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Carneade. Siamo tutti anonimi!!!

carneadeIndignato per l’orrenda campagna stampa contro le voci libere del web, orchestrata da certi pennivendoli locali e rimbalzata grazie a qualche connivenza su alcuni giornali nazionali e sostenuta con forza dall’illeggibile “Corriere fiorentino”, sempre prono al potere, Carneade ha tirato fuori dal proprio archivio una bella analisi sul valore, l’utilità, la legittimità e addirittura la necessità dell’anonimato pubblicata sul “Corriere di Siena” il 21 marzo del 2005 e ha deciso di riproporvela integralmente, fiducioso, cari lettori, della vostra approvazione.

Mai, lo confesso, il vecchio Carneade è stato così concorde con Stefano Bisi … anzi, pardon, con Suor Bridget!
La libertà di “pseudoanonimo”.

I giornali sono invasi da “lettere firmate”, che saranno pure firmate ma spesso anche inventate. “Gruppi di cittadini” si lamentano senza dire chi sono e quanti sono (magari 2, se non addirittura uno). Nomi di comodo compaiono in fondo agli articoli per i motivi più vari, a volte solo perché se la stessa persona ne scrive troppi in una giornata sembra ci sia solo lui in redazione. L’anonimato rappresenta una condizione fondamentale per la libertà di espressione degli individui. Voci controverse e spesso irriverenti si sono fatte sentire grazie alla copertura di uno pseudonimo. Autori che potevano avere problemi a causa del loro pensiero hanno così avuto modo di esprimere liberamente le proprie opinioni, senza temere ritorsioni. Tanto più che la legge è uguale per tutti e, anonimi o no, ciò che si scrive non deve contenere offese per nessuno.
I nomi di fantasia hanno sempre occupato uno spazio fondamentale per la politica e la letteratura satirica in genere, permettendo anche a persone già identificate dalle opinioni espresse in precedenza o dall’appartenenza a qualche associazione, di esprimere le proprie idee senza il pericolo che queste venissero travisate o rifiutate a priori. In altre parole, un autore può avere una quantità di motivi validi per decidere di non rivelare la propria identità, come la paura di rappresaglie economiche o legali, di ostracismo sociale o semplicemente il desiderio di preservare la privacy.
“L’identità di chi scrive non è differente da ogni altro componente del contenuto di un documento che l’autore è libero di includere o escludere” ha sentenziato la Corte Suprema degli Stati Uniti del 1995, stabilendo che l’ anonimato “offre a un autore che può essere impopolare un modo per assicurarsi che i lettori non accolgano il suo messaggio con pregiudizio, semplicemente per il fatto che essi non amano colui che lo propone”. Pubblicare scritti anonimi, quindi, non è considerata una pratica scorretta, come qualcuno vorrebbe far credere. Fa parte, al contrario, di una onorevole tradizione di dissenso e di espressione libera delle proprie opinioni. Con l’avvento di internet questa abitudine si è moltiplicata in maniera esponenziale: in tutti i forum di discussione si interviene usando un nickname e questo non danneggia affatto il dibattito, anzi. Il “Barbiere della Sera” è un sito di giornalisti  fatto per i giornalisti, tutti con pseudonimo. Un nome ed un cognome li renderebbe meno liberi di raccontare ciò che succede anche nelle loro stesse redazioni. La stampa nazionale offre numerosi esempi di anonimi e pseudonimi molto in voga e mi limiterò a citarne solo alcuni di estrema attualità: da Jena che è passato dal Manifesto alla Stampa all’Elefantino del Foglio, dal Corbeille di Finanza & Mercati al Tamerlano che nasconde l’identità del guru economico del centrosinistra.
Luther Blissett invece, entrando nel campo della letteratura ha già compiuto 10 anni (come il  Corriere di Siena, al quale faccio gli auguri). In realtà si tratta di un “nome collettivo” dietro al quale si cela un gruppo di persone di diversi paesi, scrittori, attivisti politici, artisti, scrittori, saggisti che hanno prodotto, firmandosi come l’ex calciatore del Milan, riviste e fanzine, saggi e opere di fiction, dischi, performance, opere teatrali, siti web, inchieste giornalistiche e soprattutto azioni di “guerriglia mass-mediatica, come loro stessi amano definirla. Oggi il “Luther Blissett Project” non c’è più. Al suo posto è nata una vera e propria band di scrittori, “Wu Ming”, che ha firmato un libro di successo come “Q” [non è vero, “Q” è firmato da Luther Blissett come è noto] e realizzato molti altri progetti, sia come gruppo, sia a firma dei singoli componenti, rigorosamente indicati soltanto come Wu Ming 1, 2, 3 e 4,  l’ultimo dei quali è “New Thing”, scritto da Wu Ming 1. In seguito a questa esperienza è nata addirittura una radio “Luther Blissett”, a Madrid.

Dalla rete sono usciti altri collettivi come “Kai Zen” ed “Emerson Krott”, poi ci sono “i Quindici”, comitato di “lettori auto-convocati” che in meno di due anni ha esaminato centinaia e centinaia di romanzi e racconti inediti, riuscendo a far pubblicare da Einaudi il libro di Girolamo De Michele “Tre uomini paradossali”. Gli “pseudonimi multiuso” fanno parte della tradizione dei movimenti, dal “povero Conrad” dei contadini svevi del 16° secolo al “Ned Ludd” della prima rivoluzione industriale, dal “Capitano Swing” dei moti rurali inglesi fino al Subcomandante Marcos (“Todos somos Marcos”, dicono gli zapatisti). Anche nella tradizione della stampa locale senese si trovano molti esempi.  In passato fecero largo uso di pseudonimi i settimanali il Campo (che continua a farlo oggi con la Voce) e, soprattutto, il Nuovo Corriere Senese, redazione in cui hanno mosso i primi passi tanti cronisti ancora sulla breccia. Sui quotidiani, in tempi più recenti, voglio ricordare i Caligola, i Biagio Furan, i Vezio Rossetti, . E perché no, anche il feroce Calidonio che sembrava ispirato dalla stessa musa a cui oggi guarda Don Giulio. Ieri era a sinistra, adesso un po’ più a destra. Fra tanti anonimi per scelta, i quali evidentemente si ritagliano uno spazio nel dibattito cittadino per le loro opinioni e non per titoli, trascorsi o lignaggio, davvero non invidio gli anonimi di contenuto. Si dannano l’anima, prolissi a morte, per leggersi nome e cognome sulla gazzetta locale. E, ahimé, incorrono pure nello sberleffo di un signor nessuno al quale, come disse un tizio di cui non ricordo il nome, “non puoi dare neanche uno schiaffo quando lo incontri per strada”. Suor Bridget

Carneade

“Caro Stefano, c’è stato al solito qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata. Ti chiamo dopo. A.” (A sta per Angelo Riccaboni e Stefano è Stefano Bisi caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria (GOI) della Toscana)

gendarmi-pinocchio-215x300Qui la questione è parecchio seria e dal rapporto tra Angelo Criccaboni (rettore abusivo dell’università di Siena) e Stefano Bisi (caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria (GOI) della Toscana) emerge una sorta di gruppo di contatto per gestire le istituzioni senesi,nel nostro caso l’università di Siena. Ed ecco svelato il modus operandi del groviglio. Seguite la narrazione di questo groviglio (invitiamo anche i magistrati) con molta attenzione. Innanzitutto dal dizionario italiano il termine “inopinata” significa “imprevista”.
Nel vecchio cda dell’università di Siena,del periodo di riferimento della conversazione tra Criccaboni e Stefano Bisi,c’era un docente di Arezzo,il mitico Mariano Bianca, che non ha mai fatto mistero di essere un massone della stessa obbedienza del Bisi.
Accade questo: nel novembre 2010, esattamente il giorno 22, il rettore in carica (quindi il rappresentante legale di un ente pubblico) invia un sms a Stefano Bisi (caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria (GOI) della Toscana) che riportiamo testualmente:

Caro Stefano, c’è stato al solito qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata. Ti chiamo dopo. A.” (A sta per Angelo Riccaboni e Stefano è Stefano Bisi caporedattore del corriere di Siena e rappresentante della massoneria(GOI) della Toscana)

Prima domanda: come mai il rettore invia un messaggio del genere a un soggetto che non ha nessun ruolo istituzionale diretto o indiretto con l’ateneo e in particolar modo in merito al funzionamento del cda e del ruolo dei membri dello stesso cda?

Seconda domanda: perchè il rettore Riccaboni informa proprio Stefano Bisi del fatto che “qualche consigliere che si è comportato in maniera inopinata”?

Terza domanda: cosa avrebbe dovuto fare in base al tenore del messaggio il sig. Bisi nei confronti di “qualche consigliere”?

Quarta domanda:chi era o chi erano i consiglieri che si erano comportati in maniera “inopinata”?

Dal messaggio emerge chiaramente una condivisione della gestione dell’ateneo tra Criccaboni e Stefano Bisi. Qui siamo completamente fuori dall’ambito giornalistico,quindi in che funzione era il Bisi in questi rapporti con Criccaboni? Ci appare molto strano che il GOI fosse partecipe nella gestione dell’ateneo; molto strano. Quindi?

P.S. Nella prossima puntata altri particolari importanti.

“L’amico di Pisa”(del Criccaboni) – ”Questa gentaccia va anticipata”

gendarmi-pinocchio-215x300Dopo aver letto questa intercettazione ci siamo convinti: Criccaboni è un personaggio peggio dei dissestatori che lo hanno preceduto. Di cosa stanno parlando questi due amiconi? Perchè la procura  non apre un’inchiesta per capire di cosa stavano parlando Criccaboni e la v.m.? La conversazione chiaramente intrallazzante si riferisce a qualche commissione o concorso o procedura dell’università. Chissà chi è “l’amico di Pisa” ….
Veramente della bella gente questi docenti della cricca!!!

Estratto intercettazione autorità giudiziaria del 15 novembre 2010:

Riccaboni chiama v.f. che, evidentemente, fa parte della commissione di un concorso. Riccaboni le chiede se domani ci sia la valutazione dei titoli e la donna risponde affermativamente. Riccaboni rappresenta che “l’amico di Pisa” farà osservazioni sulle pubblicazioni di un candidato – che interessa a Riccaboni – in quanto, a suo parere, trattano quasi sempre lo stesso argomento. Riccaboni invita la donna a prepararsi osservazioni di risposta ed anzi ad anticipare la mossa ed a tal proposito le suggerisce anche cosa dire, per rafforzare le volontà di coloro che sono favorevoli al candidato. La donna dice a Riccaboni che ci penserà e sicuramente anticiperà le osservazioni del collega di Pisa. Riccaboni le fornisce altri spunti di argomentazione. La donna lo ringrazia per il suggerrimento. Riccaboni dice che questa gentaccia va anticipata e la invita a contattarlo anche “durante”.

P.s. Ma la gentaccia quale sarebbe?

Salve c’è qualcuno al tribunale di Siena che segue le scandalose vicende dell’università di Siena? Ci sarebbe questo intrallazzo nomina del direttore amministrativo Ines Fabbro!!!

gendarmi-pinocchio-215x3005 novembre 2010 alle ore 17 del pomeriggio Criccaboni parla al telefono con Ines Fabbro che a quella data non era stata ancora nominata direttore amministrativo. Ovviamente nella telefonata spunta sempre quel solito personaggio dell’ex direttore del ministero Tomasi. Qualcuno avrà dei dubbi dopo aver letto questa stralcio d’intercettazione rapportata alla pantomima della selezione e a tutti i danni compiuti fino ad oggi a inviare i carabinieri al rettorato e interdire Criccaboni e Fabbro? E la politica,tutti zitti? E i famosi giornali nazionali?

Stralcio intercettazione ufficiale dell’autorità giudiziaria:

Ines Fabbro si congratula con Riccaboni. Gli dice di essere felice di cominciare a collaborare con lui e gli fa presente che alcuni suoi colleghi si sono offerti di aiutarla in casa di bisogno. Ha parlato anche con Bruno Dente che si è reso disponibile a collaborare. Riccaboni fa presente di aver convocato il CdA con un solo punto all’ordine del giorno. I due continuano a parlare dell’esito delle votazione. La Fabbro racconta di aver ricevuto un sms da Tomasi con il quale le chiedeva “Ti ha chiamato il tuo Rettore?” e da quello ha capito che il decreto di nomina era stata firmato. La Fabbro rappresenta di essere presoidente della Commissione per un concorso presso l’Università di Verona ed andrà a Siena non appena finirà l’esame dei candidati. E’ contenta di iniziare a lavorare. Riccaboni chiede da quando far decorrere il contratto e la Fabbro indica il 15 del mese. La Fabbro chiede che venga fatto un contratto scarno, non attaccabile: per questo ci sono dei contratti standard da poter utilizzare. I due si accordano di risentirsi in settimana nuova”.

Facciamo presente che c’era una selezione in corso per il direttore amministrativo (sequestrata dai magistrati) e questi due concordavano contratti,date del contratto e l’interessata “chiede che venga fatto un contratto scarno, non attaccabile: per questo ci sono dei contratti standard da poter utilizzare”. Come mai l’allora direttore del ministero manda un sms a una tizia che non aveva nessun incarico con l’università di Siena e gli scrive: “Ti ha chiamato il tuo Rettore?” prima che venisse ufficializzata la nomina?
Questa è la cricca universitaria!!!! Che schifo!!!!

Una conversazione inquietante in merito alla nomina di Ines Fabbro alla direzione dell’università di Siena – Ma la direzione distrettuale antimafia perchè non avvia un’inchiesta urgente?

gendarmi-pinocchio-215x300Estratto intercettazione del 20 novembre 2010 tra Criccaboni e v.m. (un’altra voce maschile)

La v.m. riprende la conversazione interrotta. Riccaboni parla della nota trasmessa da Barretta alla Procura e che probabilmente poteva evitare. Riccaboni ipotizza che il motivo della convocazione possa essere ricondotta alla sua nomina ed alla questione della firma. La v.m. gli suggerisce, in tal caso, di rispondere che prima di accettare il decreto si era consultato con alcuni amministrativisti i quali hanno assicurato che non vi fossero profili di illegittimità rilevanti. Riccaboni gli dice di aver sottoscritto il contratto di assunzione con la la Fabbro nel quale non si fa riferimento alla procedura di selezione che non si è conclusa anche perché lo statuto richiede un parere ma non una procedura per come è stata fatta. La v.m. chiede se siano state tratte conseguenze dai lavori della commissione esaminatrice. Riccaboni e v.m. tornano a parlare della selezione del Direttore Amministrativo. La v.m. ricorda a Riccaboni che dopo la selezione, una volta diventato rettore, avrebbe scritto alla Procura dicendo che salvo diverso avviso avrebbero nominato Direttore Amminstrativo la persona prescelta dalla selezione. Riccaboni precisa di aver provato a contattare il Procuratore ma il P.M. ha fatto presente alla D’Amelio che non era il caso di incontrare il rettore e l’ha invitata a seguire le procedure che ritenevano più opportune. La v.m. invita Riccaboni a sottolineare il fatto che tra la Fabbro e gli altri candidati c’era un discreto divario professionale.”

Dalla conversazione emerge un sistema finalizzato a camuffare atti pubblici per nominare Ines Fabbro. Come mai Criccaboni telefona per parlare con il procuratore? E che fine ha fatto il fascicolo sequestrato della famosa selezione di Ines Fabbro?

Un altro esponente del groviglio in carica: Alessandro Masi

LucianaBartalettiAlessandroMasiAlessandro Masi, ceccuzziano-mussariano di ferro, grande estimatore del groviglio bisiano e membro stesso del groviglio, è l’attuale sindaco di Sovicille. Masi diventa sindaco di Sovicille perchè dentro il centrosinistra monopolizzato da Ceccuzzi e dal fine economista, ex segretario del partito in Val di Merse, ex presidente della comunità montana della Val di Merse e attuale segretario del PD senese Giulio Carli, bloccano la strada ad altri candidati validi ma che avevano un grosso difetto: non erano supini al groviglio. Oggi Masi è sempre sindaco di Sovicille; e lo stesso Masi è stato un grande sponsor del fallito ampliamento dell’aereoporto di Ampugnano. Ma il sindaco Masi perchè il giorno 13 marzo 2013 non si è presentato all’udienza dal GUP per chiedere di costituire il comune di Sovicille parte civile nel processo? Ovviamente il Masi può cambiare idea fino al giorno 10 aprile: lo farà? Nel frattempo perchè i consiglieri di opposizione, ma anche quelli di maggioranza non presentano una mozione nel consiglio comunale di Sovicille per impegnare il sindaco a costituirsi parte civile?

Nell’occasione gli stessi consiglieri potrebbero verificare se corrisponde al vero che il presidente dell’unione dei comuni della Val di Merse per essere eletto presidente deve figurare tra gli eletti dei consigli comunali e quindi verificare se l’attuale presidente, la ceccuzziana Luciana Bartaletti è legittimata a svolgere il ruolo di presidente?

Dai Masi,costituisciti parte civile!!!!

La proposta di Fratello Illuminato: aggiungere un reato al codice penale, quello di provocata e reiterata rottura di balle

SenzanomeLa redazione di Fratello Illuminato ha una modest proposal: aggiungere immediatamente al codice penale una nuova previsione di reato “provocata e reiterata rottura di balle” dopodiché imputarla immediatamente al Criccaboni. Ma vi pare possibile che questo incompetente ci costringa, con le sue grottesche e ridicole smentite (smentite di che?) a leggerci parola per parola quella mortalmente noiosa relazione della Corte dei Conti che giusto stamani vi abbiamo proposto? Ma è roba da matti. Ce la siamo letta e non abbiamo trovato neanche una parola che giustifichi quanto asserisce il Cricca quando dice: “Sottolineo, altresì, che la delibera della Corte dei conti in oggetto dà atto,  in più passaggi, degli sforzi operati dalla presente amministrazione per il risanamento dell’Ente”. O meglio. E’ vero, dice il trio patacca ha fatto degli sforzi, ma dice anche che il risultato di questi sforzi sono miserrimi. Insomma è come se uno si fosse recato al gabinetto e dopo una sudata micidiale ed essersi fatto venire un lampadario di emorroidi avesse cacato uno stronzolino minuscolo, rimanendo perciò costipato fino a scoppiare.

La minaccia, poi, di rivolgersi alle sedi opportune suscita grandi risate. Cinquantadue pagine di freddo e rigoroso rimprovero (che si sono andati a cercare loro, altro aspetto umoristico) che tratteggiano un affresco disastroso sulla finanza e sull’amministrazione universitaria, intervallate da due o tre frasine di circostanza del tipo “poveri grulli ci hanno anche provato a metterci una pezza, ma non ci arrivano proprio”: questa è la relazione. E cosa dovevano scrivere i giornali?

Dopo un evento del genere IL MINIMO che ci si aspetterebbe, senza considerare il diluvio di contenziosi in corso, indagati, inquisiti per truffa, dannificatori erariali a cianfa, pagliacciate sul risanamento, il rilancio, l’internazionalizzazione e amenità del genere, il minimo sarebbero le IMMEDIATE dimissioni di tutti e tre, quattro, dicei quanti sono i veri responsabili. Ma siccome non lo faranno perché sono senza vergogna, ci aspettiamo altresì che CHI DI DOVERE che finora ha dormito e ha lasciato che le cose andassero a ramengo più di quanto già non lo fossero per l’azione letale di chi ha preceduto questi incapaci ora si svegli e non faccia neanche colazione. Non sappiamo se ci siamo spiegati.

Nel frattempo che chi di dovere si levi le cispe dagli occhi, sia dia una sciacquata alla faccia e vada a fare il proprio dovere, siccome ci siamo rotti le palle di fornirli noi i documenti, ci piacerebbe dare un’occhiata ai seguenti documenti:

1) Convenzione sulla due diligence stipulata con la Banca;

2) Documento di ristrutturazione dei mutui firmato dalla Banca con allegati i pareri favorevoli di MEF e MIUR;

3) Lettera di compiacimento del Ministro Grilli (che evidentemente è il Ministro dell’Agricoltura perché se fosse quello dell’Economia e Finanze ci spiegassero come è possibile che abbia scritto una lettera del genere a fronte di una delibera della Corte dei Conti di tal fatta);

4) Un paio di annate di “Lando” e di “Jacula”. Che c’entra con l’Ateneo? Niente! Perché Criccaboni e Fabbro che c’entrano? E poi dopo essersi strippati gli zebedei con le relazioni contabili un po’ di relax ce lo volete dare oppure no?

Tra giornalismo aggrovigliato e il magnifico bugiardo non hanno smentito un bel niente-Ma la massoneria rappresentata in Toscana dal Bisi è schierata con il dissestatore e abusivo Criccaboni?-Il ministero e la magistratura perché non fermano i vertici dell’ateneo?-Poi ci sono i libri non autorizzati in onore del garante del PD Luigi Berlinguer e 50.000 euro di un docente tifoso del Criccaboni. Comunque, a grande richiesta, eccovi la relazione della Corte così ve la leggete e poi ne riparliamo

bisi floresla criccasCi siamo arrivati alla prova generale: il Bisi non fa giornalismo ma continua con il suo ruolo di “portavoce (o porta la voce)” del cerchio magico ceccuzziano e soprattutto della cricca univesitaria, specialmente del suo amico Criccaboni. A questo punto è legittimo chiedersi, visto il ruolo ufficiale del Bisi, se la massoneria rappresentata in Toscana dallo stesso Bisi sostiene Criccaboni e quel gruppo di dissestatori di ateneo (domani la prova documentata del rapporto stretto tra Bisi e Criccaboni).

Leggetevi la relazione

Ora veniamo ai fatti. Siamo al paradosso che da tre anni i sindaci revisori dell’ateneo bocciano senza remore i bilanci e le manovre finanziarie dell’ateneo e stranamente il ministero guidato da Francesco Profumo non solo non ha provveduto ad annullare il decreto di nomina ma non ha nemmeno provveduto a commissariare l’ateneo. A nessuno è venuto il dubbio del perché i sindaci revisori bocciano i bilanci? Poi con l’ultima relazione, i sindaci revisori, hanno bocciato in via definitiva tutta la gestione dell’ateneo guidato da Criccaboni e Ines Fabbro (qui la relazione http://shamael.noblogs.org/?p=6765 ). Ieri invece è stata diffusa la delibera della Corte dei Conti (http://shamael.noblogs.org/?p=7005 ), in modo surreale e privo di consistenza di merito il Criccaboni ha tentato di smentire,che conferma la relazione dei revisori dei conti e si pronuncia su aspetti molto inquietanti relativa alla gestione dell’ateneo. Oltre al grave stato di dissesto finanziario, la Corte dei Conti mette in evidenza come nel 2011 sono aumentate le consulenze esterne dell’ateneo e inoltre la Corte dei Conti pone l’accento sui soldi erogati dalla FONDAZIONE MPS ALL’ATENEO “Da segnalare che per un decennio l’Ateneo senese e’ stato molto più fortunato rispetto a tante altre università italiane. Dalla Fondazione Mps sono arrivati 8-9 milioni di euro all’anno”. Sempre dalla Corte dei Conti arriva la notizia della verifica e l’accertamento dei debiti fuori bilancio (quindi mai autorizzati) con particolare riferimento ai libri non autorizzati in onore del garante del PD Luigi Berlinguer (tirchi, riportate i soldi all’ateneo)”. Ci sono 21.201 euro, fattura del 2009, da liquidare alla “Rubbettino Editore” per l’acquisto di 300 volumi di “Tra diritto e storia, studi in onore di Luigi Berlinguer”, al prezzo di 70 euro a volume. Luigi Berlinguer è stato rettore dell’Ateneo senese dalla metà degli anni 80 ai primi anni 90. Il debito è stato approvato dal CdA in quanto la società editrice aveva messo in mora l’Ateneo.” Nel contempo la Procuradella Corte dei Conti ha richiesto indietro la somma di euro 50.000 al docente bilocato di medicina Gioffrè(quello che appena eletto rettore Criccaboni,andava in giro per la facoltà per esultare e dire”si ricomanda noi).Fai una bella cosa Gioffrè:riporta i soldi all’ateneo!!.
E se a questa situazione già squallida aggiungiamo il palese reato di abuso d’ufficio commesso da Criccaboni e Fabbro firmando la lettera per favorire il docente Lorenzo Frediani,e se aggiungiamo anche l’irregolarità della selezione per la nomina del direttore amministrativo e l’incarico allo stesso direttore amministrativo (la condannata Ines Fabbro), la situazione oltre che squallida gette molte ombre sul ruolo delle istituzioni preposte al controllo. Si deve continuare ancora per altri giorni con questa situazione vergognosa dentro e intorno all’ateneo’.

VERGOGNA!!!! Interdite immediatamente Criccaboni e Ines Fabbro e buttate fuori dall’ateneo tutti quelli della cricca!!! La Corte dei Conti chiede il dissesto dell’Ateneo senese-Questi i risultati nefasti della cricca universitaria sostenuta dal grovigliatore Stefano Bisi, dal Ceccuzzi e da Luigi Berlinguer

bisi floresla criccasRiportiamo fedelmente la notizia dell’agenzia Asca

Siena/Universita’: Corte Conti, va sottoposta a procedura di dissesto

13 Marzo 2013 – 17:01

(ASCA) – Roma, 13 gen – L’Universita’ di Siena e’ in stato di dissesto finanziario. E’ quanto accertato, nella delibera numero 12 del 5 marzo del 2013, dalla Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo per la Toscana.

I magistrati contabili auspicano che ”il Miur (Ministero dell’istriuzione, dell’universita’ e della ricerca, NdR) definisca i criteri per il dissesto finanziario e quindi possa assoggettare l’Ateneo a tale procedura prima che la situazione economica, finanziaria e patrimoniale degeneri ulteriormente”.

La Corte che ha esaminato l’andamento dei conti dell’ateneo senese dal 2009-11 e i risultati del piano di risanamento resosi necessario dopo la scoperta nel 2008 di un buco di oltre 250 milioni. Voragine in parte ridotto con l’alienazione di alcuni immobili: nel 2009 l’ex manicomio per 74 milioni, nel 2010 l’ospedale nel per 108 milioni.

Un Piano di risamento ”in parte non idoneo ad incidere significativamente sull’andamento delle spese e, soprattutto, a ricondurre la gestione finanziaria in situazione di pareggio”.

Per la Corte, ”gli equilibri di bilanci consuntivi, ”mostrano una situazione sempre deficitaria” che ”denota notevoli difficolta nella gestione amministrativa ordinaria dell’ente”.

Nel dettaglio, nel 2011 il risultato di amministrazione e’ stato pari a -43 milioni (debiti pregressi accumulati), quello di competenza -8,1 mln (deficit d’esercizio), quello di parte corrente -2,2 mln. Il rosso nei conti resta nonostante la riduzione del personale dipendente (docente e tecnico amministrativo) passato da 2.170 unita’ del 2009 a 1.944 unita’ nel 2011.

Nel 2011 la spesa per contratti di prestazione d’opera e’ passata da una previsione iniziale di 842 mila euro ad un importo effettivo di 3,153 milioni (+274%). Su questa voce, scrivono i magistrati contabili, ”appare necessario monitorare la voce degli incarichi esterni”. Si registra anche un aumento della spesa per retribuzioni e altri assegni a ricercatori a tempo determinato pari +230%.

La Corte sottolinea come nel periodo 2009-2011, la spesa del personale abbia sempre sforato il limite di legge del 90% (101,85% nel 2011) del Fondo Ordinario di Finanziamento, la principale fonte di finanziamento del sistema universitario.

La situazione potrebbe diventare ancor piu’ critica considerando che, con il decreto del 18 maggio 2012, tale limite e’ stato abbassato all’80%.

In calo, ma pur sempre impressionante, il livello dei residui passivi pari a 83,9 milioni di euro, si tratta di impegni di spesa non ancora saldati. I residui attivi, sempre che siano tutti esigibili, sono invece pari a circa 30 milioni.

Da ultimo i magistrati contabili rilevano come sul bilancio di previsione del 2013, i revisori dei conti dell’Ateneo ”abbiano espresso parere contrario all’approvazione da parte del Cda dell’Ateneo”.

Anche i conti del 2012 hanno registrato un aumento del disavanzo di amministrazione da -43 a -46 milioni, il deficit di competenza’ e’ stato pari a -6 milioni, ma senza considerare rate di mutui per 6 milioni di euro su cui l’Ateneo ha formulato una richiesta di moratoria.

Da segnalare che per un decennio l’Ateneo senese e’ stato molto piu’ fortunato rispetto a tante altre universita’ italiane. Dalla Fondazione Mps sono arrivati 8-9 milioni di euro all’anno.

http://www.asca.it/news-Siena_Universita___Corte_Conti__va_sottoposta_a_procedura_di_dissesto-1257329-ECO.html

L’arte del rigirare le frittate del Criccaboni e qualche riflessione a piede libero (per ora)

SenzanomeDa fonte rigorosamente anonima, Il cittadinoonline (http://ilcittadinoonline.it/news/157974/Universit%C3%A0__approvato_dal_Cda_il_contratto_collettivo_integrativo.html) apprendiamo la soddisfazione – che appare anche dall’espressione che il Gadda della Cognizione del dolore avrebbe definito di “giuliva bischeraggine” (vedi foto) – del Criccaboni per aver concluso, A MARZO 2013, il contratto per l’accessorio per l’ANNO …. 2012. E naturalmente la soddisfazione si estrinseca in un panegirico della buona amministrazione. Ora due piccoli spunti di riflessione:

1) quanto dichiarato da Criccaboni fa letteralmente a cazzotti con quanto riportato dall’anonima Laura Valdesi sulla nota fanzine anonima la Nazione di Siena per quanto attiene all’anonima infamia decretata dalla Corte dei Conti;

2) Notiamo che dalle dichiarazioni del Criccaboni, chissà perché, sono spariti i toni trionfalistici e – soprattutto – le parole “risanamento” e “rilancio” tosto tramutate in un più cauto, per non dire sommesso “strategie di consolidamento e sviluppo delle attività di ricerca e didattica” (soprattutto quest’ultima come faranno a svilupparla con il dimezzamento del corpo docente e il calo pauroso e costante delle immatricolazioni è un mistero avvolto nelle nebbie);

3) l’espressione “avvio di una nuova fase della vita dell’Ateneo” l’abbiamo sentita almeno altre duecento volte, legata alle evenienze più disparate e non ci risulta che sia mai stata iniziata questa nuova fase, a parte la considerazione che restituire ai lavoratori quanto gli spetta non ci sembra proprio una conquista trionfale.

Negli ultimi anni, e soprattutto negli anni famosi del dissesto,il mancato controllo e non intervento delle autorità per bloccare la cricca che ha devastato e continua a devastare contabilmente,moralmente e culturalmente l’ateneo senese,hanno prodotto un meccanismo contorto che si è diffuso nel resto della gestione degli enti della città:dissesto continuo,disprezzo delle regole e incapaci al governo.Una foto su tutte(qui pubblicata) racchiude la benedizione laica e religiosa del sistema nei confronti della cricca e del groviglio devastatore cittadino.Dovevate interdirlo subito il Criccaboni! Invece la banda procede disprezzando le regole,violando leggi (vedi lettere per Frediani),vedi selezione della condannata Ines Fabbro e vedi l’assoluto servilismo del 98% dei componenti del senato accademico e del cda dell’università.E molti dei membri del cda non sono nemmeno in grado di illustrarvi i bilanci e i provvedimenti che approvano:alzano la mano,si danno una grattatina al culo e poi ritornano a casa.Fanno finta anche di non conoscere l’ultima relazione della Corte dei Conti che boccia,come già fatto dai sindaci revisori,la gestione Criccaboni-Fabbro e non solo.E’ un fatto grave ignorare il rilievo della Corte dei Conti che pone l’accento sulla palese violazione di legge in merito alla gestione delle poste di bilancio:” violata la legge perché i ricavati delle vendite immobiliari sono stati destinati alle spese correnti”. Basta chiacchere e smettetela fra tutti di traccheggiare:sequestrate i bilanci,punite i banditi e interdite Criccaboni.Altrimenti questa città non si risolleverà mai.

P.S. Ci ritorneremo, ma almeno la facessero finita di utilizzare, tutti questi giullari dell’informazione, il plurale quando parlano dei blog anonimi. Uno ce nè, questo. E comunque non è anonimo neanche questo perché Cesare Mori e James Anderson hanno nome e cognome. Ah! Un’altra cosa: colle minacce dei vari Antoni de Gortes, Lise Cresti, Alessandri Lorenzini e altri pagliacci del genere, minacce peraltro scritte in un italiano da ripetenti tre volte la seconda media (ma sono iscritti all’ordine) noi ci facciamo il bidet. E aggiungiamo anch, per coloro che continuano a dire che bisogna “metterci la faccia”, che certe facce sarebbe molto, ma molto più gradevole non vederle mai. Suggeriamo loro quindi di passare all’anonimato, a beneficio dello stomaco di tutti.