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Ma come ve lo dobbiamo dire che se violate la regola dei tre sgrolloni quando andate a mingere, noi lo veniamo a sapere?

tuberosaScena: circolo la Tuberosa, tavola imbandita a ferro di cavallo, una cinquantina di convitati e, nel concone Lucia Cresti ex assessoressa ceccuzziana, Giovanni Mazzini (fratello del Paolo Mazzini agli onori delle cronache per la sua uscita sulla Fondazione), Marcello Flores d’Arcais (ex assessore cenniano e berlinguerian-tosian-criccaboniano di ferro), Anita Francesconi (che ci fa con questi signori?) , assente il mitico Frank Mason, ma ben presente e dominus della situazione lo Sgarbi de noantri, Andrea Milani. Insomma un convito, un CAP: 53100. Ecco quindi che prende la parola l’architetto e chi attacca per primo? Ma ça va sans dire!!! Fratello Illuminato!!! Perché questi blog anonimi fanno attacchi personali mentre noi siamo l’ultimo baluardo della senesità e della salvaguardia della città. Tutto ciò con il forte assenso del proto-dissestatore Marcello Flores (uno dei firmatari del celeberrimo articolo: “Noi non siamo la banda del buco”: no, semmai, pochino! La banda della voragine) che ha anche individuato fra i redattori di Fratello Illuminato il Prof. Giovanni Grasso che, stranamente però, ha un blog suo dove si firma. Insomma: una roba da commedia dell’arte durante la quale è stato dichiarato anche che 53100 serve molto semplicemente a schiaffare qualcuno di loro in consiglio comunale a supporto di Ceccuzzi nell’auspicabile, per loro, ipotesi (dell’irrealtà) che Ceccuzzi venga rieletto sindaco.
Ma che bella scenetta! Beh … Spiacenti deludere, ma Siena potrà risorgere soltanto se verranno restituite all’agricoltura le braccia di costoro (e di qualcun altro) e se verrà associata al più vicino carcere mandamentale un’altra decina di persona.

Ma spendeteli meglio i soldi per le cene!

Le pressioni politiche per il mantenimento del 51% della fondazione nella banca MPS hanno determinato il collasso della stessa fondazione. Le inesattezze di Bassanini e la “politica” dentro la banca

websiteHo seguito tra ieri e oggi il botta e risposta tra due reduci politici della prima repubblica sulle vicende di MPS: Cirino Pomicino versus Franco Bassanini. Non entro nel merito del botta e risposta; riprendo solo una palese inesattezza di Bassanini, quando afferma che lui, Mussari e Ceccuzzi erano contro l’arroccamento a difesa del ruolo predominante della fondazione. Probabilmente Bassanini era contrario, ma Mussari e Ceccuzzi, come testimoniano gli atti e i ruoli svolti, hanno lottato fino alla fine per non far scendere la fondazione sotto il 51%. Esattamente l’arroccamento che ha determinato il collasso della fondazione medesima. E sicuramente il più arroccato su queste posizione era il sig. Ceccuzzi. Lo stesso ha condotto la campagna elettorale rivendicando “mai e poi mai la fondazione sotto il 51%”. Era l’anno 2011. Nel 2012 il presidente della fondazione Gabriello Mancini nel replicare alla accuse rivolte sulle gestione dell’ente dichiarò senza equivoci di aver “ubbidito agli ordini”. Gli ordini di chi? I nominati nella fondazione MPS, per statuto, sono autonomi dagli enti nominanti quindi non è secondario capire chi e perchè ha dato ordini a Gabriello Mancini, considerata la natura giuridica dell’ente e i riflessi nella gestione della banca, questa domanda al sig. Mancini dovrebbero avanzarla oltre ai magistrati anche le altre autorità di vigilanza. E siccome la fondazione ha contratto debiti per assecondare le scelte della banca e per non scendere sotto la soglia del 51%, causando evidenti danni patrimoniali per lo stesso ente e il territorio di riferimento, in sede civile e penale il sig, Mancini deve chiarire da chi ha ricevuto “ordini”. La magistratura, anche alla luce della non approvazione del bilancio comunale 2011 e in base alle dichiarazioni pubbliche di ex consiglieri comunali, i quali hanno asserito che Ceccuzzi ha nascosto ai consiglieri comunali la lettera della fondazione MPS in merito alle poste di bilancio condizionati dalle erogazioni della fondazione stessa, dovrebbe accendere un faro e valutare i rapporti intercorsi in questa misteriosa vicenda del bilancio comunale. Il dato politico invece è chiaro: la fondazione è stata utilizzata, pur con la conapevolezza dei danni patrimoniali, per meri scopi di tenuta del consenso elettorale. Mentre qualcuno dava ordini e altri li ricevevano.

Del resto, smentendo la tesi di mister Profumo, la politica è entrata ed è ancora dentro la banca. Tutti gli uomini che collaboravano alla gestione Mussari-Vigni e alcuni di essi hanno e sono vicini a un preciso gruppo politico,proprio quello del sig. Ceccuzzi, con il placet di Profumo sono stabili nei ruoli dentro la banca, in particolar modo David Rossi e Valentino Fanti; per non parlare del Responsabile Servizio Organizzazione Processi Strutture Centrali della Banca Mps, Leandro Cini, che il 17 dicembre 2012 era al tavolo dei relatori dell’iniziativa politica delle primarie a sostegno di Franco Ceccuzzi. E mister Profumo non poteva non sapere del bonifico di MPS del novembre 2012 per pagare la pubblicità per la festa del Pd senese. Non dimentichiamoci dell’appello pubblico dello stesso Profumo durante la trasmissione di Lucia Annunziata a sostegno della riconferma di Mussari alla guida dell’Abi; e delle parole di apprezzamento, recenti, nei confronti di Franco Ceccuzzi. Forse per far uscire la politica dalla banca bisogna cambiare il presidente della banca.

Il momento è difficile e il pensiero,cosi come le azioni di tutela e di rilancio, sono rivolti giustamente ai dipendenti e alla banca stessa, vittime principali dei disastro compiuto. Vittime di quella politica che ancora alberga in banca.

Albus Silente

Il documento che smonta la finta discontinuità di Ceccuzzi e conferma il suo legame stretto con Mussari-Vigni: “Mps-Antonveneta: il capolavoro della banca senese”

tris“Nell’Italia governata dai sondaggi e del consenso a consumo immediato, il rischio d’impresa assunto da Mps con l’acquisto di Antonveneta è un fulgido esempio di classi dirigenti orientate dall’interesse generale.”

Ecco il documento integrale (14 novembre 2007) scritto dal piddino Franco Ceccuzzi:

“Tanti compagni, amici ed anche colleghi deputati mi hanno chiesto un giudizio sul “blitz” della Banca Monte dei Paschi che, con abile discrezione, forte determinazione e coraggio, ha acquistato Banca Antonveneta. Non ci dilungheremo sui profili finanziari, industriali e squisitamente bancari dell’operazione. Saremmo, francamente, tentati da tanta abbondanza di valutazioni da svolgere. Un piatto ricco di spunti se aggiungessimo anche una retrospettiva sull’estate del 2005, quando all’assalto di Antonveneta non andarono i galantuomini del Monte dei Paschi di Siena, ma altri manager ed uomini di affari che, a distanza di due anni, frequentano più i Tribunali della Repubblica che Piazza Affari. Il tema che vogliamo sviluppare è quello dell’assunzione di responsabilità, dell’interesse generale e della misurazione del consenso nel lungo periodo. Il presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, ed il direttore generale Antonio Vigni hanno messo sul tavolo della trattativa con Banco Santander una cifra di 9 miliardi di euro, qualcosa meno di 18mila miliardi di vecchie lire. Tanto quanto una legge finanziaria di media taglia. Una scelta impegnativa per l’azienda che amministrano pro-tempore, per gli azionisti, per i dipendenti, per la comunità che orgogliosamente, da secoli, ne rappresenta le radici e ne scrive la storia, con successo. L’indomani i mercati hanno reagito negativamente. Il prezzo è troppo alto. L’integrazione tra le due banche è troppo difficile. Gli obiettivi di creazione di valore dai due istituti non sono realistici. La governance di Mps è atipica. A Siena, però, nessuno si è impressionato per lo “starnuto” dei mercati. Il riferimento è scherzoso e non vuole essere offensivo. L’accelerazione della storia impressa dalla globalizzazione dei mercati e dalla rivoluzione tecnologica non rispetta zone franche e nemmeno una banca nata nel 1472. E così la ristrutturazione bancaria che in Italia prende le mosse con la legge Amato-Ciampi e che da oltre 1000 banche ci ha portato a poco più di 600 marchi. Con la nascita di nuovi e grandi gruppi. Player di rango europeo come Unicredit Group, Banca Intesa San Paolo, e Monte dei Paschi di Siena con oltre 3000 sportelli e la joint venture con Axa. Per questo chi proviene da una storia secolare e si pone di fronte a sé di percorrere un cammino altrettanto lungo e glorioso, investe le sue forze in un disegno di largo respiro e non si ferma alle valutazioni di breve periodo. Sempre che, naturalmente,  chi amministra protempore abbia il coraggio, la forza e la visione dell’interesse generale per assumersi i rischi della critica, o persino dell’impopolarità a breve, per veder maturare i frutti delle proprie scelte in tempi lontani, magari quando non si ricoprono più quelle responsabilità. Nell’Italia governata dai sondaggi e del consenso a consumo immediato, il rischio d’impresa assunto da Mps con l’acquisto di Antonveneta è un fulgido esempio di classi dirigenti orientate dall’interesse generale. Mi riferisco, in questo caso, anche all’azionista di riferimento che è la Fondazione, il cui ruolo nell’operazione Antonveneta non è stato, non è, e non sarà certo marginale. Le regole dell’economia però non si possono applicare in politica e nei processi di sviluppo delle comunità. I processi di partecipazione e di costruzione, nonché misurazione, del consenso richiedono massima trasparenza e non silenzio, massima ponderazione e non impazienza, equlibrio e non certo impeto. Qui mi sento di elogiare senza limiti e senza riserve quanto ha scritto, in questi giorni,  Simone Bezzini sullo sviluppo dell’aeroporto di Ampugnano e nelle settimane scorse il sindaco di Sovicille Alessandro Masi. Idee chiare sugli obiettivi da perseguire, ed atteggiamento riflessivo sui passi da compiere. Perché in questi casi i passaggi vanno consumati tutti. Uno per uno. Questa è la mia opinione. E voi che cosa ne pensate?”

 http://www.francoceccuzzi.it/wordpress/?p=839

Bastardo senza gloria. Se non reggi la gugliata stai a casa

Bastardi-senza-gloria-A Siena esiste un modo di dire molto chiaro, “se non reggi la gugliata, stai a casa”. Secondo voi a chi potrebbe essere riferito in questo caso?
E’ notizia del tardo pomeriggio di ieri, che il sig. Ceccuzzi abbia dato mandato al suo legale (chi ?) di querelare l’associazione “Confronti” e la Lega Nord di Siena.
Ora, in quest’ultimo caso, la faccenda assume toni veramente preoccupanti, sembra infatti che la Lega abbia diffuso un volantino in cui si fa il riassunto dell’ascesa a Siena di Mussari Giuseppe, arrivando al sillogismo “Pd=Ceccuzzi=Mussari”, che nei fatti storici, fatta salva ogni offesa personale, non racconta niente di tanto trascendentale.
Sempre per essere chiari, qui la querela non c’entra proprio niente. Si tratta di sana e pura propaganda politica, che un candidato a sindaco dovrebbe semplicemente accettare e semmai ribattere con argomenti, che evidentemente non ha. Dove sta allora la tanto decantata possibilità di confronto “anche aspro”, dice qualcuno, ma che garantisca tutta una serie di informazioni ai cittadini?
A me pare, che si stia semplicemente tentando d’intimidire qualcuno, mandare un messaggio del tipo di quello espresso qualche giorno fa dal segretario del Pd Besrani “chi mi attacca sulla banca lo sbrano”. A voi cari lettori le dovute conclusioni.
Qui è evidente invece un altro aspetto, secondo me. Il sig. Ceccuzzi non “regge la gugliata” ed allora si affida a tutte quelle pratiche che normalmente si mettono in atto quando non si ha più niente da dire e quindi non si regge più il confronto politico, perchè non abituati al dissenso, alla protesta, al fatto che le persone la pensino diversamente da te e che non possano accettare che un candidato a sindaco “riveda”, così disinvoltamente, la propria storia politica. Insomma se non regge la gugliata caro sig. Ceccuzzi, torni a casa, si veda un bel film, mangi qualcosa, si rilassi, che tanto qui non intimorisce nessuno. Forse qui non si rende conto di quello che è successo e lei non mi pareva che fosse in Tibet nel frattempo, o no?
E questo è un altro problema. Grosso.
P.s. Domani alla Tuberosa avremo una nuova cena di quelli che piacciono tanto alla gente che piace, vale a dire i mitici ed inossidabili di 53100………che bello!! a quando una bella tavolata “sotto le logge”? Poi vi racconteremo…….

Bastardo Senza Gloria

Ennesima disinformazione con palesi bugie: D’Alema sul giornale del Bisi. Il solito groviglio

Ovviamente il cantore del groviglio armonioso, Stefano Bisi,esattamente quel groviglio che distrutto Siena, oggi pubblica l’ennesima disinformazione:le dichiarazioni di D’Alema.
Lo sponsor del Ceccuzzi,Massimo D’Alema dichiara:E’ evidente che non i partiti che, non c’entrano nulla, ma le istituzioni senesi hanno il potere di nomina di determinati rappresentanti. Quello però che viene dimenticato è che sono state proprio le istituzioni senesi, il sindaco in primo luogo che per questo si è giocato il posto e tuttavia il Pd non lo ha sbugiardato ma ricandidato, a volere il cambiamento ai vertici della banca e portare le carte in procura chiedendo che si facesse piena luce sulla vicenda”.
Prima falsità storica: Ceccuzzi si è dimesso volontariamente e solo dopo aver tentato di formare una nuova maggioranza e il bilancio che aveva presentato non poteva essere approvato. O forse D’Alema pretende di far votare bilanci non conformi?
Seconda falsità storica: le istituzioni che nominano erano e sono tutte in mano a uomini con tessera del PD.
Terza falsità e abnorme cazzata: non sono stati né uomini del PD né Ceccuzzi e nemmeno le istituzioni locali che hanno portato le carte in procura per fare piena luce. Sulle divise quando hanno fatto il blitz c’era scritto Guardia di Finanza e non Guardia del PD. E comunque se si aspettavano i vertici delle istituzioni locali in procura non ci sarebbe mai arrivato niente. A leggere i giornali in procura semmai vengono convocati e non perché hanno denunciato le porcate compiute.
Cambia musica caro D’Alema!!!!

Siena:tagli di stipendi, cassa integrazione e danno patrimoniale. Ma la politica e i giornali (non tutti) rincorrono solo il gossip giudiziario e lo scontro ideologico. E i magistrati ad oggi non hanno sanzionato nessuno

Si rimane perplessi quando ci tocca leggere le polemiche tra magistrati. Bruti Liberati accusa alcune procure di indagare violando le competenze territoriali; altri magistrati invocano l’intervento del CSM contro i propri colleghi. Morale della storia: nessun responsabile dei danni paga e le inchieste si allungano nei giornali e nei tempi. E all’improvviso si scopre che alcuni piani del Tribunale di Siena non sono a norma, parola del presidente del Tribunale.
Nel frattempo, mentre giornali e politici si rincorrono tra gossip giudiziari e scontri ideologici, la città di Siena, i cittadini, pagano sulle loro vite lavorative e quotidiane, i disastri colposi di una classe dirigente voluta e sostenuta dal groviglio armonioso e da una combinazione di politica, giornalismo locale servile e interessi finanziari speculativi.
La prima istituzione dissestata è stata l’università di Siena: i responsabili a piede libero e ai loro posti e a rimetterci i lavoratori con tagli di stipendio e cassa integrazione e la didattica. E magari qualche ex procuratore della repubblica dopo la pensione ha goduto anche della nomina da parte degli enti senesi nel cda di qualche società.
Poi è arrivato il disastro MPS: danno per la banca, per i dipendenti e danno patrimoniale per fondazione e per il territorio. Sanzionato qualcuno? No.
L’unico processo che inizierà sarà quello a Salerno, l’11 settembre, sul crac del pastificio Amato http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-ceravamo-tanto-amato-ecco-il-sistema-montepaschi-allopera-in-campania2-per-ingraziarsi-lallora-50378.htm
Magari tra 50 anni ci scriveremo un libro per individuare i responsabili.

Ancora una volta Fratello Illuminato c’è (ed è primo in classifica)

Alla fine degli anni 80 una band demenziale, Sandro Oliva and the Blue Pampurio’s, esordì con un pezzo che si intitolava “Dio c’è ed è primo in classifica” (http://www.youtube.com/watch?v=dSA3KFaoM8I). Bene, parafrasiamo il titolo di quel pezzo e diciamo: Fratello Illuminato c’è ed è primo in classifica. A pochi minuti dall’evento possiamo infatti farvi vedere le foto dell’arrivo di Giuseppe Mussari e del viceprincipe del foro Pisillo in Procura della Repubblica. Badate bene che non si tratta di sciacallaggio (che non ce ne frega proprio niente, tanto ormai il danno è fatto e i due non sono certo i soli a dover rispondere), ma la galleria mette in evidenza una singolarità.

Mancano, in queste foto, diversi soggetti. Li elenchiamo:

1) I Senesi incazzati che, alieni per carità da ogni violenza che noi ripudiamo in toto, però notifichino a ai due la propria incazzatura;

2) Tutti i miracolati da Beppino a manifestare la loro solidarietà al pover’uomo che tanto bene ha fatto alla città in primis ed a loro in secundis;

3) Svariati giornalisti con tanto di tesserino dell’Ordine dei Giornalisti in bella mostra a riprendere un evento che, insomma, qualche significato per Siena ce l’ha.

Buona visione

La redazione e l’inviato specialissimo di Fratello Illuminato

L’asse Profumo-Ceccuzzi-Bindi funzionale a un disegno chiaro: MPS lontana da Siena.I giochini politici sulla quota di partecipazione della fondazione nella banca hanno distrutto patrimonio

websiteIn settimana cercherò di approndire con le dovute documentazioni le esternazioni di Giovanni Consorte sui rapporti politici tra Bologna e Siena e non solo, in merito alla vicenda BNL; concentrandomi anche sul ruolo politico che in quel periodo ha avuto nella vicenda il piddino Franco Ceccuzzi.

Che cosa succede a Siena e cosa si muove intorno al terzo gruppo bancario? Leggendo le dichiarazioni di tre protagonisti,Profumo, Ceccuzzi e Rosy Bindi,emerge una subalternità del politico Ceccuzzi rispetto alle strategie dell’ex ad di Unicredit,oggi presidente di MPS, Alessandro Profumo (attendiamo notizie ufficiali dall’inchiesta della procura di Trani sui derivati).

Emerge inoltre, grazie alle rivelazioni dell’onorevole Rosy Bindi(presidente del PD), un disegno chiaro:rompere il legame tra banca MPS e la città di Siena; come se gli errori e i danni sono frutto solo di un eccesso di localismo e non di eccessi di cretineria politica e gestionale e banditismo finanziario. E’ innegabile che la chiusura locale del passato ha pesato e non poco nelle scelte strategiche della banca e soprattutto della fondazione MPS, ma quello che sta venendo fuori,ed è ancora poco, rappresenta quel sistema marcio e degenerato cresciuto all’ombra del vizio diabolico della politica di voler condizionare e controllare la gestione operativa delle banche e utitizzare il patrimonio delle fondazioni per meri scopi di sopravvivenza del consenso elettorale. A Siena è successo questo.

Nella scorsa campagna elettorale l’ex sindaco Ceccuzzi aveva imposto alla fondazione mai e poi mai sotto la soglia del 51% e fu sempre lo stesso Ceccuzzi (come ricavato dalla rassegna stampa) che nel passato insieme al suo partito ad aver imposto l’intoccabilità della quota di partecipazione della fondazione nell’azionariato della banca. Chi per disegni ben precisi,chi per palese incompetenza chi per evidente cretineria non si erano resi conto che stavano uccidendo la fondazione e il legame secolare con il territorio. Dovevano,invece,operare con astuzia e competenza per una diversa partecipazione della fondazione e la stessa fondazione doveva lavorare per un assetto della banca, equilibrando il ruolo di banca commerciale e con la funzione di soggetto a sostegno del territorio.

I disastri di oggi e l’incosistenza della fondazione a gestire i futuri passi della banca sono i risultati di un classe dirigente locale incompetente e funzionale a disegni di potere;disegni che mal si conciliano con l’esigenza europea e nazionale di un modello trasparente e funzionale di sistema creditizio e finanziario. “Tu mi lasci portar via la banca e io ti appoggio nell’avventura politica”.

Credo che sia arrivato il momento di operare un’azione di trasparenza diffusa e di ridare credibilità al sistema delle banche, e quindi Bankitalia dovrebbe chiedere le dimissioni di tutti quei banchieri indagati,rinviati a giudizio o con condanne.

Rompere l’asse Profumo-Ceccuzzi-Bindi significa salvaguardare banca MPS da nuove soluzioni di potere autoreferenziale e significa ristabilire un sano e rinnovato rapporto tra politica,territorio e sistema creditizio.Profumo si dimetta dalla presidenza di MPS; la presenza dell’amministratore delegato Fabrizio Viola rende già stabile e autorevole la banca.Per la presidenza di MPS occore una figura di garanzia per il territorio e la società civile e per i vari livelli istituzionali dello Stato.

Albus Silente

Dal Corriere del Mezzogiorno del 29 gennaio 2013:”Mussari e Salerno, così il Montepaschi finanziò gli Amato poi indagati per crac – Il processo nel quale sono coinvolti anche Del Mese e Labonia parte l’11 febbraio. I viaggi a Siena”

SALERNO – Il Monte Paschi di Siena e il suo presidente Giuseppe Mussari, ora al centro di una maxi inchiesta sui derivati nella quale il numero uno dell’istituto di credito è accusato di truffa, hanno gestito importanti affari anche a Salerno. Uno di questi, probabilmente il più rilevante, è legato al gruppo Amato e all’omonimo pastificio – tra i più grandi in Italia, già sponsor della Nazionale di calcio nel 2006 – che nei mesi scorsi alcuni imprenditori hanno salvato in extremis dal fallimento. Mussari e Mps sono menzionati nei faldoni dell’inchiesta della magistratura salernitana – senza essere iscritti al momento nel registro degli indagati – che ha portato il pm Vincenzo Senatore ad accusare i vertici del gruppo Amato, alcuni imprenditori e l’ex presidente della Commissione parlamentare Finanze, Paolo Del Mese, per presunte operazioni illecite. Richiedendo, proprio per quest’ultimo e per Simone Labonia, anche l’arresto. Provvedimento sul quale la Corte di Cassazione dovrà pronunciarsi il prossimo 11 febbraio: ironia della sorte nello stesso giorno di avvio del processo al Tribunale di Salerno.

LA VICENDA – Il pastificio Amato, vicino al fallimento e protagonista di un investimento complicato per la trasformazione del suo vecchio stabilimento in centro direzionale e residenziale su progetto griffato Jean Nouvel, ottiene un finanziamento di 27 milioni di euro da un pool di banche. Sedici milioni e 968mila euro sono del Monte Paschi di Siena. Soldi che sono garantiti dall’istituto di credito a una immobiliare del gruppo Amato all’epoca dei fatti – nel 2008 – appena costituita e poi si scoprirà interamente controllata da una società off-shore di Malta. Questo stesso finanziamento però, qualche tempo prima, altre banche non l’avevano concesso ritenendo l’operazione finanziaria troppo rischiosa. Per il Monte Paschi, invece, non è così. E i magistrati ritengono che Mps abbia garantito fiducia agli Amato grazie a Del Mese.

VIAGGIO A SIENA – Ad accompagnare gli Amato da Mussari a Siena è proprio Paolo Del Mese. E per i magistrati l’ex deputato avrebbe incassato soldi per favorire questa operazione. inoltre, sempre secondo gli inquirenti, il presidente della Commissione Finanze sarebbe riuscito ad inserire uno dei suoi uomini più vicini, l’avvocato Simone Labonia, nel giro Mps. Tant’è che Labonia è stato, per un periodo, procuratore speciale della Consum.it: una società del gruppo Mps. Un altro uomo di Del Mese invece, il consigliere provinciale Antonio Anastasio, nella stessa controllata di Monte Paschi diventa addirittura membro del consiglio di amministrazione. Ma in quel ruolo Anastasio rimane fino al 2008, quando si dimette – come rivela lo stesso beneficiato in una deposizione resa ai magistrati – su consiglio dello stesso Del Mese: «A suo dire – racconta l’indagato – la permanenza in tale incarico costituiva un ulteriore ostacolo alla concessione del mutuo». Quello che poi sarebbe stato garantito agli Amato.

LA CENA IN COSTIERA AMALFITANA – Mussari sembra avere un feeling particolare con Paolo Del Mese e con Salerno. Anche perché il numero due della Commissione Finanze, presieduta dall’ex democristiano salernitano, è Franco Ceccuzzi. Parlamentare del Pd ma anche ex sindaco di Siena. Alla cena, come hanno raccontato alcuni indagati nel corso delle deposizioni, furono invitati e parteciparono numerosi esponenti politici e imprenditoriali di rilievo di Salerno. La conviviale fu organizzata, nella sua villa in costiera amalfitana, da Giuseppe Amato. Pare su input di Del Mese. Che vi partecipò insieme a Mussari e Ceccuzzi. Tra i tanti invitati anche il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca.

Felice Naddeo 29 gennaio 2013 (modifica il 30 gennaio 2013)

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/cronaca/2013/29-gennaio-2013/mussari-salerno-cosi-montepaschifinanzio-amato-poi-indagati-crac-2113762522373.shtml

Sindacalisti montepaschini in carriera sulla riva giusta – La continuità di Profumo – La telefonata di Lorenzo Frediani socio di Astrea – I tanti “misteri” sul fronte giudiziario

Sindacalisti montepaschini in carriera sulla riva giusta. Prendiamo il caso del cgillino-montepaschino Calosi, grande sostenitore della gestione Mussari-Vigni e ceccuzziano di ferro. Con il nuovo corso (nuovo nel senso di nuove persone) della gestione Ilaria Dalla Riva, capo delle risorse umane del gruppo MPS, il cgillino-montepaschino Calosi, forse perchè ha suscitato un fascino professionale particolare agli occhi della signora Dalla Riva, ha fatto un salto di qualità e di prestigio nella carriera montepaschina: è stato promosso capo delle risorse umane di MPS a Firenze (circa tremila dipendenti sotto di lui). Nel segno di quella continuità tra una parte del sindacato, la politica e la gestione della banca.

La continuità di Profumo. Apprezziamo il timido impegno dell’ ad di MPS Fabrizio Viola nel cercare le soluzione giuste per risanare la banca e renderla discontinua nella gestione rispetto al passato.. Non ci convince affatto il ruolo tra la continuità gestionale e le palesi convergenze politiche con Ceccuzzi, del sig. Alessandro Profumo. Del resto il rinviato a giudizio Profumo (già questo la dice lunga sulla discontinuità) nella famosa trasmissione di Lucia Annunziata aveva chiesto la riconferma di Mussari alla guida dell’Abi, così come ha riconfermato i collaboratori di Mussari nei posti chiave nella gestione della banca: da Valentino Fanti, David Rossi, Pompei, Antonio Marino. E non è sfuggio a nessuno il bonifico del novembre 2012 di banca MPS per pagare la pubblicità per la festa del PD senese, considerando anche le parole di apprezzamento politico dello stesso Profumo nei confronti del responsabile politico di quanto successo a Siena negli ultimi 13 anni, Franco Ceccuzzi. Illuminatevi alla svelta.

La telefonata di Lorenzo Frediani socio di Astrea. Poteva mancare il Criccaboni? No! Interessante telefonata tra il docente dell’università di Siena Lorenzo Frediani socio di maggioranza della società Astrea e il rettore abusivo Criccaboni: una telefonata inquietante che svela il modus operandi di certi soggetti. Telefonate di Frediani (Astrea) a Riccaboni nel 201010 novembre 2010 (ore 10:09): fissano un incontro per il 19 novembre (alle ore 10.00) con il nuovo direttore amministrativo e la ragioneria dell’università per procedere – dopo aver controllato i conti – alla programmazione di un fondo immobiliare o vendita dei beni dell’Unisi; 22 novembre 2010 (ore 09:53): una voce maschile chiama Riccaboni e lo mette sull’avviso di non discutere con nessuno nel dettaglio del piano di risanamento, visto che ci sono dei problemi in arrivo come la mancata corresponsione del contributo di 8 milioni di euro da parte della regione che mette a rischio il pagamento degli stipendi per dicembre; 22 novembre 2010 (ore 09:57): una voce maschile riprende il discorso interrottosi precedentemente e gli fa presente che mancano i soldi per pagare gli stipendi di dicembre. Riccaboni propone di far ricorso alle anticipazioni di cassa e la voce maschile precisa che al 31 dicembre le anticipazioni di cassa devono essere portate a zero. Se bisogna percorrere quella strada, la voce maschile dice che va richiesto un incontro a Mussari e a Marino per vedere se la fanno percorrere. Non è una cosa semplice anche perché le tredicesime vanno pagate il 12 o il 13. Riccaboni dice che ci vuole pensare e si accordano di sentirsi domattina. Per rinfrescare la memoria http://ilsensodellamisura.com/2011/12/31/quando-lo-sciacallaggio-parte-dai-vertici/ e per ricordare che Criccaboni e Fabbro hanno commesso un abuso d’ufficio http://shamael.noblogs.org/?p=5958.

I tanti “misteri” sul fronte giudiziario. Apprendiamo dall’articolo di Franca Salvatici sulla Repubblica di oggi che il processo di Appello contro l’assoluzione di Acampa da parte del giudice di Siena Monica Gaggelli non parte perchè dagli uffici del tribunale di Siena non hanno trasmesso il ricorso della procura a Firenze. Dicono che il tutto è determinato dalla mancanza di personale. Per trasmettere un fascicolo quanti addetti occorrono? Lo portano a mano verso Firenze il fascicolo e forse pesa troppo che servono 10 persone? Perchè il ministro della giustizia Paola Severino non chiede chiarimenti al presidente del tribunale di Siena? Abbiamo l’impressione che con la scusa della mancanza di personale tentino di ostacolare il lavoro della procura. Solo un’impressione?