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Maggio 7th, 2013 — Note redazionali
L’agenzia Reuters
SIENA, 7 maggio (Reuters) – Il gip di Siena Ugo Bellini non ha mai detto di voler essere sollevato dalle indagini su Mps né di non sentirsi all’altezza. Lo ha dichiarato oggi lo stesso giudice, smentendo il contenuto di una lettera inviata dal presidente del tribunale al Csm, e arrivata ai media.
“Non è vero che ho chiesto di essere sollevato dalle indagini che attengono alla complessa vicenda afferente il Monte dei Paschi, ma semmai ho chiesto un aiuto per meglio concentrarmi sulle richieste dei pm che riguardano le indagini sul Monte dei Paschi di Siena”, ha detto Bellini incontrando i giornalisti.
“Non ho mai avuto paura, né ho mai manifestato a colleghi il timore di non essere all’altezza dell’impegno, pure gravoso, che attiene alle mie funzioni di gip sul Monte dei Paschi di Siena”, ha aggiunto il giudice.
Lo scorso 26 aprile il gip Bellini ha deciso di non convalidare il decreto d’urgenza con cui la procura aveva disposto il sequestro preventivo di circa 1,8 miliardi di euro a carico di Nomura e degli ex vertici del Monte dei Paschi, nell’ambito dell’inchiesta sull’operazione Alexandria, condotta con l’istituto senese nel 2009.
Nella lettera al Csm, vista da Reuters, il presidente del tribunale di Siena Stefano Benini ha chiesto di rafforzare l’organico con due magistrati da destinare agli uffici gip e dibattimento, per evitare “la paralisi” e per andare incontro alle richieste del gip.
“L’aggravio di lavoro per il Bellini è ai limiti della sostenibilità, e non v’è giorno in cui il collega non chieda di essere sollevato da quelle funzioni. La demotivazione e il timore di non essere all’altezza del compito sono evidenti”, scrive Benini, chiedendo di rafforzare l’organico con magistrati dotati di “sufficiente esperienza e cognizione della materia”.
Ieri la procura di Siena ha fatto ricorso al Riesame contro la decisione del gip.
Maggio 7th, 2013 — Note redazionali
Maggio 7th, 2013 — Note redazionali
Criccaboni e il docente Lorenzo Frediani prima vengono intercettati (non da noi ma dall’autorità giudiziaria) mentre tentano di intrallazzare con fondi immobiliari e nella gestione di alcuni uffici dell’ateneo. Leggete qui http://ilsensodellamisura.com/2011/12/31/quando-lo-sciacallaggio-parte-dai-vertici/
Successivamente Criccaboni e Fabbro firmano una vergognosa lettera sotto il profilo giuridico, morale e civile per favorire il loro amico e sodale Lorenzo Frediani. Leggete qui http://shamael.noblogs.org/?p=5958
Non contento, il Criccaboni in un’intervista al giornale Linkiesta conferma di aver usufruito della collaborazione di Lorenzo Frediani. Leggete qui http://www.linkiesta.it/siena-consulente-universita-conflitto-interessi
Oltre ai soliti problemi e reati commessi, ci sarebbe anche questa vicenda. Leggete quihttp://shamael.noblogs.org/?p=7211
Chiudere un occhio va bene ma bendarsi completamente non è sostenibile. Comunque questa è la cultura gestionale del partito di Bruno Valentini.
Maggio 6th, 2013 — Note redazionali
Maggio 6th, 2013 — Note redazionali
Riportiamo l’intervento di Sergio Profeti dal blog Sunto concordando con lui sulla necessità che la MAGISTRATURA apra un’inchiesta e a tal proposito sarebbe utile l’intervento del Ministro degli Interni.
Se il nostro precedente articolo fosse stato ripreso da Il Fatto Quotidiano, sicuramentela Procura di Siena avrebbe aperto, se non un fascicolo, almeno un insertino. E’ storia, infatti, che la Procura di Siena spedì un plotone di finanzieri nel marzo 2012 nella sede della Muccona solo dopo il servizio di Report; così come è storia che la stessa Procura abbia iniziato a svolgere investigazioni solo dopo che, lo scorso febbraio, Il Fatto Quatidiano, imbeccato dalla stessa Muccona, aveva tirato fuori la vicenda di Alexandria. E’ storia, per finire, che la Procura di Siena, non avendo trovato nulla nelle casseforti della Muccona durante le perquisizioni della primavera 2012, si vide recapitare nell’autunno 2012 in dono quel fascicolo su Alexandria trovato, guarda caso, nelle stesse casseforti perquisite in precedenza. Così, riteniamo, che, se Il Fatto Quotidiano avesse focalizzato attenzione sulle vicende, che illegittimamente hanno portato don Brunetto da Monteriggioni a far scattare l’istituto della decadenza, la Procura l’insertino lo avrebbe certamente aperto. Ed aprendolo avrebbe trovato elementi consistenti per chiedere la “luce che illumina” allo stesso don Brunetto da Monteriggioni. Tutti sembrano adeguarsi alla situazione di non-belligeranza nei confronti del PD, tant’è che il Pdl avrebbe tempo fino a mercoledì per presentare ricorso al Tar Toscana per aprire la prima discussione della storia sull’istituto della decadenza, sfruttato da don Brunetto per presentarsi alle elezioni a Siena, ma sicuramente non se ne farà diu niente. Come non ci sarà, dal versante senese delle cosiddette opposizioni al PD alcun tentativo di denunciare alla Procura di Siena i meccanismi che hanno portato don Brunetto a candidarsi, vincendo le primarie, per il ballottaggio del 9 giugno. Eppure di lati oscuri la vicenda di don Brunetto ne presenta più che a sufficienza, allorché ci poniamo l’interrogativo: può un Ente locale, possessore del 100% del capitale di una società, candidare alla presidenza della stessa società il proprio Sindaco? E, per di più, sfruttando la candidatura per far scattare l’istituto della decadenza avendo ben presente l’obiettivo di partecipare alle elezioni amministrative in un altro Comune? Ed infine, come si può vedere nella tabellina che riassume le tappe della vicenda, perché si è andati a cercare questa elezione alla presidenza di una Srl? Un insertino, mica un fascicolo, potrebbe anche aprirsi; o no?
http://www.sunto.biz/2013/05/06/lillegittima_candidatura_di_don.htm
http://www.sunto.biz/2013/05/06/don_brunetto_da_monteriggioni_ha.htm
Maggio 5th, 2013 — Note redazionali
Il legame tra Bruno Valentini e la banda del buco universitario viene da lontano:dai rapporti con la tosiana d’acciaio Gabriella Piccinni a quelli con l’ex segretaria del Tosi,dirigente del PD di Monteriggioni(quella che davanti al GIP confermò di aver passato dal tritacarte documenti non ufficiali presenti nell’ufficio del Tosi).E a conferma di questo legame storico il fuoco di paglia della politica Bruno Valentini ha manifestato tutto il suo supporto alla banda del Criccaboni.Praticamente una condivisione del dissesto,del disprezzo istituzionale e della macelleria sociale.Ma il partito devastatore per confermare con forza il filo rosso(il colore dei bilanci e non degli ideali) che lega il partito con la banda del buco ha candidato in lista il docente tosiano-criccaboniano Roberto Venuti.
Per conoscere Roberto Venuti e quindi per rafforzare l’idea di non votare il PD e Il Valentini vi proponiamo stralci delle intercettazioni dell’inchiesta sulle elezioni del Criccaboni di seguito riassunte.Ricordatevi che si tratta di docenti pagati con i soldi dei contribuenti per produrre ricerca e didattica e non per intrallazzare dall’alba al tramonto.
Tre stelle lucenti del criccabonesimo criccante sono lo stesso prof. Marco Bettalli e altri due scienziati dell’accademica: Vincenzo Sorrentino e Roberto Venuti. Questi tre forse convinti di trovarsi nel giardino delle proprie case, tra il novembre e il dicembre del 2010 (ma non solo in questo periodo) passavano il tempo a concordare nomine e sul come ostacolare quello e l’altro docente non allineato alla cricca. Soprattutto per loro era fondamentale tenere lontani dalla nomine la professoressa Santina Rocchi e tutti i docenti dell’area di Antonio Vicino. Più che un ateneo sembra il revival delle vecchie guerre tra bande della Democrazia Cristiana napoletana ai tempi di Gava o giù di lì. I famosi complotti che ammazzano la cultura e la vita accademica. E da questo si capisce come nel passato sia stato possibile dissestare lo stesso ateneo. Veniamo ai complotti dei tre scienziati (gli interessati possono evitare di smentire o minacciare querele, il tutto è dimostrabile!!!). In quei mesi del 2010 il Criccaboni stava preparando la squadra; e sempre in quel periodo dovevano rinnovare il Presidente del Collegio dei direttori di dipartimento (non quello del consiglio dei ministri!!). Naturalmente parte subito il complotto. Vincenzo Sorrentino e Marco Bettalli concordano sul fatto che la nomina di Santina Rocchi alla carica di presidente non va bene e nel contempo concordano anche che “alcune nomine non devono essere affidate alla corrente Viciniana”. Poi Bettalli, sempre della nomina del presidente del collegio, ne parla con Roberto Venuti. Prima pensano a Furio Pacini, ma questo nome non va bene perché vicino a Focardi e anche perché Vincenzo Sorrentino sosteneva che fosse un nome non sicuro. Poi avevano pensato al prof. Stella, ma anche questo tramonta subito. Alla fine riescono a trovare il nome che poi risulterà eletto come presidente del collegio dei direttori. Infatti Bettalli informa Venuti che “hanno risolto tutto” e gli dice che sarà Angelo Benedetti il nome da votare, perché lo stesso Benedetti “è legato a Tosi”.
Clamorosa fu anche la lettera che Roberto Venuti insieme alla Piccinni e al resto della banda scrissero a suo tempo per sostenere Piero Tosi.Ve la proponiamo integralmente proprio per farvi capire la decandenza e il dissesto culturale e morale di questi personaggi:”Cari colleghi, cari amici,
fra meno di un mese si terranno le elezioni per il nuovo Rettore. Siamo certi che, anche in questa circostanza, il nostro Ateneo saprà rimanere all’altezza delle sue tradizioni, costruendo il suo futuro con saggezza, senso della responsabilità e con la consueta capacità di innovare. Non dobbiamo né possiamo dimenticare che viviamo e operiamo in una delle Università meglio valutate, e soprattutto più stimate, del nostro Paese. Alla vigilia di questo appuntamento, così importante, rivolgiamo un saluto e un ringraziamento a Piero Tosi per il contributo che ha fornito ad accrescere il prestigio nazionale e internazionale del nostro Ateneo. Vogliamo sottolineare, inoltre, il ruolo fondamentale svolto dal nostro Rettore, anche come Presidente della CRUI, nella difesa della funzione pubblica, della dignità e della sopravvivenza stessa dell’Università italiana, senza cedimenti né compromessi, anche quando gli Atenei, e il nostro in particolare, sono stati oggetto di ingiusti attacchi.
Ci auguriamo che simili episodi non si ripetano e auspichiamo che i generosi sforzi di Piero Tosi affinché si accresca l’attenzione generale verso i temi dell’Università siano sempre più condivisi e coronati da successo.” Si,veramente un bel successo:oltre 250 milioni di euro di buco finanziario.
Questi sono i personaggi legati al restauratore Bruno Valentini.
P.S.Abbiamo anche altro ma da qui al 26 maggio ci ritorneremo sopra.
Maggio 4th, 2013 — Note redazionali
Di seguito l’articolo del Cittadino
http://www.ilcittadinoonline.it/news/159608/Crac_Amato__Labonia_inguaia_Ceccuzzi.html
Il quotidiano campano Metropolis (metropolisweb.it nell’edizione on line) nelle pagine relative a Salerno e provincia spara oggi un titolo ad effetto: “Amato, Labonia parla di MPS” in cui “l’avvocato coinvolto nel crac del pastificio Amato fa il nome dell’onorevole Ceccuzzi” agli inquirenti. ”L’avvocato Simone Labonia racconta gli intrecci politici tra gli ex-onorevoli Paolo Del Mese e Franco Ceccuzzi per far ottenere alla famiglia dei pastai il mega finanziamento dalle banche e in particolare dal Monte Paschi di Siena” scrive Rosaria Federico dalla città campana “e conferma le ‘raccomandazioni’ di Del Mese per l’operazione di ‘spin off’ nella quale fu coinvolto anche l’ex presidente Giuseppe Mussari”. Nell’interrogatorio del 18 febbraio scorso dinanzi ai giudici del Tribunale del Riesame Labonia avrebbe ribadito le dichiarazioni che coinvolgono i due senesi Mussari e Ceccuzzi, oltre l’ex vicedirettore generale Marco Morelli. Labonia, superconsulente degli Amato, ha recentemente definito la sua vicenda giudiziaria con un patteggiamento a due anni e 10 mesi e con la scarcerazione, ha spiegato ai giudici: “La particolarità del ruolo delle banche nel finanziamento in pool è evincibile dalle sensibilizzazioni e dalle sollecitazioni che venivano fatte da Paolo Del Mese per i rapporti che lui aveva con questa banca (Mps, ndr). Io ho già precisato, in sede di interrogatorio, anche quali erano per quanto di mia conoscenza le motivazioni per le quali Paolo Del Mese riusciva ad ottenere delle forme di disponibilità da questa banca. In breve ho chiarito e ho prodotto anche dei documenti in quell’interrogatorio, dove ho detto che tramite l’onorevole Ceccuzzi che era persona di conoscenza di Del Mese, si era prodigato per agevolare, accelerare, se così vogliamo dire, due forme di provvedimento legislativo”.
Secondo Labonia, il ‘patto’ Del Mese – Ceccuzzi avrebbe portato l’abolizione del limite per i diritto di voto delle fondazioni all’interno delle banche. “Con un decreto legislativo che io ho prodotto – spiega Labonia – del 2007 è stata abrogata dal Governo Prodi con un provvedimento della Commissione Finanza di cui l’onorevole Del Mese era presidente. E poi c’è l’altro provvedimento, il cosiddetto decreto ‘salva-contrade’, in breve è una defiscalizzazione che si otteneva per le contrade a Siena”. Secondo l’avvocato, il rapporto tra Del Mese e Mps – alla luce di tutto questo – era un rapporto ‘assolutamente agevolato, dettagliato, sensibilizzato e condizionato’. “Anche quando l’incarico di presidente della commissione finanze è cessato – spiega Labonia ai giudici del Riesame – l’onorevole Del Mese ha continuato ad avere rapporti particolari con Mps”. E in un’occasione, quando gli Amato, non riuscivano ad ottenere riscontri – attraverso proprio l’intermediazione dell’avvocato salernitano – a delle richieste finanziarie con la banca senese, l’onorevole Del Mese promosse un incontro con Mussari a Siena. “Questo avvenne nell’aprile del 2009 – dice Labonia – è stata l’unica volta che ho visto in vita mia il presidente Mussari, a quell’incontro furono esposte quelle esigenze”. Dunque si intuisce che Il decreto salva contrade sia stato oggetto di trattative politico-finanziarie volte alla manifestazione del proprio potere personale in danno della banca.
Nell’interrogatorio di Labonia ‘rispunta’ la cena in Costiera Amalfitana nella quale sarebbe stata ‘sensibilizzata’ l’operazione di ‘spin off’ per l’avvio dell’affare immobiliare di Amato Re. Lo ‘spin off’ al centro dell’indagine che coinvolge Mussari, Ceccuzzi, Morelli e Del Mese. “L’onorevole Del Mese aveva sensibilizzato – dice Labonia -, presso i vertici del Monte Paschi di Siena, la conclusione di questa operazione, la cosiddetta ‘spin off’ per capirci”. Poi, su domanda dei giudici del Riesame l’avvocato, consulente degli Amato, spiega che le somme elargite dai pastai all’onorevole Paolo Del Mese – i famosi prestiti, come sostiene l’ex sottosegretario – erano state date per “ringraziarlo della sua forma di sensibilizzazione, di coinvolgimento, di partecipazione alle operazioni con il Monte Paschi di Siena, soprattutto l’operazione del 2006”.
Maggio 3rd, 2013 — Note redazionali
Valentini, che già aveva risposto all’Eretico sull’Ateneo sfoggiando il politichese che nascondeva chiaramente la volontà di perpetuare la barbarie nei confronti della massima istituzione culturale della città, ora getta la maschera e se ne esce con un articolo sul Cittadinoonline disgustoso che questi uffici vanno a commentare.
L’articolo esordisce così: “Nei dibattiti di questa campagna elettorale ai candidati a sindaco viene posta sempre una domanda sullo stato e sul futuro dell’Università, ma mi pare profondamente sbagliato, esasperando solo la pesante situazione finanziaria, come se Siena fosse solo un cumulo di macerie. Quasi tutti gli altri candidati in corsa continuano sempre e solo ad affrontare il tema dell’Università con i toni della stampa scandalistica, aggravando la campagna denigratoria che viene condotta contro la nostra città.”
Come se Siena solo un cumulo di macerie? Valentini Siena E’ solo un cumulo di macerie, prodotto dal tuo partito e dai suoi dirigenti locali, regionali e nazionali. Quanto ai toni della stampa scandalistica sono i toni della relazione dei Revisori dei Conti e di quella della Corte dei Conti regionale. Non le abbiamo trovato su Chi o su Novella 2000. Sono documenti ufficiali prodotti da fior di magistrati contabili e funzionari dello Stato. Ti è chiaro almeno questo? Hai bisogno di uno schemetto per capire che la magistratura contabile e gli organi di controllo degli enti pubblici non sono esattamente dei giornalisti (scandalistici o meno). ono organi dello Stato.
«Vediamo cosa può fare il Comune per agevolare l’insieme delle Università della nostra città. Le due istituzioni più antiche devono garantire una vivacità e qualità nelle loro funzioni principali: didattica e ricerca, anche correlata al sistema produttivo toscano. I nostri due Atenei devono stare al passo con un sistema universitario che si fa sempre più competitivo. Oggi la qualità della didattica è una delle prime motivazioni di chi sceglie l’università, insieme alle possibilità di inserimento successivo nel complicato mondo del lavoro. Per affrontare queste sfide i conti devono tornare in ordine e quindi sul risanamento del bilancio dell’Università degli Studi di Siena si gioca la partita del futuro. Non spetta al Comune stabilire come fare, perché le Università sono autonome e indipendenti».
Il Comune non può fare proprio niente perché è stato estromesso dal CdA e forse è meglio così visti i brillanti risultati ottenuti dai tuoi sodali Morrocchi, Cucini, Mocenni e compagni brutta. Se la qualità della didattica è una delle prime motivazioni di chi sceglie l’Università visto l’enorme calo degli studenti da cinque anni a questa parte (e anche di più: nel 2004 gli immatricolati avevano passato i 20000 e oggi non arrivano a 15000) si può ben dire che la qualità della didattica di Unisi faccia schifo. Sono calati gli iscritti di un quarto! Che i conti debbano tornare in ordine siamo d’accordo. Il problema è che non solo non ci tornano in ordine, ma addiritturanon è dato sapere quando mai ci torneranno. Fai una bella cosa: come hai fatto con l’Ospedale (distrutto sempre dal tuo augusto partito), prendi qualcuno dei leccaculo provenienti dall’università che ti trascini dietro e fai una bella visita in ragioneria. Vedi cosa ti dicono. Anzi te lo diciamo noi cosa ti dicono: che a maggio pagano gli stipendi e a giugno non lo sanno. E sai perché? Perché il 30 giugno scade la seconda rata dei mutui che l’Ateneo deve restituire al MPS (banca distrutta sempre dal tuo partito, sia chiaro). Già il tuo amico Criccaboni, fidandosi delle sue amicizie alla Rocca, in particolare di Antonio Marino, aveva tentato, un paio di anni fa, di non pagare la rata e il suo decreto gli era stato fatto rimangiare carta e tutto dal CdA (quello vecchio, perché quello nuovo probabilmente l’avrebbe lasciato fare). Ora la rimodulazione dei mutui crediamo non la otterrà mai per due ragioni: perché Profumo e Viola col cazzo che possono o vogliono fare un’operazione del genere e perché l’autorizzazione del MIUR e del MEF, necessaria per l’operazione, non è mai arrivata né arriverà mai. Ma perché non ti informi prima di sparare cazzate?
«Ma il primo cittadino deve guardare con attenzione a come l’Università affronta le trasformazioni necessarie, raccomandando che le azioni di riequilibrio finanziario non vengano realizzate solo a carico dei lavoratori, con tagli lineari che per adesso hanno penalizzato soprattutto i tecnici amministrativi, i giovani ricercatori e i precari in generale. Le giuste politiche di contenimento della spesa devono essere fatte guardando anche alla ricaduta sociale che queste hanno poi sul territorio tutto e sui suoi cittadini. Ogni politica di risanamento deve tenere conto della sua possibile ricaduta esterna sull’insieme del territorio. Il nostro Ateneo viene scelto per la qualità dei servizi che garantisce e per quel mix positivo che rappresenta Siena e la sua qualità della vita. Così accade anche per l’Università per stranieri che rappresenta una eccezionale finestra sul mondo».
I primi cittadini scorsi, anche tramite i propri rappresentanti in CdA, NON CI HANNO NEMMENO PROVATO a fare codeste raccomandazioni e non si vede perché dovrebbero cominciare ora. Fai fare una dichiarazione al tuo sodale Morrocchi che vota sì a qualsiasi porcheria del Criccaboni e della Fabbro e CONTRO il parere dei Revisori nonché della Corte dei Conti. Ma te ne rendi conto delle buffonate che sostieni? E poi devi capire una cosa: Riccaboni e Fabbro NON SONO LEGITTIMATI A CONDURRE L’ATENEO!!!!! Duro te e duri loro. Lo sai Valentini che in Italia vige l’obbligatorietà dell’azione penale? Hai un’idea di quante denunce sono sul tavolo della Procura? E quelli se ne fregano, ma arriverà il momento che non potranno più fregarsene come è successo per la Banca. Perché invece non dichiari che non avrai pace finché non saranno assicurati alla giustizia i devastatori di Atenei?
«Il Comune deve mantenere alta la qualità dell’accoglienza globale da parte della città e deve concorrere con i due Atenei a predisporre servizi integrati capaci di rispondere alle esigenze concrete degli studenti, delle studentesse che scelgono di studiare a Siena e delle loro famiglie. La mobilità, in particolare quella sostenibile, la sicurezza nella sua accezione globale, offerte culturali e turistiche per gli studenti sono tutte azioni positive su cui il Comune deve intervenire attraverso un confronto continuo con i due Atenei e con tutte le Istituzioni e gli Enti del territorio. Abbiamo l’ambizione di contribuire a fare restare Siena una grande città del sapere, così da portare energie economiche e culturali sul nostro territorio, diventando un distretto culturale. Dove ci sono Università importanti, c’è vita, ricerca, innovazione, cultura e impresa, parole d’ordine importanti per cambiare Siena in meglio. Chi volesse università più piccole, danneggerebbe tutta la comunità. Una grande Siena non può prescindere da forti Atenei. Chiediamo al governo centrale di investire di più, non per noi ma per l’Italia. Se diventerò Sindaco, sarò al fianco dei rettori e delle comunità. Basta tagli, ma anche basta con gli sprechi, puntando sulla ricerca e sul diritto allo studio per i meno abbienti».
A parte che questa bella proposizione viene sicuramente da quel simpatico opportunista di Fiorino Pietro Iantorno che, bada caso, proprio di queste cose si occupa, ma la cosa più grave è che da tutto il tuo discorso trasuda quella megalomania, tipica anche del monaciano Pietro Tosi, il dissestatore dei dissestatori di cui Iantorno è stato un fedelissimo. Megalomania che è del tutto fuori luogo anche perché incentrata sui servizi e sulla cittadinanza studentesca anziché sul problema, fondamentale, della didattica e della ricerca. Ma lo capisci (meglio: lo capite) sì o no che le proiezioni prevedono che da qui al 2020 i docenti (inclusi i ricercatori) saranno LA META’ di quelli che erano in servizio nel 2006? E che ci sono delle leggi della Repubblica Italiana che impediscono di aprire, anzi impongono di chiudere, corsi di laurea che non rispettino certi numeri di docenti e studenti? E che c’è il divieto ASSOLUTO di assunzione e turn over finché i bilanci non saranno in ordine (ma chissà se anche a questa condizione potranno ricominciare a reclutare). Piuttosto che ci dici della gravissima infrazione a questa regola ferrea per il tuo candidato Guido Sani? Lo vedi che siete un branco di devstatori? Ce lo spieghi perché il piddiino Guido Sani percepisce lo stipendio da Firenze, dall’Università di Siena e ANCHE 72.000 dall’AOUS che hai visitato elettoralmente commettendo una gravissima scorrettezza il 1 maggio? E a proposito, c’era Guido Sani “sul pezzo” ad alleviare i dolori dei poveri pazienti il 1 maggio, visto i 72.000 euro che percepisce?
«Chiediamo fondi per attrarre gli studenti meritevoli, mantenendo alto il livello di accoglienza finora garantito dall’azienda regionale per il Diritto alla Studio. Dobbiamo pretendere che questa grande ricchezza che sono le Università, siano amministrate con consapevolezza e competenza, ma allo stesso tempo Siena e i senesi devono essere gelosi del patrimonio importante che le Università, chi ci lavora e gli studenti rappresentano per la nostra comunità. Troppe volte si è guardato in questi anni con sufficienza a queste realtà. Non ce lo possiamo permettere più: Siena diventerà davvero città europea, quando sarà riconosciuta a livello internazionale anche per le sue importanti Università».
Chiediamo fondi alla Regione? Ma scherzi? Come la Fabbro che va a fine anno ad elemosinare un milioncino in Regione perché non sanno come arrivare alla fine? Ah, non ve lo potete permettere ora? E prima sì? Te in che partito eri nel 2004-2005 quando Tosi, Boldrini, Detti, Bettini, Flores, Cardini, la buonanima di Calabrese e tutta la cricca devastatrice scavava voragini nel silenzio del Cenni, del Ceccuzzi, del Morrocchi, del Bezzini, del Cucini? Ma ci vuoi prendere per il culo?
Cittadini senesi è evidente che costui è uno sbruffone, continuatore della devastazione, sodale dei peggiori figuri a partire da Criccaboni e Fabbro. E in questo è aiutato da vari esponenti del suo gruppo che evidentemente sono altrettanto devastatori, berlingueriani, monaciani e tosiani della più bell’acqua. Se ancora ce ne fosse stato bisogno ora la maschera è caduta. Votate quello che vi pare, ma ASSOLUTAMENTE NON IL PD.
Di questi uffici
Cesare Mori
Maggio 3rd, 2013 — Note redazionali
I senesi sanno bene che, in momenti difficile della propria storia, sono ricorsi alla protezione della Vergine Maria per salvare la città. Lo hanno fatto due volte e con ottimi risultati: la prima per sconfiggere i fiorentini a Montaperti che segnò il dominio dei ghibellini in Toscana, purtroppo durò poco, ma non per colpa della Vergine. Vittoria che costituisce ancora elemento di orgoglio per taluni senesi e che rappresenta sicuramente, nell’immaginario collettivo, l’autonomia e il dominio che Siena ha esercitato per un certo periodo nella storia del Medioevo. Il Comune di Siena, forse proprio per ricordare anche questo, nei momenti di floridezza passata, ha fatto porre una lapide sulla piramide di Montaperti che cita un verso della Divina Commedia: “Se tu non vieni a crescer la vendetta di Montaperti perché mi moleste (Inferno XXXII, 80-81)?”.
L’altra intercessione fu chiesta dai senesi, che portarono di nuovo le chiavi della città alla Madre di Dio come atto di sottomissione, durante la seconda guerra mondiale per chiedere alla Vergine che la città fosse risparmiata dai bombardamenti. Anche questa volta la supplica ebbe effetto positivo e Siena fu risparmiata dalla devastazione della guerra.
A ben vedere appaiono evidenti delle costanti in tutte e due gli episodi: il popolo senese era compatto e la minaccia veniva dall’esterno.
Non vorrei sembrare irriverente ma sarebbe forse opportuno chiedere una terza intercessione alla Madonna del Voto quella che ci liberi dai dissestatori e che Siena possa ritrovare la via dello splendore perduto. Nella consapevolezza che questa volta il pericolo non viene da fattori esterni alla città, ma che, viceversa, alberga all’interno dello stesso popolo di Siena. Supplica che dovrebbe contenere anche la richiesta che una volta eliminata la gramigna i senesi possano ritrovare l’unità di intenti perduta. Mentre scriviamo, però, ci assale un dubbio: ma le chiavi della città chi ce le ha? Non sappiamo bene dove si trovino, dovrebbero essere ben custodite nel Palazzo Comunale almeno che qualcuno degli ultimi sindaci non le abbia portate, inavvertitamente, nella sede del suo partito.
Lapo Sanesi
Maggio 2nd, 2013 — Note redazionali
Caro Assessore,
come utenti – non per divertimento ahinoi – dell’ospedale di Siena siamo indignati per quanto accaduto il Primo Maggio: la sua visita alle Scotte con codazzo di politici locali in cerca di voti. La conosciamo, caro Assessore, come persona seria e preparata, per di più di una famiglia potente ma nota per la correttezza morale e professionale. Non vogliamo dunque pensare che la sua presenza a Siena sia stata studiata e gestita da qualcuno, con la complicità della direzione dell’Azienda ospedaliera senese, per racimolare consenso elettorale e mediatico utilizzando proprio lei che è un tecnico e per giunta schivo. Chi come noi frequenta Le Scotte per necessità non ha bisogno di passerelle politiche ma di soluzioni ai tanti problemi che la sanità senese ha. La sua presenza all’ospedale sarebbe stata più utile se avesse potuto incontrare chi ne conosce pregi e vizi, magari potendole dare qualche consiglio e chiedere qualche miglioria. Invece è parsa soltanto una vetrina per la solita vecchia politica senese, accattona di voti e avara di attenzioni verso chi si ostina a sperare in un ospedale con meno code, più strumenti, più posti letto, più ascolto, liste d’attesa più brevi, più medici e paramedici, meno burocrati, meno politica. I politici che l’hanno accompagnata nella visita hanno dichiarato di volersi impegnare a togliere la politica dalla gestione delle Scotte. E allora perché erano con lei a fare campagna elettorale tra i malati? Diano dunque il buon esempio facendosi da parte oppure si mettano a fare volontariato accanto a chi soffre, aiutando qualche anziano a mangiare o confortando qualche moribondo. Ma soprattutto lascino lavorare lei per il bene dei pazienti.
Utenti indignati dell’Ospedale di Siena
(seguono 52 firme)