’altro costituisce una grave infrazione anche alla normativa che disciplina l’utilizzo delle mail accademiche)? Vedete pure qui.

Informazioni su astrea.info

Il nodo elezioni amministrative autunnali per Siena: il 28 settembre forse decidono

Pressing di Giuliano Amato e Alessandro Profumo su Gianni Letta per convincere il PDL a far passare il decreto per l’elezioni amministrative a Siena nel mese di novembre. Dopo una consultazione con Gabriello Mancini(favorevole per novembre) anche il presidente della Acri Giuseppe Guzzetti spinge sul ministro Passera per l’approvazione del decreto. Dai nomi impegnati si comprende benissimo il carattere popolare della richiesta delle elezioni a novembre.

Il “sorvegliante” Turiddu Campaini

Chi è Turiddu Campaini? E’ l’inamovibile presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze; settantadue anni e fin dai tempi della gestione Mussari rappresenta Unicoop all’interno del cda di banca MPS. Con quali risultati, si chiedono dentro e fuori Unicoop? Di sicuro, Unicoop Firenze nel corso degli anni ha investito circa 250 milioni in azioni MPS e il sorvegliante Turiddu non ha mai abbandonato la linea di totale appiattimento sulle scelte degli ex Mussari-Vigni e oggi, senza pensarci troppo ha sposato la linea di mister Alessandro Profumo.La carriera di Campaini nel ‘mondo cooperativo’ inizia con la sua entrata nella Cooperativa del popolo di Empoli nel 1963 sotto la presidenza di Duilio Susini. Nel 1971 al momento delle dimissioni di Susini, ne diventa presidente per poi essere nel 1973 tra i protagonisti della fusione tra le principali cooperative di consumo toscane che porterà alla nascita di Unicoop Firenze.Nella primavera del 2003 è entrato a far parte del Consiglio d’Amministrazione del Monte dei Paschi di Siena, in rappresentanza della Fondazione. Con l’uscita di scena di Consorte , Turiddu Campaini ha giocato il ruolo di trait-d’union tra MPS e Unipol, ricoprendo anche il ruolo di presidente di Finsoe (la finanziaria che controlla Unipol). Ruolo da cui poi si è dimesso per divergenze interne. Turiddu Campaini quando sembrava in dirittura di arrivo la scalata di Unipol alla BNL non perse tempo e si schiero contro la scalata e contro Consorte, evidenziando il carattere etico del movimento cooperativo. Peccato che quel “carattere etico”, il sorvegliante Campaini, si dimenticò di rispolveralo quando MPS decise di comprare banca Antonveneta. E a tutt’oggi il sorvegliante Campaini non ha esternato nessuna valutazione sul prezzo pagato da MPS sempre per l’acquisto di Antonveneta. Era il 2006 e Campaini fece sponda con Franco Bassanini, Diego Della Valle e Luigi Abete, tutti impegnati contro la scalata Unipol; erano gli anni del Campaini-veltroniano e con un Franco Bassanini ambasciatore di Mussari nei poteri romani. Fu proprio per l’opposizione alla scalata Unipol versus Bnl che Campaini lascia la presidenza di Finsoe. Stranamente lo zelo e la difesa dell’etica del sorvegliante Campaini ritornano nel cassetto durante il sodalizio gestionale sotto la presidenza Mussari. Il cooperante Campaini per caso sa niente dei finanziamenti elargiti da MPS al pastificio Amato? Cosi,per rimanere in tema di zelo ed etica della cooperazione.

Il 27 aprile 2012 il settantaduenne Turiddu Campaini , è stato nominato vice presidente di banca MPS.Campaini ha ottenuto il 97,8% delle preferenze, grazie all’appoggio della famigliaAleotti (gruppo farmaceutico Menarini), che insieme a Unicoop Firenze e a Lorenzo Gorgoni (in rappresentanza dei 58 ex soci della Banca del Salento) sostenevano una lista di minoranza.
“Saprà difendere il legame con il territorio, ma anche la senesità e la toscanità della banca” ha chiarito Lucia Aleotti, spiegando perché la sua famiglia (proprietaria del 4% di MPS) ha deciso di puntare su Campaini. Se lo dicono dalla casa farmaceutica che il cooperante Campaini “saprà difendere il legame con il territorio, ma anche la senesità e la toscanità della banca”, possiamostar tranquilli sullo stato di salute di MPS. Cercando di capire che cosa pensano delle strategie di Campaini i lavoratori di Unicoop mi sono imbattuto nel blog LAVORATORI UNICOOP e mi sono letto attentamente un post dal titolo “Il Campaini Pensiero” http://lavoratori-unicoop.blogspot.it/2012/09/il-campaini-pensiero.html

Alcuni passaggi del blog “Su MPS, il presidentissimo Unicoop con il suo 2,727% di quote, appare ottimista. Da dove provenga questa rosea visione è abbastanza misterioso. Ribadiscead nauseam il concetto di investimento strategico (certo non ne può parlare in termini di investimento redditizio) e cioè che la Banca deve rimanere legata al territorio, ma nel frattempo si sta andando in direzione opposta e dopo i disastri combinati da Mussari, Vigni e compagnia con l’operazione Antonveneta, la Fondazione, azionista di maggioranza, è stata costretta a scendere sotto il 50% e attualmente detiene il 37,56% e pare disposta a scendere ulteriormente.”

E ancora “Tutto considerato non pare che si proceda nel senso di un radicamento territoriale. Se la Banca trovasse l’interesse di un altro partner forte, magari non italiano, l’allontanamento dal territorio starebbe nelle cose, vanificando le centinaia di milioni che Unicoop ha messo nel corso degli ultimi anni in azioni MPS, con buona pace della strategia campainiana. Vedremo. Campaini però dovrebbe parlare anche di numeri e quelli dell’investimento strategico di Unicoop Firenze in  Monte Paschi sono impietosi. Dovrebbe dire chiaramente a soci e dipendenti (visto che li vorrebbe coinvolti nell’azienda, secondo ilmodello tedesco) quanti soldi sono stati complessivamente investiti e l’enorme minusvalenza di Unicoop su MPS. Troppo facile mettere su il disco rotto dell’investimento strategico. E poi, che non ci sia mai un giornalista degno di tale nome che glielo domandi è davvero singolare, per usare un eufemismo”.

Forse è il momento che Campaini ritorni ad impegnarsi esclusivamente del mondo della cooperazione. Quel mondo della famosa etica che diverge completamente da un presidente come Alessandro Profumo rinviato a giudizio per la presunta frode fiscale del caso Brontos.

Albus Silente

Un caffè mattutino per “gufare” contro le inchieste della magistratura

Con oggi ci siamo convinti che taluni soggetti sono perseguitati dalla sfortuna. Altrimenti non si spiegano certe coincidenze. Si fann sgamare con facilità.Stamani, domenica 23 settembre 2012, la nostra portavoce Marianne Franceschi mentre beveva un caffè in un noto bar senese fuori dalle mura, senza volerlo, ha ascoltato una conversazione tra due docenti in pensione dell’ateneo senese. Il docente “giurista” rivolgendosi al docente “medicale” esternava forti preoccupazioni sulla posizione insostenibile del Riccaboni. Il “medicale”(forse non ancora in pensione) con fare altezzoso replica: “dopo le dichiarazioni di Monti son convinto che la magistratura non muoverà un dito contro Riccaboni; e poi hai visto che anche Giuliano Amato e Luigi Berlinguer si sono schierati per essere vicini al mio amico Angelo”. Il docente “giurista” controreplica:” caro collega non vuol dire niente la presa di posizione di Monti con il regolare corso del lavoro dei magistrati. Il “medicale” risponde: “sono fiducioso per le sorti di Angelo”. E poi si sono messi a parlare di donne e cavalli. Ci mancherebbe altro, sono opinioni, ma sufficienti per descrivere il livello morale e culturale di certi docenti.

Il 6 marzo tutti davanti al GUP per il buco dell’ateneo senese.La procura della repubblica chiede il rinvio a giudizio

Alcuni mesi fa questo blog è stato accusato di “esperarare e mistificare” la vicenda del dissesto di oltre 200 milioni di euro che ha devastato l’ex prestigioso ateneo senese. Esasperare e mistificare? No! Il dato è un altro. E’ stata troppo tenera la magistratura.Dovevano circordare e occupare l’ateneo con le forze speciali. L’ateneo è stato devastato da una cosciente e organizzata opera banditesca finalizzata alle carriere personali, al controllo del consenso e al foraggiamento della cricca. E attenzione: il buco era superiore a 350 milioni. Si parla di 200 milioni perchè questa è la cifra oggetto dell’indagine della magistratura e purtroppo per via delle leggi sulla prescrizione e sul fatto che non possono indagare troppo indietro negli anni non hanno potuto indagare sull’intera cifra del buco. Ma il dato non cambia: una classe dirigente, tutta legata ai DS e poi al PD ha devastato l’ateneo senese. Ricordatevi le parole di “stima” e “sostegno” dell’allora segretario del partito Franco Ceccuzzi al dissestatore Piero Tosi. All’interno di questa opera devastatrice c’è una cifra che mette in risalto l’azione banditesca; una lunga lista di spese non autorizzate, e quindi fuori bilancio, per un importo complessivo di oltre 11 milioni d’euro. Tra queste spese non autorizzate ci trovate(basta leggersi “Atto di ricognizione dei Residui attivi e passivi”) anche i volumi non autorizzati in onore di Luigi Berlinguer(vero Boldrini?). Lo capite da soli: 11 milioni di spese non autorizzate in un ente pubblico(peggio della Regione Lazio o di altri scandali in enti pubblici).

Il primo punto fermo dell’inchiesta sul buco: ricordare perchè inizia l’inchiesta. La nomenclatura(meglio chiamarla cricca) universitaria legata al Tosi e prima ancora a Luigi Berlinguer era contraria ad informare la magistratura della scoperta del buco(sai che novità!) e quindi le hanno provate tutte per impedire a Silvano Focari di recarsi alla Lizza con i libri contabili. Per fortuna Focardi non ha accettato e si è recato in Viale Franci. Parte l’inchiesta e di questo bisogna ringraziare Focardi. Verità storica per verità storica bisogna ricordare che sempre grazie a Focardi-Barretta è iniziata(poi interrotto dal Criccaboni) l’opera di risanamento dei conti dissestati.Perchè vi diciamo questo? Perchè Silvano Focardi non è da catalogare nella cricca dei devastatori. L’ateneo era già stato devastato sotto la guida Tosi-Bigi; non siamo noi a dirlo ma i documenti. Si, è vero, Focardi è dentro l’inchiesta e su questo spetterà ai suoi legali chiarire il tutto. Noi esprimiamo un’opinione supportata dai dati storici. Anche sulla questione del bar di Via Roma, da parte di Focardi(sempre in base alla lettura dei documenti pubblici) non c’è stata malafede ma solo coglionaggine;perchè si era messo a perder tempo con un politicante che aveva come uno scopo quello del bar. Sul bar la vera manfrina è stata quella tra il dirigente dell’università Carlo Bruni(CGIL ceccuzziana) e David Chiti(PD ceccuzziano).Altra opera meritoria di Focardi è stata quella di spianare l’area comunicazione(o mangiatoia) gestita dall’esponente del PD Maurizio Boldrini(quando chiuse l’area si oppose alla decisone di Focardi l’allora membro del cda Gabriella Piccinni, tosiano di acciaio). Apriamo una parentesi: in base a quale titolo o legge il sig, Boldrini fu nominato dirigente della struttura pubblica univerità di Siena? E in base a quale titolo è stato incaricato come docente, forse perchè laureato(no) o forse perchè ha conseguito il titolo delle magistrali per l’insegnamento(booh?)? Chiusa parentesi. Con tutto ciò noi non siamo qui a tessere le lodi di Focardi ma solo a mettere il primo punto fermo.(se non vi torna attendiamo smentite). Da ricordare anche che un ruolo di primo piano durante il dissesto era occupato anche dal prof. Angelo Riccaboni(Cresco, Nucleo di Valutazione e delegato aretino)

Il secondo punto fermo:l’origine del male

Perchè un prestigioso ateneo come quello di Siena è stato devastato? La risposta va trovata nelle continue infornate di docenti organici a un solo partito e alle carriere costruite sfruttando le posizioni dentro l’ateneo. In piu’ bisogna aggiungere il tratto delinquenziale di certi soggetti e la megalomania congenita di altri. Se a questo aggiungiamo la complicità dei revisori dei conti(i loro nomi infatti sono tra le richieste di rinvioa giudizio) e il silenzio complice delle altre istituzioni locali e della politica che per anni hanno gratificato e protetto Piero Tosi (addirittura doveva fare il ministro per il centrosinistra), ecco che si scopre l’origine di questo male che ha distrutto la cultura,il sapere, le casse e il futuro di bravi ricercatori e docenti.

Il 6 marzo tutti davanti al GUP

Piero Tosi, Loriano Bigi, Carlo Bruni, David Chiti, Enzo Martinelli e altri 13.

Ricordatevi la celebre frase di Piero Tosi quando disse che lui è un patologo e non spettava a lui controllare i conti. Con questa storia che non è il loro mestiere, però sono ai vertici delle istituzioni, hanno veramente rotto i coglioni. E ricordatevi anche che Riccaboni incontrava Piero Tosi “al solito posto” e chissà perchè.

Il Matto. Una scorsa alla Repubblica

Abbiamo letto con attenzione gli articoli della stampa di questo lunedì 24 settembre e in modo particolare ci siamo soffermati su quelli della Repubblica. È evidente che è in corso una campagna stampa tesa a dare dei messaggi positivi al di la delle reali situazioni che nel frattempo non sono cambiate. Opera del responsabile della comunicazione tale David Rossi che insieme all’ex responsabile del consorzio tale Castagnini hanno grande capacità di creare “consenso”. Su Rossi ieri un mio amico di Siena faceva questa considerazione: si scandalizzano tanto per Fiorito della Regione Lazio, ma perchè non vanno a vedere le spese personali del comunicatore, si accorgerebbero che il responsabile del PDL è un ragazzo? L’intervista di Profumo va letta con attenzione perchè pensata e scritta da più mani a tavolino. Quando avviene una cosa del genere è necessario distinguere: i messaggi sono tanti in riferimento alle teste che li hanno pensati. Apparentemente il nucleo dell’intervista si concentra sui regolatori del mercato finanziario ma non è così. Ci sono due messaggi uno rassicurante e uno preoccupante per il sindacato. In previsione delle prossime elezioni amministrative Profumo si sforza di dirci che il centro decisionale rimarrà sempre e comunque a Siena: scelta di tipo sociale e non economico. A seguito di questo il presidente ci fa anche l’identikit del socio che dovrebbe entrare, la scelta è della Fondazione ma intanto lui ci dice cosa sarebbe opportuno fare. Un socio industriale che non prenda il controllo, che accetti la dimensione di una grande banca italiana che si rivolge, quest’ultima, alla piccola e media impresa e alle famiglie. Tutto bene ma un industriale che fa della finanza il suo punto di forza difficilmente vorrà restare in silenzio e non decidere le sorti dell’azienda in cui ha messo del denaro. Sembra che Profumo faccia di tutto per non avere dei concorrenti nel posto di comando, ma su questo ci ritorneremo. L’altro messaggio è duro e contro il sindacato a cui dice: abbiamo delle compatibilità di bilancio che devono essere rispettate, a noi interessa solo quello. Dato che non avete fatto delle proposte che salvaguardino i saldi e visto che non avete idee noi siamo costretti a fare come riteniamo più opportuno. Se a queste affermazioni ci mettete i cambiamenti statutari che fanno del consiglio di amministrazione, meglio del presidente e dell’amministratore delegato, gli unici responsabili. La frittata è servita.
Nell’altro articolo di Marco Panara il redattore si sforza di metterla in positivo ma proprio non ci riesce nonostante gli apprezzabili sforzi. L’articolo finisce come inizia che a Siena la quasi totalità dei senesi sta alla finestra a guardare anche a causa delle incertezze politiche per il prossimo futuro. E i profili dei personaggi che si vedono all’orizzonte sono talmente bassi che fanno venire lo sconforto. Ma anche qui per la prima volta Mancini ci dice che hanno sbagliato tutti: amministratori e politici. È già qualcosa. Mentre Viola ci fa capire che il percorso è ancora lungo, difficile e accidentato. C’è sul tappeto la questione della Biverbanca su cui troveranno pure una soluzione ma le difficoltà rimangono e sulle altre dismissione pesa l’incertezza. Si devono ridurre gli investimenti a causa della mancanza di risorse. Almeno Viola guarda all’efficentamento interno e non alla speranza che il mercato cambi con l’intento di coprire gli errori del passato. Efficentamento difficile visto il clima che si respira nella rete.
Quali sono le conclusioni? Semplice al di la di una campagna stampa mirata per mandare dei messaggi positivi per creare un’alone rassicurante ciò che emerge è la volontà di Profumo che ci dice: qui comando io. Mussari è un ricordo lontano e negativo come ci ricorda Panara. Soltanto signor presidente che lei ha un nemico: i numeri. E fintantochè questi numeri rimangono brutti le ragioni del suo argomentare non convincono. Non c’è sostanza, non esiste la possibilità della misurazione e le parole restano parole. E la senesità coniugata con la performance deve fare ancora passi da gigante. Alcuni cittadini, quelli che conoscono la grande storia dei banchieri senesi del passato, guardano solo un’aspetto delle parole: i numeri.

 

 

IL MATTO

Da “Boldrake” a “er Batman” uno sputtanamento di soldi pubblici senza fine

Qualcuno si ricorderà che sul nostro blog prima che scoppiasse prepotentemente il caso della Regione Lazio avevamo pubblicato un articolohttp://shamael.noblogs.org/?p=5878 dove mettevamo a confronto la famosa cancelleria comprata allo Squero di Rimini dall’intellettuale del PD Aldo Schiavone(rinviato a giudizio) quando era a pranzo con lo studioso dei caldarrostai del mondo antico Maurizio Bettini, con i regali per bambini senza reddito comprati in un’enoteca dal capogruppo del PD della Regione Lazio Esterino Montino.  Poca cosa rispetto alle spese folli e senza fondo con i soldi pubblici dei consiglieri regionali del PDL del Lazio. Il caso piu’ eclatante è quello del consigliere regionale passato alle cronache come “er Batman”. Ma il dato vero è che tutti dentro quel consiglio regionale(maggioranza e opposizione) in un silenzio bipartisan sopportavano questo schifo autorizzato con i soldi pubblici. Quindi nessuno scagli la prima pietra, altrimenti vi fracassate il cranio in modalità bipartisan. Tanto scalpore e tante dichiarazioni di condanna per questo schifo. Ci mancherebbe altro. Anche il Montesquieu di Pontedera ha preso le distanze e in linea di massima siamo concordi con lui. Però prima di marcare le differenze sarebbe opportuno farsi un esame di coscienza diffuso. Anche perché leggere sulle bacheche facebook le prese di posizione di alcuni esponenti del PD senese che si scagliano indignati contro i consiglieri regionali del Lazio sinceramente ci lascia perplessi. E vi spieghiamo il perché. Questo lo diciamo proprio per spingere i partiti senesi, in primis il PD, ad aprire una seria questione morale. Altrimenti osservate il silenzio.

Alla data di oggi la procura della repubblica di Siena ha chiesto il rinvio a giudizio per 41 persone che tra iscritti e non sono riconducibili al PD e alle gestioni istituzionali del PD. Come mai il PD senese fa finta di niente?

Come mai il PD senese non dice niente sulla vicenda del bar che vede coinvolto l’esponente del partito ed ex consigliere comunale David Chiti?

Come mai il PD senese non dice niente sui libri non autorizzati ordinati da Boldrake(al secolo Maurizio Boldrini iscritto al PD) in onore di Luigi Berlinguer(dirigente del PD)  comprati con i soldi pubblici?

Come mai il PD non chiede le dimissioni del banchiere Alessandro Profumo rinviato a giudizio?

Come mai il PD non dice niente sulla presenza dell’ex parlamentare ed ex sindaco del PD Franco Ceccuzzi alla cena di Salerno del 2006 insieme a Paolo Del Mese(oggi agli arresti domiciliari per il crac Amato)?

Ci sarebbero altri come mai. Il dato è abbastanza chiaro;tra Bokdrake e “er Batman” è stato un continuo sputtanamento di soldi pubblici. Quindi caro Montesquieu sarebbe il caso che qualche pronunciamento sulla situazione imbarazzante di Siena(proprio per aiutarla a ripartire questa città) arrivasse, altrimenti le differenze non ci sono. Ops ci stavamo dimenticando del rettore abusivo Criccaboni e della condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro(solo al PD senese poteva venire in mente di far nominare direttore amministrativo dell’università una tizia condannata per danno erariale).

P.S. A proposito dello scandalo Lazio leggetevi questo http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/giu-la-maschera-gli-sprechi-del-lazio-decisi-dalla-grande-colazione-le-delibere-che-44355.htm