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Febbraio 20th, 2013 — Note redazionali
All’iniziativa a favore della Cooperativa Solidarietà (e ovviamente contro i macellai sociali Criccaboni & Fabbro che si sono guardati bene dal farsi anche solo vedere) Fratello Illuminato c’era e vi propone, in anteprima come sempre, un reportage fotografico dal quale si desume che sono intervenute diverse forze politiche e qualche rappresentanza stiglianese. Di una cosa siamo sicuri, di chi NON c’era, dimostrando ancora una volta quanto gliene frega dei poveracci e dei deboli: il Ceccuzzi (mentre Valentini, per l’interposta persona di Fulvio Mancuso era presente). Complimentoni Ceccuzzi, complimentoni Bezzini, siete proprio in gamba. Avete guadagnato altri 64 voti.
Basta con la macelleria sociale!!! Basta con gli stiglianesi e i dissestatori!!!
Febbraio 20th, 2013 — Note redazionali
Le voci che circolano, dopo un’attenta verifica, o si stoppano o si certificano come vere. Ci rivolgiamo al Commissario Laudanna attuale commissario del Comune di Siena per sottoporre alla Sua attenzione due questioni non secondarie:il rapporto di alcuni dirigenti comunali con l’ex sindaco Ceccuzzi e il mancato giuramento degli dipendenti dell’ufficio legale del Comune.
Girano alcune voci (da verificare) che ci sarebbero alcuni dirigenti che oltre ad informare in tempo reale l’ex sindaco Ceccuzzi (le vicende sul Santa Maria della Scala in primis e anche quelle relative al rapporto con le imprese) su quanto accade nella gestione del Comune tentino di “rallentare” il normale rapporto uffici-cittadini-imprese proprio per far intervenire lo stesso Ceccuzzi in modo tale che sia lui ad accreditarsi in funzione elettoralistica la soluzione dei problemi sottoposti agli uffici. Verifichi sig. Commissario e verifichi anche se la dirigente del Comune Angela Ongaro è la stessa Angela Ongaro firmataria del comitato dei sostenitori dello stesso Ceccuzzi.
Altra questione è quella delle consulenze legali affidate nel passato ad avvocati esterni(anzi al solito avvocato) alla pianta organica del Comune. Siccome la legge prevede che dopo un particolare “giuramento” gli stessi dipendenti(legali) dell’ufficio legale del Comune di Siena possono occuparsi delle materie oggetto delle consulenze che venivano affidate esternamente(quindi un risparmio notevole per le casse comunali) ci chiediamo come mai(o se qualcuno blocca la procedura) questo “giuramento” non è stato formalizzato.
Così,semplicemente.
Febbraio 19th, 2013 — Note redazionali
MERCOLEDI’ 20 FEBBRAIO 2013 – AULA MAGNA DEL RETTORATO – ORE 16.00-18.00
Tutti i cittadini, che siano impegnati in politica, nel sindacato, nel volontariato, o semplicemente attenti al momento attuale, sono invitati a partecipare alla iniziativa pubblica di sostegno ai 64 operatori della Cooperativa sociale Solidarietà che operano presso le portinerie dell’Università di Siena.
Abbiamo tutti letto dei tanti interventi fatti da diversi esponenti della politica locale, e non, sulla situazione della cooperativa Solidarietà. Noi, oggi, nell’indire questa iniziativa chiediamo a tutti coloro che si sono spesi per gli operatori della cooperativa di dedicargli ancora due ore del loro tempo per confrontarci tutti insieme. Nell’occasione dell’incontro verrà presentato un appello da sottoscrivere e presentare al Magnifico Rettore per il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo. Verrà spiegato perché sussistono ancora i tempi per porre rimedio alla decisione di far terminare la convenzione con la Cooperativa Solidarietà evitando tutte le ricadute su 64 famiglie. Alla iniziativa sono invitati tutti, semplici cittadini, i dipendenti dell’università, gli studenti, ma anche tutti i candidati a sindaco delle prossime elezioni comunali. Sappiamo quanto ognuno abbia impegni magari già fissati, ma sappiamo anche quanto una firma, un gesto seppur piccolo, unito a quello di tanti altri possa acquisire un significato dirompente.
La difesa dell’occupazione, dell’inserimento lavorativo e della dignità, non è patrimonio di una parte, ma rappresenta il grado di maturità di una intera comunità a prescindere dalle posizioni. Per questo ci appelliamo a tutte e tutti per sostenere i 64 operatori della Cooperativa Solidarietà partecipando alla iniziativa.
Noi stesse come organizzazioni promotrici, insieme agli operatori, abbiamo solo voluto convogliare la loro richiesta di intervento in una iniziativa pubblica, il senso alla iniziativa lo daranno tutti coloro che vorranno essere presenti.
Gli operatori della Cooperativa sociale Solidarietà, DAS e USB Siena
Febbraio 19th, 2013 — Note redazionali
Dalle colline dei Cappuccini la vista è particolare. L’aria è rarefatta, l’occhio si adagia sul paesaggio, appagato di sé. Il mondo, le sue insulse vicende, sono lontani. L’abate dei Cappuccini, l’onnipresente immarcescibile Robertone, da lassù osserva, e scrive. Noi, poveri cristiani, gli siamo grati delle perle di saggezza e delle analisi sopraffine che gratuitamente distribuisce (i ben informati dicono che con la sua pensione di lusso se lo possa permettere…). Gli siamo grati, anche, di non limitarsi a schiarire i nostri intelletti confusi da quella palestra di coraggioso e pluralistico giornalismo che è “Il Corriere di Siena”; perché l’abate dei Cappuccini ci illumina anche dalle pagine del “Corriere fiorentino”, che generoso ospita le sue acrobazie retoriche e i suoi esercizi di bello stile (tanto anche se non si dice niente chi se ne frega nooo???). Chi ha letto l’editoriale di Paolo Ermini del 15.02 ha iniziato a sussurrare che addirittura l’Abate accolga il devoto direttore del “Corriere” al suo confessionale, suggerendo non le preghiere da dire in remissione dei peccati ma gli articoli da scrivere. Perché – avrebbe suggerito l’Abate all’amico Paolo – ricordare ai lettori, in un articolo che parla anche del commissariamento del Comune, quella quisquilia del bilancio? E’ una vicenda che turba… Molto meglio rilanciare l’originale storia della congiura dei dissidenti e chiedere al PD nuove primarie. Sì, perché l’Abate, dalle colline, fiuta il cambiare del vento. Ai tempi in cui l’amico Franko nominava il più impresentabile Assessore alla Cultura che a Siena e dintorni si fosse mai visto, l’Abate stava in pensoso raccoglimento; quando lo stesso Franko pensava di regalare il Santa Maria all’Archistar di via Pendola, Robertone scriveva articoli su articoli sul Santa Maria e si guardava bene dall’intervenire sulla questione. «… l’impasse che si è verificata – scriveva il 26 agosto 2012 sul “Corriere” – non deve essere pretesto di polemiche». Figurarsi… La Fondazione pensata da Ceccuzzi per gestire il Santa Maria l’Abate si è limitato a definirla «discutibile» in un articolo del 3 ottobre, quando già molti altri ne avevano messo in luce i contenuti non discutibili ma inaccettabili. Quando la vicenda del Monte esplodeva in tutto il suo fragore, l’Abate dei Cappuccini interveniva per rassicurarci, e per alleggerire le coscienze piddine: tranquilli, tutti avevano avuto le loro colpe! L’Abate si muove con circospezione: dice e non dice, afferma e sfuma, con quintalate di aggettivi e di verbi insoliti -«la matassa che s’è attrigata» (10 giugno 2012). Meglio non mettere a rischio il ruolo di Gran Consigliere, del vecchio saggio sopra le parti che si è sapientemente ritagliato e che il ruolo di Presidente dell’Accademia degli Intronati e della Biblioteca Comunale gli consente di mantenere e alimentare. Eccolo allora definire le primarie «meste» piuttosto che una farsa, quale sono davvero state. Ma il vento, si sa, è pronto a cambiare direzione…chissà cosa potrebbe accadere… L’Abate inganna il tempo tuonando sprezzantemente, novello Savonarola, contro «la frantumazione del sistema politico in decine di rivoli, associazioni, gruppi e gruppetti che si agitano in vista del prossimo appuntamento elettorale che di fatto impedisce quel soprassalto di unità civica indispensabile a fronteggiare una crisi di queste proporzioni» (19 ottobre, ancora sul “Corriere”). Da par suo presenzia ad ogni convegnulo, commemorazione e presentazione di libri. E’ pronto ad ergersi quale mente limpida, intellettuale disinteressato, lettore attento e critico, salvo poi presentare nelle aule dell’Università di Siena – a tal punto è giunto il degrado… – il libercolo di Alessandro Cannamela sui comunisti senesi e la svolta della Bolognina. Si dia solo un rapido sguardo alle note a piè pagina per valutare il popò di contributo scientifico partorito dal Cannamela….
E’ proprio bello guardare il mondo dai Cappuccini.
Febbraio 18th, 2013 — Note redazionali
Il nostro è più un impegno culturale che politico e sinceramente siamo in forte imbarazzo per esprimere una preferenza politica per le imminenti elezioni politiche. Purtroppo emerge un’Italia senza una valida classe dirigente, fatte salve poche personalità, e il nostro timore è una nuova fase di ingovernabilità e di confusione istituzionale. Ci sono due esempi che vogliamo portare all’attenzione dei nostri lettori: le accuse di Oscar Giannino ai baroni universitari (una giusta critica al mal costume nazionale) e le dichiarazioni fuori luogo della capolista del PD in Toscana Carrozza (per restare in tema di università di Siena).
Oscar Giannino, al quale consigliamo di verificare meglio le alleanze per le amministrative, pone l’accento sul mal costume di certi baroni “magnifici” universitari e racconta l’episodio di un professore universitario candidato nella sulla lista per il parlamento che era stato invitato dal rettore della sua università a ritirarsi perchè lo stesso rettore è candidato in un’altra lista. Giustamente Oscar Giannino si rivolge al barone con questa frase evocativa che noi di Fratello Illuminato apprezziamo molto: ”Taci miserabile”. Sono mesi che solleviamo con forza la necessità di de-stiglianizzare l’università italiana.
E invece la Carrozza chi l’ha sciolta? Qui invece si sfiora il ridicolo ed emerge con forza l’urgenza di modificare la legge per l’elezione del parlamento così noi cittadini possiamo scegliere i parlamentari da votare e non essere obbligati a votare la lista con i candidati scelti dalle segreterie di partito. Prendiamo, appunto, il caso della candidata di fiducia del Montesqueiu di Pontedera, capolista alla camera in Toscana per il PD. Ci doveva essere il Manciulli come capolista ma le giratine in vespa con il Montesquieu sono state fallimentari. Secondo voi è sostenibile mandare in parlamento chi afferma di conoscere un problema e nel contempo la medesima persona afferma di non aver letto i documenti che affrontano il problema? In un paese serio queste persone non vengono nemmeno candidate.
Maria Chiara Carrozza, già rettore del S.Anna di Pisa (Pontedera e Bientina sono in provincia di Pisa) è venuta a Siena e mentre era seduta accanto all’economista Giulio “Guido” Carli (sarà stata influenzata dall’economista?) ha rilasciato delle dichiarazioni sulla situazione dell’università di Siena che definire ridicole è un complimento. “La situazione dell’ateneo senese – ha aggiunto Carrozza – è difficile, come quella di molte altre università, ma Siena ha avuto più difficoltà. Credo, però, che sia stato fatto un grande lavoro per il rilancio dell’Università. Non conosco nei dettagli il piano di risanamento, ma lo valuto nei fatti. Siena attrae molti studenti ‘fuori sede’, ha progetti internazionali attivi e si occupa di sostenibilità a livello di tutto il Mediterraneo. Sia nel campo della didattica che nel campo della ricerca, Siena ha le idee chiare. Il piano di risanamento si sta attivando con costi alti, a partire dalla riduzione del numero di docenti, purtroppo inevitabile, perché il fondo di finanziamento è diminuito drasticamente e c’è stato il blocco del turnover che ha determinato un impoverimento di tutte le università italiane”.
Affrontiamo nel merito le inesattezze e le grossolanità della Carrozza.
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“Siena ha avuto più difficoltà”? Quello che ha subito l’università di Siena, cara sig.ra Carrozza, non sono difficoltà, ma un barbaro dissesto economico e morale di oltre 200 milioni di euro. Un dissesto che voi della corporazione baronale conoscete molto bene quindi ci risparmi le dichiarazioni in politichese tese a nascondere il problema politico del dissesto.
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“Non conosco nei dettagli il piano di risanamento, ma lo valuto nei fatti.?” Ma quale piano di risanamento sig.ra Carrozza? Forse quello del bugiardo Criccaboni? E comunque lei non conosce i fatti evidentemente e non ha letto la relazione dei sindaci revisori. Chiami il Montesquieu e insieme leggetevi questa http://shamael.noblogs.org/?p=6765
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“ Il piano di risanamento si sta attivando con costi alti, a partire dalla riduzione del numero di docenti”? Lei sig.ra Carrozza ha visto un bel film!!! A tal proposito si legga l’intervento di Laura Vigni http://shamael.noblogs.org/?p=6873
Evitiamo di commentare le questioni “internazionali” e della “sostenibilità” altrimenti diventiamo offensivi. Sig.ra Carrozza, la sfidiamo: se lei è in grado di smentire le nostre osservazioni nel merito le regaliamo una vespa.
Febbraio 18th, 2013 — Note redazionali
Febbraio 17th, 2013 — Note redazionali
Il rinvio da parte del Tribunale di Siena della decisione sul ricorso dei lavoratori dell’Università riguardante il salario accessorio, prolunga ancora lo stato di incertezza in cui restano tanti lavoratori dell’Università mentre sull’istituzione si addensano altre nubi.
Purtroppo, come avevo già denunciato in un mio intervento datato 11 novembre, si è invece aggravata ulteriormente la situazione dei lavoratori della Cooperativa Solidarietà che – al contrario di quanto il Rettore Angelo Riccaboni mi aveva assicurato in occasione di un incontro sollecitato dallo stesso Riccaboni dopo quel mio intervento – cesserà ogni rapporto con l’Ateneo dal prossimo aprile, lasciando 64 lavoratori in cassa integrazione. A fare le spese di un piano di risanamento di dubbia efficacia, come nelle peggiori e più facili previsioni, sono quindi ancora una volta i più deboli,meno tutelati.
Illuminante infine, appare la valutazione negativa del Collegio dei Revisori di Conti dell’Ateneo formulata nell’ultima relazione, nella quale “si esprime parere contrario all’approvazione da parte del Consiglio d’amministrazione dell’Università di Siena del bilancio unico d’Ateneo di previsione autorizzatorio per l’esercizio 2013, nonché del bilancio unico d’Ateneo preventivo non autorizzatorio per il 2013” e viene auspicato “che il Miur definisca i criteri per il dissesto finanziario e quindi possa assoggettare l’Ateneo a tale procedura prima che la situazione economica, finanziaria e patrimoniale degeneri ulteriormente”.
Questi fatti mettono in discussione più di ogni parola la validità del programma di risanamento di Riccaboni, che non sembra aver raggiunto nessuno dei suoi scopi. Il Rettore non può che prenderne atto.
Altrettanto discutibile mi appare la decisione di confermare nel CdA dell’Università in “rappresentanza” degli enti locali Roberto Morrocchi. Egli sembra rappresentare più la “società” dei partiti che la società civile e in ogni caso simboleggia la più totale continuità con il sistema precedente che ha portato al disastro finanziario la nostra principale istituzione culturale. La più volte dichiarata intenzione del rettore di voler effettuare un radicale rinnovamento rispetto a politiche e pratiche del passato sembra essere sempre di più un artificio retorico e propagandistico.
Se la piena e totale autonomia dell’università è un principio che non può essere messo in discussione, la comunità universitaria non può rimanere insensibile e indifferente alle sempre maggiori preoccupazioni che il territorio senese avverte sul destino della sua università. Non posso che auspicare che essa trovi la forza di emanciparsi dai condizionamenti e la capacità di cambiare radicalmente rotta per traghettare finalmente la nostra università fuori dal guado.
Febbraio 15th, 2013 — Note redazionali
Chiediamo l’intervento del CSM con urgenza e a tutela dell’imparzialità e per ripristinare i diritti di coloro che hanno subito un palese atto illegale da parte del rettore Angelo Riccaboni e del direttore amministrativo Ines Fabbro.
Partiamo dall’inizio. I vertici dell’ateneo senese tagliano con atto unilaterale il salario accessorio al personale tecnico-amministrativo; alcuni dipendenti presentano ricorso al giudice del lavoro e il giudice Cammarosano pronuncia una sentenza a favore dei vertici dell’ateneo. Successivamente i dipendenti presentano altri ricorsi individuali e oggi 15 febbraio 2013 un nuovo rinvio della decisione da parte del giudice,addirittura al 5 aprile 2013. Come mai il giudice Cammarosano non ha pronunciato la sentenza oggi? Ribadiamo il concetto che i ricorrenti hanno piena ragione giuridica. Ma l’aspetto umiliante per la giustizia e la dignità dei lavoratori è che i giudici del lavoro,in poco tempo, hanno dato ragione con tanto di sentenza,all’indagato per il dissesto dell’ateneo Loriano Bigi,il quale pretendeva e ha ottenuto dall’ateneo, che lui stesso ha dissestato, ben 100.000 euro.Ai lavoratori che non hanno colpe vengono rinviate le sentenze;i dissestatori vengono risarciti.
Possibile che al tribunale di Siena,il corpo giudicante,rinvia sempre le sentenze che riguardano i danni o i torti commessi dai soliti personaggi di quel sistema che ha messo in ginocchio Siena? E come mai il giudice Delio Cammarosano aveva firmato un appello di natura politica?
COMITATO PROMOTORE DEL REFERENDUM SULLA MODIFICA DELLA II PARTE DELLA COSTITUZIONE. Le ragioni di un NO.Appello di docenti dell’Università di Siena, di esponenti del mondo della cultura e delle professioni forensi.” insieme a Angelo Riccaboni,Luigi Berlinguer e altri docenti e alcuni indagati nell’inchiesta del dissesto?
E nel complesso ci chiediamo come mai non hanno ancora preso dei provvedimenti interdittivi nei confronti diRiccaboni e Fabbro a seguito di quella famosa lettera piena di abusi d’ufficio.
Di seguito l’appello da noi citato con tutte le firme,compresa quella del giudice Delio Cammarosano e quella del rettore Angelo Riccaboni.
“COMITATO PROMOTORE DEL REFERENDUM
SULLA MODIFICA DELLA II PARTE DELLA COSTITUZIONE
Le ragioni di un NO.
Appello di docenti dell’Università di Siena, di esponenti del mondo della cultura e delle professioni forensi.
Il referendum del 25-26 giugno è una decisiva occasione per azzerare una riforma che investe parti essenziali della Costituzione repubblicana. Il nostro proposito, dichiarato due anni fa, è stato: aggiornare, non demolire la nostra Carta costituzionale: ma le riforme coerenti con i principi fondamentali della Costituzione possono realizzarsi solo se viene cancellata questa pessima controriforma.
Il testo sottoposto a referendum, indicato con l’improprio nome di “devolution”:
a) ferisce l’unità nazionale attribuendo alle Regioni la competenza esclusiva in materie che riguardano i livelli essenziali delle prestazioni per i diritti alla salute ed alla istruzione. Oltre ai costi mai precisati di questa operazione, che sarebbero comunque molto alti, è chiaro che soluzioni dissociative di questa natura si risolverebbero in un ulteriore depotenziamento delle Regioni finanziariamente più deboli, rendendo vano ogni sforzo di perequazione nell’ambito del federalismo fiscale. In più, il sistema sanitario tenderebbe a differenziarsi per il diverso rapporto tra sanità pubblica e sanità privata.
Bisogna poi tener conto dei pesanti effetti di differenziazione derivanti dalla attribuzione del carattere esclusivo alle competenze regionali nelle altre materie non espressamente riservate alla legislazione dello Stato (agricoltura,industria e turismo, tra le altre): in queste materie potrebbe diventare impossibile la determinazione di principi generali unitari e di qualunque politica nazionale;
b) concentra nel Primo ministro poteri che rendono del tutto squilibrata in senso autoritario la forma di governo dell’Italia, isolandola dagli Stati liberal-democratici. La blindatura del vertice del governo è praticamente assoluta, perché la sua sostituzione con un altro Primo ministro appartenente alla stessa maggioranza (che eviterebbe lo scioglimento della Camera), è resa impossibile dall’altissimo quorum richiesto. Il Presidente della Repubblica perde il potere di scioglimento della Camera, che passa integralmente al Primo ministro: la Camera dei deputati è degradata ad una condizione di mortificante inferiorità: o si conforma alla richiesta di approvazione di un testo legislativo su cui il Premier ha posto la questione di fiducia o, se dissente, provoca lo scioglimento dell’Assemblea e il ritorno di fronte agli elettori. La finalità “antiribaltone” non giustifica queste scelte estreme, perché la stabilità del governo dipende soprattutto dal “fatto maggioritario”, realizzabile anche con l’attribuzione di un premio di maggioranza, come è già avvenuto nelle XIV e XV legislature;
c) Il superamento del bicameralismo paritario (escludendo il Senato dal rapporto di fiducia) non è giustificato dalla creazione di un vero Senato federale rappresentativo degli enti e delle comunità territoriali. La riduzione del numero dei parlamentari è un espediente puramente demagogico perché essa è operativa solo dal 2016 quando i capi e capetti di oggi saranno sperabilmente in pensione;
d) La distribuzione delle attribuzioni legislative tra Camera e Senato in base alle diversità delle materie (quelle di competenza esclusive dello Stato, le altre di competenza concorrente con le Regioni) rende del tutto incerto l’esercizio del potere di legiferare, anche perché il Primo ministro può spostare dal Senato alla Camera la deliberazione in via definitiva sui testi ritenuti fondamentali per l’attuazione del programma di governo;
e) da ultimo, ma non per ultimo, il testo sottoposto a referendum viola l’art. 138 della Costituzione, che non prefigura “riforme totali” della Carta, e viola i diritti degli elettori, radicati negli artt. 1 e 48 Cost., elettori che con un solo “si” o “no”vengono costretti a prendere contemporaneamente posizione sulle modifiche delle funzioni del Presidente del Consiglio, delle funzioni del Presidente della Repubblica, del procedimento legislativo, della composizione e delle funzioni di Camera e Senato, delle competenze legislative regionali, della composizione della Corte costituzionale, del giudizio di legittimità costituzionale in via diretta e del procedimento di revisione costituzionale.
Se vincesse il sì diventerebbe impossibile per molto tempo cambiare un testo approvato dal popolo; mentre se vince il no, c’è solo il rifiuto di “quella” riforma (votata nella passata legislatura) restando aperta la strada per emendamenti migliorativi puntuali coerenti con i principi ed equilibri fondamentali dell’impianto costituzionale: emendamenti da approvare a maggioranza qualificata, in forza della auspicata riforma dell’art. 138 della Costituzione, volta a mettere fine una volta per tutte all’epoca delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza.
Firmatari:
Alessandro Agnetis
Anna Maria Aloisi
Salvatore Anastasi
Dino Angelaccio
Paola Barile
Roberto Barzanti
Riccardo Basosi
Franco Belli
Aldo Berlinguer
Luigi Berlinguer
Francesca Bettio
Valerio Biancalana
Massimo Bianchi
Silvana Biasutti
Maria Luisa Boccia
Franca Borgogelli
Carlo Bruni
Fulvio Bruni
Delio Cammarosano
Stefano Campi
Antonio Cardini
Anna Carli
Saverio Carpinelli
Donatella Cherubini
Donatella Ciampoli
Floriana Colao
Giovanni Colucci
Anna Coluccia
Mauro Cresti
Daniela Curti
Romano Dallai
Daniele Danesi
Maria De Giorgi
Francesco De Mauro
Roberto De Vita
Rodolfo Dolce
Francesca Farabollini
Carlo Fini
Bruno Fiorai
Marcello Flores D’Arcais
Silvano Focardi
Lucia Fornari Schianchi
Francesco Frati
Lorenzo Gaeta
Elena Gaggelli
Andrea Garulli
Luana Garzia
Silvano Gotti
Tania Groppi
Fiorino Iantorno
Alessandro Lepri
Luciano Li Causi
Romano Luperini
Fulvio Mancuso
Maria Luisa Meoni
Chiara Mocenni
Isabella Molinari
Francesco Moraca
Giuseppe Mussari
Riccardo Mussari
Sandro Nannini
Donatella Parrini
Antonio Pasini
Mario Perini
Gabriella Piccinni
Valeria Piergigli
Antonio Prete
Angelo Riccaboni
Francesca Ricci
Bernardina Sani
Vittorio Santoro
Giovanni Sapia
Emerico Sparacio
Mirella Strambi
Giancarlo Torricelli
Gabriele Usberti
Massimo Vedovelli
Antonio Vicino
Nicola Vizioli
Febbraio 13th, 2013 — Note redazionali
L’ultima trovata del noto abusivo Criccaboni (rettore amico del Ceccuzzi e del grovigliatore Bisi) l’abbiamo saputa in un bar adiacente gli uffici del ministero dell’università (MIUR). Siccome Criccaboni, affiancato dalla condannata dalla Corte dei Conti Ines Fabbro, non ha risanato niente (anzi ha peggiorato) e insieme non sono in grado di gestire l’Ateneo, prima hanno tentato di non pagare i mutui alla banca MPS e per non smentirsi, subito dopo, ecco l’ennesima buffonata.
Il Criccaboni in gran segreto e senza consultare gli organi di governo dell’Ateneo, si è recato negli uffici del MIUR (ovviamente dai soliti funzionari legati alla cricca) per proporre una cosa allucinante: la fusione dell’Ateneo con l’Università per Stranieri. Una proposta partorita dalla mente del Criccaboni funzionale al fatto che lui non ha risanato niente e unificando i due atenei, secondo il ragionamento del Criccaboni, il nuovo ente assorbirebbe i disastri gestionali dell’ateneo guidato da Criccaboni e Fabbro. Chissà la risposta dei funzionari del MIUR? Quella del Vedovelli ce la immaginiamo …
Siamo alla follia!!!
Febbraio 13th, 2013 — Note redazionali
Veniamo a conoscenza del fatto che l’Ateneo più disastrato del cosmo, e non disastrato a caso, deve pagare anche 100.000 euro, per sentenza del giudice del lavoro, a quel devastatore delle finanze altrui che risponde al nome di Loriano Bigi. Ma siamo vittime di una burla di dimensioni galattiche!!! Ma come? Questo devasta, in concorso con altri che hanno tutti un nome e un cognome, un ateneo vecchio di 800 anni, mette in ginocchio un’istituzione e tutti quelli che ci lavorano dentro, la cooperativa viene dismessa, i lavoratori sono senza accessorio, i CEL vanno avanti a colpi di sentenze, gli studenti sono abbandonati a sé stessi e lui viene prima promosso a dirigente presso il Ministero del Lavoro e poi vince anche le cause di lavoro?????? MA intervenga il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il CSM, i Carabinieri, i CITTADINI COMUNI CHE VENGONO PRESI PER IL CULO da questi squallidi dissestatori!!!
E comunque complimentoni ai due dissestatori attuali, Criccaboni e Fabbro, che sono stati ben capaci di tutelare l’Ateneo da questo marpione. Altro che coi poveracci sono bravi a resistere, coi dissestatori fanno poca resistenza. Ma vergognatevi cialtroni e incapaci!