A Siena c’è un giudice del lavoro che rinvia le udienze di mese in mese.I dissestatori vincono le udienze e i lavoratori subiscono le angherie.E quella firma dello stesso giudice insieme a Luigi Berlinguer,Aldo Berlinguer e Angelo Riccaboni? Chiediamo l’intervento urgente del CSM!!!!

Chiediamo l’intervento del CSM con urgenza e a tutela dell’imparzialità e per ripristinare i diritti di coloro che hanno subito un palese atto illegale da parte del rettore Angelo Riccaboni e del direttore amministrativo Ines Fabbro.
Partiamo dall’inizio. I vertici dell’ateneo senese tagliano con atto unilaterale il salario accessorio al personale tecnico-amministrativo; alcuni dipendenti presentano ricorso al giudice del lavoro e il giudice Cammarosano pronuncia una sentenza a favore dei vertici dell’ateneo. Successivamente i dipendenti presentano altri ricorsi individuali e oggi 15 febbraio 2013 un nuovo rinvio della decisione da parte del giudice,addirittura al 5 aprile 2013. Come mai il giudice Cammarosano non ha pronunciato la sentenza oggi? Ribadiamo il concetto che i ricorrenti hanno piena ragione giuridica. Ma l’aspetto umiliante per la giustizia e la dignità dei lavoratori è che i giudici del lavoro,in poco tempo, hanno dato ragione con tanto di sentenza,all’indagato per il dissesto dell’ateneo Loriano Bigi,il quale pretendeva e ha ottenuto dall’ateneo, che lui stesso ha dissestato, ben 100.000 euro.Ai lavoratori che non hanno colpe vengono rinviate le sentenze;i dissestatori vengono risarciti.
Possibile che al tribunale di Siena,il corpo giudicante,rinvia sempre le sentenze che riguardano i danni o i torti commessi dai soliti personaggi di quel sistema che ha messo in ginocchio Siena? E come mai il giudice Delio Cammarosano aveva firmato un appello di natura politica?
COMITATO PROMOTORE DEL REFERENDUM SULLA MODIFICA DELLA II PARTE DELLA COSTITUZIONE. Le ragioni di un NO.Appello di docenti dell’Università di Siena, di esponenti del mondo della cultura e delle professioni forensi.” insieme a Angelo Riccaboni,Luigi Berlinguer e altri docenti e alcuni indagati nell’inchiesta del dissesto?
E nel complesso ci chiediamo come mai non hanno ancora preso dei provvedimenti interdittivi nei confronti diRiccaboni e Fabbro a seguito di quella famosa lettera piena di abusi d’ufficio.

Di seguito l’appello da noi citato con tutte le firme,compresa quella del giudice Delio Cammarosano e quella del rettore Angelo Riccaboni.

COMITATO PROMOTORE DEL REFERENDUM

SULLA MODIFICA DELLA II PARTE DELLA COSTITUZIONE
Le ragioni di un NO.
Appello di docenti dell’Università di Siena, di esponenti del mondo della cultura e delle professioni forensi.
Il referendum del 25-26 giugno è una decisiva occasione per azzerare una riforma che investe parti essenziali della Costituzione repubblicana. Il nostro proposito, dichiarato due anni fa, è stato: aggiornare, non demolire la nostra Carta costituzionale: ma le riforme coerenti con i principi fondamentali della Costituzione possono realizzarsi solo se viene cancellata questa pessima controriforma.
Il testo sottoposto a referendum, indicato con l’improprio nome di “devolution”:
a) ferisce l’unità nazionale attribuendo alle Regioni la competenza esclusiva in materie che riguardano i livelli essenziali delle prestazioni per i diritti alla salute ed alla istruzione. Oltre ai costi mai precisati di questa operazione, che sarebbero comunque molto alti, è chiaro che soluzioni dissociative di questa natura si risolverebbero in un ulteriore depotenziamento delle Regioni finanziariamente più deboli, rendendo vano ogni sforzo di perequazione nell’ambito del federalismo fiscale. In più, il sistema sanitario tenderebbe a differenziarsi per il diverso rapporto tra sanità pubblica e sanità privata.
Bisogna poi tener conto dei pesanti effetti di differenziazione derivanti dalla attribuzione del carattere esclusivo alle competenze regionali nelle altre materie non espressamente riservate alla legislazione dello Stato (agricoltura,industria e turismo, tra le altre): in queste materie potrebbe diventare impossibile la determinazione di principi generali unitari e di qualunque politica nazionale;
b) concentra nel Primo ministro poteri che rendono del tutto squilibrata in senso autoritario la forma di governo dell’Italia, isolandola dagli Stati liberal-democratici. La blindatura del vertice del governo è praticamente assoluta, perché la sua sostituzione con un altro Primo ministro appartenente alla stessa maggioranza (che eviterebbe lo scioglimento della Camera), è resa impossibile dall’altissimo quorum richiesto. Il Presidente della Repubblica perde il potere di scioglimento della Camera, che passa integralmente al Primo ministro: la Camera dei deputati è degradata ad una condizione di mortificante inferiorità: o si conforma alla richiesta di approvazione di un testo legislativo su cui il Premier ha posto la questione di fiducia o, se dissente, provoca lo scioglimento dell’Assemblea e il ritorno di fronte agli elettori. La finalità “antiribaltone” non giustifica queste scelte estreme, perché la stabilità del governo dipende soprattutto dal “fatto maggioritario”, realizzabile anche con l’attribuzione di un premio di maggioranza, come è già avvenuto nelle XIV e XV legislature;
c) Il superamento del bicameralismo paritario (escludendo il Senato dal rapporto di fiducia) non è giustificato dalla creazione di un vero Senato federale rappresentativo degli enti e delle comunità territoriali. La riduzione del numero dei parlamentari è un espediente puramente demagogico perché essa è operativa solo dal 2016 quando i capi e capetti di oggi saranno sperabilmente in pensione;
d) La distribuzione delle attribuzioni legislative tra Camera e Senato in base alle diversità delle materie (quelle di competenza esclusive dello Stato, le altre di competenza concorrente con le Regioni) rende del tutto incerto l’esercizio del potere di legiferare, anche perché il Primo ministro può spostare dal Senato alla Camera la deliberazione in via definitiva sui testi ritenuti fondamentali per l’attuazione del programma di governo;
e) da ultimo, ma non per ultimo, il testo sottoposto a referendum viola l’art. 138 della Costituzione, che non prefigura “riforme totali” della Carta, e viola i diritti degli elettori, radicati negli artt. 1 e 48 Cost., elettori che con un solo “si” o “no”vengono costretti a prendere contemporaneamente posizione sulle modifiche delle funzioni del Presidente del Consiglio, delle funzioni del Presidente della Repubblica, del procedimento legislativo, della composizione e delle funzioni di Camera e Senato, delle competenze legislative regionali, della composizione della Corte costituzionale, del giudizio di legittimità costituzionale in via diretta e del procedimento di revisione costituzionale.
Se vincesse il sì diventerebbe impossibile per molto tempo cambiare un testo approvato dal popolo; mentre se vince il no, c’è solo il rifiuto di “quella” riforma (votata nella passata legislatura) restando aperta la strada per emendamenti migliorativi puntuali coerenti con i principi ed equilibri fondamentali dell’impianto costituzionale: emendamenti da approvare a maggioranza qualificata, in forza della auspicata riforma dell’art. 138 della Costituzione, volta a mettere fine una volta per tutte all’epoca delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza.
Firmatari:
Alessandro Agnetis
Anna Maria Aloisi
Salvatore Anastasi
Dino Angelaccio
Paola Barile
Roberto Barzanti
Riccardo Basosi
Franco Belli
Aldo Berlinguer
Luigi Berlinguer
Francesca Bettio
Valerio Biancalana
Massimo Bianchi
Silvana Biasutti
Maria Luisa Boccia
Franca Borgogelli
Carlo Bruni
Fulvio Bruni
Delio Cammarosano
Stefano Campi
Antonio Cardini
Anna Carli
Saverio Carpinelli
Donatella Cherubini
Donatella Ciampoli
Floriana Colao
Giovanni Colucci
Anna Coluccia
Mauro Cresti
Daniela Curti
Romano Dallai
Daniele Danesi
Maria De Giorgi
Francesco De Mauro
Roberto De Vita
Rodolfo Dolce
Francesca Farabollini
Carlo Fini
Bruno Fiorai
Marcello Flores D’Arcais
Silvano Focardi
Lucia Fornari Schianchi
Francesco Frati
Lorenzo Gaeta
Elena Gaggelli
Andrea Garulli
Luana Garzia
Silvano Gotti
Tania Groppi
Fiorino Iantorno
Alessandro Lepri
Luciano Li Causi
Romano Luperini
Fulvio Mancuso
Maria Luisa Meoni
Chiara Mocenni
Isabella Molinari
Francesco Moraca
Giuseppe Mussari
Riccardo Mussari
Sandro Nannini
Donatella Parrini
Antonio Pasini
Mario Perini
Gabriella Piccinni
Valeria Piergigli
Antonio Prete
Angelo Riccaboni
Francesca Ricci
Bernardina Sani
Vittorio Santoro
Giovanni Sapia
Emerico Sparacio
Mirella Strambi
Giancarlo Torricelli
Gabriele Usberti
Massimo Vedovelli
Antonio Vicino
Nicola Vizioli

14 comments ↓

#1 Anche qui on 02.16.13 at 00:12

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1121721/Lettera-in-Procura-dei-pm–il-giudice-che-ha-assolto-Vendola-e-amica-della-sorella.html#.UR66Y6GvSwM.facebook

#2 Bastardo Senza Gloria on 02.16.13 at 09:31

Mi sento vicino a quei lavoratori e a quelle lavoratrici, che si vedono così ingiustamente inascoltati e privati della loro dignità morale e giuridica da questo sistema di intreccio, comunemente detto, “groviglio armonioso” che si rivela ancora una volta per quello che è, vale a dire un calderone privo di qualsiasi utilità sociale se non per gli stessi componenti di tale groviglio. Ma poi chi sono i componenti di questo groviglio? C’è qualcuno che si palesa apertamente?
Ne riparleremo…..

#3 cicci di montalbuccio on 02.17.13 at 18:48

L’appello e’ stato votato anche da focardi….

#4 Shamael on 02.18.13 at 09:43

E anche da una cospicua banda di stiglianesi, se è per quello …

#5 fanciullo on 02.18.13 at 15:16

ci sono anche i fratelli mussari…
2 berlinguer….
quel comunistissimo lavoratore di fiorino iantorno…
embè?
mi pare che cerchiate la polemica a tutti i costi…

#6 IlTolkeniano on 02.18.13 at 16:42

Via su, Illuminati, ma come fate a difendere il Focardi? e il problema non sono certo solo le aragoste (anche se dimostrano quale alta considerazione aveva del patrimonio pubblico!)! Ma tipo…l’infornata di quanti? quasi 300 amministrativi, infornata da lui voluta firmata e controfirmata…oppure, visto che quel gran filosofone del Bigi era palesemente incompetente a fare l’a.d., che non poteva chiedergli di lkevarsi da tre passi? evidentemente gli andava parecchio bene che lui fosse lì…e infatti ha aspettato quanto? due anni, credo, a consegnare le carte in procura…via su, smettete di difenderlo!

#7 Shamael on 02.18.13 at 17:18

Certo che cerchiamo la polemica a tutti costi. Siamo qui per questo. Embé?

#8 fanciullo on 02.18.13 at 18:14

noto solo che altre volte portate a vostro supporto documentazione e fatti e quindi i vostri argomenti possono essere condivisi o meno ma almeno si basano su cose reali.
questa volta no, è polemica fine a sè stessa
direi anche poco efficace; cammarosano credo che possa firmare quello che vuole o no? lui si firma almeno…

#9 Shamael on 02.18.13 at 19:42

Certo che può firmare quello che vuole, però talvolta subentra anche l’opportunità. Inoltre facciamo presente che le cause di lavoro di solito sono quelle più veloci (per ovvie ragioni) per cui non si capisce il motivo per cui questa, in modo particolare, debba essere rinviata in continuazione. Eppure le cose sono semplici. Viene il dubbio che non si voglia caricare di ulteriori esborsi l’Ateneo e lo comprendiamo, ma questo non deve avvenire a danno dei lavoratori.

#10 Shamael on 02.18.13 at 19:49

Ma chi lo difende? Ma se verrà rinviato a giudizio! Non ce ne frega nulla del Focardi, solo che di fronte ad una voragine da 270.000.000 i 20.000 di aragoste sono strullate e i giornalisti invece parlano solo di quello. Dei 100.000 euro al Bigi abbiamo dovuto scriverlo noi sennò neanche si sapeva. E per gli stabilizzati abbiamo già commentato e siamo d’accordo, Difatti lo processeranno per questo, ma per le aragoste no, quindi smettessero di rompere i coglioni con le aragoste. Non ce ne frega nulla delle aragoste, vogliamo TUTTI i responsabili di questo disastro, TUTTI.

#11 CeLaSpiegate on 02.19.13 at 08:54

Al Bigi però il giudice del lavoro gli ha dato subito ragione, senza alcun rinvio. Ma d’altronde è giusto; come fa ad andare avanti con la misera paga che gli danno al Ministero del Lavoro? No, perchè in Italia, più danni fai e più vieni promosso…

#12 IlTolkeniano on 02.19.13 at 21:47

Insistete? È vero o no che Focardi ha fatto una “informata” assumendo quasi 300 dipendenti, con enorme aggravio di costi per l’Ateneo? E chi ha firmato le carte del gran filosofo Bigi?

#13 Shamael on 02.20.13 at 11:02

Tolkeniano non stiamo insistendo, leggi per bene le risposte. Focardi ha infilato dentro (con la complicità del direttore amministrativo, del ragioniere e, non ce lo dimentichiamo, del consiglio di amministrazione dove sedevano 5 rappresentanti delle cosiddette istituzioni, dei sindacati e dei revisori dei conti) 300 cristiani di cui, onestamente, non c’era bisogno. Per questo, ed altro, verrà senza dubbio rinviato a giudizio e processato (insieme ad altre 17 persone) e noi siamo molto curiosi di vedere come va a finire. Quello che volevamo dire, e lo diciamo ancora una volta e poi chiudiamo ‘sta storia perché non ce ne frega più niente, è che la stampa e l’opinione pubblica continua ad amminchiarsi con questa stupidata delle aragoste guardando in questo modo il dito e non la luna, anzi depistando dai veri problemi. Come vedi non è una difesa di Focardi, anzi il contrario. In soldoni diciamo: ma chi se ne frega delle aragoste e dei 20000 euro. Ci sono cose BEN PIU’ GRAVI ed è su quelle che noi vogliamo sapere perché 270 milioni d buco con le aragoste non si fanno. E’ chiaro? Se non è chiaro, pazienza, continuate co ‘sta stupidata delle aragoste e noi, se si continua con le aragoste, continueremo a dire che preoccuparsi e puntare il dito sulle aragoste è da cretini. D’altro canto a Siena gli hanno scippato una banca sotto il naso senza che nessuno muovesse un dito, quindi figuriamoci se i senesi non sono capaci di preoccuparsi di 20000 euro di aragoste mentre gli scippano (o gli chiudono) l’università.

#14 IlTolkeniano on 02.20.13 at 15:57

Ovvia, quest’ultima risposta mi garba parecchio di più. Forse non c’eravamo capiti, Shamael, mea culpa: le aragoste sono poco più che folklore, anche se personalmente le trovo parecchio indicative del modo di fare dei Dissestatori, categoria alla quale il Focardi appartiene con menzione d’onore, insieme a tanti che citate e forse anche qualcun’altro (con quanti c’hanno mangiato…), e non per le aragoste ma per il danno erariale dell’assunzione a fini elettorali di 300 persone e via dissestando. Volevo solo dire: il Focardi è uno di quelli che hanno colpe gravissime nella pessima situazione dell’Ateneo e della città, fine. Giusto?