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Luglio 19th, 2011 — Note redazionali
Ma che aspettano tutti quanti a mettere alla porta il Rettore invece che stare a fare tanti discorsi sullo statuto e sulla partecipazione degli enti locali? In tre anni gli enti locali non sono stati capaci di fare niente e da quando è rettore Riccaboni è tutto fermo con l’amministrazione sotto scacco di una cricca di docenti (al soldo della politichetta locale) che fanno e disfanno sulla pelle di tutti i loro colleghi (pecore mute e rassegnate), dei precari, dei lavoratori e – soprattutto – degli studenti. E’ una vergogna che deve finire e l’Ateneo deve tornare ad essere quello che è stato per oltre settecento anni, prima che ci mettessero le mani politici di pessima lega come negli ultimi venti e che divenisse una centro di potere come qualsiasi altro. L’Università deve produrre cultura e formazione non essere una sentina di politicanti accademici e non, preoccupati solo di salvaguardare i loro miserabili posticini di potere.
Con tutti gli indagati per il dissesto e con le ombre sull’elezione del rettore, con un direttore amministrativo incapace di fare qualsiasi cosa, possibile che ci preoccupi di questioni così sciocche? Con il consiglio di amministrazione esautorato e i revisori dei conti inascoltati, con lo spettro della mancanza di liquidità e della macelleria sociale che ne deriverà si sta a guardia della poltroncina! E come se non bastasse ci si mette anche il governo a rimestare con queste riforme inutili e anche dannose in questo pozzo di melma.
Tutti alla porta e l’Ateneo torni a fare l’Ateneo!!!
Luglio 19th, 2011 — Note redazionali
Luglio 18th, 2011 — Note redazionali
1) On. Flavio Tattarini, Lei è un personaggio politico molto conosciuto e stimato a livello regionale e nazionale. Attualmente quali sono i suoi impegni pubblici e politici?
Non ho alcun impegno pubblico, se non la responsabilità dell’Associazione Santa Fiora in Musica e del relativo Festival Internazionale di musica. Una disponibilità doverosa per il mio paese di origine,ovviamente a costo zero per la comunità.Sul piano politico non ho alcun impegno-incarico e non ne cerco..sono legato a Sel e quando è possibile ed utile do il mio contributo di lavoro..
2) Lei è stato parlamentare della Repubblica. Come ricorda quegli anni e come valuta la situazione attuale, anche alla luce della crisi del berlusconismo e delle varie inchieste che coinvolgono diversi parlamentari?
Sono stato parlamentare dal’92 al 2001..anni terribili..tangentopoli..l’apertura di una transizione mai portata a sintesi..il berlusconismo…lo smarrimento della sinistra dopo la grande speranza dell’Ulivo…Ho fatto una grande esperienza nel vivo dei problemi reali del paese..un’esperienza che giudico positiva che ha contribuito non poco a rompere un certo emarginante provincialismo del mio fare politica…ma non mi sembra che quella fase sia stata molto utile al paese che ora si trova con tutti problemi aggravati e con una drammatica caduta della speranza di futuro..Per fortuna la caduta verticale delle istituzioni e della politica nasce non solo dalla immoralità dilagante,dal disprezzo delle regole..della Costituzione e dei suoi valori..ma anche dalla spinta positiva al cambiamento che viene diffusamente dal corpo del paese..Forse si può ripartire con un piede giusto..!!!
3) Da anni e giustamente, da piu’ parti viene sollevato il conflitto d’interesse di Silvio Berlusconi. Dal suo punto di vista non ritiene che anche altri conflitti d’interesse e situazioni “imbarazzanti” come nel caso dell’onorevole Denis Verdini non sono piu’ sostenibili?
Il conflitto d’interessi è un cancro che inquina le relazioni umane, sociali e politiche..mette i più deboli alla mercè dei potenti…il berlusconismo ha anche questo fra gli effetti perversi..,ma si dovrebbe ragionare di più sulla portata di questa deformazione del tessuto democratico…per esempio(io resto nel profondo un berlingueriano) la spartizione politico -partitica delle nomine negli enti pubblici non pone il cittadino meritevole in conflitto con gli interessi dei partiti che si accaparrano tutto e,spesso, senza meriti ?
4) Secondo Lei, la sinistra e il centrosinistra riusciranno nell’intento di proporre uno schieramento e una proposta di governo per il futuro del paese?
Bisogna intendersi su quale schieramento si vuol costruire, schieramento in grado di affrontare un cambiamento radicale della vita del paese quale è necessario ed auspicabile oggi…o un schieramento per vincere e poi…???!!!Nel primo caso lo schieramento si costruisce sul programma condiviso e partecipato,accompagnato da un percorso democratico per la selezione della classe dirigente…Questo lo vedo possibile,ma molto complicato.Il secondo non mi interessa.
5) Come giudica il lavoro della Giunta Regionale di Enrico Rossi?
Mi sembra che Rossi faccia ogni sforzo per imprimere un vero cambiamento nel Governo Regionale,ma le resistenze ed i vecchi vizi sono ancora forti.Un esempio la disponibilità sul tracciato Autostradale Tirrenico collocato sull’Aurelia è un errore palese ed un danno per la Maremma,ma il fatto che sia collocato in un’intesa più generale con il Governo,che riguarda aree forti della Regione, lo rende,per la Regione non opponibile,ma verificabile. Così i più deboli pagheranno sempre.
6) Lei è stato Presidente dell’Enoteca Italiana. Che ricordi ha di questa esperienza e come erano i rapporti con le altre istituzioni senesi e nazionali durante il suo mandato?
E’ stata assieme a quella di Sindaco l’esperienza più bella che ho fatto nella mia vita pubblica e sarò sempre grato a Siena che me l’ha consentita.!!!E’ stata per me fonte di conoscenza,di arricchimento culturale ed umano per l’intensità dei rapporti locali,nazionali ed internazionali.La cultura del vino come strumento per la scoperta di tradizioni,storie,culture, identità..per il passaggio dal vecchio mondo contadino alla moderna ruralità..dall’asprezza e durezza della vita nei campi e nelle campagne ad una qualità della vita legata ai valori ambientali ed al “ben essere”. E poi la passione dei vignaioli, la capacità di innovazione, di qualità, di fare impresa moderna..i giovani,le donne..Non sembri una visione bucolica la mia,so dei rischi e dei sacrifici tanti,ma anche di questo clima autentico che è vita.
7) Nel ringraziarla e salutarla, un’ultima domanda: come giudica il livello dell’informazione nel nostro paese?
Non so cosa sarebbe questo paese senza conflitto d’interessi, mi è difficile giudicare positivamente con questa cappa che tutto sembra bloccare.Tuttavia molto sfugge..la Rete per esempio,importanti quatidiani nazionali e locali,bravi e coraggiosi giornalisti..Chiaro scuro..!!!Un governo diverso dovrebbe fare una grande riforma per rendere autenticamente agibile la libertà di informazione.In attesa vi ringrazio per la disponibilità!
Luglio 18th, 2011 — Note redazionali
Comunicato stampa della segreteria del Consiglio nazionale degli pseudonimi.
– Il giorno 17 luglio 2011 alle ore 23:30 presso l’Hotel “Vento d’Estate” nella città di Rimini, si è concluso il Congresso nazionale degli pseudonimi.
– Il congresso è stato aperto dalla relazione dello pseudonimo anziano Sandro Benetti; subito dopo è stata costituita la commissione di garanzia congressuale composta da: Forasacco, Zuzu, Tommy Tatuato, Suor Bridget e Rabanne.
Prima dell’inizio del dibattito congressuale è intervenuto in video-conferenza il leader nazionale degli pseudonimi il “Favi di Montarrenti”.
– Erano presenti al congresso oltre ai pregiatissimi pseudonimi sopracitati: Il cane Paco, Squarcialupi, Leo, Jena, Selen, Vezio Rossetti,Cigno nero, Sole luna, Lelmon, Menippo, Beppe dell’Arco, GattaCiCova. Altri erano assenti per impegni estivi per la pesca subacquea e per la gara di beach volley.
– Il tema del congresso è stato: “Tira piu’ un pelo di talpa o un carro di pseudonimi ?”
Dopo un acceso dibattito che ha visto scontrarsi frontalmente la corrente capitanata da Tommy Tatuato e quella di riferimento di Sandro Benetti, gli pseudonimi ragionevoli hanno elaborato una proposta per mediare tra le anime turbolenti del congresso.
Ecco le conclusioni del congresso:
Il 40° congresso degli Pseudonimi sentiti i pareri dei membri anziani e dopo lunghe riflessioni tra un pasto e l’altro, hanno raggiunto le seguenti determinazioni:
– Preso atto della troppa esposizione mediatica del Benetti, dopo un consulto con Suor Bridget, l’assemblea congressuale ha eletto Grande Pseudonimo d’Italia (tenetevi forte) Il cane Paco. Si sono astenuti Zuzu e lo stesso Benetti. Grande ovazione da parte degli astanti.
Il congresso si è concluso al grido entusiasmante: “Paco Paco sei la firma di tutti noi”…..Wowwwwwwww.
Luglio 18th, 2011 — Note redazionali
Dopo giorni e giorni di appostamenti, finalmente la troupe canina, diretta dal noto giornalista d’inchiesta (il cane Paco) e dall’operatore alle riprese video (il collega Rabanne) è riuscita ad intervistare nel suo bunker segreto il ricercato numero uno, il temutissimo Signor Tasso, che ha accettato solo a condizione di indossare gli occhiali da sole per non farsi riconoscere.
In esclusiva l’intervista shock.
Paco: Buongiorno Signor Tasso. In città sono forti i sospetti di un suo diretto coinvolgimento nell’omicidio della Talpa Grassottella. Si parla anche di testimoni che dicono di aver visto il misfatto e di averla riconosciuta. I due testimoni sono addirittura il Cormorano Calogero e il Piccione Gustavo. Cosa risponde a queste pesanti accuse?
Tasso: Non conosco personalmente né il Cormorano Calogero né il Piccione Gustavo; credo si tratti di un complotto perché ho aperto una società che produce spelapulci insieme al Fenicottero Parmenide, da sempre in concorrenza in affari con loro. Quella sera, peraltro, ero a sucare una bibita col Criceto Annibale in Piazza e lui può testimoniarlo.
Paco: Conosceva la Talpa Grassottella?
Tasso: Chi non la conosceva. Era famosa per i suoi costumi fin troppo disinvolti. C’è chi dice che, nel regno animale, invece che della famiglia delle talpe appartenesse ad un altro genere di animali. Gli inquirenti chiedano piuttosto al Tarpone Orazio; pare si frequentassero da tempo. Si dice che abbia un loft nel fiume Tressa che usa anche come garconniere. Di sicuro c’avrà portato anche la Talpa Grassottella.
Paco: Ma l’omicidio della Talpa è avvenuta a Pian del Lago, cosa c’entra il fiume Tressa?
Tasso: Chiedetelo al Tarpone. Non agisce mai da solo. Mesi fa correva voce che agisse su mandato del Puma. Per adesso di più non dico.
Ancora enigmatico il Tasso e a telecamere spente si lascia sfuggire una frase sibillina sull’omicidio della Talpa Grassottella “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”. Forse un ulteriore indizio?
Intanto dai rilievi scientifici condotti dalla squadra di “CSI MIAO” pare emergano altri inquietanti indizi: di chi era il ciuffo di pelo marrone trovato accanto al luogo del delitto?
E il mistero s’infittisce.
Luglio 17th, 2011 — Note redazionali

Premesso che noi stiamo con quelli a sinistra e qualcuno con quello a destra, notifichiamo che con il presente articolo Fratello Illuminato raggiunge quota 500. Questi uffici, anche sulla scorta dei vari attacchi che in questi giorni si sono susseguiti da parte soprattutto del redattore del Corriere di Siena, invitano a rileggersi tutte le centinaia di pagine che compongono il blog in modo da rendersi conto che:
1) Non c’è un insulto a pagarlo oro. Ci sono critiche, prese in giro e domande imbarazzanti per i destinatari, ma nessun insulto.
2) Là dove si prendono posizioni precise la redazione può garantire che tali posizioni sono DOCUMENTATE e DOCUMENTABILI.
3) Che non ci sia appiglio alcuno per querele o denunce lo dimostra il fatto che non ne abbiamo mai ricevute né ci risulta che siano state prese in considerazione quelle che, a detta di qualcuno, sono state sottoposte alla Magistratura.
4) La differenza tra “anonimo” e “pseudonimo” dovrebbe essere chiara a tutti, a maggior ragione a chi fa il giornalista e tenutario di un blog in cui appaiono centinaia di pseudonimi (Zuzu, Squarcialupi, Roberto dal Nicchio e così via). E’ la rete baby! E soprattutto la rete in una città in evidente affanno democratico e di libertà di espressione.
5) Siamo faziosi. Certamente, ma meno di molti altri. Siamo stati accusati di non attaccare solo una parte politica, ma non corrisponde a realtà: non abbiamo attaccato nessuno (qualche scherzo, via!) che abbia dimostrato di voler fare opposizione al “groviglio” e le interviste che stiamo pubblicando lo dimostrano chiaramente. Se il Bisi o qualcuno dei politici così veloci a rispondergli vuole mandarci un’intervista può farlo. La pubblicheremo dopo aver controllato che non ci siano insulti e/o offese o, ancora, accuse a chi non può difendersi in assenza di contradditorio (la stessa politica con cui moderiamo i commenti).
6) Dare del dissestatore a qualcuno, dopo aver notato che mancano 270 milioni di euro all’appello, non ci sentiamo di considerarlo insulto ed evidentemente la Magistratura la pensa come noi.
7) Farsi fare la predica moralizzatrice da uno che viene pagato per fare quello che fa (cioè tacere su tutto salvo che sui puma e sulle talpe grassottelle) da personaggi del calibro di Rocco Girlanda è intollerabile. Tanto più quando costui se ne guarda bene dal dire anche una sola parola su un’indagine in corso come quella su Ampugnano (c’entra qualcosa il fatto che Enzo Viani sia tra gli indagati?) o su un processo in corso come quello che vede come parte lesa Antonella Fioravanti e come imputati Marcolongo e Frediani (non una parola sul Corriere di Siena e fior di articoli su Nazione e giornali nazionali come Repubblica).
8) Evidentemente qualcuno si irrita che la redazione di Fratello Illuminato riceva attenzione da chi, presumibilmente, non ne trova in altri mezzi di comunicazione, sia pure non anonimi. Cominci a fare un’informazione meno faziosa e fantasiosa (dei puma e delle talpe grassottelle non frega niente a nessuno, di Ampugnano e dissesto universitario evidentemente sì) e Fratello Illuminato sarà ben contento di risparmiare tempo e fatica a scrivere e a DOCUMENTARSI.
Ci siamo capiti?
Di questi uffici
Cesare Mori
Luglio 15th, 2011 — Note redazionali
1) Caro Francini, Lei è uno studente impegnato in prima fila per rivendicare i diritti degli stessi studenti.Come valuta la condizione degli studenti all’interno del contesto universitario italiano e in particolar modo di quello senese?
Se per “condizione degli studenti” si intende il welfare studentesco Siena non fa eccezione in un panorama nazionale estremamente arretrato in questo ambito. Per migliorare le cose in questo ambito è fondamentale che la politica e le istituzioni inizino a cambiare prospettiva nel guardare al composito mondo studentesco: soprattutto si deve smettere di considerare lo studente universitario come un “ritardatario della produttività” ma al contrario come un investimento fondamentale per il futuro della società. Si deve fare molto in questo campo: dal riconoscimento del reddito di formazione, alla cittadinanza delle comunità fuori-sede nelle città universitarie fino all’abbattimento di qualsiasi barriera per un libero e critico accesso al sapere.
2) Lei è il rappresentante degli studenti in seno al CDA dell’ateneo senese.Come giudica questa sua esperienza e come valuta il lavoro del Rettore Riccaboni?
Spero di essere stato utile. In questi anni, assieme ad altri, ho rilevato storture e zone d’ombra dell’attività amministrativa, mi sono espresso per la trasparenza e la democraticità dell’organo di governo. Purtroppo i ben noti problemi finanziari hanno frenato la parte “propositiva” dell’azione di rappresentanza bloccando le giuste rivendicazioni mie e del corpo studentesco per problemi di tenuta di bilancio. Riccaboni lo abbiamo votato, e sono fiero di dirlo, REDS è stato l’unico soggetto organizzato di elettori che ha palesato in maniera onesta e trasparente la sua posizione, anche quando non significava salire sul carro del probabile vincitore. L’attuale Rettore affronta il suo mandato in un momento difficilissimo in cui ai problemi pregressi e strutturali dell’ateneo di Siena si uniscono i continui attacchi al sistema della formazione portati avanti dai governi di centrodestra. Per quanto riguarda il risanamento, guardando i dati, i risultati sono positivi, ma ancora insufficienti per poter mettere la parola FINE sul problema. Speriamo che d’ora in avanti le scelte fondamentali e necessarie per il futuro di questa università vengano fatte con la collaborazione e la condivisione di tutti con processi partecipativi che possano unire la nostra comunità accademica, ad oggi estremamente disgregata. E’ necessario però che il risanamento venga portato avanti con equità e questo spero che Rettore e DA lo capiscano presto: vi sembra normale che in un momento del genere in cui i servizi vengono tagliati inesorabilmente si chieda una sovratassa di 100 Euro agli iscritti ai corsi di laurea necessitanti di laboratori attrezzati? Vi sembra normale che nonostante gli incentivi ci siano professori ordinari che non vogliono andare in prepensionamento, sbattendosene del futuro dell’ente?
3) Che idea si è fatta circa il futuro dell’ateneo senese?
Una idea brutta, così come purtroppo non sono fiducioso sul futuro dell’università italiana. Perché Siena è un campanello di allarme per tutto il sistema; la cattiva gestione dell’autonomia e la formazione del deficit strutturale sono elementi aggravanti di una crisi che però colpisce e colpirà in futuro ancora più pesantemente tutto il sistema dell’istruzione pubblica italiana. Una voragine che pian piano interesserà tutto il paese e che di fatto costringerà atenei prestigiosi a squalificarsi o rettori ambiziosi a sperimentare forme di intervento dei privati all’interno delle università. In ogni caso un danno enorme per gli studenti ma soprattutto per l’intera collettività.
4) Che giudizio ci da sull’inchiesta relativa al concorso universitario che vede tra i rinviati a giudizio il prof. Bruno Frediani?
Non ero in Consiglio di Amministrazione all’epoca ed ignoravo i fatti prima dell’inchiesta de La Repubblica. Posso dire solamente che credo che il CDA dell’epoca abbia commesso un errore a deliberare sulla regolarità del concorso senza accertarsi di quanto stava emergendo dall’inchiesta. Tuttavia per questo fatto così come sull’inchiesta riguardante le responsabilità sul buco dell’UniSI non dobbiamo come comunità accademica sostuirci alla procura della repubblica né stare ad invocare i cappi: la giustizia farà il suo corso. Sta a noi però mettere in piedi le strutture ed i meccanismi che permettano che fatti del genere non abbiamo a ripetersi.
Luglio 15th, 2011 — Note redazionali
1) Oggi con la Dottoressa Carla Fineschi, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, affrontiamo alcune tematiche inerenti la società attuale e le relative problematiche del disagio, soprattutto giovanile, che caratterizzano la modernità. Dottoressa, prima di affrontare le altre domande, ci può brevemente illustrare la sua attività professionale?
Lavoro come psicoterapeuta dal 1985, sono una libera professionista che, negli anni , ha colloborato con numerosi enti pubblici: università, ministero di giustizia, usl7. Le persone che vedo manifestano varie forme di disagio, ma con tutti è possibile fare un percorso finalizzato al miglioramento del nostro stile di vita. Sottolineo che esiste una tendenza del genere umano a procurarsi la sofferenza o sopratutto una difficoltà ad uscirne. Questo atteggiamento è dovuto a fattori culturali di cui era impregnata la società cattolica e che tuttora permangono.La società attuale è edonista e narcisista ma questo vuol dire che si ferma all’amore per la forma, per l’immagine e ci si allontana dalla ricerca di valori costruttivi, che sono la base per una vita serena.
2) Che giudizio esprime, anche in base alla sua esperienza professionale, della società attuale, non solo italiana?
Quello che ho appena affermato già ha espresso il mio parere per la società attuale: un periodo di grande decadenza. Nessuno crede più di poter agire concretamente per raggiungere i propri obiettivi e chi lo fa è sempre legato ad un interesse individualistico e particolaristico.Nella società della globalizzazione nessuno vede al di là del proprio orto.Perseguire il proprio bene è giusto e non credo che l’annullamento di se stessi sia proficuo, ma i nostri interessi personali coincidono con quelli sociali.Se c’è corruzione e malaffare anche il corrotto ha una perdita, poichè rinforza un sistema in cui non c’è alcuna certezza e a lungo o breve termine ne diventirà vittima.
3) Molti fatti di cronaca ci rappresentano drammi familiari, aumento dei suicidi, e purtroppo anche i casi di violenza sulle donne aumentano: come si spiega tutto questo imbarbarimento e questa perdita di fiducia nel “vivere”?
I reati intrafamiliari sono aumentati ma dobbiamo premettere che molti di questi comportamenti prima non venivano denunciati. Le donne sono ,per fortuna, più consapevoli dei propri diritti e pertanto tendono a non voler più subire .Questa crescita delle donne, anche se ultimamente assistiamo ad un pò di regresso, provoca reazioni aggressive negli uomini, che vedono ridotto il proprio ruolo e non sanno elaborarlo se non con la rabbia.I casi degli uomini con sindrome di Medea, che uccidono i propri figli per punire la compagna che li ha abbandonati è indicativo di questo atteggiamento.
I suicidi spesso sono espressione della possibilità di riprendere un controllo della propria vita.Se si entra nel senso di impotenza estrema poter decidere dove, quando, come morire è paradossalmente una presa d’atto del proprio “potere”, del poter decidere almeno qualcosa sulla propria vita.
4) Lei ritiene che dal punto di vista legislativo e con le strutture sanitarie tanti fenomeni del disagio posso essere contrastati e non crede che la risposta attraverso la “cura” è insufficiente e quindi serve un risveglio culturale adeguato?
Rispetto all’enorme disagio, palpabile, di questo periodo di cui i giovani sono le prime vittime, non sono sufficienti leggi e cure, anche se indirizzano ed aiutano. La miglior terapia sarebbe comunque quella di formare le persone ad essere e non ad avere.Cito banalmente Erich Fromm, che già negli anni ’50 intravedeva un pericolo che si è poi concretizzato. Siamo tutti portare a darci un valore se possediamo e ci attiviamo per questo…solo per questo. Credo che il benessere sia importante, come il potere se è però ben finalizzato.Posso ritenere di essere competente e per questo mi faccio ben pagare , questo è positivo perchè ci diamo un valore e lo condividiamo con altri ,facendoci pagare. Se invece cerco di ottenere denaro e potere non formandomi ma cercando vie brevi ,è dannoso alla società ed agli altri ed a se stessi. Il cambiamento culturale è indispensabile per acquisire benessere e serenità ma il cambiamento deve prima avvenire dentro di noi e questo aiuterà il risveglio della coscienza collettiva
5) Come mai i giovani spesso si sentono soli e si allontanano dalla vita sociale e quindi si creano una sorta di “isolamento da tutto”?
I giovani si trovano a progettarsi dentro “modelli vincenti” che si basano sull’immagine. Ci sono quelli che decidono di percorrere la strada della forma e del commercio di tutto, anche del proprio corpo e questo può anche dar loro momenti di gloria, fugace. Per tutto il resto della vita staranno a rimpiangere il momento ormai trascorso e non andranno avanti.
Altri scelgono e percorrono strade diverse, di impegno, di ricerca dei propri valori.La strada è sicuramente impervia e piena di frustrazioni. Spesso non riusciranno e si vedranno superati da chi ha percorso l’altra strada. Queste continue delusioni portano anche ad un ritiro sociale, a rifugiarsi in un mondo virtuale in cui tutte le esperienze sono attenuate dal punto di vista emotivo. I genitori vengono colpevolizzati per gli atteggiamenti dei figli, ma alcune volte è veramente difficile formare i figli al rispetto di se stessi e dell’altro perchè i messaggi sociali contraddicono tali norme educative.
6) Ci sono delle speranze per ritrovare una vera dimensione umana e quindi eliminare tanto disagio e la troppa violenza tra gli individui?
Nonostante il quadro un pò drammatico io sono un’ottimista, credo nell’individuo ed attraverso l’esperienza di vita e professionale ho visto che le persone possono ritrovare se stessi, anche nei momenti peggiori ed attivare le risorse emotive e cognitive enormi che il genere umano ha. Quindi il mio messaggio ai giovani ma anche a tutti noi è credere in se stessi, sempre, non cadere nel senso d’impotenza e disperazione, ma attivarsi per riconoscersi il nostro valore, che va però sempre ben coltivato.
1)Oggi con la Dottoressa Carla Fineschi, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, affrontiamo alcune tematiche inerenti la società attuale e le relative problematiche del disagio, soprattutto giovanile, che caratterizzano la modernità. Dottoressa, prima di affrontare le altre domande, ci puo’ brevemente illustrare la sua attività professionale?
Lavoro come psicoterapeuta dal 1985, sono una libera professionista che, negli anni , ha colloborato con numerosi enti pubblici:università, ministero di giustizia ,usl7. Le persone che vedo manifestano varie forme di disagio, ma con tutti è possibile fare un percorso finalizzato al miglioramento del nostro stile di vita. Sottolineo che esiste una tendenza del genere umano a procurarsi la sofferenza o sopratutto una difficoltà ad uscirne. Questo atteggiamento è dovuto a fattori culturali di cui era impregnata la società cattolica e che tuttora permangono.La società attuale è edonista e narcisista ma questo vuol dire che si ferma all’amore per la forma, per l’immagine e ci si allontana dalla ricerca di valori costruttivi , che sono la base per una vita serena.
2) Che giudizio esprime, anche in base alla sua esperienza professionale, della società attuale, non solo italiana?
Quello che ho appena affermato già ha espresso il mio parere per la società attuale: un periodo di grande decadenza. Nessuno crede più di poter agire concretamente per raggiungere i propri obiettivi e chi lo fa è sempre legato ad un interesse individualistico e particolaristico.Nella società della globalizzazione nessuno vede al di là del proprio orto.Perseguire il proprio bene è giusto e non credo che l’annullamento di se stessi sia proficuo, ma i nostri interessi personali coincidono con quelli sociali.Se c’è corruzione e malaffare anche il corrotto ha una perdita, poichè rinforza un sistema in cui non c’è alcuna certezza e a lungo o breve termine ne diventirà vittima.
3) Molti fatti di cronaca ci rappresentano drammi familiari, aumento dei suicidi, e purtroppo anche i casi di violenza sulle donne aumentano: come si spiega tutto questo imbarbarimento e questa perdita di fiducia nel “vivere”?
I reati intrafamiliari sono aumentati ma dobbiamo premettere che molti di questi comportamenti prima non venivano denunciati. Le donne sono ,per fortuna, più consapevoli dei propri diritti e pertanto tendono a non voler più subire .Questa crescita delle donne, anche se ultimamente assistiamo ad un pò di regresso, provoca reazioni aggressive negli uomini, che vedono ridotto il proprio ruolo e non sanno elaborarlo se non con la rabbia.I casi degli uomini con sindrome di Medea, che uccidono i propri figli per punire la compagna che li ha abbandonati è indicativo di questo atteggiamento.
I suicidi spesso sono espressione della possibilità di riprendere un controllo della propria vita.Se si entra nel senso di impotenza estrema poter decidere dove, quando, come morire è paradossalmente una presa d’atto del proprio “potere”, del poter decidere almeno qualcosa sulla propria vita.
4) Lei ritiene che dal punto di vista legislativo e con le strutture sanitarie tanti fenomeni del disagio posso essere contrastati e non crede che la risposta attraverso la “cura” è insufficiente e quindi serve un risveglio culturale adeguato?
Rispetto all’enorme disagio, palpabile, di questo periodo di cui i giovani sono le prime vittime, non sono sufficienti leggi e cure, anche se indirizzano ed aiutano. La miglior terapia sarebbe comunque quella di formare le persone ad essere e non ad avere.Cito banalmente Erich Fromm, che già negli anni ’50 intravedeva un pericolo che si è poi concretizzato. Siamo tutti portare a darci un valore se possediamo e ci attiviamo per questo…solo per questo.Credo che il benessere sia importante, come il potere se è però ben finalizzato.Posso ritenere di essere competente e per questo mi faccio ben pagare , questo è positivo perchè ci diamo un valore e lo condividiamo con altri ,facendoci pagare. Se invece cerco di ottenere denaro e potere non formandomi ma cercando vie brevi ,è dannoso alla società ed agli altri ed a se stessi. Il cambiamento culturale è indispensabile per acquisire benessere e serenità ma il cambiamento deve prima avvenire dentro di noi e questo aiuterà il risveglio della coscienza collettiva
5) Come mai i giovani spesso si sentono soli e si allontanano dalla vita sociale e quindi si creano una sorta di “isolamento da tutto”?
I giovani si trovano a progettarsi dentro “modelli vincenti” che si basano sull’immagine. Ci sono quelli che decidono di percorrere la strada della forma e del commercio di tutto, anche del proprio corpo e questo può anche dar loro momenti di gloria, fugace. Per tutto il resto della vita staranno a rimpiangere il momento ormai trascorso e non andranno avanti.
Altri scelgono e percorrono strade diverse, di impegno, di ricerca dei propri valori.La strada è sicuramente impervia e piena di frustrazioni. Spesso non riusciranno e si vedranno superati da chi ha percorso l’altra strada. Queste continue delusioni portano anche ad un ritiro sociale, a rifugiarsi in un mondo virtuale in cui tutte le esperienze sono attenuate dal punto di vista emotivo. I genitori vengono colpevolizzati per gli atteggiamenti dei figli, ma alcune volte è veramente difficile formare i figli al rispetto di se stessi e dell’altro perchè i messaggi sociali contraddicono tali norme educative.
6) Ci sono delle speranze per ritrovare una vera dimensione umana e quindi eliminare tanto disagio e la troppa violenza tra gli individui?
Nonostante il quadro un pò drammatico io sono un’ottimista,credo nell’individuo ed attraverso l’esperienza di vita e professionale ho visto che le persone possono ritrovare se stessi, anche nei momenti peggiori ed attivare le risorse emotive e cognitive enormi che il genere umano ha. Quindi il mio messaggio ai giovani ma anche a tutti noi è credere in se stessi , sempre, non cadere nel senso d’impotenza e disperazione, ma attivarsi per riconoscersi il nostro valore, che va però sempre ben coltivato.
Luglio 15th, 2011 — Note redazionali

Caro Bisi, dopo aver letto il tuo stravagante articolo di oggi, permettimi di dirti che hai perso una sana occasione per passare il pomeriggio di ieri al mare. Come mai pretendi di fare il moralizzatore d’ufficio per tutti e nei confronti di tutti? Ma anonimi in che senso? Il nostro blog si chiama Fratello Illuminato come del resto il tuo blog si chiama Stefano Bisi. Ci spieghi la differenza?
Quando sul tuo giornale pubblichi le interviste firmate da “Sandro Benetti” (storico pseudonimo) oppure pubblichi delle lettere contro la fondazione Mps affermando che sono firmate da gente viva e vegeta? O quando il tuo blog è pieno di commenti di anonimi visitatori? Vogliamo parlare delle tue brillanti lettere “sul tasso che mangia la talpa grassottella”?
Tutto ha un limite e tu caro Bisi lo stai superando alla grande. Ti sei permesso di scrivere che noi “insultiamo giornalisti, banchieri e politici” e affermi che sono state presentate delle querele nei nostri confronti. Querele per cosa? Chi abbiamo insultato? E non eri tu quello che ce l’aveva con chi fa troppi esposti? Forse coloro che hanno dissestato l’università? Non ci risulta di aver mai offeso giornalisti, politici e nemmeno banchieri: forse ti riferivi alla tua persona? Ma se pensavi alle critiche (non insulti, critiche) che ti rivolgiamo come minimo devi darci atto che siamo fin troppo teneri. Ti sei dimenticato dei tuoi articolo pesanti contro questo o quello e delle tue fotine con commenti sprezzanti verso chi non la pensa come te?
Ma l’aspetto assurdo del tuo intervento è quando pretendi di impedire alle persone di rilasciare interviste sul nostro blog. Ma chi pensi d’essere? Sei solo il caporedattore di un giornale e credo che nessuno ti abbia conferito il titolo di “padrone della città e dei politici”.
Oggi hai lanciato un messaggio di guerra nei nostri confronti, invocando l’intervento della magistratura e chiedendo alle forze politiche di reagire contro di noi. Ma ti rendi conto che non sei nelle condizioni di fare il moralizzatore e nemmeno di invocare niente. Perchè non scrivi del processo contro Bruno Frediani? Perché non chiedi alla magistratura di completare l’inchiesta nei confronti dell’ex presidente dell’aereoporto di Ampugnano Enzo Viani? Perché non chiedi alla magistratura di completare le indagini sulle vicende universitarie? Rispondi a queste domande invece di consumare la tastiera contro il nostro blog. Per quanto riguarda il sig. Vivarelli direttore della MPS Tenimenti, invece di mettere dei commenti sul nostro blog per invitarci a cena, perché non ci risponde alla domanda sulla sua assunzione a direttore della stessa MPS Tenimenti?
Sperando di essere stato chiaro concludo con questa domanda: ma cosa c’entra la carta etica del centrosinistra con il nostro blog? Fai una cosa caro Bisi, prova a rileggertela e pensa al processo Frediani e all’inchiesta che ha colpito Enzo Viani.
Maestro James
Luglio 15th, 2011 — Note redazionali
1) Gentilissima Lia, per noi è un grande piacere intervistarti, perché la tua giovane età unita al tuo impegno come rappresentante degli studenti universitari del DAS è una forma di protagonismo giovanile e di responsabilità apprezzabile. Che valutazione dai del protagonismo degli studenti non solo all’interno dell’università ma nella vita sociale e culturale in generale?
Si sono realizzati, nel corso di questo difficile anno, dei momenti significativi, di riflessione e di mobilitazione. Questo sia in merito alla questione universitaria, che ha portato in piazza milioni di studenti, sia per dinamiche legate al mondo del lavoro e alle problematiche dell’immigrazione. Il disagio sociale, a mio avviso, c’è e viene percepito fortemente soprattutto dai giovani, che sembra stiano sempre di più sviluppando coscienza sociale, la quale si è tradotta spesso, come abbiamo visto, in azione politica, sociale e culturale. Azione e disagio che purtroppo non sono state colte dai partiti della sinistra italiana nel modo in cui le realtà associative autorganizzate speravano. Il movimento studentesco ha dimostrato una sua dinamicità ed una capacità mobilitativa notevole anche grazie alle principali associazioni nazionali. Tuttavia credo che la naturale prosecuzione di una così grande mobilitazione dovesse essere una completa rielaborazione di un nuovo modello sociale, che non è stata realizzata. Quelle realtà che si sono proposte tale finalità non sono riuscite ad inserirsi in dinamiche organizzative tanto articolate, per cui si sono ritrovate spesso isolate. Ed è questo il progetto che maggiormente spaventa un sistema che, oggi più che mai, ci vuole separati ognuno nei suoi problemi, nelle sue lotte, nelle sue rivendicazioni. Per questo motivo sono state tali realtà ad essere maggiormente colpite dall’ondata di repressione.
2) Qual è il vostro giudizio sull’operato del rettore pro tempore Riccaboni ?
Il Rettore Riccaboni si sta dimostrando completamente incapace di gestire le difficoltà dell’Ateneo e con lui la direttrice amministrativa. Emblematici sono, secondo me, tre casi:
il piano di risanamento perché dal nostro punto di vista non è con la svendita di locali dell’Università che si può risanare un buco di milioni di euro; le alienazioni possono sì dare un lieve e momentaneo respiro, ma se si punta ad un reale progetto di risanamento occorre principalmente un concreto investimento, unito ad una forte spinta di rilancio.
In secondo luogo le scelte dell’amministrazione in merito alla questione dei lavoratori ( basti ricordare come l’amministrazione si è posta nei confronti dei lettori di lingua straniera) che tracciano una concezione dei rapporti di lavoro assolutamente iniqua. Quello che è stato fatto nel corso di quest’anno è chiedere sacrifici a lavoratori e studenti ( i quali hanno visto i servizi notevolmente diminuire) e preservare, però, i privilegi dei baroni e di tutti coloro che hanno ingrassato le loro tasche utilizzando la nostra Università come strumento di ascesa sociale e carrieristica.
Infine, si fa per dire, ricordiamo la Commissione Statuto, che in questi mesi ha svolto i suoi lavori senza far trapelare le reali intenzioni “riorganizzative”, spesso, forse, celate anche agli stessi membri della commissione, membri rappresentanti di quelle realtà che non siano quelle baronali.
3) Come vi prefigurate il futuro dell’università non solo qui a Siena ma nella sua dimensione nazionale?
Anche il mondo della cultura subisce le regole del mercato, è un processo in atto ormai da anni che ridurrà inevitabilmente il mondo della formazione ad una sorta di serbatoio dal quale attingere all’occorrenza, seguendo criteri essenzialmente remunerativi. Si tratta di mercificazione del sapere ed aziendalizzazione del mondo della formazione, che si compiranno grazie all’ausilio della presenza privata all’interno degli organi di gestione e di governance che detteranno le scelte didattiche e disciplinari in base alle loro necessità economiche. Questo è il progetto a medio termine, l’azione a lungo termine è quella di una progressiva mortificazione, fino alla loro chiusura, degli Atenei più piccoli, questo in favore di Università di “ eccellenza” essenzialmente private. Testimonianza di questa volontà è la riproposizione, ogni anno, dell’abolizione del valore legale del titolo di laurea. Tutto questo comprometterà la possibilità di accedere liberamente alla formazione, a causa del costo che verrà ad assumere la stessa, minando alla base il diritto all’istruzione, strumento essenziale di emancipazione sociale ( così come sancito dalla nostra Costituzione). Siena, purtroppo, si pone perfettamente all’interno di queste dinamiche, come dimostra anche l’eliminazione, dal prossimo anno, di dottorati che non siano finanziati da enti esterni all’Università.
4) Una tua proposta da fare al Sindaco di Siena per rendere accessibile agli studenti gli spazi e le strutture culturali e associative della città.
Ciò che noi sentiamo come esigenza (e quindi ci sentiamo di proporla come progetto al primo cittadino) è la possibilità di avere degli spazi di confronto, discussione ed elaborazione. Dei luoghi aggregativi, associativi ed autorganizzati che diano respiro a tutte le sensibilità che compongono il tessuto sociale e soprattutto che sentono come di vitale importanza il dibattito e un’innovativa formulazione culturale e politica.
Ci colpisce la volontà della nuova giunta di voler continuare a portare avanti la candidatura di Siena a capitale della cultura per il 2019, in una situazione in cui l’Ateneo è completamente allo sbando – e per il quale la nuova amministrazione comunale non sta facendo nulla di concreto – e in cui non esistono dei reali luoghi di elaborazione culturale ( ad esclusione del Santa Maria della Scala, che è sicuramente un museo bellissimo, ma non è sufficiente per fare di Siena la capitale della cultura). In realtà vi sarebbero degli spazi che potrebbero essere sfruttati in questo senso, ma la cattiva organizzazione impedisce di attuare consimili progetti.
5) Che giudizio dai sul movimento delle donne “Se non ora quando”?
E’ triste che siano state le serate del premier a far risvegliare la questione di genere, ma è sempre positiva un presa di coscienza della propria condizione.
6) Proponi un’idea che possa unificare le varie posizioni presenti tra gli studenti universitari.
Il mondo associativo universitario è estremamente variegato. Tale diversità, tuttavia, non ci impedisce di unirci in particolari momenti come è avvenuto nella mobilitazione di quest’autunno o in occasione del riordino didattico.
Ci sono diverse proposte che crediamo possano unificare tutte le voci, a partire dai servizi primari agli studenti, che sicuramente andrebbero migliorati non poco, passando per gli spazi di aggregazione e confronto ad essi dedicati, fino ad arrivare ad un ben maggiore coinvolgimento degli studenti nelle dinamiche decisionali dell’Ateneo. Ad esempio una proposta che già avevamo presentato e su cui continuiamo a lavorare è una riforma della rappresentanza in cui le decisioni più importanti per l’Ateneo vengano discusse a partire da assemblee aperte a tutti gli studenti per poi passare agli organi minori (organi più a contatto con le problematiche quotidiane degli studenti e quindi più rappresentativi), prima di arrivare agli organi maggiori.